ANNO
1 - NUMERO 2 INVERNO 2022
Genova, 5–8 Gennaio 2023
www.visitgenoa.it/evento/le-chiese-dei-palazzi-dei-rolli
Le Chiese di Genova. Inizia un nuovo anno di arte e cultura. #CHIESEDEIROLLI
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COSPE è un’azienda multidirezionale che da oltre 10 anni si occupa di edilizia e real estate su tutto il territorio italiano. Un’impresa in continua crescita che lavora per creare valore con ogni singola opera.
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3 Ufficio pubblicità via XX Settembre, 41/3 Tel. +39 010 5532701 redazione@edizioniguri.it Editore Massimiliano Monti S.r.l. via XX Settembre, 41/3 Tel. +39 010 5532701 amministrazione@edizioniliguri.it Produzione Massimiliano Lussana Direzione artistica & Impaginazione Rolando Cassinari Stampato da Giuseppe Lang – Arti Grafiche Via Romairone, 66 - 16163 Genova Direttore Responsabile Giampiero Timossi ® GENOVA Meravigliosa
Contenuti
Marco Bucci
Matteo Bassetti
Paolo Emilio Signorini
Luigi Attanasio Matteo Bigarelli
Matteo Campora
Pietro Piciocchi Riccardo Miselli
Mauro Avvenente
Beppe Costa
Antonello Guiducci Giuseppe Zampini Adriano Lagostena
Evelina Christillin
Marco Dario Rissoglio Davide Livermore
Enrico Castanini Gregorio Gavarone
Alberto Pezzotta
Marco Bucci
Simona Filice
Alice Arcuri
Paola Bordilli
Claudio Orazi
Luisa Orizio
Le foto dell’archivio Leoni
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Così i genovesi hanno ritrovato l'orgoglio della loro città
Dai social ai giovani, Matteo Bassetti volto della nuova Genova
Fare Diga per portare il porto nel futuro
La sinfonia da Camera (di Commercio) per far uscire Genova dall'isolamento Con BPER, Carige non lascia, ma raddoppia il suo ruolo di banca nel territorio
Con la metropolitana all’aperto la Valbisagno dà l’assalto al cielo
Genova 2030, ancor più meravigliosa e con sempre meno auto
Noi architetti, i garanti della bellezza
Un piano storico per rivoluzionare la vivibilità del centro storico (e non solo) Rubens, l’inventore del Modello Genova A.S.Ter mette a muro l'amore per Genova, il verde e i giovani
Il futuro del Galliera è già iniziato
The Ocean Race, il buon vento con cui Genova è sulla cresta dell’onda Videconsulto con la salute nelle Farmacie Comunali Genovesi
Un Teatro (inter)Nazionale e anche locale
Dai vaccini al Fascicolo, la rivoluzione digitale che migliora la vita dei cittadini genovesi Cent’anni di storia per rimorchiare il passato nel futuro
Mira Mira la nuova Rivarolo: nell'area logistica green, servizi al quartiere e aree sportive 2023-2025, tre anni d'oro per la cultura a Genova che va in rete
Dalle facciate la scalata da Genova al mondo Genova, una città da fiction e glamour a teatro Sempre più Forti, per valorizzare anche l’entroterra della città All’Opera per fare Genova più ricca (e Felice)
Mi sono presa l'influencer. Da Genova alla conquista del web in cucina Tutti i vip di una città da kolossal
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La grande stagione
Iprossimi cinque anni, con i progetti in fase di realizzazione nella nostra città, renderanno Genova una delle città italiane più attraenti e innovative dal punto di vista infrastrutturale, superando il gap che si era accumulato nei decenni precedenti e che ormai era il vero punto di debolezza della città. Invece, si stanno creando tutte le condizioni per recuperarlo completamente e anzi essere all’avanguardia, competitivi con il resto d’Italia, d’Europa e del mondo: l’inaugurazione del terzo valico, il tunnel sub portuale, la Gronda…. Fino alla Diga, che è la più grande opera italiana prevista nel PNRR!
La mobilità urbana con i quattro assi che copriranno la città e la raccolta differenziata che finalmente porterà risultati concreti. Sarà una città green con il grande progetto del Waterfront di levante e ponente e i nuovi spazi verdi in città nei diversi Municipi, che porranno Genova all’avanguardia in tutta Italia e di cui abbiamo già avuto alcuni assaggi.
Insomma, una nuova vita che permetterà a Genova di diventare una città proiettata nel
futuro come non succedeva dal Dopoguerra, una città di respiro davvero europeo. Le aree della Valpolcevera e non solo che finalmente integreranno pienamente la città, permettendo nuovi insediamenti produttivi con la possibilità di attrarre nuovi investimenti e nuova occupazione. Auspichiamo che anche le aree inutilizzate delle acciaierie di Cornigliano possano ritornare utili per altri progetti, ennesimo volano di sviluppo. E credo che in questo quadro si inseriscano finalmente a pieno titolo anche l’Università e i giovani ai quali verrà data un’ulteriore possibilità di scegliere Genova come destinazione del futuro e non più solo come città da cui partire.
Genova meravigliosa, come veniva descritta dal Petrarca, nei prossimi anni tornerà a splendere per la sua storia e per la grande opportunità che il PNRR le ha consegnato, con opere uniche che tutto il mondo aspetta, come sempre da Genova. Sarò di parte, ma vivere questo cambiamento epocale ti rende talmente orgoglioso di poter dire che Genova è la Città del Futuro».
Massimiliano Monti
Genova Meravigliosa 2022/1 - EDITORIALE
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Così i genovesi hanno ritrovato l'orgoglio della loro città
Marco Bucci, sindaco di Genova: "Sono politico nel senso della polis. Fra il bene dei cittadini e quello dei partiti, anche di quelli che mi appoggiano, sceglierò sempre il primo"
La scelta dei post da pubblicare sui profili social di “Marco Bucci per Genova”, spesso, ha solo l’imbarazzo delle opzioni possibili: praticamente quasi ogni giorno vengono inaugurati giardini, strutture, nuovo arredo urbano o presentati progetti per la Genova del futuro con rendering come se piovesse o annunciati grandi eventi e manifestazioni che rendono la città protagonista in Italia o nel mondo. Poi, nei rarissimi giorni in cui non c’è qualche novità positiva da annunciare, allora vincono le foto splendide della città, magari accompagnate da un tocco poetico. Ad esempio, qualche settimana fa, di fronte a un tramonto che presentava tutte le sfumature dal rosa pallido al rosso carminio al viola, fino al blu acceso, in uno dei più bei tramonti che si sia visto negli ultimi anni alle nostre latitudini, la fotografia è stata accompagnata dal testo: “Se la tarda sera è bella in qualche luogo lo è indubbiamente a Genova” di Honoré de Balzac.
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I lavori per il nuovo Waterfront di Levante
Insomma, è chiaro persino ai fans più sfegatati del sindaco che né il tramonto, né Balzac sono merito di Bucci, a differenza dei lavori pubblici, della rigenerazione urbana, dei progetti che stanno cambiando volto alla città e della capacità di calamitare i grandi eventi. Ma è altrettanto chiaro che valorizzare il tramonto e Balzac è esattamente ciò che si intende per “Genova meravigliosa”, qualcosa che c’è sempre stata, ma che negli ultimi anni è accompagnata da una particolare valorizzazione da parte dell’amministrazione. E orgoglio da parte dei genovesi. Del resto, dare un’occhiata insieme al sindaco Marco Bucci alle reazioni social sui suoi profili
è un’esperienza utilissima, più forte di ogni sondaggio.
Il 20 per cento circa sono haters, che lo criticherebbero persino se lastricasse d’oro tutte le strade di Genova. Il 10 per cento sono scettici, che non l’hanno votato, ma che gli riconoscono alcuni meriti, anche perché oggettivamente è difficile non farlo. Infine, un 70 per cento abbondante delle reazioni che arrivano sono entusiaste, in qualche caso ai confini del tifo da stadio o della venerazione religiosa. “Grazie per tutto ciò che fa per la città e per noi genovesi”, “Lei mi ha regalato nuovamente l’orgoglio di essere cittadino di Genova”, “Non avrei mai pensato di vedere
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2022/2
MARCO BUCCI
Genova
Meravigliosa
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un giorno, finalmente….tornato al suo antico splendore”. E, al posto dei puntini di sospensione ci sono, di volta in volta, le aiuole di viale Brigate Partigiane, i Parchi di Nervi, il Mercato di Corso Sardegna, il parcheggio di San Martino e mille altri esempi. E volutamente non ci ho messo dentro il ponte, perché quello è come i gran premi della montagna più duri del tour de France, hors catégorie, fuori categoria. Dal canto suo Bucci legge tutto, smista segnalazioni, individua chi pensa che possa risolvere i vari problemi segnalati dai cittadini, ma soprattutto lavora per allungare la lista dopo i puntini di sospensione con un’altra serie di progetti di rigenerazione urbana: waterfront di Levante, la funivia fra la stazione marittima e i forti, il parco urbano della Foce, la nuova Begato, il parco sotto il nuovo ponte San Giorgio e moltissimo altro.
Sindaco Bucci, all’inizio dei suoi mandati lei ha detto di voler fare di Genova la “prima città del Mediterraneo” e poi, perché le piace alzare sempre l’asticella, ha addirittura detto che vuole farne “una delle primissime città d’Europa”. Erano solo dichiarazioni elettorali o il percorso verso il suo obiettivo è iniziato?
“Siamo a buon punto, molte cose sono state fatte, ci siamo aggiudicati i finanziamenti, molte scelte sono in via di definizione. E i genovesi sanno che il fatto che Genova torni ad essere una grande città europea e la prima del Mediterraneo dipende da noi e da loro”.
Ma i genovesi c’erano anche prima. Cosa è cambiato rispetto alle vecchie giunte? I genovesi hanno ritrovato l’orgoglio?
“Prima si pensava a gestire il declino, dandolo per scontato. Ora c’è un piano di crescita e la consapevolezza ritrovata anche da parte dei cittadini nei confronti della propria città. Non è che non ci fosse più l’orgoglio, è che sono due orgogli diversi: l’orgoglio di chi è in de-
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Le aiuole di viale Brigate Partigiane tornate all'antico splendore
clino e quello di chi è orgoglioso di essere in crescita. Ecco, i genovesi oggi hanno ritrovato questa seconda specie di orgoglio, perché tutti i dati sono in crescita: il PIL, il reddito pro capite, i posti di lavoro…”.
Alla sua lista di dati in crescita, però, non possiamo aggiungere quelli demografici. Ritiene una sconfitta non aver riportato la città al numero di abitanti che sognava al momento del suo insediamento?
“Assolutamente no, anche perché un po’ alla volta stiamo raggiungendo i nostri obiettivi: la popolazione residente non è l’unico parametro per misurare la demografia di una città. Anzi, i più recenti indicatori dell’Istat parlano dei cittadini che “insistono” sulla città. E va anche considerato tutto l’hinterland”.
Quindi passiamo dalla grande Genova alla grandissima Genova e qui lei indossa la maglietta di sindaco metropolitano?
“Esattamente, va considerata la Città Metropolitana nella sua estensione territoriale, con persone che – a differenza di un tempo – magari lavorano a Genova e poi vivono in Comuni adiacenti. E’ chiaro che sono cittadini che insistono su Genova. E proprio il ruolo di sindaco metropolitano aiuta a creare effetti sinergici anche per tutte queste situazioni”.
Di cosa è più orgoglioso? Di aver ridato visibilità nazionale a Genova? “A dire il vero, anche internazionale…”
Il lavoro sul Ponte, la capacità di attrarre fondi, la Diga che arriverà, grandissimi progetti di rigenerazione urbana, dal Waterfront a quelli nelle vallate….Insomma, lei ha sempre volato altissimo. Ma questa capacità e volontà di volare alto, non rischia di far dimenticare altri aspetti della gestione quotidiana della città, magari più terra terra, ma molto sentiti dai cittadini? “Proprio per questo ci stiamo concentrando
sulle piccole manutenzioni e spenderemo 200 milioni l’anno, che si aggiungono a quelli per i grandi interventi, per curare anche particolari che erano passati giocoforza in secondo piano. Penso ai cinque milioni che spenderemo per i cimiteri, allo sfalciamento della vegetazione che c’è nei fiumi, alla pulizia delle crose”.
Il centro storico resta ancora un problema, però…
“Sì, dei problemi restano, ci sono punti problematici e cose di cui siamo soddisfatti: rivedremo l’illuminazione, che deve essere assolutamente migliorata, aumentata e per cui installeremo nuovi sistemi a Led. E nel concetto di illuminazione intendo anche le telecamere: ne installeremo a breve 736 nuove per la videosorveglianza del centro storico. Si tratta di un sistema di grande impatto, il più completo ed esteso a livello nazionale rispetto alla superficie di territorio videoripresa. Un nuovo importante tassello per la tutela dei cittadini al quale la nostra amministrazione sta lavorando da tempo insieme a tutte le Forze dell’ordine. Le telecamere sono infatti uno strumento essenziale per garantire alla comunità un livello più elevato di sicurezza. E vanno di pari passo con un’illuminazione migliore”.
Lei disse che per il centro storico puntava a migliorare anche la pulizia. Come stanno i vicoli da questo punto di vista?
“Se è vero che dobbiamo migliorare ancora molto l’illuminazione, sono innegabili i grandi miglioramenti già ottenuti nella pulizia, con gli Ecopunti a ingresso controllato e riservato solo a chi è in possesso del badge elettronico personale, evitando così che possano essere usati impropriamente, ad esempio per drogarsi, che funzionano benissimo”.
E il vostro progetto di rivitalizzare il centro storico, anche dal punto di vista commerciale?
“Le nuove aperture di negozi sono già set-
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Genova Meravigliosa 2022/2 - MARCO BUCCI
affitti agevolati a chi sceglie di aprire attività in zone che hanno bisogno soprattutto di essere vissute. Un altro punto su cui insisteremo è la riqualificazione dell’arredo urbano, partito in quattro piazzette, ma che deve migliorare”.
le municipalizzate hanno cambiato passo”. Visto che ha citato il trasporto pubblico, a che punto siamo con il suo progetto per mezzi pubblici gratis?
“E’ un progetto su cui stiamo lavorando attivamente e che richiede innanzitutto la digitalizzazione e il monitoraggio di chi entra, dove va, cosa fa, per offrire ciò che serve in relazione alle richieste dei cittadini. L’esperimento pilota su tutti gli impianti verticali aperti a tutti senza biglietto per 24 ore al giorno e la metropolitana gratuita in due fasce orarie, che abbiamo esteso a tutto il 2023, sta funzionando benissimo, con un aumento del 50 per cento degli utenti, tutte persone che lasciano la macchina a casa e che invece prima usavano il mezzo privato per recarsi in centro. E in prospettiva sarà proprio tutto il trasporto pubblico genovese ad essere come l’acqua o la luce elettrica, servizi per cui si paga la bolletta, ma non un biglietto ogni volta che si apre il rubinetto o si schiaccia l’interruttore”.
Le municipalizzate erano un buco nero per la città. Come stanno oggi?
“Sono un nostro orgoglio, per bilanci, positivi da sei anni, fatturato, dipendenti, efficienza e razionalizzazione, come la fusione fra Amt e
Lei è un sindaco molto amato e anche alle amministrative le sue liste civiche hanno avuto un grandissimo successo, con più voti di tutti i partiti tradizionali della sua
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Foto: Seby1721
La metropolitana si prolunga alla Val Bisagno
coalizione, attraendo anche forze che non erano nel centrodestra classico, a partire da Italia Viva di Matteo Renzi e anche dall’endorsement di Carlo Calenda. Il modello Bucci è esportabile?
“Innanzitutto occorrerebbe definire cos’è il modello Bucci”.
Un modo di amministrare in cui il valore delle persone vince sulle etichette politiche e i risultati sul colore delle magliette indossate. Qualcosa di poco politico e che infatti spesso piace poco ai partiti, anche a quelli che la appoggiano. Si rende conto di creare molti mal di pancia pure ai “suoi” partiti?
“Vede, tutto sta ad intendersi sul significato di politica. Se la politica è quella della polis greca, con il bene dei cittadini che prevale su quello dei partiti, allora io sono fortemente politico e quindi il modello è esportabile e mi auguro che lo sia sempre più”.
Ma lei è stato eletto anche con i voti di alcuni partiti con i rispettivi simboli. Non pensa che sia un rischio prescindere da questa sua collocazione?
“Se il bene dei cittadini coincide con quello dei partiti che mi appoggiano ne sono felicissimo. Ma, a volte, le due cose non coincidono. E quando accade, fra il bene dei cittadini e quello dei partiti non ho il minimo dubbio su quale scegliere”.
C’è una frase a cui si ispira nel governare? “Non importa di che colore è il gatto. L’importante è che prenda i topi”.
La frase è di Deng Xiaoping.
Non propriamente uno che starebbe nella maggioranza di Bucci. Ma, se capisse che può essere utile per il bene di Genova, il sindaco proverebbe certamente a convincerlo ad entrare in squadra.
MassimilianoLussana
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Meravigliosa 2022/2 - MARCO BUCCI
Genova
Il mercato di corso Sardegna, un piccolo capolavoro architettonico
Palazzo Pallavicino è un diamante che prende luce. Situato in piazza Fontane Marose, a Genova, e costruito a metà Cinquecento, per volontà dell’attuale proprietario, il principe Domenico Pallavicino, e della Fondazione Pallavicino Onlus diretta da Vittorio Sgarbi, apre al pubblico con un programma intenso di visite, esposizioni, pubblicazioni d’arte. Custodisce numerosi tesori, fra dipinti, sculture, arazzi e preziosi oggetti di arredo dal Cinquecento all’Ottocento. <Ho convinto il principe a riportare dipinti e arredi originali nel palazzo> spiega Sgarbi <suggerendo qualche piccola variazione nell’allestimento per valorizzare capolavori come “Giuseppe spiega i sogni” di Bernardo Strozzi. La sua generosità permetterà a tutti di ammirarli>. Il palazzo, ricco come un museo, fa parte del Sistema dei Rolli, dal 2006 patrimonio dell’Umanità Unesco. <La sua eccezionalità> osserva Anna Orlando, advisor per arte e patrimonio culturale del Comune <si deve al fatto che la proprietà non è mai stata divisa nei secoli, restando sempre una casa privata. È dei Pallavicino dal 1836, quando la comprò il marchese Domenico I, antenato e omonimo dell’attuale padrone di casa. La presenza di due piani nobili è un altro segno distintivo delle dimore più illustri>.
Dai social ai giovani, Matteo Bassetti volto della nuova Genova
Il Mondo è dei microbi“ è il suo ultimo libro. E lui è un uomo di mondo. Però Matteo Bassetti precisa subito una cosa: “Credo che tutto sarebbe stato diverso se non fossi nato a Genova”. Sorride e continua: “Nascere, crescere e iniziare a studiare a Genova è stato un privilegio, la nostra città è una culla culturale, ha tradizioni scientifiche straordinarie, il Policlinico San Martino, il Gaslini primo ospedale pediatrico d’Italia, l’Ateneo, dove mi sono laureato e ora ho la gioia di insegnare. La città avrà anche avuto anni nei quali il suo appeal si era in qualche modo ridotto, ma è unica e ha ritrovato la sua straordinaria identità”. Bassetti era e resta Infettivologo e ricercatore, ordinario di Malattie Infettive all’Università di Genova e direttore del reparto Malattie Infettive del Policlinico San Martino. Poi, certo dai primi giorni dell’anno 2020, è stato “il Prof che parlava di Covid in televisione”. Uno dei primi a essere invitato, l’unico tre anni dopo a essere ancora chiamato.
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Matteo Bassetti: "Io che ho girato il mondo, tornando qui respiro un'aria di meritato e ritrovato ottimismo, molte cose stanno crescendo. E il punto di vista curioso e intelligente di Toti ha aiutato"
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E nelle scorse settimane un'indagine condotta da Sensemakers e ComScore Italia sulla figura del med-influencer, cioè il medico che comunica sui social, ha certificato che tra maggio e settembre 2022 al primo posto fra i medici seguiti e con cui i cittadini interagiscono c'è appunto Matteo Bassetti, con 263mila interazioni.
Professor Bassetti, come è successo?
“Direi in modo del tutto casuale. A cinquant’anni ho scoperto che non ero solo in grado di parlare con i miei “simili” ai congressi, ma ho capito che ero in grado di essere anche empatico con il grande pubblico, quello delle donne e degli uomini che non hanno una formazione scientifica, medica. E credo sia giusto impiegare questa empatia in modo utile anche per gli altri.
Anche il fatto di essere il medico italiano più seguito sui social mi fa molto piacere. La divulgazione scientifica sui social è fondamentale in un mondo (quello della rete) senza filtri, carico di improvvisati e di fake news. Essere una guida per i tanti cittadini assetati di scienza mi inorgoglisce molto. È bello poter guidare la gente in questo mondo fantastico. Ed è bellissimo che così tanta gente mi segua con costanza e rispetto. Tra le tante interazioni ci saranno sicuramente anche i soliti cretini: ma sono certamente una minoranza trascurabile”.
Torniamo a Genova e alla Liguria. Che aria si respira oggi? “Un’aria di meritato e ritrovato ottimismo, molte cose stanno crescendo, altre possono crescere ancora. Negli ultimi otto anni credo
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BASSETTI
Genova
Meravigliosa 2022/2 - MATTEO
La copertina dell'ultimo libro del professore "Il mondo è dei microbi"
che la visione ad ampio respiro del presidente della Liguria, Giovanni Toti, ci abbia aiutato. È un ligure cresciuto in Toscana, ha respirato l’aria di Milano, ha quell’intelligenza e quella curiosità che permettono di capire contesti sempre nuovi e di trasferire altrove idee e progetti vincenti”.
Anche lei non ha respirato solo l’aria della Liguria.
“Dopo la laurea all’Università di Genova e la specializzazione ho approfondito lo studio delle Malattie Infettive conseguendo un master all’Università di Yale. Quella negli Stati Uniti è stata sicuramente un’esperienza che ha lasciato il segno, un mondo tutto da scoprire anche al di fuori del campus. E poi
l’esperienza a Udine, un’altra tappa professionale importante, con impegno ed entusiasmo, perché questo per me è l’unico modo nel quale si può lavorare”.
Anche per questo le piace confrontarsi sempre con i giovani? I suoi figli, gli studenti all’Università, i giovani medici del suo team al San Martino. “Vorrei vivere sempre e solo circondato da giovani, ho 52 anni, ma con loro me ne sento sempre 25, mi fanno ringiovanire. Con loro trovi sempre lo sprint per individuare e raggiungere nuovi obiettivi. E questo è avvertito anche dai pazienti, che sono ovviamente l’elemento fondamentale della nostra professione. Senza obiettivi anche l’esercizio della profes-
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sione, la ricerca e la didattica rischierebbero di diventare routine e anche questo viene subito avvertito dai pazienti, naturalmente in questo caso come un’esperienza negativa”.
Linguaggio “giovane”, linguaggio social. Quanto le piace? Quanto crede possa essere utile?
“Non è importante quanto piaccia al sottoscritto, ovviamente. Per molti aspetti, è noto, ha rappresentato per il mio lavoro, il mio doveroso impegno durante la pandemia, una fonte direi almeno sgradevole: fake news, insulti, purtroppo anche minacce ritenute concrete dalle Forze dell’Ordine, sono state e in una certa misura rimangono all’ordine del giorno. Poi, certo, c’è un aspetto completa-
mente diverso, l’altra faccia della luna”.
Quale?
“I social possono essere anche un meraviglioso mezzo di comunicazione. Posso tornare per un attimo a quell’aria diversa che si inizia a respirare a Genova e in Liguria?”.
Certo.
“Noi siamo gente che ama il basso profilo, storicamente. Siamo eleganti? Sì, ma non vogliamo che si veda troppo. Le famiglie della grande borghesia imprenditoriale hanno prodotto lavoro e ricchezze, tenute per anni gelosamente nell’ombra. Ora almeno alcuni di loro hanno capito l’importanza di comunicare, anche sui social”.
