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Ucraina: la guerra nei volti dei bambini

Attualità e scenari di guerra di Caterina Michieletto

Questo articolo è dedicato a loro: ai bambini nascosti nei rifugi delle città ucraine, ai bambini che camminano senza sosta con le loro famiglie per attraversare il confine ucraino ed essere accolti dall'Europa, ai bambini dei centri oncologici e degli orfanotrofi ucraini salvati con il prezioso aiuto delle associazioni per l'infanzia, ai bambini che pur non vivendo la guerra ne sentono parlare e ne vedono le tragiche immagini trasmesse dai notiziari. A tutti i bambini che sognano la pace e vedono la guerra, rivolgo questo pensiero: non smettete di credere nel bene e nelle cose belle anche quando tutto attorno va in direzione opposta, perché la pace, la libertà, la democrazia, la giustizia sono il sogno per cui ieri come oggi si resiste con coraggio e dignità all'oppressione, affinché questo sogno diventi in tutto il mondo realtà. La guerra alle porte dell'Europa: uno scenario di distruzione e dolore che nessuno avrebbe previsto nel 2022. Nel territorio ucraino si consuma una tragedia umana raccontata dalle lacrime pesanti delle donne ucraine, pesanti come il dolore che portano con sé, dagli occhi paralizzati dei bambini che vivono questo incubo, dalla paura scolpita nei volti già profondamente segnati degli anziani. Improvvisamente viene loro sottratta la normalità, quella quotidianità fatta delle piccole e grandi fondamentali cose che compongono la vita delle persone. I pensieri corrono come un fiume in piena che sta per esondare, senza un ordine, se non quello dettato dall'istinto di sopravvivenza che esorta ad agire per la salvezza propria e altrui, qualunque significato assuma questo agire (fuggire, difendersi, nascondersi). Le sirene di allarme delle città scandiscono con angoscia le ore del giorno e della notte, diventano l'unico riferimento per capire come e quando muoversi. Gli aerei militari russi volano bassi e bombardano qualsiasi edificio: non risparmiano nulla né ospedali, né scuole, né lunghe file di persone in fuga; ci sono la spaventosa volontà e la terribile coscienza di provocare stragi di civili, di annientare l'Ucraina colpendo il suo popolo. Le immagini e le testimonianze che eroici giornalisti ci restituiscono direttamente dal fronte sono agghiaccianti e terribilmente eloquenti. Molte di queste fotografie immortalano il male della guerra negli occhi dei bambini avvolti dal senso di smarrimento e dalla paura di fronte a tutto l'orrore che li circonda. Pensiamo allo stato d'animo di un bambino che fino al giorno prima viveva nella sicurezza delle attività quotidiane, casa, scuola, gioco, amici, sport, il cartone prima di andare dormire, che il giorno successivo è costretto ad abbandonare tutto di questa normalità, portando con sé il proprio cagnolino ed il gatto e forse il peluche a cui è più affezionato. Molti bambini sono rifugiati con le loro famiglie negli scantinati, nei sotterranei delle città e nelle metropolitane in condizioni sanitarie critiche, con sempre maggiori difficoltà a reperire alimenti ed acqua potabile. Si cerca di tenere calmi i bambini, di distrarli perché non piangano: non possono piangere perché è pericoloso, se i soldati russi li sentono piangere trovano le persone nascoste e le conseguenze sono terribili. Ci sono bambini che la guerra ha reso orfani di padre o di madre o di entrambi i genitori, come il piccolo Vlad Tanyuk fotografato nella periferia di Kiev mentre posava non fiori ma dei barattoli di cibo sopra un cumulo di terra sotto il quale è sepolta la madre morta di fame. Come Vlad tanti sono i bambini ucraini che dal 24 febbraio 2022 hanno visto sconvolta e tragicamente segnata la loro infanzia. Come sopravvive un bambino alle macerie, alla devastazione, ai lutti? Cosa sedimenta nel cuore e nei pensieri di un bambino che porta dentro di sé le ferite della guerra? Come aiutare ad affrontare questo tremendo vissuto? Troppo spesso sentiamo dire che i bambini hanno tante risorse, ce la fanno sempre e dimenticano, quasi a voler co-

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Attualità e scenari di guerra

prire e confinare nel tempo la sofferenza dei traumi che portano con sé. I bambini non dimenticano, mascherano o nascondono i ricordi brutti; i bambini non hanno tante risorse che automaticamente fanno superare un trascorso doloroso, hanno il dono dell'immaginazione che li aiuta a rifugiarsi da un dolore che è insostenibile. L'UNICEF al 18 aprile riferiva di 177 bambini strappati alla vita dalla guerra, ma il forte timore che il numero di bambini vittime sia maggiore è confermato dall'inasprimento dei focolai di guerra e dai continui attacchi russi a obiettivi civili. Da Bucha, Borodyanka, Irpin e altre città ucraine giungono testimonianze di crudeltà perpetrate contro bambini, giovani, donne, anziani, che non possono essere riferite e che possono essere commentate solo in questi termini: ogni guerra è l'abisso della civiltà, è una voragine di dolore e distruzione nella storia dell'umanità. Proviamo per un istante a tornare bambini e pensare alle attività che facevamo ed alla gioia che provavamo: disegnare, colorare, fare i compiti con la smania di finire presto per poi giocare, aiutare la mamma in cucina, passeggiare con il cane, le gite in famiglia, leggere il libro prima di andare a dormire etc. Questo elenco di ricordi meravigliosi della nostra infanzia che potrebbe continuare all'infinito era la normalità anche dei bambini ucraini, come di tanti altri bambini che crescono in aree del mondo dilaniate dai conflitti armati. La guerra toglie, separa e distrugge tutto ciò che rappresenta il mondo colorato e gioioso dei bambini. La guerra nega ai bambini il diritto di vivere la poesia delle piccole, importanti e magiche cose dell'infanzia. La guerra è il buio e il desiderio di questi bambini è di tornare a rivedere la luce del sole.

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