2 minute read
Le polemiche del 25 aprile
Attualità e politica di Francesco Zadra
Le polemiche del 25 aprile
Advertisement
Fioriscono ogni anno, puntuali come bucaneve, aspre polemiche tra chi non vorrebbe ricordare la Liberazione e chi, al contrario, pensa di possederne il copyright. Come se la Libertà fosse una licenza esclusiva di uno schieramento politico. Teniamo a mente che coloro che sacrificarono la propria vita contro il totalitarismo nazi-fascista appartenevano a tutte le classi sociali e colori politici: monarchici e repubblicani, cattolici e socialisti. Ricordiamo, tuttavia, che la Storia non si divide in buoni e cattivi. Accanto alle orribili stragi nazi-fasciste che hanno costellato la Penisola, troviamo anche atroci omicidi di innocenti, ad opera di una minoranza desiderosa di sostituire una dittatura con un'altra, di opposta ideologia ma medesima crudeltà. Basti pensare all'assassinio di Rolando Rivi o Giuseppina Ghersi. Cerchiamo quindi di guardare in maniera oggettiva alla Ricorrenza che abbiamo celebrato qualche giorno fa. Possa essere monito di ciò che accade quando prima delle persone si pongono le ideologie. Vere e proprie "Statolatrie", di destra o sinistra che siano, che hanno seminato distruzione e morte nel nome di una cieca fiducia nel (presunto) "progresso", nella "rivoluzione", nella "razza" e altri idoli del mondo moderno. Come scrisse Giuliano Guzzo, illustre sociologo vicentino (ma trentino d'adozione), “gli anticomunisti che non sono antifascisti non hanno abbastanza a cuore la libertà, gli antifascisti che non sono anticomunisti hanno troppo a cuore l'ideologia”. Mi si potrà obiettare che in entrambe le correnti sono presenti spunti intellettualmente interessanti, il che è sicuramente vero. Ma quando le idee si trasformano in paraocchi, in nebbia che offusca i nostri cuori tanto da farci calpestare la dignità umana (al punto da annientare i nostri simili in lager nazional-socialisti o deportarli al freddo di qualche gulag siberiano) allora non rappresentano più un arricchimento reciproco, bensì uno sciocco mulino a cui tirare acqua a discapito della verità. Alla cui ricerca è predisposto il cuore di ogni uomo.
Spesso infatti vediamo un atteggiamento strumentale nel ricordare le nefandezze di matrice politica, sia nera che rossa: come se il fatto che anche la parte opposta si fosse macchiata di crimini attuasse una sorta di "pareggio" o, peggio, annullasse quelli commessi dalla propria. Rimaniamo, invece, aperti alla verità. Perché solo essa, anche se scomoda, ci farà Liberi (Giovanni 8,32). Viva la libertà e morte ai totalitarismi. Di qualsiasi colore.