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Impatto del Covid-19 sui settori di pesca e acquacoltura
In un contesto in evoluzione, la presentazione di un sistema di controllo del virus
Impatto del Covid-19 sui settori di pesca e acquacoltura
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di Gianluigi Negroni
È ben noto che la pesca e l’acquacoltura siano state duramente colpite in tutto il mondo dalla pandemia di Covid-19. La maggior parte delle catene di valore del pesce fresco e dei crostacei sono state fortemente penalizzate dalla quasi cessazione dei lavori nei settori della ristorazione, HO.RE.CA., mense pubbliche e private, e i settori della produzione e trasformazione hanno dovuto affrontare difficoltà e chiusure a causa della riduzione della domanda dei consumatori.
L’occupazione femminile ha subito un impatto particolarmente negativo, in quanto le donne hanno una presenza importante nella produzione ittica e nel post-raccolta.
Le restrizioni logistiche, di trasporto e transfrontaliere dei prodotti ittici sono state influenzate negativamente per diversi motivi, fra i quali la possibile o sospetta contaminazione umana.
L’elevato costo del trasporto aereo, la diminuita copertura dei voli e l’ampia produzione già disponibile senza possibilità di commercializzazione, hanno ribassato i prezzi dei prodotti di acquacoltura, specialmente il salmone.
La grande industria pelagica di alto mare ha avuto problemi di contagio su alcune navi da pesca e restrizioni per i movimenti dei marittimi professionisti. Anche le attrezzature portuali e il personale sono stati interessati; infatti i porti, considerati una fonte di alta contaminazione, hanno subito draconiane misure anti-pandemiche. I mercati ittici hanno avuto alti e bassi a seconda dell’imposizione dei vari cicli di lockdown derivanti dall’intensità dell’infezione da Covid-19.
Le industrie della catena di valore dell’acquacoltura come quelle di mangimi e di larve/giovanili hanno sofferto delle restrizioni logistiche e delle carenze di personale, con un impatto negativo in tutto il settore. Come già accennato, nell’acquacoltura gli stock in allevamento potrebbero essere rimasti invenduti e aver creato problemi per la vendita di grandi quantità di pesce sui mercati. Inoltre, se il pesce non può essere venduto alla maturità commerciale, potrebbe essersi registrato un aumento del costo di alimentazione. Ma ormai i grandi allevamenti industriali si sono adattati alla situazione non lavorando a pieno ritmo.
A causa della minore domanda e dei conseguenti prezzi, la pesca di cattura è stata per alcuni periodi ridotta in alcuni Paesi con un’influenza positiva sugli stock ittici selvatici.
I prodotti della pesca inscatolati e altri prodotti della pesca conservati sono stati molto richiesti all’inizio della crisi pandemica. La pandemia ha inoltre spinto fortemente la vendita on-line e diretta nel settore del pesce fresco e trasformato.
Come in altri settori, è probabile che la prolungata flessione del mercato introduca trasformazioni a lungo termine nella filiera ittica. Le trasformazioni potranno apportare cambiamenti che andranno ad aumentare l’efficienza e l’efficacia della catena del valore della pesca.
La pesca e l’allevamento ittico sono importanti a livello locale per il sostentamento di molte comunità, nonché per i Paesi a basso reddito e i piccoli stati insulari in via di sviluppo. I contraccolpi della pandemia possono influenzare le economie dei Paesi che hanno investito nella pesca.
Misure di contenimento diffuse possono avere un impatto notevole sulle nazioni che commerciano quantità significative di prodotti peschieri, riducendo i redditi esteri o minacciando la sicurezza alimentare. Inoltre, il fatto che il pesce vivo, fresco o refrigerato, che rappresenta una parte importante del pesce consumato, sia un prodotto altamente deperibile, presenta ulteriori sfide logistiche. Mantenere funzionante la filiera dei prodotti della pesca è fondamentale per evitare possibili crisi alimentari a livello globale.
