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Economia & Finanza
Ristrutturare: pubblico o privato ma trasparente
Quante volte abbiamo sentito spiegare, fin dalla Scuola, l’organizzazione dei “mercati” distinguendo tra Monopolio, Oligopolio e Libero Mercato con un accento fin dall’inizio degli anni ‘80 su come quest’ultimo sia quello che riserva maggiori benefici? E più recentemente con la Crisi “da Deregulation” messa a nudo nel 2008 dalla vicenda Lehman Brothers, sentiamo invocare una sua maggiore regolamentazione?
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Lascio a chi legge il rispondere e sollevo tre questioni. 1) il Monopolio su alcuni beni è un modo per garantire delle Entrate ed un Controllo sulla presenza, prezzi e distribuzione di alcuni beni e quindi una forma di Sovranità che lo Stato esercita e, dopo decenni che si discute senza successo di “costi standard” in quella Sanità che prevede una gratuità delle prestazioni per il cittadino. Un servizio di equità di cui si dovrebbe ri valutare l’importanza visto che CONSIP ha mostrato su quello limiti evidenti ed i costi degli acquisti sono ancora oggi dei fattori di disparità. 2) gli oligopoli hanno ormai una dimensione sovranazionale e sono tradizionalmente legati a settori ad elevata intensità di capitale e, piuttosto che avere dei regolatori nazionali che rincorrono singole contestualità, sareb be preferibile che il quadro normativo fosse uniformato a livello continentale, per evitare che i singoli players possano sfruttare, oltre ad un vantaggio dimen sionale, le pieghe dei regolamenti e la debolezza già mostrata dai tanti oligo polisti nostrani. 3) il Cittadino è altra cosa dal Consuma tore ed i suoi Diritti non rientrano solo tra quelli regolati in modo privatistico, per cui nel caso del Libero Mercato esso dovrebbe portare beneficio ai cittadini, attivi o già inattivi, lavoratori o imprenditori. E ciò prevede che vi sia una Convergenza tra ciò che è benefi cio e ciò che è un vantaggio. Questa premessa, pur lunga, per sottolineare che lo spreco di Risorse Pubbliche ha un valore che va sem pre ben oltre il danno erariale e che il Libero Mercato (che poi così libero non è) per poter esercitare quella “funzione regolatrice” che nasce dalla Concorren za e che non può essere auto regolatomentativa, richiede alcuni attributi, primo dei quali la Trasparenza dei Meccanismi che lo rendono conten dibile e pari opportunità di accesso alle Informazioni che lo determinano. Un esempio facile, stando la contingen za della detrazione al 110% sulle spese per l’efficienza energetica che è stata introdotta sull’esempio del precedente super ammortamento sugli investi menti. Una Pubblica Amministrazione, goden do magari di uno sconto sulle forniture dalla multiutility che poi lo girerà come costo su altri utenti, spreca acqua, luce e gas, con un impatto a bilancio che, pur con lo sconto rispetto ad un utente ordinario, non riduce il valore dello spreco di Risorse Naturali che sono Pubbliche. Vista la crisi ed una contra zione del gettito in una situazione del Debito Nazionale già compromessa, se non vi sono risorse il debito potrebbe essere una strada. Se però il mondo del di Cesare Scotoni Credito ha interesse a gestire il finan ziamento ai privati e l’Amministrazione intende offrire quella opportunità al Libero Mercato perché l’Economia possa sfruttare l’abbrivio legato alla de trazione ed al “mercato” degli sconti in fattura e delle cessioni di credito, si può “creare” un Mercato che ieri non c’era. Purché questo sia però Libero, ovvero Trasparente e Contendibile. La Pubblica Amministrazione dovrà offrire alle Im prese e Professionisti tutte le informazioni tecniche necessarie ad individuare al meglio le opportunità più consone a ciascuno ed un processo trasparente per favorire e standardizzare le Collabo razioni tra Pubblico e Privato. Importante poi è il valutare se in alcune proprietà pubbliche, i costi legati agli ammortamenti, in assenza di utilizzo di un bene e quindi come assets genera tori di una perdita, non siano già una buona ragione per cercare occasioni di partnership per “muovere” un mercato dell’Edilizia. Si crea così quel Mercato Trasparente e Contendibile degli inter venti sui Beni Pubblici in Collaborazione tra Pubblico e Privato come leva per far partire un’Economia in affanno. Di menticando una volta per tutte, la “Via Italiana” alle Dismissioni per fare cassa.
L’ Ingegnere Cesare Scotoni è Consigliere di Amministrazione della Patrimonio Trentino spa.
