Donne tra i due secoli

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Punti di Vista

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Giorgio Carnevale

Donne tra i due secoli

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Prima Edizione: 2017 ISBN 9788899566159 © 2017 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di novembre 2017 in Italia da Universal Book srl - Rende (CS) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl)

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INDICE

Prefazione di Ignazio Majore

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Introduzione

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La formazione dell’identità e il collettivo

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Le due dimensioni della sessualità

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La dinamica del sacrificio nella donna La donna e la procreazione Lavoro e maternità La donna nella coppia

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Gravidanza e maternità Il parto e la maternità Le tre dimensioni della maternità La maternità e la coppia Un caso estremo

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Donne senza figli

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L’anoressia come sottrazione al Collettivo

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PUNTI DI VISTA

Alla ricerca di una nuova identità

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Bibliografia

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A Carlo un collega un amico

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PREFAZIONE DI IGNAZIO MAJORE

È questo un saggio sorprendente non soltanto perché riesce a dare conto della recente evoluzione della donna, esemplare della nostra specie che gli uomini sentono misterioso perché altro da se stessi. Ma al tempo stesso è una loro parte, che preme verso la coscienza, per essere riconosciuta o, forse meglio, conosciuta. La donna vuole essere riconosciuta, come ognuno di noi del resto. L’autore compie una panoramica dell’animo femminile, e insieme di quello maschile, avido e bisognoso di lei, ben più di quanto sappia. Penetra nell’animo femminile, lo guarda e ne vede molteplici dimensioni, evoluzionistiche e biologiche, collettive, sociali e individuali. Questa capacità gli deriva da una lunga esperienza di psicoanalista, ma anche dalla sensibilità e da una posizione affettiva per quelle che sono le insostituibili nostre compagne. L’uomo cerca la donna così come cerca la vita, perché la donna è effettivamente la vita. La teme insieme, perché il bisogno di vita gli dice che senza di lei è morte. Così ogni desiderio verso di lei nasconde un baratro di morte che lei viene chiamata a colmare. Compito che la donna affronta soprattutto inconsciamente. Se non riesce nell’impresa sarà considerata inutile e incapace, e infine respinta. 9

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PUNTI DI VISTA

L’autore compie una disamina del collettivo, quell’insieme biologico e mentale cioè, che tutti ci unisce e rappresenta, dal quale la donna è coinvolta. È l’insieme della conduzione della vita nella finalità della sua conservazione e soprattutto nella ricerca della riproduzione. Senza di questa ogni specie perirebbe. Sicché la riproduzione è una finalità di base del collettivo. Tale funzione è la controparte attiva alla morte. Al centro della riproduzione e quindi della lotta contro la morte, l’autore pone la forza e la tenacia della donna sottoposta al duro sacrificio della gravidanza, del parto, dell’allattamento e dell’accudimento della prole. La donna paga con se stessa, con la propria carne, ogni procedere della vita. Non sempre l’uomo, spesso cieco della funzione essenziale della sua compagna, riesce a vederla nella sua immensa importanza. Addirittura può sentirla un peso insopportabile, una prigione senza scampo né uscita. La prigione vera è quella del collettivo nel quale ogni vivente è racchiuso, ma che insieme è sorgente di vita. L’autore si occupa ancora della sessualità femminile strettamente legata molto più che nell’uomo alla necessità riproduttiva, e insieme analizza il suo attuale tentativo di porsi fuori della schiavitù di tale compito che la soffoca nel collettivo, necessariamente crudele. Oggi la donna sembra avere maggiore possibilità di scelta, purtroppo soltanto parziale, tra soggezione al collettivo e affermazione della propria individualità. Questo saggio spazia tra gli aspetti storici della condizione femminile e l’attuale presa di coscienza della propria individualità e dunque è un lavoro che andrebbe letto da donne desiderose di riconoscere la propria forza e preminenza nel collettivo e nell’esistenza. È insieme un richiamo all’uomo perché la rispetti, ancor di 10

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DONNE TRA I DUE SECOLI

più oggi che la violenza contro le donne sembra divenuta un’abitudine quotidiana, espressione dell’impotenza del maschio che non riesce a padroneggiare il dono della sua donna. Il lavoro di Carnevale, insieme alle sue frazioni scientifiche e di conoscenza, è un omaggio alla donna; di più, è un atto d’amore per lei e un insegnamento per gli uomini.

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INTRODUZIONE

Questo saggio nasce dall’esigenza di approfondire alcune tematiche riguardanti l’universo femminile nel nostro tempo, con un’attenzione particolare a quei cambiamenti avvenuti orientativamente nella metà del secolo scorso e in parte in quello corrente, che hanno accelerato in modo spettacolare lo stile di vita delle donne. Oggi il mondo femminile si presenta estremamente eterogeneo e per questo è spesso difficile da comprendere. Per questo ho utilizzato documenti dell’Istat ed Eurostat, al fine di avere una base oggettiva. Questo lavoro è il risultato di studi e approfondimenti, ma più che altro da un’osservazione clinica che mi ha permesso di avere una percezione intima del mondo femminile e dunque privilegiata. Voglio rilevare che il mio approccio, come già ho spiegato ne Ilcinquantaduepercento. I vissuti della sessualità maschile, non segue una logica di contrapposizione. Tendiamo tutti, i media in primis, a considerare il mondo maschile e quello femminile contrapposti l’uno rispetto all’altro, generando una distorsione profonda della realtà delle cose. Infatti, sia gli uomini sia le donne appartengono alla specie Uomo e i cambiamenti degli uni, piuttosto che degli altri, dipendono da cambiamenti avvenuti all’interno di tutta la specie di 13

