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Margherita, un nome due destini
In controluce
Margherita: un nome due destini
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Margherita è un nome bello come il fiore cui si attribuisce il significato di purezza, amore e pazienza. In Trentino è stato portato da due donne unite, a distanza di secoli, dal comune amore per un uomo e per la trasgressione.
Si chiama Margherita la bella donna, originaria di Cimego in Valle del Chiese, innamoratasi, nell’anno 1303, di fra Dolcino, diventata eretica e rivoluzionaria come lui; con lui condannata a morte e giustiziata, quattro anni dopo. Margherita Boninsegna conobbe fra Dolcino, al secolo Davide Tornielli, quando l’eretico in fuga dalle truppe papaline, sconfinò ad Arco nel basso Trentino. Ogni fatto che lo riguarda è raccontato dai suoi giudici e carnefici e dunque non tutta la sua opera è chiara e documentata. È certo ch’era originario della provincia di Novara, forse Prato Sesia, e si riteneva fosse figlio di una donna e di un prete. Nel 1291 aderì al movimento degli Apostoli o apostolici, fondato nel 1260 da Gherardo Segalelli. Si chiamavo fra loro boni homines, vivevano di elemosina, pregavano e digiunavano, non imponevano il celibato. Già bollati di eresia e condannati da Papa Onorio IV nel 1286, furono perseguitati e il fondatore nonché guida spirituale, fu catturato ed arso sul rogo il 18 luglio del 1300. Dolcino ed altri del gruppo fuggirono attraverso le terre attorno al lago di Garda. Dolcino non è un frate, lui stesso si definisce fratello, ma è un buon predicatore e diffonde il pensiero pauperistico, il ritorno alle origini della Chiesa, contrasta parole e comportamenti del clero. È uomo affascinante, carismatico: “ Figura curiosa questo libertario di Dio, scrive il romanziere Renzo Francescotti, di un libro. Eretico, eccentrico, che stando alle cronache dell’epoca, non resisteva alle tentazioni del mondo e non disdegnava il buon vino”. Margherita lo incontra e s’ innamora, diventa la compagna, lo affianca nella predicazione. Di lui si occupa Dante Alghieri nel XXVIII canto dell’Inferno. È l’anno 1300 quindi il poeta non può incontrare l’eretico, che morirà sette anni dopo, ma di Dolcino gli parla Maometto il quale esorta Dante ad aiutarlo: Or dì a fra Dolcin dunque
che s’armi.....s’ello non vuol qui
tosto seguitarmi”. Come l’avesse sentito o letto, fra Dolcino si armerà, occuperà militarmente la Valsesia facendone una sorta di territorio franco, dove si stanzia una comunità di fedelissimi. La profezia di Dante si realizza. Contro i gazzari o dolciniani viene bandita una crociata. Resistettero a lungo ma alla fine furono vinti, catturati, durante la settimana Santa del 1307. Dolcino, processato e condannato a morte, fu giustiziato pubblicamente il 1º giugno, dopo avere assistito alla morte, sul rogo, di Margherita. Renzo Francescotti nel romanzo e dramma teatrale ci fornisce una figura di rivoluzionario ed effettivamente quest’uomo citato due secoli dopo ad esempio da una parte dei protestanti, ha una carica eversiva notevole come dimostrano gli sforzi militari e religiosi della Chiesa per contrastarlo. di Waimer Perinelli
Margherita, l'amore di Docino - da I viaggiatori Ignoranti
Per singolare quanto casuale coincidenza della storia, seicentosessantotto anni dopo, troviamo in Trentino un’altra Margherita. Di cognome fa Cagol, studia Sociologia a Trento, cattolica conosce un giovanotto, cattolico e, nel 1969, si sposano nel Santuario di San Romedio in valle di Non, uno dei più belli e sacri del Trentino. Lui è Renato Curcio, pochi anni dopo sarà fra i fondatori delle Brigate Rosse, bande rivoluzionarie ispirate al comunismo. È il 1975 quando Margherita sarà uccisa in un conflitto a fuoco con polizia e carabinieri. Nella sparatoria morirà anche un carabiniere e un altro sarà gravemente ferito. Due Margherite, trentine, due storie completamente diverse ma unite da passione e violenza: la voglia di costruire una società più giusta. Ma, contrariamente a quanto sostenuto da Niccolò Machiavelli, non sempre il fine giustifica i mezzi usati per raggiungerli.