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Accadde in America: fiamme in USA

Accadde in America

USA 2020 Fiamme all’ovest mai tanto intense

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Afine settembre sono ancora numerosi i vasti incendi ancora attivi che da setti mane devastano l’ovest degli Stati Uniti in particolare gli stati di Califor nia, Oregon e Washington, ma non hanno risparmiato nemmeno gli stati di Idaho, Montana, Utah, Wyoming, Nevada, Colorado e Arizona. Al 15 settembre secondo i dati della National Interagency Fire Center, 87

Fig. 1

Questo dimostra quindi che gli incendi estivi del 2020 sono stati particolarmente intensi ed estesi (molti degli incendi ancora in atto non verranno spenti prima di diverse settimane). Per dare un’idea dell’estensione di un solo incendio, al 20 settembre nella foresta nazionale di Mendocino era ancora in atto un incendo le cui fiamme hanno interessato una superficie di 3.000 km quadrati, praticamente esteso come mezzo Trentino, controllato solo per il 34%. Un dato oggettivo che dimostra grandi incendi boschivi stavano anco ra bruciando 4,7 milioni di acri, ovvero 1,9 milioni di ettari (19.000 km2), per fare un paragone il Trentino ha una superficie di 6.200 km2, la Lombardia di 23.863 km2 quadrati. Dalla stessa fonte risulta che al 20 settembre 2020 gli ettari bruciati da inizio 2020 negli USA in 43.556 incendi, sono 2.802.526 (28.025 km2), quindi una superficie

pari a quattro volte e mezza l’intero

Fig. 2

l’intensità degli incendi 2020 sono le rilevazioni effettuate dal progetto CAMS (Copernicus Atmosphere Monitoring Service), (https://atmosphere.copernicus.eu/cams-monitors-smoke-release-us-wildfires) che ha monitorato la portata e l’intensità degli incendi e il trasporto del fumo risultante, il quale non è rimasto negli USA, ma li ha attraversati così come l’Atlantico fino a raggiungere il nord Europa (oltre 8.000 km di viaggio). Confrontando l’attività degli incendi negli Stati Uniti con gli anni

di Giampaolo Rizzonelli

Trentino andata in fumo. Interessanti sono anche le statistiche relative al numero di incendi che han no colpito gli USA per fare un confronto con gli anni precedenti e devo dire che la sorpresa è stata forte, in quanto pensavo che il 2020 fosse stato un anno del tutto eccezionale per nume ro di incendi e di superfici bruciate, ma ho dovuto in parte ricredermi, i

dati sono riportati nei grafici 1 e 2. precedenti, CAMS ha rilevato che gli incendi quest’anno negli USA sono stati da decine a centinaia di volte più intensi rispetto alla media 2003-2019. Gli incendi stanno inoltr emettendo molto fumo e inquinamento nell’atmosfera; quelli in California e Oregon hanno già emesso molta più anidride carbonica nel 2020 rispetto a qualsiasi altro anno da quando hanno iniziato le rilevazioni nel 2003. (vedi grafico di figura 3) Il CAMS ha stimato che gli incendi sulle coste occidentali degli Stati

Accadde in America

Uniti delle ultime settimane abbiano provocato l’immissione in atmosfera di più di 30 milioni di tonnellate di anidride carbonica, Mark Parrington, scienziato del progetto CAMS spiega “che per capire l’intensità del fumo bisogna prendere in considerazione la profondità ottica dell’aerosol (AOD), quest’ultima è una misurazione della luce solare che viene bloccata dalle particelle di aerosol all’interno dell’atmosfera a causa della presenza di fumo. I fumi prodotti dagli incendi negli Stati Uniti occidentali hanno raggiunto un livello di AOD più elevato di sette volte rispetto ad incendi “normali”, già un valore di AOD pari a 1 implica un cielo coperto e una qualità dell’aria potenzialmente già scarsa. Parlando di fumo e degli effetti degli incendi, le concentrazioni di pm 2,5 hanno raggiunto livelli elevatissimi in tante città degli Stati Uniti Occidentali con picchi fino a 290 µg/m³ a Portland in Oregon (il valore limite annuale per la salute umana è pari a 20/25), secondo i dati della Stanford University, negli ospedali i ricoveri per asma sono aumentati del 10% e quelli per problemi cerebrovascolari del 23%. Le immagini di San Francisco del 9 settembre sono eloquenti (fig. 4). Nella mappa di figura 5 sono riportati gli incendi in corso nella giornata del 17 settembre 2020 (US wildfire reports, Esri wildfire report) nel West USA.

Mentre in figura 6 l’immagine del satellite NOAA / NASA Suomi-NPP che mostra il fumo (quello di colore più grigio e in parte a volte trasparente) sopra gli Stati Uniti occidentali l’11 settembre 2020. I punti arancioni mostrano gli incendi attivi. La domanda ora che ogni lettore si starà facendo è “perché si stanno verificando questi incendi e con questa intensità?” La risposta non è una sola. Innanzitutto parliamo di cambiamenti climatici che hanno modificato le date in cui si verificano gli incendi anticipando e prolungando le stagioni degli incendi, la California e in genere l’Ovest degli USA sono interessati ormai da oltre un decennio da una siccità intensa che ha avuto solo una “pausa” nel 2019, le precipitazioni sono in costante diminuzione, mentre le temperature (così come per il resto del Pianeta) sono in aumento, questo provoca un’aridità che favorisce gli incendi, la vegetazione secca infatti diventa un ottimo combustibile Da cosa sono innescati quindi gli incendi? Un breve ma esaustivo elenco: a) Fulmini con temporali senza pioggia (Thom Porter, capo della Cal Fire, ha dichiarato che in California sono caduti ad agosto 12.000 fulmini senza essere accompagnati da precipitazioni, su terreni aridissimi). b) Piromani. c) Disattenzione da parte dell’uomo. d) Gli incendi sono poi favoriti nel loro propagarsi anche da venti intensi (vendi di Santa Ana a sud della California ad esempio).

Fig. 3 - Emissioni anidride carbonica

Fig. 4 - San Francisco

Fig. 5 - Incendi 17 settembre 2020

Fig. 6 - Fumo visto da satellite (Nasa)

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