Valsugana News n. 3/2020 Maggio

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Qui Pianeta Terra di Giorgio Turrini

Un Mondo di plastica È incredibile come l’uomo possa devastare l’ambiente giorno per giorno senza pietà, rilasciando immense quantità di plastiche nei mari di tutto il mondo. Gli studi sulle isole di plastica rilevano che le quantità depositate e rilasciate nei mari come negli oceani superano ogni stima.

L

’Età e l’era della plastica come l’analisi delle stesse campionature hanno rilevato che il 75% del materiale supera un diametro di 5 centimetri di media. Prevalentemente derivano da contenitori, dalle bottiglie, dai coperchi, dalle reti da pesca e dagli evasivi nastri da imballo. Il problema delle rovine microplastiche, dalle sue minute particelle, sono atomi deleteri e micidiali per la fauna e per tutta la natura circostante. Questi, a macchia d’olio, distruggono parte della comune catena alimentare dei pesci. Le microplastiche che visivamente sembrano ed appaiono ai nostri microscopi come innocenti al sistema immunitario, si stanno accumulando ad un ritmo elevatissimo, quasi impensabile. Negli anni settanta se ne raccoglievano lo 0,4 di chilogrammi per chilometro quadrato. Oggi si è arrivati a 1,23 chilogrammi per chilometro quadrato. Per questo gli oceani e i mari sono in pericolo costante. Entro il 2050 ci sarà più plastica che pesci se non curiamo l’ecosistema del pianeta, se non procuriamo se non si elaborano nuovi metodi alternativi per

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augana

NEWS Periodico gratuito d’informazione e cultura

dufendere tutto ciò che la natura ha creato e ci ha dato. Pensate che sono minacciate 700 specie marine ufficialmente a rischio estinzione! L’uomo così ha chiaramente dimostrato di aver e di poter attingere al potere di degradare la flora e la fauna in questo modo, scaricando l’usura delle plastiche nelle nostre nature marine. L’UNEP l’organizzazione internazionale che opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell’ambiente e dall’uso sostenibile delle risorse naturali, documenta che, ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani. ESA l’agenzia spaziale europea invece ha attinto un monitoraggio delle plastiche avviando un programma ben specifico. Con i satelliti dice, abbiamo la possibilità di realizzare mappe dettagliate delle correnti oceaniche simulando così i percorsi e le aree not out dove vanno ad accumularsi le plastiche. Si potrà decifrare cosi lo spettro negativo di tutte queste fosse poliuretaniche con un sistema satellitare simile a quello di identificare le mansioni cito-

plasmatiche dei suoi sedimenti e dei vari inquinanti sospesi nelle correnti marine. Strumenti preziosi per sondare, analizzare e satellizzare quali percorsi prendono i rifiuti, dove vanno a concentrarsi e con questi dati analizzati si consumerà così un progresso. Un vero processo di pulizia. Chiaramente gli aiuti che l’uomo può dare sono quelli di ridurre le spese con le nostre plastiche usa e getta differenziando con l’occhio sempre più clinico i residui. Anche i colossi dell’economia mondiale si alleano contro l’abuso della plastica. Una trentina di multinazionali della petrolchimica hanno deciso di combattere la sporcizia prodotta dai rifiuti di plastica, sopratutto quella che arriva dai mari e dai nostri oceani. La sigla AEPW è un’alleanza composta da quasi 30 aziende che ha investito più di un miliardo di dollari nella lotta contro questi “moderni” rifiuti, cerca di mettere fine ai problemi creati. Formata da aziende nazionali e internazionali dalle più evolute multinazionali nel mondo, AEPW - Alliance to End Plastic Waste vive di queste innovative azien-


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