Edizioni Psiconline Š 2013 - Riproduzione vietata
Punti di Vista
Rosanna Bellanich
Dire addio alla
fame nervosa Trucchi e ricette per farcela
Prima Edizione: 2013 ISBN 9788898037452 © 2013 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 - Fax 085 9432764 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di Novembre 2013 in Italia da Atena.net srl di Grisignano (VI) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl)
INDICE
Che cos’è la fame nervosa
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I bisogni fisiologici
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Dimagrire è difficile!
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Dimagrire efficacemente
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La piramide alimentare
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La vera fame nervosa
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Ringraziamenti
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CHE COS’È LA FAME NERVOSA
MARIA
Un giorno Maria si è recata presso l’ambulatorio di dietologia della sua ASL perché voleva provare a dimagrire. Ormai i chili di troppo erano diventati tanti e lei era preoccupata per la sua salute. La dietista le aveva fatto tante domande sulle sue abitudini alimentari. “A colazione mangio una tazza di latte senza zucchero. Non ci inzuppo niente perché sa, mi alzo alquanto tardi e poi viene subito l’ora di pranzo. A pranzo mangio carne o pesce alla griglia con contorno di verdure crude o lessate condite con un cucchiaino di olio, poi un frutto e mezzo panino. Nel pomeriggio non faccio mai merenda e poi a cena mangio come a pranzo, stessa roba” aveva risposto Maria. La dietista non riusciva a capire come fosse possibile che Maria avesse un tale sovrappeso mangiando così poco. Provò allora ad esplorare un po’di più formulando qualche domanda di approfondimento. 7
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“Si”, rispose Maria, “a volte mi succede che mi lascio tirare, soprattutto dai dolci. Ci sono dei giorni che riesco a fare la brava, ma ci sono altri giorni che non riesco, è più forte di me e ne approfitto un po’. Forse mi succede un po’ troppo spesso, specie quando sono nervosa o quando mi arrabbio. In quei momenti succede che apro l’armadietto dove tengo le merendine della bambina e ne mangio una scatola tutta intera”. GIOVANNI
Anche Giovanni aveva fissato un appuntamento con la dietista che lavora al poliambulatorio, perché voleva tentare di perdere almeno qualche chilo. Negli ultimi tempi era ingrassato ulteriormente e il suo peso ormai si scriveva con tre cifre. “Devo dirle che io mi tengo abbastanza. Mangio abbastanza in modo controllato. Quando mi viene fame bevo anche due litri di acqua e la fame passa. Ma poi mi succede che, quando qualche volta apro il pensile della cucina per prendere qualcosa, vedo le brioche di mia moglie, sa mia moglie è magra e non deve fare la dieta, dicevo quando apro il pensile della cucina mi si apre la voragine. Mi prende la fame nervosa e devo mangiare qualche brioche”.
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Dire addio alla Fame Nervosa
ANNA
Anna seduta davanti alla scrivania della dietista del poliambulatorio raccontava che era molto preoccupata perché da un po’ di tempo quasi tutte le sere si abbuffava di cioccolato e di brioche senza riuscire a farne a meno. “Tutta colpa della fame nervosa! La fame nervosa mi fa mangiare e non riesco a fermarmi. Quasi ogni giorno dopo cena mi succede che quando sono davanti la televisione mi devo alzare per andare in cucina a mangiare un po’ di cioccolato, poi una brioche, poi prendo ancora un po’ di cioccolato e poi ancora una brioche e così via per tutta la serata. Non riesco a farne a meno! Se solo potessi farmi passare questa tremenda fame nervosa…!” ROSA
Anche Rosa era venuta a chiedere aiuto alla dietista per il suo sovrappeso. “…E allora quando ho finito di mangiare le cose che so che mi fanno bene e che, secondo la dieta, mi sono più che sufficienti, allora comincio: apro il frigo e prendo il prosciutto, poi ancora il formaggio, poi se trovo degli avanzi del pasto precedente mi mangio anche quelli! Non c’è qualcosa che faccia passare la fame nervosa?”