Torniamo a lei? “Sì, credo nell’utilità di alcuni social e spero che la cosa sia compresa meglio dal mondo universitario, anche in Italia. Mi spiego con un esempio: negli Stati Uniti è prassi diffusa che docenti e studenti comunichino sui social, anche scambiando tra loro materiale didattico. In Italia la cosa è decisamente più complicata, io in realtà ci sto provando, ma…”
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Meravigliosa 2022/2 - MATTEO BASSETTI
Genova
Matteo Bassetti con il suo staff al Policlinico San Martino
Ma?
“Arrivo all’esempio: io credo sia efficace comunicare con Twitter, anche su argomenti scientifici da diffondere al grande pubblico. Per farlo
lavoro ritiene, ovviamente in modo legittimo, non fattibile. È solo un esempio, ma probabilmente racconta che qualcosa si può ancora migliorare”.
Cosa vede nel futuro della Sanità? Iniziamo dalla Liguria? “Certo, il presidente Toti e il suo staff hanno fatto un lavoro eccezionale durante l’emergenza Covid. Credo che questo debba essere riconosciuto e ricordato e che non sia stato fatto ancora a sufficienza. Adesso credo che Angelo Gratarola seguirà la strada tracciata e alzerà ancora il livello. Non lo dico perché è un amico fraterno, ma perché so che è un grande professionista nel suo settore, conosce e vive la materia e ha l’intelligenza per declinare queste qualità nella politica. Lo sta già dimostrando. È poi importante che si superino vecchie logiche che appartengono a un determinato periodo del passato. In Liguria ci sono grandi eccellenze nella Sanità, si scelgano i medici migliori, non solo quelli liguri, si allarghino gli orizzonti. Basta con le fughe di specialità e specialisti in Piemonte, Lombardia, Toscana…Diamoci 10 obiettivi, ma che siano obiettivi al top. E favoriamo il ruolo della sanità privata, in modo che sia complementare con quella pubblica”.
E in Italia?
sarebbe meglio avere la spunta azzurra, una sorta di certificazione, un modo inequivocabile per dire che si tratta del mio profilo. Ora per ottenerla Twitter chiede che il mio indirizzo su questo social venga indicato anche nel curriculum dell’Università. Cosa che l’Università dove
“In Italia c’è tanto merito, ora c’è anche un Ministero al Merito. Bene, cambiamo regole d’ingaggio, scoviamo sempre il merito, premiamolo e sosteniamolo”. Da veri uomini di mondo.
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GiampieroTimossi
The Ocean Race Genova The Grand Finale
The Ocean Race, la più straordinaria e dura regata intorno al mondo, compie 50 anni nel 2023 e per la prima volta arriverà in Italia. Si parte il 15 gennaio prossimo da Alicante e l’arrivo è previsto a Genova con il “Grand Finale” dal 24 giugno al 2 luglio 2023.
Genova diventa così capitale mondiale della vela. Nel nuovo Waterfront di Levante sarà allestito l’Ocean Live Park con un programma di eventi per tutte le età e una previsione di oltre 300.000 presenze.
Ma prima che il mondo “arrivi” a Genova, sarà la città a fare il giro del mondo. Genova sarà protagonista nelle tappe di Alicante, Cape Town, Itajaí, Newport, Aarhus, The Hague con una Business Lounge attraverso la quale promuovere le proprie eccellenze a una platea che, nell’ultima edizione, ha superato i 2,5 milioni di visitatori. Genova capitale del mare inviterà tutti gli appassionati del mare a scoprire la sua bellezza fra arte e natura, la qualità della vita, la cucina, la capacità di innovare e di accettare le sfide più impegnative.
. http://theoceanracegenova.com/
Fare Diga per portare il porto nel futuro
Paolo
Emilio Signorini, presidente dell’Autorità Portuale: “Siamo a un passaggio storico per le nostre banchine, questa è l’opera più importante degli ultimi secoli”
Chi conosce Paolo Emilio Signorini - presidente dell’”Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale”, nome wertmulleriano per indicare i Porti di Genova (e Savona) – sa che ha un uso assolutamente felpato delle parole, che ama troncare e sopire anche dialetticamente, che preferisce sempre dare numeri per difetto piuttosto che rischiare di darli per eccesso e poi essere smentito. Insomma, una tragedia per
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Il Porto di Genova
chi deve fare titoloni enfatici, una benedizione assoluta per chi deve gestire numeri, bilanci, strutture. Insomma, questa è una caratteristica che fa un buon presidente del Porto. Eppure, presidente Signorini, alla presentazione della nuova Diga lei si è lasciato scappare la frase “Un’opera così capita una volta ogni qualche secolo”. Che le era capitato quel giorno? Un refuso?
“No, no, confermo in pieno: credo che questa sia l’opera più importante da alcuni secoli a questa parte per il porto. Uno dei tasselli decisivi della nostra storia millenaria. Che ha alcuni punti di snodo: le crociate, la scoperta dell’America, la Repubblica di Genova, il porto delle grandi potenze, lo sbocco al mare dell’Italia unita e del Regno d’Italia, le banchine
decisive e strategiche durante le guerre mondiali e per questo i bombardamenti sul porto, l’industrializzazione del nostro Paese negli anni del boom, la scelta della Fiat di investire su Prà…Ecco, tutti questi sono snodi decisivi della storia del nostro porto, e non solo, e la nuova Diga si iscrive perfettamente in questa storia”.
Le faccio subito l’obiezione principale, la madre di tutte le obiezioni che sono state fatte a questo progetto: una diga il porto già ce l’ha. Ne serve proprio una nuova, fra l’altro l’opera principale di tutto il PNRR italiano?
“Vede, il porto di Genova è quello che assicura i bisogni del Paese e dell’economia italiana e parlare delle nostre banchine non significa
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LO STATO ATTUALE
IL PROGETTO
EMILIO SIGNORINI
Genova
Meravigliosa 2022/2 - PAOLO
parlare solo di Genova, ma di un disegno continentale che si sviluppa in un mondo globalizzato e quindi anche la scala delle opere necessarie va interpretata con quest’ottica e non con una visione parziale o localistica. E’ stata l’Europa, non noi, a individuare il nostro porto come centrale per le reti TEN-T e in particolare per il corridoio Reno-Alpi, il più importante d’Europa. Ecco, in questo quadro l’Europa – ripeto l’Europa, non io, non le istituzioni genovesi, non il governo italiano –chiede l’accessibilità marittima e terrestre”.
Altra obiezione ricorrente: questa nuova Diga impatterà soprattutto su alcuni terminal, in particolare quelli del bacino storico di Sampierdarena, e quindi forse sarebbe stato meglio investire sulle infrastrutture per portare via velocemente le merci dal porto, visto che spesso l’imbuto si crea in banchina, facendo perdere i cinque giorni di vantaggio che le merci in arrivo dal Far East guadagnano se sbarcano a Genova anziché ad Anversa, le due porte d’Europa.
“Ribadisco, dobbiamo avere la migliore accessibilità marittima e terrestre e quindi tutto va letto come un unico disegno per avere uno Smart Port: cold ironing, GNL, sostenibilità ambientale, prenotazioni digitali, ultimo miglio dei
treni direttamente in porto e tutti i fattori che portano alla sostenibilità ambientale e all’efficienza del porto. Tutto questo non è alternativo, ma assolutamente complementare alla Diga. Chi mette in competizione tutti questi fattori fa un errore gravissimo di visione”.
Chiarissimo, ma allora perché c’è chi continua a sostenere che una Diga così grande è eccessiva e sovradimensionata?
“Bisognerebbe chiederlo a chi insiste nel dire queste cose. E loro dovrebbero dirlo non a noi, ma all’Europa e a chi ha scritto il documento sul corridoio Reno-Alpi, che ritiene la nuova Diga imprescindibile. Lo dicono gli atti ufficiali, non Paolo Emilio Signorini. Poi, certo, anche a occhio nudo dovrebbe essere chiaro a chiunque che, con le nuove dimensioni delle navi, se non sono possibili accosti di due navi, una a Sampierdarena e l’altra alle Riparazioni Navali, questo è un enorme problema. Oppure basterebbe guardare ogni giorno il balletto nel bacino di evoluzione a cui sono costrette le navi per uscire dal porto”.
L’ultima obiezione che vi fanno è che andrebbe cambiato il progetto rispetto a quello attuale. Lei è disponibile eventualmente a rivederlo in corso d’opera?
“La Diga di Genova è l’unica opera che ha se-
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Un particolare della nuova Diga
guito scrupolosamente tutte le condizioni previste dalla legge, compreso il dibattito pubblico che prevedeva quattro ipotesi diverse, tutte ponderate. Siamo partiti addirittura prima della costruzione del nuovo ponte di Genova e abbiamo raggiunto la sintesi sul progetto attuale, ascoltando con attenzione anche le osservazioni del corpo dei Piloti del Porto. Mi risulta strano sentire che dovremmo cambiare il progetto”.
Quando vedremo la nuova Diga? Tempi biblici o qualcosa che sarà possibile toccare con mano a breve?
“A fine del 2026 sarà completata la prima parte, quindi parliamo di tempi brevissimi per un’opera pubblica di questa rilevanza”.
Ma sono previsioni ottimistiche o davvero sono date reali?
colore politico, né geografico, fino a qualche anno fa avrei risposto sì alla sua domanda. Invece, negli ultimi tempi, devo dire che l’aria è cambiata e – anche per l’ottimo feeling che c’è fra le istituzioni, su tutte Regione Liguria, Comune di Genova e Autorità Portuale – riusciamo a lavorare benissimo insieme. Un po’ aiuta il fatto che Comune e Regione abbiano lo stesso colore, ma soprattutto è decisivo il clima di consonanza intellettuale e umana fra tutti noi, che è un valore aggiunto enorme”. Una volta finita la Diga possiamo dire che quello che vedremo sarà il “porto di Signorini”?
“Certamente una volta completati i lavori dei quaranta cantieri che abbiamo aperti in questo momento e la Diga, avremo un quadro d’insieme di quello che sarà il porto del futuro”.
“Sono previsioni assolutamente realistiche, anche perché – una volta partiti – non sono prevedibili grandi interferenze sui lavori. Certo, saranno in mare aperto e quindi saranno legati anche alle condizioni del mare, ma non vedo particolari criticità”.
Tutto questo, i lavori per la Diga, le trenta opere pubbliche che stanno disegnando un nuovo porto, il piano dei lavori che potremmo definire “il porto di Signorini” sono come sempre più difficili a Genova, fra ricorsi e controricorsi?
“Al netto dei vari ricorsi, che però non hanno
A Carignano è stata riposizionata la statua di Raffaele De Ferrari, il Duca di Galliera la cui munificenza fu decisiva per costruire la vecchia diga. Lei si aspetta una statua di Paolo Emilio Signorini? Oppure a chi verrà fatta la statua se non a lei? A Bucci, a Toti, all’allora ministro Giovannini?
“Credo che alla fine, verrà fatta a chi inaugurerà l’opera. Ma va bene chiunque tranne me. A me basta che la Diga si faccia, perché è decisiva per il futuro del porto di Genova e dell’Italia”.
25 Genova Meravigliosa 2022/2 - PAOLO EMILIO SIGNORINI
MassimilianoLussana
Con la nuova Diga Genova sarà competitiva e porto realmente europeo
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La sinfonia da Camera (di Commercio) per far uscire Genova dall'isolamento
Luigi Attanasio, presidente Camera di Commercio:
"Con iniziative come il Libro Bianco sulle opere infrastrutturali, la tutela di Botteghe e Imprese storiche e Mirabilia, sosteniamo l'economia del territorio"
La Camera di Commercio di Genova, guidata dal presidente Luigi Attanasio e dal segretario generale Maurizio Caviglia, è stata la prima delle istituzioni genovesi a porre con forza il tema delle infrastrutture e dell’isolamento della città.
E poi è stata la prima ad insistere sulla necessità di fare squadra. Ed è stata la prima a puntare su una Genova turistica al di fuori degli itinerari tradizionali.
E, mai come in questo periodo, questa primogenitura di alcune battaglie è quasi il racconto di come sta cambiando Genova, anche nell’approccio ai problemi. E alla loro risoluzione.
Presidente Attanasio, perché insistete così tanto sulle infrastrutture, è un compito della Camera di commercio?
“Assolutamente sì. Da anni poniamo il problema di quella che possiamo considerare una continuità territoriale negata perché non è semplicemente un tema, è “il tema” cen-
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trale per lo sviluppo di un territorio. Dal 2020 redigiamo e aggiorniamo periodicamente, grazie alla collaborazione di Uniontrasporti, il Libro bianco sulle priorità infrastrutturali, un’iniziativa in cui ci offriamo come raccordo fra il mondo economico, la società civile e gli enti preposti alla programmazione, alla progettazione, al finanziamento, alla realizzazione e al controllo del processo delle infrastrutture liguri”.
Ma questi libri bianchi servono? Li scrivete, sono documentatissimi, e poi? “E poi innanzitutto li inviamo al presidente del Consiglio e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti”.
Pensa che li leggano? Sia sincero. “Le rispondo con molta trasparenza: dai due governi Conte – al netto ovviamente del nuovo ponte San Giorgio – abbiamo avuto poche risposte dai due ministri del MIT che si sono succeduti. Con il governo di Mario Draghi ed il ministro Giovannini le cose sono andate meglio”.
E i risultati, oltre alla lettura? Ne avete avuti?
“Il Ponte San Giorgio dopo il crollo del Morandi è stato ovviamente il risultato più importante. Ma per il futuro vedo bene l’ultimo miglio ferroviario, il Terzo Valico e il tunnel della Fontanabuona”.
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DI COMMERCIO
Genova Meravigliosa 2022/2
CAMERA
Le Botteghe Storiche hanno sempre più successo anche turistico
Eppure, nel Tigullio e soprattutto a Rapallo non tutti sembrano convinti dell’utilità del tunnel.
“Quelli che non sono convinti sbagliano, sbagliano molto, perché a mio parere potrebbe creare un circolo virtuoso come quello che c’è in Costa Azzurra. Chiunque ci sia stato almeno una volta sa che c’è sì il mare, ma anche l’entroterra è richiestissimo ed amatissimo dai turisti. Ecco, il tunnel avrebbe l’effetto di dare vita anche al nostro entroterra e le faccio qualche esempio per farmi capire meglio: pensi a un secondo campo da golf o a piste di kart o altre attrattive che il tunnel favorirebbe, in quanto finalmente facilmente raggiungibili. E poi penso anche a tutti i milanesi che sarebbero favoriti nel loro arrivo e ritorno a casa, con tempi di percorrenza molto minori e quindi le nostre località sarebbero ancora più appetibili”.
Insomma, non pensate solo alla Liguria, ma anche alla Lombardia? “Esattamente, dobbiamo allargare il nostro ra-
gionamento alla prospettiva di tutto il Nord Ovest e proprio per questo abbiamo coinvolto nel nostro progetto anche la Camera di Commercio delle Riviere, per segnalare i problemi delle loro province, perché per ragionare di isolamento occorre allargare i punti di vista, ad esempio coinvolgendo anche i colleghi lombardi e piemontesi, territori da cui c’è un notevole movimento in direzione della Liguria. In questo quadro, per noi la Voghera-Milano è importante quanto la Genova-Ventimiglia”.
Avete individuato gli interlocutori per parlare di tutto questo?
“Abbiamo molta fiducia nel fatto che Edoardo Rixi sia viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; è nella posizione ideale di interlocutore che può interpretare i nostri bisogni vitali. Genova e la Liguria, dopo anni di isolamento, sono finalmente al centro di un massiccio programma di investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, come il 5G e la BUL, la banda ultra larga, senza i quali l’economia del nostro territorio non ha futuro”.
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La sala di Palazzo Ducale per le giornate di Mirabilia a Genova
Insomma, lei crede anche nella Gronda? “Oggi è la priorità numero uno. Il progetto esecutivo è stato definito nel 2017 e da allora manca una firma che spero possa arrivare ora, chiusa la controversia con Autostrade per l’Italia per il crollo del Morandi. Per ricordarlo a tutti ogni giorno abbiamo acceso un ledwall in piazza De Ferrari che conta i giorni dal 7 dicembre 2017, il giorno in cui il progetto è diventato definitivo. Da allora si sono succeduti già quattro governi, quello di Paolo Gentiloni, i due di Giuseppe Conte e quello di Mario Draghi. Ci stiamo preparando a spedire la quinta lettera a Giorgia Meloni”.
Comunque, anche con tutti i problemi di mobilità per arrivare a Genova e dintorni, la Camera di commercio è riuscita ad essere motore del turismo, insieme agli enti locali, anche in settori non particolarmente conosciuti fino a pochi anni fa. Penso alle Botteghe storiche… “Botteghe e imprese storiche, tutti coloro che fanno attività da più di cent’anni, a Genova,
ma anche a Chiavari, a Camogli, a Sestri Levante e che costituiscono, di fatto un museo a cielo aperto e diffuso. Grazie alla collaborazione con il Comune di Genova, la Sovrintendenza e le associazioni di categoria le Botteghe storiche sono diventate un caso da manuale. Ma anche tutte le imprese di tutti i settori, dall’industria ai trasporti, dal commercio ai servizi, e sono in attività da almeno 100 anni hanno un’importanza notevolissima”.
Quante sono queste imprese ultracentenarie?
“Il registro è nazionale e viene aggiornato periodicamente da Unioncamere. Genova è addirittura prima in Italia, con 150 imprese storiche iscritte nell’ultima revisione del registro che risale al 2019. E tutto questo testimonia moltissimo sulla capacità di resistenza del nostro sistema economico e produttivo. Anzi, se mi permette, invito tutti coloro che hanno compiuto recentemente 100 anni a compilare la domanda attraverso il sito della Camera di Commercio entro il 20 dicembre 2022 per chi è diventato centenario nel 2021 e il 31 maggio 2023 per chi compie gli anni nel 2022”.
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Genova Meravigliosa 2022/2 - CAMERA DI
COMMERCIO
I loghi di Imprese storiche, Botteghe storiche e Locali di pregio
Camera di Commercio punta sempre più anche sul digitale
Se dovesse mettere una targa a questo museo diffuso cosa ci scriverebbe?
“Museo del saper fare, perché tramanda alcune capacità straordinarie. E in questo quadro stiamo portando avanti anche Mirabilia, un’iniziativa che ha portato per quattro giorni a Genova 450 operatori camerali, turistici e agroalimentari provenienti da quattro continenti e 23 Paesi del mondo. Mirabilia coinvolge le Camere di Commercio di città che sono sedi di siti Unesco patrimonio dell’Umanità ma escono dai tradizionali siti turistici come Venezia, Firenze, ovviamente Roma e in parte anche Napoli. Dieci anni fa siamo partiti in cinque, ora siamo in 18, con città come Matera che come Capitale della Cultura è cresciuta moltissimo e anche vicino a noi Pavia, La Spezia… Noi ovviamente l’abbiamo sperimentato con i Rolli Days, che abbiamo voluto coincidessero con l’evento di Mirabilia ed è stato un piacere vedere che nelle giornate dei palazzi aperti in alcune strade si faceva fatica a camminare per l’afflusso di turisti. Non dico che sembrava di essere a Venezia, ma insomma…”.
Perché “Mirabilia”? Siete latinisti voi delle Camere di Commercio? “Il nome nasce da “Mirabilia Urbis Romae”, che
erano una sorta di guide turistiche medievali scritte dai pellegrini diretti a Roma, ricche di informazioni pratiche sugli itinerari da percorrere e fa appunto riferimento a un tipo di movimento che era quello dei pellegrinaggi, dei cammini, non un turismo mordi e fuggi, ma un turismo riflessivo, pensante, slow, attento alla gastronomia e ai sapori dei territori, un po’ come lo era la via Francigena. Richiama in qualche modo il concetto del “Grand Tour”, i viaggi attraverso l’Europa del diciottesimo secolo. E oltre ai Rolli abbiamo mostrato ai nostri ospiti la mostra di Rubens, le Botteghe storiche, la prima di Maria Stuarda di Schiller con la regia di Livermore a testimonianza di come si possano produrre anche eventi culturali di altissimo livello. In tutto questo il Covid ci ha aiutato…”.
Presidente, è sicuro? Il Covid vi ha aiutato?
“Ovviamente parlo per questo ambito, perché la pandemia, forzatamente, ci ha portato a digitalizzare il processo di promozione turistica, con un effetto positivo che ora ci stiamo portando dietro. E questo vale anche per tutti i settori in cui siamo presenti con le nostre iniziative. Penso, ad esempio, a Genova Gourmet con cui abbiamo messo insieme i
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Le botteghe diventano un museo diffuso
ristoratori che rappresentano la nostra cucina, ma anche tutto ciò che è cucina tipica, prodotti tipici, anche il settore del bartender, che ha le sue radici proprio nella nostra storia…”.
Cioè Genova oltre alle banche, agli alberghi con i Rolli e a tanto altro ha inventato anche il bartender?
“Esattamente, la cultura dell’aperitivo nasce con i Transatlantici in partenza dalla nostra Stazione Marittima. E ci stiamo specializzando anche sul catering, coinvolgendo tutte le nostre aziende, sempre con un’attenzione riservata al territorio e alla cucina ligure”.
In tutto ciò che sta dicendo c’è sempre un’attenzione al “fare rete”. Pensa che in una città individualista come Genova possa essere una chiave di volta o è solo un sogno?
“Anni fa c’era un importantissimo imprenditore genovese che decise di vendere le sue
aziende, ma spiegò che non le avrebbe mai vendute, nemmeno una, a un genovese, per non correre il rischio di incontrare in via Roma qualcuno che aveva comprato qualcosa che era suo un tempo. Ecco, io penso che rompere il paradigma dell’individualismo esacerbato che è stato per lungo tempo la vera debolezza della nostra città, sia una svolta importantissima”.
Tutto questo però passa anche da una ripresa demografica. Lei ci crede?
“Credo che questo si potrà avere se le persone potranno immaginare un loro futuro stabile e prospettive stabili di crescita, è l’incertezza il massimo ostacolo. Ma proprio tutto ciò che le ho raccontato è la strada per offrire un futuro certo a tutti. Con le infrastrutture materiali e immateriali riparte anche la crescita demografica. L’economia del nostro territorio ha un futuro solo così”.
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Genova Meravigliosa 2022/2 - CAMERA DI COMMERCIO
MassimilianoLussana
Affollatissimi i giorni di Mirabilia
Con BPER, Carige non lascia, ma raddoppia il suo ruolo di banca del territorio
Matteo Bigarelli, direttore generale: "Le insegne resteranno quelle di Carige, a partire da quella di De Ferrari. Ma la banca sarà rafforzata anche dalle competenze di BPER e sarà il polo dell'economia del mare e dell'export ligure"
Lstoria di Carige non verrà cancellata e non lo sarà neanche il nome: l’acquisizione da parte del Gruppo BPER Banca, effettiva da pochi giorni, non significherà eliminare quel nome che ha scritto pagine importanti per il tessuto economico e sociale di Genova. A confermarlo è Matteo Bigarelli, direttore generale dell’istituto bancario genovese che ha avuto e ha il compito di gestire questa fase di transi-
zione. Una fase delicata, storica e, a suo modo, ricca di identità che vanno a intrecciarsi. “Quella che portiamo formalmente a compimento è un’operazione societaria che porterà all’integrazione di Carige all’interno di BPER Banca. In realtà si tratta di molto di più: BPER ha infatti riconosciuto in Carige un valore che va al di là dell’aspetto finanziario ed economico, legato alla forza del suo legame con questo territorio, con Genova e la Liguria. È un valore espresso nei numeri della banca, ma anche nel potenziale che l’istituto ha per tornare a essere una presenza viva in questa regione, un motore economico che per note vicende non ha potuto marciare a pieno regime”.
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La sede storica della banca
Ma cosa significa essere “banca del territorio”?
