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Festival di Cannes: premio a Marco Bellocchio
Festival di Cannes
di Katia Cont
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Marco Bellocchio
e l’onore della PALMA D’ORO alla CARRIERA
«Ipremi, lo sappiamo, ci servono per andare avanti nel nostro lavoro. Questo è un riconoscimento che renderà leggermente più facili i progetti futuri. Ha un sapore particolare poi, perché tutte le volte che sono andato a Cannes non ho mai ricevuto un premio, a parte per “Salto nel vuoto” quando premiarono gli attori (Michel Piccoli e Anouk Aimée, nel 1980, ndr), ma questa Palma non la considero una ricompensa. Non è che rivoluzionerà la mia vita, la metterò in una bacheca, in una libreria, sono contento ma non è che mi butto nel Tevere per festeggiare. Quando sarà il momento ovviamente ringrazierò tutte quelle persone che mi sono state vicine durante questi tanti anni di lavoro». Con queste parole Marco Bellocchio ha commentato a caldo al microfono di chi lo ha contattato appena giunta la notizia dal Festival di Cannes. Il Festival, infatti, sabato 17 luglio renderà omaggio al regista assegnandogli la prestigiosa Palma d’Oro onoraria durante la cerimonia di chiusura. Pierre Lescure, presidente del Festival, nel presentare alla stampa i motivi di questa scelta ha detto: «Marco ha sempre messo in dubbio le istituzioni, le tradizioni, la storia personale e quella collettiva. In ciascuno dei suoi lavori, quasi involontariamente o almeno nel modo più naturale possibile, ha rivoluzionato l’ordine costituito». Thierry Frémaux, delegato generale, ha completato il discorso aggiungendo: «Siamo fieri di premiare Marco Bellocchio, uno dei grandi maestri del cinema italiano, dopo 56 anni di affascinante lavoro, dopo i suoi amici registi Bernardo Bertolucci, Manoel de Oliveira e Agnès Varda. È un cineasta, un autore e un poeta. Onorarlo con la Palma d’Oro alla Carriera non ha bisogno di giustificazioni per tutti quelli che ammirano il suo lavoro». A 56 anni dal suo esordio nel lungometraggio con “I pugni in tasca”, Bellocchio si presenterà nuovamente al Festival nella sezione Cannes Premiere, con “Marx può aspettare”, un documentario dedicato al suicidio di suo fratello gemello a soli 29 anni. Il Maestro ha portato i suoi capolavori a Cannes dal 1980 fino al 2019 dove si presentò con “Il traditore” che, purtroppo, nonostante gli elogi della critica non vinse nemmeno un riconoscimento. Il regista ha vinto una sola volta il Premio della Giuria Ecumenica per “L’ora di religione”nel 2002.