L’interesse della filiera ittica
Tutta la filiera dei prodotti ittici dovrebbe essere interessata a robusti sistemi di prevenzione e decontaminazione delle aree di lavoro, dell’aria all’interno degli edifici e delle superfici interessate che potrebbero venire contaminate dal virus. Il sistema della sicurezza sanitaria all’interno delle unità di produzione dovrà prevedere nuovi protocolli anti Covid-19 da inserire nei protocolli per i prerequisiti e nel piano HACCP se utilizzato. La sicurezza sanitaria del personale che utilizza gli spazi aziendali e delle superfici che potrebbero essere infettate sono sicuramente un plus molto apprezzato dai clienti e dalle autorità competenti degli Stati che ricevono le importazioni di prodotti ittici. In Cina numerose emergenze Covid-19 hanno bloccato per alcuni periodi le importazioni rispetto ad alcuni Stati asiatici*.
Rischi di contaminazione nei prodotti peschieri
I prodotti peschieri sono in molti Paesi la base dell’alimentazione e contengono delle proteine di alta qualità; in alcuni Paesi informazioni non opportune e spesso non veritiere hanno attaccato la sicurezza sanitaria dei prodotti peschieri rispetto alle contaminazioni da Covid-19 (WHO, 2020; OIE, 2020). Allo stato attuale delle conoscenze, il coronavirus non può infettare animali acquatici (pesci, rettili, anfibi e invertebrati come crostacei e molluschi), che non possono essere un vettore di trasmissione del coronavirus verso gli umani*. Non vi sono inoltre evidenze che il coronavirus sia stato trasmesso attraverso i prodotti peschieri o i propri contenitori*.
Tuttavia, come prima dell’attuale pandemia, qualsiasi cibo può essere potenzialmente contaminato da agenti patogeni attraverso il contatto con apparecchiature contaminate, superfici o ambienti, comprese le mani, i guanti o gli abiti del personale. La corretta pulizia, la disinfezione e la prevenzione della contaminazione incrociata sono fondamentali nel controllo dei prodotti della pesca. Il Covid-19 viene trasmesso principalmente direttamente da uomo a uomo includendo i lavoratori del della filiera del settore peschiero e dell’acquacoltura. Coloro che sono infettati da Covid-19 possono contaminare le superfici. L’applicazione di sani principi di igiene ambientale, l’igiene personale e le consolidate pratiche di sicurezza alimentare rimangono sempre importanti per ridurre i rischi di trasmissione.
Post Covid
Non è ancora chiaro se il settore della pesca e dell’acquacoltura sperimenterà una ripresa rapida o lenta dopo la fine della pandemia. Sebbene alcune aziende ittiche possano gestire o addirittura trarre vantaggio dalla crisi, è prevedibile un livello di consolidamento e riorganizzazione industriale. L’innovazione digitale, il passaggio accelerato alle applicazioni basate sul web, i servizi on-line e una migliore tracciabilità e sostenibilità dei prodotti sono alcuni dei risultati che probabilmente emergeranno dalla crisi.
A livello locale, i pescatori e i lavoratori del settore si stanno adattando cambiando gli attrezzi da pesca, prendendo di mira specie diverse o vendendo i loro prodotti sul mercato interno. Alcuni pescatori, allevatori di pesce e lavoratori del settore vendono sempre di più direttamente al consumatore con una filiera corta. Sebbene queste innovazioni sosterranno le comunità, i mercati interni hanno continui sbalzi; è difficile fare proiezioni e la GDO fa ordini solo sul breve e brevissimo periodo. Possibili interruzioni delle economie e dei mezzi di lavoro potrebbero derivare da ca renze di manodopera (barriere ai viaggi, licenziamenti, ecc…); vendita diretta dal produttore al consumatore; carenza di input per l’acquacoltura (mangimi, avannotti, vaccini), così come la pesca (es. esche, ghiaccio, attrezzi, ecc…); concorrenza per i servizi di approvvigionamento e trasporto, e una mancanza di finanziamento e flusso di cassa (pagamento ritardato di ordini passati).
La pesca in alto mare potrebbe essere influenzata negativamente per le difficoltà di ricambio degli equipaggi; i grandi produttori di pesce allevato potrebbero avere problemi derivanti dalle diminuite presenze di lavoratori e tecnici. Un minor impatto avranno i piccoli allevatori e pescatori che si basano sulle vendite locali e autoconsumo.