“Buona domanda, se ne parla da parecchio tempo: c’è una quantità di libri e convegni sul tema. Significa rispondere in maniera efficace alle istanze che la società e il tessuto economico di una determinata area esprime. L’Italia, lo sappiamo, è fatta da tanti campanili: ognuno è peculiare, anche dal punto di vista socio-economico. Anche la Liguria e Genova hanno le loro peculiarità ed essere qui banca del territorio vuol dire mettersi in sintonia con questo tessuto e dare delle risposte. Per questo dicevo che la presenza di Carige resterà forte: questa forza arriverà dalle persone, che rimarranno, e con le soluzioni, i prodotti e le competenze più importanti di quelle che Carige da sola poteva esprimere. E ci aiuterà avere un bilancio più solido, con un gruppo bancario rico-
nosciuto a livello nazionale per la sua importanza e serietà”.
Carige non sparisce: vuol dire che anche il nome e le insegne restano, non saranno un ricordo?
“Lo vogliamo assolutamente mantenere e valorizzare. Ed è la prima volta che il gruppo BPER fa un’acquisizione in questi termini: mantenendo il marchio. E questo conferma la forza di ciò che rappresenta Carige, che resterà presente e visibile per le filiali, ma anche con le insegne che abbiamo in luoghi importanti, come in piazza De Ferrari: così iconico che molti pensano che lo stabile della banca sia quello e non la sede dove ci troviamo in realtà. È chiaro, invece, che l’app di internet banking o il supporto documentale presenterà il logo BPER, ma ciò che è visibile e pubblico resterà brandizzato Carige”.
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Genova Meravigliosa 2022/2 - CARIGE BPER
Il caveau della banca
Ogni banca ha una sua specificità, diceva: cosa porterà BPER all’interno di Carige?
“BPER è una banca territoriale per vocazione: nasce in territori specifici, con la natura della banca cooperativa.
Oggi siamo il terzo o quarto gruppo bancario italiano, in base ai parametri che si vogliono osservare, e dunque deve saper dialogare con il tessuto economico a 360 gradi: persone, imprese, istituzioni.
Deve saper coniugare la capacità di investimento con lo sviluppo culturale, digitale, imprenditoriale e le peculiarità di un’area. Vogliamo portare le professionalità che ci sono in Carige e in BPER a sapersi confrontare con ciò che richiede l’economia del mare: il mondo dello shipping, della nautica, della cantieristica sono fondamentali per questa regione. E allora saremo il polo delle competenze legate all’economia del mare. Non solo: abbiamo compreso l’esigenza di promuovere la cultura d’internazionalizzazione delle imprese: e allora vogliamo portare le competenze che abbiamo sviluppato con l’export nell’Emilia Romagna per far crescere anche il mondo imprenditoriale ligure sotto questo aspetto”.
Genova è un micromondo che può essere particolare: come siete stati accolti dalla società genovese?
“Abbiamo parlato con i fatti: abbiamo messo in campo tante iniziative, in partnership con la Fondazione Carige e non solo, per far ve-
dere come il supporto della banca per eventi di promozione sociale, culturale, economico non manchi. Ovviamente come Gruppo BPER Banca potremo sostenere in maniera ancora più forte e con più risorse ogni tipo di iniziativa. Parleremo poco, agiremo molto”.
Un’ultima domanda: ma per Matteo Bigarelli cos’è Genova?
“Genova è una città affascinante, che non si lascia scoprire facilmente. Va scoperta nei suoi luoghi incredibilmente belli e relativamente poco conosciuti fuori da questo perimetro geografico. Va conosciuta nelle persone, la cui fiducia è da conquistare sul campo: non è facile, ma è un microcosmo stimolante, interessante da comprendere e vivere. Sto cercando di mettermi in sintonia con Genova e la Liguria nel loro insieme”.
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EdoardoCozza
Le insegne, compresa quella iconica di De Ferrari, rimarranno con il vecchio marchio
Con la metropolitana all’aperto la Valbisagno dà l’assalto al cielo
Matteo Campora, assessore ai Trasporti e alla Mobilità Integrata: “Quest’opera non solo migliorerà la viabilità, ma sarà anche autonoma energicamente, grazie ai pannelli fotovoltaici”
Si chiama SkyMetro il prolungamento sopraelevato e all’aperto della metropolitana che porterà da Brignole a Molassana in undici minuti con otto fermate e una capacità di nove mila passeggeri all’ora, un progetto rivoluzionario che porrà fine all’isolamento storico della Valbisagno, fino ad oggi l’unica zona della città senza metropolitana, nè linea ferroviaria. Sarà “uno dei perni della mobilità del futuro di Genova nel segno di una maggiore sostenibilità, efficienza e capillarità del servizio urbano di trasporto pubblico“, spiega l’assessore alla Mobilità sostenibile, Matteo Campora, che insieme al sindaco Marco Bucci a gennaio ha presentato il progetto all’allora ministro del Mims, il ministero dei Trasporti, delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini.
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Quali sono i quartieri interessati dal progetto, assessore?
"Le otto stazioni attualmente previste sono Brignole, Stadio, Parenzo, Staglieno, Ponte Carrega, San Gottardo, Sciorba e Ponte Fleming. In un secondo momento il percorso sarà prolungato fino a Prato per agevolare l’interscambio coi Comuni limitrofi".
Un progetto molto ambizioso e costoso. "Certo. Ma anche un progetto strategico per la città che ha ottenuto quasi 400 milioni di finanziamento dal Mims. Il finanziamento del ministero, è importante sottolineare, consentirà all’opera di rimanere pubblica".
Ci può dare qualche dettaglio sull’opera?
"Per avere ulteriori dettagli è sufficiente andare sulla pagina web del Comune che viene costantemente aggiornata.
Attualmente è spiegato il progetto di massima. La nuova linea è prevista a doppio binario per l’intero sviluppo, con scambiatori in prossimità delle stazioni di Brignole e Molassana, per permettere l’inversione di marcia dei convogli, e in prossimità delle stazioni di Staglieno e San Gottardo per garantire maggior flessibilità al sistema in caso di guasti o avarie. Sono previste due vetture motorizzate per ogni treno, ognuno dei quali avrà una capienza complessiva di 280 posti e sarà gestito da un sistema di segnalamento e automazione senza conducente".
Lo SkyMetro non è un semplice progetto di mobilità urbana.
"Il primo obiettivo, naturalmente, è quello di migliorare i collegamenti e gli spostamenti dei genovesi. Ma il progetto è stato valutato anche
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- SKYMETRO
Genova Meravigliosa 2022/2
La Val Bisagno sarà sempre più collegata al resto della città
dal punto di vista della sostenibilità energetica. La linea, infatti, sarà alimentata da pannelli fotovoltaici che ne determineranno una sostanziale autonomia e neutralità energetica".
A questo punto, il cronoprogramma cosa prevede?
"Il primo passo che sta facendo l’amministrazione locale è la valutazione delle offerte per l’affidamento del Project Management che dovrà garantire il rispetto dei tempi e dei costi del progetto, con attenzione soprattutto alla qualità e alla sicurezza dei lavori. Lavori che secondo le previsioni dovrebbero concludersi entro cinque anni".
Parliamo del percorso?
"Il percorso, lungo circa 7 chilometri, verrà definito nei dettagli al completamento del progetto di fattibilità tecnico-economica e della progettazione definitiva. Infatti, se nel tratto tra lo stadio e Prato la linea dovrebbe passare sulla sponda sinistra del Bisagno, più complesso sarà decidere su quale lato posizionare i piloni tra Marassi e la stazione Brignole".
Una scelta complessa sia dal punto di vista ingegneristico sia da quello sociale, che divide la popolazione residente. I contrari, riuniti nel gruppo denominato «Opposizione SkyMetro – Valbisagno sostenibile»
hanno chiesto al sindaco di tornare all’idea del tram.
"L’ipotesi di una linea tranviaria era già stata scartata dalla giunta comunale per i costi eccessivi e per le ricadute negative sulla viabilità della valle”.
Le preoccupazioni però sono comprensibili. "Certamente. Ma è scritto anche sul sito del Comune che il progetto è stato studiato per ottimizzare l’integrazione dell’opera nel contesto cittadino rispettando gli edifici e utilizzando materiali riciclabili.
Anche le stazioni sono studiate per facilitare l’accesso e ridurre al minimo gli impatti ambientali grazie a layout ad hoc e all’utilizzo di materiali di pregio. Inoltre il viadotto ad “U”,
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Una stazione della nuova SkyMetro
sul quale transiteranno i vagoni, è stato progettato per contenere il rumore e le vibrazioni. Le pile saranno posizionate in adiacenza alla sponda del torrente Bisagno. L’impatto sulla viabilità urbana, sia in fase di costruzione che in fase di esercizio, sarà minimo e sarà assicurato il mantenimento di tutti i collegamenti stradali esistenti".
Lo SkyMetro è l’unico progetto a cui state lavorando?
"No, fa parte di un piano di viabilità genovese molto più ampio che metterà in collegamento
la Valbisagno, San Martino, Piazza Corvetto, Dinegro, Via Cantore, la Fiumara fino alla Valpolcevera. Sono già stati approvati dal Comune di Genova, infatti, i prolungamenti della metropolitana nei tratti Brin-Canepari e Brignole-Martinez, oltre alla realizzazione della stazione di Corvetto. Senza dimenticare l’idea di una nuova linea metropolitana da Dinegro alla Fiumara con fermate in via Cantore e alla stazione ferroviaria di Sampierdarena".
Il percorso sarà il meno impattante possibile sulla valle
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FrancoCrosiglia
Meravigliosa 2022/2 - SKYMETRO
Genova
Genova 2030, ancor più meravigliosa e con sempre meno auto
Pietro Piciocchi, vicesindaco di Genova: “Dal Parco Urbano della Foce, che diventerà il più grande polmone verde cittadino, fino a Carignano alla mobilità, ecco la nostra città sostenibile”
PPietro Piciocchi, vicesindaco di Genova, nonché assessore al Bilancio, Lavori Pubblici, Manutenzioni e Verde Pubblico, e una serie lunghissima e importante di altre deleghe ha appena terminato un consiglio comunale fiume e una riunione di giunta imprevista. Ma, nonostante il superlavoro sorride guardando i rendering e i progetti avanzati del documento approvato nel 2019 dal Comune di Genova e battezzato “Agenda metropolitana sostenibile”, valutato positivamente dal ministero e premiato con le risorse relative.
“Si tratta di grandi progetti di mobilità urbana e sostenibilità ambientale” spiega Piciocchi. Gli obiettivi…. “Sono quelli elencati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e dalla Carta di Bologna. Sono quattro aree di intervento: Salute e benessere del territorio, Territori urbani, Territori aperti, Transizione ecologica”. Sembrano slogan, belli e impossibili da realizzare.
“Per niente. L’obiettivo concreto, spiega il testo, è creare uno spazio urbano sostenibile.
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La nuova pista ciclabile di corso Italia
Vogliamo che Genova, città di mare, diventi anche una città verde con la creazione del Parco della Foce. Con 36 mila metri quadrati sarà il più grande parco pubblico cittadino tra piazzale Kennedy e le pendici della Batteria Stella”.
Batteria Stella? Ne sentivamo parlare dai nostri nonni…
“Si, era sotto la rotonda di Via Corsica a Carignano, è stata disarmata a fine Ottocento. C’erano anche degli stabilimenti balneari che hanno chiuso poco prima della costruzione della Sopraelevata”.
Fa parte anche della nuova struttura urbanistica della città legata al Waterfront di Levante, il progetto nato dalla mente di Renzo Piano e donato alla città?
“Esattamente, sarà la prosecuzione della pas-
seggiata di Corso Italia nel Parco Urbano alla Foce del Bisagno”.
Nel pieno centro di Genova, praticamente. “Sì, ma non solo. E’ previsto anche il rifacimento della passeggiata di Voltri che era stata fatta in traversine di legno ormai deteriorate. Il piano prevede che la passeggiata partirà dalla nuova stazione di Voltri, si congiungerà con via Rubens, per proseguire fino ad Arenzano. E poi, non dimentichiamo il prolungamento del parco di Prà, rimanendo nel territorio di ponente”.
Anche nelle zone interne avete previsto degli investimenti?
“Innanzitutto, il recupero dell’Acquedotto storico nel tratto tra via delle Ginestre e Molassana.
L’Acquedotto andrà a connettersi col circuito dei Forti che sono uno spazio di svago naturale.
Genova Meravigliosa 2022/1 - MAURO FERRANDO
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Il nuovo Waterfront, un gioiello sul mare
Allo scopo è prevista la realizzazione della funivia dalla Stazione Marittima a Forte Begato con una fermata intermedia per gli abitanti del Lagaccio”.
scambio alla Foce sotto Piazzale Kennedy. E ovviamente andrà avanti il progetto per rendere Genova a misura di bicicletta che ci ha visto già realizzare in corso Italia una delle piste ciclabili più belle del mondo, in riva al mare”.
Che si va ad aggiungere a un nuovo piano per i mezzi pubblici?
La Funivia, lo Skymetro….
“Un obiettivo dei lavori è scoraggiare il più possibile l’uso dell’auto nel centro cittadino per ridurre l’inquinamento”.
Nel mirino del Comune c’è l’abuso dell’auto in città, quindi? “Il progetto prevede un parcheggio di inter-
“Un parcheggio di interscambio previsto nella storica rimessa Amt di via Bobbio, a Staglieno, e l’assessore alla Mobilità Integrata Matteo Campora sta studiando il piano di rinnovamento dei mezzi Amt con l’acquisto di una nuova flotta di bus elettrici. E sempre rimanendo in tema di riduzione dell’inquinamento, molto importante sarà l’elettrificazione delle banchine del porto che ridurrà notevolmente l’emissione di gas nelle zone di Dinegro e San Teodoro”.
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FrancoCrosiglia
Una fermata dello Skymetro
La funivia fra la Stazione Marittima e i forti
Noi architetti, i garanti della bellezza
Riccardo Miselli, presidente dell'Ordine degli Architetti: "I territori vanno valorizzati, senza tradirli. Noi siamo ponti fra la dimensione tecnica e quella umanistica delle nuove opere"
“O
ggi l’architettura è tempo”. Riccardo Miselli, 46 anni, presidente dell’Ordine degli Architetti di Genova, scardinando le comuni convinzioni, spiega come stia cambiando il mestiere dell’architetto e come nel tempo abbia riunito compiti sempre più complessi. A partire dal disegnare spazi e ambienti a seguito di una domanda, fino a concentrarsi sul linguaggio, per fare dell’architettura uno strumento di comunicazione. “Oggi a questi temi classici accostiamo la gestione dei processi, in cui il fattore tempo è sicuramente il vincolo più stringente, ma anche uno strumento di progetto a tutti gli effetti”.
Cosa intende con “gestire i processi”? ”L’architetto è il ponte tra la dimensione tecnica e quella umanistica, lo siamo sempre stati ma ora questo principio viene sottolineato anche dalla Comunità Europea. L’architetto è l’unico professionista con questa peculiarità. Gestire i processi vuol dire mettere a sistema i vincoli esistenti, interloquire con i soggetti coinvolti, coordinare le diverse professionalità, misurare la risorsa economica e, soprattutto, interpretare le potenzialità dei territori per valorizzarli al meglio senza tradirli”.
La casa del soldato
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Parlando di territorio... non si rischia, andando in giro per il mondo, di vedere nuove costruzioni tutte uguali?
”Il territorio è un palinsesto, una sovrapposizione di aspetti naturali ed antropici. Quello che dice è forse possibile in altri contesti, ma nella nostra città l’indissolubile rapporto tra nucleo urbano, infrastrutture e paesaggio rende di fatto impossibile, per fortuna, qualsiasi riproposizione di modelli validi altrove. Tuttavia, è fondamentale guardare e studiare quello che avviene nelle altre città... ricordiamoci come Daneri abbia con i suoi progetti arricchito Genova, interpretando con soluzioni locali i principi globali dell’architettura moderna”.
Tanti gli esempi di architettura moderna a Genova... ”Si, assolutamente. Un patrimonio di cui è però necessario capire cosa si voglia fare, perché in alcuni casi sono manufatti in stato di abbandono. La Casa del Soldato di Sturla, ad esempio, necessita di un sapiente restauro per tornare ad essere un punto di riferimento per la collettività. L’ex ristorante San Pietro alla Foce di Labò è una cerniera tra la città di Piacentini, Fuselli, Daneri e il waterfront di Levante. Dovrebbe diventare un centro di documentazione sulla nostra città, dove raccogliere i progetti del nostro Novecento assieme alle trasformazioni future”.
Oggi tutto questo è possibile?
”Con il PNRR abbiamo l’occasione di incidere sulla città come mai è avvenuto nel passato se
non nell’immediato dopoguerra. Nel 1972, il Rapporto Meadows dall’Università di Chicago stabiliva da lì a 50 anni, ovvero proprio oggi, sarebbero finite le risorse e, di conseguenza, la crescita. Per fortuna non siamo
arrivati alla fine del mondo, ma certamente abbiamo la consapevolezza di far parte di un contesto globale e che viviamo in una sorta di crisi permanente. Dobbiamo tutti prenderne coscienza a partire dalle questioni climatiche ed ambientali, oggi più che mai determinanti e sulle quali c’è moltissimo da fare”
Cosa manca a Genova per essere completamente meravigliosa?
”Lo Skymetro e la nuova diga rappresentano grandi opportunità, ma è necessario vedere la val Bisagno e la val Polcevera non solo come
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Genova vista dalla Torre Siat
val Bisagno e la val Polcevera non solo come luoghi di transito di persone e merci, ma territori di sviluppo. Perciò serve una visione d’insieme necessariamente complessa, efficace, duttile e autorevole. Una linea guida come lo è tutt’ora l’affresco del 2004 di Renzo Piano”.
C’è anche il tema del tunnel subportuale… ”Esatto. Penso sia importante accostare alle nuove e da tanto tempo attese infrastrutture una riflessione sulla mobilità, uno studio che valorizzi i principi della città dei 15 minuti e dei servizi di prossimità, temi che il nostro policentrismo urbano incarna in maniera latente e che va riscoperto con coraggio”.
ambientale, sociale e bellezza”.
L’Ordine degli Architetti che lei presiede cos’è chiamato a fare?
”A cent’anni dall’istituzione degli Ordini Professionali oggi siamo anche un soggetto attivo nella promozione dell’architettura sia in termini professionali sia culturali, attraverso la nostra Fondazione attiva dal 2012.
Siamo interlocutori con Soprintendenza, Regione Liguria, con il Comune di Genova, in questo caso attraverso la Conferenza Comunale per l’Edilizia che ha portato, in pochi mesi, ottimi risultati nel campo della digitalizzazione e di tante altre Pubbliche Amministrazioni. Presiediamo la Consulta Permanente per l’Edilizia, promuoviamo concorsi di progettazione e protocolli d’intesa tra enti, facciamo parte del coordinamento scientifico di diverse associazioni del territorio e molto altro.
Importante è anche la sinergia con il Dipartimento Architettura e Design, la quale ha permesso, grazie anche all’Amministrazione, l’avvio di un percorso di partecipazione al quartiere Diamante di cui andiamo particolarmente orgogliosi”.
Parliamo di giovani.
”Serve un legame forte tra la formazione universitaria e la professione che sta velocemente cambiando. Oggi esiste il tirocinio professionale: di fatto la migliore porta d’ingresso per avvicinare i neolaureati in architettura agli studi professionali”.
Insomma, siete i garanti del bello… ”La bellezza non è solo un’immagine da conservare ma è un obiettivo da raggiungere e poi mantenere, attraverso un equilibrio tra elementi naturali, sviluppo economico e benessere sociale. Oggi più che mai la Liguria ha le carte in regola per intercettare – grazie a noi architetti che ne siamo il tramite - le opportunità di sviluppo legate ai principi del New European Bauhaus ovvero sostenibilità
Cosa si augura per la città?
L’augurio principale è che si riescano a completare le opere previste. Come sappiamo i tempi imposti dal PNRR sono particolarmente stringenti, a partire da quelli destinati alla progettazione. È importante ribadire la centralità del progetto, di fatto lo strumento più efficace per portare a casa il risultato sperato”.
Monica Bottino
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Il convegno al Ducale per ricordare i cinquant'anni dalla scomparsa di Carlo Daneri
manomissioni connessioni (e azioni) trasversali
2022 — 2023
11.01 2023 — ore 9-13
Genova, Palazzo Ducale Salone del Minor Consiglio Oltre la Norma. Progettare per tutti
13.01 2023 ore 17
Genova, Villa Cambiaso Da Genova ad Anversa. Dialogo di architetture italiane nelle Fiandre
22.03 2023 — ore 17.30
Genova, Palazzo Ducale Salone del Maggior Consiglio 1968-1971 Live Centre of Information: da Pompidou a Beaubourg fondazione-oage.org
Gli appuntamenti di Manomissioni, il programma culturale della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova. Disordinare e rimontare, liberando l’azione da vincoli e convenzioni. Per un progetto consapevole, per una solida normalità.
Un piano storico per rivoluzionare la vivibilità del centro storico (e non
Innovazione, sicurezza, ma anche buone pratiche, accessibilità, commercio e luci che si accendono a presidio del territorio, progetti sociali e di inclusione per migliorare la fruibilità e la qualità di vita per chi risiede, lavora o semplicemente frequenta il centro storico di Genova. "Questa amministrazione si è posta un tema strategico e di grandissimo respiro, mettere mano alla riqualificazione di un centro storico che se non è il più grande d'Europa è il più grande d'Italia sicuramente, uno dei più belli in assoluto per varietà, ricchezza di eccellenze storiche e architettoniche. Un unicum al mondo e mettere mano a tutto questo è impegnativo e complesso, tanto è vero che per farlo sono arrivati finanziamenti per 137 milioni di euro, una cifra che faccio quasi fatica a pronunciare".
Genova Meravigliosa 2022/2 - CENTRO STORICO
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solo)
Mauro
Avvenente: "Da Prè al nuovo piazzale Kennedy un unico disegno urbanistico, ma differenziato secondo le peculiarità delle zone"
La loggia di Banchi
A spiegarlo è Mauro Avvenente, assessore alle Manutenzioni, al Decoro urbano e ai Centri storici, declinato al plurale e non a caso parlando del 'Piano integrato per i Caruggi', cuore del piano di rilancio del centro storico genovese, ambizioso progetto del Comune che come un contenitore racchiude oltre un centinaio di interventi e si articola a sua volta in 10 sottopiani che dialogano tra loro e comprendono tutte le professionalità e le direzioni del comune. Un lavoro costante per tenere insieme tutti gli aspetti sui quali si vorrà andare ad incidere.
contro di carattere tecnico alla partecipazione di associazioni, cittadini e rappresentanti di coloro che vivono il centro storico. Un'azione di coinvolgimento perché stiamo parlando di una trasformazione profonda e non si poteva non coinvolgere chi nel centro storico vive, lavora e opera".
Quando si parla dei vicoli della città vecchia spesso si parte spesso dalle contrapposizioni: movida e rumore o deserto e insicurezza, giovani e locali o residenti. Ora si passa al tenere insieme tutti questi aspetti, ognuno con le sue esigenze e peculiarità?
Un piano 'integrato' davvero a diversi livelli?
"Questo credo possa diventare un prototipo anche per il resto dei centri storici italiani perché ci sono dieci leader, ognuno per ogni singolo progetto, che interagiscono. La forza è nel concetto di 'integrato', e non poteva essere diversamente. Come affrontare un tema articolato come quello del centro storico se non facendolo in maniera integrata? Una volta alla settimana facciamo una riunione plenaria per monitorare l'andamento e i tempi di realizzazione di questo progetto, una volta al mese apriamo questo in-
"Il Piano è composto da interventi che non sono mirati su un aspetto soltanto, essendo una realtà molto complessa il centro storico mette insieme tante necessità. La riqualificazione urbana, le piazzette, le strade, le vie, la pavimentazione, la cura della rete urbana, l'illuminazione pubblica, l’illuminazione artistica. Poi c'è la parte del commercio, sulla quale sta lavorando l'assessore Bordilli con passione. Ci sono dei progetti che prevedono la possibilità di sostenere il reinserimento nel centro storico di attività commerciali di pregio che possano consentire di tornare a fare i propri acquisti nei negozi di prossimità. Ci sono aspetti di carattere sociale, un dialogo da aprire con tanti nuovi genovesi, ci sono gli educatori di strada per i ragazzi e poi la vigilanza e il presidio del territorio da parte delle forze dell'ordine, l'arrivo delle nuove telecamere, il contrasto alle attività illecite".
