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Turismo post Covid: vivere in spiaggia

Turismo post-covid

Vivere la spiaggia

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di Patrizia Rapposelli

La stagione estiva è cominciata. Ebbene si parte per le vacanze. La gente ha voglia di mare e gli operatori del settore hanno bisogno di lavorare. Le spiagge Romagnole, da sempre ai primi posti dell’offerta turistica italiana le abbiamo scelte per domandarci come sia questo turismo “Post-Covid”. Delineano per noi lo scenario i titolari del Bagno 131 Miramare di Rimini portatori di una voce comune a diverse località della Riviera.

Èazzardato fare previsioni sulla ripresa economica certa nel settore del turismo e volo pindarico pensare ad un’inversione di tendenza capace di dare serenità dopo la tempesta Covid. Infatti, non è possibile ancora voltare pagina definitivamente, ma qualcosa si sta muovendo, piccoli segnali di schiarita all’orizzonte. Il turismo in prossimità rimane la prima scelta, il mare in testa, specchio di un italiano colpito duramente. Una stagione che parte a rilento, complice un clima d’insicurezza su alcune tematiche: questione green pass, tampone per lo spostamento, protocolli di sicurezza per le strutture ricettive. In realtà ci viene detto che per le spiagge i protocolli anti- Covid sono identici a quelli dell’anno precedente. Via libera a una vacanza in sicurezza con avvisi che spiegano le procedure; nulla di diverso dall’amata-odiata routine anti-contagio. Distanziamenti tra ombrelloni, lettini, attrezzature sanificate e dispositivi igienizzanti disposti nei punti strategici. “La pulizia, marchio di fabbrica di molti stabilimenti, è stata ulteriormente accentuata. Igienizzazione di tutti i luoghi comuni è routine.” La distesa di ombrelloni divenuta un’icona delle cartoline anni’80 si specchia oggi nella fotografia di stabilimenti dai parasole assottigliati. In tempo di Covid sulla Riviera Romagnola le strutture serie e attente hanno aumentato la già larga distanza fra gli ombrelloni. “Ad esempio noi piantiamo un ombrellone ogni 22 metri quadrati.” È offerto un livello di confort forse mai assaporato da anni, un distanziamento che suona ridondante, ma che permette il piacere responsabile di godersi l’aria di mare senza indossare dispositivi di sicurezza, necessari solo in luoghi affollati o all’interno di strutture. Lo stesso turista è cambiato, scomparso quello da discoteche, sostituito in parte dal cliente habitué dell’estero che ha riscoperto un luogo prima accantonato. Una vacanza post-Covid che vede in prima linea gli operatori del turismo pienamente affaccendati a far sì che l’ordinario antecedente alla pandemia possa piano-piano riprendersi la scena e fare in modo che il comparto del turismo torni a sorridere. Situazione che sintetizza e rispecchia lo stato del suolo italiano. In questo lungo periodo pandemico gli Italiani hanno imparato a convivere con la paura e i cambiamenti rapidi di regole, misure restrittive e divieti, risultato un viaggiatore stressato. “Capiamo lo stress causato dalla pandemia ai nostri ospiti e il bisogno di evadere, quindi la tradizionale accoglienza romagnola diviene ancora più importante per far passare qualche giorno in tranquillità”. Parole che sintetizzano un turismo orientato alla sicurezza, alla tranquillità e alla voglia di normalità su tutto il Paese. Dopo un anno precedente disastroso, guardando ai dati di giugno: 44.7 per cento l’anno scorso, nello stesso periodo, le prenotazioni per il periodo estivo degli italiani già al 54.7 per cento quest’anno. Seppur con calma l’impressione è quella di una discreta risalita per l’industria delle vacanze che rimane sempre il fiore all’occhiello del “made in Italy”.

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