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Personaggi di ieri: Maria Grazia Bressan
Personaggi di oggi
di Laura Mansini
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MARIA GRAZIA BRESSAN: UNA DONNA ATTIVA
Maria Grazia Bressan, da venticinque anni Presidente dell’Associazione Tenna Attiva, rifiuta di sentirsi un “Personaggio” speciale. Incontrare Lei, assieme ad Anna Maria Beber, preziosa collaboratrice, è stato per me molto gradevole. Mi è sembrato di ritrovare vecchie amiche di un Trentino che fu; molto è cambiato negli ultimi 70 anni con la crescita economica e culturale, tuttavia non è venuta mai a mancare quell’apertura cortese della vecchia Trento e delle sue Valli. Forse, proprio in questi ultimissimi anni, si sta perdendo una parte dell’antica socialità seguendo il percorso opportunista di certa politica. Per fortuna non nelle piccole comunità, come a Tenna, la Penisola dei due laghi della Valsugana, dove si trovano ancora persone come Maria Grazia che vedono nel volontariato l’opportunità di aiutare il paese a mantenere le proprie tradizioni ed idee contribuendo a mantenere vivo il mondo dell’associazionismo. Maria Grazia Bressan nata a Padergnone, in Valle dei Laghi, il 18 dicembre del 1953, diplomata in ragioneria, nel 1975 venne assunta in Provincia “Quando sono stata assunta- racconta- mi hanno chiesto se preferivo un lavoro di routine oppure un lavoro vario, con una forte connotazione personale. Ho scelto il secondo e sono stata assegnata al servizio Enti Locali divenuto poi Autonomie Locali.” Apprezzata da tutte le amministrazioni, è rimasta in questa struttura fino all’età della pensione, rivestendo negli anni ruoli di prestigio. “ Serbo un bellissimo ricordo del periodo lavorativo e di questo ne è testimonianza l’affetto e la riconoscenza che ho ricevuto dai comuni all’atto del mio pensionamento” Persona preparatissima è stata un valido punto di riferimento per gli Amministratori Locali, ma l’Associazionismo ha sempre rappresentato per Maria Grazia un importante aiuto alle amministrazioni, soprattutto per i piccoli Comuni. “Da dove viene questa forza, quest’impegno che stai portando avanti da molti anni ?” ” Credo dipenda dalla famiglia, dal contesto dal quale si proviene” Risponde sorridendo e continua .”Già da ragazza, a Padergnone ho fatto parte di molte associazioni, del resto la mia famiglia faceva dell’accoglienza un punto di forza. Grandi lavoratori, mio padre e miei zii hanno portato avanti per tutta la vita l’impresa avviata dai nonni nel 1933”. Parliamo di un negozio di
Personaggi di oggi
generi misti che di lì a poco, a causa di un locale nel retro bottega iniziò l’attività di “ libera mescita del vino rigeneratore” secondo i segreti del mestiere carpito in Baviera da Alberto Bressan il secondogenito dei tre fratelli nati da Rinaldo e Dina Grazioli, che entrerà nella leggenda locale col nome di “Cantinota” . Il primo nato è Ezio, padre di Maria Grazia e l’ultimo era Luciano. La famiglia Bressan ed il loro locale sono diventati famosi per l’accoglienza e la qualità dei prodotti riservati agli avventori. Grazia Bressan è giunta a Tenna nel 1983, avendo sposato Fiorenzo Malpaga. Segretario comunale, appassionato di Storia e di Scrittura, figlio di Enrico Malpaga, storico sindaco di Tenna (ha mantenuto la carica per trent’anni, a lui si deve l’acquedotto Comunale). Ben presto si è inserita nella comunità ed ha iniziato a collaborare con le donne del paese, e qui entra in campo Anna Maria Beber, tennarota doc, nata a Tenna l’11 luglio 1954. “Infatti, conferma sorridendo Anna