Il codice segreto dell'amore. L'utopia del partner ideale

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Punti di Vista

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Raffaele Renna

Il codice segreto

dell’amore

L’utopia del partner ideale

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A Carmela e Cristiano, le mie colonne

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Prima Edizione: 2013 ISBN 9788898037001 © 2013 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 - Fax 085 9432764 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di Ottobre 2013 in Italia da Atena.net - Grisignano (VI) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl)

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INDICE

Presentazione Cൺඉ. 1 - L’ංආආൺ඀ංඇൾ ൽൾඅ ඉඋඈඉඋංඈ ඉൺඋඍඇൾඋ ංൽൾൺඅൾ. Lൺ ඍൾඈඋංൺ ඈඅංඌඍංർൺ ൽൾඅඅ’ංඇඇൺආඈඋൺආൾඇඍඈ Il volto dell’amore Un significato speciale Simboli potentissimi Sesso ed eros Gli istinti “bassi” La tecnica Shibari L’atto d’amore come opera d’arte Sartre e la schiavitù dell’amore Il corpo Il Baby-Schema Le devianze Sesso e divino Il maschile e il femminile L’immagine del partner ideale Le prove scientifiche Il caso della coppia M. A. Franceschini - Guido Muzzin Somiglianza tra i coniugi e i partner delle coppie La G.S.A. “Genetic Sexual Attraction” (Attrazione sessuale genetica) Il fenomeno dell’innamoramento

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La teoria di Freud e seguaci Alberoni e lo “Stato nascente” Le coppie studiate: una scelta casuale Procedimento grafico per avere un’idea del proprio modello ideale di partner Cൺඉ. 2 Cඈආൾ ඇൺඌർൾ අൺ ඉඋඈඉඋංൺ ඏංඌංඈඇൾ ൽൾඅ Mඈඇൽඈ. Iඅ ർൺආඉඈ ංඇ-ൿඈඋආൺඍංඏඈ L’assunto di partenza del presente studio L’ordine superiore e il campo informativo L’inconscio collettivo Sigmund Freud e Carl Gustav Jung La realtà è una costruzione della nostra mente La visione del mondo Le coppie Albano Carrisi - Romina Power e Albano Carrisi - Loredana Lecciso

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Cൺඉ. 3 Pൾඋർඁජ ඏൾൽංൺආඈ ංඅ ආඈඇൽඈ ൺ ඇඈඌඍඋൺ ංආආൺ඀ංඇൾ ൾ ඌඈආං඀අංൺඇඓൺ. Iඅ ඉඋඈ඀ൾඍඍඈ ൽං ർඈඉඉංൺ La legge della Pregnanza o della “Buona Forma” Il progetto di coppia

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Cൺඉ. 4 Tඎඍඍං ඏඈඋඋൾආආඈ ർඁൾ ංඅ ආඈඇൽඈ ൿඈඌඌൾ ർඈආൾ අඈ ඌං ർඈඇർൾඉංඌർൾ ൾ ඌං ඍൾඇൽൾ ൺ ඏൾൽൾඋൾ La coppia Maria De Filippi - Maurizio Costanzo

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Cൺඉ. 5 Bൾඅඅൾඓඓൺ ൾ ංඇඇൺආඈඋൺආൾඇඍඈ. Lൺ Sൾඓංඈඇൾ Aඎඋൾൺ Cos’è la bellezza? Bellezza universale e cervello Le categorie della bellezza Arte, bellezza e formazione

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Iඅ Cඈൽංർൾ Sൾ඀උൾඍඈ ൽൾඅඅ’Aආඈඋൾ

La bellezza in laboratorio Il baby-schema (o “babyshness”) di Lorenz Soggettività e oggettività della bellezza La bellezza interiore La Sezione Aurea La Sezione Aurea in Geometria La Sezione Aurea in Aritmetica La Sezione Aurea in Natura La Sezione Aurea in Astronomia e in Musica La Sezione Aurea in Neurobiologia L’orecchio interno umano Marilyn Monroe, ovvero la bellezza come legge della natura

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Cൺඉ. 6 Lൺ ඌർංൾඇඍංൿංർංඍඛ ൽൾඅඅൺ ඉඋൾඌൾඇඍൾ උංർൾඋർൺ Scienza e Amore (uno studio galileiano) Michelle Hunzicher e Eros Ramazzotti La controprova

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Cൺඉ.7 Cඈආൾ ർඋൾൺඋൾ ං ඍൾඌඍ ൾ අൾ ඉඋඈඏൾ ൽൾඅඅൺ ඉඋൾඌൾඇඍൾ ඍൾඈඋංൺ ൽൾඅඅ’ංඇඇൺආඈඋൺආൾඇඍඈ l test delle gemelline dizigote

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PRESENTAZIONE

Ci innamoriamo tutti di un modello ideale di partner (e di bellezza) che nasce in noi da un altrove ignoto, e rimane con noi, in quanto parte del programma genetico, all’interno di una personale visione del mondo. Ognuno ha il suo modello, è in sé perfetto, rimane a livello inconscio, è introvabile nella realtà (ciò comporta problemi e rischi) e per di più ci somiglia. Non può che essere di natura olistica. L’amore non è mai come quello sognato, ma sognare si può e fa bene, pur sapendo di sognare.

Un segnale di madre natura Il presente studio sull’innamoramento evidenzia un’importante novità, che si propone di coinvolgere anche i laboratori delle neuroscienze. L’innamoramento è un segnale importante di Madre Natura e con finalità precise, in accordo sia con i principi della selezione naturale descritta da Darwin, sia con una visione olistica del fenomeno stesso e del mondo. Gli innamoramenti hanno garantito la prosecuzione e l’evoluzione della nostra specie, da sempre. Anche gli animali, ora sappiamo, si scelgono e hanno delle preferenze. Questo segnale, nel rapporto d’amore, si traduce umanamente in una vibrazione gioiosa e immensa, destinata purtroppo a sfumare col tempo. Se però viene compreso bene, non solo ci si può Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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tutelare evitando i rischi che comporta, ma può anche farci vivere in armonia con noi stessi e con il mondo. Il segnale si manifesta mediante il fenomeno dell’innamoramento in cui, sia a livello inconscio che a livello cosciente, si “valuta” il partner nella sua integralità. Ossia si apprezza per quello che ha “dentro” e per come appare “fuori”. Insomma, in ognuno di noi contenitore e contenuto si “fondono” per far esprimere ciò che si è per l’altro. Esteriorità e interiorità diventano una cosa sola. Anzi, una entità condiziona inevitabilmente l’altra. Ecco perché belli si nasce e interessanti si diventa, mentre si può diventare brutti (sia fuori che dentro) anche quando si nasce oggettivamente belli.

