In un contesto in evoluzione, la presentazione di un sistema di controllo del virus
Impatto del Covid-19 sui settori di pesca e acquacoltura di Gianluigi Negroni
È ben noto che la pesca e l’acquacoltura siano state duramente colpite in tutto il mondo dalla pandemia di Covid-19. La maggior parte delle catene di valore del pesce fresco e dei crostacei sono state fortemente penalizzate dalla quasi cessazione dei lavori nei settori della ristorazione, HO.RE.CA., mense pubbliche e private, e i settori della produzione
e trasformazione hanno dovuto affrontare difficoltà e chiusure a causa della riduzione della domanda dei consumatori. L’occupazione femminile ha subito un impatto particolarmente negativo, in quanto le donne hanno una presenza importante nella produzione ittica e nel post-raccolta. Le restrizioni logistiche, di trasporto e transfrontaliere dei prodotti
ittici sono state influenzate negativamente per diversi motivi, fra i quali la possibile o sospetta contaminazione umana. L’elevato costo del trasporto aereo, la diminuita copertura dei voli e l’ampia produzione già disponibile senza possibilità di commercializzazione, hanno ribassato i prezzi dei prodotti di acquacoltura, specialmente il salmone.
Secondo il nuovo rapporto “The impact of Covid-19 on fisheries and aquaculture food systems”, presentato durante la XXXIV sessione del Committee on Fisheries (COFI) ospitata dalla FAO, “la pesca e l’acquacoltura globali sono state duramente colpite dalla pandemia di Covid-19 e potrebbero subire ulteriori danni nel 2021 poiché i lockdown influiscono sull’offerta e sulla domanda in tutto il settore” (photo © Eva Wilcock x unsplash).
126
IL PESCE, 2/21