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L’inquinamento: quarta causa di morte al mondo
Natura e ambiente
L’inquinamento quarta causa di morte al mondo
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Siamo tutti giustamente concentrati sulla pandemia che, in maniera repentina, drastica e inaspettata, ha stravolto le nostre vite, mietendo a oggi oltre un milione di vittime. Ma ci sono tanti altri nemici, invisibili, che hanno silenziosamente scalato la triste classifica delle cause di morte nel mondo.
Se sui primi gradini del podio da ormai vent’anni troviamo ipertensione, fumo e cattiva alimentazione, poco dietro troviamo l’inquinamento dell’aria, un elemento cui si da ingiustamente poca rilevanza. Quando infatti i ragazzini di Fridays for future consigliano di inquinare meno, non lo fanno solo per la salute del nostro pianeta (l’unico che abbiamo a disposizione) ma anche per la nostra. E ne è prova un ampio studio redatto dall’Health Effects Institute, un centro studi che si trova in Canada e che da anni si occupa di monitorare gli effetti sulla salute di molti fattori. Secondo quanto riportato nell’ultimo report prodotto dall’istituto canadese dovremmo fare decisamente attenzione ai nostri comportamenti inquinanti proprio perché hanno effetti irreversibili su come stiamo. Sono tre i tipi di inquinamento che sono anche secondo il nostro Ministero della Salute particolarmente pericolosi per noi e i nostri polmoni. Prime tra tutti le famigerate PM2,5, micro particelle solide che troviamo sospese nell’ambiente e che sono il prodotto ad esempio dei gas di scarico delle macchine, ma anche dall’industria. Il secondo è l’ozono troposferico, un “inquinante secondario che si forma attraverso processi fotochimici” nei bassi strati dell’atmosfera, quelli che sostanzialmente abitiamo noi. Ultimi, ma non per questo meno importanti, sono i fattori di inquinamento domestico. Secondo lo studio di cui parliamo in questo articolo ben il 90% della popolazione mondiale ha, nel 2019, vissuto almeno un giorno in cui questi fattori inquinanti superavano le linee guida dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della sanità. Analizzando in dettaglio i dati raccolti, però, la situazione pare particolarmente grave soprattutto in alcune aree dei cosiddetti secondo e terzo mondo: l’Africa Centrale, l’India di Elisa Corni e la Cina. Ma anche l’Europa e l’Italia non sono da meno. La Pianura Padana ha vinto la medaglia di luogo più inquinato d’Europa durante l’inverno 2019-2020, e in generale ce la giochiamo bene anche a livello globale. Insomma pensateci due volte a fare i jogger a Milano o Bologna. Gli studiosi fanno risalire all’inquinamento come causa per il 12% dei decessi a livello globale. Un numero decisamente preoccupante. E i tre fattori su cui si sono concentrati gli studiosi canadesi coprono rispettivamente il 7, il 4 e l’1% di questi decessi. Come fare per ridurre questi numeri impressionanti? Pensate che nel mondo il 49% delle persone fa uso di combustibili solidi (carbone, legname, carboni fossili) per riscaldarsi e cucinare. Sono quindi necessari interventi molto importanti e anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare molto. Prediligere la mobilità dolce, a piedi o in bicicletta, quando possibile fa sì che il numero di particelle prodotte durante i nostri spostamenti crolli vertiginosamente. Allo stesso modo l’installazione di cosiddetti catalizzatori che imprigionano questi inquinanti nella combustione delle nostre caldaie. Ma anche la semplice manutenzione di apparecchi buoni e funzionanti, o la sostituzione di caldaie vecchie e inefficienti con tecnologie moderne approfittando anche dei contributi statali possono essere un piccolo passo verso una vita più sana per tutti.