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In ricordo di William Wordswort

In ricordo di...

Verso una nuova sensibilità: William Wordsworth e i romantici inglesi

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In quest’anno così particolare si celebrano i 250 anni dalla nascita di uno dei poeti più importanti della storia della letteratura inglese. Un poeta che ci ha lasciato pagine di una bellezza che disarma, e che ci ricorda quanto sia importante per l’uomo non dimenticare la potenza del proprio legame con la natura. Il destino di quest’uomo, William Wordsworth, sembra essere scritto già dall’anno della sua nascita: 1770. In quell’anno la Germania si prepara infatti ad essere pervasa dallo spirito travolgente dello Sturm und Drang, movimento culturale precursore del Romanticismo che, tradotto alla lettera, significa impeto e tempesta. Gli anni che aprono la strada al XIX secolo sono infatti anni di grande cambiamento, un cambiamento soprattutto nel modo di sentire e percepire la realtà. Tra le prime nazioni influenzate dalla Germania romantica ci fu, per l’appunto, l’Inghilterra. L’Illuminismo inglese che aveva profondamente segnato il Paese sembrava ora lasciare spazio all’emotività e all’immaginazione più che alle razionali risposte della scienza. Questi cambiamenti culturali si inseriscono all’interno di un altrettanto movimentato periodo storico: le campagne inglesi si stanno spopolando e le città continuano a ridisegnare confini e architetture per far fronte al sovraffollamento industriale portato dalla rivoluzione. La particolarità dei poeti inglesi tuttavia, almeno quelli della prima generazione, sta proprio nel loro allontanamento dal

di Veronica Gianello rumore delle nuove città preferendo il ritiro in luoghi solitari e isolati. Essi vengono infatti raggruppati sotto il nome di “Lake poets”, poeti del lago, per la loro provenienza dalla zona del Lake District, area a Nord dell’Inghilterra particolarmente ricca di laghi e immersa nel verde, e per essere stati fortemente influenzati nella loro poetica da questa loro caratteristica. Il paesaggio e la natura diventano temi portanti della poesia romantica che porta ad una profonda analisi degli stati d’animo del singolo che diventano poi universali e accomunano tutti gli uomini. “Lo scopo principale che ho avuto scrivendo queste poesie è stato quello di rendere interessanti gli avvenimenti di tutti i giorni, rintracciando in essi,

William Wordsworth

Samuel Taylor Coleridge

fedelmente ma non forzatamente, le leggi fondamentali della nostra natura, specialmente per quanto riguarda il modo in cui noi associamo le idee in uno stato di eccitazione. La vita umile e rurale è stata scelta generalmente perché, in questa condizione, le passioni essenziali del cuore trovano un terreno più adatto alla loro maturazione, sono soggette a minori costrizioni, e parlano un linguaggio più semplice ed enfatico.” Questo estratto è parte della prefazione alle Lyrical Ballads, forse la raccolta di poesie più importante della letteratura inglese, pubblicata per la prima volta nel 1798 dai due poeti simbolo del Romanticismo inglese: William Wordsworth e Taylor Coleridge. Destinata a diventare un vero e proprio manifesto del movimento romantico inglese, ne sintetizza i punti cardine. Primo tra tutti, il ruolo del poeta: non più Bardo assoluto, ma uomo tra gli uomini. Secondo Wordsworth ogni persona sente e si emoziona, e la bellezza vera non si trova nella ricerca estetica, ma nella quotidianità. Quest’idea democratica di poesia e questo desiderio di comunicare tra pari è fortemente innovatore, e per questo spesso incompreso. Cosa differenzia quindi il poeta dagli altri uomini? Una sensibilità particolare che permette all’artista di trattenere la bellezza della natura a riorganizzarla, in un secondo momento, in una forma precisa filtrata nel ricordo. Se Wordsworth rappresenta la parte più razionale di questo binomio poetico, Samuel Taylor Coleridge è il componente più irregolare e propriamente romantica. In Wordsworth si leggono l’isolamento e la potenza della natura, ma è in Coleridge prima e nei poeti della seconda generazione poi, che esplode la sregolatezza

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passionale del Romanticismo inoltrato. La ricerca del sublime, che va oltre la bellezza, porta i poeti degli anni successivi a ricercare piacere nel rischio, persino nell’autodistruzione e nella vicinanza al soprannaturale, arrivando in alcuni autori a delle forme d’arte mistiche che riallontanano il poeta dal quotidiano tanto caro a Wordsworth. La varietà nelle personalità dei poeti che hanno reso questo periodo storico così fertile e ricco rende altrettanto difficile parlare di un solo Romanticismo, ma la sua forza risiede proprio in questo: nella ricerca personale della bellezza che deve nascere non più da forme prestabilite e comuni ma da impulsi individuali organici, naturali e quindi veri. Da questa convinzione si può vivere perseguendo una nuova certezza: solo nella verità ci può essere davvero bellezza.

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