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Natale con il cervello

Speciale Natale di Franco Zadra

Natale con il cervello...

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Natale, tempo di regali, di luminarie, canti, feste, panettone, messa di mezzanotte, cene in famiglia, cenoni, alberi, addobbi, lenticchie&cotechino, babbi e babbe Natale, solidarietà, amicizia, tenerezza, bambino nella culla, il bue&l’asinello una sequela infinita di termini tradizionali, antichi e moderni, ma che comunque conservano un certo potere di sorprenderci, di intenerirci, di farci sospendere per qualche giorno quell’usuale cinismo e quel ceffo da uomini e donne sicuri che ci portiamo per gran parte dell’anno. Abbassiamo le difese e ci godiamo le Feste natalizie, concedendo ampi margini di accettazione per ciò che di solito releghiamo nel mondo delle favole, alle storielle per bambini. Sì! Per qualche giorno torniamo ingenui, infanti, e crediamo alla favola del Natale, talmente da crederci e pensarci e sentirci addirittura più buoni. Non è nell’intenzione di questo articolo, in alcun modo, turbare il clima “magico”, o inquinare l’atmosfera natalizia che è pensata, invece, come quasi indispensabile a proteggerci e conservarci, più a lungo possibile, nel nostro essere di persone per bene; si vorrebbe però cercare di cogliere il senso del Natale inquadrandolo in quella spropositata dimensione, quella sì sorprendente e gioiosa, in cui lo inserisce il profeta Isaia che ascoltiamo, forse troppo distrattamente, nelle celebrazioni del Natale. «Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce» (Is 9,1). Una grande luce che non trova paragone, certo, nelle luminarie che infestano allegramente i Mercatini di Natale e le vie cittadine, pur con grande dispendio di risorse pubbliche. Ci porterebbe troppo fuori tema parlare qui del perché, per esempio, le belle e nobili campagne intitolate “M’illumino di meno” per contrastare l’inquinamento luminoso sto edito da Jaca Book, 1984 - al tempo non abbiano alcuna cittadinanza sotto dell’impero romano un uomo tra di loro Natale. Vogliamo andare più in profon- viveva il comportamento di Dio. dità, e parlare della ricerca che riguarda Dio ha fatto intravedere il suo volto tutti e coinvolge da sempre ogni uomo, attraverso una storia; ma il culmine, la la ricerca di un senso dell’esistenza, per totalità, la vera rivelazione di sé all’uocapire chi siamo, da dove veniamo, e mo l’ha fatta diventando uomo, cioè dove andiamo. entrando come persona nella storia: Troppo difficile? Eppure si scopre Gesù Cristo. Ecco allora il volto del del’acqua calda quando si capisce che il stino umano, la natura del significato del Natale non è una favola per bambini, al nostro essere – Cristo – proprio perché contrario, la luce che illumina il cammino Egli è il volto del Padre. Cristo è la defidell’umanità risplende tutta nell’evento nizione totale del significato dell’uomo dell’incarnazione che il credente acco- nel mondo. […] Cristo è il nostro destiglie nell’annuncio del Vangelo, ma che no fatto presenza e compagnia, il Verbo riguarda assolutamente tutti e nessuno fatto carne, è il modo definitivo del può ignorare; almeno, nessuno dotato Dio insieme a noi, è il modo definitivo di un raziocinio sufficiente da porsi dell’Alleanza che Egli aveva cominciato la domanda su quale sia il vero volto con un popolo». dell’umanità. Un testo folgorante, a questo riguardo, si trova nella sterminata produzione di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione, e in particolare in un libro intitolato proprio “Alla ricerca IL SARTO A DOMICILIO del volto umano”, di cui riportiamo ABITI di seguito un tratto che esemplifica e CAMICIE chiarisce magistralmente, rendendolo CAPPOTTI commestibile per tutti i denti, credenti MAGLIONI oppure no, il fatto CERIMONIA ... inaudito, strepitoso, sorprendente, e scandaloso, di Dio TUTTO SU MISURA ! che si fa uomo. «… per 12 ebrei vissuti in Palestina – scrive Giussani a FABIO CARRINO.IT FC@FABIOCARRINO.IT pagina 37 di quel te- 389.1225857 V. ROMA, 61 SEDICO (BL)

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