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GIUSEPPE
Giuseppe un giorno raccontava alla dietista: “Quando mangio, a pranzo e a cena come quantità non mangio gran che, però mi piacciono le cose buone e così finisce che mi mangio la pasta ben condita poi mi piace tanto il formaggio e mangio un po’ di quello. E poi sa noi alleviamo maiali e facciamo i salami buoni buoni e così mi mangio anche 3 o 4 fette di salame o di mortadella magari con due patatine fritte. Lo so che non dovrei, ma è più forte di me. Mia moglie dice che è la fame nervosa, ma che cos’è questa fame nervosa?” Eh sì, che cos’è questa benedetta fame nervosa? Per spiegare questo dobbiamo prima parlare un po’ di come funziona il nostro corpo e di cosa fa per mantenersi in vita.
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I BISOGNI FISIOLOGICI
Quando nasciamo come sapete non capiamo niente di niente, ma abbiamo ben chiari i nostri bisogni fisiologici corporali come la fame e la sete (che durante i primi mesi di vita probabilmente coincidono), il sonno e il bisogno di espellere le sostanze di… rifiuto. Purtroppo quando cresciamo perdiamo la capacità di riconoscere alcuni di questi bisogni. Prendiamo per esempio il mio caso. Dovete sapere che io sono nata ai tempi in cui le nonne e le mamme premurose raccomandavano ai propri figli e nipoti di non bere assolutamente acqua quando si era sudati oppure durante i pasti o ancor peggio dopo aver mangiato la frutta! Ricordo che una delle frasi che mi sentivo ripetere fin dalla più tenera età era: “Non bere che ti fa male!”. Succedeva spesso che quando accaldata dalla calura estiva e dalle corse giù in cortile tornavo a casa a bere mi dicevano: “Non bere che ti fa male!”. È stato così che ho imparato a ignorare la sensazione della sete. Non è che non sentissi più la sete, ma l’avevo trasformata in qualche altra cosa che era più simile alla fame. Mi ricordo che quando avevo sete, invece di bere andavo alla ricerca di cibi freschi e acquosi come frutta, latte, gelati, granite o robe simili. 11
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Quando ormai cresciuta mi sono resa conto che bevevo troppo poco e che ingurgitavo troppe calorie sotto forma di cibi liquidi o freschi, ho incominciato una specie di autoidratazione forzata. Ricordo che preparavo due o tre bottigliette di acqua al giorno e mi imponevo di finirle in una giornata. Che fatica! Più provavo a bere l’acqua cercando di mandarla giù e più quella tendeva a tornare su. Alla fine a forza di fare ci sono riuscita! Oggi non solo riconosco il senso di sete, ma riesco anche a distinguerlo bene dalla fame! E voi ci riuscite? Siete sicuri di bere sufficientemente? E poi riuscite a riconoscere la sensazione della fame? E la sensazione della sazietà? E a distinguere la sete dalla fame? Come vanno le cose per voi?
La fame come bisogno Avete mai trovato un cane o un gatto sperduto per la strada? Provate a ricordare. Lo avete raccolto e portato a casa vostra. La prima cosa che vi è venuta in mente è dargli subito cibo e acqua per rifocillarlo. E poi mentre lo guardavate strafogarsi velocemente, con il musetto inzuppato nella ciotola, avete pensato: “... aveva proprio fame, poveretto!” Avere fame è una sensazione sgradevole, che ci fa stare male. Diventiamo irritabili, i nostri pensieri si concentrano sulla ricerca di cibo, tutto appare di secondo ordine rispetto al bisogno primario di ingoiare calorie. Ma che significato ha avere fame? Perché è così im12
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portante saper riconoscere la fame e dargli un significato? Innanzitutto la fame vera e propria è una sensazione che ci viene dallo stomaco e non da altre parti del corpo, fatta eccezione per quelle poche persone in cui la fame si manifesta con una specie di cefalea. Alcuni la fame la chiamano “vuoto allo stomaco”, altri “crampi”, altri ancora “buco”. Qualcuno prova un leggero senso di nausea. Altri provano come un bisogno di masticare, di muovere le mandibole. Qualcun altro, come dicevamo prima, prova un leggero dolore alla testa che passa mangiando. Ma sapete qual è la primissima manifestazione della fame, proprio la primissima, prima ancora di sentirci irritabili o avere vuoto o crampi allo stomaco? È l’immagine del cibo! Proprio così. Voi siete lì tranquilli che vi fate gli affari vostri e in quel