Maria, l’incontro con Grazia è stato importante e nei piccoli paesi, come il nostro la disponibilità, l’apertura agli altri era di casa. Pio, mio padre, era contadino, lavorava la campagna, faceva parte dei pompieri e dell’Associazione degli agricoltori, mentre mia mamma teneva l’orto, aveva sei Mucche nella stalla che accudiva personalmente e pur con quattro figli la sua casa era sempre aperta agli amici ed a chi ne avesse bisogno.” Maria Grazia descrive Anna Maria come figura eclettica, una persona libera, sempre disponibile per tutti, l’artista e l’artefice di tante iniziative della Parrocchia e delle varie associazioni. A lei ci si rivolge ogni qualvolta si ha la necessità di un consiglio che va oltre la semplice richiesta “dame na man”. La sua manualità e senso artistico sono uniche..” Parlando con loro si scopre un mondo fatto di progetti, di incontri, di impegno sociale, non solo Tennattiva, nata alla fine del 1994, tenuta a battesimo da Andrea Castelli, che ha dato vita ad “Estate Ragazzi” ma anche di feste parrocchiali, di scampagnate estive, nel 2000 è stata organizzata la Festa della donna. Ricordo il concorso di poesia “Di.. Versi sentimenti” (quattro edizioni); senza dimenticare le serate di teatro, gli eventi musicali; lunghissimo è l’elenco delle cose fatte, grazie anche alla collaborazione delle Amministrazioni Comunali e di tutte le associazioni del paese,che non sono mai venuta a mancare. Tutto questo fa di Tenna un territorio che possiamo godere ora: non solo grande bellezza naturale, ma impegno delle persone che fanno di un Pese una comunità viva, raccontando una civiltà che viene da un lontano passato.
Ritratto d’Artista
di Waimer Perinelli
LOME-LORENZO MENGUZZATO UNA VITA PER L’ARTE
La parola Inquietudine sintetizza la personalità e l’arte di Lorenzo Menguzzato. Inquietudine vuol dire ansia e turbamento, curiosità e ricerca, difetti e pregi per una vita d’ artista.
Ho incontrato LOME anagramma del suo nome, nello studio di Trento e abbiamo conversato circondati da tubi di colore, tele dipinte con macchie e linee, occhi che indagano, bocche serrate, labbra corpose e sensuali. A terra sculture fatte di linee metalliche intersecantisi che formano figure o solo vuoti riempiti dall’ambiente circostante, pareti o natura, cielo o acqua. L’autoritratto di un artista concreto e aperto, sintetico e prolisso. Mai banale. Solo conoscendo la sua personalità si capisce l’amicizia di Luigi Serravalli, poeta e scrittore, e la recensione, la prima, scritta da Rinaldo Sandri. L’arte è la sua passione. Aveva tredici anni quando la famiglia gli offrì un regalo per la brillante prova di terza media ed egli chiese di visitare la Biennale di Venezia. Non fu solo istinto, ma una scelta nata dalla contaminazione con la madre artista, “la più brava di famiglia” dice con orgoglio in cui s’inserisce anche la sorella Maria; il padre appassionato d’arte,collezionista di opere e storie d’ artisti. Alle spalle nonni pratici, concreti, di Castello Tesino dove i Menguzzato erano ricchi e stimati commercianti di legnami tra il Trentino e il Veneto, e gli altri di Montagnaga di Pinè, agricoltori all’ombra del santuario mariano. A Venezia Lorenzo incontra Emilio Vedova e con lui visita i padiglioni, anche quelli riservati, della Biennale . “Ci rivedremo fra un anno”, dice il grande artista salutandolo, ma il destino è già segnato: l’ultimo giorno in Laguna mentre si reca alla stazione incoccia in una locandina che recluta aspiranti artisti per la scuola di grafica di Riccardo Licata, insegnante di mosaico, in momentanea trasferta da Parigi. Lorenzo entra e paga l’iscrizione con le ultime 50mila lire rimaste. Poi telefona a casa: “Ho fatto una sciocchezza, dice al padre, ho usato gli ultimi soldi per iscrivermi al corso di Licata e non ne ho per vivere a Venezia”. Il giorno dopo Roberto Menguzzato è a Venezia con ricambi di biancheria e fondi per l’ arte. Inizia così la
