La cura dei distacchi

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Silvano Secco

La cura dei distacchi

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A mia madre 09.04.2011 ore 18,45. Un attimo. È sempre stato così, che l’amore non conosce la sua profondità finché non arriva l’ora del Distacco Gibran

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Prima Edizione: 2014

ISBN 9788898037339 © 2014 Edizioni Psiconline - Francavilla al Mare Psiconline® Srl 66023 Francavilla al Mare (CH) - Via Nazionale Adriatica 7/A Tel. 085 817699 - Fax 085 9432764 Sito web: www.edizioni-psiconline.it e-mail: redazione@edizioni-psiconline.it Psiconline - psicologia e psicologi in rete sito web: www.psiconline.it email: redazione@psiconline.it I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico o digitale (comprese le copie fotostatiche e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Finito di stampare nel mese di Gennaio 2014 in Italia da Universal Book srl - Rende (CS) per conto di Edizioni Psiconline® (Settore Editoriale di Psiconline® Srl) Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata


INDICE

Introduzione I legami La natura dei legami I legami sensoriali Il legame della pelle La cura del contatto nella relazione con il neonato Aspetti antropologici inerenti la natura del legame Il legame d’attaccamento Le categorie di risposta o di legame Bambini ansiosi-ambivalenti Bambini ansiosi-evitanti La Deprivazione precoce La povertà di stili di legame da parte del genitore Definizione di Deprivazione precoce Gli elementi caratterizzanti la Deprivazione Domande fondamentali La pelle e la seconda pelle La reverie materna Il ruolo capovolto Legami H, L, K Psicoterapia e soggetti deprivati La doppia Deprivazione Frantumazione della continuità

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La vertigine e il senso di caduta La fisicità La simbiosi Assunti di base della simbiosi Perché esiste la simbiosi e a cosa serve? Nucleo agglutinato Sincretismo La simbiosi La perdita dell’immobilizzazione/controllo Il vincolo simbiotico La fisicità come incontro La rottura o perdita di controllo della simbiosi Indicazioni tecniche La forza e la funzione del Distacco Il significato del Distacco La funzione del Distacco Cos’è l’oggetto transizionale La fusionalità La posizione della funzione del Distacco nel ciclo della vita Quando collocare nel bambino la ricerca del Distacco? Che cosa osservare per rilevare l’avvio del processo del Distacco I movimenti autonomi del bambino Fase della separazione-individuazione secondo Mahler M. Fase di differenziazione Fase di sperimentazione Rapporto tra attività locomotoria periferica e tessuto sottocutaneo Il terzo spazio o spazio concreto tra madre e bambino Il gesto e la mimica 8

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Lo sguardo La voce, il tono della voce, le parole e gli oggetti La cura del Distacco Quali strumenti? Cosa c’è dietro alla paura, alle difficoltà del Distacco? Attività pratiche da proporre alle madri per favorire il Distacco e preparare la separazione Il ruolo del padre Corso di formazione: “La cura del Distacco” Presentazione del Corso Esercizi introduttivi rompighiaccio Gruppo con il pallone La persona che rotola sopra le altre Allungarsi-accorciarsi, raccogliere-disperdere Il gruppo che trattiene Primo esercizio preparatorio. La caduta e l’accompagnamento Esercizi di introduzione al lavoro sull’ascolto delle emozioni e sperimentazione dello sguardo interiore Esercizio del vaso Esercizio tattile con un oggetto Esercizio di concentrazione con segno dell’infinito Esercizi preparatori al tema della nascita La mano sulla pancia e la nascita dal mare Esercizi per favorire il lavoro pratico sul Distacco Esercizio specifico sul Distacco Esercizi utili al processo di elaborazione della simbiosi ed avvio alla individuazione Esercizio di visualizzazione del passaggio all’isola attraverso un tratto di mare Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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Visualizzazione della passeggiata, collina e torre antica Esercizio della scrittura del proprio nome Neurobiologia Elementi di neurobiologia relazionale Elementi di neurobiologia relativi al Distacco Lavoro del lutto, melanconia, piccoli lutti, separazioni Il fenomeno del lutto Incorporazione e introiezione Oggetto Legami Blocco del lavoro del lutto La melanconia La morte e il significato di morte Tipi di perdita Le reazioni Elaborazione del lutto Modello a sei fasi di Rando T Kubler-Ross E. I figli di fronte alla separazione della coppia genitoriale I motivi della separazione Almeno costruire… una buona separazione Effetti della separazione sui territori del bambino Dire la verità Reazioni psicosomatiche alle visite Lo spazio e il tempo delle visita Quando il genitore non onora le visite Il bambino e la coppia genitoriale Il figlio nel triangolo La funzione delle Istituzioni La crisi dei genitori come persone 10

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L’I.T.P. di Leopoldo Rigo Aspetti storici e pratici relativi alla tecnica immaginativa elaborata da Leopoldo Rigo Lo Schema corporeo, l’Io-corporeo-reale e l’Iocorporeo-immaginario Il fenomeno della regressione d’età

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Bibliografia

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INTRODUZIONE

L’essere umano oscilla costantemente tra la formazione di legami e il Distacco. Il Distacco è un bisogno fondamentale, riconosciuto come uno degli elementi essenziali, universali per lo sviluppo della personalità. Altri analoghi bisogni universali sono il bisogno di rapporti sociali e di appartenenza1, il bisogno di attenzione emotiva positiva da parte degli altri2, il bisogno di attaccamento3, il bisogno di partecipazione attiva4. Per chiarire cosa si intende con il termine Distacco possiamo utilizzare due metafore. Proviamo ad immaginare un missile fermo sulla sua piattaforma che ha come obiettivo l’esplorazione di altri pianeti sparsi nell’Universo. Per iniziare la sua missione è importante che il missile decolli da una base sicura (= legame di attaccamento), ovvero per raggiungere ed esplorare i pianeti deve staccarsi dalla base. Un’altra metafora, utile per comprendere la tematica del Distacco, può essere questa, provate a guardare il vostro viso ponendo il naso attaccato allo specchio per farvi la barba o truc1 Ogni individuo si sente parte costituente di un determinato gruppo di persone, si percepisce come simile ed interagisce con gli altri. 2 Ogni individuo sente la necessità di esser accettato a prescindere dal colore della pelle, della religione, della lingua. ogni individuo desidera costruire dei legami con i caregiver di riferimento. 3

Ogni individuo desidera costruire dei legami con i caregiver di riferimento.