momento… blin! Prende forma nella vostra mente l’immagine del cibo. Magari siete lì al vostro computer che state lavorando, proprio come me in questo momento che sto scrivendo questo libro, e sul più bello… blin! Cominciate a vedere magari una tazza di cappuccino fumante con una bella brioche di un bel colore ambrato. Ma che c’entrano il cappuccino e la brioche mentre state lavorando? E cercate di scacciare quella immagine. Dopo poco tempo però lo stomaco si fa sentire e allora se non siete a dieta vi alzate e andate al bar (ricordatevi di salvare il lavoro che stavate facendo!). La fame è l’indicatore, il segnale che ci servono calorie perché in quel momento siamo in riserva! Funziona come la spia del carburante sul cruscotto della macchi13
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na. Quando la nostra macchina sta finendo il carburante la spia comincia a lampeggiare e se non ci affrettiamo a fare il pieno la macchina ci lascia a piedi. Beh, ad essere sincera non è proprio così che succede nel nostro corpo: quando scatta il segnale della fame, anche se non ci affrettiamo a fornirgli le calorie richieste, il nostro corpo non ci lascia a piedi, ma comincia a bruciare le riserve di zucchero stoccate nei muscoli e nel fegato. Solo dopo aver consumato tutto lo zucchero a disposizione vengono richiamati i grassi dal tessuto adiposo! In genere si calcola che nel fegato di un adulto ci siano circa 120 g di zuccheri di riserva pari a circa 480 calorie, mentre la riserva di zucchero nei muscoli varia da persona a persona. È stato calcolato che solo dopo 20-25 minuti che facciamo un’attività fisica aerobica di grado medio si cominciano a richiamare i grassi dal tessuto adiposo, prima no! Questo significa che le faccende di casa o salire le scale o altre cose simili servono a poco. Per dimagrire sarebbe meglio fare qualcosa, anche di poco impegnativo, ma che continui almeno 30 minuti senza interruzioni, se no serve davvero a poco. Bella fregatura, vero? Quello che ora ci interessa sapere per proseguire nel nostro ragionamento è che resistere alla fame è pericoloso! È pericoloso perché la fame magari sul momento si placa, come succede a Giovanni, ma poi si ripresenta dopo poco tempo in modo rabbioso, tanto che diventa molto difficile controllarla. E allora si rischia di ingurgitare enormi quantità di 14
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cibo tutto in una volta, senza quasi rendersene conto, fermandosi solo dopo essere troppo pieni, fino quasi a stare male e avere assunto una quantità di calorie sufficienti ad un calciatore. Se questo succede spesso allora il vostro peso invece di calare comincia a crescere.
La sazietà Perché il nostro cucciolo affamato che avete cercato di rifocillare mangia il cibo offerto fino ad un certo punto e poi non ne vuole più? Secondo voi perché esiste quel certo meccanismo chiamato sazietà? A cosa serve? E come facciamo a capire qual è il livello giusto di sazietà cioè il limite che divide la normale sensazione di sazietà da quella sensazione di malessere dovuta allo stomaco troppo pieno? Anche la sazietà è un meccanismo fisiologico innato, è cioè quella sensazione che ci invia lo stomaco quando è pieno. È una sensazione piacevole, di benessere e soddisfazione. La sazietà serve a farci capire che abbiamo mangiato a sufficienza. Per farla semplice è un po’ come se il nostro stomaco riconoscesse il cibo che gli diamo e ci facesse sentire ad un certo punto che il bisogno di calorie, di cui ci aveva avvertito la fame, è stato soddisfatto. Infatti se ci avete fatto caso quando mangiamo delle cose unte o tanto ricche ed elaborate poi ci sentiamo sazi a lungo e prima che si ripresenti la sensazione 15