Lome con Vittorio Sgarbi
Lome al lavoro nello studio
vita d’artista di Lorenzo, nato a Trento il 27 agosto del 1967, iscritto all’Accademia di Belle Arti della città lagunare a 15 anni e laureato al corso di pittura Emilio Vedova a soli 21 anni. Un colpo di fulmine diventato realtà. Solo un anno prima della laurea la sua prima mostra importante a Salisburgo, nella galleria intitolata al poeta austriaco Georg Trakl. Seguono altre duecento mostre in Italia e, finora, almeno 50 all’estero. “ Io credo, dice Lorenzo, che la vita come l’arte sia fatta di relazioni, la frequentazione di persone diverse, di scambi di pensieri ed esperienze”. E anche in questo ci vuole fortuna e Lome incontra Luigi Serravalli, emiliano di nascita, ma residente a Rovereto, classe 1914, poeta, narratore, critico cinematografico e d’arte, aperto alle novità dell’ultimo decennio del Novecento. Fra Lome e Serravalli nasce un sodalizio artistico che produce i “Libri Rossi” seicento acquerelli per cento quadri, illustrati dagli epigrammi ironico-satirici del poeta. Segue, nel 1990 la pubblicazione “Zirudele, Strambotti, Epigrammi e Frottole” e un anno dopo il grande libro “Campai Sodo” racconti di vita e di luoghi. Lorenzo ascolta, capisce e comunica, con la parola e le opere, una dote importante per chi vive delle relazioni, che lo porta a collaborare con artisti nazionali ed internazionali. Tra loro Sergio Dangelo, 89 anni, un maestro della pittura contemporanea, con il quale da vita al progetto DANGELOMELODIES, un tour espositivo, seguito dal movimento New Situazionisme, idea anglo francese, paradosso letterario prima che artistico. “ I critici mi hanno classificato artista della neo figurazione, dice Lorenzo, non mi spiace, ma credo che ogni definizione sia una gabbia” E le gabbie gli stanno strette ” L’artista, dice, deve essere libero, cosmopolita, cittadino del mondo”. Liberi come gli uccelli presenti in tante opere di Lorenzo. Le ali dell’artista sono le doti innate, il sesto dito, doni delle fate, che fanno la differenza. Lorenzo Menguzzato, sposato, ha un figlio, Davide di 21 anni ( erede della passione per il commercio dei bisnonni e del nonno Roberto, storico commerciante di calzature in centro a Trento), è un poeta pittore, sognatore ma anche concreto. E’ il custode di un bosco di 132 ettari a Dolcè al confine con la provincia di Verona. Al Bosco dei Poeti ospita artisti internazionali, con loro si confronta e cresce. Non trascura le istituzioni, anzi crede che gli Enti pubblici debbano diventare seri mecenati dell’Arte come lo furono Principi e Papi nel Rinascimento: “ Solo così, dice, l’arte ritroverà il suo Centro. Gli artisti oggi sono smarriti, non hanno punti di riferimento.” Lorenzo collabora con architetti e urbanisti, partecipa ai concorsi sempre più rari e onerosi della legge per l’abbellimento delle scuole, banche ed agglomerati urbani. Una sua opera è presente sulla facciata della Cassa Rurale a Levico Terme.“ Questa pandemia, dice, dovrebbe farci riflettere; il suo superamento può avvenire anche attraverso l’arte da inserire in un grande piano d’ investimenti come fece negli anni 30 del Novecento il presidente americano Franklin Delano Roosevelt”. Si può vivere per l’Arte ma è difficile vivere d’Arte.