4 Ogni individuo introduce nel rapporto con il gruppo la possibilità di influenzare il mondo in cui si vive nel mondo sociale.

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carvi, non riuscite a vedervi. Per riuscir ad avere una visione completa del vostro viso o del vostro corpo dovete distanziarvi dallo specchio, dovete staccarvi, trovare, per usare un termine meno traumatico rispetto alla parola Distacco, una giusta distanza. Distacco significa quindi trovare la giusta distanza, non essere né troppo vicini né troppo lontani dall’altro. Possiamo porre in premessa la prima fondamentale domanda, che verrà più volte ripresa e approfondita: “Come avviene il Distacco in una relazione umana?”. Il Distacco avviene mediante la ricerca attiva e reciproca di una giusta distanza. Il bambino ricerca la giusta distanza dal caregiver di riferimento e lo stesso avviene per il caregiver mediante una de-sintonizzazione o mancata partecipazione affettiva-emotiva nel dialogo. Il Distacco avviene tramite la costruzione di strumenti quali il linguaggio verbale e non-verbale, il gioco di finzione e l'oggetto transizionale. Il Distacco quindi è un percorso lungo, laborioso e alcune volte si accompagna a sofferenza. Se noi, come educatori, riusciremo a comprendere pienamente questo fenomeno, riusciremo ad aiutare ad esempio il bambino ed il genitore a trovare forme corrette di cura del Distacco che incontreranno nelle varie tappe evolutive. Quando si forma una coppia, entrambi i componenti devono anche staccarsi e concedere all’altro di allontanarsi. Sinonimi del termine Distacco sono: separazione, allontanamento, evitamento. Vedremo come, affrontando gli aspetti neurobiologici di base, questi termini verranno utilizzati alternativamente. Il tema del Distacco, definito in concomitanza al significante separazione, viene trattato con diffidenza, timore. Il rischio, se il Distacco viene visto come frattura, scissione, perdita è di scivolare verso la dimensione della sofferenza infinita. È senza alcun dubbio più facile o consolatorio, parlare e soffermarsi sui legami, l’holding, l’handling, l’attachment. Però anche questa tematica comporta il suo opposto, ovvero, quando il legame è eccessivo, determina il soffocamento, la costrizione, la limitazione, la simbiosi. 14

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Noi tratteremo per lo più il tema del Distacco come fenomeno naturale appartenente alla vita, che ha una sua funzione vitale, anche se implica affrontare o non affrontare (= subire, fuggire) la sofferenza. Il ciclo della vita, come il pendolo di un orologio, è costituito da un continuo e incessante movimento ritmico, composto dalla formazione del legame e successivo passaggio al Distacco. Il ciclo della vita possiede in sé questa oscillazione perpetua tra un punto e l’altro, tra il legame e il Distacco. Il Distacco possiede una funzione specifica nella strutturazione/costruzione di un individuo. La seconda fondamentale domanda è: “A cosa serve il Distacco?”. Il Distacco serve alla crescita psicologica, che compare nel processo di individuazione. Per crescita, riprendendo le due metafore dello specchio e del missile, intendiamo la maturazione di molte funzioni vitali come ad esempio il linguaggio, permette alla persona di conoscersi, vedere il proprio viso, rispondere alla domanda “chi sono?”. È il Distacco che consente di rifletterci nell’altro inteso come persona altra da noi o sistema sociale. Il concetto di individuazione lo troviamo particolarmente sviluppato nella teoria junghiana. Jung C. G. a tal proposito affermava che l’individuazione è in generale il processo di formazione, di caratterizzazione dei singoli individui. In particolare, è lo sviluppo dell’individuo psicologico come essere distinto dalla generalità, dalla psicologia collettiva. L’individuazione è quindi un processo di differenziazione che ha per meta lo sviluppo della personalità individuale. La persona, prima di potersi proporre come scopo l’individuazione, deve raggiungere la meta educativa dell’adattamento al minimo di norme collettive necessario all’esistenza. Una pianta che debba esser portata alla massima fioritura delle sue peculiarità, deve innanzitutto poter crescere nel terreno in cui è piantata, deve ambientarsi. La pianta sta tra il basso, la madre terra, e l’alto, il padre cielo, con il sole, l’aria, la pioggia. Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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L’individuazione può entrare in contrasto con le norme collettive, giacché essa è separazione e differenziazione dalla generalità. Esplicita lo sviluppo del particolare, non però di una particolarità cercata, bensì di una particolarità a priori, fondata nella disposizione naturale. Il punto di vista individuale non è orientato in senso opposto alle norme collettive, ma solo in senso diverso. In altri termini, una crescita psicologica adeguata ed una corretta individuazione devono assolutamente, in senso fisiologico, passare attraverso una cura dei distacchi, che conduca ad un effetto particolare, ovvero la differenziazione dell’individuo dalla totalità, dal caregiver, come dal gruppo di appartenenza. L’obiettivo di questo libro, non è quello di promuovere una cultura del Distacco, bensì quello di comprenderne il ruolo ed il posto che spetta a questo fenomeno nel ciclo della vita, affinché l’individuo possa ricercare forme di equilibrio tra legami e distacchi, forme di passaggio dal legame al Distacco. Nella cura dei distacchi il ruolo dei genitori e degli educatori, in generale, è essenziale. È il caregiver5 di riferimento che può favorire, curare, ovvero limitare, alterare o vietare le forme di Distacco. Gli schemi di passaggio dal legame al Distacco si plasmano nella relazione con i caregiver di riferimento. Il bambino ha bisogno di sperimentare/vivere il Distacco che in sé contiene diverse significazioni: 1. ospitare il permesso di staccarsi, 2. sentirsi sostenuto nel passaggio dal legame al Distacco, 3. ricevere delle piccole spinte verso ciò che sta oltre i limiti del legame. Una espressione figurata, per comprendere i passaggi che abbiamo appena enunciato, può essere quella del fiume, ovvero la vita. In questo scenario, le due sponde, che contengono l’acqua, corrispondono l’una al legame e al Distacco l’altra. Nel mezzo 5 Con il termine caregiver si intende: l’adulto significativo che si prende cura dei bisogni del bambino, può essere la madre, il padre o altri adulti importanti.