I piccoli produttori potranno subire una minor concorrenza dai grandi produttori che vendono a bassi prezzi per le difficoltà di mercato già menzionate. Gli stock peschieri potranno avere delle benefiche conseguenze ma la IUU (pesca illegale, non controllata e non regolata) avrà meno controlli e potrebbe proliferare.
La diffusione del virus
Il Covid-19 ha un elevato tasso di riproduzione che avviene con goccioline di saliva diffuse tramite tosse, starnuti e dalla saliva dal cavo orale. Le goccioline si diffondono ed entrano in contatto con tutte le superfici. Quando una persona che ha il Covid-19 tossisce, starnutisce o parla, può diffondere goccioline contenenti il virus a breve distanza e queste goccioline si depositano rapidamente sulle superfici circostanti. Questo tipo di trasmissione include le maniglie delle porte, apparecchiature informatiche, touch screen e corrimano, apparecchiature tecniche per la lavorazione del pesce contenitori, mezzi di trasporto e quant’altro utilizzato nelle filiere ittiche*
La ricerca ha scoperto che il nuovo coronavirus può durare fino a 72 ore su superfici in plastica e acciaio inossidabile e su cartone per 24 ore*. Con questo in mente, e in attesa della conclusione della campagna vaccinale o di altre misure di contenzione (ma sembra che non vi siano soluzioni risolutive contro il Covid-19), il consiglio principale per prevenire Covid-19 è di praticare rigorose misure igieniche che includono l’isolamento, la pulizia e la disinfezione di ambienti, superfici e oggetti che le persone toccano frequentemente. Anche quando le restrizioni nazionali verranno revocate, è probabile che continueremo a vedere ondate di infezioni da coronavirus per un po’ di tempo, in particolare negli ambienti chiusi e durante i mesi invernali, quando le persone rimangono in casa più a lungo con meno ventilazione. È quindi importante rimanere vigili e continuare a mettere in pratica pratiche igieniche stringenti*.
Decontaminazione
Come parte del programma per fermare la diffusione di Covid-19, le procedure per una frequente pulizia devono includere elementi di base come il lavaggio regolare delle mani con acqua e sapone, la pulizia di aree ad alto traffico e superfici di contatto. Il modo più semplice per mantenere pulite le aree è lavare le pareti, pulire i pavimenti, i banchi e le postazioni di lavoro, le maniglie delle porte, ecc… Oltre alle sopraccitate misure igieniche, che comunque devono essere ripetute numerose volte dopo e durante ogni turno di lavoro, abbiamo il sistema del fogging, che può essere una delle soluzioni tecnologiche innovative per trattare completamente gli ambienti e le superfici.
La risposta tecnologica: il fogging
Per la pulizia profonda all’interno degli stabilimenti della filiera ittica, inclusi gli uffici, esiste un metodo chiamato fogging, traducibile dall’inglese con “produzione di nebbia”, già utilizzato in vari settori da ditte specializzate. Il sistema utilizza vari principi biocidi pulendo e igienizzando ampie aree in modo rapido ed efficace. L’attività di fogging consiste nel diffondere, continuamente o con intervalli temporali, con vari metodi, una nebbia sottile da un apposito apparecchio. I componenti della nebbia non devono essere ovviamente dannosi per l’uomo ed i disinfettanti o la generazione di gas reattivi (per esempio ozono dall’aria o ossigeno in bottiglia o altri gas) devono essere approvati dall’autorità competente.
Il fogging può avere un ottimo effetto biocida rispetto a tutti gli organismi viventi, incluso i virus e altri agenti biologici nell’aria e sulle superfici. Le attività biocide devono considerare un’applicazione uniforme ed una “saturazione” degli ambienti. L’uso di questi metodi in stanze dal design complesso con più superfici deve essere ben programmato. Ci si deve affidare a tecnici con esperienza specialistica della disinfezione per farsi consigliare i migliori e più appropriati trattamenti, le diverse tipologie tecnologiche, il posizionamento e l’utilizzazione pratica delle apparecchiature preposte.
