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Tra passato e presente: la guerra della polenta
Tra passato e presente
La guerra della polenta tra Feltre e Trento
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Quest’anno i Feltrini resteranno senza polenta. Quest’anno causa Covid, non si è svolta infatti in piazza a Trento la tradizionale disfida dei Ciusi e dei Gobj che vede, da trentasei anni, i feltrini assalire le mura, simboliche, della città dell’aquila per impossessarsi della farina gialla. La disfida ha storia antica anche se fino al 1984 era rappresentata solo come mascherata, una forma carnevalesca spostata dall’ inverno al 26 di giugno nel giorno della celebrazione di San Vigilio patrono della città e del Trentino. Un modo per rendere omaggio al santo evangelizzatore del territorio i cui abitanti pagani, siamo nel 405 dopo Cristo, anziché ringraziarlo preferirono lapidarlo. Alla mascherata tradizionale, di cui si ricordano in particolare le edizioni del 1875 e del 1902, i feltrini partecipavano simbolicamente indossando vestiti ideati dai trentini che, generalmente preferivano affollare il Teatro Oseli alla fine del Settecento e il Sociale dal 1819, per assistere alle opere di Rossini, Verdi, Mascagni.... e, se possibile, fare quat
Ciusi e Goby - Feste vigiliane 2018 (da L'Adigetto)
tro salti con le danze dette Cavalline. Nel 1984 il Comune di Trento, con felice intuizione, decise di rievocare una guerra tra feltrini e trentini che sarebbe avvenuta nel 493 dopo Cristo: un conflitto tra poveri per la disputa di un po’ di pane, farina ed altro cibo, sicuramente non di granoturco per la cui comparsa nella nostra cultura dovremo aspettare altri mille anni. Dice la leggenda, suffragata da un po’ di storia che fu Re Teodorico, il condottiero dei Goti, a invitare i feltrini di Waimer Perinelli
I Ciusi vincono la disfida e si portano la polenta a Feltre (da L'Adigetto)
a Trento per impiegarli nella costruzione delle mura cittadine. I veneti sfruttati ed affamati un bel giorno si ribellarono. Non è noto come finì lo scontro ma ogni anno grazie al Gruppo storico della Confraternita dei Ciusi e dei Gobj, esso si rinnova in Piazza Fiera, davanti al palazzo del Principe Vescovo. “Una guerra simbolica”, chiarisce Sandro Bottura che al 2010 al 2014, è stato presidente della Confraternita. I feltrini o Ciusi indossano una divisa giallo-rossa con bolli neri; i Gobj trentini una tuta grigia e nera. Le due squadre si affrontano davanti alla polenta fumante che gli uni difendono e gli altri assalgono. Le due schiere si contendono la polenta preparata dalle strozzere, disponendosi nel seguente modo: i Gobj formano un cerchio a difesa del paiolo tenendosi vicendevolmente alle corde saldamente cinte attorno alla loro vita, volgendo la schiena al paiolo stesso. Al centro del cerchio prendono posto le strozzere, armate di grandi ramazze che servono per difendere la loro
Tra passato e presente
polenta dagli assalti. I Ciusi devono disporsi in fila indiana a gruppetti di cinque, per cercare, nel rispetto delle regole del gioco, di rompere la catena degli avversari spezzando il cerchio e conquistando così la polenta. “Un regolamento particolare, dice Bottura, impedisce che i contendenti si facciano del male e alla fine una fetta di polenta c’ è per tutti”. Tutti affamati però quest’anno, pubblico, sempre numeroso, e contendenti, rimasti a bocca asciutta a causa del Covid mentre le celebrazioni si sono svolte, in forma ridotta ed elegante, nell’austero castello cittadino. In verità i feltrini la polenta di Trento non l’hanno mai assaporata perché non hanno mai partecipato alla disfida. Sono stati sempre i convitati di pietra e il loro ruolo è stato affidato a figuranti locali. La rappresentazione è entrata a far parte di un circuito di feste medievali folcloristiche, da noi ancora rare, ma molto praticate in Germania e in Sud Tirolo, in Val Venosta, a Glorenza in particolare. “Uno spettacolo in forma ridotta, ricorda
La disfida tra Ciusi e Gobj (da Geosnews)
Bottura, l’abbiamo portato a Milano ed è stato un successo”. Probabilmente lo gradirebbero anche nel Feltrino, protagonista, suo malgrado, di un pezzo di storia trentina.
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