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troviamo il solco che separa le due sponde, qui scorre l’acqua, cioè la vita, intesa come forza vitale, spinta a crescere. Il bambino, in questo traghettamento da una sponda all’altra, ha bisogno di essere aiutato da una presenza, la barca, ovvero il caregiver che contiene prima fisicamente e poi mentalmente. In questa particolare situazione però è il bambino ad avere il timone in mano e nel tempo si approprierà di questo contenitore. Le situazioni/possibilità che la vita ci offre, sono varie. L’acqua può incontrare delle strettoie e diventare tumultuosa. La barca può essere comoda, stretta o non esserci. Il timone può essere tenuto in vari modi dalle mani del bambino e alcune volte il caregiver può sostituirsi, depredando il figlio dal suo possesso. Essenziale poi sottolineare come dal tipo di legame, dallo stile con cui il legame è stato costruito, dipende il tipo di Distacco. Nello scorrere della vita, quindi, il processo di sviluppo procede dalla formazione-sperimentazione di legami verso il Distacco. Il Distacco segue e non precede il legame. Ad esempio possiamo affermare che se il legame è forte, tanto forte da formare una dipendenza, o una simbiosi tra due individui, più drammatico o intenso sarà il Distacco. Uso il termine drammatico riferendomi alla rappresentazione teatrale o psicologica dei conflitti che verrà messa in scena dai soggetti implicati, in quel grande palcoscenico che è la vita, fino ad arrivare all’acting out6, quando ci si oppone al Distacco o il legame è soffocante. Gli acting out sono, sul piano degli agiti, dei comportamenti patologici, come ad esempio l’aggressione fisica o verbale da parte del figlio o del genitore, o, per contro, il passaggio a forme di dipendenza estrema sostitutiva, come l’uso di sostanze psicotrope. Nella varietà di scenari possiamo trovare l’eccesso di indipendenza/autonomia che rappresenta un indice di trascuratezza. Questo fenomeno si può osservare quando incontriamo famiglie multiproblematiche, famiglie che vivono alla periferia della so6 Il termine acting out sta a significare che alcune volte gli individui sono spinti ad agire senza sapere o governare le proprie azioni, entrano cioè in azione senza riflettere su ciò che fanno e sulle conseguenze.

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cietà. In queste famiglie i figli hanno alcune volte una libertà estrema di movimento, che si traduce in forme di autonomia eccessiva. Legame e Distacco in sintesi soddisfano due funzioni biopsicologiche fondamentali, il legame crea le basi delle sicurezze, il Distacco promuove la crescita e l’individuazione. Entrambi hanno bisogno di cure, di atteggiamenti sani e di motivazioni eticamente forti: “Bello è insegnare ad un passero a volare perché nella sua libertà è implicita la tua rinuncia” (di Arturo Perez Revert). Questo significa che un genitore o un educatore devono saper rinunciare al possesso del bambino. Leggendo le recenti ricerche in ambito psicobiologico proposte da Schore A.7 si può avanzare l’ipotesi che effettivamente gli atteggiamenti collegati alle forme/stili di attaccamento-legame e alle forme di Distacco provocano delle corrispondenti modificazioni a livello del funzionamento del sistema neurologico8. Perché parlare di Cura? Cura nell’antica Grecia era una Dea e lei si prendeva cura della vita dell’Uomo perché gli aveva dato la vita. Il mito narrato da Igino racconta: Mentre Cura stava attraversando un certo fiume, vide del fango argilloso. Lo raccolse pensosa e cominciò a dargli forma. Mentre stava riflettendo si avvicinò Giove. Cura gli chiese di dargli lo spirito di vita e Giove acconsentì. Ma quando Cura pretese di dargli il nome Giove si oppose. Intervenne Terra reclamando che fosse lei a dare il nome poiché lei aveva dato il suo corpo. I disputanti elessero Saturno, il Tempo, a decidere: “Tu Giove che hai dato lo spirito al momento della morte riceverai lo spirito. Tu Terra che ahi dato il corpo alla morte riceverai il corpo. Tu Cura che hai avuto il pensiero e hai dato forma a questo essere, affinché esso possa vivere, lo custodisca la cura. Per quanto concerne la controversia sul nome, si chiami homo poiché è stato tratto da humus”. 7 Schore A. Affect regulation and the origin of the self. The neurobiology of emotional development, Lawrence Erbaum Associates, Hillsdale, 1994. 8

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Vedi il Capitolo Neurobiologia.

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Curare in questa accezione significa proteggere, mantenere la vita in salute. Una relazione, intesa come esperienza di vita, può acquistare significato solo se il cerchio viene iniziato ponendo il compasso al centro, chiudendo la circonferenza, per poi essere puntato in un’altra base che ci aiuterà a circoscrivere un altro spazio. E così all’infinito.

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I LEGAMI

La natura dei legami Partiamo dai legami perché è sempre da una base sicura che noi ci disancoriamo. Il missile per visitare gli altri pianeti deve con molta forza ed energia staccarsi dalla piattaforma. In altri termini più il legame è forte e più energia deve essere impiegata nel disancorarci. Cosa sono i legami affettivi? I legami affettivi sono nient’affatto elementi astratti, bensì fenomeni concreti che si svolgono sul piano biologico, sul piano relazionale, sul piano simbolico. Li possiamo rappresentare simili a linee di forza cariche di energia che collegano l’individuo ad un oggetto psicologico9. Il corrispettivo del legame a livello neurobiologico corrisponde alle vie ormonali che segnano profondamente il corpo e percorrono il nostro essere, senza discontinuità tra mente e corpo. I legami con l’oggetto esterno interagiscono con il sistema immunitario perché, le loro rappresentazioni più concrete o immagini, arrivano molto in profondità, nelle fondamenta dell’individuo, formando delle radici. È come se attraverso queste linee di forza, simili a strade privilegiate, transitassero, tra individuo e individuo, le emozioni, gli affetti, la comunicazione, le immagini 9 Per oggetto psicologico si intende persona, o animali, o cosa appartenente al mondo relazionale del bambino, che possiedono un significato affettivo emotivo. Anche uno straccetto che traspira odore del genitore può essere considerato, dal neonato, un oggetto carico di senso, di significato, una forma di possesso chiamato oggetto transizionale da Winnicott D. W..