Considerazioni sugli ambienti chiusi
Se tutti gli ambienti chiusi relativi alla lavorazione dei prodotti ittici fossero sottoposti a procedure costanti per la disinfezione delle superfici e dell’aria, la diffusione del Covid-19 sarebbe notevolmente ostacolata. È quindi importante considerare i potenziali punti critici negli edifici produttivi per ridurre al minimo i rischi di fuoriuscita del fogging e garantirne una distribuzione uniforme. I fornitori di apparecchiature possono fornire consigli su questa procedura. Appropriati sensori posizionati all’interno delle aree trattate possono essere utilizzati per monitorare le concentrazioni create dal sistema fogging. Ciò permetterà di valutare l’efficienza dei trattamenti delle apparecchiature e il grado di diffusione del sistema in tutte le zone da trattare ed il grado di rischio per i lavoratori e le superfici.
Legislazione EU per le attività di fogging
L’uso di radicali liberi* e biocidi (Biocidal Products – BPR) è disciplinato dal Regolamento (UE) n. 528/12 e sono richieste sia l’approvazione della sostanza che l’autorizzazione del prodotto. Tutti i prodotti usati nel fogging devono essere autorizzati.
Poiché la generazione in situ di radicali liberi dall’acqua o dall’aria non è stata considerata come rientrante nell’ambito di applicazione della Direttiva 98/8/CE sull’immissione sul mercato dei BPR, ma è ora soggetta al campo di applicazione del BPR, le domande per l’approvazione di tali radicali liberi come principio attivo e la loro autorizzazione come biocidi dovranno essere presentate sulla base e in conformità dell’articolo 93 del BPR. Le aziende che distribuiscono macchine e prodotti per il fogging devono preparare una domanda per l’approvazione della sostanza che viene usata, in cui si definiscono le informazioni per le sostanze attive. Tuttavia, quando tali radicali liberi saranno generati da sistemi come un dispositivo elettrico (o altri apparecchi che utilizzano luce UV, o articoli, come vetro, piastrelle o pannelli contenenti foto catalizzatori), sarà necessaria un’analisi caso per caso per identificare il biocida da essere soggetto ad autorizzazione.
Reazione chimica con i radicali liberi nella troposfera
Il disinfettante applicato come trattamento fogging (a nebbia o vapore) deve essere conforme al regolamento sui biocidi (BPR). Ciò include la generazione di ozono o di radicali liberi (non è applicabile per UV). La macchina che genera BPR non deve venire approvata da questa legislazione. I fornitori di unità / macchine per nebbia, nebbia o vapore devono garantire che tutti i prodotti igienizzanti che forniscono o raccomandano di utilizzare con l’unità / macchina siano conformi al regolamento sui biocidi. I produttori di biocidi hanno la responsabilità di garantire che i loro prodotti siano adeguatamente efficaci, compreso il rispetto degli standard di prova necessari. Sono anche responsabili di fornire informazioni e istruzioni per l’utente sull’etichetta del prodotto.
Specifico sistema di fogging*
Fra i sistemi con maggior efficacia testati dall’autore vale la pena di considerare un nuovo brevetto che utilizza questa tecnologia e denominato commercialmente ZERO®.
Il Molecular Reactor cuore di questa tecnologia imita la natura nel suo processo biochimico di rigenerazione ambientale, attraverso il quale pulisce e distrugge tutti gli inquinanti dall’atmosfera, dall’acqua e dalle superfici*. Il reattore molecolare ZERO 2 è in sintesi un generatore di molecole OH. Il fattore OAF (Open Air Factor* ) si verifica in natura quando le olefine* di piante, fiori e frutti reagiscono con l’ozono. Questa combinazione naturale al 100% genera una reazione biomolecolare che produce gruppi radicali OH idrossili, completamente innocui per l’uomo, gli animali e le piante, poiché sono quantità paragonabili a quelle presenti in natura*. Non hanno la capacità di penetrare nel nostro organismo, grazie ad un processo di adattamento della nostra genetica che da millenni è a contatto con questo tipo di molecole. Inoltre, anche in condizioni di concentrazione sono innocui per la presenza
nel nostro corpo dell’enzima Super Ossidante Dismutasi (SOD – Super ossido Dismutasi). Questo enzima dismuta e neutralizza l’OH quando entra nel nostro corpo. La OH ossidandosi distrugge i virus e i batteri più resistenti sia nell’aria che nelle superfici esposte all’OH* .
