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Chiara Defant sarta
Satira, danza e sensualità
emozioni, la nostra personalità, disse Peggy, ogni donna possiede l’innata arte seduttiva deve solo scoprirla, rivelarla a se stessa ed accettarla.” Il burlesque, vissuto con questo spirito, è anche e soprattutto un gioco, la ricerca della propria sensualità, la liberazione da tanti tabù e strumentali oppressioni. “Il Burlesque, dice Chiara Defant, ha sempre portato le donne, di ogni misura e forma, a guardarsi con occhi diversi, a prendersi con più ironia e di conseguenza ad avere una maggiore stima di sé”. È un genere teatrale interpretato da grandi professionisti: da Leopoldo Fregoli ed Ettore Petrolini, Gigi Proietti, Paolo Villaggio nelle parti comiche e bellissime donne che recitano e ballano avvolte da luci e lustrini. Don-
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Peggy Sue in una sena di burlesque
ne oggetto del desiderio ma capaci, attraverso lo spettacolo, di essere padrone di se stesse. Uno spettacolo spesso paradossalmente ambiguo dove le donne volutamente caricano il trucco ed i gesti fino a sembrare uomini travestiti che recitano le donne. Donne che fanno ridere e sono i maschi ad essere derisi.
CHIARA DEFANT SARTA
Chiara Defant, 63 anni è una sarta per scelta, con la vocazione del teatro. “ Superati i sessant’anni è normale pensare di essere stagionate. In realtà mi sento una ragazzina, dice, e il mondo vivace, brillante del palcoscenico è una specie di fontana della giovinezza”.
Ricordo quando sei venuta allo Stabile di Bolzano, sembravi un pesciolino. Due grandi brillanti , curiosi occhi.
“Si, di anni ne avevo solo ventitre e un diploma d Accademia ancora fresco d’inchiostro in tasca. Nel teatro sono stata catapultata e mi ha conquistata con il gioco dell’essere e dell’aprire”
Essere “Altri” accade anche nel burlesque? Chiara Defant (a destra) con Peggy Sue (a sinistra)
“Il teatro è un gioco delle parti, il burlesque aiuta a trovare la parte principale. Dell’esperienza fatta con questo genere teatrale ricordo le donne che si avvicinavano ai corsi con timore e timidezza, poi si abbandonavano al gioco, senza pensare a qualche eccesso di forma che in altre situazioni sarebbe sembrato insopportabile. Con il burlesque faceva infine parte della seduzione”.
Perché hai lasciato?
“ Ho dovuto abbandonare perché non ho un clone, sono sola, e la passione che ho nel fare le cose è difficile da condividere, purtroppo non avendo trovato un valido aiuto il mio sogno si è concluso.
Come sarta alla moda continui a lavorare.
“La mia creatività si incrocia con il mondo della moda per motivi storici e attuali. A volte la sartoria è fonte di ispirazione e stravolgimento dell’ interpretazione dell’ abito, elemento in questo periodo sociale poco femminile, ma anche poco maschile.”
Burlesque addio per sempre?
“Mai dire mai. Mai come oggi forse ce n’è bisogno. Viviamo tempi dove la donna è concentrata nel seguire schemi impostai da influencer ,e ti confesso che riprenderei ancora oggi, per far capire alle donne che si può essere manager, medico, insegnante senza essere volgare nel sedurre.
In ricordo di...
Addio Maestro!
“Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le persone per bene.” Gigi Proietti
Regista, cantante, doppiatore ma ancora di più attore di teatro, cinema e televisione. Un mentore per tutti quelli che da lui hanno imparato a fare il mestiere del teatro. Gigi Proietti ci ha lasciato il 2 novembre scorso, nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Un poliedrico uomo di spettacolo, con una cultura sconfinata, capace di immobilizzare davanti ad un palcoscenico un pubblico di tutte le età. Le nuove generazioni rischiano di conoscerlo sopratutto per essere stato il protagonista delle cinque stagioni della serie televisiva “Il maresciallo Rocca”, ma Proietti è stato uno dei più grandi attori di teatro italiano, oltre che attore per il cinema, per la televisione e per la radio; ma è stato anche comico, regista, cantante, doppiatore e insegnante. Celebre per le sue qualità affabulatorie e trasformistiche, esordì nel 1963 nello spettacolo teatrale di cabaret, “Can Can degli italiani”, per poi interpretare ininterrottamente numerosi spettacoli teatrali che ebbero un enorme successo di
Il Presidente della Repubblica Mattarella con Gigi Proietti (da Il Quirinale)
pubblico. Al cinema è diventato celebre nel 1976 per il ruolo dell’incorreggibile scommettitore Mandrake nel film “Febbre da cavallo” di Steno. Numerose sono anche le sue partecipazioni in film di rilievo artistico, diretto da registi come Brass, Damiani, Monicelli, Petri, Lattuada, Avati, e molti altri. Nel corso della Gigi Proietti (da Biografieonline) sua carriera Proietti si
di Katia Cont è cimentato con suc- il teatro, e al quale fecero seguito cesso anche nel doppiaggio, dove numerosissime repliche sui palchi dei ha prestato la voce a celebri divi del più importanti teatri italiani, con un grande schermo; sua è ad esempio grande successo di pubblico. la voce di Sylvester Stallone nel Nel 1978 istituì al Brancaccino, una primo capitolo della saga di “Rocky”. sala prove del Teatro Brancaccio, il Tuttavia, è nel teatro che Proietti ha Laboratorio di Esercitazioni Sceniregalato il meglio di sé. Come attore che per i giovani attori. Nata come ha recitato in numerosi spettacoli associazione culturale, il Laboratorio di autori quali Shakespeare, Molière, divenne la migliore scuola di recitaBrecht, e di registi di alto livello come zione, sfornando più attori di sucCarmelo Bene. Come autore e regista cesso di qualunque altra. Da lì infatti ha esordito nel 1976 nello spetta- uscirono, per fare qualche nome, colo che lo vedeva come interprete Gianfranco Jannuzzo, Chiara Noscheistrionico in “A me gli occhi, please”, se, Giorgio Tirabassi, Gabriele Cirilli, dove l’artista, senza trama, portava sul Enrico Brignano, Flavio Insinna. palco, tra follia, poesia, ironia e conta- Al Globe Theatre, il teatro elisabetminazioni teatrali d’avanguardia, una tiano che creò e guidò per 17 anni delirante serie di personaggi, che da e che ora porterà il suo nome, si è Petrolini a Shakespeare attraver- celebrata l’ultima entrata in scena di savano tutto il suo repertorio, pro- Proietti, accompagnata da applausi, ponendo un modello di teatro-gra- ricordi, lacrime e tanti grazie pieni di fia che avrebbe poi segnato uno infinita riconoscenza, espressa dai spartiacque nel modo di intendere tantissimi amici e colleghi presenti.