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che collegano un soggetto (A) ad un altro (B).

I legami con una persona, un animale, un manufatto, che siano significativi per l’individuo, assumono valore vitale. Entrano nella persona e lavorano, avvolgono internamente, come in un bozzolo, ogni organo, creando isole di memoria corporea all’inizio e poi cerebrale. I legami toccano, percuotono la persona nelle parti più profonde ed intime, formando collegamenti, nodi, memorie. Recidere un legame o nodo è impossibile. Recidere i legami, come nel caso di Alessandro Magno con il nodo gordiano, comporta il loro rifacimento e la perdita di quello che si è conquistato. Prendiamo una cordicella e facciamo un nodo semplice, ad esempio un’asola, tiriamo gli estremi, il nodo si scioglie, ma la corda rimane. Rimane, in altre parole, sempre qualcosa, la corda, il legame. Neanche la morte, che è un esempio estremo di Distacco, recide i legami, anzi sappiamo che delle volte li rafforza. A livello dell’Inconscio la morte non esiste, così l’individuo nel sogno ritrova e ricerca la persona defunta, continua a tessere la relazione, a sciogliere nodi. I legami con persone significative non si recidono mai a livello psicologico, possono essere superati, nel senso di andare oltre. I legami a livello psicologico si possono solo trasformare. Quando muore qualcuno (= perdita reale) si crea un vuoto interiore che deve essere colmato, questo si chiama lavoro del lutto10. Una delle sue fasi è la depressione, ovvero, la cura delle 10

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Vedi il Capitolo Lavoro del lutto, melanconia, piccoli lutti, separazioni.

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emozioni. L’oggetto reale sparisce con la morte, non i legami con l’oggetto che sono dentro di noi, né scompare l’oggetto psicologico, che rappresenta quello reale nella nostra psiche. Nella persona che rimane viva, si crea un vuoto che è l’equivalente del desiderio (qualcosa mi manca) ed una parziale sensazione di perdita d’identità (sento che ho perso qualcosa di mio che si trovava nella persona persa). Identità prima supportata da quei legami che erano il nostro rispecchiarci nell’altro. In altri termini, prima, quando l’oggetto era vivo, c’era un rispecchiarsi, un ritrovarsi nell’altro e, con la sua scomparsa, scompare una parte di noi, però i legami rimangono, le immagini, i ricordi rimangono vivi. Forse, sarebbe meglio affermare che i legami più che morire si trasformano, nel senso di costringere l’individuo a cercare altre forme di presenza degli oggetti assenti dentro di sé (cerchiamo di trovare le cose belle che l’altro ci ha lasciato in eredità). Un padre dà al figlio due doni fondamentali, innanzitutto contribuisce alla vita e poi induce al cambiamento, in particolare con la sua morte reale e la sua trasformazione simbolica. La morte del padre quindi diviene un dono. Allora quello che l’individuo sente, di fronte al tema della morte, è la paura dell’incognita, di quello che potrà trovare, ma che non conosce, paura della trasformazione, della perdita d’identità.

I legami sensoriali Nascere significa rafforzare i legami sensoriali tra la madre ed il bambino, iniziati durante il periodo fetale e crearne di nuovi. Dovremmo in tal senso distinguere la costruzione dei legami in fase fetale chiamandoli bonding e i successivi legami che aiutano a costruire le basi sicure. Quest’ultimo legame è l’attaccamento o attachment. Il termine legame è quindi un termine generico, che va specificato in funzione del periodo o ciclo di vita che noi prendiamo in considerazione.

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È raccontato che una donna anestetizzata al momento dell’espulsione non aveva visto nascere il proprio bambino ed il figlio non aveva visto lei. Vi era stato cioè un Distacco senza dare all’uno e all’altra un tempo per riconoscersi, un tempo per ricostruire, rimappare11 il legame. Un passaggio troppo improvviso tra il conosciuto, ovvero l’esperienza intrauterina, e uno spazio completamente nuovo. Quando la signora si svegliò il neonato già piangeva nella sua culla e fu quindi accompagnato per la poppata. Madre e infermiere tentarono molte volte di aiutare il neonato ad iniziare la poppata, ma lui si rifiutava di attaccarsi al seno e negava anche il biberon. Ad un certo punto la madre affermò: “Non è normale piangere in questo modo, non ce la faccio a sopportare queste urla, non capisco più niente … è come se non sapesse chi sono”. L’infermiera udendo questa frase le disse: “Ma gli ha detto che è nato mentre lei dormiva, può darsi che non l’abbia riconosciuta”. L’infermiera uscì e quando ritornò trovò il bambino addormentato sulla pancia della madre. La madre, tranquillizzata dalle parole dell’infermiera, invece di insistere con il seno, si era presa un tempo per farsi riconoscere dal figlio e per riconoscere lei stessa quel bambino. Il neonato effettivamente al momento della nascita era stato separato, privato all’improvviso dell’odore della madre, della sua voce, delle sue carezze, così che non aveva potuto ritrovare e creare legami. La prima ora, dopo la nascita, è diventata oggetto di studio scientifico solo recentemente. Furono due grandi etologi, Lorenz K. e Timberger N., a richiamare l’attenzione su concetti quali l’attaccamento, il legame (bonding), il periodo critico o sensitivo. Questi autori affermarono che nelle fasi sensitive , relativamente brevi, accadevano i più importanti cambiamenti di comportamento nella relazione madre-figlio ben documentate per gli uccelli, i topi, le capre, le scimmie. Anche per gli esseri umani esistono, ma è difficile studiarli, a causa dell’incontrollata interferenza del personale e della tecnologia nel processo della nascita. 11

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La rimappatura richiede un lavoro a livello neurobiologico.

