La Freccia - settembre 2022

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2785-4175ISSN|www.fsitaliane.it|2022SETTEMBRE|9NUMERO|XIVANNO PER CHI AMA VIAGGIARE ANGIOLINIAMBRA BAGLIORI D’AUTUNNO

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Negli Stati Uniti si è soliti chiamarla Fall questa stagione che vede gli al beri denudarsi, e dopo averle viste ingiallire, spogliarsi delle loro foglie. Caducità, precarietà, fine di un ci clo. Tutti ricordano i versi di Giusep pe Ungaretti con la similitudine tra la vita al fronte e quella delle foglie “come d’autunno, sugli alberi”. Fatti i debiti distinguo, e avendo ben chia ra la netta differenza tra il significato letterale e quello allegorico, siamo un po’ tutti noi come soldati al fronte.

UN DOVERE E UN DIRITTO S ettembre mette fuori della porta l’estate e l’apre all’au tunno. Settembre è anche il primo mese dell’anno la cui etimo logia non richiama né una divinità né suggerisce una precisa funzione, ma soltanto un numero. Il sette, perché settimo mese di un calendario che ne conosceva all’inizio soltanto die ci. Accade così pure per i mesi suc cessivi, fino a dicembre, che serra le porte dell’autunno e spalanca quelle dell’inverno. Come se a questi mesi, agli uscieri e ai protagonisti dell’au tunno, i nostri antenati – e forse anche noi oggi – non abbiano voluto chiede re niente altro se non accompagnarci verso la fine dell’anno, aspettando il prossimo.

OTTIMISMO

EDITORIALE 2

La fragilità della nostra vita è un dato esistenziale, ma le difficoltà dei mesi che stiamo vivendo tingono anche la quotidianità di legittime inquietudini sul futuro, fanno vacillare le basi dei nostri progetti, ci costringono a rimet

Con questo reiterato invito all’ottimi smo dovremmo tutti riuscire a dare forza e significato alla prossima sta gione autunnale, trasformarla da ca duta e attesa a rinascita. Fatelo, se po tete, continuando a viaggiare con noi sia nello spazio, meraviglioso come lo rappresentano tanti angoli della no stra Italia densi di storia, arte e natura che anche su questo numero vi rac contiamo, e anche nel tempo, tenen do ben strette le nostre radici, remote e vicine, e i valori che esse racchiudo no. Su questo numero troverete an che, in tal senso, un ricordo di Carlo Alberto dalla Chiesa, a 40 anni dal suo efferato assassinio.

tere in discussione quel che davamo per scontato, acquisito una volta per tutte. La guerra in Ucraina continua, le tensioni internazionali non accennano ad allentarsi, la crisi energetica, il caro bollette, la difficoltà nell’approvvi gionamento di fondamentali materie prime. Un quadro davvero delicato e complesso fa da scenografia a que sta prima metà degli anni ‘20 che, con il progressivo abbandonarci della pandemia da Covid-19, ci saremmo aspettati e auspicati “ruggenti” come furono (almeno definiti) quelli di un secolo fa. Eppure, abbiamo la neces sità e il dovere di affidare una missione all’autunno che viene, come alle sta gioni che lo seguiranno. Abbiamo tutti il dovere dell’ottimismo, e un modo per consolidare il diritto a goderne. Perché non sia soltanto uno slogan gli ingredienti insostituibili, individual mente, sono professionalità, passione ed entusiasmo nelle nostre attività, e un impegno che, se necessario, sfiori la caparbietà e l’abnegazione.  Quello dell’ottimismo è un mantra che ripetono in molti, dal presidente del Consiglio uscente a tanti altri politici, dirigenti privati, amministratori pub blici. Lo ripete spesso anche l’ammi nistratore delegato del Gruppo FS. È un’esigenza fondamentale, di fronte a un periodo che, con la spinta dell’U nione europea (Recovery Fund e Next Generation EU) puntava e punta a do tare il nostro, come altri Paesi, di nuo ve infrastrutture fisiche e digitali, ad attivare e incentivare un processo di modernizzazione destinato a miglio rare la coesione territoriale e sociale, ridurre le diseguaglianze, accrescere la qualità generale della mobilità e dei servizi ai cittadini: dall’istruzione alla sanità, dalla produzione di energia alle comunicazioni. Il tutto mantenen do ben saldo il principio della soste nibilità che si traduce in un obiettivo a parole facile da definire: lasciare ai nostri figli un mondo non gravato da ferite difficili da sanare e migliore (più giusto, equo, solidale, pulito, efficien te, vitale) di come l’abbiamo trovato.

3 Andison/AdobeStockDuncan©

4 109 102101 SOMMARIO SETTEMBRE 2022 RAILWAY8 HEART 31 UN TRENO DI LIBRI Nell’Invito alla lettura di questo mese La Freccia propone il romanzo d’esordio di Lillian Fishman, Servirsi 82 UNA VITA PER LO STATO A 40 anni dal suo assassinio, un ritratto del generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Che è diventato il simbolo della lotta contro il terrorismo e Cosa nostra VOLANDO52SULL’ITALIA Sollevarsi in aria, spinti dalla carezza del vento. Per contemplare in silenzio un paesaggio alpino o una collina coltivata a vigneti. È l’ebbrezza del viaggio in mongolfiera 22 GUSTA & AGENDA18DEGUSTA14L’ITALIA CHE FA IMPRESA WHAT’S24 UP pag. 38 IN COPERTINA AMBRA ANGIOLINI LE FRECCE NEWS//OFFERTE E INFO VIAGGIO 111 SCOPRI TRA LE PAGINE LE PROMOZIONI E LA FLOTTA DELLE FRECCE i vantaggi del programma Carta FRECCIA e le novità del Portale FRECCE 4855 VIVERE44AD ARTE 48 LE TERRE DEL DUCA 56 SENTIERI DELLA CALABRIA LABERGHEMSAPORI60ETICI66DESASS70CITTÀDELGRANO74 LA CAMPANIA DI FRANCESCO 78 DESIGN SENZA LIMITI 86 TRAME DI 90SAPERE EAU DE94VENICE PARMA ALL’OPERA98 UN SALTO NEL BLU RACCONTARE102IL MONDO RIVOLUZIONE106 AVEDON 125 PRIMA DI SCENDERE 90

Marco SandraMichelaDavideManciniFalcetelliGentiliGesualdi, Cecilia Morrico, Francesca Ventre Gaspare Baglio, Angela Alexandra D’Orso, Irene OsvaldoClaudioGiovannaFrancescaMarrapodiVentreDiNapoliRomussiBevilacqua, Cesare Biasini Selvaggi, Peppone Calabrese, Fondazione FS Italiane, Enzo Fortunato, Alessio Giobbi, Peppe Iannicelli, Sandra Jacopucci, Margherita Lamesta, Valentina Lo Surdo, Valeria Montebello, Enrico Procentese, Andrea Radic, Elisabetta Reale, Gabriele Romani, Davide Rondoni, Floriana Schiano Moriello, Flavio Scheggi, Mario Tozzi

mese

VALERIA MONTEBELLO Valeria Montebello vive a Roma, dove ha studiato Filosofia. Giornalista, scrive di costume per Rivista Studio, Il Foglio, L’Officiel e altro. Lavora come trend hunter in un’agenzia pubblicitaria. È docente dell’Accademia Molly Bloom

PEPPE IANNICELLI

FLORIANA SCHIANO MORIELLO Giornalista, attiva nel campo della comunicazione e degli eventi di promozione territoriale, dell’agroalimentare e dell’enogastronomia. Con la passione vulcanica della natia terra flegrea, ama scoprire e raccontare angoli, sapori e tradizioni d’Italia

ERRATA CORRIGE SUL NUMERO 7, LUGLIO 2022 La foto a pagina 68 ritrae piazza Maggiore, a Bologna, con la basilica di San Petronio

Direttore Responsabile Responsabile Prodotti

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PROGETTO CREATIVO Team creativo Antonio Russo, Annarita Lecce, Giovanni Aiello, Manfredi Paterniti, Massimiliano Santoli Tra le firme del On web La Freccia si può sfogliare su fsnews.it e su ISSUU PER LA PUBBLICITÀ SU QUESTA RIVISTA advertisinglafreccia@fsitaliane.it REALIZZAZIONE E STAMPA Via A. Gramsci, 19 | 81031 Aversa (CE) Tel. 081 8906734 | info@graficanappa.com Coordinamento Tecnico Antonio Nappa La carta di questa rivista proviene da foreste ben gestite certificate FSC® e da materiali riciclati 140 i pianoforti prodotti all’anno dall’azienda Fazioli [pag. 16] 654 i chilometri del Sentiero Calabria [pag. 57] 27 i metri del trampolino di Alessandro De Rose alla Red Bull Cliff Diving World Series [pag. 99]

READ ALSO FSNews.it, la testata online del Gruppo FS Italiane, pubblica ogni giorno notizie, approfondimenti e interviste, accompagnati da podcast, video e immagini, per seguire l’attualità e raccontare al meglio il quotidiano. Con uno sguardo particolare ai temi della mobilità, della sostenibilità e dell’innovazione nel settore dei trasporti e del turismo quali linee guida nelle scelte strategiche di un grande Gruppo industriale

CHI AMA VIAGGIARE VIAGGIARE

MENSILE GRATUITO PER I VIAGGIATORI DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE ANNO XIV - NUMERO 9 - SETTEMBRE 2022 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/1997 CHIUSO IN REDAZIONE IL 31/08/2022 Foto e Copertina:ArchivioillustrazioniFSItalianeAdobestock©FrancescoVan Straten Tutti i diritti riservati Se non diversamente indicato, nessuna parte della rivista può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell’editore PER CHI AMA VIAGGIARE Info creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/it/deed.itsu

CESARE BIASINI SELVAGGI Da marzo 2017 è direttore editoriale di Exibart.com ed Exibart on pape r. Manager culturale per diverse fondazioni italiane, svolge anche un’intensa attività di consulenza di comunicazione strategica d’impresa e per l’internazionalizzazione del made in Italy

PER

ALCUNI CONTENUTI DELLA RIVISTA SONO RESI DISPONIBILI MEDIANTE LICENZA CREATIVE COMMONS BY-NC-ND 3.0 IT EDITORE Communication Piazza della Croce Rossa, 1 | 00161 Roma fsitaliane.it Contatti di redazione Tel. 06 44105298 | lafreccia@fsitaliane.it

Con questo QR code puoi sfogliare tutti i numeri precedenti della Freccia. Buona lettura CHI AMA VIAGGIARE

Giornalista, scrittore e conduttore radio e tv. Ama raccontare e vivere la vita: viaggi, tavole gustose, arte e spettacoli, chiese, moschee, occhi negli occhi

5 I numeri di questo numero

Vincent Fournier Mars Desert Station #11, Utah, Usa (2008)

L’ignoto è un aspetto strutturale della realtà. Il confronto con ciò che non si conosce comincia al momento della nascita e accompagna l’essere umano in ogni fase della vita. E se, invece di pretendere risposte, ci abbandonas simo alla seduzione dell’indagine? È questo l’invito della mostra Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, centro nevralgico della 23esima Esposizione internazio nale della Triennale di Milano, visitabile fino all’11 dicem bre. Il percorso, a cura dell’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpet ta, comprende oltre 100 opere, progetti e installazioni di artisti, ricercatori, architetti e designer internazionali con UN PASSO NELL’IGNOTO

l’intento di sollecitare riflessioni insolite. La perlustrazione di ciò che è oscuro parte dalla forza di gravità e prosegue con i temi legati alla possibilità di abitare spazi inesplorati, come gli habitat progettati per la vita in ambienti scono sciuti e il mistero degli oceani extraterrestri. La mostra si conclude allontanandosi dalla dimensione antropocentri ca per aprirsi all’ignoto di mondi inaccessibili. Ad arricchire il percorso una serie di opere site-specific e una speciale installazione a cura dell’Agenzia spaziale europea che of fre una vista sorprendente sulla Terra. Questo sguardo da lontano fa emergere la fragilità – ben nota – del Pianeta. triennale.org COVER di Angela Alexandra D’Orso

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FRECCIA

8 PHOTO STORIES In viaggio verso Firenze © Malissa K. malissakole Il Vesuvio dal finestrino © Anna B. anna_bargiacchi INPEOPLEVIAGGIO RAILWAY heART

9 a cura di Enrico Procentese enry_pro LE PERSONE, I LUOGHI, LE STORIE DELL’UNIVERSO FERROVIARIO IN UN CLICK. UN VIAGGIO DA FARE INSIEME Utilizza l’hashtag #railwayheart oppure invia il tuo scatto a railwayheart@fsitaliane.it. L’immagine inviata, e classificata secondo una delle quattro categorie rappresentate (Luoghi, People, In viaggio, At Work), deve essere di proprietà del mittente e priva di watermark. Le foto più emozionanti tra quelle ricevute saranno selezionate per la pubblicazione nei numeri futuri della rubrica. Railway heArt è un progetto di Digital Communication, FS Italiane. Martyna Stefania Z., capotreno del Frecciarossa © EdoardoeddiecortesiCortesi AT WORK Stazione di Roma Termini © Pierfrancesco D.F. pierfra73 LUOGHI

Guido i treni regionali da circa sei anni e viaggio sulle linee del Lazio da e per Roma Termini. Dopo aver ottenuto il diploma di perito in Trasporti e logistica, ho inviato la mia candidatura spontanea al Gruppo FS e sono stata convocata per parteci pare alla selezione. Consiglieresti questa professione ai giovani? Il settore dei trasporti, in particolare quello ferroviario, è in continua evoluzione. Io ho intrapreso il lavoro di macchinista in un ambiente inclusivo, dove la differenza di genere, per esempio, non è stata mai un impedimento. Si tratta di una professione totalmente accessibile, anche grazie all’imple mentazione tecnologica di convogli e infrastrutture. Certo rimane un po’ di retaggio culturale, spesso dominato da ste reotipi duri a morire per cui non si concepisce l’idea che una giovane ragazza possa guidare un treno. Ma attraverso il mio percorso professionale abbatto anche questi preconcetti. Che tipo di formazione hai seguito? Durante i sei anni trascorsi in Trenitalia ho avuto la possibilità di conciliare gli studi accademici con gli impegni lavorativi.

RAILWAY heART

Posso dire di aver portato avanti una formazione aziendale e una universitaria, su due binari paralleli, che mi hanno con sentito di ottenere prima una laurea triennale in Cooperazio ne internazionale e sviluppo, poi, lo scorso luglio una laurea magistrale in lingua inglese in Law, digital innovation and sustainability. Ho in programma un Master in Business Admi nistration (MBA). Di pari passo è andato avanti il percorso di apprendimento teorico e pratico che mi ha portata a diven tare macchinista.

10 A TU PER TU di Alessio Giobbi - a.giobbi@fsitaliane.it L aura Pantone è una macchinista della Direzione Bu siness Regionale di Trenitalia. La sua esperienza pro fessionale è stata arricchita da un’intensa formazione aziendale e universitaria. Come si svolge il tuo lavoro?

Quando è arrivato nel Lazio il Rock, treno regionale di ultima generazione, tutto il personale ha seguito un ciclo di appro fondite lezioni per imparare l’approccio con i nuovi convogli. L’impatto tecnologico è stato notevole e noi abbiamo dovuto interfacciarci con le novità su prestazioni e servizio. Da questo punto di vista, seguiamo aggiornamenti periodici su ogni im plementazione dei treni che facciamo circolare. Un consiglio per chi muove i primi passi nel settore?

Rispetto al passato l’innovazione tecnologica e digitale pro cede con maggiore velocità, imponendo una trasformazione rapida anche nelle nostre attività, che hanno a che fare con la sicurezza e la sostenibilità del viaggio. Ai colleghi che han no dovuto abbandonare un percorso accademico per motivi lavorativi vorrei suggerire di non darsi per vinti e riprendere questa strada. Proseguire gli studi fornisce una chiave di let tura in più per meglio interpretare tali dinamiche.

Un momento cruciale della tua formazione tecnica?

acek Ludwig Scarso, artista interdisciplinare, ricerca tore universitario e curatore di eventi culturali, rac conta la sua esperienza di viaggio tra Londra e Ve nezia. Di cosa si occupa? Lavoro nel campo della multimedialità, seguendone l’evo luzione e la produzione. Ma mi occupo anche di diversi pro getti legati alla formazione nell’arte contemporanea, tra cui l’attività di ricercatore universitario, che riesco a conciliare con tutto il resto anche grazie al treno. Che tipo di viaggiatore è? Mi muovo con frequenza tra l’Italia e Londra, dove abito da ormai quasi 25 anni, grazie alla combinazione di aereo e tre no. Per ragioni professionali, ma anche familiari, viaggio tra Roma e le altre città italiane utilizzando l’Alta Velocità. Una delle mie principali destinazioni è Venezia, su cui in questo periodo sono particolarmente focalizzato per una serie di collaborazioni che sto portando avanti. Tra queste l’intenso lavoro con la Fondazione Marta Czok, realtà artistica e culturale che nasce dal lavoro di mia madre, la pittrice Marta Czok appunto. Ci occupiamo di diversi progetti internazionali e stiamo per aprire un nuovo project space a Rialto, il più antico nucleo abitativo di Venezia. Un elemento che la contraddistingue professionalmente?

Tra i principi che ispirano il mio lavoro c’è la ricerca su come applicare l’arte alla quotidianità e allo spazio pubblico, quin di anche al contesto urbano. Da questo punto di vista, i miei continui viaggi in treno e i frequenti passaggi nelle stazioni italiane mi hanno aiutato a capire come il tessuto cittadino possa svilupparsi in relazione alle zone ferroviarie limitrofe, alla mobilità in generale e a quel dinamismo che rende vivo un territorio. Cosa le piace del treno?

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11 LE STORIE E LE VOCI DI CHI, PER LAVORO, STUDIO O PIACERE, VIAGGIA SUI TRENI. E DI CHI I TRENI LI FA VIAGGIARE

In questo momento sta contribuendo a restituire quegli spa zi di socialità di cui ci siamo dovuti brutalmente privare nel primo periodo dell’emergenza sanitaria. Oggi apprezzo il viaggio molto più di prima, proprio perché la pandemia mi ha insegnato a non darlo per scontato. Il treno rappresenta un modo per ricongiungersi con quella fisicità che ci è mancata. E poi è anche il luogo dove i pensie ri possono scorrere liberamente, per questo porto sempre con me un diario dove annotare idee e progetti. Perché consiglierebbe il viaggio sui binari? L’evoluzione della ferrovia coincide con l’abbattimento del le barriere e dei confini culturali, favorisce le relazioni in un contesto sempre più cosmopolita e sposa appieno la causa ambientalista. Nel contempo, il treno è una scelta di tra sporto responsabile per un turismo davvero consapevole, rispettoso dei luoghi che si visitano e delle loro bellezze.

RIPENSARE IL FUTURO PUNTANO

PIÙUNOPROMUOVEREASVILUPPOETICO,CON SOSTENIBILESVILUPPOFESTIVALSOCIALEESALONEDELCOLLABORAZIONELAGRUPPOFS,ILDELLACSRDELL’INNOVAZIONEEILDELLO di Irene Marrapodi importanti appuntamenti che invita no a riflettere su questi temi: il Salone della Corporate Social Responsibility (CSR) e dell’Innovazione sociale che si svolgerà il 3, 4 e 5 ottobre nell’Uni versità Bocconi di Milano e il Festival dello sviluppo sostenibile che si terrà dal 4 al 20 ottobre in tutta Italia. La responsabilità sociale è protago nista del Salone della CSR, la cui de cima edizione si intitola Connessioni sostenibili. L’obiettivo dell’evento è offrire alle grandi organizzazioni uno spazio di networking per favorire la diffusione di idee innovative, che in un ambiente improntato allo svilup po etico diventano semi per piccole rivoluzioni. Il Gruppo FS partecipa con cinque panel a tema logistica e soste nibilità, mobilità green, rigenerazione del territorio e brand urbanism, turi smo sostenibile, coesione sociale. Anche il Festival dello sviluppo soste nibile si concentra sull’approccio etico al lavoro e sul suo legame con il be nessere delle persone e dell’ambien te, sulla base dei punti stabiliti dall’O nu nell’Agenda globale 2030. Ma sono molti gli argomenti trattati: dalla parità di genere alla qualità dell’istruzione, dall’energia pulita alla dignità del la voro, passando per la lotta al cam biamento climatico e alla riduzione delle diseguaglianze. Il 4 ottobre, al Palazzo delle esposizioni di Roma, è in programma il Sustainability Day or ganizzato dal Gruppo FS, che preve de uno scambio di proposte concrete per rendere l’Italia e l’Europa più so stenibili e resilienti. Sempre in questo ambito, dal 30 settembre al 2 ottobre, ha luogo anche il Cortina Green Sto ries, per un fine settimana dedicato alla montagna e alle sue necessità. Infine, nei giorni della manifestazione, viaggerà sui binari italiani un Freccia rossa brandizzato con il logo del festi val a testimonianza della campagna congiunta tra il Gruppo FS e l’Allean za italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) che organizza l’evento.

RAILWAY heART I n tempi incerti, pensare al futuro è una scelta necessaria. Diventa sempre più urgente, infatti, oc cuparsi di sostenibilità umana e am bientale, in un’ottica di rispetto e pre mura per le generazioni a venire. Per questo il Gruppo FS collabora anche quest’anno alla realizzazione di due

cortina-green.it.w01cd850.kasserver.com2022.festivalsvilupposostenibile.itcsreinnovazionesociale.it

Tierney/AdobeStock© 12

WWW.ILMARECARRARA.IT Sponsor: Media partner: PALAZZOINFOCUCCHIARI Via Cucchiari, 1 - Carrara (MS) T. + 39 0585 72 fb:info@palazzocucchiari.it355palazzocucchiariMAR MER GIOV DOM / TUE WED THU SUN 09.30 - 12.30 | 16.00 - 20.00 VEN SAB | FRI SAT 09.30 - 12.30 | 16.00 - 23.00 LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE JULY AUGUST SEPTEMBER ORARI / OPENING HOURS OTTOBRE OCTOBER MAR MER GIOV DOM / TUE WED THU SUN 09.30 - 12.30 | 16.00 - 20.00 VEN SAB | FRI SAT 09.30 - 12.30 | 16.00 - 21.00 Partner tecnici:

14 L’ITALIA che fa IMPRESA LA FERRARI DEL La sede dell’azienda Fazioli a Sacile (PN) ZanussiFranco©

©KlavierhausSchimpelsberger

PaoloFazioli PIANOFORTE di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it

15 Q uando decisi di dar vita a questa avventura mi sono trovato di fronte a una scelta: avviare il mio progetto im prenditoriale a Roma oppure trasferir mi a Sacile, a pochi chilometri da Por denone. Mi decisi per il Friuli-Venezia Giulia. Capii che c’erano dei plus im portanti, come la vicinanza a Venezia e ancor più agli altri Paesi europei. Ho cercato da subito un respiro interna zionale e ho trovato un’area che pos sedeva già una sua tradizione nella lavorazione del legno». Con queste parole, l’imprenditore romano Paolo Fazioli, classe ‘44, racconta le origini della sua azienda, la Fazioli Piano forti, che produce strumenti a coda e da concerto dal 1981. Pochi mesi fa, in concomitanza con il prestigioso concorso pianistico internazionale di Varsavia Fryderyk Chopin, il marchio ha raggiunto un risultato molto im portante. Il musicista canadese Bruce Liu ha trionfato sul gradino più alto del podio e con lui il pianoforte gran coda F278, fiore all’occhiello della collezio ne Fazioli, scelto dall’artista per la sua Ancheesibizione.lospagnolo Martín García Gar cía, terzo classificato, e la padovana Leonora Armellini, arrivata quinta – il risultato più importante di sempre conseguito da una pianista italiana –hanno scelto gli strumenti Fazioli per le loro performance finali. Un suc cesso che corona i 40 anni di attività. «L’abbiamo raggiunto contando su collaboratori eccezionali con i quali abbiamo creato una comunità che si è formata all’insegna della qualità», racconta il L’AZIENDAmanager.FAZIOLI

COMPIE 40 ANNI. NATA A PORDENONE, PRODUCE STRUMENTI A CODA E DA CONCERTO RICHIESTI DAGLI ARTISTI DI TUTTO IL MONDO « Nato in una famiglia attiva nel settore dell’arredamento – l’azienda di casa si chiama Mim, Mobili italiani moder ni – Paolo Fazioli si è laureato in in gegneria e poi ha deciso di diventare pianista diplomandosi al Conservato rio Rossini di Pesaro e conseguendo un master in quello di Santa Cecilia, a Roma. Una sfida apparentemente im possibile da vincere, la sua: sintetizza re nell’omonimo marchio i tre grandi amori della vita, il design, la musica, la tecnologia. Il 20 gennaio 1981 iscrive ufficialmente la società Fazioli Piano forti nello studio del notaio Pierluigi Romagnoli, a Pordenone. «È stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita: ero molto giovane e avevo un immenso entusiasmo per la mia nuo va iniziativa, ma non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro», ricorda. Oggi, a distanza di più di 40 anni, l’im prenditore ormai adottato dalla città di Sacile celebra il meritato successo.

«Mi sarebbe piaciuto moltissimo cele brare questo momento allo scoccare esatto dell’anniversario», ammette, «ma a fine 2020 ci siamo resi con to che non sarebbe stato possibile a causa della pandemia». E così i fe steggiamenti sono avvenuti un anno più tardi, a maggio di quest’anno, con un concerto nella Fazioli Concert Hall, l’auditorium costruito proprio nella fabbrica di pianoforti. Notevole è sta ta la partecipazione degli ospiti, con rappresentanti provenienti da tutto il mondo, dal Nord America al Sud Afri ca, dall’Australia al Giappone, a testi moniare la popolarità indiscussa del brand, così rappresentativo del made in Italy. Sul palco, insieme all’ingegnere Fazioli, si sono alternati famosi pianisti come Maurizio Baglini, Mariangela Va catello, Federico Gad Crema, Martín García García, Rachel Naomi Kudo, Eliane Rodrigues, Marco Scolastra, le cui esibizioni hanno scandito un pa linsesto ricco di aneddoti e memo rie. Menzione speciale per il maestro Riccardo Risaliti, decano della scena musicale italiana e tra i primi a credere nell’impresa dell’allora giovanissimo pianista-ingegnere. Per l’occasione è stato presentato in anteprima il do cu-film Dal sogno al suono di France sco Guazzoni e Alessandro Pasian, che ripercorre i successi dell’azienda attra verso le testimonianze di importanti personaggi del mondo musicale. Un percorso in ascesa, dalle prime espo sizioni internazionali fino alle vendite nei più prestigiosi teatri del mondo, senza contare le strette collaborazio ni con celebri artisti che richiedono gli strumenti Fazioli in esclusiva per i loro concerti, come la canadese Angela Hewitt e il jazzista Herbie Hancock. La produzione del brand italiano si ag gira oggi sui 140 pianoforti all’anno che raggiungono, oltre al mercato europeo e nordamericano, anche Cina, Russia, estremo Oriente, Sud America e diversi Paesi emergenti. La collezione è com posta da sei modelli che si distinguono per le diverse lunghezze, dal quarto di coda F156 ai gran coda da concerto F278 e F308. Agli esemplari standard è possibile applicare ogni tipo di variante estetica, su richiesta del cliente, facen do riferimento alla collezione Art Case per esemplari unici, molto apprezzati nel mondo del lusso, con scelte di co lori, finiture, materiali e decori persona Glilizzati.strumenti Fazioli sono stati adottati anche dalle più importanti istituzioni al mondo per l’alta formazione piani stica, dalla celebre Juilliard School di New York al Conservatorio di Parigi, dall’Università di Vienna alla Purcell School di Londra. E spiccano sui palchi dei più grandi luoghi della cultura, dal Teatro La Fenice di Venezia al Müpa di Budapest (conosciuto anche come Palace of Arts), dal Centro nazionale per le arti dello spettacolo di Pechino all’Accademia Nazionale di Santa Ce cilia di Roma. Il settimanale inglese The Economist ha descritto l’azienda, che conta su uno staff di 50 persone, come una storia di successo: il marchio oggi è ritenuto un esempio virtuoso di impegno nella ricerca tecnologica, nell’innovazione e nella valorizzazione del prodotto, con uno sguardo sempre rivolto al futuro. L’aspetto più straordinario di questi strumenti dal design inconfondibile ed elegante resta però il cosiddetto “suo no Fazioli”. Per ottenerlo, commenta il maestro Risaliti, è necessaria un’in dagine incessante a partire dai mate riali e dalla struttura: «Non dobbiamo dimenticare la presenza del pregiato abete rosso della Val di Fiemme utiliz zato per la cassa armonica, lo stesso legno che Antonio Stradivari utilizzò per i suoi celebri violini. O l’invenzione del quarto pedale, brevetto esclusivo della Fazioli, utile a creare una sonorità morbida e peculiare che rappresenta un’altra caratteristica senza eguali». In virtù di questa attenzione al dettaglio, prosegue Risaliti, «Paolo ha sempre voluto il meglio dappertutto, la sua ri cerca tecnologica è espressa al mas simo in ogni settore. Per questo, ormai tanti anni fa, si è cominciato a parlare dell’assonanza della F con quella della Ferrari».

