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Qui Pianete Terra: un mondo di plastica
di Giorgio Turrini
Un Mondo di plastica
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È incredibile come l’uomo possa devastare l’ambiente giorno per giorno senza pietà, rilasciando immense quantità di plastiche nei mari di tutto il mondo. Gli studi sulle isole di plastica rilevano che le quantità depositate e rilasciate nei mari come negli oceani superano ogni stima.
L’Età e l’era della plastica come l’analisi delle stesse campiona ture hanno rilevato che il 75% del materiale supera un diametro di 5 centimetri di media. Prevalentemente derivano da contenitori, dalle bottiglie, dai coperchi, dalle reti da pesca e dagli evasivi nastri da imballo. Il problema delle rovine micropla stiche, dalle sue minute particelle, sono atomi deleteri e micidiali per la fauna e per tutta la natura circostante. Questi, a macchia d’olio, distruggono parte della comune catena alimen tare dei pesci. Le microplastiche che visivamente sembrano ed appaiono ai nostri microscopi come innocenti al si stema immunitario, si stanno accumulando ad un ritmo elevatissimo, quasi impensabile. Negli anni settanta se ne raccoglievano lo 0,4 di chilogrammi per chilometro quadrato. Oggi si è arri vati a 1,23 chilogrammi per chilometro quadrato. Per questo gli oceani e i mari sono in pericolo costante. Entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci se non curiamo l’ecosistema del pianeta, se non procuriamo se non si elaborano nuovi metodi alternativi per dufendere tutto ciò che la natura ha creato e ci ha dato. Pensate che sono minacciate 700 specie marine ufficial mente a rischio estinzione! L’uomo così ha chiaramente dimostrato di aver e di poter attingere al potere di degradare la flora e la fauna in questo modo, scaricando l’usura delle plastiche nelle nostre nature marine. L’UNEP l’organizzazione internaziona le che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dall’uso sostenibile delle risorse naturali, documenta che, ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. ESA l’agenzia spaziale europea invece ha attinto un monitoraggio delle plastiche avviando un programma ben specifico. Con i satelliti dice, abbiamo la possi bilità di realizzare mappe dettagliate delle correnti oceaniche simulando così i percorsi e le aree not out dove vanno ad accumularsi le plastiche. Si potrà decifrare cosi lo spettro negativo di tutte queste fosse poliuretaniche con un sistema satellitare simile a quello di identificare le mansioni cito plasmatiche dei suoi sedimenti e dei vari inquinanti sospesi nelle correnti marine. Strumenti preziosi per sondare, analizzare e satellizzare quali percorsi prendono i rifiuti, dove vanno a con centrarsi e con questi dati analizzati si consumerà così un progresso. Un vero processo di pulizia. Chiaramente gli aiuti che l’uomo può dare sono quelli di ridurre le spese con le nostre pla stiche usa e getta differenziando con l’occhio sempre più clinico i residui. Anche i colossi dell’economia mondiale si alleano contro l’abuso della plastica. Una trentina di multinazionali della petrolchimica hanno deciso di combattere la sporcizia prodotta dai rifiuti di plastica, sopratutto quella che arriva dai mari e dai nostri oceani. La sigla AEPW è un’alleanza composta da quasi 30 aziende che ha investito più di un miliardo di dollari nella lotta contro questi “moderni” rifiuti, cerca di mettere fine ai problemi creati. Forma ta da aziende nazionali e internazionali dalle più evolute multinazionali nel mondo, AEPW - Alliance to End Plastic Waste vive di queste innovative azien
de con la quale i produttori di plastica sono gli stessi che inquinano l’universo naturale delle acque del nostro piane ta. Il seguente obiettivo di conforto che permette a queste grandi multinazio nali è stato ed è quello d’investire più di un miliardo di dollari con il processo di destinare 1,5 miliardi di dollari per la lotta contro i rifiuti di queste plastiche disperse nell’ambiente. AEPW intende sviluppare, realizzare e impiegare metodi e modalità alter native per ridurre e gestire i rifiuti promuovendo soluzioni per la plastica usata come il riutilizzo ed il riciclo, pregando così che queste dispersio ni di celluloide si allarghino meno. Questa è un’organizzazione che opera senza scopo di lucro ed è composta da società attive in Nord e Sud America, Europa, Asia, Sud-Est asiatico, Africa e Medio Oriente. NON NEL MIO PIANETA è una campagna di sensibilizzazione avviata nell’aprile del 2019 che cura le azioni sui rifiuti plastici promosse in regione dall’agenzia per la depurazione della Provincia autonoma di Trento. Trentino, parte della regione autonoma anche nell’ambito del differenziato, raccoglie numeri che ci collocano agli apici nazionali per la prevenzione e il criterio che qualifica la gestione dei rifiuti come questi. Per quanto questa potente autonomia regionale possa essere forte per differenziare i rifiuti, di questi ahimé ne produciamo comun que troppi. Si sa che la plastica in sintesi, per non uscire dai termini e dai meccanismi che inquinano gli oceani, occupa una parte importante per l’uso e la produ zione domestica. Per questo l’emergenza plastica si offre per essere da alcuni anni il centro delle preoccupa zioni della comunità scientifica anche in Trentino. L’inquinamento della plastica si cura, e deve essere prematuro l’intervento per rieducare la produzione di rifiuti i quali sfumano, come le bellissime imma gini fotografiche dell’artista presa in questione, nelle profondità come nelle superfici marine della nostra preziosis sima terra. OLTRE LA DERIVA sottotitola il fatto che l’uomo non può permettersi di peggiorare l’ambiente e lo sviluppo di un progetto informativo globale open-souce, che serve per supportare i progetti di gestione dei rifiuti a livello internazionale, raccogliendo dati affidabili e certi, misurazioni e nuovi metodi per aiutare i governi e i leader comunitari identificando così quali sono, o sarebbero le soluzioni neces sarie per ovviare ad efficaci termini di blocco delle plastiche prima che raggiungano le derive dei mari.