IL PESCE
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Progettazione e realizzazione della nuova pescheria di DERADO a Matera. Abbiamo avuto il piacere di fornire gli impianti e le attrezzature necessarie a ottenere l’autorizzazione sanitaria CSM (Centro Spedizioni Molluschi) per la vendita dei molluschi vivi in acqua, nello specifico è stato installato un impianto di depurazione e rifinitura molluschi ASE M 250 con un acquario espositore collegato idraulicamente, Marisco 250 Inox, diviso in 8 settori indipendenti per mantenere distinti i vari lotti dei prodotti in esposizione e facilitare la pulizia e la gestione. A completamento della fornitura abbiamo installato la linea degli espositori refrigerati Supreme Straight per pesce fresco e prodotti preparati, un acquario per crostacei modello Mercury, tavoli di preparazione e lavelli di cernita in acciao Inox 316, isole e murali refrigerati per prodotto congelato.
AUGURI D’AUTORE
Buone Feste
dalla Redazione de IL PESCE
alle autrici e agli autori di quest’anno, a chi ci legge , a chi ci segue , a chi ci sostiene con l’abbonamento e con la pubblicità.
A questi ultimi un GRAZIE di cuore perché senza di voi nulla di tutto ciò che facciamo sarebbe possibile.
Elena Benedetti con Fioretta Fiorentin, insieme a Gaia Borghi, Maria Cristina Brambilla, Federica Cornia, Luigi Credi, Marco Credi, Andrea Tomassone e Chiara R. Zaccaroni
GRAZIE alle penne del 2024
Lara Abrati • Adriatic Sea International • Giovanni Ballarini • Josette Baverez Blanco • Elena Benedetti • Gianluca Bianchini • Gian Omar Bison • Fabio Boncinelli • Gaia Borghi • Germana Borsetta • Cecilia Cacre • Gualbero Cappi • Nico Cattaneo • Federico Conti • Federica Cornia • Sebastiano Corona • Marco Credi • Alessandro De Maddalena
• Luca Del Grammastro • Maria Antonietta Dessì • Giorgia Fieni
• Chiara Gelici • Alejandro Güelfo • Riccardo Lagorio • Nunzia Manicardi
• Gianluigi Negroni • Ike Olivotto • Chiara Papotti • Giuliana Parisi
• Massimiliano Rella • Elena Scarparo • Giulia Secci • Slow Food Italia • Robert Tillner • Isabella Tucciarone • Roberto Villa • Chiara R. Zaccaroni • Matteo Zarantoniello
24 6/ IL PESCE
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Indagini Rapporto Coop 2024, la scelta del cibo è questione
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Il buono secondo Lara L’Islanda, la pesca e i piatti da assaggiare
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Con Federpesca alla scoperta del mondo della pesca italiana
Linea Blu Discovery e la mostra immersiva “In Mare” a DiviNazione EXPO per il G7 di Siracusa, due importanti strumenti con i quali ha rappresentato il mondo della pesca al grande pubblico
Linea Blu Discovery, seconda edizione: un viaggio nel mondo della pesca italiana Federpesca , l’associazione della famiglia CONFINDUSTRIA che rappresenta le imprese e i professionisti del settore della pesca in Italia, è da sempre impegnata nella promozione di una pesca sostenibile e sempre più innovativa, nella valorizzazione delle tradizioni ittiche e della qualità dei
prodotti della pesca del nostro Paese. Negli ultimi anni, con l’obiettivo di allargare l’orizzonte, ha deciso di raccontare il mondo della pesca italiana al grande pubblico per far conoscere e apprezzare un settore poco conosciuto e molto spesso mal raccontato. Prima attraverso i canali social e poi anche in televisione e con occasioni di incontro con il pubblico. L’obiettivo è quello di raccontare,
oltre gli stereotipi, questo settore, caratterizzato da un duro lavoro e una grande dignità che consentono di garantire un prodotto di altissima qualità sulle tavole degli Italiani. Nel settembre scorso, Federpesca ha presentato la seconda edizione di “Linea Blu Discovery”, un programma in onda su Rai 1 — e disponibile anche su RaiPlay
il mondo della pesca industriale italiana che sta facendo sistema per affrontare le sfide sempre più complesse con cui questo settore deve fare i conti.