Una bellezza impossibile Noi tutti ci innamoriamo, o siamo destinati a innamorarci, di una bellezza che in realtà non esiste e che nessuna persona al mondo può possedere, né esteriormente né interiormente. Il partner ideale che abbiamo in mente è dunque una persona che non esiste. È un’utopia. Quando siamo spinti a dire “ti amo” alla persona amata (una dichiarazione che facciamo con sempre maggiore difficoltà), in realtà lo si dice a quella persona ideale che sta solo nella nostra mente, anche se lo sguardo è rivolto passionalmente al partner che abbiamo davanti. Dunque, non solo vale il detto secondo cui nessuno è perfetto, ma occorre aggiungere che di individui dotati di un certo tipo di bellezza oggettivamente apprezzabile e/o di una personalità carismatica ne esiste una percentuale davvero esigua. Per prendere consapevolezza di ciò, basta guardarsi un po’ in giro e rifletterci sopra. Certo si può essere, o diventare, esteticamente e caratterialmente interessanti, anche ai fini di un soddisfacente rapporto di coppia. Oggi lo si può appunto diventare, dato il significativo 12

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aumento degli espedienti estetici mirati al miglioramento del proprio aspetto, tanto che si può definire la vera bruttezza più strettamente legata alla persona che perde la cura di sé.

Una scoperta, due dati sorprendenti Dell’amore, o di qualsiasi forma di attrazione e di passione, se ne studiano sempre e solo gli effetti, mai le cause, come nel caso di alcuni neuroscienziati quando “scoprono” le ennesime aree cerebrali coinvolte nell’innamoramento, affermando di aver capito così l’origine del fenomeno, mentre in realtà ciò che vedono nei loro monitor è solo un riflesso elettromagnetico di un processo ben più complesso e che ha ben altre origini. Si tratta di radici nascoste e molto profonde, che cercano e trovano nutrimento continuo direttamente dalla psiche. È come dire che l’energia (psiche) è già immagine mentale alla nascita, un’immagine non casuale ma significativa e regolata da leggi e finalità precise. Anche i più recenti studi socio-neuro-biologici avallano tale tesi. Dal presente studio emergono due dati sorprendenti: 1. Il primo dato consiste nel fatto che questa bellissima e unica immagine, che cerchiamo inutilmente in tutti i nostri potenziali partner, nasce dunque con noi. Non ce la danno i nostri genitori (come afferma Freud) né la nostra cultura. Bensì è fondamentalmente innata. Si tratta di una misteriosa “in-formazione” genetica che ognuno di noi si ritrova già scritta nel dna, suo malgrado, alla nascita e che influenza tutta la nostra visione del mondo. Ogni informazione ha un mittente e un destinatario: il destinatario siamo noi e il mondo, il mettente non lo conosciamo ma sappiamo che esiste e non appartiene a questo mondo (quello visibile). 2. Il secondo dato, ancora più eclatante, consiste nel fatto che questa bellissima e unica immagine, questa misteriosa

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in-formazione genetica che ci viene da chissà dove, somiglia alla persona stessa. È come dire che questa immagineinformazione inconscia risulta essere la bellissima copia di sé (visto che nessuno è perfetto). Si tratta infatti di un’immagine mentale idealizzata che inconsciamente cerchiamo negli altri e in noi stessi, sia nell’aspetto, sia a livello interiore, un’immagine-informazione fatta di vedute, di qualità, anche queste completamente idealizzate. Noi tutti abbiamo dentro alla nascita questa idea straordinaria del mondo con la quale gioco-forza abbiamo a che fare per tutta l’esistenza e con la quale ci dobbiamo continuamente confrontare. Una “perla” pericolosa e difficile da gestire, un tesoro che possiamo comunque in qualsiasi momento perdere, ovvero trasformare in funzione negativa. Tutta la nostra psiche è abitata da figure strane e contraddittorie. I cosiddetti archetipi. Uno di questi archetipi (il più “bello” e intrigante) è appunto questa idea straordinaria del mondo che ci suggerisce di volta in volta chi può essere il nostro partner. Anche questo archetipo però, come tutti gli altri, è folle, bizzarro e contraddittorio perché è l’esito ultimo di un’evoluzione durata miliardi di anni. Amanda Angelica Sandrelli Paoli, attrice e regista, figlia del cantautore Gino Paoli e dell’attrice Stefania Sandrelli, intervistata nella trasmissione di RAI Educational “Dixit” (agosto 2012), non riusciva proprio a spiegarsi come una storia d’amore così importante, come quella tra suo padre e sua madre, potesse un giorno finire, come in realtà invece è finita. Come tantissime purtroppo. Se il progetto si rompe o si affievolisce col tempo, ciò è dovuto al fatto che quel modello ideale del mondo e di bellezza, cioè quelle informazioni che tutti riceviamo geneticamente, non tro14

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vano realizzazione completa nella vita e nel mondo reale. Il modello ideale è appunto ideale, è perfezione (e quindi anche follia), e la perfezione nella nostra realtà non esiste. Il modello ideale è unico e risponde alla nostra visione del mondo e, in quanto unico, non può trovare assonanza sovrapponibile a un’altra visione del mondo, anche se ideale. Attenzione: sono diverse le forme, non i parametri. Ossia, cambiano sottilmente i modelli ideali ma non le proporzioni, nel senso che l’idea di una bellezza oggettiva esiste per tutti.

Il colpo di fulmine Ma se ciò è vero, di chi e di che cosa ci innamoriamo? Il fenomeno dell’innamoramento (almeno per come ci viene raccontato e ostentato) è da ridimensionare a una “semplice” attrazione tra i sessi? Per estensione, il cosiddetto colpo di fulmine è un’invenzione letteraria? Oppure è appannaggio di quei pochi belli “eletti” da Madre Natura? Niente di tutto questo. Il colpo di fulmine non solo esiste, ma comporta un serio rischio, ossia quello di credere nell’esistenza della perfezione. Infatti “...sul colpo di fulmine tutti i racconti coincidono: un incontro inatteso che ci catapulta su un pianeta dove le emozioni raggiungono livelli mai provati. Con un effetto quasi ipnotico si crea nell’altro una reazione alla quale è difficile sottrarsi: il colpo di fulmine è un vero choc speculare. La continuità della storia d’amore c’è se gli innamorati riescono a ridimensionare l’immagine ideale del partner e farla combaciare con la persona reale.” 1 All’inizio, proiettiamo sull’ennesimo partner ciò che ci aspettiamo e desideriamo da lui. Non a caso, nella prima fase dell’innamoramento, il partner è sempre sopravvalutato. Tale

1 Raffaele Renna, da: “PSYCHOLOGIES MAGAZINE” numero speciale, art. “I rischi del colpo di fulmine”, (aprile 2007).

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sopravvalutazione è destinata a scemare col tempo, man mano che conosciamo meglio la persona, quando affiorano fatalmente anche i suoi difetti. Forse per questo siamo per natura poligami.