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Le ricerche effettuate alla fine degli anni settanta hanno posto in evidenza le specifiche basi fisiologiche ed ormonali del processo d’attaccamento. Nel 1968 Terkel J. e Rosenblatt J. S.12 cercarono di stabilire se le sostanze che regolano il comportamento materno siano contenute nel plasma sanguigno. Iniettarono perciò del plasma sanguigno prelevato a femmine di topo che avevano partorito da meno di 24 ore a un gruppo di femmine vergini ed osservarono che effettivamente queste ultime mostravano un comportamento materno. L’inizio di questo comportamento sembrava connesso con l’attività degli ormoni sessuali, livelli elevati d’estrogeno e prolattina, bassi livelli di progesterone. Terkal e Rosenblatt furono portati a postulare un periodo transitorio durante il quale la regolazione del comportamento materno passa da una base ormonale a una piattaforma psichica. Nell’ultimo decennio la scoperta dei neuro ormoni ci ha fornito un altro importante indizio circa la base del bonding (bond, legame). Le endorfine13, neurormoni che mitigano il dolore, stimolano anche le sensazioni di piacere e di benessere, hanno un ruolo importante nell’amicizia, nell’amore, nella sessualità, nei rapporti affettivi di qualunque tipo, inducono, in generale, comportamenti di cura verso gli altri e abitudini di mutua dipendenza. I neurormoni svolgono, quindi, un ruolo in tutte le forme di attaccamento e affezione nella vita di ogni giorno, indipendentemente dalla attività degli ormoni sessuali. Essi possono così spiegare l’attivazione dei comportamenti materni anche in assenza di parto. I neurormoni hanno un ruolo fondamentale nel parto, sia durante il travaglio, quando aiutano a mitigare il dolore, sia dopo la nascita. È stato dimostrato che più lungo e difficile è il trava12 Terkel J., Rosenblatt J. S., 1968, Maternal behavior induced by maternal blood llasma inject into virgin rats, J. Comp. Physio. Psycol., 65, 479.82 13 Gruppo di composti endogeni (cresce dall’interno) presenti nel SNC, capaci di legarsi ai recettori degli oppiacei in varie zone del cervello, innalzando in tal modo la soglia del dolore.

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glio più alto è il livello d’endorfine secreto dall’organismo della partoriente. L’allattamento, a sua volta, sembra stimolare la produzione di endorfine. Poiché è accertato che gli oppiacei creano dipendenza e contribuiscono ad instaurare comportamenti di coinvolgimento e di affettività, la loro presenza in quantità massicce nella madre e nel suo bambino, subito dopo il parto naturale, suggerisce l’esistenza di una base ormonale e neurormonale sottesa al processo di attaccamento, nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al parto. Il fatto che il livello endorfinico nel sangue materno sia più alto dopo un parto naturale rispetto ad un cesareo è un ulteriore indicatore. L’uso di anestetici e ormoni artificiali, entrando in competizione con gli ormoni naturali, alterano il complesso equilibrio e intaccano le sensazioni della madre dopo il parto, influenzando le dinamiche del processo di attaccamento.

Il legame della pelle Già verso la 6°-7° settimana di vita fetale, quando il feto ancora non possiede né occhi né orecchie, reagisce vivamente, cercando di allontanarsi, se gli è toccata la regione del naso e del labbro superiore. Secondo una legge dell’embriologia, più precocemente si sviluppa una determinata funzione sensoriale, più essenziale si rivelerà nella vita. Il tatto, e con esso il sistema del movimento, è il primo senso che si sviluppa e matura contemporaneamente al sistema nervoso primitivo. La pelle è l’organo di senso maggiormente esteso, 2.500 centimetri quadrati nel neonato e 18.0000 centimetri quadrati nell’adulto. Ogni centimetro cubo contiene circa 5.000 recettori. Studi recenti hanno messo in evidenza che il contatto provoca un aumento di recettori cerebrali nell’ippocampo, quindi la mancanza di stimoli tattili determina la riduzione dell’ormone della crescita. Un modo per attivare questo complicato sistema pelle e il legame bonding, legame affettivo ad esso associato, è il 26

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massaggio. Il legame della pelle viene successivamente sostituito, nel bambino vedente e normoudente, dal legame visivo. La presenza tattile rimane comunque trasversalmente anche in tutti gli altri canali sensoriali.

La cura del contatto nella relazione con il neonato Il massaggio merita un discorso particolare perché agendo sulla pelle del neonato, attiva più organi collegati e le loro funzioni, facilita la formazione del legame e lo rafforza. Benefici significativi sono stati segnalati anche in bambini con patologie particolari come i bambini ciechi, sordi, maltrattati, cerebrolesi, prematuri. Uno studioso, Rubenstein D.14, disse a proposito dei prematuri, che: “I bambini nascono con qualcosa che si può chiamare fame di pelle, non possono crescere o svilupparsi normalmente senza avere il comfort del contatto”. Purtroppo per i prematuri il contatto può essere negato per periodi molto prolungati, producendo così effetti dannosi da carenze di contatto, con delle conseguenze sia sugli aspetti intellettivi sia di personalità. Alcune ricerche condotte con metodi scientifici su pazienti HIV positivi hanno dimostrato che la terapia del massaggio provoca degli effetti significativi sul sistema immunitario, proprio sulle cellule Natural Killer. Altri risultati ottenuti con prematuri sottoposti con regolarità al massaggio sono stati un aumento del peso corporeo, mediamente del 47% rispetto a gruppi di controllo. I neonati massaggiati con regolarità uscivano 6 giorni prima rispetto a quelli non massaggiati. Anche i livelli di concentrazione di cortisolo e catecolamine, l’ossigenazione variano in maniera significativa. Nel massaggio elemento importante non è solo la stimolazione, quanto invece l’opportunità viva di creare l’incontro, che 14