Una delle fasi di realizzazione del pianoforte Fazioli

16 L’ITALIA che fa IMPRESA

faziolipianoforti.itfazioli.com

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ZanussiFranco©

L’esposizione di abiti vintage Vinokilo la soprano e direttrice d’orchestra canadese Barbara Hannigan, che esegue con l’Orchestra dell’Acca demia Nazionale di Santa Cecilia Il miracolo di Franz Joseph Haydn e la Sinfonia n. 4 di Gustav Mahler. mitosettembremusica.it del 200esimo anniversario dell’in dipendenza del Brasile, ripropo nendo il Concerto n. 3 in do minore per pianoforte e orchestra op. 37 di Ludwig van Beethoven. Tra i vari e intensi appuntamenti, da non perdere è anche il concerto del

MITO SETTEMBREMUSICA

ITALIA 28 SETTEMBRE>23 OTTOBRE I principali scali ferroviari italiani diventa no tappe del più innovativo mercato iti nerante del vintage europeo. Le stazioni di Napoli Centrale, Roma Termini, Torino Porta Nuova e Milano Centrale si colora no con gli stand di slow fashion Vinokilo. Nel corso di eventi pop-up che attirano migliaia di curiosi e appassionati da tut ta Europa, l’abbigliamento pre-loved e vintage viene venduto a peso. Al merca to vero e proprio si sommano laboratori, workshop, esibizione artistiche e musicali e attività di sensibilizzazione sull’impatto sociale e ambientale dell’industria tessi le, con lo scopo di aiutare il settore della moda ad aprire una finestra sul mondo della sostenibilità. vinokilo.events Il pianista norvegese Leif Ove Andsnes

AGENDA a cura di Irene Marrapodi - i.marrapodi@fsitaliane.it e Francesca Ventre - f.ventre@fsitaliane.it save the date SETTEMBRE

SchiedGeoffroy©

VINOKILO IN STAZIONE

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MILANO E TORINO 5>25 SETTEMBRE Incantevoli sinfonie tornano a illu minare le sale del Teatro alla Scala di Milano e dell’Auditorium Giovan ni Agnelli del Lingotto di Torino con la 16esima edizione di Mito Set tembreMusica. La rassegna, diret ta dal compositore torinese Nicola Campogrande, si muove tra brani inediti e capolavori conclamati se guendo il filo conduttore della luce. Rivolgendosi ad adulti e bambini, appassionati e profani, la musica classica si apre a ogni tipologia di spettatore, anche grazie ai biglietti a prezzi popolari. Il palinsesto pre vede la presenza di artisti di cara tura internazionale, come il pianista norvegese Leif Ove Andsnes o la portoghese Maria João Pires, che si esibisce con la Neojiba Orchestra dello Stato di Bahia, in occasione

PIEMONTE FINO AL 23 OTTOBRE  I giardini di due dimore storiche in provincia di Torino – Casa Lajolo, a Piossasco, e il Ca stello di Miradolo, a San Secondo di Pine rolo – ospitano l’edizione 2022 della rasse gna letteraria, dedicata quest’anno al tema della libertà. Tra antichi vialetti e alberi secolari, la volontà è quella di condurre il pubblico in luoghi di pace e rara bellezza per discutere del tempo presente insieme ad autori, giornalisti, registi, docenti, filosofi e manager culturali. Tra gli ospiti attesi, la blogger Enrica Tesio, lo scrittore Paolo Ver ri e il divulgatore Daniele Zovi, esperto di foreste e animali selvatici.  casalajolo.it  fondazionecosso.com

festivaldelviaggiatore.comBELLEZZATRA

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IL VERDE E IL BLU FESTIVAL MILANO 23>25 SETTEMBRE

L’edizione 2020 del festival

Una passata edizione del Festival del viaggiatore

FESTIVAL DEL VIAGGIATORE VENETO FINO AL 25 SETTEMBRE Dal Lido di Venezia all’antico borgo di Asolo (TV), l’ottava edizione del Festival del viaggiatore si muove tra i piccoli paesi veneti per promuovere il territorio e la cultura loca le. Con l’occasione, ville e giardini normalmente chiusi al pubblico lasciano entrare per la prima volta i visitatori che, come rabdomanti – questo il tema 2022 – cercano vita e bellezza in tempi inquieti. I borghi interessati diventano salotti in cui ognuno può raccontare il proprio viaggio, in un mescolarsi di sensibilità ed esperienze diverse. Perché chiunque possa trovare negli altri non solo un proprio ri flesso, ma un esempio per la strada da percorrere.

Buone idee per il futuro del pianeta è il sottotitolo del coraggioso festival, di cui il Gruppo FS Italiane è main partner, che per tre giorni accende il grande parco Biblioteca degli alberi, a Milano. Il verde della sostenibilità incontra il blu dell’innovazione digitale, in una ricer ca di buone pratiche che sostengano un’evoluzione economica e sociale positiva. Tra incontri, talk show, spettacoli e testimonianze, la terza edizione riflette sui grandi temi dell’abitare, della mobilità, delle relazioni sociali. E affronta argomenti di economia, salute, lavoro e politica, in un’interconnessione di tematiche fonda mentali per lo sviluppo collettivo. verdeblufestival.it

LE RIGHE

Il Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (TO)

© Ana Cristina Vallejo

FLOATING THEATRE

ROMA 11 e 17-18-19 SETTEMBRE

ROMA FINO AL 25 SETTEMBRE

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Un’arena galleggiante sull’acqua di un laghet to, all’interno del parco di Villa Ada. L’originale manifestazione cinematografica flottante, che ha come main sponsor il Gruppo FS Italiane, è stata segnalata come eccellenza dall’Une sco per la progettazione attenta all’ambiente e, in particolare, all’impatto acustico, annulla to dalla distribuzione di cuffie wireless per la diffusione dell’audio. In programma molti film acclamati dalla critica, come Memoria di Api chatpong Weerasethakul e Una femmina di Francesco Costabile. Tutti proiettati in lingua originale, con sottotitoli, e accompagnati da ospiti d’eccezione. floatingtheatre.it

Sono diversi gli appuntamenti che caratterizzano la 12esima edizione di A fil di spada, la kermesse schermistica romana organizzata dall’Accademia d’armi Musumeci Greco che vuole rendere acces sibile a tutti questo sport. In occasione della Gior nata mondiale della scherma, l’11 settembre, atleti paralimpici e normodotati si sfidano in spettacolari assalti sullo sfondo del Pantheon, in piazza della Rotonda. Dal 17 al 19, inoltre, alla Casa del Cinema, vengono proiettate otto pellicole che hanno fatto la storia dei Musumeci Greco, famiglia di schermidori e attori, tra cui L’innocente di Luchino Visconti e Il de serto dei Tartari di Valerio Zurlini. accmusumecigreco.com

MoraceFenatiVittoria©

A FIL DI SPADA

AGENDA FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA BOLOGNA 23 SETTEMBRE>2 OTTOBRE

Today is Yesterday’s Tomorrow è il tema della seconda edizio ne del festival internazionale, che quest’anno invita a riflette re sulle responsabilità che il mondo di oggi ha nella creazione degli spazi del domani, e a far tesoro delle lezioni del passato. Oltre alle mostre, con una sezione dedicata all’editoria fotogra fica indipendente, sono organizzati talk, proiezioni e letture, per creare una vera e propria piattaforma di scambi di idee e cono scenza. In più, chi decide di raggiungere la città dei portici con il treno può godere di uno speciale sconto sul biglietto giorna liero o sul weekend pass dell’evento. phmuseumdays.it Una precedente edizione di A fil di spada, in piazza della Rotonda, a Roma Lo spazio dedicato all’evento nel parco di Villa Ada a Roma Neuromantic

La fretta di chi corre a prendere un treno o l’ansia gioiosa di chi aspetta il ritorno di una persona cara. Emozioni congelate negli scatti d’archivio dei fotografi che, nel corso dell’ultimo secolo, si sono trovati nelle stazioni italiane per immortalare questi mo menti fugaci. Organizzata da Archivio Luce e Fondazione FS, la mostra La memoria delle stazioni è all’Auditorium Parco della musica di Roma fino alla fine di ottobre. E poi girerà il mondo, contrapponendo alle immagini storiche gli scatti di una giovane fotografa contemporanea, Anna di Prospero. In un costante e commovente dialogo tra passato e presente. archivioluce.com

Una suggestiva esposizione all’interno della chiesa del Collegio di Maria Santissima Ad dolorata, meglio conosciuta come Chiesa della Badia, ripercorre gli episodi della vita di San Giovanni Battista, patrono della città, attraverso gli occhi di Caravaggio. Fulcro della mostra è l’opera San Giovanni Batti sta giacente, dipinta dall’inquieto artista nel 1610 e finora mai esposta in Italia. Conside rata un’opera incompleta, ha accompagnato il pittore nel suo ultimo viaggio da Napoli a Roma, è stata ospitata nel ‘700 tra le mura di Palazzo Pitti a Firenze ed è ora proprietà di un privato, a Malta. Ragusa è, al momento, a tutti gli effetti, l’ultimo approdo di una tela dalla storia tormentata. comune.ragusa.it L’opera San Giovanni Battista giacente esposta a Ragusa Viaggiatrici in attesa sul marciapiedi della Stazione di Firenze Santa Maria Novella (1964) Archivio Fondazione FS Italiane

LA MEMORIA DELLE STAZIONI ROMA 16 SETTEMBRE>1° NOVEMBRE

IL CANTO DELLE SIRENE ISOLA DI CAPRI 8>24 SETTEMBRE

Dopo il successo della manifestazione pilota dello scorso anno, chiamata Prologo, arriva la prima edizione del Festival internazionale di Capri. Tra rappresentazioni e monologhi teatrali nei luoghi iconici del golfo di Napoli ed esclusivi concerti nella Grotta Azzurra, meravi glioso antro naturale sul mare di Anacapri, l’in tera isola si anima di arte e cultura. Tra gli ospiti, gli attori Monica Guerritore e Geppy Gleijeses, allievo di Eduardo De Filippo, la cantante curda Aynur Doğan e l’attore Alessandro Preziosi che, in prima nazionale, propone una rilettura della tragedia di William Shakespeare Giulio Cesare

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La Grotta Azzurra di Capri BattagliaGiampaolo©

CARAVAGGIO - ULTIMO APPRODO RAGUSA FINO AL 15 OTTOBRE

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ella vita di Tommaso Inghirami ci sono sempre state le macchine da cucire. Fu il nonno Fabio a utilizzarne 24 per cominciare la produzione delle camicie Ingram e, dopo 70 anni, l’azienda è un’eccellenza ita liana del tessile.

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Tre tipologie unite dalla semplicità di una qualità senza fronzoli e totalmente biologica, con una forte attenzione alla sosteni bilità e bottiglie leggere che consentono meno emissioni di anidride carbonica durante il trasporto. Inoltre, il tappo è quello

TOMMASO INGHIRAMI, LA GIOVANE SFIDA DEL SANGIOVESE SINGERSANGIO SIMONE LEZZERINI, CUCINA CREATIVA E CONCRETA

S aporie è il nome scelto dal giovanissimo Simone Lezzerini e dalla compagna Denise Ranalletta per il loro ristorante raccolto e accogliente tra le mura del castello di Bracciano (RM). Un sogno realizzato che si declina con mano talentuosa in piatti creativi e contemporanei da un lato e di forte identità territoriale dall’altro. Come nell’utilizzo del crudo di anatra al vino che accompagna i pennoni insieme alla crema di cannellini alla brace. Da non perdere l’Anguilla af fumicata, erbe amare e salsa teriyaki, a cottura perfetta. Lezzerini possiede due assi nella manica: il primo sono le erbe e gli ortaggi coltivati da Lorenzo Maggi nel suo Orto di Clapi, vicino al lago di Martignano, alle porte di Roma, che rendono la misticanza un privilegio da sgranocchiare. Il secondo è quello dei fermentati, sotto spirito e macerati. Qui la capacità artigianale dello chef produce veri gioiellini: nespo le, fragole, prugne e ciliegie macerate a regola d’arte vanno ad arricchire i piatti, a volte spingendo, a volte arrotondando gli equilibri tra sapido e acido. I dessert seguono con classe la de clinazione del menù. In sala la simpatia e l’eleganza di Denise Ranalletta. È lei a curare la carta dei vini con scelte ingegnose dal territorio e particolari selezioni italiane, molto piacevoli. In cucina con Simone troviamo Alessio Martella, ottima spalla di talento e mano ristorantesaporie_precisa.

22 GUSTA & DEGUSTA di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

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Ma il giovane Tommaso ha scelto di seguire la tenuta di fami glia Grignano, che fu proprietà dei Medici. Seicento ettari, dei quali circa 50 vitati, nel cuore del territorio del Chianti Rufina, sui colli fiorentini. Oltre alla gamma di vini classici, produce una linea giovane, semplice, fresca e sostenibile con tre etichette intitolate Singersangio. Il nome unisce due grandi passioni di Inghirami: le macchine da cucire e il vitigno sangiovese che viene utilizzato in purezza per un rosso da gustare freddo e un Sangiovese vinificato in bianco e un rosato.

Tommaso Inghirami con l’etichetta Singersangio Da sinistra lo chef Simone Lezzerini, Denise Ranalletta e Alessio Martella Stelvin a vite, totalmente riciclabile. Una giovane sfida quella del Singersangio che Tommaso, con il contributo dell’enologo Stefano Chioccioli, ha già vinto per la piacevolezza di una beva allegra e di ottimo stile. grignanowinery.com

«Sono un maître che assume chef, forse è un po’ atipi co», afferma ironizzando il patron. Dal 2018 è il talento di Ciro Scamardella, che da Napoli è venuto a Roma, a guidare la cucina: tecnica, sostanza ed eleganza ad altissimi livelli. Farsi tentare dal suo menù degustazione Carta bianca, con sette portate identitarie, significa intraprendere un percorso emozionale di rara bellezza. Imperdibili due piatti dai nomi quasi scontati – Impepata di cozze e Risotto burro e alici – che sono la perfetta rappresen tazione della creativa e solida mano di Scamardella. A dirigere la sala e comporre una carta dei vini di grande espressività enologica, con ottime scelte al calice, è Achille Sardiello. Il trio Pipero, Scamardella e Sardiello pone al centro di tutto il rapporto umano, declinato in piccole e grandi at tenzioni. Varcata la soglia, sono sufficienti 15 minuti per capire cosa davvero significhi l’accoglienza. «Nessun arredo e nessun ingrediente può sostituire un sorriso, perché gli esseri umani sono veri solo in due luoghi: a letto e a tavola e nel secondo caso ci stanno almeno due ore». Pipero dixit. piperoroma.it

PIPERO: UN NOME E UNA GARANZIA DELL’ALTA

L’OFFICINACUCINA

ALESSANDRO

A lessandro Pipero è anima e motore del risto rante che porta il suo nome. Dal 2010 ha una relazione stretta con gli chef che sceglie.

DEL GUSTO, MATERIA PRIMA NELLE MANI DI FORTUNATO ARICÒ Alessandro Pipero Lo chef Fortunato Aricò C hef autodidatta che unisce passione e concre tezza, eleganza e sostanza. Fortunato Aricò, con il suo Officina del gusto, è un punto fermo nella tradizione gastronomica di Reggio Calabria. Ortag gi e frutta giungono direttamente dal suo orto in collina, mentre per la carne dei suoi imperdibili secondi piatti alleva bovini. Tra i primi da provare senza indugi ci sono i Ravioloni con ripieno di Caciocavallo di Ciminà (Presidio Slow Food) e melanzane violetta di Longobardi, nel cosentino, e i Maccheroncini al ferretto con pachino, cacio e ‘nduja. I secondi di carne sono un must e il pesce giunge allegro sulla tavola estiva con un crudo spettacolare e il tonno scottato con cipolle di Tropea. A concludere, sorbetti e semifreddi di gran livello con sapiente uso degli agrumi locali. Il ristorante è accogliente con tavoli ampi e servi zio attento e cortese. La carta dei vini è originalmente a vista. Sugli scaffali interessante e ampia scelta di etichet te calabresi e italiane, con cartellino che indica il prezzo. officinadelgusto.net

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25 di Gaspare Baglio gasparebaglio D all’attrice francese Corinne Cléry all’ex politica Alessan dra Mussolini, dalle showgirl Elisabetta Gregoraci e Maddalena Cor vaglia ai comici Francesco Paolantoni e Gabriele Cirilli. Sono alcuni dei 12 par tecipanti al nuovo docu-reality di Rai2 Nudi per la vita, in onda da lunedì 12 set tembre, che annovera nel cast anche il pittore Antonio Catalani, la comica Vale ria Graci, il regista Gilles Rocca, l’attrice Brenda Lodigiani, il cantante Memo Re migi, il conduttore radio e tv Gianluca IGazzoli.protagonisti del programma, prodot to da Blu Yazmine, dovranno esibirsi con orgoglio e autoironia nella messa in scena di una performance di ballo ispirata alla commedia Full Monty per gli uomini e al musical Moulin Rouge per le donne. Al timone Mara Maion chi, alla sua prima esperienza di con duzione: «Per la mia generazione la tv pubblica è Mamma Rai. Se ti chiama la mamma, rispondi».  Che cos'è Nudi per la vita? È una tramissione che parla di pre venzione con leggerezza, ma senza superficialità: fa sorridere ed è anche utile. Il format internazionale ha già avuto molto successo in Australia e in Francia, sono contenta di aver l’onore di realizzarlo per prima in Italia. Che messaggio vuole lanciare lo show? Invita a non aver paura o pudicizia ver so la prevenzione. Prendete quell’ap puntamento che rimandate da tempo, prenotate quel medico la cui visita MARAPREVENIREviMAIONCHIALLASUAPRIMAESPERIENZADICONDUZIONECON

Sono come Emilio Salgari: andrei fra le tigri di Mompracem, ma solo con la mente. Il format è un viaggio fisico di caratteri e anime. Non sappiamo la meta fino al check-in. Il tuo buen retiro italiano da raggiun gere in treno?

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Forte dei Marmi, in Versilia, il mio po sto del cuore e del riposo. Ci vado sin da piccola con tutta la famiglia: non c’è niente come il Forte e il suo fresco maestralino anche in estate, con gli amici, le chiacchiere e le carte. C'è qualcosa che devi ancora fare? Ce ne sono diverse, ma quella che proprio non mi riesce è stare zitta.

NUDI PER LA VITA, IL NUOVO DOCU-REALITY DI RAI2 CHE CONIUGA SPETTACOLO E MEDICINA ATTRAVERSO LE STORIE DI 12 VIP imbarazza un po’, ma fatelo: scoprire un male qualsiasi all’inizio o in uno stadio più avanzato può fare la diffe renza fra la vita e l’ignoto. Cos'hanno in comune i concorrenti? Una vita toccata in qualche modo dalla malattia: la propria, quella di un familiare o di un amico stretto. A que sto si aggiunge la voglia di mettersi in gioco andando oltre se stessi e la propria vanità. Quelli con le storie più forti? Tutto il cast ha dovuto fare un atto di fede, raccontandosi davanti alle tele camere in modo sincero e intimo. Non penso ci siano vicende più intense di altre, ma solo portate in tv con enfasi diverse. I concorrenti che ti incuriosiscono di più? Mi ha molto colpito la storia di Gazzo li: ha avuto problemi quand’era mol to giovane e li ha nascosti per lungo tempo. Poi, a 30 anni, ha deciso di rac contarsi, dando visibilità alla malattia e speranza a chi vuole guarire. Lo tro vo encomiabile. Ci sono anche Remigi e Cléry – i perennial come me – che non resistono a mettersi in gioco con serietà, ma prendendosi un po’ in giro. Ce n’è per tutti i gusti, insomma.

Chi sorprenderà di più il pubblico? Entrambi i gruppi hanno chance di entrare nei cuori dei telespettatori, ma devo dire che mi hanno intrigato molto la simpatia di Gregoraci e la di sinvoltura di Remigi. Quanto sarà importante l'ironia? È un’arma per fronteggiare la vita, fondamentale anche in un impegno televisivo così delicato. Abbiamo tutti dovuto scalare una marcia per far ri dere rimanendo rispettosi. Il programma c’entra anche con la tua storia personale… Sette anni fa ho avuto un cancro bi laterale al seno. Penso che questo mi abbia reso credibile agli occhi di chi mi ha scelta per raccontare l’ansia spaventosa davanti a una diagnosi, il coraggio che serve per affrontarla e la forza necessaria per superarla. Chi cura le performance dello show? L’ottimo Marcello Sacchetta, che si è speso anima e corpo. Gli auguro sia solo l’inizio di una carriera da presen tatore, oltre che da coreografo. Torni anche su Sky con il reality iti nerante Quelle brave ragazze. Dove ti piacerebbe andare questa volta?

COL SORRISO

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DEL PAESE IL BELLO

Qualcosa che ti ha colpito a livello personale? Io amo molto gli animali. E mi piacciono le persone che dedicano tempo, de naro ed energia ai nostri amici a quat tro zampe. In Calabria ho conosciuto dei ragazzi che si occupano dei cani randagi a fine vita: non ti nascondo che mi sono fatto un grande pianto, anche se non l’ho mandato in onda perché non amo quel genere di tv. Sono dav vero rimasto senza parole nel vedere le code che si agitavano alla vista dei volontari. Per fortuna di storie così ce ne sono tante. Questo Paese ha un lato illuminato che va raccontato perché è bello e dà speranza. Il programma che ti piacerebbe fare? Vorrei raccontare le giornate private dei personaggi pubblici, per carpirne le abitudini. Avvicinare gli spettatori a chi fa cose importanti, facendone emergere l’aspetto umano, quotidiano. Un esempio? La giornata tipo dell’ar chitetto Renzo Piano dalla colazione alla cena. In generale, preferirei qual cosa di più dinamico, non in studio. Che cosa pensi del treno? Per me è una vera passione. Fin da pic colo mio papà mi portava in stazione a vedere i treni, che rappresentano sempre un momento di gioia e di ma linconia. Viaggiare sui binari mi rilassa, mi fa divertire, mostra scorci d’umani tà. È in assoluto il mezzo più ecologico e del futuro. È piacevole da vivere e spero che l’Italia avrà una rete ferro viaria sempre più capillare per riuscire – finalmente – a lasciare la macchina in garage.marcellomasirai

Gli studi dell’Università Federico II di Napoli sugli alimenti e le farine alter native, prodotte con bruchi e larve. Le ho assaggiate e non mi sono accorto della differenza con quelle canoniche. Tutto il Meridione è pieno di giova ni con una volontà ferrea che hanno messo in piedi startup. E sono capaci di scontrarsi con tantissima burocra zia pur di portarle avanti. Sono dei veri carri armati, con un attaccamento al territorio e alla terra che fa ben spe rare. Prevedo cose belle in arrivo per il futuro.

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AL TIMONE DI LINEA VERDE LIFE MARCELLO MASI MOSTRA IL LATO PIÙ SOSTENIBILE E INNOVATIVO DELL’ITALIA di Gaspare Baglio gasparebaglio

T orna puntuale dal 17 settem bre, su Rai1, Linea Verde Life, programma settimanale che punta l’attenzione sulla sostenibili tà urbana, il rispetto per l’ambiente e l’innovazione, senza dimenticare il be nessere e la salute di tutti. Al timone del format di successo c’è il giornalista Marcello Masi: un volto familiare e di grande simpatia, qualità che vanno a braccetto con competen za e professionalità. Tocca nuovamen te a lui condurre il telespettatore nelle città italiane più virtuose, che si impe gnano a migliorare la qualità della vita. Quali sono le novità di questa edizione? Siamo stati i primi, in Rai, a occuparci di sostenibilità, energia alternativa ed economia circolare. Ora che tante altre trasmissioni trattano le nostre stesse tematiche, centrali per il presente e il futuro di tutti, noi di Linea Verde Life stiamo andando alla ricerca dell’avan guardia. Un esempio? Siamo stati a Napoli per seguire una ricerca che si occupa di aridocoltura. Di cosa si tratta? È una tecnica che consente la coltivazione anche in zone con clima secco, come per esempio Israele. Ci sono vitigni che possono sopravvivere a elevate temperature, con pochissima acqua e forti escursioni termiche. Si tratta di ricerche sempre più estreme su quello che il futuro ci sta riservando. Altri argomenti? Oltre ai territori, al centro del nostro racconto, c’è anche il cibo: è uno spor co lavoro che qualcuno deve pur fare (ride, ndr). Naturalmente, anche in questo caso, parleremo di sostenibilità andando a cercare le nicchie estreme e meno scontate. Per fortuna gli ascol ti, negli anni, sono sempre cresciuti. È una responsabilità non fermarsi al pri mo contenuto convincente, ma andare a scavare: riusciamo sempre a trovare qualcosa di nuovo. L’idea che ti ha stupito di più? A Casale Monferrato, nell’Alessan drino, un ingegnere ha realizzato un sistema sul Po che fornisce energia gratuita a tutta la città. È partito da un’intuizione avuta dal nonno, portata avanti dal padre e poi messa a termine da lui. Ci sono voluti 60 anni, in pratica, e un lavoro passato di generazione in generazione. Progetti sorprendenti al Sud, invece?