Perchè ci innamoriamo L’essere umano ha un grande potere immaginativo e quando la sua mente “scopre” delle forme e delle cose per sé significative è indotto psicologicamente a “correggere” in meglio le inevitabili imperfezioni. La Psicologia della Gestalt definisce questo processo “principio (o legge) della buona forma”. La persona percepisce questo fenomeno grazie alla capacità intrinseca di proiezione che ha sulle persone e sulle cose del mondo. Tutta la vita dell’uomo, del resto, è una continua proiezione: in ogni momento della nostra esistenza, non facciamo altro che proiettare, su ciò che vediamo o su tutto ciò che è oggetto di scambio interattivo con noi, simboli, archetipi, sentimenti, desideri facenti parte inconsciamente della nostra psiche. Tale processo è tanto più pregnante ed efficace quanto più le cose del mondo si avvicinano alle nostre attese e ai nostri bisogni, adeguando di conseguenza anche il nostro comportamento. Quando crediamo di aver trovato la persona giusta, quella che ci può far felici per tutto il resto della vita, siamo in realtà attratti inconsciamente da un insieme più o meno nutrito, e più o meno significativo, di affinità di tratti (interiori prima ed esteriori dopo) con l’“immagine” ideale di sè. Compresa questa dinamica, si comprende anche il nostro narcisismo innato, tanto ben descritto da Freud che parla anche di un narcisismo primario e di un narcisismo secondario. Narcisismo vuol dire innamorarsi di se stesso e della propria 16

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immagine e questa immagine non si costruisce nell’ambiente con l’esperienza, ma è innata. Del resto, come si potrebbe avere l’idea di sé già nei primi mesi di vita, se non fosse innata geneticamente, pur trattandosi di un’idea che troviamo già perfezionata e idealizzata? La mente umana, però, è dotata anche di grande adattabilità e plasticità.

Una mente plastica Se troviamo un oggetto o una persona interessante è perché ci risulta fuori dagli standard abituali della quotidianità e contiene, secondo il nostro immediato “giudizio” percettivo, degli elementi assimilabili alle nostre idealità interiori. Queste idealità non sono “entità” psichiche assolute e immutabili, pur avendo una vita autonoma nella loro essenza di base, ma si adeguano alla condizione propria dell’individuo e alle circostanze contingenti. Se ad esempio io ho avuto diverse delusioni amorose (o le ho vissute come tali) e sono stato lasciato da più donne o, comunque, non mi ritengo “all’altezza della situazione”, sarò portato inconsciamente a ravvedermi sul mio comportamento, ma soprattutto a “rivedere” l’idea che ho di me stesso nell’approccio con le donne in genere e ridimensionare quel personale modello ideale di partner e conseguentemente anche le mie pretese. Questo processo è normale e automatico, ad esempio, con l’avanzamento dell’età. Tutto ciò però non vuol dire che invecchia il mio modello ideale di partner. Più semplicemente si tratta di un processo di adattamento psicologico di tipo opportunistico, ma utile e provvidenziale, che mi consente tra l’altro di apprezzare anche degli aspetti e peculiarità di una donna che in precedenza magari sottovalutavo o che facevo passare in subordine, preso com’ero

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dall’inconscia ricerca dell’assoluto, quella che in qualche modo non mi faceva stare con i piedi per terra.

Perchè tutelarsi Conoscere le radici nascoste dell’innamoramento è importante: a) sia per poter “prevenire”, per così dire, le cocenti e talvolta infauste delusioni d’amore, ovvero evitare angosciosi pentimenti da cui non si può tornare indietro e quindi: • per comprendere le debolezze della nostra mente; • per comprendere che il partner non è un possedimento assimilabile a un capitale in banca; • per comprendere che entrambi i partner hanno due visioni del mondo diverse (anche se in alcuni aspetti simili) da “fondere” il più possibile con il rapporto, dimostrandosi reciprocamente disponibili in tal senso; • per comprendere che ognuno di noi ha dei “suggeritori” psichici occulti e imprevedibili sulle scelte e le decisioni d’amore, e quindi che non ci possiamo fidare neanche di noi stessi nel “sottoscrivere” affettivamente dei progetti a lunga scadenza (“L’io non è padrone in casa sua” diceva Freud); • per comprendere che avere cura di sé (non maniacale) equivale ad avere cura per il partner; • per comprendere, all’interno della coppia, tutti i rischi legati alle dinamiche narcisistiche e della realizzazione del sé, dinamiche presenti in ognuno dei due e che sono per natura in contrapposizione tra di loro; b) sia per poter vivere il più intensamente possibile e apprezzare meglio il rapporto di coppia e quindi: • per valorizzare aspetti, qualità, sottigliezze di sé e dell’altro che sono spesso sottovalutati o ignorati; • per divenire consapevoli dell’esistenza di dimensioni “al18

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tre” e dei variegati livelli di innamoramento (e il che sottende anche una buona intesa sessuale); c) sia per non attribuire sempre e comunque al proprio partner (ma neanche a se stessi) la responsabilità di un’eventuale rottura della storia d’amore e covare di conseguenza sentimenti di odio che, a ben vedere, non hanno motivo di esserci. Al contrario si dovrebbe essere più propensi, volendo chiudere una relazione, a mantenere rapporti civili con l’ex, se non di vera e propria amicizia (come in tanti casi avviene); d) sia per comprendere meglio la propria esistenza.

La prova scientifica È noto che tutti gli orientamenti psicologici attuali, pur con le diverse sfaccettature, concordano con l’ipotesi secondo cui ci innamoreremmo di persone che richiamano affettivamente il nostro ricordo infantile dell’immagine e del carattere dei genitori biologici, in particolare quello di sesso opposto, o dei genitori adottivi che si sono presi cura di noi. In realtà la spiegazione è fondamentalmente genetica. Lo studio è stato condotto per decenni, a 360° e su migliaia di coppie, ma per rendere visibile a tutti la teoria riporto analiticamente i dati di molte storie d’amore famose, prese casualmente tutte da riviste di gossip rilevate dal parrucchiere. Eccezionalmente vi sono pure alcune storie particolari di coppie non famose che costituiscono la prova del nove della presente ricerca. E poi ci sono i tanti test somministrati. Una prova scientifica, appunto, viene dall’indagine biometrica, e di comparazione dei volti, fatta sulle coppie in cui almeno uno dei due è un figlio adottato alla nascita da genitori casuali. Se uno si innamora della sua donna, entrambi adottati alla nascita da due famiglie diverse e residenti in luoghi lontani e poi

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scopro con l’analisi biometrica che entrambi hanno affinità somatiche e caratteriali configurabili e riconducibili, in una certa misura, ad un unico modello ideale di partner (nella duplice versione maschile e femminile), non posso non dedurre che queste due persone avevano già alla loro nascita un’idea del mondo e della bellezza che li accomuna in modo significativo e che sia proprio questo il dato contingente che li porterà molto probabilmente a sposarsi e a costruire un progetto di vita importante. Chi è convinto dunque che scegliamo il partner secondo il modello ispirato dai tratti somatici e caratteriali dei genitori deve ricredersi.