Qual è l'orizzonte temporale per portare a compimento questo piano di svolta? "Alcuni lavori sono già iniziati, altri stanno per partire con bandi di gare in avvio per altrettanti interventi ma l'impegno è finire tutto entro il 31 dicembre 2025, data limite che dobbiamo raggiungere assolutamente con tutte le carte in regola del progetto del Piano Caruggi portate a compimento. Non ci sono
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I trogoli di Santa Brigida
deroghe da questo punto di vista, ognuno si deve sentire impegnato a portare a compimento la parte di propria competenza perché è un impegno che ci siamo assunti nei confronti della città e dei genovesi".
Andando al cuore del piano, quanti interventi prevede?
"Sono oltre un centinaio. Abbiamo cercato di affrontare ogni zona partendo dalle sue specificità. Prendiamo le aree di Pré, Molo e della Maddalena: sono realtà che hanno problemi analoghi ma anche specifici. Per esempio su Pré l'amministrazione comunale ha intensificato in modo energico gli interventi della polizia locale per combattere lo spaccio di droga, mentre sulla parte verso Santa Maria di Castello e Molo c'è un tema che è al contempo un problema e una risorsa: la movida, che anima il centro storico sottraendo spazi alle attività illecite ma certe volte collide con la necessità di garantire il giusto riposo ai cittadini".
Come si superano gli aspetti più problematici?
"Su questo stiamo lavorando con i soggetti del terzo settore che gestiscono ad esempio i Giardini Luzzati per produrre un progetto che sarà anche questo un prototipo per l'abbattimento delle emissioni sonore, riducendo al minimo il disagio dei cittadini le cui abitazioni si affacciano su questi spazi che vengono utilizzati dai giovani per incontrarsi".
Si tratta delle ormai celebri 'nuvole anti rumore'?
"Cercheremo di limitare entro i termini di legge le emissioni sonore e l'inquinamento acustico, vorremmo davvero trovare una soluzione che
possa consentire di far convivere questo tipo di attività, la movida 'buona', con i cittadini che rivendicano il loro diritto a riposo".
Si è parlato anche tanto di spostarla, la movida, dirottandola su altri spazi.
"Il sindaco ha un progetto ambizioso e impegnativo per drenare la movida più rumorosa verso altre zone della città, si era parlato della
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Il centro di Genova è fatto anche di tante scalinate
zona della darsena ma ci sono anche altre opportunità che si svilupperanno non appena andranno a termine anche altri progetti importanti per la nostra città. Penso ad esempio a quello della funivia che porterà a valorizzare tutta la zona dei forti".
Poco distante c'è anche un altro grande progetto che è quello del Waterfront di Levante. È immaginabile in questo senso un collegamento proprio in riferimento alla movida?
"Perché no, il nuovo Waterfront diventerà una delle perle di questa città. Io credo che il connubio tra Renzo Piano e il sindaco Bucci stia dando dei frutti importanti. Non vale solo per il ponte San Giorgio, che è lì a dimostrare che in Italia se si riesce a ridurre la burocrazia si possono fare cose eccellenti; vale anche per quanto riguarda il progetto Waterfront. Tornando ai caruggi si è detto di come una fetta importante della loro valorizzazione passerà anche dalle attività, dal rivitalizzare il tessuto commerciale. In piccolo un esempio è quanto realizzato con la rigenerazione di alcune piazze del centro storico: nuova illuminazione, arredi urbani, pavimentazione ma soprattutto nuove aperture. Una partita - quella del commercio guidata dall'assessore Paola Bordilli - che ha visto arrivare le ultime tre inaugurazioni in piazza Ferretto, nello snodo cruciale con Salita Pollaiuoli e via dei Giustiniani, grazie al Patto di sussidiarietà del nuovo Sestriere del Molo. Una vineria, dove trovano spazio prodotti del territorio e cooperative sociali, poi Lostecco - birreria e cucina - e Artroom. Il Comune dopo il bonus Caruggi si è concentrato sul commercio per aiutare chi insedia attività artigianali e professionali in locali sfitti del centro storico, ha proseguito il percorso per un artigianato d'eccellenza con un bando per dare la possibilità di un contributo alle attività che scelgono di insediarsi in locali sfitti da almeno tre mesi, su piano strada e con vetrina, percorso in cui
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Le creuze: in un momento dal monte al mare
rientra anche il progetto di un 'distretto del jeans' proprio a Pré.
Nella parte legata al commercio del Piano per i Caruggi rientrano 200 nuove aperture in centro storico, 75 già traguardate, tra cui l'Occhialeria Sociale di via Pré, che vende occhiali con una caratteristica: l'essere accessibili a tutti, a livello di costi”.
di sicurezza. Ma c'è anche il lavoro portato avanti dall'assessore Bordilli, sulle nuove attività commerciali.
Poi ci sono i percorsi per poter trasformare quei locali che oggi sono in disuso in uno studentato, il nuovo museo di Fabrizio De Andrè, il lavoro su Piazza di Santa Sabina per realizzare una parete di roccia per appassionati di
Insomma, il rilancio è possibile e più a portata di mano di quanto si immagini? "E' una scommessa che Genova deve vincere e sono certo che ci riuscirà".
Come immaginate di colmare gap tra le due parti di centro storico, quella più viva e vissuta, rumorosa e caotica e quella più lontana dalla movida?
"Il sindaco ha dato indicazioni precise, intensificare le attività di presidio del territorio, ci sono stati contatti con il comitato provinciale
climbing, gli interventi sulla zona del ghetto. Un'infinità di interventi e devo dire che questa è davvero una cosa stimolante, visto che riceviamo dai cittadini suggerimenti interessanti perché poi alla fine per chi deve realizzare un'opera il consiglio di chi in un posto ci vive è determinante. Saranno i cittadini i primi a difendere e tutelare le opere in un volano virtuoso a cui tutti stiamo lavorando col massimo impegno".
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2022/2 - CENTRO STORICO
ValentinaCarosini
Genova Meravigliosa
L'ingresso di Palazzo Tursi
Genova.
La migliore destinazione per il tuo Natale. E per il tuo inverno
Genova, European Capital of Christmas, a Natale ha un’atmosfera magica. Tutta la città risplende di luci, di mercatini, di vetrine affascinanti, di splendidi presepi storici.
Ma Genova è una destinazione perfetta tutto l’inverno per un city break!
I Musei, i Palazzi dei Rolli patrimonio UNESCO, le chiese conservano tesori e capolavori inestimabili. Con i cieli limpidi d’inverno, la vista da Castelletto al tramonto è mozzafiato; così come lo sciabordio del mare, nei caratteristici borghi di Boccadasse e Nervi. Genova regala tante coccole per il palato, grazie ai piatti tipici della sua cucina, ancora più ricca a Natale: una tavolozza di colori e sapori!
Per chi prenota un soggiorno di almeno 3 notti a Genova fino al 22 gennaio, la città regala lo speciale City Pass Rubens 72ore: una card che comprende: l’ingresso alla mostra “Rubens a Genova” e ai principali siti legati a Rubens in città; altri affascinanti siti culturali; l’uso gratuito del trasporto pubblico. . https://www.visitgenoa.it/promo-hotel/
Rubens, l’inventore del Modello Genova
Costa, presidente di Palazzo Ducale: “Il Palazzo sarà sempre più legato alla città e lavoreremo per fare sempre più rete con ciò che c’è fuori, come collante sui temi generati da Genova”
Fare cultura non più solo tra le mura di un museo ma creando network per valorizzare il patrimonio storico e artistico di tutta la città che lo circonda. Le idee viaggiano veloci e arrivano a destinazione prima delle parole che oggi descrivono Palazzo Ducale di Genova come punto di partenza di una nuova visione del fare cultura che coinvolge tutta la città, con il suo patrimonio da riscoprire e da restituire al pubblico che arriva alla scoperta delle sue vie, dei suoi palazzi, della sua storia.
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Beppe
Meravigliosa 2022/2 - PALAZZO DUCALE
Genova
il Ducale è sempre più connesso alla città
Non tutto inizia e finisce con una visita al museo e ne è la sintesi del percorso dedicato a Pieter Paul Rubens, il primo ad intuire la presenza di un modello in Genova, da far conoscere e da portare in Europa. E sarà per questo anche che nella mostra 'Rubens a Genova' - centro dell'offerta museale 20222023 di Palazzo Ducale, si realizza il più grande progetto mai creato in città attorno ad un singolo artista. Il binario però è duplice, da un lato il museo e dall'altro il parallelo 'Genova per Rubens. A Network', l'ideale com-
pletamento di un'esposizione che esce dalle sale e si estende alla città per mostrare allo spettatore la ricostruzione di una società che folgorò ai primi del 1600 il celebre pittore fiammingo. Con un altro primato, quello di creare una rete diffusa per guidare il visitatore anche fuori dal palazzo accompagnandolo in un tour tra oltre 50 realtà, pubbliche e private, coinvolte in tutta la città nell'accogliere i visitatori.
Il tema del network e del coinvolgimento della città è l'obiettivo futuro, un nuovo ruolo per Palazzo Ducale che il presidente Beppe Costa immagina come "centro e collante di tante iniziative genovesi". "Nei prossimi mesispiega - cercheremo di dare anche una maggiore visibilità e centralità alla città e a tutto quello che produce insieme alle istituzioni, la-
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vorando insieme, in rete. Quello che vorrei è fare sì che si esca dal palazzo con qualcosa in più anche sui temi generati dalla città".
Centralità e diffusione che ritornano anche nelle parole di Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Ducale ormai di lungo corso.
Il 2023, come spiegato in occasione della presentazione del programma dei primi mesi del nuovo anno, parla di alzare l'asticella e spingere sull'acceleratore dell'internazionalità.
L'arrivo dell'Ocean Race a Genova sarà celebrato con una grande collaborazione internazionale e i 'Cinque minuti con van Gogh', performance in cui lo spettatore sarà a tu per tu con una delle ultime opere dell'artista. Poi i capisaldi consolidati, il Festival di Limes e i suoi protagonisti e la Storia in Piazza. Ma sopra tutti ci sarà Rubens, da cui ha preso le mosse tutta questa nuova fase. "E' lui - ricorda Bertolucci - il tramite dell'in-
ternazionalità di Genova, è il primo che l'ha codificata e ha parlato dei suoi palazzi. Nell'esposizione c'è il metodo, il rilievo, la catalogazione, la provenienza di opere da tutta Europa, un allestimento molto bello, un ottimo progetto scientifico: è una mostra che funziona. Registriamo punte di 1000 visitatori nelle domeniche, sono grossi numeri soprattutto in un momento in cui le mostre fanno fatica a recuperare dopo il covid".
Le nuove rotte guardano fuori dai confini del palazzo ma anche da quelli della città. "C’è un concetto che mi sta molto a cuoreracconta Bertolucci - il Ducale è la bussola culturale e proprio come una bussola può indirizzare in tutta la città; il network di Rubens ne è una prova. Quello che immagino per il futuro è l'ulteriore scatto in avanti del palazzo come motore della diffusione della cultura".
"Inoltre - sottolinea la direttrice - il Ducale non ospita solo mostre, ma produce eventi, ha una capacità attrattiva molto forte. Partire da lì per spingersi quindi verso la città. Mi piacerebbe un Ducale con i muri permeabili, che arrivi ai genovesi, agli ospiti".
59 Genova Meravigliosa 2022/2 - PALAZZO DUCALE
La strada è anche quella di coniugare offerta culturale e turismo?
"Si va verso l'ecologia e la sostenibilità del turismo; un turismo più lento e con misure minori: si può pianificando il futuro. Dato che Genova, come dice Renzo Piano, è una 'città
in mostra al Ducale, Veronica Spinola Serra. Da lì un'indagine lunga vent'anni che ha permesso di studiare e ricostruire il tessuto sociale, le abitudini e lo stile di vita ma anche nomi, cognomi, indirizzi, parentele, mestieri dei protagonisti di quella società che folgorò Pieter Paul Rubens tanto da portarlo a celebrare in un suo volume del 1622 i Palazzi di Genova, di cui quest'anno si celebra il IV centenario. Una fotografia della città e la sua élite, ma non solo.
"Da Veronica Spinola - spiega Orlando - è iniziata tutta la mia storia. L'avevo già studiata nel 2017, attraverso i suoi orecchini che hanno una foggia particolare a grappolo d'uva ed è scattata la ricostruzione della sua vita".
Un lavoro immenso, storiografico e di ricerca d'archivio, della durata di almeno due anni per ognuno dei personaggi protagonisti dell'esposizione, tra cui la stessa Veronica, ma anche Violante Maria Spinola Serra, 'la star' o anche 'la ragazza da Buscot Park', oppure Geronima Spinola Spinola con la nipote Maria Giovanna Serra. "La forza del progetto - prosegue ancora la curatrice - è che ognuna delle 120 opere è scelta per raccontare un pezzetto di questa storia, volevo che uscissero fuori le vite di chi è ritratto e il contesto della città. Io questi personaggi li
pudica' ha anche questo grande privilegio, deve essere scoperta. E possiamo farlo, mano a mano, dando delle chiavi d'accesso. Come? Con attività formative, accessibilità del patrimonio".
Se quella tra Rubens e Genova rientra nei canoni di una vera e propria storia d'amore, quello scoccato per la curatrice della mostra Anna Orlando è un colpo di fulmine nato da un dettaglio e da occhi abituati a cogliere i particolari: un orecchino a forma di grappolo indosso ad una delle protagoniste dei ritratti
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vedo, ormai è come se li conoscessi". La mostra, con un allestimento emozionale immerso nel blu delle sale e nella luce scenografica che mette ancora più in risalto la luminosità delle opere, si compone di sedici sezioni ospitate al piano no bile del Ducale, oltre un centinaio le opere esposte in tutto, provenienti da collezioni italiane e estere, tra cui 30 di Rubens - 18 autografe - più altri dipinti curati sotto la sua supervisione - e poi schizzi, incisioni e ispiratori del lavoro dell'autore. Nei ritratti i protagonisti della classe dirigente ge novese dei primi del 1600, le famiglie dell'alta società non direttamente nobile ma di mercanti, banchieri, finanzieri che faranno grande la città, commissionate dai Gonzaga, in particolare dal Duca di Mantova Vincenzo I per cui Rubens era pittore di corte.
"Ho cercato di ricostruire e documentare quante volte è stato a Genova - sottolinea Orlando - un posto che lo ha folgorato, una città colta come racconta anche un'ala della mostra. L'idea che 400 anni fa qualcuno dicesse che Genova doveva essere presa a modello è qualcosa di affascinante e importante e noi cerchiamo di attualizzarlo".
"Genova era una corte sui generis - ricorda ancora la curatrice - non era una reggia vera e propria ma una città governata da più famiglie secondo un sistema che consentiva stabilità, buon governo, pace, prosperità e questo tema della pace è fondamentale per Rubens che ha sempre vissuto in mezzo alle guerre nelle Fiandre; in Italia trova la pace, ma a Genova una pace ancora più particolare, dove c'è una borghesia che governa e che si sta affermando".
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Genova Meravigliosa 2022/2 - PALAZZO DUCALE
tegico nuovo di politica culturale?
"C'è la volontà - aggiunge Orlando - di far diventare realtà l'idea di lavorare in rete, e Rubens non è solo una grande vetrina internazionale per Genova, un'operazione di marketing territoriale e culturale che ha attratto quadri da tutta Europa. Oltre a questo rappresenta, speriamo, un nuovo modello".
Orlando si occupa di 'reti' culturali dai primi anni 2000 e con Rubens, spiega, ha visto nascere qualcosa che prima non c'era. "Quello che mancava - conclude - era che questa forza propulsiva e propositiva venisse irradiata sul territorio. Una volontà strategica a monte di trasformare uno slogan in una realtà sistemica, che prima non c'era e oggi c'è".
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ValentinaCarosini
A.S.Ter mette a muro l'amore per Genova, il verde e i giovani
Antonello Guiducci, ceo di A.S.Ter:
"La nostra campagna di manifesti racconta una società sempre più giovane e al servizio dei cittadini"
Una campagna per dimostrare ai cittadini la nostra presenza capillare sul territorio” Infrastrutture stradali e relativa segnaletica, impianti di illuminazione semaforica, aree
verdi, parchi e giardini pubblici anche di dimore storiche, cura del giardino botanico comunale e messa in sicurezza di argini, rivi, arenili e scogliere. E persino curiosità come la perfetta sincronizzazione degli orologi “griffati” del Comune.
Tutto questo e molto altro è A.S.Ter, l’azienda a partecipazione comunale che offre un ventaglio di servizi di cui ogni cittadino genovese usufruisce quotidianamente. Basta girare cinque minuti per la città per rendersi conto di come su ogni muro e dietro ogni curva, sui manifesti, sia presente il brand di A.S.Ter, traduzione muraria di questo grande lavoro. L’ingegner Antonello Guiducci, Amministratore Delegato di A.S.Ter, spiega la comunicazione che si vede sulle affissioni sparse in tutta Genova.
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Ingegner Guiducci cosa c'è dietro questa scelta molto pop?
“Per la prima volta A.S.Ter. si racconta attraverso una vera a propria campagna affissioni, ponendo l'accento sul cambio generazionale
conseguito in questi ultimi due anni e le sempre più specifiche competenze ottenute, settore per settore”.
I soggetti delle affissioni sono molto giovani, sono per caso dei modelli?
“Il volto di A.S.Ter., giovane e sorridente, parla attraverso le foto dei colleghi che si sono prestati con entusiasmo all’iniziativa, facendosi ritrarre al lavoro durante una giornata tipo. Gloria del settore verde, Fabian, Eros, Marco ed Emilio del settore impianti, Marlon e Stefano del settore strade appaiono, dai primi di novembre, su circa mille manifesti distribuiti per tutta la città, da Levante a Ponente, a dimostrazione della presenza capillare della nostra azienda su tutto il territorio comunale”.
Immaginiamo che ci stato un considerevole investimento pubblicitario dietro... “L’idea, fortemente voluta dal management, è stata realizzata a costi estremamente contenuti, anche grazie alla concessione a titolo gratuito degli spazi di affissione, in convenzione con la Civica Amministrazione.
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Meravigliosa 2022/2 - A.S.TER
Genova
I manifesti della campagna sono in tutta la città
I dipendenti sono i protagonisti della campagna
La campagna è stata sviluppata totalmente all’interno dell’Ufficio Comunicazione dell’Azienda che ha interamente progettato in autonomia concept, claim, fotografie, casting dei modelli per un giorno e costruzione grafica. Un esempio di gestione delle risorse particolarmente virtuosa, che comunque ha raggiunto risultati altamente professionali e di grande impatto. Su espressa volontà dei vertici dell’Amministrazione Civica, che ha apprezzato moltissimo sia il concept, sia l’esecuzione effettiva della campagna, si proseguirà con questa operazione di comunicazione di larga scala, per almeno un semestre, con altre iniziative di richiamo a mezzo stampa e sui canali social istituzionali”.
maestranze siamo riusciti a raggiungere. È una pubblicità sui generis che, veicolando contenuti utili alla collettività, nasce con lo scopo di rassicurare il nostro cliente finale, ov-
Non era sufficiente il gran lavoro che fate per la città a far conoscere A.S.Ter ai cittadini?
“Personalmente, in qualità di CEO, sono molto soddisfatto di testimoniare la mia esperienza di manager di A.S.Ter. comunicando, anche attraverso strumenti mediatici, le grandi trasformazioni che insieme alla Dirigenza e alle
vero il cittadino, in merito al nostro costante impegno per fornire un servizio al passo con i tempi e sempre più adeguato alle crescenti esigenze della città”.
State assumendo molti giovani e siete riusciti a rinnovare il vostro organico abbassando notevolmente l'età media…. “A.S.Ter. infatti, forte della propria esperienza ventennale nel campo della manutenzione, attraverso un serio percorso di riorganizzazione si è completamente rinnovata: ha cambiato volto e oggi, finalmente, appare giovane e desiderosa di fare del proprio meglio per rendere Genova ancor più… meravigliosa!”
66 AnnaPodestà
Il futuro del Galliera è già iniziato
I vertici dell’Ospedale Galliera: “Siamo l’ospedale della città, ma metteremo sempre più le nostre eccellenze a disposizione di tutto il territorio ligure”
Per molte cose oggi si parla di 'energia distribuita'. Il Galliera può essere un ospedale 'distribuito' come competenze sul territorio. Come il Gaslini è diventato l'ospedale dei bambini il Galliera può diventare, nelle sue eccellenze, l'ospedale regionale per alcune discipline. Si lavora per poterlo fare e questo è il futuro". Ne è sicuro Giuseppe Zampini, vice presidente dell'ospedale Galliera di Genova, che nel raccontare il passato, presente e soprattutto fu-
turo dell'ospedale della città, nel cuore di Genova, parte ribadendo un concetto: "L'ospedale - dice - non è né del direttore generale, né mio: è della città, ha la sua valenza storica, grandi competenze e rifarlo come abbiamo proposto è un modo per trattenere anche gli operatori di maggiore rilievo nazionale". Il pensiero va ovviamente al progetto di ristrutturazione del Galliera che, dopo anni di attesa, si avvia a vedere la luce. Partiamo dal capitolo nuovo ospedale, qual è lo stato dell'arte? "Nel 2013 eravamo già pronti - spiega Zampinioggi siamo in attesa di portare avanti il percorso che lo scorso 28 luglio ha individuato un soggetto offerente. Ci auguriamo
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“
Giuseppe Zampini
Adriano Lagostena
Il nuovo parco dell'Ospedale
che superi in maniera opportuna i criteri che abbiamo posto alla base del bando. E ci sono due ricorsi pendenti che dovremo tenere presenti ma speriamo che si superino. Se così sarà, l'ospedale si inserirà in 4 anni di attività a partire da metà del 2023 andremo al 2027".
Con 134 anni di storia il Galliera, nella sua ottocentesca magnificenza, oggi si avvia ad una rivoluzione negli spazi. Mentre quella nei servizi è già incominciata. "La normativa antisismica che oggi è alla base di tutti i criteri - prosegue ancora il vicepresidente - non consentirebbe di ristrutturare la parte vecchia, gli studi fatti circa 10 anni fa su una eventuale ristrutturazione, con i pazienti
dentro, avrebbe portato a una durata di 25 anni dei lavori e con costi pari a quelli di un nuovo ospedale. Per questo sono dispiaciuto dei ritardi, conto molto che l'intelligenza prevalga e si possa fare. Sarebbe positivo per Genova perché è una delle basi del programma sanitario regionale che prevede San Martino, Galliera e il futuro ospedale degli Erzelli".
Il Galliera è percepito come l'ospedale della città, molto diverso come target dagli altri anche per la sua collocazione nel cuore di Genova, che è il punto di partenza ma non necessariamente quello di arrivo, se parliamo di rinnovamento. "E' come ci fosse un innamoramento con
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La struttura storica verrà tutelata
'l'ospedale di Genova' - aggiunge Zampiniper molti è sempre l'ospedale della Duchessa, dicono 'vogliamo l'ospedale di Genova'. Al contempo c'è una fascia di ostacoli che non ho mai trovato in altri progetti. Il nuovo ospedale - sottolinea - sarà già costruito per adottare le tecniche di cura più aggiornate, in particolare le sale chirurgiche con la robotica. Il futuro è di telemedicina, di medicina preventiva, in cui si può organizzare meglio anche a livello digitale la tipologia di intervento".
Come lo immagina Giuseppe Zampini il Galliera di domani?