PROTAGONISTI

PRESO NELLA RETE come un serbatoio di odio. I social offrono opportunità incredibili, sono una finestra sul mondo, possono cambiare la vita. Pensiamo al Black Lives Matter. Ho scoperto storie stra ordinarie e talenti eccezionali: è giu sto considerare la Rete in tutta la sua complessità. Quanto è difficile stare al passo coi tempi? Lo scenario dei media è in rapido cambiamento, ma secondo me i so cial non sostituiranno mai la tv: in pie na pandemia, durante la guerra o per le elezioni il pubblico sceglie il pic colo schermo, che resta autorevole. Web e tv sono complementari, ognu no si nutre dell’altro. Un conduttore a cui ti ispiri? Fabrizio Frizzi. Oggi diventare noti è estremamente facile, soprattutto gra zie al web, ma essere amati presup pone un patto di fiducia col pubblico che si consolida nel tempo. Frizzi è stato uno dei pochi a riuscirci. Il programma dei sogni? Sono nato il 1° maggio, il giorno della Festa dei lavoratori. Sarei onorato di condurre il concertone. La più grande soddisfazione profes sionale? La fortuna di aver ospitato e intervi stato a Timeline il maestro Piero An gela: un regalo insostituibile.  Cosa rappresenta il treno per un ra gazzo che corre veloce come te?

WHAT’S UP 28 di Gaspare Baglio gasparebaglio C’ è un programma Rai dedicato al web. Una trasmissione che, at traverso video virali, temi caldi e per sonaggi social fa un sunto di quello che succede in Rete. Timeline riparte domenica 18 settembre su Rai3 e a condurlo c’è sempre Mar co Carrara, che a 30 anni è il più giovane conduttore della tv pubblica. Senti il peso della re sponsabilità di andare in video? L’ho avvertito fin dal primo giorno. L’obiet tivo principale, per me, è semplificare la notizia in modo che venga capita da tut ti. Servizio pubblico significa inclusione.  Le novità di que sta edizione? Presteremo mag giore attenzione a TikTok: molti credono che sia solo un’app di musica e balli, c’è un gran de bisogno precedente.èsonoancheinformazionedilì.Isocialestremamentedinamicieinevoluzione,eccoperchéogniedizionediversadalla Cosa hai capi to del mondo web? Che è sbaglia to raccontarlo solo

La possibilità di non avere mai tempi vuoti. In viaggio mi piace essere pro duttivo.  Prossimo viaggio professionale? Sono una persona molto organizzata, al limite del maniacale, perciò spero sia improvvisato, verso una meta sco nosciuta.iosonocarrara TIMELINE, MARCO CARRARA RACCONTA STORIE, E OPPORTUNITÀ DEL WEB

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UN TRENO

EVE, UNA VENTENNE DI BROOKLYN, SFIDA LA MORALE DEL XXI SECOLO. LA SUA STORIA È LA LOTTA DI UNA GENERAZIONE

«proprio come quella che avrei affron tato cinquant’anni fa, solo al contra rio». L’amore per se stessi comprende l’accettazione delle caratteristiche che non ci piacciono, si conquista, si fatica per averlo, e allora è etico, va bene. Ma se ti godi la tua bellezza, qualcosa che hai avuto in dono dalla vita, è immorale e vergognoso. Eve vuole uscire da questa concezione puritana per cui si può essere conten te solo di ciò che si è meritato e inizia a godersi la vita. DI LIBRI di Valeria Montebello

31 Invito alla lettura Edizioni e/o, pp. 240 € 17

la narratrice stessa è un’aspirante asceta. Una giovane ba rista a Brooklyn preoccupata per i vari mali della vita moderna – capitalismo, sessismo, degrado ambientale – ma rimane incerta su cosa può fare al ri guardo. «Io e i miei amici siamo cre sciuti senza una vera religione e senza un’etica di vita comparabile attraverso la quale filtrare le nostre convinzioni e ambizioni», racconta. «Siamo stati incoraggiati a preoccuparci profonda mente dello stato del nostro mondo, ma la nostra capacità di influenzarlo personalmente era molto in dubbio».

SERVIRSI

ALLA RICERCA DI SÉ E DEL PROPRIO RUOLO NEL MONDO C i sono delle ragioni per cui i triangoli amorosi compaio no così spesso nelle trame letterarie. I triangoli sono intrinseca mente instabili. Costringono i perso naggi a fare delle scelte attraverso continue negoziazioni e compromes si. Quello che viene raccontato nel romanzo d'esordio di Lillian Fishman, Servirsi, è un’indagine perfettamente disordinata sulla natura del potere e del Grandesiderio.partedel romanzo sembra una ricerca filosofica sulla vita grazie alle domande che si pone Eve, la narra trice ventenne che vive a Brooklyn e rinegozia i suoi ideali su femminismo, capitalismo e sesso, dopo aver pub blicato selfie nudi online. Quando le foto di Eve attirano l’attenzione di Oli via, le due si incontrano per un drink. Olivia rivela che sta agendo per conto di Nathan, il suo ragazzo. Eve consi dera l’offerta, tenendola segreta alla sua ragazza Romi. La loro relazione è piena di gesti di supporto (un ombrel lo condiviso, una barretta di cereali messa nella borsa di Eve mentre va al lavoro) e il loro sesso sembra più un altro gesto di sostegno che un’espres sione di desiderio. Eve cerca di essere grata del fatto che Romi non la ami solo per il suo corpo –sa che essere apprezzata unicamen te per il suo aspetto significa essere oggettivata e non dovrebbe godere – ma, in effetti, è delusa. È proprio perché ha fame di essere ammirata per la sua fisicità cruda che, una notte, Eve pubblica i suoi nudi online. Eve ricorda a se stes sa che non dovrebbe, non dovrebbe, non dovrebbe: non dovrebbe tradire Romi, non dovrebbe sottomettersi ai suoi desideri illeciti. Non dovrebbe as saporare la gioia di Nathan e Olivia per il suo fisico. Non dovrebbe tollerare la relazione dei due sul posto di lavoro (in particolare perché lui è il capo di Olivia). Non dovrebbe godere delle tendenze prepotenti di Nathan, che sono, nel lessico del sistema etico a cui si sforza tanto di attenersi, “proble matiche”. Soprattutto, non dovrebbe assecondare la sua attrazione per gli Inizialmente,uomini.

dell'oggettivazione

Poi cambia. «Finora non ho fatto altro che rinchiudermi in una trappola ideologica» penserà, a un certo punto,

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BRANI TRATTI DA SERVIRSI Il corpo delle donne

[…] Non volevo desiderare Nathan o arrendermi a lui: volevo far sì che di stogliesse l’attenzione da Olivia. Ma l’attenzione di Nathan era amma liante, e lui non era intralciato da an sie o esitazioni. Volevo convincermi che quella forma di controllo fosse orribile. Eppure, in modo sleale, ne ero bramosa. In quelle prime setti mane insieme a loro iniziai a chie dermi se, in fondo, non avessi sem pre scalpitato sotto la pressione di dover prendere l’iniziativa, di dover guidare le altre donne verso l’amore e il sesso, a prescindere da quanto le desiderassi. Non c’era qualcosa di avvilente in quella dinamica? Non era avvilente che una storia roman tica mi richiedesse tanto spesso di perorare la mia causa, di confidare di poter essere amata solo dopo aver dimostrato di essere in grado di eccitare qualcuno e prenderme ne cura – che la relazione insom ma sembrasse dipendere dalla mia capacità di convincere una donna del mio valore? Quant’era piacevo le, invece, essere ovvia, anche se a essere ovvio era soltanto il mio cor po? Sapevo che era un tormento per molte donne, che il loro corpo fosse stato creato per il sesso; l’avevo in tuìto persino da adolescente, avvi cinando la mia stessa carne con un misto di paura e speranza. Eppure, con Nathan, provavo un profondo sollievo nel vedere quant’era scon tato, per lui, che il mio corpo avesse uno scopo, una natura a cui riusciva ad accedere senza sforzo. Perché le donne avevano sempre avuto paura del mio corpo, quasi potesse coglierci entrambe di sorpresa? In qualche modo eravamo state edu cate a essere diffidenti verso tutti i corpi delle donne. Anche nel sesso, il piacere che ci davamo l’un l’altra si modulava su antichi preconcetti – su ciò che una donna doveva es sere – e dovevamo imparare a ban dire quelle voci spietate per lasciare spazio alla passione. Per Nathan non ero uno spiacevole promemoria; non gli ricordavo il suo stesso corpo carico come una molla; non lo inti midivo. Mi guardava e sapeva che fare di Quand’erome. sotto di lui mi accorgevo

di essere esausta di tutte le incer tezze del romanticismo: di aspetta re, sperare, convincere, tentare, per sino di riuscire. Sapevo che la mia era debolezza, sapevo che era una resa. Ma dava la stessa voluttà che si prova abbandonandosi al sonno.

[…]

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Le regole del gioco […] Quell'inverno Nathan continuò a telefonarmi, sorprendendomi il più delle volte mentre aspettavo la metro sulla banchina. Andò avan ti così per mesi: serate con Romi da cui uscivo sazia, come se avessi consumato un pasto di molte porta te, conquistato a fatica, dentro una casa solida, e poi la sorpresa di Na than al telefono, che spuntava dal nulla per venire a prendermi in taxi o darmi appuntamento in una stanza d'albergo. La sua voce mi rendeva Perchéeffervescente.stasera non possiamo ve derci?, mi diceva. Che programmi hai? Invita pure me. Mentre lo ascoltavo, treni che non aspettavo entravano e uscivano rombando dalla stazione. Sapevo che sarei andata in capo al mondo se lui me l'avesse chiesto, eppu re portavo avanti un gioco con me stessa, un gioco in cui mi convince vo di essere al di là del suo controllo. Potevo permettermi di giocare non perché protetta da onore e virtù, ma all'ombra della grandiosa indulgen za di Nathan e del suo narcisismo. Posso venire anch'io a ballare con le tue amiche, diceva Nathan. Perché no? Senti, mi piacerebbe davvero vederti stasera. Davvero. Okay...fam mi sapere. Dì la verità, ti piace che cancelli i miei programmi per te? […] Moltissimo, diceva lui. Moltissimo. Amore e assenza […] La sera sentivo l'assenza di Romi come una fitta lancinante ai musco li di petto e braccia. Forse non era tanto l'assenza di Romi a farmi male, quanto l'assenza della convinzione che un giorno sarei potuta diventa re, come lei, premurosa e devota. Si può nutrire un amore che non sia autoreferenziale? E in che fase del la vita si è capaci di un sentimento del genere? In assenza di Romi, ogni riparo era stato abbattuto, non solo quelli in cui già vivevo ma ogni rifu gio in lungo e in largo, ogni possibile stanza calda e accogliente del mio mondo, e nessuno di quei ripari sa rebbe più stato ricostruito sino alla fine dei miei giorni. Romi mi aveva lasciata perché ero egoista – in capace di amare con generosità. Ennesima prova: volevo che le ca pitasse qualcosa di brutto, ma non troppo brutto. Che la metropolitana che prendeva per andare al lavoro avesse ogni giorno un'ora di ritardo bloccandosi in una galleria sotto il fiume. E anche ammesso che Romi non fosse così buona come avevo pensato, che fosse fallibile come tutti noi, questo in che modo poteva consolarmi? Rappresentava soltan to la fine di un sogno avuto un tem po, un sogno di un amore altruista e Fatimadisinteressato.milasciava sul comodino bicchieri di tè freddo che formava no anelli di condensa sul legno. Una o due volte al giorno mi sedevo per mezz'ora dentro la doccia, lasciando che l'acqua tiepida mi scorresse ad dosso. Perché non avevo mai consi derato l'amore che nutrivo per Romi come qualcosa di profondamente buono? Ora che il mio amore non aveva più un oggetto ne prendevo

33 Un assaggio di lettura

UN TRENO DI LIBRI

La nostra rubrica Un treno di libri è a cura di Molly Bloom, l’accademia fondata a Roma da Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi, che riunisce alcuni dei migliori scrittori, registi, sceneggiatori, musicisti e giornalisti del Paese. Con un unico fine: insegnare la scrittura creativa per applicarla ai campi della letteratura, della musica, dello spettacolo, dei media e del business.  mollybloom.it

benza che avevo dimenticato tal mente a lungo, per mesi e mesi, da diventare gigantesca e accusatoria. Nei miei sogni la ciotola era sempre alle mie spalle: ne scorgevo soltan to il colore e la grana, mentre il mio corpo si rigirava stirandosi tra le len Passòzuola. un altro mese prima che mi decidessi a mandargli un messag gio. Era la prima volta che gli chie devo di vederci. A Nathan piacque. Gli piaceva il cambiamento, pensai; gli piaceva guardare qualcosa muo versi, modificarsi e ricomporsi al toc co della sua bacchetta magica. Stai morendo dalla voglia, dì la verità? […]

Strelciuc/AdobeStock©

34 Un assaggio di lettura coscienza in modo del tutto nuo vo. Era molto più grande di quanto avessi mai immaginato – gigantesco – lento e sensibile, come un'enorme creatura gelatinosa che mi fluttuava dentro, andando a cozzare contro un dubbio o una paura o una forma di narcisismo, per poi rimbalzare indie tro, dolcemente ammaccato, rifu giandosi in un angolo che risultasse più ospitale. Dovevo trovare un po sto per quell’amore, ma era troppo grande, troppo estraneo. E quanto era buono quell'amore, in ogni caso? Un amore in cui avevo mentito – e sperato, mentendo, di essere reden ta? Il buono che potevo creare in me era impossibile da riconoscere. […] Una bacchetta magica […] Per decidere se l'avrei rivisto lan ciai una monetina: testa era no, cro ce sì. Quando il quarto di dollaro at terrò di testa, mi sentii afflitta per un istante, prima di rendermi conto di essere libera: l'avrei rivisto, l'avrei ri visto a qualunque costo. In un ango lo della mia testa comparve di nuovo la ciotola. Viveva nell'appartamento di Nathan, nelle stanze che Nathan abitava. Potevo scordarmene per un po’, mentre facevo la spesa o spedi vo qualche lettera. La sua presenza era come un formicolio o un’incom

ACCADEMIA MOLLY BLOOM*

A cura di Oreste Orvitti Nicoletta Ossanna Cavadini Skira, pp. 368 € 36 Metafora di una società in continuo mutamento, il treno diventa tema di un’analisi corale sui suoi significati simbolici e sulla rappresentazione artistica del trasporto su ferro. Mezzo di scambio culturale, di incontro e commercio, ha trainato e accompagnato i cambiamenti sociali dello scorso secolo, diventando simbolo di modernità e al contempo musa di tanti artisti. Manifesti, locandine, menù e calendari corredano il volume, in una piacevole indagine sul design ferroviario.

TAXI DAMASCO Aeham Ahmad La nave di Teseo, pp. 240 € 20   Ahmed fa il tassista e tra le strade di Damasco lotta per guadagnare ciò che serve a mantenere la famiglia. Dal sedile della sua vettura gialla ascolta le storie più svariate dei clienti, osservando i segni che la guerra ha lasciato nelle loro anime. E prova a immaginare drammi e sogni di ognuno di loro. Ahmad racconta la sua Siria attraverso le vite di chi non è potuto fuggire o è voluto rimanere. Uno sguardo poetico sulle esistenze degli altri, lontane eppure simili alle nostre.

PEP GUARDIOLA, IL CALCIO COME RIVOLUZIONE INFINITA Alfonso Fasano 66thand2nd, pp. 304 € 17  «Nel calcio bisogna essere coraggiosi e avere il coraggio di cambiare» , dice Pep Guardiola. Atteggiamento che lo ha reso un calciatore molto più forte e vincente rispetto a quanto gli avrebbero permesso le sue doti naturali. Per alcuni è un idealista, per altri è un’icona sportiva, un genio disposto a sacrificare delle vittorie pur di far evolvere la strategia di gioco. Il libro racconta sconfitte, contraddizioni, liti del giocatore e poi allenatore spagnolo. La rivoluzione di Pep non si è mai fermata e vale più di una lista di trofei.

TRENI FRA ARTE, GRAFICA E DESIGN

-PIERILORENZAErosione e 16,00

AUTOBIOGRAFIA DI UNA RIVOLUZIONARIA Angela Davis Minimum Fax, pp. 465 € 20 L’autrice racconta la sua storia, quella di una ragazza nera cresciuta nella provincia americana che diventa studiosa di filosofia e attivista contro il razzismo e il sistema «militareindustriale carcerario» degli States. Dalla pubblicazione, nel 1974, il libro si è affermato come best seller assoluto della controcultura. Una narrazione intima e collettiva capace di trasmettere il senso della solidarietà tra esseri umani e della lotta contro l'ingiustizia e l'oppressione del potere.

Lo scaffale della Freccia a cura di Gaspare Baglio e Sandra Gesualdi

IL CONTE LUNA Alexander Lernet-Holenia Adelphi, pp. 174 € 18 È un giorno di maggio, in una Roma di fine anni ’50. Alexander Jessiersky, facoltoso imprenditore austriaco, in Italia da qualche giorno, entra nella chiesa di Sant'Urbano. Ha in mano un'antica mappa e, con un italiano stentato, chiede informazioni al custode sulle catacombe di Pretestato. Sa che lì sono spariti due sacerdoti francesi. Anche Alexander scende nelle viscere della città e fa perdere le sue tracce. Una commedia nera fatta di intrecci e misteri.

americano dell’autrice Il giardino dei mostri

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Siamo sulla Chesapeake Bay, costa atlantica degli Stati Uniti, in una zona in cui la terra deve fare da sempre conti con l’acqua; l’Oceano di fronte e il più grande estuario nordamericano alle spalle. Dopo anni di fallimentari tentativi di salvare la villa di famiglia, sempre più minacciata dal progressivo innalzamento delle acque, colpita una stagione dopo l’altra da allagamenti e uragani, tre fratelli, Anna, Geoff e Bruno, riescono a venderla. Sono alle prese con l’ultimo trasloco in cui ognuno di loro deve riempire una e una sola scatola con gli oggetti che vuole salvare: un’occasione per fare i conti con il tempo, con l’infanzia, il distacco definitivo da un luogo amato e odiato, con il rapporto difficile con fratelli e gli altri familiari, con le proprie responsabilità, l’ineluttabilità del caso, i sentimenti indomabili. Con il pensiero di un futuro che sembra essere – per ognuno di loro in modo molto diverso – privo di certezze, come una casa le cui fondamenta sono allagate per sempre.

EROSIONE Lorenza Pieri e/o, pp. 156 € 16  Una villa vista oceano sulla costa atlantica degli Stati Uniti. La casa dell’infanzia, dei ricordi sfumati e della nostalgia. Tre fratelli, Anna, Geoff e Bruno, riescono a venderla e si ritrovano per l’ultima volta tra quelle stanze insieme alla madre malata. In quest'ultimo trasloco ognuno di loro deve riempire una sola scatola con ciò che vuole salvare. Un pezzo di passato da portare con sé, tanti sentimenti da domare e l’occasione per fare i conti col tempo che scorre inesorabilmente.

MOSTRACI CHI SEI Elle McNicoll Uovonero, pp. 344 € 16 (da 10 anni) Cora è una brillante ragazza neurodivergente e viene a sapere che all’Istituto Melograno, dove lavora suo fratello, creano ologrammi di uomini e donne reali. Quando il laboratorio decide di dare vita a immagini tridimensionali di persone autistiche, la 12enne viene chiamata per una consulenza. Cora scopre così che l’istituto nasconde un piano spaventoso e dovrà far sentire la sua voce. Una storia fantascientifica che pone l’attenzione sull’individualità e sulla difesa di ciò in cui si crede.

ANIMALI FANTASTICI. DI SILENTE

SENEGAL Artur Scriabin, illustrazioni Joanna Concejo Topipittori, pp. 48 € 20 (da 10 anni) Da un ricordo d’infanzia, il giorno in cui ha nevicato in Senegal, nasce un racconto per immagini e parole che trasmette tenerezza e poesia. Il canto della madre, il cadere lento dei fiocchi di neve, la natura che emerge dal manto bianco: sono questi i dettagli che rendono le illustrazioni di Joanna Concejo simili a fotografie. Un libro per riflettere sui sentimenti e sul valore della memoria. Vincitore del Grand prix de l’illustration jeunesse di Moulins.

IL TULLIO E L’EOLAO PIÙ STRANISSIMO DI TUTTO IL CANTON TICINO Davide Rigiani Minimum fax, pp. 469 € 19 (per tutti) I Ghiringhelli sono una strampalata famiglia italo-svizzera che abita nel Canton Ticino. Tullio, il piccolo di casa, è un bambino timido e silenzioso. Ma nella sua smisurata immaginazione vivono supereroi, alieni, piante carnivore parlanti e cavalieri medievali. Una sera trova un eolao, una creatura magica e mutante. In sua compagnia è impossibile passare inosservato. Pagine che seguono i sentieri dell’assurdo tracciati da Gianni Rodari, per riflettere sul potere della fantasia.

DONNE COI BAFFI (FINTI)

Annalisa Strada e Gianna Re, illustrazioni Rosaria Battiloro De Agostini, pp. 230 € 18 (da 9 anni) Baffi finti per eroine vere. Spesso, soprattutto nel passato, donne intraprendenti e determinate hanno finto di essere uomini per opportunità, spirito d'avventura o voglia di conoscenza, per amore o per cimentarsi in uno sport. A volte, era l'unico modo per percorrere la strada che volevano. Dall’esploratrice Jeanne Baret alla guerriera Hua Mulan fino alla Papessa Giovanna, le protagoniste del libro hanno sfidato le regole di una società ingiusta e maschilista.

I SEGRETI

36 Lo scaffale ragazzi

GLI OCCHIALI DA SOGNO Eliana Cocca, illustrazioni Caterina Manganelli Sonda, pp. 96 € 9,90 (da 7 anni) Emma ha otto anni ed è una bambina curiosa e intraprendente. A casa della nonna trova un paio di occhiali che permettono, a chi li indossa, di vedere i sogni degli altri. Scoperto il magico potere delle lenti, la sua missione top secret è quella di impedire che cadano nelle mani sbagliate. La giovane eroina affronta le sfide dell’impresa, armata di gentilezza e testardaggine. Un libro per gli amanti dell’avventura, dedicato a chi vuole guardare il mondo da un altro punto di vista.

a cura di Angela Alexandra D’Orso e Sandra Gesualdi J.K. Rowling e Steve Kloves Salani, pp. 288 € 18,90 (da 12 anni) Avventure piene di magia, duelli scenografici, creature immaginarie. È il terzo capitolo della saga di Animali Fantastici, diventata sceneggiatura fedele dell’omonimo film uscito la scorsa primavera. Qui l’autrice di Harry Potter racconta come il professor Albus Silente cerchi di salvare il mondo dal perfido e oscuro mago Gellert Grindelwald, insieme a una squadra di maghi, streghe e babbani. Nel libro si incontrano e rincontrano animali vecchi e nuovi, oltre ai seguaci, sempre più numerosi, di Grindelwald.

INCONTRO 38 Ambra Angiolini a X Factor

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Avevo il timore di cadere nella rete dell’imbarazzo, visto che sono timidis sima nella vita e mi dovevo rapportare con persone che già si conoscevano tra loro. Pensavo avrei avuto qualche paranoia, la mia sfrontatezza è solo professionale. Invece, con grande sor presa, ho avuto voglia di conoscerli, di esserci, di sentirmi anche un’idiota: un aspetto che non avrei voluto mostrare e, invece, ho messo in piazza dal pri mo giorno.

DAL TALENT DEI RECORD X FACTOR AL MORNING SHOW DI RADIO CAPITAL FINO AL RITORNO IN TEATRO. AMBRA ANGIOLINI È PRONTA PER UNA STAGIONE RICCA DI IMPEGNI. CAPACE DI SORPRENDERE PERSINO SE STESSA di Gaspare Baglio gasparebaglio campo perché, in ogni progetto che decide di abbracciare, riesce a tirare fuori la sua parte più vera e a creare una connessione con il pubblico. La contattiamo in tarda serata, dopo una sessione di audition per il programma prodotto da Fremantle. Cosa ti ha convinta a partecipare a X Factor? Di pancia mi accorgo sempre se è il momento giusto, se ho l’energia per affrontare un progetto e, soprattut to, se mi sveglio felice la mattina, un segnale importantissimo per capire quanto mi piace quello che sto facen do. Ho sempre guardato il talent in tv: nella primissima edizione ero stata pure presa in considerazione. Era una cosa che stava lì, ma ha avuto una ge stazione un po’ più lunga di nove mesi. Diciamo che è nato un elefante. (ride, ndr). La musica ha sempre fatto parte del la tua vita. Hai anche quattro dischi all’attivo… Non ho pensato al mio percorso di scografico per accettare: quel terre no è pieno di buche, per quanto mi riguarda. Musica e danza mi hanno appassionata fin da bambina, sono due strade che viaggiano all’unisono l’una verso l’altra. E proprio la musica mi ha aiutata a ottenere, anche grazie alla mano di Ferzan Özpetek, il David di Donatello e il Nastro d’argento. In che senso?

A seconda della parte che mi affida no creo delle playlist che mi aiutano a recitare, scelgo musica in cui ritrovo sentimenti, battiti. Senza non riuscirei a piangere all’improvviso o a tirarmi su il morale. È qualcosa di cui ho ve ramente bisogno, da 30 anni influisce tantissimo sulla mia carriera e conti nua a farlo. Come ti sei trovata con Fedez, Rkomi e Dargen D’Amico, che siedono con te dietro al bancone dei giudici?

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Q uesta cover me la sono proprio suda ta. La copertina della Freccia è una cosa di cui vado ve ramente fiera, visto che ormai il mio domicilio è il Frecciarossa Milano-Ro ma: ci passo più tempo che a casa. La posta, le multe, i pacchi mi arrivano lì, in pratica». Ambra Angiolini è entu siasta di essere, per un mese, il vol to del magazine che accompagna i passeggeri di Trenitalia. «Il treno è un posto che rispetto molto, è la parte poetica del mio lavoro. Sulle sue car rozze sono successe tante cose: ho accettato lavori, risolto problemi, mi sono commossa davanti a una sco nosciuta che piangeva quanto me e poi siamo diventate amiche. Quando penso al treno, penso a casa mia. Pri ma di scendere, infatti, pulisco tutto, devo sapere che lo lascio in ordine», racconta l’attrice e conduttrice. L’occasione dell’intervista è il talent show X Factor, dal 15 settembre su SkyUno e in streaming su NOW, che vede Ambra seduta dietro al banco ne dei giudici. Un ruolo ottenuto gra zie a una dote speciale: la credibilità. Peculiarità che si è guadagnata sul FORTUNA NON SO CHI SONO»

Ci sta, mi migliora. Ma l’ho fatto solo per 24 ore, poi mi sono ripresa e ho ri cominciato a costruire il mio cervello anche a livello culturale. Come a tea tro: alle prove si fa brutta figura tiran do fuori tutto in maniera scomposta e male organizzata. Torniamo ai tre colleghi.

Come mai questa scelta?