La seconda edizione di Linea Blu Discovery ha raccontato al grande pubblico le marinerie di Sciacca, Portoscuso, Procida, Livorno, Bagnara Calabra e San Benedetto del Tronto. Al centro del programma i racconti dei pescatori, le tradizioni, i progetti per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, accompagnati da un assaggio di piatti tipici.
( www.raiplay.it/programmi/lineabludiscovery) — che ha accompagnato milioni di telespettatori in un viaggio nel mondo della pesca italiana. Il programma nasce dalla collaborazione tra Rai, TvCom e Federpesca, col contributo del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che ne ha ospitato la conferenza stampa lo scorso 6 settembre alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.
Dopo aver raccontato, l’anno scorso, le marinerie di Mazara del Vallo, Riposto, Termoli, Molfetta, Castiglione della Pescaia, Fiumicino, Ancona e Chioggia, la seconda edizione ha proseguito con la scoperta di altre importanti marinerie italiane quali Sciacca, Portoscuso, Procida, Livorno, Bagnara Calabra e San Benedetto del Tronto.
La trasmissione, condotta da F ABIO G ALLO e G IULIA C APOCCHI , nasce dall’incontro con i pescatori, descrive le particolarità e le difficoltà
del mestiere, mostrando al pubblico la grande ricchezza dei nostri mari e le diverse tecniche di pesca. Al centro del programma i racconti dei pescatori, le loro tradizioni, i progetti per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, accompagnati da un assaggio dei piatti tipici della loro cucina.
Un percorso lungo tutta la filiera ittica che rende il nostro pescato una vera e propria eccellenza italiana, per promuovere un settore in grado di innovarsi ed accogliere le sfide odierne trasformandole in opportunità.
«Anche questa seconda edizione ha visto una media di 1.630.000 spettatori» ha dichiarato la direttrice di Federpesca Francesca Biondo. «Un grande orgoglio per noi, che dimostra come il nostro lavoro e il nostro impegno nel far conoscere il mondo della pesca, siano stati apprezzati e riconosciuti. Linea Blu Discovery ha saputo interpretare lo spirito di
questo settore, raccontandone i problemi ma, al tempo stesso, sapendo valorizzare tradizioni e valori che lo caratterizzano.
Abbiamo voluto, nel ruolo di associazione di categoria, raccontare al grande pubblico un settore produttivo importante del nostro Paese, per invertire una narrazione spesso criminalizzante e superficiale. L’auspicio è creare consapevolezza nei telespettatori, rendendoli orgogliosi dei prodotti del territorio, per valorizzare il sacrificio e la passione che contraddistinguono le imprese di pesca italiane» ha concluso la dott. ssa Biondo.
Con l’obiettivo di far capire quanti sacrifici e professionalità ci siano dietro al percorso che porta i migliori prodotti ittici dal mare alle nostre tavole, Federpesca, ha scelto di affi ancare alla comunicazione tradizionale anche una narrazione incentrata sulla potenza evocativa delle immagini e dei suoni.
“In Mare” a DiviNazione EXPO A settembre scorso Federpesca ha proseguito con le iniziative rivolte al grande pubblico partecipando a “DiviNazione EXPO”, attraverso una mostra immersiva dal titolo “In
All’inaugurazione della mostra “In Mare”, il Sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra, insieme a una delegazione di Federpesca. Il progetto è stato realizzato in una cupola geodetica (detta Dome). Alla base della struttura del progetto, la potenza evocativa delle immagini e dei suoni che hanno reso possibile la creazione di un percorso di storytelling sul lavoro dei pescatori, quanta cura per il prodotto e l’attenzione per l’ambiente che li circonda caratterizzi il loro quotidiano.