Rubenstein D., The power of touch, Child, Novembre, ’86, 120

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scorre tra la pelle del bambino ed il genitore. Il linguaggio che viene favorito è quello nonverbale, la mimica, i gesti, il contatto, lo sguardo. Il massaggio produce benefici15, sia a livello fisiologico sia psicologico. Il massaggio stimola tutti i sistemi fisiologici. Vi sono studi che indicano come nella società dove i bambini sono tenuti più a contatto pelle-pelle sono meno aggressivi/violenti. L’aumento della comunicazione pelle-cervello può prevenire ed alleviare nel neonato le coliche, dovute in parte al funzionamento ancora immaturo del sistema nervoso. In questi casi il massaggio tonifica il tratto digestivo, rimuove l’aria intrappolata e facilita l’espulsione del materiale fecale. Il massaggio favorisce il rilassamento. Si è visto del resto che i bambini sottoposti a stress sono soggetti a tremendi picchi nel livello d’ossigeno. Prima del parto il corpo del bambino produce ACTH in preparazione allo stress della nascita ed alla necessità di un massiccio apprendimento successivo. Il contatto tattile, visivo e i battiti del cuore sono tra i più importanti segnali, che il bambino riceve da sua madre e che comunicano al cervello di interrompere la produzione di ACTH. Se però il bambino perde questi segnali e lo stress ambientale rimane alto il bambino risponde abbassando i sistemi di apprendimento. Nei bambini soggetti a routine ospedaliere sono stati trovati alti livelli di ACTH anche 2-3 settimane dopo la nascita, mentre quelli nati in circostanze naturali e legati alla madre, non ne avevano già più dopo 24 ore. Il massaggio aiuta il bambino a trattare con gli stimoli ambientali, sociali e a rispondere ad essi con il rilassamento. Aiuta il neonato a sviluppare sensazioni positive del proprio corpo e lo mette in grado di alleviare le tensioni, ripristinando il ritmo sonno-veglia che viene spesso alterato da ambienti stressanti. In particolare quando la madre partorisce prematuramente si formano molti sensi di colpa, è probabile che si percepisca come 15 Tutti questi elementi sono tratti dall’esperienza fatta con l’AIMI, che è l’Associazione Internazionale che ha per propria mission la divulgazione del massaggio infantile che l’Insegnante del massaggio trasmette, non tanto come tecnica, al genitore.

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non essere stata in grado di generare normalmente un figlio. È importante quindi che madre e bambino entrino il prima possibile in contatto e che la madre sia preparata per questo incontro, insegnando alla genitrice come toccarlo, come cambiarlo e in un secondo momento, quando le condizioni fisiologiche del neonato si saranno stabilizzate, a maneggiarlo. Nei primi incontri, quando il neonato pretermine non si è stabilizzato, diventa importante insegnare, ancor prima del massaggio, le tecniche di contenimento. Con il massaggio si sono riscontrati molti benefici, quali diminuzione dell’irritabilità, migliore tolleranza al contatto con l’adulto, maggiore sopportazione alle posizioni supino e prono, controllo delle frequenza cardiaca, del calore cutaneo, comparsa di momenti di veglia, precoce del sorriso, aumento ponderale. Montagu A.16 cita il ruolo essenziale che hanno per i piccoli mammiferi le leccate della madre. Un cucciolo può sopravvivere alla nascita solo se la madre lo lecca a lungo, per asciugarlo, ovviamente, ma anche per aiutarlo ad avviare le proprie funzioni vitali quali la respirazione, il sistema urogenitale e l’apparato digerente. Un piccolo mammifero che alla nascita non sia stato leccato dalla madre muore, o sopravvive poche settimane, con grossi problemi respiratori, urinari e digestivi. L’utero della madre è un luogo di contatto cutaneo. Durante gli ultimi mesi di gravidanza l’utero ha contrazioni regolari, percepite probabilmente dal feto come un’ondata protratta di carezze lungo la schiena, le spalle, gli arti e ovunque il suo corpo si trovi in contatto con la parete uterina. Più si avvicina il termine della gravidanza e più queste contrazioni divengono frequenti e insistenti. Il lungo travaglio nell’utero e il passaggio forzato nella stretta via vaginale fanno vivere al bambino una potenza di contatto, che molti ricercatori hanno paragonato all’intensità della leccatura nelle altre specie di mammiferi. Alcuni studi di ricerca hanno dimostrato che i tracciati elet16

Montagu A., Il linguaggio della pelle, Vallardi, Milano, 1989.

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troencefalografici fetali nel corso del travaglio sono spesso tracciati simili a quelli registrati durante il sonno. È come se il bambino, mentre viene al mondo, dormisse. Le contrazioni uterine e il contatto cutaneo durante il passaggio vaginale hanno un ruolo positivo nell’avvio della respirazione. Tutti gli operatori della maternità conoscono il rischio della respirazione transitorio dei nati con parto cesareo. Contrariamente a quanto avviene nel parto per via naturale, i polmoni del feto nato con parto cesareo non hanno subito quella che viene chiamata la centrifugazione meccanica, agita durante il passaggio lungo il canale vaginale. Devono quindi riassorbire per via sanguigna una quantità di liquido assai maggiore, il che richiede un tempo superiore rispetto ad una nascita naturale. Se subito dopo la nascita per taglio cesareo viene applicata una kinesiterapia respiratoria di svuotamento bronchiale la difficoltà sparisce immediatamente. Nel passato le ostetriche per aiutare il neonato a respirare, stimolavano la pelle soffiandogli sopra, massaggiandolo dolcemente, provocandogli talvolta una sensazione di freddo spruzzandogli un po’ d’acqua. Il miglior modo per sbloccare la respirazione, se il bambino non è troppo intontito dall’anestesia, è quello di tenerlo per il torace con le mani ben aperte e massaggiarlo energicamente per quattro o cinque secondi. Quando i neonati vengono tenuti per i primi novanta minuti di vita in contatto pelle-pelle con la madre, raramente piangono, al contrario, se vengono lasciati subito da soli nella culla, piangono il 20% del tempo. Lasciati sull’addome della madre strisciano da soli fino al seno della madre, si attaccano spontaneamente al seno. Hanno cioè l’opportunità di esercitare in maniera corretta e nei tempi giusti il loro repertorio di riflessi che così si trasformano in apprendimenti. Le madri avranno più successi nell’allattamento al seno e daranno il loro latte più a lungo se il contatto avverrà nelle prime ore di vita, in modo particolare se allatteranno quando il bambino inizierà a chiederlo. Quando il capezzolo della madre viene succhiato dal bambi30

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no, sia la madre che il bambino producono 18 diversi tipi di ormoni gastrointestinali che ottimizzano l’assorbimento del cibo. Semplicemente dedicando pochi minuti di tempo ad insegnare il corretto posizionamento del bambino al seno, prima delle dimissioni ospedaliere si ottiene un aumento dell’allattamento al seno del 40-70% al quarto mese di vita.