Questo disinfettante naturale agisce ininterrottamente 24 ore, senza bisogno di alcun tipo di lavoro di pulizia e con bassi consumi elettrici. La tecnologia ZERO 2 non ha bisogno di riciclare l’aria poiché non ha bisogno di assorbirla o filtrarla o espellerla; il principio segue quanto avviene in natura con l’OH, con un sistema molto competitivo sui mercati*.
Al seguito della immissione del fogging, il risultato è la trasformazione di un ambiente chiuso, inquinato, in uno fresco e pulito come in natura. Uno spazio totalmente privo di gas tossici, virus, allergeni che riducono la possibilità di contrarre qualsiasi tipo di patologia. Uno spazio privo di rischi di contaminazione alimentare, dove la shelf-life dei prodotti della pesca (ma anche frutta, verdura, carne*) può essere ampliata.
Sicurezza sanitaria alimentare prodotti ittici
Nuove normative stanno eliminando l’uso degli imballaggi di plastica nelle confezioni dei prodotti freschi che necessiteranno di altre tecnologie più sostenibili per la conservazione e per prolungare la shelf-life degli alimenti; questo toccherà soprattutto le grandi catene distributive. La tecnologia ZERO 2 aiuterà a risolvere questo ed altri problemi legati alla conservazione e contaminazione dei prodotti ittici freschi, allungandone la vita con una maggior qualità per il consumatore. Questo grazie all’efficacia dell’azione dell’Open Air Factor (OAF*).
Questa importante applicazione industriale può essere utilizzata durante tutte le fasi della catena di produzione e distribuzione, potendo garantire protezione durante il ritiro, stoccaggio/grossista, logistica fino al rivenditore. In ogni caso, il rischio di contaminazione degli alimenti sarà drasticamente ridotto, mentre la durata e la qualità dei prodotti freschi potranno essere notevolmente aumentate 16 .
Schema del principio dell’azione del brevetto di fogging (Sistema ZERO 2 )
Gianluigi Negroni
Note
1. www.reuters.com/article/ushealth-coronavirus-china-seafood-idUSKBN27Q02O; economictimes.indiatimes.com/ news/economy/foreign-trade/ china-halts-imports-of-seafoodproducts-from-indian-firm-says-report/articleshow/79208980. cms?from=mdr;
2. FAO, The impact of Covid-19 on fisheries and aquaculture food systems, possible responses, www.fao.org/fishery/covid19/en;
3. ibidem;
4. ibidem;
5. www.qcs.co.uk/coronavirus/ how-effective-is-fogging-in-fighting-coronavirus;
6. ibidem;
7. I radicali liberi sono molecole molto reattive e ossidanti prodotte dal metabolismo dell'ossigeno, dunque dalla respirazione. I radicali liberi hanno uno o più elettroni spaiati, quindi liberi, e questa caratteristica li rende altamente reattivi, poiché instabili;
8. www.rfm-group.com/covid- 19-decontamination-disinfection-using-fogging-technology;
9. www.zero2reactor.com/en;
10. Exposicion de motivos ZERO 2 The open-air factor and infection control, Infect.
The open-air factor and infection
12. Prodotti contenuti nelle piante, it.wikipedia.org/wiki/%CE%91- olefina;
13. MARTÍNEZ VIMBERT R. et al. (2020), Evidence of OH radicals disinfecting indoor air and surfaces in a harmless for humans method. International Journal of Engineering Research & Science;
14. NÚÑEZ CRUZ V., ZERO 2
Informe técnico sobre la ozonización con peróxido de hidrógeno y su impacto sobre la calidad del aire en interiores, www.zero2reactor. com/en;
15. They used the term “open air factor” (OAF) to describe the germicidal constituent in outdoor air that reduces the survival and infectivity of pathogens. Initial research showed that the OAF disappear rapidly when outdoor air is enclosed and, pubmed. ncbi.nlm.nih.gov/30978370;
16. ZERO 2 Molecular reactor, a revolutionary molecular, 9 technology, 2020.