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A parere mio: chi entra in Italia

A parere mio

di Nicola Maschio

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IMMIGRAZIONE IN ITALIA: chi entra nel nostro Paese?

Il fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione da e nel nostro Paese è costantemente oggetto del dibattito pubblico, ormai da tantissimo tempo. Ma quali sono i dati reali di questi flussi migratori, soprattutto relativi a coloro che vengono dall’estero e si fermano in Italia? Il rapporto dell’ISTAT elaborato e pubblicato lo scorso 20 gennaio 2021 aiuta a fare chiarezza. Innanzitutto, sono in calo le iscrizioni anagrafiche degli stranieri. Come riportato dallo stesso istituto di ricerca: “Le iscrizioni anagrafiche dall’estero registrate nel corso del 2019 ammontano nel complesso a 332.778, un numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+0,1%); la componente dovuta agli ingressi di cittadini stranieri, pari a 265mila, è tuttavia in calo del 7,3% rispetto al 2018, mentre aumentano del 46% i rimpatri degli italiani (68mila). A livello nazionale il tasso di immigratorietà totale è pari a 6 immigrati per mille residenti”. Insomma, prosegue l’attendibile fonte a livello nazionale, i numeri inerenti gli ingressi dall’estero sono in costante e lento declino. Nota a margine, ma non poco importante, i flussi provenienti dal Mar Mediterraneo. A tal proposito, l’ISTAT commenta: “Dal 2015 al 2017 le immigrazioni sono tornate ad aumentare per via dei consistenti flussi provenienti dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, caratterizzati prevalentemente da cittadini in cerca di accoglienza per asilo e protezione umanitaria. Dal 2018 questi ingressi hanno subito una battuta d’arresto, continuando a diminuire nel corso del 2019 anche come conseguenza del Decreto legge (Ddl 840/2018, noto come “Decreto Sicurezza”) recante modifiche alla disciplina sull’immigrazione, la protezione internazionale e la concessione e revoca della cittadinanza italiana”. Nel 2019, tuttavia, il numero maggiore di stranieri entrati nel nostro Paese sembra provenire dalla Romania: con 35 mila ingressi si conferma infatti al primo posto, mentre l’Albania, che registra un +23% rispetto al 2018, si piazza seconda. “Seguono le iscrizioni dall’Ucraina (circa 7mila, -15%) - prosegue il rapporto ISTAT, - Moldova (6,5mila, +13%) e dal Regno Unito (4mila, +68%). Consistenti alcune immigrazioni di origine africana, in particolare quelle provenienti dal Marocco (oltre 19mila, pari a +16%, rispetto al 2018). Più contenute in valore assoluto ma sempre in aumento quelle provenienti da Egitto (9mila, +17%) e Tunisia (4mila, +25%). Molto diversa, invece, la situazione per tutti quei paesi che negli anni precedenti avevano fatto registrare ingressi record per motivi umanitari: le immigrazioni dalla Nigeria passano da 18mila nel 2018 a poco meno di 5mila (-72%), quelle dal Gambia da 6mila a meno di 2mila (-77%). Variazioni negative importanti anche per Mali (-76%) e Costa d’Avorio (-73%) che passano da oltre 5mila ingressi a poco più di mille”. In forte aumento invece i cittadini provenienti dall’India (+10%, cioè 12 mila), Cina (10 mila e quindi +2%) e Brasile, con un +24% e circa 22 mila ingressi in tutto. Più contenute in termini di valore assoluto, ma ugualmente in aumento, quelle provenienti da Egitto (9mila, +17%) e Tunisia (4mila, +25%). Il rapporto ISTAT infine si è soffermato anche sul rientro degli italiani dall’estero, fattore da non sottovalutare in termini demografici. Si legge infatti: “Le immigrazioni di cittadini italiani (68mila) provengono in larga parte da paesi che sono stati in passato mete di emigrazione italiana. Ai primi posti della graduatoria per provenienza si trovano, infatti, Brasile e Germania (che, insieme, originano complessivamente il 18% dei flussi di immigrazione italiana), il 7% dei flussi di rientro proviene dalla Romania, il 6% dal Regno Unito e il 5% dalla Svizzera”.

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