Da sinistra: Dargen D’Amico, Ambra Angiolini, Francesca Michielin, Rkomi e Fedez sul set del talent show X Factor Da sinistra: Anna Ferzetti, Ferzan Özpetek e Ambra Angiolini nel backstage del serial di Disney+ Le fate ignoranti

Mi piacciono e mi spaventano in modi diversi: è come avere a che fare con le parti del maschile più terrificanti, ma anche più belle e sorprendenti. Cominciamo da Fedez. La stampa ci ha definiti nemici prima ancora che ci conoscessimo. Quan do ci siamo visti, invece, è andata alla grande: c’è stato trasporto e voglia di fare bene. Di Federico mi meraviglia e spaventa la sua incredibile e ina spettata fragilità che poi si trasforma in altro. Una persona emotivamente molto intelligente, con scosse telluri che interiori, che può tirare fuori stati d’animo molto diversi. Gli riconosco la libertà di dire quello che pensa. Con lui desidero mantenere questo stato di amore e terrore insieme. Passiamo a Rkomi. Creatura meravigliosa, educatissima, ma la sua fragilità non si trasforma in nient’altro che in fragilità. Entra subito in contatto con i concorrenti, li com prende, ha paura di ferirli e poi, quan do meno te lo aspetti, è un leone, va dritto. Potrebbe avere la meglio. Last but not least, Dargen D’Amico. È me, ma bravo (ride, ndr). Potrebbe cantare, ballare, recitare. Peccato sia un uomo altrimenti avrebbe potuto fare “il primo presidente donna”, come rappavano gli Articolo 31 nel brano 2030 immaginando potessi diventarlo io. Le critiche verso i giudici ci sono sempre, come ti stai preparando? Quando mi hanno proposto X Factor ho pensato di essere la più titolata a beccare le stonature, in quanto regina del genere (ride, ndr). In realtà, l’aver smesso di cantare e incidere dischi denota la consapevolezza di ricono

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EucalittoRomolo©

BettojaVirginia©

Pur di lavorare in radio ho sempre viaggiato di notte con destinazione Milano: essere in onda mi accende il cervello, è come un defibrillatore, ov viamente insieme ai miei figli che rap presentano la scossa primaria. Da lì la Ambra a teatro durante una replica dello spettacolo Il nodo

Passiamo a Le fate ignoranti, la serie di Disney+ grazie alla quale ti sei ag giudicata, insieme ad Anna Ferzetti, il Nastro d’argento come migliore attri ce non protagonista. Nelle storie, nell’emotività, nella pas sione e nelle contraddizioni che rac conta Ferzan mi sento giusta. Quando giro con lui, quello che è scomodo diventa bellissimo, imperdibile. Si va a lavorare con gli sfregi della vita a vista che vengono esaltati all’ennesima po tenza. Su di me dà ottimi risultati. Sul set stavamo sempre tutti insieme, non smettendo mai di giocare alle fate. Il gioco si è mischiato alla realtà in modo molto realistico: anche la stanchezza era bella da condividere. Con Anna, poi, abbiamo fatto un lavoro stupendo. In che modo? Vengo da una lunga galoppata tra Gay Pride e World Pride, non me la volevo cavare con un semplice stereotipo. Ci siamo dette: «Facciamo l’amore, stia moci dentro». Doveva passare in se condo piano che fossero due donne a vivere quella storia. È l’emancipazione che ci serve: basta seguire un batti to, non deve avere uno schema, una categoria, un’identità. Nello sguardo dei nostri personaggi, Roberta e An namaria, si respira quella cosa bella che si vorrebbe rivivere ogni giorno e questa è risultata la parte vincente del racconto. Torni anche in radio con Le mattine di Radio Capital. Mi sono sorpresa quando Graziella, la mia agente stupenda, mi ha chiama ta per dirmi che Linus voleva parlare con me. Incontrarlo ha creato l'effetto provino: ci tenevo a prendermi quel la voro, volevo fare bella figura. Ero pre occupatissima di rispondere in modo giusto, non volevo deluderlo. Considerato che sei on air non credo tu l’abbia deluso… Secondo me è tornato a casa, si è di menticato del colloquio e ha deciso di darmi questa opportunità (ride, ndr).

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scere persone più brave di me in giro. Questo significa una certa serietà nel ricoprire il ruolo di giudice. Quindi, fino a qui, come sta andando? Questo programma un po’ ti cambia, a livello di sensibilità mi trasmette qual cosa che ancora non riesco a definire: mi ha resa insonne, mettendomi nella condizione di prepararmi ad avere il coraggio di dire dei no. È difficile. Ti sento molto commossa… Lo sono. Finché non si prende parte a questo talent non si può capire com’è. Mi sono trovata a piangere in cameri no. Sai quelle cose che dici: «Questo non lo farò mai»? Ecco, è già successo tutto quello che mi ero ripromessa di non fare. Com’è il livello dei concorrenti? Alla loro età avevo un mostro sotto al letto, che serve tanto in questo me stiere. Questi giovani, invece, hanno già trasformato i loro mostri interiori in talento, attraverso le canzoni. Fan no pensare che bisogna essere grati a certe piccole grandi ferite, al non sen tirsi mai comodi. Per loro è già tutto arte e musica.

INCONTRO giornata è sempre in discesa. Viaggi tantissimo di notte. Ti piace? Si, lo faccio da quando molti anni fa, abitando a Brescia, volevo godermi i miei figli, senza l’ambizione di essere un’eroina. Desideravo semplicemente fare colazione coi ragazzi. Guidare di notte, in solitaria, dopo il teatro, è di ventato un momento abbastanza irri nunciabile della mia vita. A proposito di teatro, a partire dal 7 marzo 2023 porti in scena Il nodo, di Johnna Adams. Il palcoscenico è il luogo da cui par te la mia inadeguatezza – di cui sono molto gelosa – che mi fa fare balzi in avanti in sicurezza e solidità. Spero di tenere ogni spettacolo su piazza per almeno tre anni, con lo stupendo ram marico di pronunciare correttamente, nell’ultima recita, quella battuta com plicata. E poi pensare: «Ma come, ora che la so dire finisce tutto?». Torniamo alla musica. Sei da anni il volto del Concerto del Primo Maggio, hai condotto il Dopofestival nel 1996, Sanremo Top l’anno dopo e sei stata opinionista al Festival di Sanremo nel 2005. Ti manca solo la conduzione all’Ariston… Sanremo è bello in ogni sua forma. Per un caso del destino mi sono trova ta al timone del Dopofestival, uno dei programmi più belli e di rottura. Ma a Sanremo non si dice mai di no. Per concludere, parafrasiamo il titolo di un brano dell’album Angiolini: oggi Tu sei ? Una che, fortunatamente, ancora non lo sa. ambraofficial 42 Ambra a X Factor

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IN VIAGGIO CON 44 VIVERE AD ARTE Patrizia Sandretto Re Rebaudengo sulla collina di San Licerio a Guarene (CN) ArmellinoViola©

Pur con le nostre difficoltà stiamo crescendo nel settore del contempo raneo. Abbiamo splendide istituzio ni, come il MAXXI a Roma o Palazzo Strozzi a Firenze, che nel 2023 ospi terà la mia collezione. E ottime galle rie, una generazione di bravi artisti e importanti curatori riconosciuti anche all’estero.

La cucina è una forma d’arte?

CON LA SUA FONDAZIONE LA

con fragilità fisiche, psichiche o socia li. Usiamo l’arte come strumento per stare meglio. Sei anche presidente dell’Istituto eu ropeo di oncologia e del Centro car diologico Monzino a Milano. Come vivi questo ruolo? Sento forte la responsabilità nel sup portare la raccolta di fondi per ricerca e prevenzione. Sono due strutture di assoluta eccellenza.

COLLEZIONISTA PATRIZIA SANDRETTO RE CONSENTE AI GIOVANI TALENTI DI REALIZZARE I PROPRI SOGNI. E RAGGIUNGERE UN PUBBLICO

Sì, è nata dal desiderio di aiutare e supportare gli artisti nei quali cre devo, per offrire loro un luogo dove esporre. Ma anche da un grande sen so di condivisione. Ho sempre pensa to che una collezione d’arte non vada tenuta tra le mura di casa o in qual che luogo chiuso, ma debba essere fruibile a tutti. Una responsabilità che ho sempre sentito in prima persona e che spesso si traduce anche in soste gno economico ai progetti e offerte di ospitalità nelle sedi della Fondazione a Torino, Guarene e nel mondo. Negli anni ‘90 il web non era così diffuso, allora per capire e scoprire le nuove tendenze viaggiavo molto. La Fon dazione Sandretto Re Rebaudengo precorreva i tempi. L’Italia era in ritar do, pensiamo che il MAXXI di Roma ha aperto nel 2010. A Torino c’era il Castello di Rivoli, la sua direttrice Ida Gianelli mi ha insegnato molto, ma era tutto ancora all’inizio. Possiamo dire che ti sei innamora ta prima dell’anima degli artisti che dell’arte in sé? È così, con molte e molti di loro abbiamo compiuto un cammino insieme, siamo diventati amici, c’è un fil rouge che unisce le nostre biografie. Certi rapporti mi hanno consentito una forte crescita interiore.

Ho imparato molto, in particolare ad aprire la mente e a praticare la tolle ranza. L’arte è un motore di conoscen za e di crescita enorme. La tua Fondazione è viva e attiva su tanti fronti. Puntiamo molto sull’educazione all’arte contemporanea, concetto a cui tengo e sul quale lavorano sei persone del mio team. Ogni anno ol tre 30mila giovani, dalla scuola ma terna all’università, frequentano la Fondazione, e poi formiamo docenti e ospitiamo numerosissime persone

È un’esperienza che si abbina bene anche con cibo e vino. Sono mondi che dialogano molto bene e hanno punti in comune. Girando il mondo vedi altre realtà, dove collochi l’Italia?

45 I l messaggio sociale e politico, la bellezza della condivisione, la magia dell’incontro con artiste e artisti per capirne ragioni e passio ni tramutate in espressione creativa. Sono i motivi per cui 30 anni fa, nel 1992, Patrizia Sandretto Re Rebau dengo diventa collezionista di arte contemporanea e, pochi anni dopo, crea la Fondazione che porta il suo cognome e oggi ha sedi a Torino, Guarene (CN) e Madrid. Una piattafor ma di dialogo e formazione, un can tiere di progettualità, senza scopo di lucro, che consente a giovani promet tenti di lavorare ai propri sogni e alle proprie passioni. Determinazione e volontà hanno permesso a Sandretto Re Rebaudengo di raggiungere risul tati internazionali e sedere nei board dei più importanti musei mondiali di arte contemporanea, da Londra a New York fino a Philadelphia. Tutto è cominciato da un viaggio a Londra… Ho trascorso lì una settimana con la mia amica collezionista Rosangela Cochrane, visitando gallerie e musei e conoscendo diversi artisti. Ho rice vuto una carica umana straordinaria e, frequentando i loro studi, mi si è aperto un mondo completamente nuovo. Prima di allora mi ero dedicata alla laurea in Economia e commercio e all’attività nell’azienda di famiglia. L’arte contemporanea è indagine del presente, percorso generazionale, scambio e confronto. La mia collezio ne cerca di scoprire ciò che gli artisti vogliono raccontare del proprio pre sente, del loro tempo, prendendo po sizione e sollevando domande. Amo l’arte proprio perché ci costringe a riflettere, a pensare. E così hai creato la tua Fondazione, oggi punto di riferimento nel mondo del contemporaneo?

Avete un progetto proprio dedicato ai curatori. Di che si tratta? Con lo Young Curators Residency Programme selezioniamo ogni anno tre curatori che passano quattro mesi con noi. Percorrono tutta l’Italia in tre no, alla ricerca di artisti da far esporre in una mostra che viene allestita a fine esperienza. Nell’edizione 2022 sono tutte donne. È un progetto iniziato nel 2006 che ha consentito di creare un network di alto livello per far crescere e conoscere talenti italiani nel mondo. Che rapporto hai con il treno? Lo prendo molto spesso. È veloce, con le Frecce in tre ore sono a Firenze alla Fondazione Strozzi, ed ecologico, dato importantissimo per noi che la

INTERNAZIONALE di Andrea Radic Andrea_Radic andrearadic2019

REBAUDENGO

I tuoi figli hanno assorbito la passio ne per l’arte? Sì, e oggi sono due trentenni che han no trovato la loro strada, hanno tutta la mia stima. Il maggiore, Eugenio, dopo il master a Londra nel 2013, ha creato Artuner, una piattaforma online dove proporre arte contemporanea di qualità. Un precursore. Emilio, il più giovane, lavora in Fondazione, dove gestisce il ristorante stellato Spazio7 e la caffetteria disegnata dall’artista Ru dolf Stingel, oltre a curare gli eventi.

46 IN VIAGGIO CON voriamo su questi temi dal 2008. Molti artisti sono grandi sostenitori del treno: nel 2000 il tedesco Tino Sehgal lo ha usato per arrivare da Torino a Berlino. Inoltre, è un luogo perfetto per lavorare, leggere e pensare. Ap prezzo la gentilezza del personale, sempre sorridente, anche nei FREC CIALounge che frequento in attesa di partire.

Le etichette delle bottiglie sono opere d’artista?

Lo Stato italiano è attento all’arte contemporanea? Sì. C’è il desiderio di supportarla: col laboriamo con il ministero della Cul tura su diversi progetti, per favorire soprattutto i giovani. Cito, per esem pio, il gran lavoro portato avanti con Onofrio Cutaia, a capo della Direzione generale creatività contemporanea. Nel 2014, da una mia idea, è nato il Comitato fondazioni arte contempo ranea che oggi conta 17 membri. Fai parte del board dei principali mu sei del mondo, qualcuno si stupisce della tua nazionalità? No, assolutamente (sorride, ndr). Gli italiani presenti in questi organi sono numerosi. Il nostro Paese c’è e perso nalmente credo molto in queste for me di collaborazione. Sei cresciuta a Torino? Sì, è la mia città. Ma da piccola, in estate, mi trasferivo a Cadaqués, in Spagna, Paese a cui sono legata. Per questo, nel 2017, ho inaugurato una sede della Fondazione a Madrid. A Guarene, invece, nel Roero, borgo di origine della famiglia di mio marito, abbiamo aperto la nostra prima sede nel settecentesco palazzo Re Rebau dengo. Oggi anche la collina San Li cerio, poco distante da lì, è dedicata all’arte con installazioni site specific in un connubio quasi magico con il territorio. Abbiamo anche piantato quattromila salici nani e qualche vi gna dove produciamo un vino rosato da Nebbiolo.

Andrea Radic e Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Palazzo Re Rebaudengo a Guarene (CN)

Ovviamente! Qual è il profumo che leghi alla tua infanzia? Quello delle more e del muschio, il sottobosco della campagna del Ca navese a Pont Canavese dove pas seggiavo con i miei genitori. Cosa non tolleri e cosa apprezzi nelle persone? Non mi piace l’invidia, un sentimento che non provo e mi fa anche un po’ paura. Apprezzo, invece, la sincerità e la voglia di collaborare. Un artista che ti ha particolarmente colpita? Il californiano Doug Aitken, uno dei primi che ho conosciuto e sostenu to. Ho prodotto l’opera con la quale ha vinto il premio internazionale alla Biennale di Venezia nel 2021. Poi Giu lia Cenci, giovane artista di talento per la quale ho prodotto l’opera presen tata quest’anno sempre in Biennale. Aggiungo Maurizio Cattelan, la nostra star italiana. L’arte contemporanea è più magia, passione o medicina? Sono tutte definizioni che condivido, ma per me, che sono collezionista, è certamente passione, una passione pazzesca. parcoarte.fsrr.orgfsrr.org fondazionesandrettofondsrr

TRAVEL 48 Una vista panoramica di Urbino LE DELTERRE DUCAAndronov/AdobeStockLeonid©

49 C ondottiero, uomo d’arme, letterato e visionario me cenate, Federico da Mon tefeltro è una delle figure celebri del Rinascimento italiano. Duca di Urbi no dal 1474 e promoter ante litteram della sua immagine, ha onorato la sua casata con la costruzione di splendi A 600 ANNI DALLA NASCITA DI FEDERICO DA MONTEFELTRO, UN PER SCOPRIRE URBINO E LA SUA PROVINCIA. TRA OPERE D’ARTE, BORGHI FORTIFICATI E PALAZZI DELL’ANTICA CORTE di edifici, castelli e biblioteche. Pro prio nella città marchigiana ha avuto il merito di far edificare l’imponente Palazzo Ducale, sede di una corte co smopolita e raffinata, trasformando il piccolo centro in uno splendido cro cevia di arti e cultura. A 600 anni dalla nascita, il duca viene ricordato con una serie di celebrazioni a lui dedicate tra Urbino e Gubbio, in provincia di Perugia, che gli ha dato i natali. Tra le tante spicca la mostra Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti, a cura di Alessandro Angelini, Gabrie le Fattorini e Giovanni Russo, allesti di Floriana Schiano Moriello - floriana.fsm@gmail.com floriana.schianomoriello florianaschianom FlorianaSchiano

ITINERARIO

TRAVEL ta fino al 9 ottobre a Palazzo Ducale, oggi sede della Galleria nazionale delle Marche. Il senese Francesco di Giorgio Martini, pittore, scultore e ar chistar dell’epoca, sul cui Trattato di Architettura militare e civile studiò per sino Leonardo da Vinci, lavorò a lungo per Federico, portando a termine le opere del Palazzo con geniali intui zioni ed edificando fortezze possenti a difesa dell’intero ducato. Oggi gli spazi della Galleria vestiti a festa ospitano 80 opere provenienti da tutto il mondo, firmate dagli artisti di cui il duca amava circondarsi. Nelle sette sezioni della mostra si incontra no sculture, pitture, medaglie, dise gni, codici, affreschi e pale d’altare. Spiccano capolavori di esponenti del Rinascimento europeo come i pit tori toscani Piero della Francesca e Luca Signorelli, il fiammingo Giusto di Gand, il castigliano Pedro Berruguete o gli architetti Luciano Laurana e Do nato TornaBramante.tralemura della Galleria, dopo quattro mesi in mostra alla National Gallery di Londra, anche Ritratto fem minile, opera meglio conosciuta come La muta di Raffaello. L’eterogeneità dell’esposizione rende l’idea di quel lo che fu l’ambiente in cui, tra l’altro, presero forma le conversazioni rac colte nel Libro del Cortegiano, trattato di Baldassarre Castiglione che fornì il modello di comportamento per l’alta società del tempo. Presso la Galleria nazionale è conser vata anche la più ricca collezione di opere di Giovanni Santi, padre di Raf faello, uomo di grandissima cultura, pittore di talento e anche biografo del duca, la cui attività venne offuscata nei secoli dalla fama del figlio, che in quel contesto mosse i primi passi. Tra i dipinti di Santi figura l’Annunciazione, capolavoro di simbolismo, fede e geoEmetria.proprio ai due grandissimi cortigiani, Francesco di Giorgio Martini e Giovan ni Santi, è dedicato l’Itinerario dalla Corte del Duca Federico, che lega le opere e i luoghi dei due maestri. Il percorso turistico-culturale, lanciato da Confcommercio Pesaro e Urbino/ Marche Nord, è uno spin-off del più vasto Itinerario della bellezza. Un pro getto che si prefigge «di promuovere quella fitta rete di borghi intorno a Ur bino che spiccano come custodi delle opere più straordinarie dei due cele bri artisti. E conduce i visitatori negli angoli più suggestivi del luogo, sve lando quelli meno conosciuti ma non per questo minori», spiega Amerigo Uno scorcio del centro storico di Fano (PU)

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Wojtkowski/AdobeStockCezary© ToniLuca©

La Cappella Tiranni all'interno della chiesa di San Domenico di Cagli (PU)

Varotti, direttore dell’associazione di categoria impegnata da anni nella promozione del territorio. Il viaggio non può che iniziare dalla lo calità marchigiana, «una città in forma di Palazzo», come viene descritta da Castiglione nel suo scritto. Da Palaz zo Ducale, dove di Giorgio ha opera to una volta subentrato all’architetto Laurana, il percorso si snoda lungo le vie del centro, emblema del con cetto rinascimentale di città ideale. Obbligatorio ritagliarsi del tempo per visitare l’Oratorio di San Giovanni Bat tista, la cui facciata restaurata in stile neogotico introduce a uno strepitoso ciclo di affreschi del primo ‘400, rea lizzato dai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni. Al centro la Crocifissione e sulle pareti laterali scene della vita del santo che, immerse in una quo tidianità inedita, rappresentano uno straordinario esempio di pittura tar dogotica presente nelle Marche. Nel giro di 50 chilometri, battendo la provincia di Pesaro e Urbino e percor rendo dolci declivi, si rimane sorpresi da ogni piccolo borgo. Imperdibile il torrione ellittico di Cagli, imponen te elemento di fortificazione firmato sempre da di Giorgio e parte della rocca edificata a fine ‘400. Dall’ultimo dei cinque piani della torre si ammi ra il panorama circostante sulla valle del Burano, un tempo punto d’avvi stamento eccezionale per il controllo militare. Sotto si snoda il Soccorso co verto, inaspettato cunicolo sotterra neo di circa 360 gradini e antica via di collegamento con la fortezza sovra stante la città. Sarebbe ancora in piedi se Guidobaldo, figlio di Federico, nel 1502 non l’avesse fatta saltare in aria pur di non cederla all’invasore Cesare Borgia, detto il Valentino. Cagli conserva anche uno dei mas simi capolavori di Santi, la Cappella Tiranni, all’interno della chiesa di San Domenico. Tra gli affreschi che deco rano il piccolo luogo di culto, la Sacra conversazione colpisce per la sublime resa pittorica e l’equilibrio dei perso naggi ritratti. Nel volto dell’angelo alla sinistra della Madonna si riconoscono le fattezze di Raffaello poco più che bambino. Nella chiesa-museo di San ta Maria Nuova a Fano, invece, si trova un’altra opera del pittore urbinate, la Visitazione, in cui sono ripresi i tratti cari dell’architettura rinascimentale coi tipici porticati e, sullo sfondo, il pa norama del Montefeltro, ancora oggi riconoscibile. Nella stessa chiesa, da ammirare anche la famosa Annuncia zione di Pietro Perugino. Fano, affacciata sul mare, è la terza città delle Marche per ordine di gran dezza. Per i romani era la Fanum For tunae, un cruciale snodo della via Fla minia a cui oggi è dedicato un museo multimediale che la ricostruisce. Ac canto si staglia il mastodontico Arco di Augusto, l’antico accesso alla città. L’itinerario si snoda, poi, tra i silenziosi borghi di Apecchio, Pergola, Fossom brone e Sassocorvaro. Qui fortezze possenti svettano a ornare il territorio, perché sempre il senese di Giorgio, con le sue rocche fortificate, tramutò in architettura il programma politico del ducato. Da non perdere la deliziosa Monda vio, sulle colline tra Senigallia e Fano, dove l’architetto del ducato, incaricato da Giovanni della Rovere, genero di Federico, tra il 1482 e il 1492 realizzò Rocca Roveresca, la fortezza perfetta. In mattoni rossi, a pianta poligonale, dominata da un mastio a dieci facce spigolose e sfuggenti che danno l’im pressione di rincorrersi avvolgendosi le une sulle altre, è giunta intatta fino a noi, sposandosi con l’abitato di cui è parte integrante. La magia del centro storico ha il suo culmine nel piccolis simo Apollo, uno dei “teatri-bombo niera” di cui le Marche sono costel late. Annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, Mondavio si distingue anche per le sue eccellenze enogastronomi che, dai tartufi ai formaggi, dai vini alle paste tipiche. Ciò si deve anche agli esperti del settore, come Adele Ce risoli, chef del ristorante La Palomba, attenta promotrice della cittadina e del suo territorio. Se Federico da Mon tefeltro ha potuto permettersi la sua città palazzo a Urbino è anche grazie a questa ramificata rete di fortificazioni, rimasta quasi intatta nei secoli e visi bile ancora oggi. Come allora, questa miriade di paesi e borghi contribuisce a impreziosire l’intera area, ricca di bellezze paesaggistiche e artistiche. gallerianazionalemarche.it

PalazzoDucaleUrbinoGNmarche

La Rocca di Sassocorvaro (PU) 51 FabbriEmanueleOfficinaDESIGN©

TRAVEL 52 SULL’VOLANDOITALIA SOLLEVARSI IN ARIA, SPINTI DALLA CAREZZA DEL VENTO. PER CONTEMPLARE IN SILENZIO UN PAESAGGIO ALPINO O UNA COLLINA COLTIVATA A VIGNETI. È L'EBBREZZA DEL VIAGGIO IN MONGOLFIERA di Peppe Iannicelli Una mongolfiera sulle Alpi Courtesy Mongolfiere Italia

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I l 21 novembre del 1783 i pionie ri dell’aviazione Jean-François Pilâtre de Rozier e François Laurent marchese d'Arlandes furono protagonisti del primo volo a bordo dell'invenzione dei fratelli Joseph-Mi chel e Jacques-Étienne Montgolfier. Gli ardimentosi viaggiatori si libra rono nei cieli di Parigi per circa nove chilometri, suscitando l'ammirazione universale. L'aerostato dei due inge gnosi fratelli, la mongolfiera, aveva finalmente realizzato il sogno di Icaro. L'uomo poteva innalzarsi verso le nu vole e volare continuando a rivolgere lo sguardo verso terra. Un sogno che, oggi, è alla portata di tutti coloro che desiderano vivere in totale sicurezza una straordinaria avventura celeste. Inizialmente, per la mongolfiera si im maginava un uso bellico. L’idea degli inventori era mettere a disposizione dell’esercito francese un velivolo che permettesse di trasportare le truppe rapidamente fin sopra le linee nemi che o di violare le fortezze più ine spugnabili come quella di Gibilterra. Nel corso della storia e della sua evo luzione tecnologica i palloni volanti sono diventati protagonisti del tra sporto di merci e persone, sono stati utilizzati per rilievi scientifici o come barriere antiaeree durante le incursio ni nemiche. Ma la mongolfiera ha sempre avuto anche una funzione ludica. Per tutto il ‘900, in molti luna park, fiere ed espo sizioni è stata una magnifica attrazio ne che consentiva di sperimentare l'ebbrezza di sollevarsi in aria, anche se solo per pochi minuti. Una specie di giostra il cui movimento era frenato e vincolato da una lunga corda. Oggi andare in mongolfiera è mol to più sofisticato e gratificante di un semplice gioco. È un’esperienza com pletamente diversa da tutte le altre: non ci sono cabine o altre protezio ni, si vola a profondo contatto con la natura, esposti al mutevole anda mento degli agenti atmosferici. L’ae ronauta gode di una visione panora mica a 360 gradi che nessun aereo o elicottero può assicurare. Ci si muove spinti dalla carezza del vento e grazie all’aria calda pompata sapientemente nel gigantesco pallone della colora tissima mongolfiera. Per i viaggiatori la cesta è molto più comoda della poltrona di un aereo e certamente

In volo sopra Assisi Courtesy Balloon Adventures Italia

TRAVEL meno impressionante della barra di un deltaplano. È un volo ecologico e lento. Il silenzio che accompagna la navigazione permette di contemplare la bellezza di un paesaggio alpino, di una collina coltivata a vigneti, dei tetti di una città d’arte oppure di vivere stra ordinari incontri ravvicinati con curiosi volatili. Ed è incerto anche il punto di atterraggio che sarà di volta in volta determinato dall’abilità del pilota, dalle condizioni climatiche, dall’andamento del vento e delle correnti ascensionali o Ladiscensionali.bellaItaliasi mostra in tutto il suo variegato e colorato splendore ai visi tatori tra le nuvole. Quella che si sor vola in mongolfiera è un’Italia speciale e mai vista prima. L’esperienza di un volo, ad altitudine variabile tra i 50 e i 500 metri, è indimenticabile come le foto e i video che è possibile realizzare durante la traversata.