"Bello - risponde Zampini - la struttura la immagino bella. E questa sarebbe una zona assolutamente di fascino, a mio parere anche le abitazioni circostanti ne verrebbero rivalutate. Non si può pensare di bloccare un'opera come questa, le obiezioni giuste io le comprendo ma faremo tutto il possibile, senza che questo significhi non fare il nuovo ospedale".
"Il futuro - ribadisce il vicepresidente - dipende
Si parte da una città che ha ancora traccia di ospedali quasi quartiere per quartiere e si arriverà a tre grandi poli della sanità genovese. Quale sarà il tratto distintivo? "Io penso ci possa e ci debba essere una razionalizzazione delle varie discipline - ricorda il vicepresidente - Inserire vuol dire far parte di un sistema. Ultimamente ad esempio il Galliera ha dato un grosso contributo sul fronte covid perché è diventato l'ospedale che ha attivato più facilmente posti letto su richiesta della Regione".
poi anche dagli operatori che siamo capaci a trattenere; noi per ora abbiamo parlato del contenitore ma il contenitore deve ospitare un contenuto, e di alta professionalità. Il vero scopo è fare scuola, creare un percorso. All'interno del Galliera ci sono professionalità e discipline che lo possono fare, tanto è vero che la Regione ci ha chiesto, per quanto riguarda l'ortopedia, di fare un punto di appoggio a Rapallo e l'altro per l'urologia ad Imperia. Questo va apprezzato e servirà a ridurre le fughe verso l'esterno".
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Il Galliera sarà sempre più l'ospedale della città
Ed ecco che i progetti per il futuro dell'ospedale della Marchesa Maria Brignole Sale, Duchessa di Galliera, mettono le gambe e corrono oltre le mura ottocentesche del vecchio ospedale, fuori anche da quelle della città per arrivare al resto della Liguria. Percorsi in qualche caso già diventati realtà. Per Adriano Lagostena, direttore generale di lungo corso dell'ospedale di Carignano e che dopo quasi 18 anni dal primo di gennaio 2023 lascerà il suo posto a Francesco Quaglia, tutto questo si riassume in una definizione:
"Che cos'è un'eccellenza e come si identifica? A mio avviso in base a due elementi - spiega - da un lato la capacità di dare la migliore risposta alla persona, misurando l'esito. E dall'altro definendo la continuità assistenziale e la tutela del paziente. Una rete che si prende in carico un paziente e lo segue nel suo bisogno è una rete di eccellenza, all'interno della quale opereranno professionisti diversi in modo coordinato.
Un esempio? Le Breast Unit: qui a Genova ne abbiamo due. Il Galliera fa parte della Breast Unit della Asl 3, ha messo a disposizione le competenze che ha, l'oncologo, il radiotera-
pista e l'anatomopatologo. L'insieme e il coordinamento di tutto ciò garantisce una risposta di eccellenza".
Da modello centralista a modello diffuso, quindi?
"C'è una visione diversa della mobilità - prosegue Lagostena - tante persone accettano di andare fuori regione, si mobilizzano loro in un certo senso. Noi abbiamo pensato che invece il modello potrebbe essere quello di mobilizzare gli operatori".
L'idea è partita con una prima sperimentazione, mettendo in rete il centro per l’ortopedia protesica diretto da Claudio Mazzola integrando Asl4 e il Galliera. Poi nell'imperiese è nato il progetto del Dipartimento Interaziendale regionale di Urologia con la collaborazione tra gli urologi e gli anestesisti del Galliera e della Asl1, coordinato dal direttore della Struttura di Urologia del Galliera Carlo Introini. "Non è la prima volta che lo facciamo - sottolinea Lagostena - lo faceva già il dottor Gori, nostro chirurgo vascolare, su Lavagna. Il progetto di Mazzola sta per compiere un anno.
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2022/2 - GALLIERA
Genova Meravigliosa
La sede genovese lavorerà sempre più insieme al resto della regione
Un cittadino di Rapallo, di Lavagna o di Sestri Levante ora può andare a Rapallo a farsi operare, non più a Genova. Questo è il messaggio che si è voluto dare. Ci siamo quindi chiesti perché non farlo con qualcos'altro? La Regione ha chiesto al Galliera, avendo una struttura di urologia riconosciuta e di grande eccellenza, se potevamo dare una mano ad Imperia. Il progetto è iniziato tre settimane fa - aggiunge - ma quando sarà a regime mi auguro che i medici di base segnaleranno ai pazienti che ad Imperia c'è una risposta, senza necessità di andare fuori regione. Il concetto è quello di omogeneizzare le opportunità, avvicinando le persone per dare una prestazione eccellente".
Il futuro della sanità, come lo immagina?
"Noi - dice Lagostena - i robot di eccellenza li abbiamo già, i principali sul mercato che si utilizzano per l'ortopedia ad esempio, la chirurgia generale, la ginecologia o l'urologia. Ma non tutto si fa con il robot. Se parliamo di ospedali del futuro li immagino piccoli, gestibili, umani, snelli. Tra i 400 e i 600 posti letto, e non lo dico io è un modello che venne studiato da Veronesi
e Renzo Piano. Se fossero troppo grossi si perderebbe umanità".
"Se poi parliamo di orizzonti di cura - aggiunge ancora - vorremmo domiciliarizzare di più le prestazioni, soprattutto nei pazienti cronici. Lo stiamo già facendo con i pazienti oncologici, che per alcune cose non è necessario far venire in ospedale ma possiamo raggiungere noi a casa per visite esami o terapie, lo abbiamo fatto anche in epoca covid. E' un modo per personalizzare la terapia e renderla più efficace".
C'è anche il tema della tele-medicina. "Abbiamo - ricorda - un progetto di tele-dermatologia: ora un paziente che è a Tribogna e ha una lesione dermatologica non segue la solita trafila. Con un telefono il suo medico può inoltrare una foto ad un nostro dermatologo per la valutazione. È una forma di personalizzazione della cura che abbiamo avviato con Asl 3 con triplice effetto: il paziente riceve tempestivamente la diagnosi, si attiva un percorso con il medico di base e poi si dà la terapia giusta".
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ValentinaCarosini
The Ocean Race, il buon vento con cui Genova è sulla cresta dell’onda
Evelina Christillin, capo dello Steering Committee di Genova The Grand Finale: “Con questa regata il mondo arriverà a Genova, ma prima The Ocean Race porterà Genova nel mondo”
ostenibilità, ambiente, coraggio, condivisione, parità, rispetto.” Queste le parole d'ordine di The Ocean Race secondo Evelina Christillin, già presidente del Comitato promotore delle Olimpiadi di Torino 2006, oggi a capo dello Steering Committee di “Genova The Grand Finale”. The Ocean Race è l'Everest delle regate, una tra le competizioni sportive più impegnative. Da ormai cinquant'anni gli equipaggi affrontano questa sfida intorno al globo, e l'ultima edizione è stata vinta con un distacco di soli 16 minuti.
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“S
Ocean Race abbina l'aspetto agonistico alla sostenibilità
Quest'anno è in partenza il 15 Gennaio da Alicante per arrivare a Genova il 24 Giugno 2023. Cosa può dare e cosa può ricevere Genova da questo evento?
”Il valore di The Ocean Race per Genova, oltre al grande prestigio sportivo dell’iniziativa, è quello di promuovere la città nel mondo: le sue bellezze, le grandi attrattività, l’enogastronomia, il clima, le tradizioni. Ma anche i processi innovativi, una realtà in piena evoluzione capace di poter ospitare la fase finale di un evento di livello mondiale come quello che stiamo per vivere.
Prima che il mondo arrivi nel capoluogo ligure, The Ocean Race porterà Genova in giro per il mondo: incoronandola futura capitale mondiale della vela e, più in generale, della blue economy.
Genova è pronta a raccogliere la grande sfida che attende da anni: The Ocean Race è un appuntamento storico per la città ed un evento di rilievo per il panorama nazionale nel 2023, al punto che “The Grand Finale” ha ottenuto il patrocinio del Governo”.
Quali sono gli elementi chiave per rendere “The Grand Finale” il modello per
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Genova Meravigliosa 2022/2 - THE OCEAN RACE
un evento sportivo sostenibile? Quest’anno ci sarà anche una “tappa extra” alle Nazioni Unite… ”The Ocean Race è una straordinaria sfida sportiva unita a un forte progetto di sostenibilità. Dal capoluogo ligure è partito il Genova Process: un progetto ambizioso, finalizzato a redigere la bozza della Carta dei Diritti degli Oceani, i cui principi saranno presentati a Genova durante il The Grand Finale e consegnati poi all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York nel novembre del 2023. Il percorso, avviato da un team intercontinentale di massimi esperti e stakeholder a Genova lo scorso marzo, è proseguito con un Summit a Stoccolma il primo giugno - dedicato soprattutto alla parte più meridionale dell’Oceano e all’Antartide - un Innovation Workshop a Cascais e quattro eventi alla United Nation Ocean Conference a Lisbona, sempre a Giugno.
Si è tenuta poi una riunione all’ONU, promossa dai Ministri degli Esteri di Capo Verde e Monaco, con la partecipazione di rappresentanti permanenti di 22 Paesi e della IUCN e WWF. I prossimi summit si terranno in ordine ad Alicante, Capo Verde e in conclusione Genova. Motivo di orgoglio è la presenza nel gruppo di esperti del genovese Antonio Di Natale, biologo marino e consulente del Genova Process”.
Alla luce di questo ulteriore traguardo per la città, cosa direbbe a chi ancora la ritiene poco attrattiva per i giovani? ”Genova con The Ocean Race dimostra di essere una città di profilo internazionale, capace di attrarre eventi importanti e di accogliere un turismo di qualità. Siamo orgogliosi di poter ospitare la regata nel nostro mare, in un percorso che vedrà l’epilogo di questi due anni con le celebrazioni, nel 2024, di Genova capitale europea dello sport.
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La presentazione di Ocean Race al Salone Nautico
Le grandi manifestazioni sportive possono essere un’occasione di sviluppo e visibilità, purché venga coinvolta da subito la popolazione locale e si tenga ben presente la legacy - concreta e immateriale - che si intende lasciare, con relativa sostenibilità per la manutenzione e l’utilizzo delle infrastrutture. L’attenzione che si ottiene deve essere usata per spiegare tutto questo e per trovare nuovi modi per illustrare le ricchezze del territorio, a livello turistico, produttivo, artistico e formativo. Concludendo, l’evento sportivo deve essere il cuore di un progetto che parte molto prima e non si esaurisce con l’ultimo giorno di gare, ma lascia un’eredità di asset tangibili e non, da utilizzare con saggezza e prospettiva. Sin qui a Genova è stato fatto
molto lavoro. Sostenibilità, ambiente, coraggio, condivisione, parità, rispetto: queste le parole d’ordine del nostro The Ocean Race”. Siamo alla cinquantesima edizione di The Ocean Race, quanto è cresciuta la competizione durante gli anni? Quali sono i numeri oggi?
”Nell’ultima edizione, The Ocean Race ha attirato 2,5 milioni di visitatori nei villaggi, coinvolto 94.000 ragazzi nel learning program, 20.000 bambini nei workshop sulla sostenibilità e 28.071 ragazzi e adulti nel "Try Sailing". Sono stati 4.356 i media accreditati per 2,19 miliardi di audience tv news, 2,62 miliardi di lettori sulla carta stampata, 117.129 articoli online, 1,889 miliardi di social media post impressions, 200,7 milioni di social
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RACE
Genova
Meravigliosa 2022/2 - THE OCEAN
media video views e 168 milioni di interazioni social. Numeri che certificano lo straordinario valore del progetto in termini di promozione per Genova a livello globale. Lo sviluppo temporale di sei mesi e la distribuzione planetaria di The Ocean Race consentirà un’attività di promozione vasta e persistente, attirando l’attenzione sul territorio come destinazione turistica, ma anche come meta ideale per sviluppare impresa grazie alla continua crescita della città con investimenti pubblici e privati”.
sponsor e le imprese dell’eccellenza italiana avranno la possibilità di incontrare delle aziende estere per sviluppare nuove opportunità. La Liguria verrà promossa - anche grazie alle associazioni di categoria e alle Ambasciate coinvolte- tramite la promozione della nostra cultura, gastronomia, attrattività economica e turistica. All’interno della struttura sarà anche allestita una camera immersiva - sviluppata da ETT, azienda genovese del Gruppo SCAI- che trasporterà i visitatori direttamente nelle aree iconiche di Genova.
Genova avrà una sua business lounge nelle tappe della regata. Come verrà rappresenta? Come ne beneficerà la città? ”The Grand Final sarà una grande occasione di promozione ma anche un momento di festa con tanti eventi nel villaggio “Ocean Live Park” che sarà allestito nel nuovo Waterfront di Levante. Con l’inizio del 2023 Genova sarà protagonista nelle tappe di Alicante, Cape Town, Itajaí, Newport, Aarhus, The Hague con una “Business Lounge” in cui promuovere le proprie eccellenze a una platea internazionale che, nell’ultima edizione, ha superato i 2,5 milioni di visitatori. Nella Business Lounge gli
Non mancheranno contenuti sul nostro territorio: ad esempio la caratteristica panchina delle Cinque Terre, ricreata ad hoc per i visitatori che potranno immortalarsi con un selfie. Proseguendo nel percorso si arriverà a Genova, con una riproduzione della Lanterna e informazioni relative all’attività portuale e all’economia del mare. Si giungerà quindi all’area delle Botteghe Storiche, promossa in collaborazione con la Camera di Commercio di Genova, in cui si troveranno oggetti tipici come il mortaio del pesto e le ceramiche di Alassio. Poi un corridoio ricorderà i celebri carruggi e porterà all’area dedicata alla cultura. Infine al-
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l’esterno ci saranno le famose piazzette italiane, dove sarà possibile assaggiare prodotti tipici come caffè, gelato e pesto genovese”.
Come sarà organizzato l’Ocean Live Park al Waterfront di Levante?
”L’Ocean Live Park, dal 24 giugno al 2 luglio 2023, sarà il cuore pulsante di eventi e intrattenimento con numerose attività a disposizione dei visitatori di tutte le età. Si potranno visitare le barche protagoniste della regata e incontrare i velisti, ammirare i trofei delle due classi e avere informazioni sui diversi team. Non mancheranno momenti di pura festa come la “Parata degli Atleti” e la cerimonia di premiazione finale. Ci sarà un padiglione legato alla sostenibilità, in cui toccare con mano lo stato di salute degli Oceani, e un padiglione sull’Innovazione curato dal Blue District. L’ingresso al Villaggio sarà gratuito e sono attese oltre 350.000 presenze.
Il confronto con l’esperienza dell’Aia nel 2018 è d’obbligo: il villaggio olandese, sede del Grand Finale, ha raggiunto picchi di 127.500 persone per la In-Port Race e di circa 90.000 per l’arrivo per un totale di oltre 300.000 persone. Oltre ad appassionati provenienti da tutta Italia, sono attesi visitatori da Francia, Svizzera e Germania. L’arrivo, previsto per il 25 giugno, verrà trasmesso live sugli schermi del villaggio dove sarà possibile vedere le ultime ore della tappa”.
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Meravigliosa 2022/2 - THE OCEAN RACE
AnnaPodestà
Genova
Videconsulto con la salute nelle Farmacie Comunali Genovesi
Marco Dario Rissoglio, direttore generale di Farmacie Comunali Genovesi: "Con una APP sarà possibile accedere a tutti i servizi delle farmacie. E prepariamo il blister personalizzato di medicine per i pazienti, anche a domicilio"
Sessant'anni esatti di presenza sul territorio con lo scopo di fornire, soprattutto alla popolazione più svantaggiata, una migliore assistenza sanitaria. E' il 1962 quando il Comune di Genova, avvalendosi della possibilità concessagli dalla legge, decide di esercitare il diritto di aprire farmacie per la vendita diretta al pubblico. Sono cinque le prime Farmacie Comunali Genovesi: a Sestri Ponente, in via Bur-
lando, in via Coronata, in via Melegari e in via Quinto. Attualmente sono nove e con una mission precisa: “Ci prendiamo cura del benessere del cittadino ascoltando le sue esigenze, proponendo un’offerta di prodotti selezionati per quanto più possibile naturali, biologici ed ecocompatibili con una profonda conoscenza delle loro prestazioni per offrire consulenze qualificate, favorendo e sviluppando attività orientate alla prevenzione e al sostegno sociale. Desideriamo raggiungere il maggior numero di potenziali pazienti e clienti con tutti gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione per rendere il nostro rapporto più intimo e aderente alle mutevoli esigenze.
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Le farmacie genovesi sono sempre più informatizzate
La nostra azione è rivolta a coniugare qualità e competitività, ma anche sostegno alle persone più fragili o in difficoltà in quanto intermediari preferenziali fra il Cittadino e il Comune di Genova nell’ambito dell’incarico ricevuto”.
Un anno e mezzo fa Marco Dario Rissoglio, 57 anni, laurea in economia aziendale, è stato nominato direttore generale delle Farmacie Comunali Genovesi dal sindaco Marco Bucci con un compito preciso, sviluppare certamente il più possibile i servizi continuando a prestare grande attenzione ai contenuti sociali, ma anche aprire alle nuove tecnologie. E Farmacie Comunali Genovesi non solo non vuole restare indietro, ma addirittura attraverso una nuova app si pone addirittura all'avanguardia.
Ma procediamo per gradi, dottor Rissoglio. "Intanto partiamo dal presupposto che la nostra azienda deve essere certamente attenta ai bi-
lanci, ma non deve distribuire gli utili e quindi i profitti vengono rinvestiti sviluppando servizi a forte valenza sociale e alzandone il livello qualitativo. Da quest'ottica abbiamo individuato i servizi sui quali concentrarci”.
Prima mossa un blister di farmaci personalizzato per i pazienti cronici politrattati. “Ognuno di loro assume una media di 6/7 farmaci al giorno, numeri di una certa importanza ai quali bisogna dare le giuste attenzioni. Spesso infatti il paziente, soprattutto se anziano, tende a non assumere correttamente la terapia a causa di confezioni troppo simili, numero elevato di pastiglie da prendere o, ancora, eventuali dimenticanze. Fattori che inducono ad una scarsa aderenza terapeutica con conseguenze sulla salute del paziente che non rischia più di raccapezzarsi in quel mare magnum di pillole. La soluzione offerta da Farmacie Geno-
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Tutto è moderno per offrire sempre nuovi servizi ai clienti
vesi è un servizio esclusivo che permette di avere a portata di mano la propria terapia medicinale con estrema facilità, riconfezionando e raggruppando i medicinali in un nuovo blister. Il percorso da seguire è molto semplice, dopo che il medico ha prescritto la terapia indicando le informazioni necessarie, il paziente non dovrà fare altro che recarsi in farmacia, acquistare i farmaci e affidarne la gestione ad uno dei nostri farmacisti che predisporrà il blister personalizzato. Il tutto a titolo gratuito per chi è esente ticket, mentre per gli altri il costo sarà di un euro al giorno. C'è anche la possibilità al costo di 6 euro di ricevere il blister a domicilio”.
Già da diverse settimane è stata anche sviluppata una preziosissima applicazione che permette di accedere ad altri utilissimi servizi. “Una volta creato gratuitamente, il proprio account è utilizzabile sia da telefono che da computer, è la prima applicazione che ti permette di accedere a tutti i servizi di una farmacia in maniera semplice e intuitiva. Intanto chiariamo subito che la finalità non è quella di ecommerce ovvero una piattaforma di acquisti on line. Ma a chi avesse la necessità di acquistare un farmaco forniamo anche il servizio 'prenota e ritira' in modo di evitare il disagio di un viaggio a vuoto in farmacia ed avere invece la certezza di trovare il medicinale di cui si ha necessità. Basterà indicare i codici delle ricette, senza contare che anche in questo caso si può avere la consegna a domicilio al costo di 6 euro basta farne richiesta via email o semplicemente attraverso un sms o un whatsapp”.
Altro importante uso dell'App è la possibilità di prenotazione al Cup per esami, visite specialistiche e diagnostiche. “Al paziente sarà sufficiente inviarci il codice della prestazione prevista e potrà anche indicare le sue preferenze riguardo la data e la struttura ospedaliera preferita. Il servizio è totalmente gratuito”.
Il futuro è la telemedicina e Farmacie Comunali Genovesi non vogliono dunque farsi trovare impreparate. "Proprio così: noi diamo la possibilità di interagire di persona come se il nostro interlocutore fosse fisicamente presente in farmacia.
Si preparano i nuovi blister
Si può avere una consulenza, un consiglio prezioso e senza l'obbligo di acquistare. L'uso della nostra app è davvero molto semplice e può essere utilizzata senza problemi da chiunque”.
GessiAdamoli
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Genova Meravigliosa 2022/2 - FARMACIE COMUNALI
DA GENOVA ALLE AUTOSTRADE DEL MARE
Il porto di Genova, cuore della Città d’adozione di Aldo Grimaldi, è da sempre la nostra “casa”.
Il luogo che ospita la nostra storia, in cui siamo sempre ritornati dopo aver percorso le mille rotte di una lunga avventura imprenditoriale.
Percorsi che ci hanno portato lontano, per aprire nuovi orizzonti.
Abbiamo sviluppato innovazione e tecnologie per consolidare una tradizione che vede protagonista il mare, il grande mondo che unisce popoli e culture.
Abbiamo tracciato nuove vie d’acqua e continueremo a farlo.
Per dare valore a Genova, la nostra Città.
Via XII Ottobre 2/151, 16121 Genova - Ph. +39 010.27.95.021
Un Teatro (inter)Nazionale e anche locale
“Anche con la ristrutturazione del teatro Ivo Chiesa
sempre più alla città e ai suoi giovani”
Il teatro come opera collettiva e luogo di partecipazione che, attraverso i classici, può fornire una mappa per esplorare il presente e spalancare le porte del futuro. E' il filo rosso che tiene insieme due tra gli spettacoli cardine della stagione del Teatro Nazionale di Genova, Le Troiane in scena a inizio dicembre e poi l'Agamennone, primo capitolo dell'Orestea di Eschilo - in cartellone la prossima primavera - due pièces che hanno in comune la destinazione dello spettatore, dal teatro greco all'attualità. Un lavoro che, per dirla con le pa-
role del direttore Davide Livermore, racchiude il senso profondo del concetto di 'fare teatro' "riconoscendolo come un luogo di loro appartenenza in cui le persone vengono per essere presenti nella celebrazione della stessa comunità".
"Un teatro - spiega Livermore - è sempre lo specchio di una città e di una comunità in trasformazione. Ed è veramente impressionante quanto si possa capire della società in cui viviamo in base al tipo di partecipazione e di comunicazione che c'è con la gente".
Genova Meravigliosa 2022/2 - TEATRO NAZIONALE
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Davide Livermore,
ci apriremo
Il Teatro Nazionale è tra le anime della vita culturale genovese, come si inserisce nel contesto di cambiamento che sta vivendo la città?
"Genova è in profondissima trasformazione, si sta risollevando e il teatro ne è una cassa di amplificazione, non politica nel senso di partitica ma nel senso della partecipazione sociale. Il Teatro nazionale di Genova è un'eccellenza in questa città, lo è per la sua storia e dalla sua fondazione. E' uno dei teatri più importanti in Italia e storicamente in questo teatro si è fatta tantissima arte e tantissima cultura. Una cosa che amo pensare è che la qualità della proposta culturale a qualsiasi livello in una città o in un territorio sia capace di dare illusioni, speranze e svariate altre cose che si possono sintetizzare con la definizione di 'qualità della vita', che è anche senso di appartenenza, di partecipazione e di comunità. Il senso del 'teatro pubblico' muta con i tempi, ma con un desiderio sempre profondo di restituire alle persone e alla comunità qualcosa che appartiene alle persone e alla comunità stessa: il teatro".
Tutto questo si riflette nel lavoro che si fa per creare una stagione teatrale, attraverso quale percorso si snoderà il cartellone dei prossimi mesi?
