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Sant’Orsola: il mirtillo residuo zero
Sant’Orsola, ricerca, sperimentazione e sviluppo
di Walter Laurana
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DAI PICCOLI FRUTTI il mirtillo residuo zero
Fragole, lamponi, mirtilli belli da vedere difficili da coltivare. Se vale sempre l’antico proverbio sulle fatiche dell’agricoltura perché, si diceva, la terra è bassa, oggi malgrado alcune coltivazioni avvengano sollevate dal suolo con appositi contenitori, a livello amatoriale perfino sui balconi dei grattaceli, i piccoli frutti restano fra i lavori più impegnativi con l’impiego di antiparassitari specifici. Un annoso problema affrontato in Trentino dalla Società cooperativa agricola Sant’Orsola, leader nazionale nel settore dei piccoli frutti che, dopo molti anni di ricerca e sperimentazione, ha certificato il primo mirtillo a residuo zero ovvero privo di contaminanti chimici. Sono una novità per l’Italia, provengono esclusivamente dai campi siciliani e calabresi dei suoi soci che coltivano su più di 50 ettari mirtilli giganti americani di varietà diverse, principalmente la Ventura. Il residuo zero è la nuova frontiera, dopo la produzione mediante la lotta integrata, la produzione biologica e la biodinamica. Garantisce la insussistenza di residui da fitofarmaci nel frutto in vendita ovvero la sua salubrità. Lo certifica il CSQA, ente accreditato e riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che ha sede a San Michele all’Adige. L’organismo di certificazione esercita la leadership nazionale nel settore agricoltura ed è il primo ente italiano accreditato nel food, certifica in un recente rapporto che il residuo di fitofarmaci nel mirtillo residuo zero prodotto dalla Cooperativa i Sant’Orsola è inferiore al limite minimo quantificabile ovvero è inferiore a 0,001 parti per milione, secondo metodi standard europei di misura praticati, riconosciuti e validati dalle autorità competenti. Particolarmente soddisfatto il direttore generale della Sant’Orsola Sca Matteo Bortolini. “Il progetto ambizioso del mirtillo residuo zero , afferma, esaudisce il crescente desiderio dei consumatori di acquistare frutta sempre più salutare. Noi produciamo da oltre 40 anni fragole e piccoli frutti, settore nel quale siamo leader italiani
Matteo Bortolini, direttore generale
riconosciuti.” Il mirtillo residuo zero è figlio della continua attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo per l’innovazione, praticata da 18 periti ed agronomi dello staff tecnico stabile della Sant’Orsola, al lavoro nel Campo sperimentale situato sull’Altopiano della Vigolana in Trentino, a 700 metri di quota. Responsabile è Gianluca Savini, tra i massimi esperti nel mondo dei piccoli frutti, agronomo con dottorato di ricerca in produzione e organizzazione degli agro-ecosistemi vegetali. Avviato nel 2002, il Campo sperimentale è la sede di incessanti attività di selezione e di miglioramento genetico di fragole e di piccoli frutti coltivati dai soci. L’attività punta alla ricerca di nuove varietà più tolleranti alle malattie, alla massima riduzione ed all’azzeramento dell’uso di fitofarmaci, al miglioramento delle tecniche di coltivazione ed alla riduzione dell’uso di acqua, raggiunta peraltro con ottimi risultati. Dalla ricerca alla produzione. E’ opi-