ROTTA A SUD Nel Meridione la passione per il volo è in rapida diffusione. Dal 24 settembre al 2 ottobre a Paestum, in provincia di Salerno, è in programma il XII raduno internazionale delle mongolfiere. Gli aeronauti possono sorvolare la cele bre area archeologica dove sono situa ti tre dei templi ellenici meglio conser vati del mondo. Con il consorzio Landing on South Italy si può invece sorvolare Castel del Monte, nel cuore delle Murge baresi. Il misterioso maniero ottagonale di Fe derico II introduce alla visione incante vole delle grandi pianure del Tavoliere con le città di pietra bianca. A Cosenza, è possibile ammirare la Sila dall’alto e contemplare in un unico sguardo il Mar Ionio e il Tirreno. Con Si cilying si decolla invece dall’uscita Dit taino dell’autostrada Catania-Palermo, in provincia di Enna, verso le pendici dell’Etna, il vulcano più imponente del IMediterraneo.voli,chedurano mediamente per un’ora o un’ora e mezza, si svolgo no prevalentemente alle prime luci dell’alba o nel pomeriggio inoltrato per poter utilizzare al meglio le cor renti ascensionali e controllare più fa cilmente la direzione del pallone. Le mongolfiere possono accogliere da due a 25 passeggeri a seconda delle dimensioni dell’aerostato.

I paesaggi del Centro Italia sono un vero e proprio paradiso per gli ap passionati del cielo. Agli occhi degli esploratori sospesi a bordo della cesta di vimini si schiudono le dolci vallate scolpite dall’Arno o dal Tevere, le lun ghe spiagge della Romagna, le città d’arte della Toscana. Visti dall’alto, questi panorami esaltano la tavolozza dei colori ambientali e l’ingegno uma no, capace di modificare il territorio in modo armonioso ed emozionante. A San Casciano (FI) c’è la base operati va di Tuscany Ballooning che consen te di osservare dall’alto Siena, Firenze, Lucca e la meravigliosa campagna

IN VOLO SU VALLATE E CITTÀ D’ARTE

SOSPESI TRA ALPI E DOLOMITI I voli in mongolfiera sono estrema mente collegati all'andamento meteo rologico e delle stagioni. Per sorvolare le Alpi il periodo migliore è l’inverno: a gennaio, infatti, Aosta ospita un me raviglioso raduno per appassionati. I moderni aeronauti si muovono in cielo al cospetto delle grandi cime inneva te mentre nella piazza principale della città si svolgono dimostrazioni, mostre ed eventi speciali per i più piccoli. Gli aerostati di Mongolfiere Italia de collano tutto l’anno da Mondovì, in pro vincia di Cuneo – dove si trova anche l’unica scuola italiana che forma i piloti – volando sopra le incantevoli colline del Barolo, verso il Monte Rosa e le Alpi Marittime. Una traversata decisa mente inebriante e densa di sugge stioni letterarie come quelle suggerite dai libri di Cesare Pavese. Milano Mongolfiere offre escursio ni volanti sulla pianura padana e nei pressi della capitale meneghina per un faccia a faccia, seppur a debita di stanza, con la Madonnina del Duomo. All’inizio di settembre, a Treviso, si svol ge un festival che coinvolge i curiosi di tutta Europa. A gennaio appuntamen to a Dobbiaco, in provincia di Bolzano, per scoprire le cime più belle delle Do lomiti con il Balloon Festival. Un volo vertiginoso tra le località sciistiche e le piste più famose d’Italia. mongolfieresuditalia.com tuscanyballooning.itsicilying.com milanomongolfiere.commongolfiereitalia.commongolfiere.itromamongolfiere.it balloonfestival.it

55 toscana con i suoi nobili vigneti, i mil le campanili e le piazze rinascimentali. Più mistico il volo proposto da Balloon Adventures Italia con base a Bevagna, in provincia di Perugia: la destinazione principale, sorvolando la vallata um bra, è la città sacra di Assisi. Per chi voglia sorvolare in aerostato gli Ap pennini, invece, la base di partenza è a Carpineti, vicino a Reggio Emilia. Nel Lazio, Roma Mongolfiere propone suggestivi itinerari al cospetto della Città Eterna e dei borghi circostanti. Tre i festival più attesi dell’anno: a Fer rara nel mese di settembre, a Firenze tra fine ottobre e novembre, a Cesena il prossimo maggio.

Volo di coppia in mongolfiera

Courtesy Charbonnier Mongolfiere Sorvolando la Valle del Tevere Courtesy Roma Mongolfiere

Parco nazionale del Pollino

SENTIERI DELLA CALABRIA

TRAVEL

C amminare, voce del verbo conoscere. È con questo in vito alla scoperta che viene inaugurato il Sentiero Calabria: 654 chilometri tra natu ra e spettacolarigeositi, UN 35 TAPPE, DAL UNA DAL CHE COMPRENDE PARCHI NATURALI, E BORGHI MILLENARI di Valentina Lo Surdo valentina.losurdo.3 ValuLoSurdo ilmondodiabha ilmondodiabha.it boschi verdescuro, santuari e borghi dall’architettura archetipica, testimoni di una storia culturale antica come il bacino del Mediterraneo. Per scoprire questa terra, nasce uno dei più imponenti cammini di tutto il Sud Italia, che attraversa una delle più sorprendenti regioni del nostro Pae se, capace di donarci emozio ni arcaiche. Un pro getto creato dalla Regione Calabria con gli enti dei Parchi nazionali del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte, insieme al Parco naturale regionale delle Serre, per va lorizzare le aree di maggiore valenza naturalistica, attraverso la promozio ne di un turismo al passo con i tempi in termini di sostenibilità, tradizioni e Dalaccessibilità.marealla montagna in un susse guirsi di paesaggi unici, che trovano la loro peculiarità in una va rietà estrema e impreve dibile. Proprio come scrisse Guido Piovene nel

MARE ALLA MONTAGNA, PER CONOSCERE

CAMMINO DI

REGIONE

PAESAGGIO IMPREVEDIBILE.

SPETTACOLARI GEOSITI

TRAVEL 1957, sulle pagine di Viaggio in Italia, «è certo la più strana tra le nostre re gioni. Nelle sue vaste plaghe monta ne talvolta non sembra d’essere nel Mezzogiorno ma in Svizzera, nell’Alto Adige, nei paesi scandinavi. Da questo Nord immaginario si salta a foreste d’olivi, lungo coste del classico tipo mediterraneo. Vi si incuneano canyon che ricordano gli Stati Uniti, tratti di deserto africano e angoli in cui gli edifici conservano qualche ricordo di SonoBisanzio».passati 65 anni dal racconto di Piovene, eppure quel viaggio non è distante dalle suggestioni proposte dal Sentiero Calabria: natura inconta minata, paesaggi a picco su panorami d’acqua e di terra, torrenti dallo scor rere impetuoso, spettacolari architet ture geologiche. Luoghi intrisi di una vita millenaria che riportano al senso etimologico della costa ionica cala brese, anticamente chiamata proprio Italia, appellativo con cui in seguito l’imperatore Augusto volle identifica re l’intero Stivale, segno evidente di quanto la Magna Grecia rappresen tasse il cuore pulsante della cultura mediterranea.

Le aree principali toccate sono quat tro, partendo dalla punta estrema della regione sino a risalire al confine con la Basilicata. La prima è occu pata dal massiccio dell’Aspromonte, un’isola sulla terraferma che si erge improvvisa e imponente tra Ionio e Tirreno. Qui la natura vive di straordi narie opposizioni, offrendo differenti visioni da un versante all’altro: aspra e selvaggia sul lato ionico, verdeggian te e umida sul Tirreno, in un intenso susseguirsi di pianori, valloni, pendii scoscesi, forre e cascate. Si risale dunque fino al comprensorio delle Serre, che rientra nel segmento di Appennino calabrese interposto tra Aspromonte e Sila. Un gruppo mon tuoso articolato e di elevata valenza paesaggistico-naturale compreso in un vasto altipiano che digrada verso il mar Ionio a oriente e lo spartiacque del bacino del fiume Mesima a occi dente, impegnando lo sguardo dai 400 metri di altitudine fino ai 1423 so pra il livello del mare del monte Pe Tipicicoraro.di qui i corsi d’acqua vivaci e traboccanti, o le strettissime gole che aprono la vista a una serie di casca 58 Parco nazionale dell'Aspromonte (RC)

Antonio/AdobeStock© Riserva naturale Gole del Raganello nel Parco nazionale del Pollino (CS)

Il Sentiero Calabria nasce dall’idea di collegare l’intero territorio con un uni co cammino costituito da 35 tappe, che ripercorrono il tratto regionale del Sentiero Italia, il più lungo dei cammi ni nazionali con i suoi settemila chi lometri di tracciati marcati dai segni biancorossi del Club alpino italiano (Cai). Un tragitto escursionistico che percorre longitudinalmente la regio ne, collocandosi sulla dorsale cala brese di riferimento, arteria principale entro cui scorre la linfa di questa terra.

La varietà di ricchezze naturali sug gella questo primato: grazie ai suoi grandi parchi e alle numerose aree protette, la terra bruzia è uno scrigno di tesori ambientali e antropologici dal fascino incomparabile, che dise gnano un territorio talvolta impervio e impraticabile, talvolta accessibile e benevolmente complice.

Da qui, cominciano le tappe nel Par co naturale regionale delle Serre, che passano per Fabrizia, Mongia na e Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, e arrivano fino a Torre di Ruggiero (CZ). Si attraversa dunque il Parco Nazionale della Sila, da Cami gliatello Silano a Spezzano Piccolo, proseguendo per la cima di Botte Do nato, Lorica e Caporosa, in provincia di Cosenza, e poi Villaggio Buturo e Villaggio Mancuso (CZ). Infine, risalendo la dorsale calabra, si raggiunge il Parco nazionale del Pol lino, camminando dal Piano di Novac co a Morano Calabro (CS) e poi a Colle Gaudolino (PZ), presentando a segui re una serie di opzioni: si può sceglie re se andare dal Santuario della Ma donna del Pettoruto a Piano di Lanzo, oppure da Sant’Agata d’Esaro al San tuario della Madonna del Pettoruto, o anche da Passo Scalone a Sant’Agata d’Esaro, tutti in provincia di Cosenza, quindi proseguire da Passo Scalone a Pietrabianca (RC), fino a Cinquemiglia (CS) o Passo Crocetta, terminando in fine sull’altopiano di Monte Cocuzzo (CS). Sono 654 chilometri che, in realtà, rappresentano l’incipit di un progetto ancora più esteso, volto a realizzare una rete di connessioni capaci di rap presentare in modo capillare la map pa sentieristica di tutta la regione, sino a toccare la cifra record di 1600 chilometri di sviluppo, da percorrere rigorosamente a piedi.

te impressionanti, come quelle del Marmarico con oltre 90 metri di sal to. Maestoso lo spettacolo dell’habi tat rupestre dei monti Mammicomito e Consolino, notevole il gruppo del Crocco e il monte Seduto, anfiteatro di rocce e boschi che avvolge le valli dei fiumi Metramo, Fermano e Mare Nelpotamo.cuore della Calabria si trova la Sila, altopiano il cui territorio viene co munemente suddiviso in Greca, Gran de e Piccola, estendendosi per 1700 chilometri con un’altitudine media superiore ai 1300 metri. La descrive va così lo scrittore britannico Norman Douglas: «È un venerando altipiano granitico che si ergeva qui quando gli orgogliosi Appennini sonnecchiavano ancora sul letto melmoso dell’oceano. Se non fosse per la mancanza dell'e rica con le sue caratteristiche sfuma ture violacee, il viaggiatore potrebbe credere di essere in Iscozia. Troviamo lo stesso piacevole alternarsi di bo schi e di prati, gli stessi enormi massi di gneis e granito, la stessa esuberan za di acque vive». Lungo il confine nord della Calabria, prospiciente la Basilicata, si estende il Parco nazionale del Pollino. Quasi duemila chilometri di meraviglia na turale, comprendente ben 56 comuni. Un territorio composto da numerosi rilievi che si innalzano fino alle quote più elevate dell’Appennino meridio nale: i monti dell’Orsomarso, il monte Alpi e l’omonimo massiccio del Polli no, costituito da cinque cime tutte al di sopra dei duemila metri, di cui Serra Dolcedorme (2267) tocca la vetta più alta dell’intero Appennino meridiona le. Paesaggi arricchiti dai colori di roc ce magmatiche e carbonatiche, circhi glaciali, accumuli morenici, inghiotti toi, massi erratici, grotte e gole. Non ci resta, dunque, che ripercorre re nella sua interezza tutto l’itinerario, che tocca luoghi nella maggior parte dei casi ignoti al turismo di massa. La parte relativa al Parco naziona le dell’Aspromonte prende avvio da Reggio Calabria per lambire tutta la sua provincia: Gambarie, la cima di Montalto, Polsi e San Luca, com prendendo l’eventuale deviazione per Santa Maria, poi proseguendo per Piani di Zervò, Villaggio Moleti, Cano lo, la frazione Limina, quindi Passo di Croce Ferrata.

parconazionaleaspromonte.itparcopollino.itparcosila.itregione.calabria.it nazionale della Sila (CS)

59 Parco

TRAVEL SAPORI PizzatoMauro© Le nocciole del Parco naturale dei Nebrodi, nell'Appennino siculo 60

ETICI UN VIAGGIO IDEALE ALLA SCOPERTA DELL'ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA. CHE CULMINA NELL’INCONTRO DEI PRESÌDI SLOW FOOD AL TERRA MADRE SALONE DEL GUSTO DI TORINO di Irene Marrapodi

Prodotto in occasione delle feste re ligiose con pochissimi ingredienti –acqua, zucchero e nocciole del Parco naturale dei Nebrodi – conserva un doppio legame con il territorio: la sua forma ricorda infatti Monte San Pietro, la cima dell’Appennino siculo che si scorge dal finestrino del treno arrivan do a Tortorici. Una volta assaggiate le bontà dell’isola, il tour dell’Italia eno gastronomica continua attraversando lo stretto di Messina e costeggiando il mar Jonio. Seguendo un meraviglio so percorso ferroviario panoramico, si può arrivare a Taranto, in Puglia. Nella città dei due mari i mitilicoltori locali si impegnano da secoli nella produzione delle caratteristiche coz ze nere. Lavorando nel rispetto delle tecniche tradizionali, perfezionate nel tempo da piccoli accorgimenti tecnici, nel Mar Piccolo è possibile praticare

la molluschicoltura a bassissimo im patto ambientale contribuendo, così, alla conservazione degli habitat degli organismi che risiedono lungo le co ste pugliesi. Un pacifico incontro tra uomo e natura che, perfettamente inserito e rispettoso dell’ecosistema marino, si traduce in ottimo cibo per i visitatori alla ricerca di bellezza e Arrivatibontà. in centro Italia, non si può tra lasciare un assaggio dell’uva monto nico, prodotta sin dal ‘600 nei vitigni abruzzesi. Utilizzata prima come frut ta da tavola e poi per la produzione del vino locale o, ancora, lasciata ap passire in attesa del periodo natalizio, è stata per lungo tempo una fonte di sostentamento fondamentale per le famiglie povere che abitavano le pen dici del Gran Sasso. Oggi, tra i variega ti prodotti della rete Slow Food, è uno dei più conosciuti e amati, e protago nista di una tappa particolarmente succulenta sul finire di settembre, in tempo di Spostandosivendemmia.nelnord, in direzio ne Udine, uno dei protagonisti è il saurnschotte, il formaggio fresco di Sappada (UD), un piccolo paese ger manofono incastonato nelle Dolomiti. Insaporito dal dragoncello spontaneo M adre, amica e nutrice. La terra offre radici profon de e sostentamento, ma anche conforto quando necessario. A sua volta, oggi più che mai, necessita di cura e attenzioni. La 14esima edi zione di Terra Madre Salone del Gu sto, la manifestazione organizzata da Slow Food al Parco Dora di Torino dal 22 al 26 settembre, invita a stabilire un approccio consapevole alla natura, per ritrovare se stessi e riformulare un rapporto sano tra esseri umani e ambiente circostante. In questo l’ali mentazione svolge un ruolo centrale: il cibo è il principale tramite attraverso cui ristabilire quel legame primordiale con la terra che talvolta, soprattutto nelle grandi città, sembra perduto. Motivo per cui l’associazione, costi tuita in Piemonte e oggi presente in 160 Paesi, raccoglie migliaia di piccoli produttori in tutto il mondo che lavo rano per far conoscere ai cittadini le specialità tipiche delle loro zone. I Presìdi Slow Food sono nati infatti per salvare dall’estinzione razze au toctone e varietà di ortaggi e di frutta, e per tramandare gli antichi saperi le gati all’alimentazione. In Italia, da sud a nord, sono tante le realtà che offrono l’occasione di ri L’allevamento di cozze nere di Taranto

Partendo dalla Sicilia, ci si può im mergere nel gusto antico della pa sta reale di Tortorici, un dolce della tradizione conventuale messinese.

AmatimaggioMarco©

Aziende che producono cibo etica mente, da scoprire viaggiando in tre no, il mezzo ecologico per eccellenza, per avvicinarsi alle particolarità eno gastronomiche del territorio.

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Slow Food slow_food_italiaItaliaSlowFoodItaly Sappada, borgo in provincia di Udine in cui si produce il saurnschotte Un grappolo di uva montonico

foodSlowArchivio©

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TRAVEL di montagna sminuzzato, e da sale e pepe, viene utilizzato anche come ri pieno per ravioli o unito a una polenta morbida e al burro sfrigolante per ot tenere il schottedunkate, tradizionale piatto della zona. Questi e moltissimi altri Presìdi Slow Food sono in mostra a settembre nel grande mercato italiano e internazio nale di Terra Madre Salone del Gusto. Nella città della Mole i microcosmi del cibo “lento” si riuniscono in una manifestazione culturale che, in pochi giorni, dimostra come le piccole azio ni positive locali possano avere un im patto globale. Tema dell’edizione 2022 è la rigenerazione: quella naturale, che un albero sa attuare dal suo fusto spezzato, e quella guidata con cura dalle mani gentili di chi innesta i vec chi rami per veder comparire nuovi frutti. Un invito a rinnovare la propria linfa, lasciando cadere ciò che è mar cio per ristabilire legami puri, un cor po sano, un respiro più libero. In un ciclo continuo di amore e resistenza in grado di creare, di volta in volta, vita. 2022.terramadresalonedelgusto.comslowfood.it

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66 IL PAESE DEI MILLE PAESI di Osvaldo Bevilacqua [Direttore editoriale Vdgmagazine.it e ambasciatore dei Borghi più belli d’Italia] BERGHEM DE SASS UN’ESPRESSIONE DIALETTALE CHE BEN DEFINISCE BERGAMO, NOMINATA CAPITALE DELLA CULTURA 2023. OLTRE A VANTARE SPLENDIDI GIOIELLI ARCHITETTONICI, INFATTI, LA CITTÀ LOMBARDA SPICCA PER LA TENACIA DEI SUOI ABITANTI Vista di Bergamo CadeiAntonio©

CadeiAntonio©

67 a cura di vdgmagazine.it

U na delle città più avvincen ti e discrete della Lombar dia e Capitale della cultura 2023 insieme a Brescia è Bergamo, che grazie al caratteristico quartiere di Santa Caterina è entrata nel circu ito dei Borghi più belli d’Italia come ospite onorario. Un luogo ordinato, su misura per chi ama la storia, l’arte, le attività culturali e il buon cibo. I suoi abitanti sono il risultato di uno stile di vita essenziale. Poche paro le e tanti fatti. Lavoratori instancabili, stimati ovunque per ingegno, costan za, affidabilità e spirito di adattamen to. Lo scrittore e poeta Martino Vitali li descrive così, nel dialetto locale: « Prima de töt, l’è zét che la laùra, che parla poc, ma franc e sensa pura, che la ghe dà fidücia al forestèr, basta che l’ righe drécc sö ‘lsò sentér (per prima cosa, sono gente che lavora, che par la poco, ma franca e senza paura, che dà subito fiducia al forestiero, purché non esca dal suo sentiero)». Bergamo è due città in una. Quella alta, in dialetto sìta alta, e quella bas sa, sìta bàsa, dove i motori trainanti dell’economia sono il turismo intorno ai gioielli dell’arte e dell’architettura, ma anche le grandi industrie e i centri di ricerca tecnologica e farmaceuti ca. Le strade della città alta, la parte più antica, sono raggiungibili in pochi minuti grazie a una delle più antiche funicolari d’Italia costruita nel 1887. Pochi passi e ci si ritrova immersi nel le atmosfere medievali del centro. Un miracolo di armonia appare attraver sando piazza Vecchia, definita dall’ar chitetto Le Corbusier “la più bella piazza d’Europa”, e quella del Duomo, collegate tra loro dal porticato del Palazzo della ragione, risalente al XII Insecolo.questi due luoghi sono concentrate le maggiori attrazioni artistiche, mera viglie che lasciano senza fiato: oltre al palazzo, la Torre civica di oltre 50 me tri, meglio conosciuta come il Cam panone, la Meridiana e il Palazzo del podestà. Senza contare il Duomo con il suo museo, Fontana Contarini, Pa lazzo nuovo, la biblioteca Angelo Mai, la chiesa sconsacrata di San Michele all’arco, oggi emeroteca, e la magni fica Basilica di Santa Maria Maggiore, in stile romanico. È proprio il caso di dire che una sorpresa tira l’altra: an che l’adiacente cappella voluta come mausoleo da Bartolomeo Colleoni, intraprendente condottiero del ‘400 originario della zona, è uno dei tesori di inestimabile valore nella città alta. Lo stemma araldico del capitano di ventura originario di Solza raffigura due attributi maschili rossi su campo bianco e uno bianco su sfondo rosso. Già all’epoca, da queste parti, "avere gli attributi" portava con sé un ben preciso significato: essere tosti, con una marcia in più. Un altro luogo da non perdere nella parte alta della città è l’antica chiesa di San Michele al pozzo bianco, che custodisce un autentico capolavoro: la cappella dedicata alla Beata Ver gine. Gli affreschi con le scene della vita di Maria sono del pittore Lorenzo Lotto, uno dei principali esponenti del Rinascimento veneziano che ha vissu to oltre dieci anni nella città lombarda, lasciando altri capolavori nelle chiese cittadine dei Santi Bartolomeo e Ste fano, di Santo Spirito e di San Bernar dino. Con una seconda funicolare da Bergamo alta è possibile raggiungere il colle dove sorge il castello di San

Piazza del Duomo, Bergamo

Ceruti/AdobeStockMatteo©

IL PAESE DEI MILLE PAESI Vigilio. Uno spettacolare punto di os servazione che, con i suoi 496 metri di altezza, consente una veduta stra ordinaria. E, a proposito di panorami, dalla sommità della cinta muraria, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio Mondiale, la vista può spaziare tra le vette delle Alpi Orobie e lo skyli ne di Milano. Sotto, si estende la città bassa. Di fronte a questo paesaggio, lo scrittore francese Stendhal definì Bergamo “il luogo più bello della Ter Meritara”. una menzione anche la cuci na della zona, caratterizzata da piat ti che utilizzano ingredienti locali, come i formaggi branzi e taleggio, la polenta taragna o di grano saraceno e la pasta fatta in casa. Numerose le ricette tipiche, tra le quali due tipi di pasta ripiena: gli scarpinocc de Pàr, originari di Parre, nella provincia ber gamasca, e i casoncelli. Ma anche la polenta con il coniglio, variante della tipica versione con gli osei (polenta e uccelli), storicamente servita durante il pranzo domenicale. Anche chiamata “la città dei Mille”, per via del numero di volontari ber gamaschi che presero parte all’im presa garibaldina nel Mezzogiorno, questa località ha dato prova più vol te di una capacità di rinascita davve ro unica e ammirevole. Nel romanzo

SCARPINOCC DE PÀR di Sandra Jacopucci A Bergamo e provincia si cucinano gli scarpinocc, letteralmente pantofoline, dalla tipica forma a mezzaluna che richiama le antiche calzature dei pastori locali. Originari di Parre, erano considerati un piatto ricco che non poteva mancare in occasione di feste e matrimoni. Il ripieno è composto da grana, pane grattugiato bagnato nel latte, uova sbattute e salate, noce moscata, pepe, cannella, chiodi di garofano. Il tutto amalgamato con un leggero soffritto di burro e aglio. Per l’impasto si unisce farina bianca con uova, burro fuso e sale, bagnato con latte. La pasta, spessa un millimetro, viene divisa in dischi dal diametro di sei centimetri che vengono riempiti e chiusi spennellando i bordi con acqua. Una volta bolliti, sono conditi con burro fuso, salvia, formaggio grattugiato. La funicolare di Bergamo alta

MaidaLeonardo© Gli scarpinocc realizzati dallo chef Michele Zanoletti

La Peste a Bergamo (1881) lo scrittore danese Jens Peter Jacobsen raccon ta la drammatica epidemia del 1630, da cui il tenace popolo seppe rialzar si con slancio, dando inizio alla sua fioritura settecentesca e alla crescita economica dei secoli successivi. Una forza che viene ben espressa anche in dialetto bergamasco, una lingua a tutti gli effetti che Papa Gio vanni XXIII utilizzava per mantenere la riservatezza nelle lettere più pri vate.  A partire dal motto del Gruppo artiglieria da montagna Bergamo, unità dell’esercito sciolta nel 2001: «Berghem de sass», cioè «Bergamo di sasso», città coriacea e resistente.

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70 GENIUS LOCI di Peppone Calabrese PepponeCalabrese peppone_calabrese [Conduttore Rai1, oste e gastronomo] LA CITTÀ

VIAGGIO A CASTELVETRANO, NEL TRAPANESE, DOVE VIENE PRODOTTA LA FARINA DI TUMMINIA. TRA LE ANTICHE ROVINE DI SELINUNTE E I SEGRETI ARTIGIANALI DEI MUGNAI B envenuti a Castelvetrano, la città dei templi, degli uli vi e del grano di Tumminia. Sono questi i tre elementi che danno lustro al comune nel territorio di Tra pani, meta obbligatoria per chi tra scorre qualche giorno in Sicilia. A Castelvetrano, infatti, ha sede il Par co archeologico di Selinunte, il più esteso d’Europa. Dopo aver apprezza to l’energia vitale presente nell’acro poli, da dove comincia il mio viaggio, vado a scoprire i ruderi dell’antica città che si trovano nei pressi della foce del Belice, uno dei maggiori bacini della Sicilia meridionale. Finita la passeg giata, la guida mi consiglia di andare a vedere l’opera più famosa del sito, l’E febo di Selinunte, fiore all’occhiello del Museo civico di Castelvetrano, che raccoglie numerosi reperti archeoI grani antichi siciliani e, sullo sfondo, il Parco archeologico di Selinunte (TP)

LeoneFlavio©

DEL GRANO

71 logici di notevole valore. La statua, alta circa 85 centimetri, è stata realizzata in bronzo nel periodo che va dal 480 al 460 a.C., durante la fase della colonizzazione greca della Sicilia. Pare che la testa sia di fattura più antica del corpo e questo fatto mi ha suscitato molta curiosità. Esco dal museo ma avrei voglia di ri entrare perché il caldo comincia a far si sentire e la passeggiata non è più molto piacevole. Anche se in Sicilia c’è il modo migliore del mondo per rinfre scarsi: granita di mandorle e brioche con il tuppo. Assaggio la brioche e noto che è molto diversa dalle altre: è sicuramente artigianale ma ha un sa pore più marcato. Chiedo al proprieta rio informazioni e mi spiega che i grani utilizzati sono di Tumminia e la farina è stata realizzata impiegando antiche macine a pietra naturale di fine ‘800. Si ottiene così un composto dolce e integrale che viene impiegato ancora oggi per la produzione del pane nero di HoCastelvetrano.sempresentito parlare di questa specialità e così cerco di capire se posso incontrare un produttore. Il pro prietario del bar mi indica un signore e immediatamente vado a presentarmi. È seduto in piazza, su una panchina sotto un albero che ripara dal sole. Si chiama Filippo Drago ed è un uomo sorridente e affabile. Gli chiedo delle farine e mi risponde: «Vengo da una famiglia di mugnai da tre generazioni che mi ha trasferito questa passione per i grani autoctoni siciliani e per la macinazione così come si faceva un tempo ma in chiave contemporanea».