"I fili conduttori sono diversi. C'è la restitu-
zione dei classici, cioè portare in scena i classici ma con il più grande rispetto possibile del testo. Maria Stuarda ad esempio è stata messa in scena senza una riscrittura. La riscrittura è un lavoro anche bello ma che a mio avviso non deve competere ad un Teatro nazionale perché parte dal presupposto che il testo originale sia sempre conosciuto da parte del pubblico. In quanto teatro pubblico abbiamo anche questo tipo di responsabilità, chiamiamola di approfondimento o educativa e formativa. Il secondo filo è il rapporto con il teatro dei ragazzi e le scuole che abbiamo a tutti i livelli. L'altra gamba fondamentale è la drammaturgia contemporanea che trattiamo con la stessa dignità dei testi classici. Abbiamo bisogno di andare a scoprire e so-
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I maneggi di Gilberto Govi in scena per Natale e fine anno al teatro Ivo Chiesa
stenere testi scritti oggi, capaci di diventare dei classici e di poter essere un momento di riflessione sul nostro tempo".
Poi c'è il tema del rispetto profondo della memoria, che è parte integrante del lavoro.
"Da quando sono diventato direttore ho desiderato profondamente restituire e amplificare momenti di memoria attraverso il premio Ivo Chiesa. Per esempio il lavoro fatto sul G8 risponde perfettamente ad una delle caratteristiche fondamentali del nostro teatro, il 'teatro-documento'. Spettacoli come 'Cinque giornate al porto' o come 'Il processo di Savona' hanno raccontato un modo di poter fare della cronaca una riflessione artistica profonda".
Non solo artistica, ma anche sociale in qualche modo?
"Un teatro pubblico sicuramente ha la mission di dover mettere in scena degli spettacoli ma la verità è che parlare a un territorio, essere una cassa di amplificazione di alcuni temi, è indicare anche un'etica, un ambito di valori entro cui ci si muove e i valori fortunatamente ormai non sono più di tipo ideologico o politico, ma sono soprattutto di sviluppo dell'attenzione all'umano che c'è nella nostra comunità".
Tornando ai classici e ad Agamennone quali sono le particolarità di questa produzione che vedremo sul palco nei prossimi mesi?
"Ci sono due aspetti sui classici, l'intervento
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FERRANDO
Genova Meravigliosa 2022/1 - MAURO
Agamennone di Davide Livermore - Foto di Michele Pantano
registico per comunicare un testo, come decoder, non attraverso la manipolazione del testo stesso. E il secondo che è un aspetto puramente politico, perché tutti i testi greci hanno un riflesso su aspetti politici determinanti del nostro tempo e di tutte le contemporaneità in cui sono stati messi in scena. L'Orestea è uno spettacolo particolare: Agamennone, che quest'anno ha inaugurato il Festival di Siracusa, è una co-produzione con INDA, l'Istituto nazionale di dramma antico di Siracusa; questo spettacolo ha avuto la media di biglietti venduti più alta nella storia dell'Istituto nazionale di dramma antico, che è ultracentenaria".
Un testo che ha in sé i 'germi' di tanti temi cruciali e attuali, da quello della giustizia a quello della guerra. "C'è un'ambientazione temporale che è veramente da 'caduta degli dei'; siamo sostanzialmente negli anni '40, il sangue e l'epica della tirannia nazifascista in qualche modo sono sovrapponibili con le vicende di Agamennone e Clitemnestra; ma l'aspetto che in assoluto mi emoziona di più dell'Orestea è che ci racconta di una storia che si perpetua tra padre e figlia, madre e figlio, figlio e madre e così via, in una
linea di sangue terribile, instancabile che vedrà arrestarsi grazie all'intervento di Atena che creerà il tribunale degli uomini con delle leggi che possano realmente regolare la vita civile. Il vero tema è che ognuno di noi ha dei carichi esistenziali che gli sono stati dati e che hanno portato i nostri avi prima di noi. Carichi di oscurità che in qualche modo chiedono di essere illuminati per spezzare un circolo vizioso".
La proposta culturale del Teatro Nazionale ha un doppio binario, quello con il territorio in cui nasce e quello rivolto all'esterno.
"C'è un aspetto importantissimo, che è la porta all'internazionalità e al locale. Un teatro è uno dei luoghi che deve amplificare naturalmente quella che è la potenzialità del locale, tanto nello scoprire talenti e svilupparli in modo che possano essere lanciati e andare in giro per il mondo, quanto un aspetto legato al rapporto con la gente, con le persone che vorremmo tanto e facciamo di tutto perché possano riconoscere il teatro come un luogo di loro appartenenza. Ma più siamo capaci di parlare al locale e al nostro territorio, più diventiamo automaticamente capaci di parlare e aprire porte all’internazionalità. Questo è un
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Il teatro ha un occhio attento all'agenda Onu
altro aspetto che noi abbiamo profondamente nel cuore, la nostra inaugurazione doppia di quest'anno che vedeva uno dei più grandi teatranti del mondo, lo svizzero Milo Rau, con Grief & Beauty al Teatro Modena è una dimostrazione di questo intento, parlare al nostro territorio e essere attrattivi per i teatri nel mondo".
Un sogno e un progetto concreto da portare a compimento nei prossimi anni? "I sogni non si raccontano, si realizzano. Quello che che so che è e sarà intenzione profonda di tutta la dirigenza del teatro è fare in modo che questo teatro continui e sia sempre
di più lo specchio della società, un luogo di aggregazione per i giovani, importantissimo per gli studenti e per la gente che continua a rappresentare l'identificazione del valore che una società può esprimere. Tra i progetti concreti che andremo a realizzare c'è poi la ristrutturazione della facciata e della sala del teatro Ivo Chiesa in Corte Lambruschini, la nostra sede principale. Vorremmo farlo diventare davvero un grandissimo luogo di attrazione e attrattività. Una sorta di grande ed emozionante luogo inclusivo e speciale dove le persone possano sentirsi accolte attraverso la cultura".
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ValentinaCarosini
NAZIONALE
Genova
Meravigliosa 2022/2 - TEATRO
Molta attenzione è fatta alle produzioni per ragazzi
Dai vaccini al Fascicolo, la rivoluzione digitale che migliora la vita dei cittadini genovesi
Castanini, amministratore unico di Liguria Digitale: "I nostri strumenti sono riconosciuti eccellenze in Italia e in Europa"
Enrico
PPer raccontare l’impatto sulla vita di ciascuno di noi di Liguria Digitale, basterebbe leggere un sondaggio, realizzato con il metodo scientifico e tutti i bollini della situazione, firmato da un ente terzo come l’Università degli Studi di Genova, che certifica che i giudizi molto soddisfatti o moltissimo soddisfatti di “Prenoto Vaccino” - il sito realizzato da Liguria Digitale per Regione Liguria per prenotare i vaccini - sono l’83,1 per cento. Percentuale che sale fino ai confini del 90 per cento se si considera chi comunque ritiene sufficiente il servizio. Insomma, gli scontenti sono poco più del 2 per cento e probabilmente sono quelli a cui quel giorno funzionava male il wi-fi casalingo.
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Meravigliosa 2022/2 - LIGURIA DIGITALE
Genova
La sede di Liguria Digitale ha valorizzato gli Erzelli
Infatti, il portale ligure sulle prenotazioni dei vaccini è stato preso a modello da altre Regioni, mentre alcune, anche blasonate, dovevano alzare bandiera bianca, prendere atto che i loro sistemi informatici non funzionavano bene e affidarsi in corner all’apposito portale di Poste Italiane, una sorta di pronto soccorso per salvare la campagna vaccinale. Enrico Castanini, lei di Liguria Digitale è amministratore unico e direttore generale. In confronto alle vostre percentuali di apprezzamento, l’aggettivo “bulgaro” è riduttivo. Cosa si prova di fronte a percentuali simili? Anche perché in altre analoghe strutture non funziona propriamente allo stesso modo.
“Ovviamente non può che far piacere, ma più che cullarci sugli allori, ciò che ci interessa è migliorare costantemente e dare sempre più strumenti ai cittadini. In questo quadro “ Prenoto Vaccino”, nato come piattaforma per la prenotazione antiCovid in tutte le sue decli-
nazioni, dalla prima alla quinta dose e dose speciale, ora è “Prenoto Vaccino” nel senso più completo ed è possibile utilizzarla anche per altre vaccinazioni, a partire dall’antiinfluenzale, che è possibile prenotare anche contestualmente alla quarta o quinta dose del vaccino per il Covid, con l’indicazione della prima data utile, della sede più vicina e di tutte le possibilità alternative. E un po’ alla volta allargheremo la piattaforma anche a tutti gli altri tipi di vaccino. Due dati possono aiutare a comprendere nel migliore dei modi l’importanza di questa piattaforma: in totale, su “Prenoto Vaccino” sono state prenotate tre milioni 392mila 537 dosi, con un picco in un giorno solo di 72mila e 94 prenotazioni”. Erano i giorni in cui tutti correvamo a vaccinarci e ricordo l’ansia e l’emozione con cui seguivamo il vostro lavoro e l’esordio di questo sistema di prenotazione. “Sono state notti intensissime e dovevamo predisporre tutto affinchè il sistema reggesse
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un afflusso massiccio, senza lunghi tempi d’attesa e cercando di venire incontro il più possibile alle esigenze dei cittadini. I numeri ci dicono che il risultato è stato positivo”.
Il rischio di tanto successo di Prenoto Vaccino, non è quello di emarginare un po’ la fascia della popolazione, soprattutto quella più anziana, meno abituata alle nuove tecnologie?
“In verità gli altri strumenti tradizionali di prenotazione, gli sportelli del CUP, gli appuntamenti telefonici, le farmacie e tutti i modi con cui si è prenotato prima dell’introduzione della piattaforma funzionano comunque. Ed è importante chiarire che anche queste altre forme di prenotazione passano da Prenoto Vaccino. Insomma, l’unica differenza è fra l’uso diretto della piattaforma o tramite l’intermediario che può essere l’operatore del CUP, fisico o telefonico, il medico, il farmacista….”.
E l’evoluzione di tutto questo, che è Prenoto Salute, a che punto è? “Siamo a due fasi già completate delle tre previste. La prima è quella delle visite radiologiche, già tutte prenotabili anche on line. La seconda è quella delle seconde visite. La terza ed ultima sarà quella che renderà possibile prenotare tutti gli esami di laboratorio, sempre con la possibilità di avere a disposizione una scelta di date, orari e sedi dove andare”.
Quante sono le visite già prenotate attraverso Prenoto Salute?
“Nel momento in cui le sto parlando, 17mila 519, oltre 11mila delle quali nella Asl3, quella genovese”.
Tutto questo è piaciuto molto anche fuori Genova e lei è chiamato a fare da testimonial ai progetti di Liguria Digitale in giro per l’Italia e per il mondo, una sorta di missionario delle piattaforme di preno-
tazione e in generale di uso dell’informatica in sanità….
“Non nego che mi ha fatto molto piacere il fatto di essere stato l’unico informatico chiamato al recente congresso nazionale dei chirurghi italiani che si è svolto a Riva del Garda, in mezzo ovviamente a tutti medici. Fra tutte le venti regioni italiane, è stato scelto il nostro progetto e questo ci riempie di gioia. In particolare, è stato apprezzato anche il progetto di Liguria Digitale per Regione Liguria che permette ai parenti in attesa dell’esito di un’operazione di essere informati in tempo reale dello stato di avanzamento di un’operazione. Ora siamo stati invitati a presentare questo lavoro, sempre su richiesta dei medici, anche a un convegno internazionale a Sofia”.
Ma “Liguria Digitale”, fra virgolette, fa anche molto per Genova digitale, senza virgolette. Come va il Fascicolo del Cittadino?
“Molto bene, il Comune di Genova con questo strumento che abbiamo creato per loro, offre sempre più servizi al cittadino ed ha creato un modello virtuoso e di successo che, con la collaborazione di ANCI, verrà esteso a livello ligure”.
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Meravigliosa 2022/2 - LIGURIA DIGITALE
Genova
Quali servizi sono ottenibili con il Fascicolo del Cittadino? Come cambia la vita di un genovese che ci accede?
“Chiunque di noi, a partire da chi semplicemente vuole un certificato anagrafico o richiedere una borsa di studio può verificare la comodità e l’importanza di questo strumento, che permette di evitare code o lunghe attese agli sportelli, oppure di verificare lo stato dei propri pagamenti di alcuni tributi, come la TARI o lo stato di avanzamento delle pratiche edilizie o rinnovare tutti i permessi di Genova Parcheggi. Ma ultimamente il Comune di Genova ha aggiunto anche informazioni che possono essere anche di Protezione Civile, con una mappatura completa del proprio indirizzo di residenza e l’indicazione della pericolosità idrogeologica, dei rischi di incendio e di frane. Oppure lo stato di avanzamento delle pratiche Arpal e delle verifiche impiantistiche, ma anche i certificati di agibilità. Ma potrei continuare con centinaia di altri esempi…”.
Ma i cittadini lo usano? A volte l’impressione è che vinca l’abitudine e quasi una passione per le code agli sportelli. “I numeri sono in crescita e le reazioni di chi lo usa sono assolutamente positive.
Credo che questo strumento, nato da un’ottima intuizione di Marco Bucci e implementato in continuazione anche grazie ai suoi imput, sia il nostro futuro. Proprio per questo il fatto che ANCI stia lavorando per estendere il servizio agli altri Comuni liguri è davvero un segnale di attenzione ai cittadini”.
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MassimilianoLussana
Prenoto Vaccino ha funzionato molto bene
Cent’anni di storia per rimorchiare il passato nel futuro
Gregorio Gavarone:
“Riteniamo MSC l’investitore ideale per consentire a Rimorchiatori Mediterranei un nuovo capitolo di crescita, continuando la grande storia di questa società”
Una storia iniziata un secolo fa, anche se l’esperienza armatoriale della famiglia Gavarone risale alla fine dell’Ottocento, quando, da costruttori navali a Varazze, decisero di acquistare tre velieri in ferro per avviare un’impresa di trasporto di carichi secchi. Poi il trasferimento a Genova e, nel 1922, l'unione della Gazzo Gavarone con altre società del settore diede vita alla Rimorchiatori Riuniti.
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Rimorchiatori Mediterranei è una realtà sempre più importante nel mondo
E' il primo aprile: nasce la più grande flotta di rimorchiatori d’Italia e del Mediterraneo e la società che avrebbe servito il porto di Genova per i successivi cent’anni. I primi due amministratori delegati sono Giovanni Gavarone e Oreste Romolo Cichero, direttore è nominato Angelo Pescetto. Cento anni dopo un altro avvenimento epocale: la cessione a Msc del 100% della Rimorchiatori Mediterranei (sede
a Genova ma presente in altri 16 porti nel Mediterraneo ed in 35 nel mondo), il pezzo più pregiato del gruppo che fa capo alle famiglie Gavarone e Delle Piane. “Mille non più mille, diceva Nostradamus. Ma il fatto che abbiamo deciso di vendere nel nostro centesimo anno di storia è solo una coincidenza”, dice Gregorio Gavarone, presidente esecutivo di Rimorchiatori Riuniti.
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- RIMORCHIATORI
Genova Meravigliosa 2022/2
Un'operazione, secondo gli analisti del settore, da un miliardo di euro. “Negli ultimi anni è stato fatto un lavoro eccezionale per permettere a Rimorchiatori Mediterranei di diventare una delle società di rimorchio leader nel mondo. Ora, in virtù della sua rete globale nelle operazioni marittime e portuali, riteniamo Msc l'investitore ideale per consentire a Rimorchiatori Mediterranei un nuovo capitolo di crescita”, ha commentato Gregorio Gavarone. Un avvenimento epocale che dentro di sé ne racchiude un altro: la definitiva uscita delle grandi e facoltose famiglie genovesi dal loro porto, Rimorchiatori Riuniti era infatti l'ultima sopravvissuta. “Il fenomeno riguarda tutto il mondo, questo è il tempo dei grandi gruppi globali”, ha dichiarato Gavarone.
In occasione del centesimo anno di attività per festeggiare il compleanno è stata allestita una grande mostra (progettata ben prima che iniziassero le trattative per la cessione del gruppo): “Rimorchiatori Riuniti from Genoa to the world 100 years anniversary”.
Al Galata Museo del Mare, nella sala Armatori, sino al 9 gennaio il visitatore, attraverso un simulatore, potrà persino provare l'espe-
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Cent'anni hanno fatto grande la storia dei Rimorchiatori a Genova
rienza di pilotare un rimorchiatore all'interno del porto di Genova in diverse condizioni meteo marine.
E poi una selezione di dipinti di Giorgio Oikonomoy, Raimondo Sirotti, Valérie Trentin, Leonard Sherifi, Stefano Bortolin e Andrea Giovannini, provenienti dalla collezione pri-
dal 1922, hanno contribuito al successo di Rimorchiatori Riuniti sui mercati internazionali. Se il nostro gruppo ha saputo raggiungere risultati straordinari è grazie al contributo e all'impegno di tutti i suoi dipendenti che negli anni lo hanno accompagnato nel suo percorso di crescita".
vata di Rimorchiatori Riuniti. Ma anche dodici modellini che riproducono alcuni dei rimorchiatori che hanno fatto parte della flotta, dal 1922 ad oggi, e tre grandi videoproiezioni che raccontano attraverso le immagini il lavoro in mare degli uomini e delle caratteristiche imbarcazioni arancioni. Insomma, qualcosa davvero da non perdere. "Questa mostra - ha detto Gregorio Gavarone all'inaugurazionevuole essere un tributo a tutte le persone che,
Una storia affascinante, lunga cento anni, ma l'attività di rimorchio è ancora più antica. "Le navi a vela arrivavano in porto, non c'era vento e avevano bisogno di essere trainate per arrivare alla banchina - ricostruisce Gavarone - Prima erano barchette, bastava una barca a remi per portarle, poi sono cresciute le navi e sono cresciuti anche i rimorchiatori".
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GessiAdamoli
RIMORCHIATORI
Genova Meravigliosa 2022/2 -
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Mira Mira la nuova Rivarolo: nell'area logistica green, servizi al quartiere e aree sportive
Alberto Pezzotta, amministratore di Cospe: "L'esperienza di lavorare a Genova è stata positiva, è una città in cambiamento, con grande voglia di fare da parte dell'amministrazione"
Ilavori procedono molto bene, abbiamo in questo periodo completato le demolizioni e la bonifica di tutti gli edifici, quindi diciamo che oggi ci troviamo di fronte ad un'area completamente libera. Partiranno subito le nuove opere sulla viabilità e di servizi al quartiere, in primavera avvieremo le ricostruzioni”. Il rilancio dell'ex Mira Lanza di Genova prende quota, Alberto Pezzotta, amministratore unico di Cospe, l'azienda di Bergamo che opera sull'area di Rivarolo, disegna così i prossimi step nel percorso che da qui ad un paio d'anni vedrà rinascere dopo decenni d'attesa il polo nel cuore della Valpolcevera, destinato a diventare un centro strategico e polifunzionale per la città.
L'area Miralanza come era
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L'area Miralanza come sarà
"Le demolizioni sono terminate, pensavamo di metterci un anno, invece nell'arco di otto mesi siamo riusciti a chiudere l'iter. Hanno riguardato un'area da 40mila metri quadrati, diciamo che nel contesto di Genova oggi questo spazio sembra ancora più grande di com'è in realtà. Uno smantellamento da oltre 300mila metri cubi durato circa otto mesi, adesso siamo nel pieno dell'iter urbanistico che sta proseguendo, con il Comune abbiamo firmato da poco la convenzione e si stanno completando le ultime istruttorie dopodiché ci sarà il rilascio dei titoli edilizi sia per la costruzione che per le urbanizzazioni".
Nelle tre immagini, ecco come diventerà la nuova area che cambierà la vita di Rivarolo
La sua azienda si occupa di riqualificazioni urbane, su Genova avete scommesso sul rilancio di quest'area che ospitava una ex fabbrica di sapone, da anni in attesa di un restyling. Nove milioni l'investimento, chiusa la “fase uno” adesso si entra nel vivo delle operazioni per restituire questi spazi alla città.
"I lavori partiranno con la primavera, per la costruzione stimiamo di chiudere l'iter dal momento in cui abbiamo il rilascio dei titoli in circa due anni. Partirà subito la parte legata alle opere di urbanizzazione, che è importantissima e prevede la modifica alla viabilità di via Lepanto con una rotatoria, l'allargamento della strada e poi l'opera più particolare che è l'allargamento del sottopasso ferroviario esistente. Dopo prenderanno il via anche le opere per la costruzione degli edifici. La grandezza dell'edificio è quella prevista dalla convenzione, circa 35mila metri quadrati divisi tra varie tipologie che ospiteranno logistica, terziario e piccoli spazi commerciali".
Diventerà un'area di servizi per il quartiere, come la immagina a lavori terminati? "Stiamo facendo ancora delle valutazioni, avevamo già delle idee però adesso parte la fase veramente concreta; la logica dell'inizio prevedeva da subito di dedicare spazio da un lato alla logistica leggera e green che può dare servizi
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alla città, poi ai negozi di quartiere; ci sarà sicuramente un supermercato all'interno e uno spazio per gli uffici. Il fatto di partire con la commercializzazione di questi spazi porterà anche nuove idee. Stiamo valutando con il Comune la possibilità di insediare qui una piastra sanitaria e sarebbe molto importante per il territorio e per il quartiere. Poi ci saranno spazi pubblici di aggregazione, troverà posto un parco con attività sportive sempre al servizio del quartiere. E queste sono le opere che partiranno per prime insieme alla parte della viabilità. Tra le attività ci sarà un campo polivalente per pallavolo o basket, poi aree giochi per i bambini. La nostra priorità è dare servizi al quartiere".
I residenti cosa si aspettano rispetto al progetto?
"Ci chiedono quando sarà finito, c'è urgenza e voglia di vederlo completo e di avere di fronte un'area riqualificata".
spero, mi auguro, che questa riqualificazione possa dare il via anche ad ulteriori operazioni per migliorare servizi e qualità di vita".
Imparando a conoscere questa parte della città, che negli ultimi anni ha attraversato grandi difficoltà, qual è l'esigenza che emerge?
"Sicuramente mi ha dato l'impressione di una zona che ha bisogno di essere riqualificata e
Questo è il vostro primo lavoro a Genova, che idea si è fatto della città?
"La vedo assolutamente come una città in cambiamento; anche parlando con gli imprenditori che ho avuto modo di conoscere in questi mesi, la percezione diffusa è quella di una città importante, dove c'è tanto da fare e dove è presente una forte volontà di fare, in particolare da parte dell'amministrazione".
Tradotto, la sua esperienza è stata positiva?
"Mi piacerebbe sicuramente lavorare ancora su Genova, l'esperienza finora è stata assolutamente positiva ed è molto bello il percorso che è stato fatto, quindi sicuramente potranno esserci in futuro altre attività. Ma in questo momento siamo concentrati su questa. Preferiamo affrontare una cosa alla volta, ma quella cosa farla bene".
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Genova Meravigliosa 2022/2 - COSPE
ValentinaCarosini
2023-2025, tre anni d'oro per la cultura a Genova che va in rete
"La cultura diventerà una rete fra tutti gli enti, non più separati, ma legati fra loro e al resto della città"
Tra opera, teatro di prosa di Livermore, quello che facciamo al Ducale e tanto altro è il periodo della cultura per Genova”. Lo ricorda Marco Bucci, sindaco del capoluogo ligure, a margine di uno dei tanti appuntamenti presentati negli ultimi tempi in città. Le parole riportate dal primo cittadino sono state pubblicate sull'inserto culturale del quotidiano economico-finanziario “Il Sole 24 Ore” e Marco Bucci ne fa un giusto vanto sia guardando a ciò che è stato fatto fin qui (con il fiore all'occhiello della riuscitissima mostra a Palazzo Ducale su Peter-Paul Rubens), ma anche proiettandosi a tutto che ciò che Genova ospiterà in ambito culturale.