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di fame passa molto tempo, mentre se mangiamo poco o delle cose slavate e scipite la fame ricompare dopo breve tempo. Dobbiamo poi tenere presente che il senso di sazietà non compare immediatamente a fine pasto, ma tarda di qualche minuto a farsi sentire. Non vi è mai capitato che mentre state mangiando e avete quasi concluso il vostro pasto vi chiami qualche scocciatore al telefono? “Pronto sono Mariuccia del vostro carrier telefonico. Volevo informarla che abbiamo ideato solo per i clienti affezionati come lei un nuovo piano telefonico molto conveniente e bla bla bla…” Se ci avete fatto caso succede che dopo aver mandato elegantemente quella signorina a quel paese e tornate al vostro succoso dessert vi accorgete, come per magia che vi è passata la fame! Per questo motivo, come d’altra parte dicono correttamente tutti gli esperti della nutrizione, è bene mangiare lentamente masticando il cibo sempre molto bene, così da lasciare il tempo al vostro apparato digerente di mandare al cervello il messaggio “attenzione stomaco pieno” che vi permette di smettere di assumere altro cibo. Ma questo non ditelo alla mamma o alla maestra che ci hanno sempre raccomandato di finire assolutamente tutta la minestra perché lasciare gli avanzi nel piatto non è educazione! Poco fa abbiamo detto che la sazietà è la gradevole sensazione di stomaco pieno. È una sensazione molto soggettiva, ognuno la sente a modo suo. Ricordo che una paziente alla mia domanda “ … come fa a sapere quando è sazia?” mi rispose: “sento lo stomaco che 16
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si chiude”. E forse è proprio così. Se ci facciamo caso man mano che la fame si placa, morso dopo morso, boccone dopo boccone, se prestiamo attenzione possiamo sentire che pian piano lo stomaco si chiude e ci dice che ha raggiunto la giusta pienezza. La giusta sensazione di sazietà è, come abbiamo detto, quando ci sentiamo bene nello stomaco, è un momento in cui non c’è più la fame e non c’è la sensazione fastidiosa del troppo pieno. C’è una sensazione di piacevole pienezza che ci fa dire “oh come sono soddisfatto!” Avete mai visto i documentari sui leoni nella savana? Cosa fanno i leoni nella savana? “Stanno quasi sempre spaparanzati all’ombra delle fresche frasche” direte voi. Sì, ma ad un certo punto si alzano e si danno un gran da fare per correre di qua e di là a caccia di gazzelle (poverette). E perché ad un certo punto smettono di stare spaparanzati e vanno a caccia di gazzelle? “Perché hanno fame” direte voi! E poi perché dopo aver ucciso e mangiato un po’ abbandonano la preda (poveretta) mezza mangiata e mezza no e se ne vanno con un’aria soddisfatta e appagata? Perché sono sazi! È proprio così che funziona. E voi avete mai visto dei leoni obesi? Fa così anche il mio gatto. L’unica differenza è che gli viene assolutamente impedito di cacciare gli animaletti del cortile: quando ha fame basta un “miao” e gli apriamo una scatoletta. E neanche il mio gatto è obeso. Forse dovremmo provare a fare così anche noi, solo che noi il cibo non ce lo procuriamo come i leoni, ma lo 17
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lo compriamo al supermercato!
La fame nervosa “Ma come faccio a dimagrire se mangio a sazietà?” oppure ”ma se mangio quando ho fame non dimagrirò di certo!” direte voi. Prima di rispondere a queste domande fermiamoci un momento a riflettere su cosa state provando a fare, in questi ultimi tempi, per la vostra forma fisica. Credo di saperlo. Dal momento che avete comprato questo libro e lo state leggendo, è probabile che stiate cercando di mangiare poco e quel poco che mangiate lo mangiate tutto scipito perché volete (giustamente) perdere qualche chilo di troppo, vero? Oppure state cercando di mangiare in modo salutistico perché vi hanno detto che fa tanto bene alla salute. Peccato che poi spesso, in qualche momento particolare della giornata, o quando vi sentite tesi, o quando siete soli, o altro, non riuscite più a controllarvi e allora vi mettete a mangiare a crepapelle vanificando così ogni sacrificio fatto durante i pasti precedenti. Oppure ancora riuscite a fare ben bene la dieta per tutto il giorno, ma poi la notte succede che vi svegliate e correte in cucina a mangiare, mentre il peso invece di scendere aumenta. Così vi sentite sempre più insoddisfatti e incapaci. Volete dimagrire, ma non potete fare a meno di mangiare! Qualche altra volta poi vi succede di mettervi a 18