I tre “momenti” Se dovessi, in estrema sintesi, schematizzare in tre parti un itinerario da seguire, al fine di comprendere i punti chiave delle radici dell’amore o del “perché ci innamoriamo”, direi quanto segue: 1. Tutti noi siamo strutturati e programmati geneticamente a vedere e a percepire il mondo, secondo un’idea personale e innata centrata su un modello di “bellezza assoluta” (tutto il processo si può chiamare una proiezione del sé, idealizzata); 2. Allo stesso tempo, tutti vorremmo che il mondo fosse come ognuno di noi lo concepisce e tende a vederlo; 3. Tutti noi, in definitiva, siamo attratti da tutte le cose e le persone che presentano affinità o vicinanza con questa nostra individuale concezione e percezione del mondo.

Conclusioni Il libro può essere considerato un manuale dell’amore, da consultare e rileggere negli anni. 20

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Lo studio si rivolge a tutti, anche se la nostra cultura rovina e rinvia ancora la festa dell’amore. Infatti, la nostra società è sempre più fondata sul valore assoluto del denaro, dei beni materiali e sul principio del piacere “a tutti i costi e subito” (anche quello sessuale), dove comprendere i fenomeni è peraltro una perdita di tempo. Chi ne subisce le spese è la coppia e l’istituzione famiglia, quel nucleo vitale per la società in cui spesso manca un progetto. Se nella dimensione coppia esistono gli ingredienti di base e la volontà reciproca per costruire un duraturo rapporto (e qui si innescano tutte le condizioni messe in luce nel presente scritto) si può passare al “progetto” vero e proprio, un progetto di vita che deve essere caratterizzato: 1. dalla consapevolezza reale dell’impegno da portare avanti e dei rischi cui si va incontro; 2. dalla condivisione dei compiti che la vita affida; 3. dalla condivisione, per quanto possibile, di ciò che il mondo stesso rappresenta. Anche per un simile progetto si devono possedere delle specifiche predisposizioni che non tutti hanno. Madre natura pensa a tutto. Purtroppo.

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CAP. 1

L’IMMAGINE DEL PROPRIO PARTNER IDEALE LA TEORIA OLISTICA DELL’INNAMORAMENTO

Il volto dell’amore Ancora mi struggo per l’angoscia dei desideri, Ancora l’anima mia ti desidera, E nella tenebra dei ricordi Ancora io rivedo il tuo volto…… Il tuo caro indimenticabile volto, Che è sempre e ovunque, davanti a me, Così inafferrabile, così immutato Come una stella nel cielo notturno. Fëdor I. TjutČev, (1803-1873) Questa nostalgica e breve poesia richiama tutti insieme alcuni punti fermi della presente ricerca. Il primo verso evoca la struggente “angoscia dei desideri”, un cocktail di sentimenti dolorosi conseguenti a un altro cocktail eterogeneo di fattori, legati sempre all’amore. L’angoscia è quella di una storia d’amore finita. Quando irrompe, essa fa da sfondo e si accompagna sempre a un’altra angoscia più latente e più subdola che deriva dalla nostra incessante (e per alcuni versi inutile) ricerca del partner ideale, quello che ci dovrebbe far sentire realizzati e appagati come nessun’altra cosa Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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al mondo potrebbe. Il “caro indimenticabile volto” dei versi successivi si riferisce a quello di una persona molto amata che ha lasciato un ricordo indelebile. Evidentemente in quel volto c’è tutto il “film” della storia. Ci sono scritti i momenti di estasi, i momenti di sofferenza e di delusione. Il termine “volto” sta anche per “corpo”, sta anche per modo di essere. Ci sta pure tutta la personalità del partner. A ben riflettere, rappresenta addirittura l’anima, perché il volto è il titolare dell’immagine e del vissuto affettivo che conserviamo di una qualsiasi persona. È il punto focale dell’avventura che si vive. Sintetizzando ancora, più che il volto è lo sguardo (o l’insieme degli sguardi) che costituisce il nocciolo dei ricordi. Gli occhi e lo sguardo danno valore, espressione e significato a tutta la persona. Si parte sempre da questo “titolare” dell’immagine (immagine che è fatta ovviamente anche di tutte le altre componenti del corpo) per raggiungere le fonti concrete e misteriose del piacere nell’atto fisico dell’incontro amoroso. Ma cos’è l’amore? Posso io vivere intensamente un rapporto d’amore con una qualsiasi donna che sia “semplicemente” molto carina e formosa nel modo giusto? Posso io da single sentirmi pienamente soddisfatto in amore, avendo soldi all’infinito, pagando e facendo sesso a volontà con le migliori “escort” che il mercato offre? (d’altronde anche le escort, oltre che essere professioniste del sesso ed avere i “requisiti” fisici di sicuro rilievo, hanno un’anima e una personalità che può addirittura risultare interessante). Risposta: no, se voglio essere “felice” in amore, non basta. Con il partner occorre “entrare in una relazione integrale”, che vuol dire integrarsi pienamente con il suo corpo e con la sua interiorità, per cui oltre a fare sesso (per inciso ci sono coppie che non hanno neanche bisogno di questo) si deve prendere il posto della sua parte mancante, compatibile, quest’ultima, con quella parte speculare che invece abbiamo. Insomma l’altra metà della mela, anche se non sarà mai perfettamente uguale e simmetrica. 24

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Se si parla di cose d’amore, le immagini hanno comunque un’importanza fondamentale e sono quelle che proiettiamo inconsciamente sul mondo e quindi anche sul potenziale partner.