Un programma ricco, con il calendario del prossimo triennio 2023-2025 praticamente già definito: un biglietto da visita che potrà
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Marco Bucci:
“
Genova riserva tesori nascosti, spesso sconosciuti anche a chi ci vive
solo essere reso più ricco, goloso, accattivante senza che diventi ridondante. Perché ce n'è davvero per tutti i gusti: “Lavoriamo assieme per il sistema-città. Dobbiamo vedere la cultura nei prossimi tre anni a Genova come una 'rete' – ha spiegato Bucci presentando l'ampio e dettagliato programma –perché non ci sarà più soltanto un ente che fa un lavoro, ma dovrà essere legato a tutto il resto, un nuovo modello a beneficio di tutti quelli che ci vengono a visitare e di chi vuole
investire nella nostra città perché c'è un territorio culturale che funziona”. Seguendo un rigoroso ordine cronologico partiamo dal 2023, che avrà la novità degli spettacoli all'aperto del Teatro Nazionale, che diventa itinerante e sarà ancora più integrato nel tessuto cittadino. Genova, che ha sempre guardato ai mondi lontani grazie alla sua natura curiosa e aperta al viaggio in ogni senso, ospiterà anche una mostra sull'arte asiatica e islamica con la fondazione Bruschettini;
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Genova
Meravigliosa 2022/2 - LA CULTURA A GENOVA
tornerà ovviamente il Premio Paganini: dopo il successo del giovane talento italiano Giuseppe Gibboni, il concorso per i violinisti emergenti ha sempre più respiro internazionale grazie agli ambasciatori recentemente nominati e alla presentazione del premio in quel di Parigi.
Ma non è tutto, perché si celebrerà il 190° anniversario della nascita dell'incisore Edoardo Chiossone con una serie di iniziative a ri-
guardo. E poi anche lo sport avrà un respiro culturale: in occasione dell'arrivo della Ocean Race, con la tappa conclusiva che sarà di scena per la prima volta in Italia e a Genova, ci saranno eventi collaterali che guardano molto da vicino il mondo dell'arte e della cultura.
Nel 2024 Genova farà un viaggio nel tempo nel Medioevo con decine di eventi, mostre e anteprime culturali. Apriranno al pubblico due edifici come la Torre Grimaldina e la
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Anche i Palazzi delle istituzioni sono vere e proprie opere d'arte
Torre Embriaci. E sono previste novità per il patrimonio Unesco riconosciuto nella città della Lanterna: oltre ai Rolli, insomma, ci sarà di più. Sarà l'anno in cui i massimi esperti mondiali di Medioevo arriveranno nel capoluogo ligure per raccontare la città di quel tempo.
Il triennio si concluderà nel 2025 con un viaggio nell'arte contemporanea: al Castello d'Albertis arriva una mostra internazionale di
illustratori dei giorni nostri. Ma che gli eventi culturali siano a 360 gradi lo dimostra il fatto che ci sarà spazio per i pittori fiamminghi, per una mostra su van Dyck, per i libri dell'editoria indipendente con “Bookpride”. E poi il filone dedicato al mare e quello ai grandi genovesi, come Ambrogio Spinola, soggetto dei ritratti dei maggiori artisti della storia: “Abbiamo persone incredibili nella nostra storia: vanno valorizzate” spiega Bucci. Nei tre anni di tempo l'obiettivo è proprio quello: dare valore a Genova guardando al passato e scoprendo il futuro.
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Genova Meravigliosa 2022/2 - LA CULTURA
GENOVA
EdoardoCozza
Tre anni di meraviglia
Dalle facciate la scalata da Genova al mondo
Simona Filice, brand manager di Edilizia Acrobatica:
“Mantenere la testa dell’azienda a Genova costituisce una grande opportunità per il territorio ligure”
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nuove tecniche sono usate anche per i restauri di zone storiche
Le
diliziAcrobatica S.p.A. nasce a Genova nel 1994 dall'intuizione del fondatore, oggi amministratore delegato, Riccardo Iovino. Oggi l’azienda conta più di 100 sedi tra Italia, Francia, Spagna e Principato di Monaco ed è quotata alla Borsa di Milano e Parigi. La sua storia affonda però le radici nel cuore della nostra città - il centro storico - dove Riccardo si propone di aiutare un amico a pulire una grondaia. Grazie alla sua esperienza con le funi (a dire il vero cime) e le altezze, vista la sua passione per la barca a vela, l'allora skipper pone le basi per il tratto distintivo del nostro modo di fare edilizia: la possibilità di lavorare in quota in assenza di ponteggi.
Quanto alla ricompensa, una cena ed una bottiglia di vino oltre alla consapevolezza dell’immenso potenziale di questo servizio. Come per tutte le innovazioni, la paura della novità e il "si è sempre fatto così" hanno inizialmente ostacolato lo sviluppo del progetto, soprattutto considerando che in Italia la tecnologia della doppia fune e la relativa sicurezza erano sconosciute.
Il servizio si rivela particolarmente competitivo, infatti i lavori svolti nei punti meno accessibili di Genova hanno messo in luce una serie di vantaggi innegabili, come il libero accesso a balconi e terrazze, la possibilità di continuare a godere della luce, nonché la totale eliminazione del rischio di intrusione dall’esterno.
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ACROBATICA
Genova Meravigliosa 2022/2 -
EDILIZIA
A raccontarci come fa un'azienda edile a partire da Genova e quotarsi in borsa è Simona Filice, Group Chief Brand Manager e Marketing Officer di EdiliziAcrobatica S.p.A.
Cosa è cambiato in questi 30 anni? Qual è stato il segreto per crescere?
“Un momento sicuramente determinante è stato il 2007, con l'ingresso in azienda di Anna Marras - oggi Chief People Officer - che aggiunge alla ricetta acrobatica un ingrediente fondamentale: la soddisfazione delle nostre persone. Intorno a questo valore abbiamo costruito la carta d'identità di tutto il gruppo. L'assunto di fondo è che l'impresa non è un'entità astratta, ma una realtà fisica composta da individui. Permettendo ad ogni individuo di rea-
lizzarsi e riconoscendo il suo valore, l'insieme funziona in modo più efficiente e il cliente se ne accorge.
Oggi, trent’anni dopo, la società conta circa 1600 persone sparse in Italia e in Europa.
Abbiamo infatti alcune sedi nella Francia meridionale, la sede di Barcellona - inaugurata quest'anno - e l’intenzione di continuare questa espansione internazionale”.
La sede principale è Genova, ma tramite il franchising servite un mercato molto più ampio. Come funziona?
Un nostro punto di forza è sicuramente la distribuzione capillare dei point commerciali, presso cui ci si può rivolgere per informazioni su prezzi e tempistiche dei nostri servizi.
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Grazie all’estesa presenza fisica sul territorio, abbiamo la possibilità di entrare in contatto diretto con i clienti, spiegare loro il nostro modus operandi e facilitare la risoluzione dei loro problemi.
Siamo stati tra i primi a sviluppare un franchising nel mondo dell’edilizia operativa. Gli imprenditori che si uniscono alla famiglia acrobatica decidono di investire nel nostro progetto, consapevoli di avere alle spalle una casa madre, che, con la sua esperienza trentennale, può facilitare loro il lavoro sul campo”.
Vi abbiamo visto calarvi con le vostre funi anche sulle pareti dell’Ospedale Gaslini… “Sì, siamo stati ospiti dell’Ospedale Gaslini con
un’iniziativa di solidarietà nata in collaborazione con la SEA - Supereroi Acrobatici, un’associazione no profit che si propone di regalare un po’ di magia ai bambini ricoverati.
I primi volontari dell’Associazione sono proprio i muratori acrobatici che, mascherati da supereroi, si calano dai tetti degli ospedali pediatrici per far trascorrere serenamente alcune ore ai piccoli pazienti e alle loro famiglie. Inoltre, supportiamo anche dal punto di vista economico le associazioni che operano nel terzo settore, partecipando a diverse raccolte fondi che, recentemente, hanno consentito di acquistare beni alimentari per l’orfanotrofio Watamu in Kenya e di creare il “Progetto Case Famiglia” a supporto dei bambini di queste comunità”.
Genova resta una percentuale importante nel vostro fatturato?
“In Liguria il nostro organico consta di quasi 200 persone, impiegate nelle cinque sedi di Genova, Chiavari, Sanremo, Spezia, Savona e Sestri Levante. Il gruppo ha dimensioni tali da richiedere un’organizzazione con un ventaglio di figure molto ampio, le posizioni aperte sono tante e diversificate, quindi continuiamo a garantire occupazione sul territorio.
Ovviamente, in seguito all’espansione che abbiamo vissuto negli ultimi anni, il comparto
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Genova Meravigliosa 2022/2 - EDILIZIA ACROBATICA
produttivo si è progressivamente sviluppato anche in altre città” .
Fatta questa precisazione, Genova rimane per noi un territorio importante: è il luogo in cui siamo nati, la sede del quartier generale nonché la testa pensante di EdiliziAcrobatica. Penso che mantenere la base operativa dell’impresa in città costituisca un’ottima opportunità per la Liguria, perché consente ai professionisti liguri non solo di candidarsi per un’azienda che può offrire tanto, ma anche di confrontarsi con una realtà ormai ben organizzata, pronta a fornire nuovi spunti di crescita”.
Ovviamente evitando i ponteggi l’opera resta più sostenibile. Ci dia qualche dato… “Fin dall’inizio il nostro modo di fare edilizia ci ha permesso di ottenere dei risultati incoraggianti sotto il profilo della sostenibilità, anche quando l’attenzione delle imprese all’impronta ambientale era minore. Da qualche anno abbiamo sposato il progetto europeo ESG (Environmental, Social, and Corporate Governance), impegnandoci in prima persona affinché il nostro approccio e modo di pensare diventi eco-sostenibile. Nel 2021 ci siamo affidati al Tetis Institute (Spin Off dell’Università di Genova), incaricandolo di condurre una valutazione del ciclo di vita - in gergo tecnico Life Cycle Assessment - dei nostri principali
servizi. Abbiamo studiato diverse attività: messa in sicurezza, ripristino, tinteggiatura e pulizia.
I risultati hanno dimostrato che il nostro modo di lavorare consente di ridurre l’impatto ambientale in ciascuna delle suddette categorie rispetto all’edilizia tradizionale.
L’esito ha costituito un buon punto di partenza per continuare a migliorare le nostre performance ecologiche. Abbiamo ridotto l’uso della plastica nei nostri uffici, e stiamo trasformando il nostro parco mezzi in elettrico o ibrido, con l’obiettivo di renderlo completamente sostenibile entro i prossimi cinque anni”.
Cosa cambia da un muratore tradizionale ad un muratore acrobatico? Qual è la formazione dietro ai vostri dipendenti?
“I nostri muratori acrobatici sono in primo luogo persone che hanno esperienza nelle opere murarie.
Al momento dell’inserimento in EA seguono un corso per ottenere l’abilitazione a lavorare in quota, da lì in poi continuano a formarsi con corsi di aggiornamento tecnico costanti.
Durante gli anni ci siamo distinti creando un’accademia dedicata ai nostri lavoratori: la Wallman Academy, un luogo dove i nostri i ragazzi hanno a disposizione formatori e strumenti per simulare il lavoro in calata e specializzarsi. Il no-
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L'accademia per formare i tecnici acrobatici
stro focus è incentrato sulla crescita personale di ogni individuo. Crediamo realmente nell’importanza della meritocrazia e abbiamo sviluppato una formula di incentivi e premi legati al risultato, consentendo di fare carriera all’interno della nostra azienda a chiunque abbia talento e si impegni. Per questa ragione tutto l’organico del gruppo - dai manager ai consulenti commerciali - fa una giornata di formazione al mese, tutti i mesi, con il supporto di esperti. Nel 2021 abbiamo erogato in totale 104.000 ore di formazione, un numero importante che denota il nostro impegno vero e concreto”.
Come è cambiato il giro di affari all’introduzione dei vari bonus edilizi?
“I bonus edilizi, erogati dallo Stato per aiutare le imprese del settore, hanno rappresentato un’opportunità per l’intero Paese di rimettersi in marcia, rendendo possibile intervenire in
maniera tempestiva e simultanea in più punti. Dal canto nostro, ci siamo subito organizzati per far fronte a nuove richieste: in particolare, abbiamo iniziato ad offrire i nostri servizi anche agli enti che lavorano al restauro di monumenti ed edifici storici. Tuttavia, pur avendo aiutato in maniera significativa, i motivi dell’aumento del 186% dei contratti sottoscritti nel 2021 rispetto all’anno precedente, non sono da ricercare solo nei bonus edilizi.
Dal 2020 ad oggi abbiamo sviluppato tanti nuovi progetti: dall’ APP EA Condominioche consente di partecipare alle assemblee di condominio da remoto - al lancio di EA multiservizi, nuovo ramo aziendale che offre servizi di pulizia degli ambienti comuni di edifici residenziali e non”.
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2022/2 - EDILIZIA ACROBATICA
AnnaPodestà
Genova Meravigliosa
Genova, una città da fiction e glamour a teatro
Alice Arcuri, "Dalla scuola di recitazione alla prima serata di Raiuno, in una città sempre più cercata per le serie tv, perchè è vera e non patinata"
enova ha una peculiarità interessante, non è una città patinata. Credo che la nostra genuinità rispetto al turismo ci mantenga autentici e questo, dal punto di vista televisivo, consente di mettere in luce scorci mai visti prima.”
“G
Alice Arcuri è nata e cresciuta – anche artisticamente - a Genova. Prima attrice di teatro, è entrata poi nelle case e nei cuori degli italiani grazie alla presenza in diverse serie tv, per ultima la fortunata “Doc - nelle tue mani”, record di ascolti, in cui interpreta l’infettivologa Cecilia Tedeschi a fianco di Luca Argentero.
Alice, come si è avvicinata all’inizio della sua carriera al mondo del teatro? “Sono salita per la prima volta su un palco verso i 14 anni, quando mia madre mi ha iscritto ad un corso di teatro. Prima, il mio tempo libero lo
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Alice con Luca Argentero
impiegavo in altro modo: tiravo di scherma e pensavo sarei diventata un medico come quasi tutti i membri della mia famiglia (alla fine poi in qualche modo l’ho fatto davvero). Dopo quel corso non ho mai smesso di recitare, mi ha dato modo di esprimere la mia creatività e di provare emozioni che solo chi è salito su un palco può comprendere”.
E il salto di qualità verso il teatro come professione? E’ riuscita a conciliarlo con lo studio?
“Ho frequentato il liceo classico Andrea D’Oria e, dopo una serie di provini in giro per l’Italia, ho scelto di formarmi alla scuola del Teatro Stabile di Genova, oggi Teatro Nazionale: si è rivelata una scelta azzeccata. La giornata tipo si divideva tra i corsi da frequentare durante il giorno e gli spettacoli che andavamo a vedere la sera. Dopo il diploma ho lavorato per una decina d’anni nel mondo del teatro, prendendo parte a varie tournée di cui conservo bellissimi ricordi ma che, con il passare del tempo, sono diventate inconciliabili con la famiglia. Nel frattempo, mi sono laureata in Lettere e Culture moderne all’Università di Genova. È stato
sicuramente un periodo intenso, ma assolutamente necessario per formarmi a 360 gradi”.
E il passaggio dal palcoscenico alla cinepresa?
“Dai miei 18 anni ho lavorato nello stesso ambiente, fino a quando, improvvisamente, ho sentito l’esigenza di uscire, per una seconda volta, dalla comfort zone e di lanciarmi in una nuova avventura. Ho iniziato così a partecipare ad alcuni spot pubblicitari. Un’esperienza che consiglio a chiunque voglia percorrere la strada del cinema: ti insegna a stare dietro la telecamera e ti abitua a lavorare con un margine di errore bassissimo”.
Quali sono i lati positivi di lavorare in una produzione così strutturata come quella di Doc, che era già reduce dai record d’ascolto della prima serie?
“Mi ritengo una privilegiata per aver avuto la possibilità di prendere parte ad un progetto di questo calibro. Nutro una stima profonda nei confronti degli autori e, fin dalla prima lettura del copione, ho avuto la certezza che il prodotto finito sarebbe stato di qualità. Doc è un racconto corale e gode del supporto
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- ALICE ARCURI
Genova Meravigliosa 2022/2
Sul set della seconda serie di Doc
di un largo seguito, affezionato ai personaggi. Questo mi ha esposto ad una visibilità straordinaria, regalandomi un affetto inaspettato e un rapporto con il pubblico molto lontano dalla mia precedente esperienza nel mondo teatrale. La fama però non è mai stato il mio obiettivo. È un qualcosa che è venuto da sé, come conseguenza di fare ciò che amo. Rie-
sco - e preferisco - a condurre una vita normale. Il set di Doc è un ambiente di lavoro che nasce sano ed equilibrato e che riesce a mantenersi tale grazie ad un team maturo e propositivo. La presenza di volti celebri nel cast, come Luca Argentero, mi ha permesso di crescere professionalmente e di ammirare la sua straordinaria capacità di team leader”.
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Ma è sempre stato tutto così facile? Quali sono le difficoltà che ha riscontrato con il mezzo televisivo?
“L’elemento che differisce totalmente dalle consuetudini teatrali è l’uso della memoria. Non si gira in ordine cronologico, ma in base a dove si trovano i set e alle esigenze della regia. Spesso registriamo scene dell’ultima puntata e, nello stesso giorno, ci occupiamo della seconda. Inizialmente non è stato facile organizzare lo studio, anche perché la programmazione del girato varia di settimana in settimana. Per questo motivo porto sempre con me il copione in modo da potermi immergere completamente nella lettura. Per mia fortuna ho potuto contare sull’aiuto di famiglia e amiche che a sorpresa mi interrogano. Indubbiamente la formazione teatrale mi aiuta molto: penso che senza aver studiato così tanto non riuscirei a recitare con la leggerezza che mi accompagna oggi. Ho appreso una tecnica, nel senso greco del termine, che mi spinge ogni volta ad analizzare la storia da una prospettiva grandangolare e a comprendere la trama in termini registici. Dopo aver dato una mia interpretazione, mi confronto sempre con gli autori per cercare di far coincidere il più possibile la mia visione con la loro”. Rispetto al teatro impegnato, cos’è che le manca dei primi giorni sul palcoscenico a Genova?
“Provo una forte nostalgia per lo spazio teatrale, i suoi silenzi e la consapevolezza che il presente si svolga in quell’istante lì. L’elemento che però mi manca di più coincide con ciò che nell’ultimo periodo mi è pesato maggiormente: lo studio del testo teatrale. Fare teatro significa innanzitutto indagare. Allo Stabile, dal mio maestro Marco Sciaccaluga, ho appreso quello che sarebbe diventato il mio mantra negli anni a venire: il testo è sacro. È irrealistico pensare di poter possedere fino in fondo i personaggi teatrali, scritti in modo così
elevato affinché non ci appartengano mai completamente.
Inoltre, l’impossibilità di un confronto diretto con gli autori fa scaturire l’esigenza di affidarsi ad un processo critico di ricerca e studio, fondamentale per comprendere l’io (oltre che l’es e l’ego) del personaggio, quali sono le cause profonde che lo muovono e cosa vuole comunicare. Questa ricerca ostinata, nel tentativo di capire, ti prosciuga. Nell’ultima rappresentazione a cui ho preso parte - Il Gabbiano di Čechov - impersonavo Nina, la protagonista: ho sognato per più di cinque mesi la scena finale”.
Come sta il teatro oggi a Genova?
“Il Teatro Nazionale si conferma un’eccellenza nel panorama italiano: la scuola offre un’ottima formazione e consente agli attori esordienti di intraprendere un percorso di consapevolezza e di crescita.
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Genova Meravigliosa 2022/2 - ALICE ARCURI
Ovviamente a causa della pandemia nel 2020 l’intero settore è entrato in sofferenza. In questo senso la nomina del Direttore Livermore ha rappresentato un vero e proprio golpe per la città: Livermore sembra essere uscito da uno dei suoi spettacoli e nell’aria si respira glamour, una ventata di freschezza resa possibile da una programmazione sapiente e diversificata nei vari teatri.
Genova ha dato più volte prova della sua combattività: rispetto agli anni della mia giovinezza percepisco che qualcosa sta cambiando. Basti pensare allo straordinario successo che hanno riscontrato tutti coloro che hanno deciso di ambientare qui la propria serie tv, penso a “Petra” o a “Blanca”, ma d’altronde Genova ha una peculiarità interessante: non è una città patinata. Credo che la nostra genuinità rispetto al turismo ci mantenga autentici.
Questo, dal punto di vista televisivo, consente di mettere in luce scorci mai visti prima. In particolare ritengo che, specialmente in “Blanca”, abbiano fatto un ottimo lavoro con la direzione della fotografia, interpretando bene l’anima tumultuosa della nostra Genova”.
Quali progetti ha per il futuro? Come si vede nei prossimi dieci anni?
“Sicuramente voglio preservare la mia autenticità. Mi sono sempre ritenuta un’attrice atipica: il mio obiettivo primario non è fare carriera, ma assecondare il lato creativo dei primi giorni, trovando il coraggio di affrontare i cambiamenti. Quando ho intrapreso il mio percorso televisivo ero ben consapevole dell’incompatibilità con il mondo del teatro. Non escludo però nel futuro di tornare a calcare le scene teatrali, che, d’altronde, fanno parte di me”.
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Sempre più Forti, per valorizzare anche l’entroterra della città
Paola Bordilli, assessore alle vallate: “Con l’artigianato, le produzioni locali e l’economia slow renderemo vivibile tutto il territorio del nostro Comune”
“M
ontagna litoranea", così l'Istat classifica il comune di Genova. La montagna litoranea è una zona costiera caratterizzata dalla
(1597). Nella zona di ponente troviamo il monte Reixa che con 1182 metri sul livello del mare è la punta più alta del territorio comunale seguito dal Bric del Dente (1107 metri). Poco distanti, sopra Pegli, Prà e Voltri, il Monte Penello e punta Martin sfiorano i mille metri mentre i monti Taccone e il monte Lecco sono prossimi ai 1100 metri.
Senza dimenticare il monte Figogna (804 m), sul quale sorge il Santuario di Nostra Signora della Guardia.
presenza di rilievi con altitudini superiori ai 600 metri. Ma Genova è circondata da vette molto più alte dei 600 metri indicati dall’Istat.
Proprio alle spalle della città, per esempio, troviamo il monte Antola che sfiora i 1600 metri
Infine ci sono le antiche fortificazioni sulle quali ”è in corso una specifica progettazione grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, spiega l’assessore al bilancio, lavori pubblici, manutenzioni e verde pubblico, Pietro Piciocchi che aggiunge: ”Sui forti abbiamo un piano di investimenti da oltre 8 milioni e mezzo per la messa in sicurezza, il ripristino e l’allestimento della segnaletica idonea, l’installazione di punti
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Forte Diamante. Foto Bbruno
panoramici e di ristoro sull’intero crinale delle fortificazioni storiche di Genova”. Un progetto molto ambizioso che potrà essere realizzato sfruttando le risorse del PNRR.
”
La valorizzazione degli antichi forti, a partire da Begato, Sperone, Puin, Minore e Diamante fa parte di un più ampio progetto di rilancio del nostro immediato entroterra con nuovi collegamenti, come quello della funivia maremonti dalla stazione marittima a Begato. Questo perché l’entroterra possa essere vissuto al cento per cento, con benefici sulla prevenzione del dissesto idrogeologico, sull’economia locale, e la pratica di sport all’aria aperta a pochi chilometri dalla costa tra panorami e
contesti naturalistici unici al mondo” spiega l’assessore.
Ma l’obiettivo più importante è creare a Genova un’offerta turistica in grado di attrarre tanto gli amanti del mare quanto gli appassionati di montagna.