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divorare enormi quantità di cibo dolce e salato insieme, senza sentirne nemmeno più il gusto e senza più riuscire a fermarvi, come raccontano quelle persone all’inizio di questo libro. Vi fermate solo quando è finito tutto il cibo disponibile oppure quando venite presi da un sentimento di disgusto per quello che state facendo. È a questo punto che partono pensieri automatici di giudizio svalutante e di disprezzo nei confronti di voi stessi. Ho indovinato? È più o meno questo che vi succede? E perché vi succede? Avete mai provato a chiedervi il perché? Dobbiamo cercare di capire insieme. Per capire dobbiamo provare a rispondere ad alcune domande. Innanzi tutto provate a pensare. Da quanto tempo vi succede? Siete stati sempre così? Oppure vi succede proprio da quando vi siete messi in testa di dimagrire? E poi, riflettete bene, se andate ad una festa o al ristorante e mangiate un po’ di più del vostro solito, quando tornate a casa vi succede di perdere il controllo e di abbuffarvi di cibo? Se avete risposto “sì” alla penultima domanda e “no” all’ultima allora dovete riflettere ancora meglio. Cosa vi dice tutto questo? Provo a riassumere per sintetizzare quello che vi sta succedendo in questi ultimi tempi: da quando vi siete messi a dieta ci sono dei momenti in cui vi viene una voglia matta di mangiare tanto che non ce la fate a resistere. Invece quando al ristorante mangiate un po’ di più, la voglia matta non vi viene. Allora cosa vi sugge19
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risce questo? Provate a concentrarvi bene e pensate ai momenti in cui vi abbuffate. Cosa sentite nello stomaco prima di iniziare a mangiare? Ascoltate bene il vostro stomaco, che sensazione vi comunica? Oppure che altra sensazione sentite? Ci avete pensato? E che cosa cominciate a capire? La fame come abbiamo detto prima è quella sensazione che … ci viene dallo stomaco e non da altre parti del corpo, fatta eccezione per quelle poche persone che la avvertono nelle mandibole oppure come una specie di cefalea. Alcuni la chiamano “vuoto allo stomaco”, altri “crampi” altri ancora “buco” … poi ricordiamoci … la primissima manifestazione della fame, prima ancora di sentire lo stomaco vuoto è l’immagine del cibo nella testa. Allora dopo avere riflettuto bene, a quali conclusioni siete arrivati? Se ci avete pensato bene vi sarete accorti che, molto probabilmente, quello che vi costringe a mangiare a crepapelle non è fame nervosa, ma è … FAME vera e propria, legittima FAME! Infatti quando restringiamo troppo l’introito calorico, il nostro organismo si accorge della restrizione e scatta lo stimolo della fame che ci spinge a procurarci il cibo. Se poi cerchiamo di resistere alla fame, questa diventa man mano sempre più potente e incontrollabile e prima o poi vi spingerà a mangiare grosse quantità di cibo, anche se non lo vorrete, proprio come quel cucciolo abbandonato trovato per strada di cui parlavamo prima. Se alle due precedenti domande avete risposto in 20
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modo diverso o non avete saputo rispondere allora dovete riflettere ancora più attentamente. Cos’è per voi la fame nervosa? È diversa dalla sensazione di fame? Ne siete proprio sicuri? Provate a pensare. In che cosa è diversa? So che rispondere a questa domanda può risultare molto difficile! Siete proprio sicuri che la fame e la fame nervosa non siano la stessa cosa? Provate a sentire bene cosa avvertite nel vostro stomaco prima di iniziare ad abbuffarvi. È come una specie di vuoto, vero? E questo vuoto è diverso dalla sensazione che sentite prima dei pasti normali, quando vi sedete a tavola con un certo appetito? Probabilmente si tratta della stessa sensazione, cioè di FAME vera e propria, legittima FAME! Mi rivolgo a quelli che si sono ritrovati in questa mia ultima osservazione (agli altri riserverò un capitolo a parte alla fine del libro). La fame che state soffrendo, per la dieta che vi siete imposti con così tanta veemenza e che vi causa quegli sgradevoli attacchi di incontrollata assunzione di cibo, vi serve a perdere peso? Funziona? Forse non proprio! Non serve perché, come succede al nostro ormai famoso cucciolo sperso, dovete sapere che la fame è come il sonno, oppure come la sete. Provate a mettervi in testa di rinunciare al riposo notturno e incominciare ad imporvi di non dormire mai. Ebbene, dai e dai arriva un certo momento che vi addormentate anche in piedi e anche se non lo volete. Oppure immaginate di decidere un bel giorno di non bere più. Oggi, domani, passano i giorni e la sete si fa sempre più intensa, ma voi stoi21