Un significato “speciale” La persona di cui si è innamorati assume magicamente un significato “speciale”, il centro del proprio mondo, come dicono in tanti. Questa persona è speciale perché “tocca” le corde armoniose dell’anima e la fa vibrare per creare una musica che non è di questo mondo. Ci dà l’illusione di entrare nella sfera del divino, perché ha qualcosa (o molto) a che fare con la nostra immagine divina di partner. Ci fa sbandare proprio per questo. La si enfatizza e fa scatenare tante energie. C’è chi arriva ad affermare, da innamorato: “…mi sentii di saltare fino al cielo...”. E in effetti, se uno vuole sperimentare come si sta in paradiso, deve trovarsi in situazioni simili. Ai miei tempi, come credo accada in ogni tempo, si era soliti fare dei commenti tra amici, alla vista di belle ragazze. E spesso ci si abbandonava ad affermazioni scherzose del tipo: “... con quella ci andrei subito a letto”, giusto per far capire che non era niente male. Ma non di rado accadeva pure che, dopo un apprezzamento del genere, uno di noi dicesse: “Alt! Con quella non scherziamo... ci sto provando e ho intenzioni serie... non vedete che è una donna divina?”. Ed ecco il punto: solo per uno di noi poteva essere divina, mentre, per gli altri, poteva sembrare solo una bella ragazza. E poi…di fronte a un’immagine divina “non si scherza”! Helen Fisher, nota antropologa e fautrice del cosiddetto amore romantico, dopo trent’anni di ricerche neurologiche, ha compreso che l’innamoramento è molto più di un’emozione ed è più potente anche di una pulsione sessuale. In una conferenza lei racconta: “…Se chiedi a qualcuno di venire a letto con te, e ti risponde -no grazie-, certamente non ti ammazzi, né cadi in una depressione

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profonda, ma ovunque nel mondo ci sono persone che, rifiutate in amore, possono uccidere. La gente vive per amare. Uccide per amore. Muore per amore”. La Fisher ha scoperto tre diversi sistemi cerebrali evoluti in amore, riportati nel suo libro “Perché amiamo: essenza chimica dell’innamoramento”, (Ed. Corbaccio, 2005): • Uno è la spinta sessuale, ovvero il desiderio della gratificazione sessuale, quello che W. H. Audem chiama “un intollerabile prurito dei neuroni”; • Il secondo è l’innamoramento, ovvero quell’euforia, quel “salto in cielo”, che sarà tanto più grande e ardito, quanto più “si toccano quelle corde dell’anima” di cui prima; • Il terzo è l’attaccamento, ossia quel senso di calma e di sicurezza tipico di quando si ha la sensazione di aver trovato un partner stabile. Ha ragione la Fisher, quando aggiunge poi che il ventunesimo secolo sarà quello del “matrimonio puro”, quello tra compagni alla pari e quindi quello, auspicabilmente, dei matrimoni più felici possibile. Condivido perfettamente, perché noto il comportamento dei miei studenti e studentesse, molto più liberi e autentici rispetto alla mia generazione. Li trovo “belli fuori e belli dentro”, con i loro pregi e i loro difetti, così come li hanno tutte le persone del mondo. Si sa da tempo che nel mondo occidentale si assiste a una crescita dell’espressione sessuale femminile. Le ragazze iniziano ad avere esperienze sessuali prima, rispetto al passato (e di certo non sono aumentate le ragazze madri). Si hanno più partner, ci si sposa più tardi, si hanno meno bambini, si troncano matrimoni infelici per tentare di averne di migliori. E di conseguenza è notevolmente diminuito il senso di colpa legato al sesso e alle scelte d’amore. Sono anche d’accordo con la Fisher, quando conclude la sua 26

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analisi dicendo che i tre sistemi cerebrali: il piacere sessuale, l’innamoramento e l’attaccamento possono coesistere, ma possono anche non andare d’accordo: “…Ecco perché il sesso casuale non è più casuale. Con l’orgasmo hai un picco di dopamina. La dopamina è associata all’innamoramento e ci si può innamorare anche di una persona con cui fai sesso solo quando capita. Con l’orgasmo arriva una scarica di ossitocina e vasopressina, che sono associati all’attaccamento…..Puoi sentire - continua la Fisher - un profondo attaccamento ad un partner di lunga data, mentre sei innamorato di qualcun altro, e hai un desiderio sessuale nei confronti di un altro ancora. In breve, possiamo amare più di una persona alla volta. In effetti, di notte, stando a letto si può passare da sentimenti di attaccamento per una persona all’innamoramento per qualcun altro. È come se ci fosse un comitato riunito nella tua testa mentre decidi cosa fare”. La Fisher si ferma qui. Ora sta lavorando (parole sue) per capire davvero perché ci innamoriamo (!), che è il tema centrale del presente studio. A quanto pare, l’amore ha quindi un volto? L’amore può avere un volto particolare? Risposta: si, l’amore ha sempre un volto, ha sempre a che fare con immagini che fanno, a loro volta, da “contenitore” alla sostanza interiore, che è il “contenuto”. Si tratta proprio di quell’immagine e di quel “volto” che, come è scritto nella poesia, è “inafferrabile”, è “immutato” e ci è “sempre e ovunque davanti” ai nostri occhi (occhi intesi come cervello). È addirittura la nostra stella guida. Non l’afferriamo mai: è come un frutto proibito ed ecco perché siamo poligami. Così vuole madre natura. È immutato perché non cambia mai, neanche con l’avanzare dell’età. I desideri non invecchiano mai, ma solo si adeguano alle circostanze. Semmai cambia, ciò avviene ai sensi della teoria dell’evoluzione e quindi nell’ordine di milioni di anni. E qui mi sovvien l’eterna ipocrisia della nostra cultura, questa sì, senza volto, che considera l’ultrasessantacinquenne un “fuori Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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di testa” dai “pensieri sporchi” quando gli viene di apprezzare semplicemente delle bellezze al concorso di Miss Italia. Un’altra ipocrisia vuole che una persona, oggettivamente bella, non cerchi un partner, per così dire “alla pari”, o che comunque non faccia “pesare” in qualche modo questa sua preziosità voluta dalla natura, nelle scelte partneriali. E se è vero questo, sarà vero anche l’esatto contrario. In effetti, la mente umana è dotata di grande adattabilità e plasticità. Infatti di norma si ha sempre, grosso modo, una certa consapevolezza di sé e quindi di ciò che possiamo “offrire” agli altri o al partner, ovvero di ciò che possiamo costituire per questi ultimi. E di conseguenza ci adeguiamo sia nelle interrelazioni, sia nelle nostre pretese di partenza. In tale contesto si inserisce il proprio livello di autostima o di insicurezza, fattore questo che ovviamente può condizionare la percezione del personale modello ideale di partner.