Il Parco archeologico di Selinunte, Castelvetrano (TP)

La sua storia è quella dell’azienda Mo lini del Ponte. «Il merito del successo è della tradizione mai tramontata di portare a tavola il pane di Castelve trano. È grazie ad alcune signore che custodivano l’antica ricetta del pane nero che ancora oggi i miei mulini sono attivi e in lavorazione. Altrimenti, li avremmo probabilmente dismes si», continua come un fiume in piena, felice di raccontarsi. «Da ragazzino l’azienda di famiglia era il mio parco giochi: ci andavo a trascorrere qual che ora nel pomeriggio dopo la scuo la perché ero innamorato del lavoro di mio padre. Quando ho raggiunto la maggiore età, è diventato chiaro che quella sarebbe stata la mia strada ma non sapevo ancora cosa mi aspetta va. Non avrei mai immaginato che un chicco di grano mi avrebbe portato lontano e in così tanti Paesi nel mon Poido».gli chiedo se è stato aiutato da qualcuno: «Il merito sicuramente lo attribuisco a un incontro che non di menticherò mai con Giulia Gallo che mi informò di alcuni studi sui grani antichi. Cominciai così a seminare in campo alcune varietà custodite in un museo di Caltagirone da lei diretto. La Tumminia l’avevamo sempre coltivata per via del pane nero ma mancavano altre tipologie di cui mi parlava mio nonno quand’ero bambino come il Perciasacchi, chiamato così per la for ma allungata che bucava le borse di iuta durante il trasporto. Ma anche il Rossello della Sicilia orientale, da cui a Ragusa ottengono un pane a pasta dura, il Bidi, un altro grano duro bion do, e il Maiorca, l’unico grano tenero antico che oggi maciniamo, con i chic chi albini dai quali si ottiene una farina bianchissima anche se è integrale». C’è grande competenza e grande passione in Filippo, resto affascinato dal suo mondo e lo immagino a se lezionare queste varietà una a una. Lui, nel frattempo, continua: «I grani antichi iniziano a piacere sempre più e molti artigiani li chiedono per otte nere quei pani rustici dal profumo di una volta. Succede non solo in Sicilia ma anche in Lombardia, Veneto, Friu li-Venezia Giulia, Liguria e Piemonte. Grandi artigiani come Gabriele Bonci e chef come Ciccio Sultano comin ciano a divulgare in maniera, oserei dire, piacevolmente ossessiva il mio lavoro».

Fotokon/AdobeStock©

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GENIUS LOCI Poi chiedo a Filippo di raccontarmi un aneddoto. Lui sorride e mi dice: «Un giorno Ciccio Sultano volle conoscere il mio mulino e prendere la ricetta del pane nero di Castelvetrano. Così tra scorse una notte con me in un panifi cio. Quando gli chiesi dove potevamo pranzare lui mi rispose che avrebbe cucinato volentieri per la mia fami glia. Insomma, immagina il sussulto di gioia nell’avere tra i miei fornelli un grande chef: ha reso quella giornata indimenticabile per tutta la mia vita». Torno al discorso degli impianti moli tori che mi aveva affascinato e lui mi racconta un altro incontro fortuna to: «Vent’anni fa ho conosciuto Vito Russo, un mugnaio che era a capo di un’azienda importante. È lui che mi ha guidato da allora e continua a farlo». Negli anni sono state diverse le in novazioni tecniche: «Ho affiancato al sistema tradizionale la macinazione a pietra naturale e un impianto di con trollo e selezione di grani di altissima qualità. Nel 2009, ho portato la sele zionatrice ottica al servizio della maci nazione a pietra e nel 2010 la stazione automatica di controllo mi ha per messo di ottimizzare la macinazione e renderla costante. Infine, quattro anni fa ho climatizzato l’intero impianto molitorio così da poter produrre la fa rina anche nella stagiona più calda». Gli chiedo allora se è contento così o se c’è ancora da lavorare. Mi rispon de che non si ferma mai: «È il nostro destino e l’essere curioso non aiuta. Negli ultimi due anni ho ottimizzato ulteriormente il lavoro creando una nuova ricezione del grano completa mente autonoma, dove il macchinario di pre-pulitura e insilaggio dei chicchi è assistito da un impianto fotovoltaico che rende tutto il nuovo reparto com pletamente indipendente da energia elettrica esterna». Filippo è figlio orgoglioso della sua terra, lo si capisce subito dal modo in cui gesticola e dall’enfasi che ci mette nel racconto. Gli dico che sono felice di averlo conosciuto e gli faccio i miei complimenti. Si emoziona, mi guarda e mi dice: «Considero queste scelte quasi obbligate visto che noi lavoria mo soltanto grani coltivati in Sicilia e per me è già un vanto. Oggi il mulino è meta di tante visite di curiosi, amici, clienti e appassionati e questo rende la mia giornata piena di gioia e di im pegni. Il prossimo passo è quello di creare un museo dove mostrare tutte le antiche tecniche di semina, raccol ta e produzione del grano. E poi voglio riportare in vita un antico mulino del la fine del ‘500 acquistato di recente, che tornerà a macinare con finalità di dattiche per far capire come un chic co diventa farina».

Il

Castelvetrano LeoneFlavio© Asaro/AdobeStockBattista©

Anche oggi chi vuole può essere mu gnaio per un giorno: «Io invito chi uti lizza i miei prodotti a partecipare con me a una giornata di pulitura e maci nazione e portar via la farina ottenuta, così da avere un’idea del lavoro, della fatica e dell’impegno che sta dietro a ogni sacchetto. Solo vivendo quei momenti, che per me sono il quotidia no, si può veramente afferrare tutto quello che si fa per ottenere una fa rina artigianale contemporanea». Non mi resta che salutarlo, consapevole che sarebbe un vero disastro se non ci fossero più gli artigiani.

Filippo Drago dell’azienda Molini del Ponte pane nero di

BUON VIAGGIO BRAVA GENTE di Padre Enzo Fortunato padre.enzo.fortunato padrenzo padreenzofortunato [Giornalista e scrittore] LA CAMPANIA DI FRANCESCO DA SESSA AURUNCA AD AGROPOLI, LUOGHI SACRI E LEGGENDE RACCONTANO IL PASSAGGIO DEL SANTO DI ASSISI 74

75 Sessa

Da qui Francesco sarebbe arrivato a Sant’Agata de’ Goti (BN) e, quindi, a Benevento, dove si racconta abbia predicato in un’antica chiesa dedica ta a San Costanzo. La sua presenza è ricordata anche per le incessanti im plorazioni della popolazione locale, affinché intercedesse con l’Altissimo per salvarla dalla siccità. Ottenuto il miracolo, gli abitanti eressero, nel luo go dell’evento prodigioso, il convento intitolato al Santo di Assisi.

C’è da dire che lungo la strada si in contrano una serie di località che van tano il passaggio di Francesco o addi rittura chiese e romitori a lui attribuiti.

Nardelli/AdobeStockAntonio©

Così, nel comune sannitico di Apice (BN) si fa risalire la fondazione di un convento dedicato alla Vergine. Allo stesso modo, in Irpinia, a Mirabella Eclano (AV) si tramanda che la chiesa e il convento all’interno delle mura cit tadine siano opera di Francesco. Sulla medesima strada, la leggenda narra che il Santo sia giunto ad Ariano Irpino (AV), dove si sarebbe fermato all’o spedale dei pellegrini e degli infermi, svolgendo il ministero pastorale della A cento anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, mi è capitato di rivedere la sua pellicola Il Decameron. In una delle novelle messe in scena il regista inter preta l’allievo di Giotto, di passaggio a Napoli per dipingere le pareti del mo nastero di Santa Chiara. Un ruolo inizialmente pensato per il poeta Sandro Penna, che però rifiutò all’ultimo momento, mentre la troupe era già all’opera, con stupore dello stesso Pasolini. «Ero a Caserta Vec chia, nel pieno del mio lavoro, che sembra sempre impossibile, quando dopo una serie di esasperanti telefo nate, Penna ha fatto il gran rifiuto», si legge in Vicissitudini di un povero regi sta: Pasolini diventa Giotto. Testimonio dal set del Decameron 1970 Tornando alla scena del film, mentre si osserva l’allievo del pittore studiare i cartoni preparatori dell’affresco, gli occhi riconoscono qualcosa di cono sciuto quando la parete della chiesa viene liberata dal ponteggio: si tratta dei due affreschi di Giotto La morte e la resurrezione del fanciullo di Suessa, conservati nella Basilica inferiore di Assisi, che testimoniano il miracolo compiuto dal Santo a Sessa Aurunca, nel Casertano, e quindi la sua presen za in Campania.   Si può quindi essere certi che, per almeno due volte, Francesco abbia attraversato la regione per raggiun gere – probabilmente negli anni 1216 e 1222 – il santuario di San Michele sul Gargano a Monte Sant’Angelo (FG), utilizzando la via Appia che giungeva fino a Brindisi. Questa strada era l’unica praticabile e attraversava la Campania settentrio nale, in provincia di Caserta. La prima città incontrata da Francesco fu Sessa Aurunca dove, secondo la tradizione, riportò in vita un fanciullo morto nel crollo della sua casa. Proseguendo si arriva a Capua e qui i biografi testimo niano il miracolo di un altro bambino salvato mentre stava annegando nel fiume Volturno. Continuando sull’an tica via si giunge a Maddaloni, dove la tradizione vuole che il convento e la chiesa siano stati fondati dal Santo, intorno al 1220. Aurunca (CE)

76 BUON VIAGGIO BRAVA GENTE predicazione. I locali, all’indomani della sua morte, vollero edificare per gratitu dine in suo onore la chiesa e il convento nei pressi dell’episcopio. Anche i con venti francescani di Paduli (BN), Avellino e Montella (AV) attribuiscono la fonda zione delle rispettive chiese al Santo. A Montella la leggenda racconta del mira colo di un sacco ricolmo di pane arrivato ai frati affamati perché, a seguito di una copiosa nevicata, non avevano potuto comprarlo. Anche nei comuni di Ravello, Amalfi e Agropoli, tutti e tre in provincia di Sa lerno, è opinione accreditata che la co struzione dei rispettivi conventi risalga ugualmente a San Francesco. Il tracciato della via Appia è lontano, ma le prime due città, vicine tra loro, sono legate da un presunto viaggio compiuto da Fran cesco ad Amalfi per venerare le reliquie di Sant’Andrea apostolo, traslate da Co stantinopoli nel 1208. Nella città avrebbe fondato l’antico convento di Santa Maria degli Angeli – oggi intitolato a Sant’Anto nio – rimanendo poi ospite del vescovo Adlocale.Agropoli, invece, la tradizione so stiene che Francesco abbia predicato ai pesci da una roccia in mezzo al mare, conosciuta ora come lo scoglio di San Francesco. Secondo la leggenda, poi, il Santo, passando per Vietri sul Mare, sarebbe tornato nuovamente ad Amalfi e a Ravello e, da qui, nella penisola sor Sirentina.esclude del tutto la visita del Santo a Napoli, anche se fin dai primordi dello sviluppo del francescanesimo è attesta ta la presenza di religiosi nel capoluogo campano. Ma attraversò la sua provincia, lungo il percorso che tocca Castellam mare di Stabia, Torre Annunziata ed Er colano, giungendo a Portici, di fatto l’u nico convento della zona vesuviana che vanterebbe la fondazione francescana.

Basilica inferiore, Assisi

Mattei/AdobeStockDeMaurizio© Michele Sant'Angelo – 1311)

Il santuario di San

(FG) Giotto Resurrezione del fanciullo di Suessa (1308

a Monte

INCLUSION Il laboratorio e lo shop di Oltremare, Camerano (AN) 78

79 DESIGN SENZA LIMITI

Iltagliere270°

all'associazione La carovana di Anco na portiamo avanti un’iniziativa in tan dem che offre a molti dei ragazzi già impegnati nei loro progetti di cohou sing un percorso di formazione finaliz zato all'inserimento lavorativo». A Oltremare lavorano oggi persone dai 20 ai 45 anni e il loro impegno di mostra che superare i pregiudizi è possibile.

Una sfida non banale dal momento che, come precisa Torcasio, «nel pen siero comune, bellezza e disabilità rimangono due mondi distanti e non comunicanti». Nell’impresa sociale di

NEGLI SPAZI DI OLTREMARE DESIGN, IN PROVINCIA DI ANCONA, PROFESSIONISTI DEL SETTORE E GIOVANI CON DISABILITÀ RENDONO INCLUSIVO L’ARTIGIANATO DI ECCELLENZA di Angela Alexandra D’Orso Foto di Andrea Tondi Un artigiano di Oltremare all'opera disabilità, designer, grafici e creativi lavorano insieme per dare vita a og getti di tendenza che vengono messi in vendita all’interno dello shop, fisico e digitale, dedicato all’home decor. «Vogliamo sdoganare gli stereotipi secondo cui chi ha una disabilità sa rebbe relegato a ruoli di mera assi stenza e a posizioni marginali», spiega Rossana Torcasio, che ha avviato l’im presa nel 2021 insieme a Pierluigi Fon tana. «Offriamo a tutti l'occasione di frequentare un ambiente stimolante e produttivo, a contatto con il design e la prototipazione di oggetti. Insieme D a una parte la stampante 3D, dall’altra il mazzuolo per la decorazione artigia nale dei tessuti. Da un lato la macchina a taglio laser, dall’altro le care vecchie forbici da sarto. Una commistione di tecniche innovative e saperi antichi caratterizza gli spazi di Oltremare, fab brica sociale con sede a Camerano, in provincia di Ancona, che mette in con nessione handmade di qualità e inclu sione professionale. Qui giovani con

Vestibilità universale, inclusività e sostenibilità. Sono queste le parole chiave del marchio Iulia Barton, fondato nel 2016 da Giulia Bartoccioni per consentire a chiunque di esprimere se stesso attraverso l’abbigliamento. Il 23 settembre, durante la Milano Fashion Week, è in programma la presentazione della nuova collezione. I capi, realizzati in materiali innovativi, sono pensati per soddisfare anche le esigenze di persone con disabilità e per superare i confini spesso imposti alla moda dalle norme di genere. In sintonia con la visione del brand, Ferrovie dello Stato Italiane è sponsor dell’evento e accompagna la maison nel suo viaggio tra le passerelle meneghine. iuliabarton.com Beatrice Ion, atleta paralimpica della Nazionale italiana di basket e modella per la collezione di Iulia Barton

INCLUSION

80 Ancona, invece, le due realtà collima no, dando vita a prodotti d’eccellenza dall’estetica contemporanea, realizza ti anche a partire dal recupero di sa peri antichi. In quest’ottica è stato atti vato il laboratorio di stampa a ruggine su tessuto, tecnica della tradizione marchigiana che prevede l’utilizzo di una mescola del composto, e il corso per realizzare candele 100% naturali in cera di soia. Una linea di oggetti che il mercato apprezza perché sono belli e non per ché vengono realizzati da ragazzi con disabilità. È proprio questa, infatti, la missione di Oltremare: uscire dai tra dizionali confini assistenzialistici e so lidaristici per consentire alle persone coinvolte di essere considerate una risorsa produttiva all’interno di un’a Alzienda.raggiungimento dell’obiettivo con tribuiscono le tecnologie digitali che favoriscono l’inclusione consentendo a tutti gli artigiani di partecipare al processo di lavorazione. «L'oggetto che più di tutti incarna questo valore è il tagliere 270° ideato dal designer Tommaso Lucinato e dotato di una caratteristica: il fondo viene realizzato con la macchina a taglio laser, il bordo, invece, è composto da un materiale speciale che si piega a freddo». I fiori in legno della linea Life is a flower, sagomati con il laser ma rifiniti a mano, sono ottenuti seguendo la stessa for mula di accessibilità. Ognuno è un pezzo unico, delicato e prezioso, una materializzazione della contamina zione e dello scambio culturale che si compie in questi laboratori. Oltremare non è solo un luogo dove si produce, ma uno spazio senza frontie re che offre a chiunque la possibilità di imparare a creare. Un’officina di speri mentazione in cui provare a percepire gli oggetti in maniera diversa. La sfida portata avanti è ambiziosa e chi è a capo dell’impresa ne è consa pevole, a partire dalla scelta del nome. «Fa riferimento al blu oltremare, fa moso tra i pittori del ‘400 che doveva no farsi spedire i pigmenti dall’Oriente per ottenerne le inconfondibili sfuma ture. Anche Giotto lo utilizzò per dipin gere il suo cielo. È un colore bellissimo ma difficile da realizzare, proprio come la nostra missione», aggiunge Torca sio. Difficile, tuttavia, non significa impos sibile. Proprio per questo i fondatori di Oltremare non escludono la possibi lità che il modello diventi replicabile. «Il nostro obiettivo è esportarlo in altri contesti geografici, in altre città e –perché no – anche all’estero». Perché sognare in grande allarga l’orizzonte non solo sul futuro ma anche sul pre sente. oltremaredesign.com

Le ragazze e i ragazzi impegnati nei laboratori di Oltremare

UNA MODA PER TUTTI

Carlo Alberto dalla Chiesa

ANNIVERSARI UNA VITA PER LO STATO

storicoAnsa/Archivio©

[Maggiore dei Carabinieri]

Il nostro Generale, prossimamente in onda su Rai1, o Giancarlo Giannini, che ha indossato gli stessi panni in uno sceneggiato andato in onda 15 anni fa su Canale 5. Né si può dimenticare Cento giorni a Palermo, il film di Giu seppe Ferrara uscito nel 1984, a due anni dal massacro, con la maschera rude di Lino Ventura chiamata a in terpretare i profondi sentimenti umani del Generale. Ma Carlo Alberto dalla Chiesa non è un personaggio di fanta sia. La sua figura e il suo supremo sa crificio quale servitore dello Stato me ritano di essere diffusi ad ampi strati di popolazione nella loro verità storica. È quanto ci proponiamo di fare in que NOSTRATERRORISMOLOTTAILCHEDALLACARLODELRITRATTOGENERALEALBERTOCHIESA.ÈDIVENTATOSIMBOLODELLACONTROILECOSA

83 N on abbiamo paura di nessuno». Sono que ste le parole pronun ciate da Carlo Alberto dalla Chiesa alla Commissione antimafia, il 28 marzo 1969. A 40 anni dal suo assas sinio, per molti giovani il sacrificio di questa importante personalità della vita pubblica italiana, un Generale dei Carabinieri, figlio, fratello, genero, pa dre e suocero di Carabinieri, Prefetto speciale di Palermo incaricato di con trastare la mafia in un periodo di par ticolare recrudescenza, è sfocato e si perde nel tempo.  Le nuove generazioni vivono in un eterno presente e a trarre dall’oblio la figura del grande Generale contri buiscono di certo talenti come Sergio Castellitto, protagonista della fiction

A 40 ANNI DAL SUO ASSASSINIO, UN

di Margherita Lamesta

Immagini storiche tratte dall’Archivio dell’Arma dei Carabinieri sto spazio, per raccontare l’uomo, non solo il simbolo.  Fedele allo Stato, visse nel culto delle tre “c”: i Carabinieri, che erano la sua famiglia, il coraggio, al servizio della verità, e il cuore, palpitante di umani tà. In prima linea sin da Sottotenen te quando, dopo esser transitato dal Regio Esercito nei Reali Carabinieri, non esitò a schierarsi a favore della Resistenza nelle Marche e in Abruzzo. Trascese gli stereotipi di un’epoca con la visione, l’intuito, l’analisi, sempre a monte dell’azione propriamente detta, e un metodo sistemico applicato a due cancri della storia d’Italia: il terrorismo e Cosa nostra. Era il 1973 quando, per la prima volta, puntò i riflettori sulla necessità di con fiscare ai mafiosi beni e capitali, molti dei quali all’estero, per screditare l’au ra d’invincibilità degli uomini d’onore, lontani anni luce dall’accezione tradi zionale del termine mafioso. La parola, d’origine toscana e francese, compare in un testo di Giuseppe Pitrè, studioso di tradizioni popolari siciliane e folklo ristiche italiane, e fa riferimento a un modo di essere, a un’idea di bellezza, fisica o spirituale, di tipo superiore, a qualcuno che mostri sicurezza d’ani mo ma non tracotanza. Insomma, nul la ha da spartire con l’organizzazione Ilcriminosa.giovane Capitano intuì le relazioni opache fra istituzioni, società civile e criminalità organizzata già nel 1950, non ancora trentenne, in soli nove mesi di comando del gruppo squa driglie di Corleone, nel Palermitano. A stretto contatto con la popolazione si ciliana, non soltanto ne colse i bisogni e le misere condizioni in cui versava, ma lesse fra le righe le speranze per una società più giusta. Solo pochi anni prima, le lotte sin dacali e le rivendicazioni per la rifor ma agraria dei contadini, terrorizzati dal patto dei latifondisti con la mafia, erano culminate negli omicidi dei sin dacalisti Accursio Miraglia e Placido Rizzotto, quest’ultimo infoibato nella Rocca Busambra (PA), che gettarono le fondamenta di quella che passerà alla storia come la stagione del terro re, sotto la cui mannaia caddero molti servitori dello Stato, incluso lo stesso dalla Chiesa. Fu proprio il Capitano a incriminare per l’omicidio Rizzotto il mafioso Lucia no Leggio, meglio conosciuto come Liggio, e i suoi complici. Per la prima volta, nei dossier, comparvero i nomi di Calogero Bagarella, Bernardo Pro «

84 ANNIVERSARI venzano e Totò Riina. Tutti assolti per insufficienza di prove e il giovane Uf ficiale trasferito: questo il triste bilan cio. Eppure, una breccia fu aperta nel muro: si comprese la pericolosità dei Corleonesi e quanto espansiva fosse la loro capacità di crescita. Tornò ancora nell’isola del destino dal ‘66 al ‘73, col grado di Colonnello al comando della Legione di Paler mo. Il suo fiore all’occhiello fu la lotta al terrorismo, una battaglia vinta con tenacia e intelligenza. Dalla Chiesa capì subito che le bande armate non erano un fatto episodico e per com batterle era necessaria una strategia d’intenti. Sotto l’egida della scintillanza del capo, il Nucleo speciale antiter rorismo, detto Scintilla, costituito il 20 maggio 1974, non tardò a produrre i suoi effetti e subito inferse un duro col po alle Brigate Rosse (BR), particolar mente attive nel triangolo industriale Milano-Torino-Genova, con la cattura dei fondatori Renato Curcio e Alberto Franceschini. Il Generale mise in campo una filosofia investigativa di tipo sistemico, basa ta su una conoscenza della struttura eversiva in costante approfondimento, che non sottovalutasse i metodi di re clutamento e i media scelti dalle ban de armate. Per contrastarle si avvalse sempre più spesso della tecnica dell’infiltrazio ne. Per battere il nemico bisognava conoscerlo dall’interno, quindi disar ticolarlo, azzerando le sue possibilità di autorigenerazione. Sciolto dopo un solo anno di attività, per una campa gna mediatica denigratoria contro i metodi del Generale e i suoi, il Nucleo speciale fu riattivato dopo un grave at tacco delle BR allo Stato: il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, di cui dalla Chiesa aveva seguito le lezioni a Bari, nell’ateneo intitolato al grande statista, dove il Generale conseguì le sue due lauree in Giurisprudenza e Scienze po Dopolitiche.momenti di scudo contro scu do fra Stato e gruppi armati, l’attività di contrasto del Generale si rafforzò grazie anche alle Sezioni speciali anti crimine passate alle sue dipendenze il 30 agosto 1978. Usando uno dei media più potenti dell’epoca, la televisione, il 13 febbraio 1981 intervenne al Tg1, e con lui i Generali Umberto Cappuzzo e Vito De Sanctis, per dire a tutti che le Brigate Rosse avevano i giorni contati. Tragico era stato il bilancio dell’anno precedente chiuso con l’attentato al Generale Enrico Galvaligi, suo vice nei Servizi di sicurezza degli istituti di pre venzione e pena (Sicurpena).

Una volta smembrato il fenomeno terrorismo e ridotta la sua minaccia, dalla Chiesa fu pronto a riconvertire la metodica per applicarla alla crimi nalità organizzata. Provato moralmen te dalla perdita dell’amata Dora – «la vittima più silenziosa del terrorismo», come il cappellano militare la definì nell’omelia funebre – stroncata da un infarto nel ‘78, dopo una vita passata nell’incertezza costante di rivedere il suo uomo, nominato vice Comandan te Generale dell’Arma, ogni volta che usciva di casa, non terminò il mandato perché scelto come Prefetto di Paler mo, il 2 aprile 1982. Con l’ombra disegnata da una sua do manda d’ingresso nella Loggia P2 si tentò subito di affievolire la luce della sua stella. Si chiacchierava di contat ti fra massonerie e mondo mafioso e scoprirli dall’interno poteva esse re la mossa vincente per inchiodare i responsabili, oltretutto sulla scorta dell’esperienza già fatta contro il ter rorismo, battuto anche grazie al con tributo degli infiltrati. Comunque sia, il Generale ne uscì a testa alta, assolto dal Consiglio di disciplina delle Forze AncoraArmate. destinazione Sicilia, quindi, chiamato da un’emergenza in conti nua crescita: dieci le vittime nell’80, 50 nell’81, quasi 20 nei primi mesi del 1982, 52 morti e 20 lupare bianche –omicidi di mafia con occultamento del corpo – nell’estate in cui dalla Chiesa fu a Palermo. Cento i giorni della terza

La lotta contro due giganti, terrorismo e Cosa nostra, non era sullo stesso piano. Non poteva esserlo. Corruzio ne, aderenze e infiltrazioni minavano pesantemente la seconda battaglia.

L’UOMO E IL GENERALE

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Per commemorare i 40 anni dall’omicidio di Carlo Alberto dalla Chiesa, uno speciale Frecciarossa ETR 500 percorrerà fino al 31 ottobre l'itinerario tra Torino e Reggio Calabria attraversando i luoghi in cui il Generale ha vissuto e lavorato. Il treno è pellicolato con la sua immagine, la data di nascita e morte e una sua frase simbolica: «Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli». volta nell’isola. Quella fatale. «Non guarderò in faccia nessuno», af fermò appena atterrato nel capoluogo siciliano. Disillusa e stanca, gravata da collusioni e scetticismo, la città lo boi cottò anche sulla stampa. Il Prefetto si sentì solo, abbandonato dalle istituzio ni, e l’ennesima vittima sacrificale fu proprio lui, caduto il 3 settembre 1982 in un bagno di sangue che incluse la giovane moglie, Emanuela Setti Car raro, sposata da neanche due mesi, e l’agente di polizia Domenico Russo. Pochi giorni dopo il barbaro assassi nio, il cui clamore riverberò anche sul la stampa internazionale, su proposta del comunista Pio La Torre e del de mocristiano Virginio Rognoni, fu ap provato l’art. 416 bis del Codice penale che riconosce il reato di associazione mafiosa accanto all’associazione a de linquere. Una conquista importante, doverosa nei confronti del sangue in nocente versato.

