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Ieri avvenne: castelli e paesaggi rurali

Ieri avvenne

di Massimo Dalledonne

“Castelli e paesaggi rurali – I signori di Telve nel Medioevo”

La storia di una famiglia di 900 anni fa. Una famiglia del territorio. Nobile, ricca e, soprattutto, dei grandi strateghi. In grado di allacciarono ottimi rapporti sia con i vescovi di Trento che di Feltre. Un libro, quello scritto da Katia Lenzi, presentato nelle scorse settimane presso la sala riunioni della biblioteca comunale di Telve, realizzato grazie al contributo finanziario del Gal Trentino Orientale e dei comuni di Telve, Telve di Sopra e Torcegno con il coinvolgimento dell’Associazione Ecomuseo del Lagorai e di diverse persone che hanno collaborato con l’autrice. Una ottantina di pagine ricche di storia, ma non solo. “Castelli e paesaggi rurali – i signori di Telve nel Medioevo”, questo è il titolo, è un tassello del progetto “PaRCa”, acronimo di Paesaggi Rurali Castellato, finalizzato al consolidamento statico e il restauro del passo carraio voltato della corte aperta e di parte del cortile nuovo dell’antico maniero di Castellato a Telve. Una ricerca storica in più fasi. Una di queste è la pubblicazione di Katia Lenzi che prende come punto di riferimento l’archivio Buffa-Castellato ricco di atti relativi ai signori di Telve, alla famiglia Buffa e alla giurisdizione di Castellato. In tutto 763 pergamene, dal 1245 al 1708, 90 buste e 36 volumi con 204 documenti dal 1196 al 1411. La notizia più antica, come si legge nel libro, della famiglia dei Telve risale al 1160 quando Wala e Adalpreto parteciparono all’assemblea dei vassalli presente all’atto di concessione a Gandolfino di Fornace della custodia del castello di Belvedere a Pinè. La famiglia era titolare di diverse fortificazioni: non solo Castellalto, costruito, come presume l’autrice, tra fine XII e inizio XII secolo, da Ottolino da Telve, Anche Castel S. Pietro a Torcegno, Castel Arnana, Castel Telvana e Castel Savaro tra Borgo e Roncegno. Attorno al 1280 dai Telve si stacca il ramo collaterale dei Castellalto e nel 1331 si arriva alla vendita di parte del patrimonio di famiglia ai Caldonazzo-Castelnuovo. Compresi anche i diritti di riscossione, uso e usufrutto. Le proprietà erano concentrate in particolare a Telve, Telve di Sopra, Carzano, Torcegno e Ronchi e molte notizie sono state attinte anche dall’Archivio del capitolo del Duomo di Trento. Nel suo libro Katia Lenzi parla dei rapporti dei Telve con il Capitolo, di tutti gli insediamenti presenti sul territorio, degli abitanti e dell’antico maso di Salla a Ronchi. Ma anche della gestione del patrimonio. Riscuotere

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Serata di presentazione

Ieri avvenne

e prelevare, per i Telve, era un modus operandi tramandato di padre in figlio, di generazione in generazione. Katia Lenzi descrive il tipo di prelievo signorile, la sua stagionalità. Si trova traccia anche di un Urbario, redatto da Guglielmo di Castellato, un elenco delle rendite e delle proprietà della famiglia tra il 1409 ed il 1411. In tutto 28 carte, atti di compravendite ed affitti, anche della durata di 29 anni, a 112 contadini della zona: 57 di Telve, 12 di Telve di Sopra, 7 di Torcegno, 19 di Carzano, 18 di Ronchi ma anche di Samone e del Tesino. Non davano solo soldi ai signori ma anche dell’altro, in natura. Come prestazioni d’opera, beni materiali e le famose “decime”. Quest’ultime, altro non erano che l’obbligo dell’affittuario di versare la decima parte della produzione al proprietario: vino, cereali, piccoli di animali e tanto altro ancora. Una concessione rilasciata ai Telve dai vescovi di Trento e Feltre. Spazio anche al paesaggio agrario, iniziativa promossa dalla famiglia, e ancora oggi visibile ad occhio nudo, nelle campagne tra Telve e Carzano con strade e collegamenti viari che hanno permesso, per secoli, la coltivazione di campi e terreni nella località Valli, Pivan, Ziropa, Pasquaro, Castegnaro, Vallin, Rore, Viadaman, Santa Giustina, Ortisè, Longhini, Nale e Tolver. Una zona compresa tra i torrenti Ceggio e Maso, un sistema cristallizzato con ricchi vigneti, vini di qualità, ottimi cereali. Nel libro si parla anche dei possedimenti di montagna, pascoli e malghe sui monti del Lagorai. Tre secoli di storia, la storia della famiglia dei Telve. “Al giorno d’oggi – conclude Katia Lenzi – le tracce della presenza patrimoniale del gruppo nobiliare non sono visibili solo nei mozziconi di muro dei loro castelli. Sono nel sistema agrario costruito tra Telve e Carzano, nei centenari terrazzamenti di Telve di Sopra, nei toponimi dei masi di Ronchi e delle micro-località attorno ai paesi e sui monti. Il territorio è un grande contenitore, Sta a noi riconoscere e conservare le tracce del passato”.

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