Simboli potentissimi Secondo la psicologia analitica di Carl Gustav Jung, tutta la nostra psiche è costituita da immagini e simboli che hanno una forza potentissima e che sono la spinta base di ogni nostro comportamento. Rimanendo nella sfera sessuale, deve esistere in ognuno di noi una forza-desiderio che ci spinge a trovare comunque una compagna o un compagno. Questa componente ha origini animalesche, partendo proprio dal mondo delle immagini. Per rendersi conto di questa forza potente e misteriosa e per fare un bel viaggio a ritroso con la mente, l’invito è fare un salto alle isole Galapagos o, più economicamente, guardare un documentario tra i tanti girati in quei posti sperduti dell’oceano Pacifico che furono già visitati da Darwin prima di approdare alla sua teoria dell’evoluzione. 28

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Osservare le creature di quell’arcipelago equivale a tornare idealmente a centinaia di milioni di anni indietro, anche se le 14 isole, note anche come Arcipelago di Colombo, hanno oggi circa quattro milioni di anni. L’istinto ad accoppiarsi sembra il motivo prevalente della loro esistenza. Viene spontaneo chiedersi: come nasce questa forza inarrestabile, e per certi aspetti violenta, della natura? Eppure c’è sempre stata. Anzi, resiste e funziona alla grande. D’altronde se siamo ancora qui a parlarne...! Vedremmo che la tartaruga maschio cerca la tartaruga femmina, un individuo di uccello maschio cerca l’uccello femmina della stessa specie, l’animale omosessuale cerca il suo corrispettivo omosessuale (già... esisteva anche questo, evidentemente non deve trattarsi di un’anomalia). Una tartaruga femmina quindi non si accoppia con un uccello maschio. È indubbio che ognuno di questi animali è attratto da immagini e forme simili, della loro stessa specie, che pre-esistono nella loro mente e, come sappiamo, senza che essi abbiano coscienza corporea di sé. L’insegnamento che se ne trae da una visita alle Galapagos è che la prima forma di attrazione si ha tra la dimensione maschile e la dimensione femminile, le due parti complementari che all’origine devono essere appartenute a un’unica entità sessuale e che, usando un linguaggio esoterico-filosofico, sono oggi divise rispetto all’antica unità primigenia, unità che si scinde appunto per trasferirsi dall’infinito al mondo terreno, ovvero quello finito. Si tratta di un archetipo in cui convivono, secondo il sincretismo pagano-cristiano dell’epoca rinascimentale, elementi dionisiaci e sacri, una mescolanza di elementi contraddittori che in alcune rappresentazioni artistiche creano un effetto provocatorio Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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e un profondo turbamento. Ad esempio, dando libero arbitrio alla sua grande capacità immaginativa, Leonardo da Vinci rappresentò con questi caratteri l’ermafrodito (o l’“Angelo incarnato”), il quale emerge dall’oscurità, come un languido adolescente, con tratti perversi e demoniaci in un’ambiguità che è anatomica e morale insieme, per il seno dal tratto tipicamente femminile, per il sorriso complice di un ideale di bellezza sensuale ed erotica, almeno per la cultura del tempo. Si può fare un diretto confronto con la caratteristica posizione del Battista leonardesco. Freud, a tal proposito, affermò che “il suo ammaliante e ben conosciuto sorriso fa presagire che si tratti di un segreto d’amore”.

L’ANGELO INCARNATO DISEGNO DI LEONARDO DA VINCI - MUSEO DEL LOUVRE (COLLEZIONE)

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“Una leggenda che ben sintetizza l’eterna ambiguità che riveste certi esseri fantastici con tratti angelici e demoniaci e che rinvia, per tipizzazione ana-

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logica, al tema arcaico dell’ambiguità come segno fondamentale che caratterizzò il comportamento di certi angeli quando, nella battaglia celeste fra Michele e Lucifero, rifiutarono di schierarsi, l’atteggiamento di altri angeli (figli di Dio) che, rapiti dalla bellezza delle figlie degli uomini, discesero sulla terra e presero in moglie, tra tutte, quelle che più loro piacquero (Genesi, 6, 1-2). Ambiguità e doppiezza di materia e spirito negli angeli come nell’androgino che, per il principio alchemico e metafisico della bisessualità universale, sostenuta anche da Platone e dall’ermetismo, risulta immagine esemplare dell'uomo perfetto in quanto essere completo, maschile e femminile, partecipe della totalità divina, ricca della fecondità dei due sessi”2 Cosa può essere accaduto dai quei tempi primordiali ad oggi, per quanto riguarda la specie umana? Certo, c’è stata un’evoluzione e noi siamo tutti grati a Darwin che l’ha descritta molto bene (anche se la sua teoria, bisogna dire, non spiega tutto e non può spiegare tutto). Non si può non constatare che l’evoluzione modifica e, soprattutto, “migliora” le forme delle specie viventi (fenomeni di estinzioni a parte), compatibilmente con le “esigenze” di adattamento morfologico che derivano dall’ambiente in cui si vive, ambiente che come sappiamo “modella” indipendentemente. Quindi l’evoluzione non si “occupa” solo dell’intelligenza, così come è avvenuto in modo particolare per la specie umana, ma anche dell’immagine degli stessi esseri viventi, immagine che assume, con l’avanzare delle epoche, sembianze sempre più regolate da criteri che noi chiamiamo “aurei”. Tali criteri riguardano leggi naturali che tendono a modellare ogni cosa e le specie viventi con sempre maggiore armonia e bellezza, un tipo di bellezza condivisa più o meno da tutti. Le mutazioni genetiche di cui siamo tutti ignari portatori, sup-

2 da un articolo sul web del Prof. Carlo Starnazzi.

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pongo determinino un’infinita varietà di potenziali “bellezze”, con il passare delle epoche. C’è da scommettere che alla lunga, attraverso la selezione naturale, alcune tipologie di bellezza vincano sulle altre. Ed ecco perché siamo fatti così, “trionfatori” sul pianeta terra (almeno fino a prova contraria), sia sul piano dell’intelligenza (in grado oggi di distruggere, volendo, ogni specie vivente), sia sul piano dell’immagine e delle forme. Attenzione, c’è un terzo elemento che può sfuggire all’analisi: abbiamo detto che: 1. si evolve l’intelligenza; 2. si evolvono le forme delle immagini che diventano sempre più complesse e armoniche e conseguentemente il senso della bellezza. 3. Dunque per sillogismo: si evolvono pure il livello e le forme di attrazione con la conseguente varietà delle forme di seduzione. Ossia io non mi innamorerei mai di una femmina di scimpanzé, con tutto il rispetto e l’ammirazione antropomorfica e antropologica che possa nutrire per questa specie. 4. Ci sarebbe ancora un quarto elemento: si evolve pure la coscienza di sé e del sé corporeo, capacità quest’ultima “riservata” a pochissime specie, uomo compreso. Ciò comporta la possibilità di ulteriori gratificazioni ma comporta anche problemi legati alla cura di sé, al proprio narcisismo ecc. Platone e tutta la filosofia ermetica ci offrono interessanti spunti ed anche eccezionali conferme in uno studio così complesso come è quello che stiamo trattando. Il fenomeno attrattivo, per l’essere umano, si considera guidato dal dio Eros. Per Marsilio Ficino3 tutti i moti dell’anima vengono dall’eros.

