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Tra pensiero e scienza: la legge di Murphy

Tra pensiero e scienza

È la legge di Murphy Perchè la corsia vicina va più veloce

Sicuramente vi è capitato che, puntualmente, quando avete fretta e non vedete l‘ora di finire la spesa, arrivati alle casse vi trovate inesorabilmente nella fila più lenta di tutto il supermercato. Bene, sappiate che c’è un motivo per tutto questo, ed è la legge di Murphy.

Non è un vero e proprio principio matematico o probabilistico, ma deriva da quell’insieme di detti popolari, spesso scaramantici, provenienti dalla cultura occidentale che sono riassumibili in una formula ben precisa: “se qualcosa può andar male, lo farà”. Da questa frase, studiosi più o meno seri hanno sviluppato moltissimi assiomi. A cavallo tra matematica e umorismo, il cosiddetto pensiero ‘murphologico’ è codificato nel 1988 quando lo scrittore e umorista statunitense Arthur Bloch pubblicò “La legge di Murphy”, un libro che vanta numerose riedizioni. Ma a cosa è dovuto l’incredibile successo di questo testo e del suo contenuto? Forse è l’amalgama tra le complesse leggi matematiche delle probabilità e dei grandi numeri con la vita di tutti i giorni. E forse per l’inesorabilità che veicola: per quanto indesiderabile e improbabile che un determinato evento accada, state pur certi che si verificherà. Ma perché si chiamano così? Perché il suo primo postulatore è stato un ingegnere aeronautico statunitense, Edward Murphy. L’incarico suo e del suo team era quello di verificare la tolleran za del corpo umano all’accelerazione attraverso sedici diversi accelerometri sull’imbragatura degli astronauti. Questi accelerometri potevano essere montati in due modi diversi e, sistematicamen te venivano montati in modo errato. Durante uno di questi esperimenti, pare, Edward Murphy pronunciasse la storica frase che diede il via a tutto: «se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre ad una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo.» Quella prima frase diede origine a una vera e propria enciclopedia contenente detti popolari tradotti in leggi matemati che grazie all’applicazione della probabilità. Molte sono ironiche e divertenti, come la famosissima: “la probabilità che una fetta di pane imburrata cada dalla parte del burro su un tappeto nuovo è direttamente proporzionale al valore del tappeto stesso”. Oppure la famosissima: “l’altra fila è sempre la più veloce”. Quanto è vero! Ma siamo sicuri che ci sia della mate matica sotto e non sia solo il caso di una interpretazione a nostro sfavore della realtà? A quanto pare no, visto che due matematici del nostro tempo Paul Krugman e Steven Strogatz ne hanno dibattuto su Twitter. Il risultato è stato di Elisa Corni

davvero interessante ipotizzando un tratto di autostrada suddiviso in quat tro tratte veloci e quattro lente. Se di fatto in entrambe le corsie si impiega lo stesso tempo per percorrere la distanza prevista, i tratti nei quali si procede più lentamente il tempo di percorrenza è più lungo. Di ipotetici sedici minuti di viaggio ne passiamo solo un quarto sereni perché si procede spediti, mentre 12 sono spesi a lamentarsi e a brontola re per la sorte avversa. In questo senso l’altra fila ci sembra più veloce quando di fatto non lo è. È dunque solo una questione di per cezione? nel caso dell’autostrada sì, ma non vale la stessa cosa per quanto riguarda la fila al supermercato: lì, ci dicono i matematici, potete appellarvi solo alla fortuna: il vostro cassiere sarà il più veloce? La persona davanti a voi avrà dimenticato di pesare il pane? Lo potrete scoprire solo facendo una scelta!

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