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La relazione INPS: dati e numeri
Lavoro e lavoratori
Relazione Inps 2020
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Anche per l’INPS il 2020 è stato, e sarà fino alla fine, un anno particolare. In termini di prestazioni erogate si parla di un’annata storica, con il Covid-19 che ha infatti giocato un ruolo fondamentale nella quantità di richieste pervenute all’Istituto. Determinanti, durante quest’ultimo periodo e anche attualmente, le misure di sostegno al reddito: su tutte, integrazione salariale (prestazioni riconosciute ai lavoratori in costanza di rapporto di lavoro, dunque con sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro), indennità di disoccupazione, indennità legata all’erogazione dei 600 euro, il Baby-sitting, i congedi Covid, il reddito e la pensione di cittadinanza. Rispetto all’integrazione salariale, in confronto all’anno 2019 si è registrato un +1.900% di ore autorizzate, più di 24 milioni a fronte delle “sole” 5 milioni e mezzo circa nell’interno triennio precedente (2017-2019). A farla da padrone è stata la cassa integrazione guadagni ordinaria, con quasi 13 milioni di ore contro le poco meno di 3 milioni dei tre anni precedenti. Secondo posto invece per l’assegno ordinario in carico al Fondo territoriale del Trentino (8 milioni e mezzo di ore contro le 20mila del triennio 2017-2019). Rispetto alla disoccupazione (Naspi, disoccupazione agricola e quella rivolta ai collaboratori coordinati e continuativi) invece, pur essendo i dati ancora in corso di aggiornamento, fino ad ora le prestazioni annuali erogate sono state 31.927, contro le 47.341 del 2019 e le ben 48.772 del 2018: tuttavia, per quanto il dato del 2020 sia attualmente ben inferiore rispetto a quello dello scorso anno, gli addetti ai lavori spiegano che la dinamica è fortemente legata al blocco dei licenziamenti. Ancora, l’indennità “una tantum” dei 600 euro ha registrato un totale di 62.950 domande sul territorio provinciale, con la maggioranza provenienti da Trento (22.964) e Riva del Garda (10.932), mentre il dato più basso arriva da Borgo Valsugana (5.392). In questo caso, il 51% (cioè 34.673) delle richieste riguardano lavoratori autonomi, anche se una notevole quantità di domande ha riguardato il settore del turismo e dei lavoratori stagionali (12.232 domande). Particolarmente usato anche il bonus Baby-sitting, con il pagamento di 6.734 contributi (3.030 da Trento e 1.171 da Rovereto i dati più alti). Per quanto riguarda i congedi Covid, ne sono stati erogati 17.058 a lavoratori dipendenti, 568 a lavoratori autonomi e 57 a soggetti con gestione separata. Riguardo invece al reddito di cittadinanza, si sono registrate 807 richieste in più rispetto al 2019. Complessivamente, tirando le somme, la contribuzione è passata da circa 960 milioni di euro a un miliardo e 152 milioni di euro nel corso degli ultimi quattro di Nicola Maschio anni. Ancora, artigiani e commercianti: in merito ai primi, l’INPS ha registrato un decremento rispetto al numero di unità dai 17.623 del 2017 ai 16.327 del 2020 (cioè -4,1% e circa 700 posizioni in meno), ma un incremento della contribuzione da 98milioni di euro a 105milioni (ovvero +7,6%); riguardo ai commercianti, anche in questo caso il loro numero è diminuito passando da 21.707 nel 2017 agli attuali 19.548 annui, con un calo del 4% e di 860 posizioni complessivamente. Anche in quest’ultimo caso però, la variazione contributiva è positiva: si riscontra infatti un +11%, con il passaggio da 99milioni di euro a circa 110milioni, soprattutto grazie ad una serie di provvedimenti che, nel 2019, hanno favorito la contribuzione stessa. Rispetto alle pensioni, al momento sono state erogate 162.837 prestazioni nel 2020 (il 56,1% a donne), con gli importi che per il 51% si attestano al di sotto dei mille euro mensili. Si vedono inoltre gli effetti di Quota 100, con un incremento delle pensioni pari allo 0,9% nel 2019 rispetto agli anni precedenti.