3 Thomas Moore, Pianeti interiori, Ed. Moretti e Vitali, 2008.

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Nel regno animale le forme d’amore rappresentano solo potenzialmente il movimento dell’anima. L’azione sessuale, rivelata nel puro desiderio di vitalità, di potere o perfino di violenza nell’accoppiamento, è più vicino alle istanze della dea Afrodite che a quelle dell’anima. E anche se entrambe le dinamiche sono significative espressioni di amore, sono tuttavia distinte. Le immagini, così, camminano con noi e dentro di noi. Inoltre, se l’esperienza umana dell’amore è profondamente percepita nel corpo e nell’anima, produce a sua volta un sentimento e un’immagine multidimensionali. Le immagini sono psiche. Sono gli archetipi buoni. E in realtà sono le forze psichiche a comandare e a donarci le immagini d’amore, a sussurrarci nelle nostre scelte d’amore, non il sesso. Quando assecondiamo tali sussurri, obbediamo senza saperlo alla legge dell’amore. Abbiamo sempre bisogno di immagini rassicuranti e belle. Solo l’immagine giusta, trovata nel nostro partner, ci può far vivere la gioia piena del vero amore e toccare materialmente per via diretta il divino. L’immagine del nostro partner parte dagli occhi, che sono il cuore del volto che amiamo. Gli occhi sono il riferimento dello sguardo e dagli occhi nasce il sorriso. Questo è il vero specchio dell’anima e anche del corpo. Gli occhi sono il ponte levatoio che permette di entrare nel castello incantato del partner. Non a caso il primo sguardo tra un uomo e una donna avviene guardandosi negli occhi. Sei venuta insperata Al mio desiderio. Hai stupito E scosso la mia immaginazione Dentro il mio animo. Tremo, e nel profondo Il mio cuore è sconvolto dall’assillo, Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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Il respiro soffocato dall’onde d’amore. Salvami tu da questo naufragio in terra ferma, ti prego salvami, e accoglimi dentro il tuo porto. Macedonio (VI sec. d.C.) Nell’atto d’amore, guardiamo il partner attraverso una mappa mentale che parte dagli occhi e dallo sguardo. “L’anima può parlare con gli occhi e sa baciare con lo sguardo” diceva Bècquer, un poeta spagnolo dell’Ottocento. Il piacere in amore è diversificato a seconda dei livelli d’incontro con il divino che lo stesso contatto fisico riesce a far evocare, ossia a seconda del livello delle immagini in cui “affondano” gli amanti. Sono immagini che ci preesistono. Ma, nell’infinito gioco delle immagini che si intercorrono nel leggiadro gioco dell’amore, simile cerca simile, come è sempre successo e come si vede alle Galapagos. Questo può sembrare pure un dato ovvio e scontato. Ma non è così. Con un certo stupore, avverto ancora la convinzione diffusa che ci si innamori indipendentemente dall’immagine e dall’aspetto della persona. Ecco come si può correre dietro all’ennesima ipocrisia e ai falsi moralismi. L’ipocrisia è la madre della stupidità ed è da stupidi pensare all’amore come a una sorta di super-amicizia: dalle leggi della natura ci si può difendere, ma le leggi non si possono ignorare, semplicemente perché ne facciamo parte. Purtroppo ci dimentichiamo spesso dell’importanza che hanno le immagini nella vita di tutti i giorni, nella vita in senso assoluto e soprattutto nell’amore, attribuendo ad altri fattori, anche fittizi e ipocriti, l’istinto dell’attrazione, come se in teoria fosse possibile per un uomo o una donna provare, ad esempio, interesse sessuale per un animale e poi magari pure sposarsi! È possibile pure che ci si sposi per un prevalente interesse di tipo materiale o sociale, che prescinda appunto dalla passione vera e 34

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magari illudersi di fare la scelta giusta, ma con le conseguenze che possiamo immaginare. Una volta, un amico mi raccontò di un sogno durante il quale consumò un vero e proprio atto sessuale con una gallina. Qui ci spostiamo sul terreno prettamente psicoanalitico. Infatti l’amico, successivamente al brutto sogno, ricordò di essere rimasto estasiato dall’immagine di una donna vista il giorno precedente in un supermercato, a mille chilometri di distanza dalla sua città. La perse di vista e la consapevolezza che non l’avrebbe quasi sicuramente mai più rivista gli procurò un certo sconforto. Il fatto poi che fosse felicemente sposato e il fatto che avesse un elevato senso della morale gli procurarono un senso di colpa che contribuì a fargli rimuovere il desiderio di rivedere quella donna e rivivere l’esperienza stessa. L’amico però non aveva fatto i conti con la sua parte psichica primordiale e inconscia, chiamata da Freud “Es” (il grande magazzino degli istinti), il quale, per far suo, non aveva invece dimenticato quell’immagine, ed esigeva a tutti i costi di rivedere quella donna. Allo stesso tempo, l’amico non aveva fatto i conti neppure con un’altra sua parte inconscia, opposta all’Es, che, sempre Freud, chiamò “Super-io” (il senso delle regole e della morale) e che all’occorrenza è in grado di prendere in “prestito” delle immagini dai cassetti della memoria, per compensare o risolvere conflitti di natura etico-sociale. Questo “Super-io” (la parte integerrima dell’anima che abbiamo dentro tutti), cercava di tenere alta la reputazione morale dell’amico, e nel sogno (ma lo fa sempre) ha fatto a botte con l’Es (la parte più “bestiale” dell’anima) ricordando a quest’ultimo che era sposato e c’era un patto di fedeltà da rispettare. Il risultato finale della controversia è stato che l’amico ha sognato di Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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fare l’amore con un’accondiscendente gallina nel proprio letto. In questo caso si è verificata una sostituzione dell’immagine idilliaca di una donna vista e desiderata il giorno precedente, con un’immagine che ora è frutto di un compromesso avvenuto a livello onirico tra l’istinto egotico, che non vuole conoscere regole, e l’altro istinto che si costruisce solo con l’educazione morale, quell’educazione morale che si attua durante l’età evolutiva, più o meno da zero a vent’anni. Infatti, se l’amico avesse avuto 15/16 anni, avrebbe tranquillamente sognato, non di andare a letto con una gallina, ma proprio con quella donna in una bella notte d’amore, conservandone tutti i dettagli osservati al supermercato e magari con tutta la carica erotica tipica degli incontri occasionali. Anzi, è tipico che un’immagine desiderata ardentemente in situazioni di questo tipo nella preadolescenza venga arricchita di tutti i colori della fantasia, idealizzandola al massimo come di norma si conviene, visto anche che si parla di una donna che non si conosce. Stiamo appunto parlando del dio Eros. Nei primi miti, Eros era il padre degli dei. Nei miti successivi Eros diventa figlio di Poros e di Penia. Poros (che vuol dire tutto) stava nella vigna di Afrodite e proprio qui si ubriaca. Penia (che vuol dire mancanza) si avvinghia e si fa amare da Poros. Da questa unione nasce Eros, che vuol dire così il tutto e il nulla contemporaneamente. Ciò è verosimile perché l’amore unifica sempre i due estremi, dai quali deve nascere un qualcosa che è la sintesi del terreno e dell’assoluto. È l’amore che, partendo dal livello basso rappresentato dal solo sesso, transita attraverso l’erotismo (Eros), e con il tempo e l’evoluzione si eleva poi a un livello sempre più alto. 36