Tra passato e presente
La mostra del cinema di Venezia compie 77 anni
Organizzata tradizionalmente tra la fine del mese di ago sto e l’inizio di settembre, la Mostra del Cinema di Venezia è giunta quest’anno alla sua 77esima edizione. Primo tra i festival di prestigio (e seconda manifestazione cinema tografica dopo gli Oscar), la Mostra nacque nel 1932 nell’ambito della XVIII Biennale d’arte, con la denomi nazione di “Esposizione internazionale d’arte cinematografica”. La prima edizione, non competiti va, si svolse dal 6 al 21 agosto sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, ma il concorso (con Coppa Mussolini per il miglior film della kermesse) fu introdotto a partire da quella successiva, organizzata nel 1934. Diventata manifestazione annuale l’anno seguente, nel 1936 la Mostra del Cinema di Venezia vide un’altra ‘prima volta’, quella della giuria internazionale. Nella storia della manifestazione non sono però mancati periodi di crisi, come quello dal 1969 al 1972, e successivamente nel 1979, anno nel quale l’edizione tornò ad esse re nuovamente una rassegna non competitiva, mentre dal 1973 al 1978 non fu nemmeno organizzata. I premi tornarono solo nel 1980, con la vittoria ex aequo per “Atlantic City, U.S.A.” e “Una notte d’estate – Gloria”. Da allora sono passati 40 anni: oggi il premio che viene assegnato al Lido, il Leone d’Oro, è considerato uno dei più importanti dal punto di vista della critica cinematografica, al pari di quelli delle altre due principali ras segne cinematografiche europee, la Palma d’Oro di Cannes e l’Orso d’Oro di Berlino. Fino al 1942, il massimo riconosci mento della rassegna era la Coppa di Katia Cont
Festival di Venezia (da wikipedia.it)
Mussolini, destinata sia al miglior film italiano che a quello straniero. Attualmente, invece, i principali rico noscimenti assegnati al termine della
Cate Blanchett (da wikipedia.it)
Alessandro Gassman (da wikipedia.it)
Pierfrancesco Favino (da wikipedia.it)
Mostra del Cinema di Venezia sono il già citato Leone d’Oro, assegnato per il miglior film, il Leone d’Argento (Gran premio della giuria e Premio speciale per la regia) e la Coppa Volpi per il miglior attore e attrice. La 77 esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia si è svolta al Lido dal 2 al 12 settembre scorso, nello storico Palazzo del Cinema sul lungomare Marconi e in altri edifici della città lagunare. Le padrone di casa, Cate Blanchett (presidente della giuria internazionale) e Anna Foglietta (presentatrice), hanno accompagnato il pubblico tra il film d’apertura, “Lacci” di Daniele Lu chetti, e quello di chiusura, “Lasciami andare” di Stefano Mordini. Come ogni manifestazione che si rispetti, anche quella di quest’anno ha suscitato non poche polemiche, tra i giurati e i critici cinematografici, tanto da essere stata addirittura defi nita come l’edizione che ha riservato uno dei verdetti più sgangherati e disarmanti della storia. Non è infatti piaciuta l’assegnazione del Leone d’Oro al film “Noma dland” della regista cinese trasferita a quindici anni negli Usa, Chloé Zhao, che ha come protagonista Frances McDormand, famosa tra le altre cose per “Fargo” e “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”. Tratto da un libro di Jessica Bruder, il film è ambienta to nel Nevada e racconta il mondo dei nomadi, viaggiatori per scelta o per necessità, che sui loro camper o van attrezzati attraversano il Paese. Il film è stato in seguito criticato dalla stampa e dai cineasti come un qua lunque filmetto occidentale d’essai, ottimamente recitato ma diretto da una regista che sembra chiedersi solo se è meglio inquadrare un tra monto oppure scegliere l’alba. Viene da pensare che le critiche non hanno tenuto conto delle reali motivazioni che stanno alla base di questi premi.
Tra passato e presente
Se analizziamo i 2 premi più impor tanti sono stati assegnati forse non a caso, a due film pieni delle ombre del presente come Nomadland ap punto e, e Nuevo Orden di Michel Franco (Leone D’Argento - Gran Premio della Giuria) che più che un film distopico sembra un’opera sul domani, sui possibili scenari del dopo-Covid. Una guerra tra ricchi e poveri piena di sangue. Per quanto riguarda il nostro Pae se, l’Italia, esce da questo festival stringendo due premi importanti: il primo a Pietro Castellitto, regista esordiente per “I predatori”, come premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Orizzonti, e il secondo a Pierfrancesco Favino, attore e produttore di “Padrenostro”, in cui è l’alter ego del padre del regi sta Claudio Noce, che si è ispirato all’attentato subito da suo padre, il vicequestore Alfonso Noce negli Anni di piombo. A Favino una Coppa Volpi decisamente meritata. Altri ri conoscimenti sono andati ad Emma Dante, in concorso con Le Sorelle Macaluso, film premiato per l’intero cast al femminile, e ad Alessandro Gassman per la migliore interpre tazione maschile nell’opera prima di Mario Mancino, “Non Odiare”, in occasione della Settimana interna zionale della Critica, che accompagna il Festival. Si può dire che un mare di critiche è piovuto addosso alla giuria di questo Festival del Cinema, che ha però funzionato dal punto di vista organizzativo, in un periodo caratte rizzato dal distanziamento sociale e dalla presenza dei vip in mascherina sul red carpet. Ci si potrebbe però fermare a riflette re sulle ragioni che spingono i giurati a privilegiare il glamour al posto delle competenze e delle tematiche trattate, togliendo di fatto al cinema la sua funzione principale, ossia quel la di far riflettere.