Coi fondi del Pnrr, verrà realizzato un percorso di collegamento ai forti per escursionisti e bikers. Verranno allestite diverse facilities lungo il tracciato come aree di sosta, aree panoramiche, punti ristoro e di ricarica per le e-bike. Il progetto prevede la pulizia del verde infestante, la rimozione delle piante morte e abbattute e l’eventuale ripopolamento. Verranno realizzati impianti idrici, elettrici e della fibra
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Meravigliosa 2022/2 - FORTI DI GENOVA
Genova
Forte Sperone. Foto Bbruno
con punti di videosorveglianza presso gli accessi e nei punti sensibili. Inoltre, in collaborazione con la F.I.E., e col CAI, verranno allestiti segnavia e bacheche informative. ”Con la stipula di diverse convenzioni” - spiega Paola Bordilli, assessore alle vallate - ”abbiamo dato vita a una sempre più stretta collaborazione tra pubblico e privato con l’obiettivo comune del rilancio dell’entroterra in modo da renderlo vivo, gettando anche le basi per l’insediamento di attività artigianali, promozione delle produzioni locali mettendo in moto un meccanismo virtuoso di economia slow, ambientalmente sostenibile”.
Il cronoprogramma del progetto è già stato redatto nei dettagli, mese dopo mese, fino agli ultimi due: «Allestimento punti noleggio e ricarica e-mountain bike» e «Fine intervento» previsto a febbraio 2024 in cui il percorso dei forti andrà a congiungersi con una passeggiata scorrevole, ma non troppo. Sono i 28 chilometri dell’antica Via dell’acqua della Valbisagno, ovvero «un monumento itinerante di interesse polivalente per il turismo, che vogliamo far di-
ventare una delle principali attrazioni del genovesato insieme al circuito dei forti». Parole scritte sul protocollo d’intesa firmato lo scorso 26 ottobre tra il Comune di Genova, la Sovraintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e il Ministero della Cultura per la Liguria. Obiettivo dell’accordo è «il risanamento conservativo, la riqualificazione e la valorizzazione dell’acquedotto storico volti al riuso del bene come percorso storico-naturalistico e turistico-ricreativo».
Le parole chiave del protocollo sono «Tutela e Valorizzazione» per creare «un parco urbano dell’acquedotto che vada a connettersi con il parco delle mura e inserisca al suo interno i valori culturali, ivi compresi gli itinerari storico etnografici, estendendo la dichiarazione di interesse culturale all’intero percorso evidenziando le trasformazioni di età romana, medievale e moderna».
Che poi è un altro modo di declinare il concetto di Genova Meravigliosa.
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FrancoCrosiglia
Forte Begato. Foto Bbruno
All’Opera per fare Genova più ricca (e Felice)
Cos’è il teatro? Il teatro è un’industria culturale che fa crescere l’economia generale del territorio».
Non ha esitazioni il sovrintendente del Carlo Felice, Claudio Orazi, nel presentare il cartellone 2022/2023 in numeri: 8 titoli d’opera con 48 rappresentazioni e 16 anteprime, 19 concerti in sede e altri 24 su tutto il territorio ligure. Dal suo ufficio, al nono piano della torre del teatro con l’immagine dall’alto della fontana di piazza De Ferrari, Orazi sintetizza il suo pensiero indicando l’immagine del nuovo logo del teatro «Opera Carlo Felice Genova”.
Perché questo cambiamento?
”Perché alla Ragione Sociale del teatro, Fondazione teatro Carlo Felice, mancavano due parole chiave. La prima è la parola Opera che in tutto il mondo è conosciuta come frutto della creatività italiana. La seconda è il nome di Genova che viene portato in giro grazie alla bravura dei 92 professori d’orchestra e 60
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Claudio Orazi, sovrintendente del Teatro del Carlo Felice:
La sala del teatro ha un'acustica perfetta
professori di coro, senza dimenticare l’indispensabile competenza dei maestri collaboratori, dei tecnici e degli impiegati”. Una bravura riconosciuta anche dalla politica nazionale, verrebbe da dire, dopo gli ultimi finanziamenti. ”Certamente, se si riferisce ai 23 milioni di finanziamento che sono stati assegnati al nostro teatro per la stagione 2022-2023. Sono stati premiati il percorso di risanamento economico e finanziario intrapreso negli ultimi anni, accompagnato da una crescita della nostra produzione artistica la cui qualità è ri-
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FELICE
Genova Meravigliosa 2022/2 - TEATRO CARLO
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Il teatro è in piazza De Ferrari, in pieno centro della città
Il coro è uno dei punti di forza del Carlo Felice
conosciuta ovunque, in Italia e all’estero”.
Come è avvenuto a settembre in Oman?
”Esattamente. Lì il teatro ha inaugurato la stagione alla Royal Opera House di Muscat con La Traviata”.
A Genova, invece?
”Intanto non dimentichiamo che Genova ha uno dei teatri più moderni e tecnologici del mondo. Del teatro originario è rimasto solo il pronao, il portico esterno”. Parliamo degli spettacoli. ”A Genova la stagione è iniziata il 28 ottobre con una prima rappresentazione per l’Italia, “Béatrice et Bénédict” di Hector Berlioz, sotto la direzione di Donato Renzetti e la regia di Damiano Michieletto. Da venerdì 25 novembre, il cartellone ha pre-
visto invece “La Cenerentola” di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Direttore Riccardo Minasi mentre la regia è stata curata da Paolo Gavazzeni insieme a Piero Maranghi”. Conclude il 2022, il 31 dicembre alle 17, la Prima del «Die Fledermaus», Il Pipistrello, di Johann Strauss.
”Esattamente. Dirigerà il genovese Fabio Luisi con la regia di Cesare Lievi. Composta nel 1874 per il pubblico viennese su libretto di Carl Haffner e Richard Genèe, La trama è un susseguirsi di inganni, tradimenti e vendette nell’alta società che vengono alla luce durante un ballo in maschera e un colpo di scena finale. L’operetta si proponeva di risollevare le finanze del teatro austriaco un anno dopo il crollo della Borsa che aveva seminato ovunque pessimismo e disperazione”.
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Qualche parallelismo con la situazione attuale del teatro?
”Assolutamente no, visto che a Genova abbiamo notevolmente aumentato la produttività rispetto alla situazione antecedente il Covid”.
L’appuntamento successivo è venerdì 27 gennaio con un altro “Ballo in maschera”. ”Sì, in quel caso sarà Giuseppe Verdi, insieme al librettista Antonio Somma, a dare vita a “Un ballo in maschera”. La trama è ambientata a Boston. Protagonista il Conte Riccardo, governatore della colonia inglese del Massachusetts durante il regno di Carlo II. Un amico, sua moglie, una maga nera, un amore, un tradimento desiderato ma mai realizzato e una predizione funesta sono gli ingredienti della vicenda che a metà ‘800 ha provocato l’intervento della censura borbonica e pontificia”.
Andiamo agli inizi del Novecento?
”Sì, ai primissimi giorni del 1900. Da venerdì 24 febbraio a domenica 5 marzo Piergiorgio Morandi dirigerà “La Tosca” di Giacomo Puccini con la regia di Davide Livermore. Il libretto, ricavato dall’omonimo dramma di Victorien Sardou, scava nei caratteri del triangolo fra Scarpia, Tosca e Cavaradossi descritti con armonie dissonanti e un’orchestra ricca di fiati e percussioni”.
Ambientata a Venezia nel 1457, l’opera «I due Foscari» di Giuseppe Verdi, sarà in sala da venerdì 31 marzo a sabato 8 marzo.
”Tratta dal testo teatrale di Lord Byron ed eseguita la prima volta a Roma nel 1844, al Carlo Felice di Genova l’opera viene proposta con la regia di Alvin Hermanis e la direzione di Renato Palumbo”.
Dal 2 all’11 maggio andiamo nelle Gallie al tempo della dominazione romana. ”Con la “Norma”. Dirigerà l’opera più famosa di Vincenzo Bellini, Riccardo Minasi con la regia di Stefania Bonfadelli”.
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Le strumentazioni tecniche permettono allestimenti scenografici
Chiude la stagione, dal 6 all’11 giugno, il «Don Pasquale» di Gaetano Donizetti. ”L’opera buffa sarà diretta da Francesco Ivan Ciampa, regia di Andrea Bernard”. Parallelamente si svolgerà la stagione sinfonica e cameristica. ”Certo, grazie a una progettualità condivisa con la Gog e con il Conservatorio Niccolò Paganini”, spiega il sovrintendente che, con un occhio al futuro, conferma il progetto per gli studenti: ”grazie al contributo di Iren, po -
tranno assistere gratuitamente agli spettacoli”.
Spettacoli che la Rai trasmetterà in oltre 20 appuntamenti. D’altra parte, sorride Orazi, ”il logo del teatro è incorniciato da due curve che richiamano le onde sonore che si propagano in tutte le direzioni. A partire dal territorio ligure dove sono previsti 24 concerti oltre a quelli che si svolgeranno in teatro”
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FrancoCrosiglia
FELICE
Genova Meravigliosa 2022/2 - TEATRO CARLO
Un particolare della scenografia che ha inaugurato la stagione
Sta avendo molto successo l'iniziativa per i ragazzi a teatro
Mi sono presa l'influencer. Da Genova alla conquista del web in cucina
Luisa Orizio:
"Da me si impara a fare anche un uovo sodo. E porto la cucina della tradizione ligure e la lotta agli sprechi anche nel mondo social"
pesso mi è capitato di essere derisa quando spiegavo in cosa consistesse la mia professione. Perfino mio marito inizialmente era scettico sul fatto che la mia attività di food blogger potesse trasformarsi a tutti gli effetti in un lavoro vero e proprio.”
Luisa Orizio, che sui social si firma come “Allacciate il Grembiule”, racconta come ha trasformato la sua passione in un mestiere, come partire da non saper cucinare a scrivere un libro di ricette e come differenziarsi portando un po’ di Genova in ogni piatto.
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Il pancake è la specialità di Luisa
Partiamo dall’inizio. Come nasce “Allacciate il Grembiule?”
“Sono cresciuta in una casa piena di ottime cuoche e per questo, fino al mio matrimonio, non avevo mai imparato realmente a cucinare. Quando mi sono sposata, mi sono resa conto che sarei dovuta partire dalle basi: ho iniziato così a cimentarmi, inizialmente più per necessità di sfamare la mia famiglia che per passione, in qualche piatto.
Ho scelto il nome pensando alla mia personale esperienza: allacciate il grembiule significa “rimboccarsi le maniche” perché, se ci sono riuscita io, chiunque con po’ di buona volontà può imparare a cucinare”.
Dove trova l’ispirazione per la sua cucina?
“L’idea iniziale è stata capire quali ingredienti, e di conseguenza ricette, andassero per la maggiore: se al supermercato le zucchine erano state prese d’assalto, pensavo ad una ricetta con quel prodotto. In seguito ho scelto due tipologie di format da proporre sul blog: uno dove cucino i “piatti per stupire in dieci minuti” e l’altro dedicato alle preparazioni di cui nessuno si occupa, utili soprattutto a chi non ha le basi, ad esempio come fare un uovo sodo”.
Qual è la sua specialità?
“Sicuramente i pancake sono il mio cavallo di battaglia: posso dire di averli preparati in tutti i modi possibili per la golosità di mia figlia. La mia specialità però è un piatto a cui tengo moltissimo: il pandolce genovese, un grande classico.
Genova Meravigliosa 2022/2 - LUISA ORIZIO
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Quella di food blogger diventa sempre più una professione
La preparazione mi è stata tramandata da mio nonno e conservo ancora il foglietto su cui aveva scritto la ricetta. È un dolce semplice e buonissimo che è subito diventato un regalo di Natale per amici e familiari”.
Cosa consiglierebbe a chi volesse intraprendere oggi un percorso simile al suo?
“Rispetto a quando ho iniziato la mia attività, il percorso per diventare food blogger si è trasformato soprattutto a causa dell’avvento dei social.
Da un lato questi strumenti aumentano le possibilità di crescere velocemente e di raggiungere moltissime persone, dall’altro emergere e differenziarsi è diventato più complicato, dal momento che le piattaforme ospitano già migliaia di account simili tra loro. A chi oggi vuole intraprendere questo percorso consiglio di avere costanza e di non demordere se inizialmente non si ottengono risultati commisurati all’impegno”.
Come è nata l’idea del suo ricettario? Quale tipologia di ricette possiamo trovare?
“Devo dire che scrivere un ricettario non è mai stato nei miei piani: ho sempre utilizzato il mio blog come se fosse un manuale di ricette personale.
Inizialmente mi sono trovata in difficoltà nella scelta delle preparazioni da inserire: non esagero se dico che per me era come scegliere tra un figlio e l’altro. Dato che esistono tanti libri di ricette, ho iniziato a pensare a come differenziarmi e a cosa avrebbe potuto indurre un lettore a comprare proprio il mio libro, così ho
deciso di scrivere ciò che ritengo a tutti gli effetti un manuale di sopravvivenza per imbranati in cucina.
Ho scelto di non seguire la classica suddivisione in antipasti, primi e secondi: ho preferito inserire
una lista di ingredienti basici da avere in frigo e includere preparazioni che spesso vengono comprate già confezionate, penso ad esempio alla besciamella.
Poi ho aggiunto una serie di menù pensati per diverse e specifiche occasioni, dalla cena con gli amici al pranzo di Natale, senza tralasciare alcune ricette tematiche.
Il fattor comune di tutti i piatti è il tempo di ese-
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La focaccia al formaggio fatta in casa
cuzione, massimo un’ora, perché oggi le persone sono molto indaffarate e cercano preparazioni veloci, non scontate e ovviamente buone”.
Come è cambiato il suo modo di comunicare con il pubblico con l’avvento dei social?
“Inizialmente ho riscontrato alcune difficoltà: non è stato facile per me adattarmi alla rapidità dei social, soprattutto Instagram. L’app prima consentiva solo video di durata fino a trenta minuti e in 16:9; oggi invece, anche a causa del drastico cambiamento delle piattaforme con l’avvento di TikTok, l’algoritmo premia i contenuti più dinamici e fruibili verticalmente, come i reels, che però si prestano molto bene al tipo di ricette che porto”.
Si sente spesso affermare che Genova frena i cambiamenti. Quali difficoltà ha riscontrato intraprendendo un’attività lavorativa non convenzionale?
“Penso che le difficoltà che ho riscontrato all’inizio non siano ascrivibili alla città. Spesso mi è capitato di essere derisa quando spiegavo in cosa consistesse la mia professione. Perfino mio marito inizialmente era scettico sul fatto che la mia attività di food blogger potesse trasformarsi a tutti gli effetti in un lavoro vero e proprio. Genova, come città, non mi ha ostacolata perché per fare il mio lavoro è sufficiente una buona connessione wi-fi. Gli unici ostacoli sono legati alle occasioni in cui è necessaria la presenza, infatti la maggior parte di questi eventi si svolge a Milano. Credo comunque che sia una difficoltà comune a tutti coloro che vivono fuori dal capoluogo lombardo e non un problema solo di Genova”.
Possiamo scorgere un po’ dello spirito della città nel suo stile?
“Non faccio segreto della città in cui sono nata e in cui vivo, infatti porto spesso sul mio blog le ricette della tradizione ligure. Credo però che lo
spirito di Genova si possa intravedere meglio nel mio impegno a ridurre gli sprechi alimentari: cerco di utilizzare il più possibile gli ingredienti, dando una seconda vita a quelli che, agli occhi di altri, sono scarti”.
Quali sono i suoi progetti futuri? “Attualmente, oltre all’organizzazione del blog e alla cura dei miei profili social, sono impe-
gnata direttamente in un progetto che mi rende molto fiera: sono infatti una dei soci fondatori di Zenzero, la talent agency dei top food creator italiani, nata dall’esperienza di GialloZafferano - il food media brand leader in Italia - One Shot Agency e cinque food creator, tra cui io. Il mio obiettivo, dunque non è solo continuare ad affermarmi personalmente, creando un rapporto sempre più forte con chi mi segue, ma anche riuscire a supportare la crescita di nuovi talenti in questo settore”.
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La focaccia di Luisa
Tutti i vip di una città da kolossal
Nelle foto dell’archivio Leoni custodite al Galata, dalla Regina Elisabetta ai Beatles la storia del mondo si intreccia con quella di Genova
C’è un tesoro al Galata Museo del Mare che ogni genovese dovrebbe andare a visitare con tanta curiosità, un pizzico di nostalgia e anche tanto orgoglio. Rappresenta la nostra città: la sua storia, la sua bellezza, le sue contraddizioni e la sua voglia di rialzarsi sempre e comunque.
Sono oltre 3 milioni di immagini che coprono la quasi totalità del ventesimo secolo, andando dal primo dopoguerra alla fine degli anni ’90.
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Genova Meravigliosa
La regina Elisabetta in visita a Genova
Il prezioso materiale è frutto del lavoro di Francesco Leoni, il più grande fotoreporter genovese di sempre, e di tanti suoi validissimi collaboratori. Ha immortalato la Genova devastata dalla guerra, martoriata dai bombardamenti delle forze alleate ed è stato testimone della difficile ripresa nel dopoguerra. È stato presente a scontri in piazza e a grandi eventi. Ha avuto modo di documentare grandi cambiamenti politici, il boom economico e i grandi personaggi dell’epoca che al tempo scendevano dai transatlantici di scalo a Genova, testimoniando il passaggio di registi, attori, scrittori e politici. "Le immagini di questa raccolta – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci - raccontano la storia della nostra città e costituiscono uno straordinario patrimonio di arte, cultura e bellezza. Un'eredità da conservare e soprattutto da far conoscere a tutti, dagli addetti ai lavori ai semplici cittadini. Sono un'importante testimonianza dei tempi passati, che sanno essere più chiari ed eloquenti di mille parole”.
L’Archivio Fotografico Leoni è stato acquisito, studiato e messo a disposizione del pubblico dall’Istituzione Mu.MA grazie all'intervento della Fondazione Paolo Clerici. E' fruibile al pubblico su prenotazione da effettuarsi scrivendo all’indirizzo e-mail archivioleoni@muma.genova.it. “Io e mio fratello Andrea siamo felici dell'opportunità che ci è stata data dalla Fondazione
Clerici, dal Mu.MA e della Regione Liguria di rendere l'archivio Leoni un bene culturale della città, visitabile e consultabile da chiunque lo desideri”, dice Paola Leoni, figlia di Francesco e titolare col fratello di Foto Studio Leoni e figli. Il Governatore Giovanni Toti ha immediatamente dato la sua adesione entusiastica al progetto: “Come Regione Liguria, non potevamo permettere che un patrimonio come quello rappresentato dall’archivio
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Stanlio e Ollio nella nostra città
storico Leoni non fosse adeguatamente valorizzato, per questo con grande determinazione abbiamo fatto il possibile affinché fosse acquisito e diventasse parte del Mu.MA e del Galata Museo del Mare di Genova.
In questo modo, grazie all’opera di digitalizzazione e valorizzazione che verrà portata avanti e alla collaborazione degli eredi, abbiamo ottenuto che una ricchezza non solo genovese ma italiana, potesse essere messa al servizio della città e della regione”. “Genova Meravigliosa” intende accompagnare i suoi lettori in un viaggio a puntate attraverso l'archivio Leoni e si parte con i grandi personaggi che hanno fatto tappa a Genova. Quel 16 ottobre 1980 c'era, nella città più inglese d'Italia, una pioggerellina tipicamente londinese, la classica “shower”, quasi a voler far stare la Regina Elisabetta come a casa. E c’erano migliaia di persone a Genova per le strade con tantissima gente era anche affacciata alle finestre che davano sulle vie percorse dal corteo. A fare gli onori di casa a Tursi il sindaco Cerofolini e poi la visita, voluta con forza dalla stessa regina, a palazzo Durazzo Pallavicini di via Balbi, ospite della Marchesa Cattaneo Adorno dove, leggenda vuole, la sovrana inglese si sia
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Grace Kelly a Genova
lamentata per le troppe scale da fare: “How many steps are there?”.
Da una regina ad una principessa, nel 1966 Grace Kelly visita la prima edizione di Euroflora, scrive il Corriere della Sera: “La Princesse de Monacò arriva a Genova per immergersi fra i profumi e i colori in esposizione nei padiglioni della Fiera del Mare”. Un anno prima, i Beatles, nominati baronetti dalla Regina Elisabetta, tennero al Palasport due concerti leggendari con un giovane cantante italiano, Peppino di Capri, a fare da apripista. Il primo concerto si svolse nella fascia pomeridiana (alle 16) con cinquemila persone presenti, mentre allo spettacolo serale si presentarono in quindicimila. Il biglietto costava 2
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Meravigliosa 2022/2 - VIP
Genova
Marlon Brando alla stazione Principe
Margot Fontaine e Rudolph Nureyev ai parchi di Nervi
mila lire, per un’esibizione che durò appena 35 minuti. Arrivati la sera prima, il 25 giugno, trovarono i fans più incalliti già all’uscita dell’autostrada mentre altri, come da copione, presidiavano l’ingresso dell’albergo in cui alloggiarono, il Columbia Excelsior.
Scrisse il Corriere della Sera: “Hanno lasciato che le ultime decine di fans in sosta
permanente dinanzi all’albergo si decidessero a smobilitare per uscire, verso le due di notte, per la città. L’hanno girata in lungo e in largo, si sono fatti condurre nella zona alta per godere lo spettacolo del porto illuminato. George Harrison si è fatto addirittura portare fin oltre Nervi, a Sori. Qui ha raggiunto la riva del mare, si è spogliato e si è gettato in acqua”.
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I Beatles al Palasport
Quanti scatti alle grandi navi e ai loro passeggeri più famosi: dal Rex alla Raffaello, dall’Andrea Doria al Conte Biancamano, da Hemingway a Robert Mitchum alla coppia Liz Taylor - Richard Burton ad Alberto Sordi. L'Albertone nazionale tornò nel porto di Genova anche nel 1980 per recitare “In viaggio con papà”, insieme ad un giovanissimo Carlo Verdone, film di cui lui
stesso era il regista. La nave era la Columbus della flotta Costa e curiosando sul web si può trovare la divertente testimonianza di uno degli addetti alla sala ristorante, Salvatore Salerno: “Sordi me lo ricordo in una scena a tavola ben pettinato e vestito con abiti di classe. In perfetto ordine, ma solo dalla cintura in su, sotto aveva braghette corte e pantofole ai piedi”.
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Genova Meravigliosa
I mitici Stanlio e Ollio arrivarono alle 14.30 del 23 giugno del 1950 alla stazione di Principe, alloggiarono al Bristol Hotel e trovarono Francesco Leoni ad immortalarli.
A giudicare dall’enorme folla che aveva bloccato il traffico in piazza Acquaverde, i due comici, in declino in America, in Italia erano ancora all’apice.
La sera stessa, dopo una breve esibizione sul palco, parteciparono alla proiezione in loro onore di “Fra Diavolo” in un Carlo Felice ancora dilaniato dalle bombe ma stracolmo di spettatori.
Tre anni dopo fu la volta di un altro grande comico hollywoodiano: Buster Keaton, l'uomo che non rideva mai.
Nelle sue “Memorie a rotta di collo” si stupì di essere stato riconosciuto ritenendosi ormai sul viale del tramonto: «Ero sul ponte della nave e guardavo un gruppo di stivatori che lavoravano sul molo, otto metri più sotto. Uno di loro mi riconobbe,
chiamò i suoi compagni e mi indicò. Subito tutto il gruppo smise di lavorare e cominciò a urlare: “Booster! Booster Keaton!”.
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Alberto Sordi e Carlo Verdone in ”In viaggio con Papà”
Ernest Hemingway nal parco dell’Hotel Savoia, a Nervi
Mi salutavano eccitati, e io li risalutai con la mano, stupito, perché dovevano essere passati più di quindici anni dall’uscita del mio ultimo film”. Infine Vittorio De Sica, grandissimo attore regista, e lo scrittore Mario Soldati, al cinema Palazzo in occasione della prima de “Il generale della Rovere”, film ambientato nella Genova del 1944 ai tempi della repubblica Sociale. La location non è causale: il Palazzo (sono le antiche scuderie di Palazzo Doria-Spinola e facevano parte dell'edificio diventato poi sede della Prefettura e della Provincia) e l'ex Sala Sivori (infatti nel 2001 riaprirà col nome originario) dove nel 1892 venne fondato il Partito Socialista.
GessiAdamoli Buster Keaton
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A sinistra Vittorio De Sica, a destra Mario Soldati