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Eros voglio cantare Eros voluttuoso Che porta corone di fiori Di mille colori, Lui degli dei il signore E dei mortali despota. Anacreonte (570-485 a.C. ca)

Sesso ed eros Per Jung c’è una sostanziale differenza tra sesso ed eros. Già nell’eros egli trova degli elementi di aggancio con i sentimenti più “elevati”: “Si sbaglia pensando all’eros come al sesso. L’eros è relazione. Eros non trova espressione sul piano fisico, ma piuttosto è l’amalgama del fisico con l’emotivo. Più precisamente è l’importante connessione stabilita dal sesso, percepita e compresa da chi fa l’amore. L’eros che percepiamo nel sesso e nell’amore romantico è inoltre il più ampio magnetismo che tiene insieme l’universo, lo spirito intermediario che mantiene i pianeti nella loro orbita e sovrintende alla regolare successione delle stagioni. Nel sesso non cerchiamo solo la soddisfazione fisica, ma una risposta alle necessità dell’anima di un mondo armonioso e una vita creativa e motivata dall’amore”. Platone nel Simposio analizza il ruolo dell’eros nella vita in funzione della bellezza, illustrando chiaramente come ci sia una stretta correlazione tra eros, bellezza e anima: “L’eros nasce dalla vita in bellezza, in relazione sia al corpo che all’anima. Un aspetto, questo dell’eros, facilmente trascurato o sottovalutato. Nei nostri desideri erotici, forse, ammaliamo alla bellezza pura e semplice, vicino o lontano che sia da un ideale culturale di bellezza. Un amante introduce in noi alla bellezza dell’anima e l’anima alla sua stessa bellezza”.

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Crediamo che la bellezza sia un bene sacrificabile, ma per l’anima essa è più importante quasi di qualunque altra cosa ed ecco perché gioca un ruolo fondamentale nei nostri desideri e nei nostri aneliti. Sta alla base della sessualità ed è responsabile di gran parte del piacere che vi troviamo. Oggi prestiamo molta attenzione al sesso e poca attenzione all’eros. Secondo il Tantrismo, nel nostro corpo ci sono vari livelli energetici. L’energia vitale fluisce, a seconda dei casi, nei chagra più bassi. Ci sono i livelli energetici situati intorno agli organi genitali, poi quelli situati nella pancia, poi quelli situati nel cuore, fino all’insù nelle dimensioni rarefatte dell’amore, nelle dimensioni della spiritualità e della fusione con il mondo. Non ci sfugga il fatto, secondo questa visione, che tutti i livelli sono compresenti all’interno di ogni essere vivente umano.

Gli istinti “bassi” Anche le devianze sessuali sono di conseguenza presenti, se approfondiamo il concetto di “istinti bassi”. Le vere anomalie sono proprio le devianze, come vedremo meglio più avanti, e a ogni devianza sessuale corrisponde un’immagine (e una simbologia) deviata. Già! Gli istinti bassi. Ricordiamo che ognuno di noi è un crogiuolo di istinti e archetipi, da quelli più bassi, di tipo selvaggio e violento, a quelli più elevati, molto più raffinati, idilliaci, che hanno in serbo quella particolare vibrazione in grado di metterci in contatto e in comunicazione con il divino. Di tutte queste istanze e di questi archetipi noi siamo una sintesi, secondo una combinazione e un “programma” che è scritto nel DNA, alla nascita. 38

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Dimmi come fai l’amore e ti dirò chi sei, mi verrebbe da dire a questo punto. Come afferma Jung, noi siamo dei potenziali criminali, ma anche dei potenziali angeli/eroi. Dipende dall’ambiente e, in primis, dalla famiglia di appartenenza. L’ambiente ha il compito di far uscire le qualità migliori del bambino e, in particolare, quelle specifiche doti per cui è nato. Ed è al bambino che va insegnato l’amore, l’affetto e il rispetto per gli altri, assecondando serenamente le sue naturali inclinazioni anche di natura sessuale. Solo così potrà, crescendo, vivere le sue personali relazioni con i vari partner al massimo della gioia e intensamente. In tale contesto va aggiunto che bisognerebbe istituzionalizzare l’educazione sessuale in tutte le agenzie educative e in ogni ordine di scuola, fino all’adolescenza compresa. La “felicità” in amore, nell’arco della vita di una persona, si può in un certo senso mettere in rapporto al suo livello di emancipazione raggiunto. Per metafora, immaginiamo di essere ognuno di noi un colore diverso e paragoniamo il grado di lucentezza di questo colore con il livello di maturazione o di sensibilità sessuale/amorosa acquisito. Per i colori, si può andare dai più luminosi e chiari a quelli più sporchi, tetri e meno puri, che simbolicamente possono rappresentare gli istinti più bassi. Questi ultimi possono ben simboleggiare la vita nelle Galapagos, dove, come si può ben immaginare, non si bada molto per il sottile. Ma la comunità umana, a ben guardare, non sembra brillare molto da questo punto di vista! Certo, nelle Galapagos il sentimento dell’amore, nel senso più elevato del termine e con i suoi colori sgargianti, è ancora e soltanto una lontana potenzialità. Fra quattro milioni di anni su quell’arcipelago potremmo osservare teoricamente dei comportamenti ben più idilliaci, se non proprio un livello di civiltà di tipo umano. Il volto dell’amore avrà potuto acquisire forme, luminosità e Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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