Una volta lasciato solo, anche per un uomo come dalla Chiesa il temuto col po di grazia non tardò ad arrivare. «Ti hanno mandato a Palermo per fare da parafulmine!», furono le parole urlate nel film Cento giorni a Palermo dalla sua sposa, per bocca di Giuliana De Sio, preoccupata per lui sulla base di un ragionamento semplice ma racca pricciante. Se la mafia non riusciva a sconfiggerla neppure un uomo come lui, era inutile continuare a provarci. Era l’alibi perfetto. Eppure, la figura del Ge nerale dalla Chiesa – 24 tra lapidi, bu sti, sculture e monumenti alla sua me moria, centinaia le strade, le scuole, le caserme a lui intitolate – compresa quella simbolica che le opere filmiche hanno provato a restituirci, dovrebbe bastare per infondere speranza nei cuori. Del resto, non sono casuali le parole sul cartello della caserma Ta lamo, a Roma, allora centro nevralgi co dei Servizi Sicurpena e oggi sede del Ros, il Raggruppamento operati vo speciale: «Il possibile lo facciamo. L’impossibile cerchiamo di farlo. Per i miracoli ci stiamo organizzando».

Dal 6 settembre al 6 novembre, al Museo storico dell’Arma dei Carabinieri in piazza del Risorgimento, a Roma, è aperta al pubblico la mostra Carlo Alberto dalla Chiesa - l’uomo, il Generale con l’esposizione di documenti, uniformi e cimeli.

UN TRENO SPECIALE

ARTE TRAME DI SAPERE IL MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI CALASETTA, NELL’ISOLA SARDA DI SANT’ANTIOCO, OSPITA COLLEZIONI DI NOMI INTERNAZIONALI E UNA SELEZIONE DI AUTORI DEL TERRITORIO. ARRICCHENDO UNO DEI BORGHI MARINARI PIÙ BELLI D’ITALIA di Cesare Biasini Selvaggi - cesarebiasini@gmail.com Schiuma e faro (2018) di Paulina Herrera Letelier allestita sulla scogliera di Mangiabarche a Calasetta (SU) Courtesy l'artista e Fondazione Macc 86

87 sorgia, Sottotorre, La Salina, Spiaggia Grande, dalla sabbia bianca e finissi ma. Ci troviamo infatti nella terra del la “seta di mare” ovvero del bisso, un filato straordinariamente soffice e do rato già citato nella Bibbia per la fat tura degli abiti di re Salomone e della regina Ecuba. Il bisso si ottiene da un filamento che secernono alcuni mol luschi nei fondali, una sorta di incrocio tra ostriche e cozze, alti fino a un me tro e mezzo. È poi un vero e proprio ricamo di culture e tradizioni, insieme liguri, tu nisine e sabaude, la storia recente di Calasetta che inizia nel 1769. Quando 38 famiglie di pescatori di corallo (e poi di tonni), originarie di Pegli nel po nente genovese ma provenienti dall’i sola tunisina di Tabarka, chiedono al re Carlo Emanuele III di Savoia di po polare anche la costa settentrionale dell’isola di Sant’Antioco. I 130 coloni tabarchini si insediano così a Calaset ta, lungo le vie costiere di passaggio dei tonni, conservando il dialetto ligu re che ancora oggi riecheggia tra i ca ruggi, gli stretti vicoli del centro sardo. Poi arrivano i coloni piemontesi a cui si deve tra l’altro il vino tipico del terri torio, il rinomato Carignano del Sulcis Doc coltivato “a piede franco”, cioè con radici proprie non ibridate.

Alla trama e all’ordito di un tessuto pregiato corrisponde anche la conce zione urbanistica “a scacchiera” dell’a bitato, secondo il progetto settecen tesco dell’ingegnere sabaudo Pietro Belly. Le strade sono pertanto rigoro samente rettilinee facendo del borgo un caso unico in Sardegna. Ogni via è un inanellarsi di case dal caratteri stico colore bianco interrotto solo da discreti inserti azzurri e, spesso, da una targa in maiolica dipinta posta accanto all’uscio con i nomi di batte simo dei proprietari e il soprannome familiare attributo dalla comunità. Mi soffermo così a leggerne una che recita «a cá du Giorgio e da Olimpia de l’urpe (“della volpe”, nda)», quando giunge sulla porta la signora Olimpia in persona, intenta a confezionare dei gustosi sali aromatizzati al mirto e all’elicriso per conferire ai cibi sapidità davvero impareggiabili. Tra le cucine delle abitazioni private e dei ristoranti L a felicità è avere un filo a cui appendere le cose. [...] Filo che, negligentemente immerso nel tesoro di un’onda, tornerebbe alla superficie ricoperto di perle». Queste parole di Virginia Woolf tratte dai suoi  Diari (1925-1930) sono in grado di incorni ciare, come poche altre, la storia di cui scrivo in questo mese di settembre. Una storia intessuta da fili variopinti attraverso il telaio di miti, leggende, riti, tradizioni e saperi che affondano nella preistoria per approdare fino ai nostri giorni. Siamo nel sud-ovest del la Sardegna, nella punta più estrema nord-occidentale della quieta isola di Sant’Antioco, la maggiore dell’arci pelago del Sulcis (SU). È l’antica patria di lentischi e ginepri, dove l’aria rapi sce le essenze odorose trasportate dal maestrale per profumare uno dei borghi marinari più belli e suggestivi d’Italia: Cala di Seta o, meglio, Ca lasetta. Ed è proprio un filo a dare il nome a questo centro arroccato su una collinetta e incastonato su tre lati dalle meravigliose spiagge di Cus «

88 ARTE è un rincorrersi di prelibatezze, a par tire dal tonno lavorato in tutte le salse, è il caso di dirlo. Le gastronomie liguri e tunisine hanno poi prodotto a Cala setta delle pietanze che rappresen tano un’irresistibile fusione di sapori, come il pilau (un sugo preparato con cicala e capra di mare usato per con dire la fregola sarda) e il cascà (il cous cous alla calasettana).  Ma a rendere ancora più sorprenden te la scoperta del borgo è il museo d’Arte contemporanea di Calaset ta (Macc). Inaugurato nel 2000 nei locali dell’ex mattatoio comunale, ospita la collezione di opere degli astrattisti europei del '900 donata dal pittore Ermanno Leinardi, che ha vis suto qui fino alla sua morte nel 2006. Questo spiega la presenza di oltre 140 lavori esposti a rotazione realizzati da artisti come Lucio Fontana, Josef Al bers, Atanasio Soldati, Giuseppe Ca pogrossi, Piero Dorazio, Bruno Munari, solo per citarne alcuni. E dal drappel lo degli sperimentatori sardi tutti da riscoprire: da Antonio Atza a Giovan ni Campus, Rosanna Rossi, Vincenzo

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Courtesy Giorgio Marturana e Fondazione Macc

Satta, Italo Utzeri, Gaetano Brundu fino alla poliedrica Zaza Calzia. «Il motivo principale che mi ha indotto a donare al Comune di Calasetta la mia collezione è di ordine per così dire didattico», ha dichiarato Erman no Leinardi. «Infatti costituisce per me un mistero il fatto che una società possa sviluppare il suo gusto estetico senza avere gli elementi concreti a cui fare riferimento; quando non ha gusto estetico, la società opera negativa mente: è sotto i nostri occhi lo scem pio di paesaggi e di insediamenti ur bani», aggiunge. Nel solco di questo sfidante testamento spirituale oggi il Macc è guidato da una presidente illuminata, Maricarla Armeni, e da un direttore artistico, Efisio Carbone, che, con il sostegno e la fiducia dell'ammi nistrazione comunale, in pochi anni ha fatto del museo di Calasetta una delle gallerie civiche d’arte contemporanea di riferimento in Italia, molto più di tante altre in centri blasonati lungo lo Stivale. Qui, infatti, si valorizza perio dicamente la collezione permanente insieme agli autori del territorio, a par tire dalle più importanti artiste di Sar degna, come Maria Lai, Zaza Calzia, Rosanna Rossi e Lalla Lussu, fino alle ultime generazioni come il talentuo so Ruben Montini. Il mondo dell’arte internazionale fa tappa ogni anno a Calasetta attraverso un fitto program ma di residenze internazionali curato da Claude Corongiu che, dal 2018, ha portato a interagire con il territorio e le sue tradizioni artisti del calibro di Paulina Herrera Letelier e Francesca Romana Motzo, Marlon de Azambuja, Maria Chiara Baccanelli, Susana Pi lar, Omar Rodríguez-Graham, Andrea Galvani, Julius Heinemann, Miki Yui o Zhanna Kadyrova. Un’ulteriore fi nestra sul mondo si apre con mostre tipo Dulce bellum inexpertis. Dolce è la guerra per chi non l’ha vissuta (fino al 15 ottobre), una preziosa collettiva a cura del direttore artistico del Macc, che accoglie i lavori di autori che si sono distinti sulla scena globale per la loro indagine su istanze politiche e sociali, tra cui Filippo Berta a Zehra Doğan, Regina José Galindo, Santiago Sierra, Eva Fischer, Maria Lai, Carol Rama. Lo Il Museo Macc a Calasetta (SU)

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Si conclude così la mia prima visita a Calasetta dove, prendendo in presti to alcune parole di Isabel Allende, la vita è concepita come un arazzo che si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, ma tutti i fili servono. fondazionemacc.it macccalasetta  fondazionemacc L’opera Dove sto con me-Solo (2016-17) di Ruben Montini, allestita in occasione della mostra al Macc Genius Loci-Maestri di Sardegna (2018)

scopo è sempre lo stesso: scoprire inusuali esperienze di ricerca in grado di restituire un territorio aggiornato ai tempi, distante dagli stereotipi più co muni, dove isola non è isolamento ma spazio di convivenze in cui sottili ri mandi tra passato e presente sono più chiari, meno disturbati da interferenze quotidiane. «Sull’isola i silenzi pro fumano di eterno, ecco perché è più facile ascoltare», aggiunge Carbone.

Courtesy l’artista e Fondazione Macc Il faro di Mangiabarche a Calasetta Courtesy Fondazione Macc

90 ARTE Ponte dei Sospiri, Venezia EAU DE VENICE A VENEZIA, DUE MOSTRE INNOVATIVE E UNA LIBRERIA OLFATTIVA PER SCOPRIRE L’ARTE DEL PROFUMO E LA COMPOSIZIONE DELLE ESSENZE di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili

P er due anni nascosto sotto una mascherina, il nostro naso si è un po’ intorpidi to lasciando la priorità ad altri sensi come la vista e il tatto. Un percorso olfattivo tra i vicoli di Venezia promet te di rimettere al centro la sua capaci tà di portare alla luce ricordi e luoghi lontani solo attraverso il riconosci mento di un profumo. In concomitanza con la Biennale Arte 2022, il Museo di Palazzo Mocenigo presenta, fino al 27 novembre, due mostre innovative promosse con la collaborazione della casa profumie ra veneziana Mavive Spa e la Fonda zione musei civici di Venezia. In più, a pochi passi dal ponte dei Sospiri, la libreria internazionale Studium e la maison di alta profumeria The Mer chant of Venice organizzano corsi e laboratori di composizione olfattiva. Al primo piano del Museo di Palazzo Mocenigo, sede del Centro di storia del tessuto, del costume e del profu mo, l’esposizione Es-senze. Contem porary artist and scent trasporta il vi sitatore in un mondo sensoriale, quasi onirico, fatto di arte e profumo. Ideata e curata da Pier Paolo Pancotto, si snoda in un percorso multisensoriale composto dalle installazioni realiz

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zate da 12 artisti visivi internazionali che sperimentano l’uso dell’olfatto e delle componenti sensoriali a esso correlate nelle loro creazioni: la rume na Mircea Cantor, il polacco Mateusz Choróbski, gli americani Jason Dodge e Namsal Siedlecki, il francese Florian Mermin, il marocchino Achraf Touloub e gli italiani Bruna Esposito, Eva Ma risaldi, Giuseppe Penone, Paola Pivi, Nico Vascellari e Luca Vitone. A completamento della mostra, la presentazione del manifesto origina le di Fedele Azari La flora futurista ed equivalenti plastici di odori artificiali qui interpretato da Nicola Pozzani, direttore creativo di Mavive, in col laborazione con il profumiere Gaël Montero, che lo ha trasformato in una fragranza capace di evocare l’odore artificiale di cui si parla nel testo del 1924. Nella White Room al piano terra, invece, c’è la perfumery art exhibition Accordi di profumo. Un invito a risco prire il senso dell’olfatto focalizzando l’attenzione sugli ingredienti dell'in dustria cosmetica contemporanea, con un occhio alla sostenibilità. La mostra, che celebra il progetto di fi liera green del profumo concepito da The Merchant of Venice e Givaudan, leader nella produzione di essenze,

La creazione Born to be burnt di Mircea Cantor alla mostra Es-senze al Museo di Palazzo Mocenigo

ARTE

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La visual immersive experience nella Bottega Cini di San Vio alla mostra Accordi L’Organo olfattivo alla libreria Studium consente al visitatore di scoprire la peculiarità delle materie prime, capa ci di trasformarsi e combinarsi dando vita a fragranze originali. Con questa mostra, The Merchant of Venice presenta anche l’omonima linea Accordi di profumo, una colle zione di otto Nature-Conscious Eau de Parfum, unica nel suo genere. Per scoprirne le peculiarità è in program ma, contemporaneamente alla mo stra, anche un’esperienza immersiva negli spazi di Bottega Cini: un vide o-racconto che conduce il visitatore nel cuore della collezione, accompa gnato dalla presenza di alcune tele dell’artista bosniaco Safet Zec. L’iti nerario si conclude dietro la Basilica di San Marco, dove la libreria Studium offre una selezione di oltre diecimila titoli internazionali. Al secondo piano, dalla sala dedicata alla narrativa si accede alla particolare e inaspettata Libreria olfattiva di The Merchant of Venice, per chi vuole approfondire l'arte dei maestri profumieri venezia ni dal 1500 in poi. La sala raccoglie non solo importanti testi monografici sul tema ma anche e soprattutto uno scenografico Organo olfattivo dove sono esposte, come in un antico er bario, tutte le principali essenze. Lo spazio, attrezzato con un lungo ta

La creazione Effleurement, di Florian Mermin, nella mostra Es-senze al Museo di Palazzo Mocenigo volo, ospita incontri, gruppi di lettura, seminari e corsi sul profumo, in ita liano, inglese e francese, dedicati ad appassionati ma anche a tutti coloro che, a Venezia per una vacanza, han no voglia di conoscere quest’antica tradizione. Le proposte vanno dal La boratorio di composizione olfattiva al Corso di layering delle fragranze, fino al workshop La fiaba e il suo profumo, studiato appositamente per le fami glie. Esperienze sensoriali che esplo rano la storia veneziana del profumo nei secoli, le più importanti materie prime naturali e sintetiche e le diverse famiglie olfattive, per costruire la pira mide di una fragranza. Al termine del viaggio, condotti passo passo dagli esperti, c’è la possibilità di comporre un profumo personalizzato da portare a casa come ricordo della Laguna. themerchantofvenice.commavive.commocenigo.visitmuve.it

La nuova collezione di fragranze Accordi protagoniste dell'omonimo percorso espositivo

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94 CULTURA ALL’PARMA OPERA

LA 22ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL VERDI PORTA IN SCENA LE OPERE DEL MAESTRO EMILIANO, TRA VERSIONI STORICHE E NUOVI ALLESTIMENTI. CON LA DIREZIONE MUSICALE DI ROBERTO ABBADO di Elisabetta Reale 95 Il Teatro Regio di Parma

RicciRoberto©

CULTURA T re opere, di cui due nuovi allestimenti, e poi concerti, gala, incontri e prove aperte. A Parma e Busseto, dal 22 settembre al 16 ottobre, si accende la 22esima edizione del Festival Verdi, con la di rezione musicale di Roberto Abbado e la direzione artistica di Anna Maria LaMeo.rassegna dedicata al grande com positore italiano, diffusa nelle terre che gli hanno dato i natali, si conferma un’occasione prestigiosa per offrire una proposta di grande accuratezza filologica e scientifica, capace di ri chiamare un pubblico internazionale.

Sullo stesso palco, il 10 ottobre, il so prano Rosa Feola e il baritono Sergio Vitale sono protagonisti del Gala Ver diano, che celebra il 209esimo com pleanno del maestro emiliano. Festeg gia il suo primo decennale Fuoco di gioia, gala lirico benefico organizzato dal gruppo Appassionati verdiani Club dei 27, al Teatro Regio di Parma il 4 ot tobre. Sebastiano Rolli sarà sul podio del Teatro Regio di Parma per dirige re l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro del Teatro Regio di Parma, nel Concerto sinfonico corale, con la par

RobertoAbbado©MiroZagnoli primo piano, Mihaela Costea, violino di spalla della Filarmonica Arturo Toscanini

Il 24, al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza, va in scena Il trovatore (recite il 2, 8 e 13 ottobre) tratto dall’opera El Trovador di Antonio García Gutiérrez, con la direzione di Sebastiano Rolli. Si torna poi al Teatro Regio di Parma il 25 e 29 settembre (con repliche il 6 e 14 ottobre) per Simon Boccanegra, sempre da un dramma di Gutiérrez, nel nuovo allestimento di Valentina Carrasco con Riccardo Frizza che di rige la prima, rara versione del 1857.

OPERE E CONCERTI AL TEATRO REGIO Il filo rosso che unisce le tre opere al debutto è la letteratura spagno la. A inaugurare il festival, nel nuovo allestimento dello scenografo gre co-francese Yannis Kokkos, è La forza del destino, ispirata al dramma Don Álvaro o La fuerza del sino, di Ángel Perez de Saavedra. Al Teatro Regio di Parma il 22 settembre, con repliche l’1, il 9 e il 16 ottobre, è diretta da Abbado, che esegue la versione di Milano del 1869.

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Un’edizione che integra i documenti autografi conservati da Verdi nella te nuta di Sant’Agata (PC) e solo di recen te divenuti disponibili. Il festival vuole offrire una panoramica sul periodo centrale della sua produzione fino alla piena maturità sancita con Messa da Requiem, al Teatro Regio di Parma il 23 e 30 settembre, diretta da Michele Ma riotti, e con i Quattro pezzi sacri, diretti da Daniele Gatti, sempre a Parma il 15 ottobre, questi ultimi affiancati a brani tratti dal Parsifal di Richard Wagner.

MIX DI GENERI E VERDI OFF Lella Costa con Giovanna: la pulzella, la fanciulla, l’allodola, in prima assoluta al Teatro Regio il 7 ottobre, è la prota gonista di AroundVerdi, la rassegna in cui le opere del maestro incrociano linguaggi, generi, espressioni artisti che diverse. Lo spettacolo, scritto da Costa con Gabriele Scotti, è ispirato all’opera verdiana Giovanna d’Arco e rilegge la figura dell’eroina francese, ispiratrice di numerosi lavori letterari, musicali e teatrali.

RicciRoberto© Il Teatro Regio in un disegno di Elisa Groli per il mobile game A life in music

97 tecipazione del soprano Anna Pirozzi, mercoledì 12 ottobre 2022. Infine, la rassegna Cori al Ridotto pre vede sei appuntamenti con ingres so libero al Ridotto del Teatro Regio. Un’occasione per scoprire le grandi pagine corali verdiane, capaci di espri mere sentimenti universali in maniera profonda e immediata. A BUSSETO TRE APPUNTAMENTI Il festival torna anche al Teatro Giusep pe Verdi di Busseto, scrigno ottocen tesco situato all’interno della Rocca Pallavicino, con tre appuntamenti che arricchiscono e completano la pro grammazione. Un Concerto corale (1° ottobre) del Coro del Teatro Regio di Parma, diretto e accompagnato al pia noforte da Martino Faggiani, un Con certo sinfonico (11 ottobre) con la Fi larmonica Arturo Toscanini diretta da Haoran Li e la nuova produzione Rigo letto e la maledizione (7, 9, 13 e 16 ot tobre) nella riduzione per ensemble da camera, con la regia di Manuel Renga.

La musica risuona festosamente an che fuori dal teatro, grazie alla settima edizione del Verdi Off, progetto spe ciale all’interno del festival realizzato in collaborazione con le associazioni Par ma, io ci sto! e Reggio Parma Festival. Tanti gli appuntamenti a Busseto, città natale del maestro, e in altri comuni del parmense come Montechiarugolo, San Secondo Parmense, Sala Baganza, Sissa Trecasali, Traversetolo e Polesine Zibello. Eventi gratuiti animano piazze, parchi, strade e cortili, in centro e in periferia, e rallegrano luoghi di cura e detenzione che si aprono per ospitare recital e accogliere emozioni. teatroregioparma.it teatroregioparma  RegioParma Gli interpreti di Tournée da bar protagonisti a Verdi Off

Alessandro De Rose alla Red Bull Cliff Diving World Series a Polignano a Mare (BA), 2 giugno 2019

il

SPORT UN SALTO NEL BLU

È PRONTO

Alessandro è l’unico italiano a parte cipare stabilmente alla Red Bull Cliff Diving World Series, il circuito che dal 2009 porta lo spettacolo dei tuffi da grandi altezze in giro per il mondo. La competizione è un concentrato di adrenalina, controllo estremo del proprio corpo, precisione e tantissima preparazione fisica. Le gare si svol gono in luoghi unici al mondo, come ponti storici, cascate e rocce, o davan ti a monumenti come la Torre Eiffel. Il 17 e 18 settembre, per la nona vol ta, il campionato mondiale fa tappa a Polignano a Mare (BA). Qui 24 tra i mi gliori cliff diver al mondo, 12 uomini e 12 donne, si tuffano dalle piattaforme posizionate rispettivamente a 27 e 21 metri e montate su una splendida ter razza a picco sul mare Adriatico.

DA 27

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IL 17 E 18 SETTEMBRE TORNA

SCOGLIERA

99 di Flavio Scheggi mescoupsdecoeur

Q uesta storia inizia come tante altre, con un bambi no che a cinque anni viene iscritto a un corso di nuoto. L’istrutto re faceva entrare in acqua i nuovi ar rivati con un tuffo e poi, dopo alcune bracciate, decideva il livello del corso.

«Ho fatto il primo e mi hanno chiesto di riprovare finché, al quarto tuffo, l’al lenatore mi ha domandato se volessi provare con quella disciplina invece che con il nuoto. Non ci ho pensato un attimo e ho accettato subito». A ricor darlo è Alessandro De Rose, classe 1992, cosentino di nascita e triestino di adozione, che negli anni, in quel la piscina, è arrivato a tuffarsi da un trampolino di 27 metri. Una cosa che solo in pochi al mondo riescono a fare.

Ogni atleta arriva sulla struttura dove, prima del tuffo, viene incitato dagli spettatori che in passato hanno su perato le 50mila presenze. Poi, in un attimo, cala un silenzio irreale e subi to dopo si spicca il volo. Da quel mo mento, in tre secondi lo sportivo entra in acqua a 85 chilometri di velocità. In quei pochi istanti, durante la caduta, si deve dimostrare la propria abilità, attraverso avvitamenti e salti mortali. A fare da colonna sonora a questo spettacolo, oltre al rumore del mare e al suono del vento, si possono im maginare le note di Meraviglioso o Nel blu, dipinto di blu (Volare) di Domenico Modugno. Perché Polignano a Mare è anche la città natale del cantauto re padre della musica leggera in Ita LA DI TUFFI DALLA DI POLIGNANO A MARE. ALESSANDRO DE ROSE A LANCIARSI METRI

GARA INTERNAZIONALE

E IL CAMPIONE

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La statua di Domenico Modugno a Polignano a Mare

100 PHOTO lia. Sul lungomare, a poche centinaia di metri dall’evento, c’è la sua statua con le braccia aperte, come se fosse pronto a prendere il volo insieme agli sfidanti in gara. Abbiamo incontrato Alessandro dopo la sua partecipazione ai Campionati europei di nuoto a Roma, in agosto, dove si è messo al collo la medaglia di bronzo nei tuffi da grandi altezze. E prima della partenza per la Puglia, dove ormai è di casa grazie anche alla vittoria del 2017. Dal bordo di quella piscina, a cinque anni, come sei arrivato ai 27 metri di altezza? Lavoravo in un parco acquatico dove, tra le varie attrazioni, c’era lo show con il tuffo da 20 metri. All’inizio ero terrorizzato e avevo detto al mio dato re di lavoro che non mi sarei mai but tato. Invece, dopo una settimana, mi sono innamorato di quella piattafor ma. Sono salito e mi sono tuffato. Da quel momento è iniziata una dipen denza. Quando provi quella scarica di adrenalina non puoi più vivere senza. Cosa ti ha fatto passare la paura? Quando guardavo gli altri ragazzi tuf farsi ero affascinato dal momento in cui si staccavano dalla piattaforma. Avevano una figura a croce, sembrava che stessero volando, per poi atterra re in acqua con grazia. Volevo provare anche io quella sensazione. E adesso non puoi più farne a meno. L’inverno è il momento più brutto da questo punto di vista. Sono obbligato a stare in palestra o in piscina dove, al massimo, posso tuffarmi dalla piat taforma di dieci metri. Quando final mente arriva la primavera e torno ad affacciarmi dal trampolino di 27 ho una paura boia. Ma, al tempo stes so, non vedo l’ora di farlo per rivivere quelle sensazioni che mi arrivano du rante il volo e poi sott’acqua, una volta terminato il tuffo. Cosa provi prima del salto? Il cuore mi batte fortissimo e sembra esplodere. Quando arrivo sulla piat taforma vivo due sensazioni. La prima è l’orgoglio, come quando da picco lo giocavo nel campetto sotto casa e immaginavo di essere il mio calciatore preferito che sentiva il pubblico urla re il suo nome dopo un gol. L’altra è la responsabilità: capisco che quelle persone sono lì a fare il tifo per me e non voglio deluderle. E invece nel momento in cui sei sott’acqua e stai per riemergere? Provo la sensazione più bella del mondo. Si parte dal mondo esterno, con mille rumori, colori, distrazioni, per immergersi nel silenzio e nella tranquillità. Inoltre, in quell’attimo, realizzo di aver fatto qualcosa che solo in pochi al mondo sono capaci di fare. Ricordi il primo tuffo da 27 metri? Non potrei mai dimenticarlo. È sta to nel 2013 a Furore, sulla Costiera Amalfitana, in una manifestazione che si chiamava Marmeeting. Cosa ti fa venire in mente la località di Polignano a Mare? Ospitalità, amicizia, calore e il ricordo sportivo più bello della mia vita. Nel PoolContentBullPuccini/RedMauro© Alessandro De Rose

2017 lì ho vinto il Red Bull Cliff Diving, nessuno se lo aspettava, neppure io. La città è uno stadio naturale, il luogo perfetto per questa gara grazie alla profondità dell’acqua e al clima. Ma anche la location ideale per il pub blico che riesce a guardare la com petizione da qualsiasi punto della scogliera e del borgo. Secondo me, quando Dio ha creato Polignano a Mare l’ha pensato per questa gara. So che ti hanno dedicato anche un panino. Esatto. Nel 2018 gli amici del fast food di pesce Pescaria, a Polignano, hanno creato il panino De Rose: una bom betta con pesce spada, cime di rapa, mozzarella e qualche altro condimen to. Una cosa leggera, insomma (ride, ndr). Quanti tuffi servono per ottenere il punteggio finale? Quattro in totale. Il sabato ne faccia mo due: uno obbligatorio, improntato sulla perfezione tecnica e l’estetica, e uno intermedio dove si iniziano a vedere i salti mortali. La domenica, invece, ci sono due tuffi liberi. Nel se condo giorno della competizione, più salti mortali e avvitamenti si riescono a fare in quei 27 metri più sale il coeffi ciente di difficoltà e il punteggio finale. Tra i 24 atleti in gara, 12 uomini e 12 donne, quest’anno a Polignano ga reggia anche una ragazza italiana. Elisa Cosetti, un’atleta triestina giova nissima e una grande lavoratrice. Sia mo compagni di squadra, ci alleniamo insieme da due anni. L’ho vista iniziare dal nulla e adesso guardarla su quella piattaforma mi riempie di orgoglio.