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camente resistete. Anche in questo caso, arrivati ad un certo punto magari passate davanti alla fontana della vostra città e vi ci tuffate dentro bevendo tutta l’acqua che potete, anche se ha un sapore davvero disgustoso! Mi viene in mente una mia paziente affetta da insufficienza renale che faceva emodialisi. Dovete sapere che le persone sottoposte a quel trattamento possono bere pochissimo. Ebbene questa mia paziente si lamentava spesso del senso di sete che la tormentava notte e giorno a tal punto che una volta mi disse: “… Sogno cascate di acqua fresca e bicchieroni di bibite ghiacchiate. Non riesco a resistere, per questo ogni volta mi presento alla seduta con troppa ritenzione idrica e il dottore mi sgrida! Però adesso sono diventata scaltra, pensi che riesco a bere qualche sorso persino quando mi lavo la faccia al mattino, oppure quando faccio la doccia!” La fame funziona nello stesso modo! Se voi vi affamate (certo per il sano obiettivo di dimagrire) vi succederà prima o poi come quello della fontana o come quello che si addormenta in piedi. È proprio come se il vostro corpo si ribellasse alle restrizioni cui lo state sottoponendo e vi costringesse a fare… proprio quello che non volete! Anche la rabbia funziona allo stesso modo della fame e della sete. Se cercate di trattenere la vostra rabbia prima o poi questa scoppierà in un eccesso incontrollato di ira da farvi passare per matti. Anche il sesso funziona in ugual modo, ma questo non è l’argomento di questo libro. Se desiderate dimagrire il segreto per evitare questo 22
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meccanismo di compensazione, come vedremo meglio in seguito, è fare le cose dolcemente, pian piano mangiando solo un po’ di meno e muovendosi un po’ di più.
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DIMAGRIRE È DIFFICILE!
È proprio così, fisiologicamente dimagrire è difficile: è un processo lento che avviene pian piano, anche se fate le cose per bene. Molto spesso avviene a scalini per esempio due punti giù e un punto su, poi magari il peso si ferma per un po’ e poi riprende a scendere un pochino e così di seguito. Sapete quante calorie ci vogliono per perdere 1 chilo di peso? Dovete mangiare ben circa 7000 calorie in meno, rispetto al vostro fabbisogno, per perdere 1 chilo di peso. Allo stesso modo, dovete mangiare circa 7000 calorie in più del vostro fabbisogno per ingrassare di 1 chilo. Se per esempio ogni giorno riuscite costantemente a ottenere un deficit calorico di circa 200-300 calorie (questa è più o meno la quantità di calorie che vi consente di perdere peso senza innescare risposte di compensazione da parte del vostro organismo) dopo 10 giorni saranno circa 2000-3000, dopo 20 giorni il doppio e solo dopo circa 30 giorni il deficit raggiungerà le famose 7000 calorie necessarie e voi vi trovate dimagriti di 1 chilo. Se vi pesate spesso le variazioni di peso che vedete ogni giorno o lungo la giornata sono dovute alle va25
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riazioni dei liquidi corporei. Il bilancio idrico, cioè le entrate e le uscite di liquidi nelle 24 ore, non è mai in pari, ma si pareggia nel giro di qualche giorno. È assolutamente normale che qualche giorno si beva un po’ di più e si faccia un po’ meno pipì o viceversa. Nelle persone assolutamente sane si ritiene normale che il bilancio idrico nelle 24 ore possa variare in più o in meno anche di un litro di liquidi, questi saranno poi eliminati o ritenuti nei giorni successivi. In qualche caso disfunzionale si può arrivare a trattenere anche 4-5 litri di liquidi senza che vi siano segni evidenti di edemi. Dunque se un litro di acqua pesa un chilo e, come abbiamo visto, è variabile, risulta assolutamente normale che la vostra bilancia rilevi pesi differenti da un giorno all’altro e di ora in ora. Per questo motivo il peso corporeo da ritenersi valido è quello misurato non meno di una volta ogni 15-20 giorni, perché come abbiamo detto un chilo di massa corporea vale circa 7000 calorie ed è impossibile andare in deficit o in overdose di 7000 calorie, rispetto al vostro fabbisogno fisiologico, di ora in ora, da un giorno all’altro o anche da una settimana all’altra. Per darvi un’idea, 7000 calorie equivalgono a quasi un litro di olio oppure a 3-4 torte con panna e cioccolato o a 10 piatti di pastasciutta ben condita. Per tutte queste ragioni dimagrire è difficile, ma non impossibile!
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