Aspetti antropologici inerenti la natura del legame Gli studi e le ricerche in antropologica e nella storia delle religioni ci possono essere utili per una comprensione umana approfondita della natura contraddittoria del legame. Il legame comporta, in alcune figure mitologiche, la compresenza dell’opposto, ovvero il troncatore di legami, lo slegatore, colui che separa17, l’arma tagliente. La dea Atena ad esempio era contemporaneamente la dea delle armi e la dea della tessitura18. M. Eliade, storico delle religioni, scriveva: “Ogni appello al Sovrano celeste si fa contro i legami, ogni battesimo o illuminazione consiste per l’uomo nello slegare, lacerare i legami e i veli di realtà ... La situazione temporale e la miseria dell’uomo si esprimono con parole chiave che contengono l’idea del legame, di incatenamento, di attaccamento. Il complesso del legame non è dunque che una sorta d’archetipo della situazione propria dell’uomo nel mondo”. Ogni legame porta in sé quindi una forte ambivalenza, poiché i legami danno stabilità, nutrono, contengono l’individuo, ma nel17 G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario, Dedalo, Bari, ’72. In particolare a pg. 99-100, 157-177 parla di “legami”. A pg. 322 parla degli strumenti e dei prodotti della tessitura. Yoga = legare insieme, p. 164, 322-323. J. Chevalier, Dizionario dei simboli, BUR, Rizzoli, Milano ’88in particolare a pg. 131 parla di cosa significhi liberarsi dei legami da un punto di vista spirituale. A pg. 133 propone una lettura interessante del “nodo gordiano”. p. 131, afferma che su un piano spirituale sciogliere i legami significa liberarsi degli affetti per vivere su un piano più elevato. p. 133, propone un interpretazione molto interessante del nodo gordiano. 18 66

G. Durand., Le strutture antropologiche dell’immaginario, Dedalo, Bari, ’72. p.

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lo stesso tempo limitano, trattengono, fino a strozzare il soggetto e il suo processo di crescita, la sua conquista dell’individuazione. Lo spazio fusionale19 è per sua natura ambivalente20 offre sicurezza, rifugio, benessere ed allo stesso tempo può provocare sensazioni di abbandono, dipendenza, vuoto, oppressione. La tessitura è un simbolo dei legami e dello spazio transizionale. Gli strumenti ed i prodotti della tessitura e della filatura21 sono universalmente riconosciuti come simboli del divenire dell’essere umano. Il punto d’incontro o nodo nella tessitura si determina quando la spola porta il filo orizzontale (trama) ad incontrare il filo verticale (ordito). Il nodo o legame è il punto d’incrocio in cui agiscono le forze contrastanti sull’individuo, offrendogli stabilità. Il legame mantiene l’essere in quel determinato stato e il passaggio da un legame all’altro o Distacco, provoca, a sua volta, una trasformazione dell’individuo e la morte simbolica dello stato precedente o superamento22. La linea verticale23 è la linea dell’ordito, mutabile, unisce tra loro tutti gli stati di un essere o tutti i gradi dell’Esistenza collegandone i punti corrispondenti, rappresenta il principio attivo o maschile. La linea orizzontale è la linea della trama, rappresenta lo sviluppo di uno degli stati dell’essere, o gradi dell’Esistenza, rappresenta lo svolgersi degli avvenimenti in un certo stato, rappresenta le applicazioni concernenti i diversi stati, rappresenta il principio femminile o passivo. 19 Per spazio fusionale si intendo lo spazio che il bambino occupa durante i primi tre mesi di vita neonatale. 20 A. Lapierre, Aucouturier B., Il corpo e l’inconscio in educazione e terapia. Armando. P. 55 21 p. 322

G. Durand, Le strutture antropologiche dell’immaginario, Dedalo, Bari, 1972.

22

R. Guenon, Simboli della scienza sacra, Adelphi, Milano, 2008, p. 349.

23

R. Guenon, Il simbolismo della croce, Rusconi, Milano, 1973, p. 119-126.

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I legami della tessitura è come se riparassero, grazie alle linee orizzontali, una iato, la separazione altrimenti esistente tra le linee verticali. Questo significa che l’Essere umano per completarsi ha bisogno dell’azione contemporanea della trama e dell’ordito, delle relazioni tra l’ambito femminile e maschile, sempre presenti e compenetrati. Anche Jung24 sosteneva l’idea della doppiezza dei legami: “ ... in generale gli uomini attribuiscono molta importanza ai legami affettivi, ma questi contengono proiezioni che è necessario respingere per realizzare se stessi e l’oggettività. Le relazioni emotive sono rapporti di desiderio, viziati da costrizioni e mancanza di libertà; si vuole dall’altro qualcosa che priva sia lui sia noi della libertà. La conoscenza obiettiva sta al di là della relazione affettiva, sembra il segreto essenziale. Solo grazie ad essa è possibile la vera conjunction.” Lo spazio transizionale è formato dal tessuto relazionale che invade lo spazio vuoto tra il neonato ed il caregiver, nel gioco presenza-assenza. Questo particolare riempimento consente la costruzioni dei vari tipi di linguaggio e della creatività. Senza questo riempimento, in assenza di questa stoffa relazionale, i ricami della vita che chiamiamo linguaggio, comunicazione, creatività non si formeranno.