Vivendo a Trieste cammino spesso nella zona del Carso. Poi adoro cuci nare, suonare la chitarra e stare a con tatto con la natura. Niente di estremo? Ultimamente, ho avuto la splendida idea di lanciarmi con il bungee jum ping ad Asiago, in provincia di Vicen za. Un volo nel vuoto di 175 metri. Sta vo morendo dalla paura, era sei volte l’altezza da cui mi tuffo abitualmente e sotto non c’era l’acqua.

L’atleta Jonathan Paredes del Messico alla Red Bull Cliff Diving World Series a Polignano a Mare, 23 settembre 2018

redbullcliffdiving | alediving92 Red Bull Cliff Diving 101

PoolContentBullAmato/RedRomina©

fissa da 27 metri per poter fare espe rienza da quell’altezza. Ad agosto hai partecipato agli Euro pei di nuoto dove, per la prima volta, è stata inserita la disciplina dei tuffi da grandi altezze. È stato un bel messaggio per uno sport ancora poco praticato, ma che sta uscendo dalla nicchia. In vista della gara, la Federazione ha portato avanti un progetto con l’obiettivo di far crescere questo movimento, creando una squadra per aiutare chi ha le doti acrobatiche per saltare da 27 metri in sicurezza. Cosa fai nel tempo libero?

Dopo questa tappa andrai in vacan za? Continuerò ad allenarmi per la finale del circuito che è in programma a Si dney, in Australia, il 15 ottobre. Dopo vorrei prendermi del tempo per visi tare il Paese. Come ti alleni per tutto questo? Durante l’inverno ci si prepara divi dendo il tuffo in tre parti. In palestra, simuliamo la partenza dalla piattafor ma. Per il volo e le acrobazie usiamo la piattaforma da 10 metri in piscina, mentre l’ingresso in acqua lo provia mo sui trampolini elastici. In estate siamo molto più fortunati perché la Federazione italiana nuoto ci con sente di andare in Austria, nella valle di Oetztal, ad Area 47, il grande parco per rafting, canyoning e altre attività acquatiche dove c’è una piattaforma

102 PHOTO RACCONTARE IL MONDO

FOTOGRAFIA ETICA, DAL 24 SETTEMBRE AL 23 OTTOBRE. SCATTI SU STORIE, POPOLI, TERRE E PERSONE LONTANE C apire come sta girando il mondo, a quale velocità, con quali ferite, fratture ma anche dirompenti bellezze. Nel seco lo dell’oggi. Immagini forti, per la dol cezza sottointesa, la cura espressa o il significato intrinseco. Le fotografie sociali sono finestre spalancate su storie, popoli, terre e persone lonta ne che danno voce e visibilità a chi ne ha meno. Lodi torna a ospitarle per raccontare il nostro pianeta nella 13esima edizione del Festival della fotografia etica, allestito in vari sedi urbane dal 24 settembre al 23 otto bre. Ottanta fotografi internaziona li, oltre 20 mostre e progetti inediti diffusi in tutta la città lombarda che immortalano la recente storia dell’u manità. Cuore del Festival rimane il World Report Award-Documenting Humanity diviso in varie sezioni con la partecipazione di grandi autori di ogni nazionalità, in cui incontrare i tanti volti di persone anonime che compiono o vivono atti di eroismo, o posare gli occhi su frangenti sto rici che saranno ricordati nei libri. A partire dal brasiliano Felipe Fittipal di che con Eustasy documenta cosa è successo ad Atafona, il villaggio di pescatori a nord di Rio de Janeiro, a rischio di erosione per l’innalzamento delle acque causato da scellerati in terventi Karoliinaumani.Kase, invece, quasi a mo strare l’altra parte della medaglia delle movenze etiche e sociali degli esseri umani, ferma un momento di dolcezza infinita. Una giovane don na allatta col biberon un cucciolo di canguro, probabilmente scampato da un incendio. L’uomo da sempre costruisce e distrugge. Se da un lato sfrutta, corrode, inquina e depreda terre e vite, dall’altro tende la mano per salvarsi e salvare: nei diritti so ciali, come documentano Michele Lapini e Pinu Rahman o nel supera re disastri e pandemie anche grazie alla forza dei sentimenti (Aung Chan Thar). Ed è sempre pronto a fare un salto in avanti per conquistare un mondo migliore e pacifico. I bambini di Tim Smith, in bilico sui covoni e in castonati in un accenno d’iride, sem brano pretendere proprio questo. festivaldellafotografiaetica.it di Sandra Gesualdi sandragesu

103

A LODI TORNA IL FESTIVAL DELLA

Tim Smith, Canada

104 PHOTO Karoliina Kase, Estonia Aung Chan Thar, Myanmar

Michele Lapini, Italia Felipe Fittipaldi, Brasile

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RIVOLUZIONE AVEDON

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PHOTO

di Cecilia Morrico MorriCecili morricocecili Foto © The Richard Avedon Foundation

PHOTOGRAPHY. MILANO RENDE OMAGGIO AL FOTOGRAFO STATUNITENSE CON UNA MOSTRA A PALAZZO REALE zione, seduzione e potere. Questo lo scatto che la rivista Vogue America commissionò a un già affermato Ri chard Avedon, fotografo newyorkese scomparso nel 2004. L’immagine è diventata un capolavoro grazie all’u so dello sfondo bianco in contrasto accentuato con la “texture” del boa. E oggi torna a incantare il pubblico nella mostra di Palazzo Reale a Mi lano Richard Avedon: Relationships, dal 22 settembre al 29 gennaio 2023. Sessant’anni di carriera attraverso 106 immagini provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography nel campus di Tucson dell'Università dell'Arizona e dalla Richard Avedon Foundation, sempre negli Stati Uniti. Avedon innesca una vera e propria rivoluzione nella fotografia di moda e costume del XX secolo. Da un lato sovverte il modo di inquadrare le modelle, trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set e mostrandone anche il lato umano.

UNA CARRIERA LUNGA 60 ANNI TRA RITRATTI CELEBRI E FASHION

107 S iamo nel 1981, Nastassja Kin ski è morbidamente distesa sul pavimento e abbracciata a un serpente. Una moderna Eva ap parentemente indifferente alle lusin ghe del rettile che avvicina la testa al suo orecchio. Un insieme di tenta

Nastassja Kinski, Los Angeles, California, giugno

1981

Dall’altro, i suoi sorprendenti ritratti alle celebrità, in bianco e nero e spes so di grande formato, sono capaci di rivelare il lato psicologico più interiore della persona immortalata.

All’interno dell’esposizione, un’intera sezione è dedicata alla collaborazio ne tra Avedon e Gianni Versace, inizia ta con la campagna per la collezione Primavera-Estate 1980, che decreta va l’esordio dello stilista, fino a quel la della collezione Primavera-Estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace dopo la scomparsa del fra tello. Il lavoro con Versace è la testi monianza del rapporto unico che a volte si crea tra un designer e un foto grafo. Una liaison che riesce a produr re immagini senza tempo. Grazie al suo sguardo, Avedon è stato uno dei pochi fotografi a interpretare l’avan guardia di Gianni Versace, illustrando lo stile e l’eleganza del genio italiano, nonché la radicalità della sua moda. Altra grande amicizia unì il maestro allo scrittore Truman Capote, ritrat to per la prima volta nel 1949 e, poi, nel 1959. I due collaborarono anche a Observations, il primo libro di Avedon. Una raccolta di ritratti di personaggi celebri, tra cui la cantante lirica Ma rian Anderson, il pittore Pablo Picasso e lo scienziato marino ed esploratore Jacques-Yves Cousteau. Il volume, pubblicato nel '59, era corredato da un saggio di Capote e da suoi com menti alle immagini, mentre Aleksej Česlavovič Brodovič, il leggendario art director della rivista di moda Har per’s Bazaar, ne curò la grafica. Il percorso espositivo propone anche una nutrita selezione di primi piani a personaggi dello spettacolo, come attori, ballerini, musicisti, ma anche a scrittori, politici e attivisti dei diritti ci vili. Tra questi spiccano i ritratti di John Lennon, Paul McCartney, George Har rison e Ringo Starr dei Beatles o quelli di Bob Dylan, Michelangelo Antonio ni, Sofia Loren, Marilyn Monroe, Andy Warhol o del Dalai Lama. avedonmilano.itpalazzorealemilano.it

108 PHOTO Richard Avedon, autoritratto, Provo, Utah, agosto 1980 Shoe by Perugia, Piazza del Trocadéro, Parigi, agosto 1948

109 Dovima con gli elefanti, con un abito Dior, al Cirque d'Hiver, Parigi, agosto 1955

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Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può esse re acquistato entro la mezzanotte del giorno precedente il viaggio per le Frecce e entro la mezza notte del secondo giorno prece dente il viaggio per gli Intercity e Intercity Notte. Il cambio preno tazione, l’accesso ad altro treno e il rimborso non sono consentiti. È possibile, fino alla partenza del treno, esclusivamente il cambio della data e dell’ora per lo stes so tipo di treno, livello o classe, effettuando il cambio rispetto al corrispondente biglietto Base e pagando la relativa differenza di prezzo. Il nuovo ticket segue le re gole del biglietto Base.

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Offerta a posti limitati e soggetta a restrizioni. Il biglietto può esse re acquistato entro la mezzanot te del quinto giorno precedente il viaggio. Il cambio, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti.

Biglietto acquistabile fino alla par tenza del treno. Entro tale limite sono ammessi il rimborso, il cam bio del biglietto e il cambio della prenotazione, gratuitamente, un numero illimitato di volte. Dopo la partenza, il cambio della preno tazione e del biglietto sono con sentiti una sola volta fino a un’ora successiva.

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4. Il numero dei posti è limitato e variabile, a seconda del treno e della classe/livello di servizio. Acquistabile fino alla partenza del treno.

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1. Fino al 15 settembre in via promozionale i componenti del gruppo maggiori di 15 anni pagano il biglietto scontato del 40% sul prezzo Base e, per i viaggi sulle Frecce in appoggio a tale offerta, si dispone il raddoppio dei punti Carta FRECCIA . Offerta a posti limitati e variabili rispetto al giorno, al treno e alla classe/livello di servizio. Cambio prenotazione/biglietto e rimborso soggetti a restrizioni. Acquistabile entro le ore 24 del secondo giorno precedente la partenza.

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5. Acquistabile entro le ore 24 del giorno precedente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la par tenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. Il numero dei posti disponibili è limitato e varia in base al giorno, al treno e alla classe/ livello di servizio. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50% e si applica al prezzo Base. È possibile cambiare esclusivamente la data o l’ora di partenza, una sola volta e fino alla partenza del treno, scegliendo un viaggio con la stessa categoria di treno o tipologia di ser vizio e pagando la differenza rispetto al corrispondente prezzo Base intero. Il Rimborso e accesso ad altro treno non sono ammessi. Al momento dell’acquisto il sistema propone sempre il prezzo più vantaggioso. A bordo è necessario esibire la Carta FRECCIA insieme a un documento d’identità. 6. Offerta a posti limitati e variabili in base al treno e alla classe/livello di servizio scelto ed è acquistabile entro le ore 24 del giorno prece dente la partenza per le Frecce e fino alle ore 24 del secondo giorno precedente la partenza del treno per i treni Intercity e Intercity Notte. La percentuale di sconto varia dal 20% al 50%. Cambio biglietto/prenotazione e rimborso non sono consentite.

2. Il Carnet consente di effettuare 15, 10 o 5 viaggi in entrambi i sensi di marcia di una specifica tratta, scelta al momento dell’acquisto e non modificabile per i viaggi successivi. Le prenotazioni dei biglietti devono essere effettuate entro 180 giorni dalla data di emissione del Carnet entro i limiti di prenotabilità dei treni. L’offerta non è cumulabile con altre promozioni. Il cambio della singola prenotazione ha tempi e condizioni uguali a quelli del biglietto Base. Cambio biglietto non consentito e rimborso soggetto a restrizioni.

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CARTA FRECCIA T utti gli iscritti al programma Carta FRECCIA di Trenitalia possono convertire i punti accumulati con i viaggi in sconti immediati per l’acquisto di biglietti e carnet per le Frecce. Con 300 punti si ha diritto a una riduzione di 10 euro su un ticket, per se stessi o per un’altra persona, che ne costi almeno 20. Con 600 punti, invece, si risparmiano 20 euro sull’acquisto di un biglietto che abbia un importo minimo di 40 euro. Convertire i punti è semplicissimo: basta selezionare la voce Cashback Carta FRECCIA nella fase di acquisto del biglietto su trenitalia.com o sull’App Trenitalia. È possibile utilizzare il cashback anche nelle biglietterie delle stazioni, nei FRECCIAClub e nei FRECCIALounge. CARTACASHBACKFRECCIA PIÙ VIAGGI, PIÙ PUNTI E PIÙ SCONTI SULLE FRECCE 120 Il servizio CashBack Carta FRECCIA è soggetto a condizioni. Il regolamento completo del Programma Carta FRECCIA, che ha validità fino al 31 dicembre 2023, è disponibile sul sito Trenitalia o presso le emettitrici self-service della rete nazionale o le biglietterie Trenitalia. I premi potranno essere richiesti fino al 29 febbraio 2024.

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PER I CLIENTI TRENITALIA E I SOCI CARTA FRECCIA

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SEDI MUSEALI E DI EVENTI IN ITALIA Olafur Eliasson Firefly double-polyhedron sphere experiment (2020) © Jens CourtesyZieheofthe artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York/Los Angeles BRUCE NAUMAN: CONTRAPPOSTO STUDIES Fino al 27 novembre a Punta della Dogana, Venezia MARLENE DUMAS. OPEN-END Fino all’8 gennaio a Palazzo Grassi, Venezia palazzograssi.it GUSTO! Gli italiani a tavola 1970-2050 Fino al 25 settembre a M9, il Museo del ‘900 di Venezia Mestre m9museum.it SURREALISMO E MAGIA. LA MODERNITÀ INCANTATA Fino al 26 settembre alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia guggenheim-venice.it ESPRESSIONI CON FRAZIONI Fino al 25 settembre al Castello di Rivoli di Torino castellodirivoli.org FONDAZIONE ZEFFIRELLI fondazionefrancozeffirelli.com SPELLBOUND: SCENOGRAFIA DI UN SOGNO Fino al 30 settembre alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta di Napoli spellboundnapoli.it MUSEO CIVICO FILANGIERI DI NAPOLI filangierimuseo.it

E AGEVOLAZIONI

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NELLE PRINCIPALI

Per la prima volta in Italia una grande mostra dedicata a Olafur Eliasson, artista visio nario e non convenzionale la cui poliedrica produzione abbraccia installazioni, dipinti, sculture, fotografia e immagini in movimento. L’esposizione Nel tuo tempo, dal 22 settembre al 23 gennaio 2023 a Firenze, è il risul tato del lavoro di Eliasson sugli spazi di Palazzo Strozzi: l’edificio rinascimentale viene coinvolto in un suggestivo percorso di installazioni che ne sovvertono la percezione. Curata da Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la rassegna pone al centro il dialogo tra spazio e visitatore, esaltando i temi della perce zione soggettiva e dell’esperienza condivisa attraverso luci e ombre, riflessi e colori. Ingresso 2x1 riservato ai soci CartaFRECCIA muniti di biglietto per Frecce o Intercity con destinazione Firenze, in una data antecedente al massimo di cinque giorni da quello in cui si intende visitare la mostra. Tariffa ridotta sul biglietto singolo per chi è in possesso di un ticket Frecce, sempre per Firenze, dedicata ai titolari CartaFRECCIA, ai clienti Intercity e agli abbonati regionali Toscana. palazzostrozzi.org

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LEGENDA: FoggiaPeschiciVieste Udine Trieste Pisa Bari Lecce Reggio di Calabria AeroportoFiumicino Genova AssisiRimini AnconaPescara Taranto Lamezia Terme Caserta Bolzano MilanoBergamo Torino Bologna FirenzePerugia Roma Paola Sibari Brescia Vicenza PadovaVenezia Modena NO STOP Reggio Emilia AV La Spezia PotenzaMatera Trento Ravenna Verona Salerno MantovaTreviso Napoli PiombinoCecina MarittimaPiombino Napoli Afragola SorrentoPompei Parigi Lione Chambéry Ora FRECCIAROSSA ETR 1000 Velocità max 400 km/h Velocità comm.le 300 km/h Composizione 8 carrozze NETWORK // ROUTES // FLOTTA Livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard Posti 457 WiFi Presa elettrica al posto Servizi per persone con disabilità Fasciatoio Collegamenti validi dal 12 giugno, ultimo aggiornamento al 24 giugno 2022

Per schematicità e facilità di lettura la cartina riporta soltanto alcune città esemplificative dei percorsi delle diverse tipologie di Frecce. Maggiori dettagli per tutte le soluzioni di viaggio su trenitalia.com Alcuni collegamenti qui rappresentati sono disponibili solo in alcuni periodi dell’anno e/o in alcuni giorni della settimana. Verifica le disponibilità della tratta di tuo interesse su trenitalia.com.

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FRECCIARGENTO ETR 485 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 489 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA Velocità max 200 km/h | Velocità comm.le 200 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 603 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIABIANCA ETR 460 Velocità max 250 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 9 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 479 Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIARGENTO ETR 600 Velocità max 280 km/h | Velocità comm.le 250 km/h | Composizione 7 carrozze Classi 1^ e 2^ | Posti 432 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA ETR 500 Velocità max 360 km/h | Velocità comm.le 300 km/h | Composizione 11 carrozze 4 livelli di servizio Executive, Business, Premium, Standard | Posti 574 WiFi | Presa elettrica al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio ETR 700 Velocità max 250km/h | Velocità comm.le 250km/h | Composizione 8 carrozze 3 livelli di Servizio Business Premium Standard | Posti 500 WiFi | Presa elettrica e USB al posto | Servizi per persone con disabilità | Fasciatoio

FRECCIAROSSA FRECCIARGENTO

Dante, con un treno storico che ac compagna i viaggiatori attraverso le tappe più significative della vita del Sommo Poeta. Si parte da Firenze, sua città natale, e si attraversa l’appenni no tosco-romagnolo per raggiungere Ravenna, dove morì in esilio nel 1321. Il viaggio è sempre stata una presen za costante nella vita politica e milita re del Dante-cavaliere, in un periodo funestato da continue lotte tra guelfi e ghibellini. E il concetto è anche alla base dell’ascesa dagli Inferi al Para diso nella Divina Commedia: un vero esercizio di purificazione, come ricer ca del sé e delle virtù dell’individuo. A bordo di un convoglio storico, il dol ce incedere su rotaia permette alla mente di osservare il panorama che scorre attraverso i finestrini, offrendo momenti meditativi. E lo scomparti mento ferroviario diventa la location perfetta per la celebre frase: «Con siderate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza». fondazionefs.it fondazionefsitaliane

IN TRENO CON DANTE

DantediTrenoIl©

A BORDO DI UN CONVOGLIO STORICO, DA FIRENZE A RAVENNA, SULLE TRACCE DEL SOMMO POETA

S

ono numerosi gli appun tamenti nel calendario di eventi della Fondazione FS Italiane previsti per settembre. Uno dei più suggestivi vede protagonista

SAVE THE DATE//TRENI STORICI SETTEMBRE Il

Treno di Dante Ferrovia dei parchi. L’alto Sangro Ferrovia del Tanaro Treno mare e monti Reggia express Irpinia express Colico TrEno:SebinoexpressexpressCanellie le cattedrali sotterranee Lario TrenoexpressdelSacro Monte Ferrovia dei parchi: l’alto Molise Ferrovia subappennina italica Laveno express Treno natura 3, 4, 11, 17, 18, 24, 25 3, 4, 10, 11, 17, 1834 4, 11, 18, 25 4, 11, 17, 254111118 18, 25 24, 25252525 Treno di Dante attraversa i verdi panorami della Toscana

125 PRIMA DI SCENDERE FONDAZIONE FS

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PC/AdobeStockPhotoVivida©©sersme/AdobeStock

Qui dovete ordinare decisi “il” gnocco fritto, risultato di una scottatura nello strutto di una pastella robusta com posta da farina di frumento, lievito di birra e sale. Va gustato appena spa dellato su carta assorbente e accom pagnato con culatello o, per i vegeta riani, con formaggio fresco. Si racconta di uomini capaci di ingur gitare anche più di 20 gnocchi senza bere, e si favoleggia che, aiutati dal Lambrusco, si possano superare i trenta. Quando ne avete abbastanza, passate alle scaglie di Parmigiano o Grana che il ristoratore vi avrà pre videntemente preparato sul banco: scavate e servite all’interno stesso della crosta, vengono annaffiate par simoniosamente con l’aceto più fa moso del mondo.

PRIMA DI SCENDERE FUORI LUOGO di Mario Tozzi mariotozziofficial mariotozziofficial OfficialTozzi [Geologo Cnr, conduttore tv e saggista]

DIASSAGGIMODENA

A Modena c’è un Canal Gran de che la dice lunga su quanto questo centro fosse in passato una città d’acque, con fos sati, ponti levatoi e difese idrauliche. Oggi i canali scorrono intombati sotto le strade o sono stati cancellati da una modernizzazione che non ha tenuto conto della memoria dei luoghi. Su perate le scuderie dell’Accademia mi litare più famosa d’Italia, si costeggia il gigantesco Palazzo Ducale per arri vare nelle antiche osterie in cui si può mangiare in piedi davanti alle mas sicce affettatrici rosse di un tempo.

ModenaGnocco fritto

I n questa prosa poetica, uno dei geni di inizio ‘900, il francese Charles Péguy, autore di mera vigliosi poemi e saggi, centra il cuore del problema del lavoro contempora neo. E ora che a settembre si rientra a pieno ritmo, con tutti i problemi con nessi, le fatiche e lo stress, occorre ascoltare Péguy, il poeta. Perché se il lavoro perde senso, e se si ritiene che possa ricavarne dal fatto di essere ben pagato o gradevole, smette di essere occupazione umana. Oggi, con tutti i mutamenti di natura geopolitica, eco nomica, tecnologica e sanitaria che ci riguardano, il problema di cosa è vera mente lavoro e quale sia il suo scopo è esploso. Lo si intuisce da tanti fenome ni, taluni preoccupanti, come il distac co dalle responsabilità, l’accontentarsi di tanti giovani, o la speculare insoffe renza, e un aumento dello stress che probabilmente, invece, è stress per mancanza di senso nel lavoro.

127 PRIMA DI SCENDERE STAZIONE POESIA di Davide Rondoni DavideRondoniAutore daviderondoni Daviderond [Poeta e scrittore]aviG©onniGastel IL

[...] La gamba di una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta di per sé, in sé, nella sua stessa natura.

[Charles Péguy, L’argent]

Abbiamo conosciuto un onore del lavoro identico a quello che nel Medio Evo governava le braccia e i cuori. Proprio lo stesso, conservato intatto nell’intimo. Abbiamo conosciuto l’accuratezza spinta sino alla perfezione, compatta nell’insieme, compatta nel più minuto dettaglio. Abbiamo conosciuto questo culto del lavoro ben fatto perseguito e coltivato sino allo scrupolo estremo. Ho veduto, durante la mia infanzia, impagliare seggiole con lo stesso identico spirito, e col medesimo cuore, con i quali quel popolo aveva scolpito le proprie cattedrali. Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore.

Boffi/AdobeStockGualtiero©

DELSIGNIFICATOLAVORO

[...] Un cantiere era allora un luogo della terra dove gli uomini erano felici. Oggi un cantiere è un luogo della terra dove gli uomini recriminano, si odiano, si battono; si uccidono. [...] Ai miei tempi tutti cantavano. Nella maggior parte dei luoghi di lavoro si cantava; oggi vi si sbuffa. [...]

Lo si creda o no, noi siamo stati allevati nel seno di un popolo allegro.

L’opera di Sergio Lombardo, Sfere, alla Biennale di Venezia del 1970, in uno scatto di Claudio Abate Courtesy Archivio Claudio Abate

La geometria delle sfere, l’accordo dei colori e l’interazione con lo spettatore come elemento distintivo. L’installazione di Sergio Lombardo del 1970 è un esempio della sperimentazione artistica del periodo, di cui il linguaggio fotografico si fece interprete.

PRIMA DI SCENDERE

FOTO DEL MESE di Angela Alexandra D’Orso

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Una vivacità intellettuale e culturale che rivive nella mostra La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967-1977 a Torino, negli spazi di Camera - Centro italiano per la fotografia, fino al 2 ottobre. L’esposizione, a cura di Ludovico Pratesi, ripercorre l’evoluzione dei lessici artistici avvenuta in questo decennio, attraverso gli scatti di maestri come Claudio Abate, Mimmo Jodice, Paolo Mussat Sartor. Al centro ci sono le performance, i dibattiti e le azioni che, dando voce ai cambiamenti sociali in atto, hanno ridefinito i canoni dell’estetica internazionale. Il ruolo della fotografia è duplice: documentare gli eventi ma anche partecipare al processo di contaminazione tra i linguaggi con cui interagisce, come il teatro, il cinema, la letteratura e la poesia. Dal movimento di Arte povera di Torino fino alla scena artistica napoletana, il racconto per immagini tocca diverse città italiane e rende eterne pratiche altrimenti effimere, esercizi di rivoluzione ancora in grado di stupire e affascinare. camera.to Camera_Torinocameratorino

L’offerta

è a posti limitati che variano in base al giorno, al treno e alla classe o livello di servizio, valida per treni Frec ciarossa, Frecciargento e Frecciabianca e permette di viaggiare, sulla stessa relazione, a partire da 69€ in 2° classe e livello Standard, a partire da 79€ per il livello Premium, a partire da 89€ in 1° classe e livello Business, a partire da 159€ per il livello Executive. L’offerta prevede prezzi differen ziati a seconda della relazione e non è disponibile quando è previsto un prezzo Base andata/ritorno inferiore per la stessa classe/livello di servizio. È ammes so il cambio dell’orario (gratuitamente) e/o la classe/livello di servizio (corrispondendo la relativa differenza di prezzo rispetto al prezzo previsto dall’offerta per la nuova classe o livello di servizio scelti) sia per il treno di andata che per quello di ritorno, una sola volta fino alla partenza de gli stessi Il cambio delle date dei viaggi, il rimborso e l’accesso ad altro treno non sono consentiti L’offerta è acquistabile fino alla partenza del treno. Non è possibile prenotare il posto nei salottini L’offerta non è cumulabile con altre riduzioni compresa quella per i ragazzi. Maggiori dettagli sull’offerta e l e tratte interessate su www trenitalia com e presso tutti i canali di vendita Info su trenitalia.com

UN MOTIVO IN PIÙ PER TORNARE IN GIORNATA Scegli l’offerta A/R in giornata a partire da 69€

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