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PUNTI DI VISTA

appartenenza. Ma il gioco delle contrapposizioni ha, evidentemente, un fascino particolare, visto che una delle caratteristiche degli esseri umani è prevalentemente quella di identificare il colpevole quando le cose prendono strade incerte e di difficile comprensione. Il risultato di questo gioco, alimentato in modo spettacolare dai media, è che le donne accusano gli uomini di varie cose, così come gli uomini accusano le donne di altre. Un conflitto serrato, ormai alimentato da una spettacolarizzazione, che ci spinge con prepotenza alla contrapposizione, portandoci lontano rispetto a una visione più profonda delle dinamiche umane, che investe sia gli uomini sia le donne. Viviamo un periodo storico in cui vi sono stati cambiamenti culturali, più o meno sostanziali, che hanno generato dei mutamenti e in alcuni casi dei veri e propri stravolgimenti nei ruoli, sia all’interno della coppia, sia in senso generale nel sociale. Per osservare e analizzare questi cambiamenti è molto importante entrare nelle dinamiche femminili in quanto il corso della vita, che piaccia o meno, è principalmente guidato dalle donne. Non è un concetto teorico né tanto meno ideologico, ma è semplicemente un fatto naturale: la vita di ogni essere umano inizia da una donna. Preferisco vedere il mondo femminile, come quello maschile, non rinchiuso in uno spazio ristretto che contrappone l’uno all’altro, ma inserito in processi biologici, culturali e psicologici in continuo cambiamento. In questi ultimi anni, nel gioco del vincitore e del vinto, si oscilla presentando da una parte la donna come vincitrice della battaglia contro l’uomo, che invece appare come la vittima di tutto questo: una specie di ex padre padrone che una volta sconfitto, cade in una profonda depressione e in una fragilità mai 14

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vista in precedenza. Dall’altra parte, riconoscendo il fatto che su un piano professionale gli uomini mantengono un certo potere, le donne vengono presentate come vittime dell’uomo potente accusato di prepotenza di ruolo, ecc. Insomma, la classica situazione in cui, mi sembra indiscutibile, non ci sono né vincitori né vinti. Ognuno sembra essere la vittima dell’altro, ma nello stesso tempo anche il carnefice. La tanto sofferta parità di diritti quando viene considerata una conquista delle donne, è vista in altro modo come una specie di colpo di stato. Quando invece si sostiene che non è stata raggiunta o non abbastanza, viene presentato un regime militare mantenuto dai maschi. Personalmente questo approccio alle problematiche maschili, piuttosto che femminili, non mi appartiene in quanto sono fermamente convinto che uomini e donne navigano sulla stessa barca. A tale proposito userò una citazione di Majore che sintetizza questo concetto: Sarebbe augurabile, ma è utopia, che ciascuno ascoltasse le proprie emozioni, consapevole di sé e dei propri desideri, attento a sviluppare e scambiare le proprie capacità individuali. I nostri compagni sono essere umani, come noi: dunque è inutile chiedere prestazioni impossibili.1

Sia le donne sia gli uomini, facendo parte insieme del genere umano, sono condizionati da una infinità di cambiamenti con i quali fanno i conti quotidianamente. A questi cercano di adattarsi, per quello che è possibile, conciliando questi cambiamenti con la propria dimensione personale, sempre più difficile da in1

Majore I., Il corpo, la mente e la speranza.

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PUNTI DI VISTA

dividuare e proteggere. La vita di ognuno di noi è unica, ma dobbiamo riconoscere di non avere un potere totale nei confronti della nostra esistenza. La dialettica sul libero arbitrio ha impegnato filosofi, sociologi e psicologi senza mai arrivare a un punto di equilibrio che corrisponda al vissuto di ognuno di noi. Siamo padroni della nostra vita, ma siamo anche guidati da dinamiche che non sono direttamente sotto il nostro controllo, padroneggiabili su un piano strettamente individuale. Ogni persona è costantemente condizionata da dinamiche collettive che in alcune circostanze hanno un potere incontrastabile. Questa sarà la struttura di fondo del mio pensiero, che accompagnerà le riflessioni esposte. Come ho già detto, attraverso il lavoro di Analista, ho il privilegio di incontrare da vicino le fragilità degli esseri umani. Questo privilegio mi ha permesso negli anni di fare riflessioni, avanzare ipotesi, abbandonando i luoghi comuni che spesso, molto spesso, hanno come unico scopo quello di alimentare logiche di contrapposizione che, a mio modo di vedere, non aiutano alla comprensione di noi stessi e tanto meno delle dinamiche in cui siamo coinvolti, nel personale come nel sociale. Infine, sono fermamente convinto che per vari motivi di seguito esposti, sottoponiamo i nostri bambini e ragazzi a un regime di trascuratezza e abbandono. Viviamo in un tempo in cui le istituzioni scolastiche, frequentate così precocemente, sono luoghi in cui si costruisce poco o niente. Il mondo adulto punta il dito sui giovani che sono ignoranti, superficiali, inutilmente tecnologizzati e quant’altro, senza pensare che tutto questo è la nostra eredità. Proprio per questi motivi la spettacolarizzazione che impo16

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DONNE TRA I DUE SECOLI

ne gli uomini contro le donne e viceversa, sarà un terreno da abbandonare a vantaggio di una visione che sposti l’attenzione sui nostri figli che se su un piano formale hanno tutto, su quello sostanziale hanno poco o niente.

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