Il legame d’attaccamento Il tipo di legame o meglio il modello di attaccamento, inteso come modalità attraverso la quale si stabilisce lo stile di legame influenzerà, di fatto, il modello specifico di sviluppo psicologico, cognitivo e sociale, del bambino. Pensiamo, seguendo la classificazione di Ainsworth25 del 1978, derivante dalla Strange Situation, e successivi adattamenti di Brown, sui livelli di attaccamento, a quello che succederà nel 24

A. Jaffé, Ricordi, sogni, riflessioni, BUR Saggi, Rizzoli, 1998, p. 352.

25

Ainsworth M., Blehar M., Waters E., Patterns of Attachment, Hillsdale, NJ.

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bambino in base al tipo di legame che si è venuto instaurando con il proprio caregiver di riferimento: Caregiver

Bambino

Il genitore sensibile mescola le sue risposte ai segnali ed alla comunicazione del bambino. Il genitore cooperativo rispetta l’autonomia del figlio, esercita di rado un controllo direttivo. Il genitore accessibile prende confidenza con il bambino, è facilmente distratto dal bambino. Il genitore accettante si fa carico della responsabilità di accudire il figlio, si irrita poco

Circa ¼ di bambini dimostra di sentire la mancanza del caregiver quando è assente, ne cerca la vicinanza al momento della riunione e quindi ritorna al gioco esploratorio.

Il genitore insensibile interviene in modo arbitrario ed intrusivo seguendo i suoi desideri ed il suo umore. Il genitore interferente impone i suoi desideri ed interferisce continuamente con le libere iniziative del figlio Il genitore indifferente è centrato solo sulle proprie attività, pensieri, desideri, non si accorge dei segnali del bambino tranne quando sono particolarmente intensi.

Circa il 12% dei bambini è angosciato e molto concentrato sul caregiver, ma al momento della riunione non può essere calmato dalla madre, esprime spesso in rapida successione rabbia e ricerca del contatto e non riesce generalmente a riprendere l’attività di gioco.

Il genitore rifiutante ha spesso senti- Circa ¼ dei bambini non dimostra menti di ira e ricorre spesso a puni- affatto, o in misura ridotta, di sentire zioni fisiche. la mancanza del caregiver. Al momento della riunione la ignorano e la evitano attivamente oppure presentano strategie ambivalenti miste di ricerca della vicinanza e del contatto.

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Caregiver Il genitore spaventato a causa di esperienze traumatiche precedenti, o spaventante che fallisce nel compito di fornire sicurezza al bambino.

Bambino I bambini appartenenti a questa categoria mostrano un comportamento irrazionale che include movimenti sostanzialmente male indirizzati e contraddittori, congelamento (freezing), protratto, stereotipie, posizioni e gesti anomali.

Le categorie di risposta o di legame Sempre seguendo la teoria di Bowlby possiamo aggiungere altri chiarimenti relativi alle caratteristiche delle categorie di risposte date dai bambini in questi legami. Descrizione di categorie di risposta dei bambini alla presenza o assenza della madre. A. Bambini che rifiutano: mostrano sempre alti livelli di comportamento attivo, tendono a non ricercare interazione con il genitore o l’estraneo. Non provano ansia nell’essere lasciati da soli con l’estraneo. Al momento del ricongiungimento con la madre, respingono frequentemente il contatto fisico e l’interazione con lei. B. Bambini indipendenti: dimostrano una forte iniziativa ad interagire con i genitori e, in misura minore, con l’estraneo. Non cercano specificatamente il contatto fisico con la madre, e di rado provano ansia al momento della separazione. Al ricongiungimento salutano la madre con ampi sorrisi e cercano di raggiungerla. C. Bambini dipendenti: cercano attivamente il contatto fisico e l’interazione con il genitore. Di solito provano ansia e spesso piangono quando sono lasciati soli con l’estraneo. Al ritorno della madre, si gettano sulle sue braccia e mantengono il contatto fisico, a volte resistendo al tentativo di Edizioni Psiconline © 2015 - Riproduzione vietata

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sciogliere l’abbraccio. D. Bambini ambivalenti: mostrano bassi livelli di comportamento attivo e a volte piangono già prima della separazione. Dimostrano un’evidente diffidenza nei confronti dell’estraneo e una forte ansia alla separazione. Sono ambivalenti e frequentemente da un lato desiderano il contatto fisico e dall’altro reagiscono attivamente all’interazione, ciò si nota soprattutto all’atto del ricongiungimento: questi bambini continuano nelle loro ansie e la madre non riesce, in genere, a consolarli.

Bambini ansiosi-ambivalenti Un bambino la cui madre tende ad essere inaccessibile, a non rispondere o rispondere in modo non appropriato ai suoi segnali comportamentali probabilmente emergerà come insicuro o ansioso nel suo attaccamento verso lei e verso il mondo. Le sue richieste di prossimità e contatto tendono spesso a essere frustrate, il comportamento di attaccamento persiste e di fatto tende ad intensificarsi e a mescolarsi alla rabbia. Conseguentemente quando sua madre risponde, egli si comporta in modo ambivalente ed è difficile da placare. Non potendo accedere alla madre, assume un atteggiamento di controllo verso qualsiasi indicazione di diminuita vicinanza, manifestando disagio a ogni piccola separazione quotidiana, a qualsiasi minaccia di separazione. Le madri in questo caso sono incoerenti nelle loro risposte di inaccessibile e di accessibilità.

Bambini ansiosi-evitanti Anche questi bambini hanno fatto esperienza con madri inaccessibili, non-responsive o responsive in modo non appropriato ai loro bisogni. Quando lo stress è molto elevato si comportano in modo diverso dai precedenti. Mostrano poco stress di fronte 36

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alle situazioni di separazione o riunione. Ostentano evitamento più richieste di prossimità. Altri mescolano risposte di evitamento a ricerca di prossimità. L’evitamento è interpretato come una manovra difensiva. Le madri in questo caso sono incoerenti, rifiutanti e colleriche, in modo esplicito o nascosto. Manifestano avversione per il contatto ravvicinato. Il bambino di conseguenza vive un grave conflitto approccio/evitamento, in particolare quando desidera essere il più vicino possibile alla madre. Il bambino a sua volta si sente in collera poiché sente che lei non sarà risponsiva, teme anche di ricevere un mortificante rifiuto. Egli allora utilizza la difesa dell’evitamento al fine di non incontrare la rabbia o il rifiuto mortifero.

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