Mare”. DiviNazione EXPO è stata un’esposizione dei prodotti e progettualità dell’agricoltura e della pesca voluta dal MASAF e organizzata in occasione del G7 Agricoltura e Pesca ad Ortigia, Siracusa. «“In Mare” è un’esperienza visiva e sonora alla scoperta del mondo della pesca» racconta Francesca Biondo. «Un percorso sensoriale all’interno di una cupola geodetica, in cui il visitatore può immergersi fisicamente ed emoti-
vamente in storie — fatte di passione, sacrificio e dedizione — di donne e uomini che ogni giorno si impegnano a offrire i migliori prodotti ittici, scoprendo la loro vita attraverso immagini e suoni che raccontano il mare». Ad inaugurare la mostra, nella mattinata del 21 settembre, il Sottosegretario PATRIZIO GIACOMO LA PIETRA, insieme ad una delegazione di Federpesca, dopo il saluto del Ministro Lollobrigida.
Un progetto espositivo che pone attenzione al settore ittico e valorizza la posizione dei pescatori, ribadendo l’importanza della competitività delle imprese ittiche, dell’accrescimento delle opportunità per le donne e per i giovani, della formazione professionale per la gestione delle imprese, dell’utilizzo delle tecnologie e delle innovazioni e della cooperazione tra i Paesi nella gestione delle comuni risorse ittiche.
Una narrazione di quanto sia duro il lavoro dei pescatori, quanta cura per il prodotto e quanta attenzione per l’ambiente che li
circonda caratterizzi il loro quotidiano. Un progetto immersivo per mostrare al pubblico le operazioni di pesca, spesso sconosciute, ed ampliare le conoscenze a riguardo. Una comunicazione innovativa per ribadire l’impegno di Federpesca per la filiera ittica, trasmettendo i sentimenti e i valori al pubblico ed agli stakeholder
Molti gli apprezzamenti per l’idea di un percorso che faccia sentire a bordo di un peschereccio i visitatori. In questo modo Federpesca vuole uscire da un confronto rivolto solo agli “addetti ai lavori” per presentare senza paura un settore primario fondamentale del nostro Paese, proprio in un momento storico in cui alcuni hanno scommesso sul fatto che questo mestiere possa scomparire.
Il settore della pesca in questi ultimi anni, soprattutto il settore della pesca italiano ed europeo — perché purtroppo nel resto del mondo non funziona allo stesso modo — ha infatti fatto dei passi da gigante
rispetto alla tutela del mare, della biodiversità, del rispetto del ripopolamento delle risorse biologiche. Eliminare la pesca significherebbe condannare il nostro Paese — già oggi importatore netto — a dipendere dalle importazioni di un prodotto che viene spesso pescato dove non c’è alcuna tutela sul lavoro, sulla sicurezza a bordo e dei lavoratori, nessuna tutela ambientale, nessuna certificazione in termini di sicurezza alimentare di questi prodotti.
C’è una ricchezza di valori, di umanità professionale che rischiamo di buttare a mare. Alcune città rischiano di perdere una risorsa sociale ed economica che da secoli le caratterizza: la vocazione marinara non si è improvvisata nella storia ma ha richiesto sacrifici, investimenti e impegno. Per questo il ruolo di Federpesca continuerà sempre ad essere quello di valorizzare le imprese di pesca e accompagnarle nel futuro
>> Link: www.federpesca.it
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La qualità attraverso il miglioramento continuo è sempre stata la nostra massima priorità. Crediamo che i consumatori abbiano diritto ad un pesce gustoso, di alto valore nutrizionale, sicuro e sottoposto a severi controlli che ne garantiscano anche la sostenibilità verso l’ambiente. Siamo quindi impegnati ad implementare i migliori sistemi di Certificazione per la Sicurezza Alimentare e la Protezione del Consumatore.
Accreditamento dell’Egitto per l’esportazione del pesce di cattura nei Paesi della UE
di Gianluigi Negroni
Il settore della pesca in Egitto — in acque marine, salmastre e interne — è uno dei pilastri economici del Paese, che è caratterizzato da un’ampia costa che si estende lungo il Mar Mediterraneo e il Mar Rosso e da vasti sistemi fluviali e lacustri interni, come il Nilo e i suoi laghi.
Pesca in acque marine L’Egitto vanta circa 2.450 km di coste lungo il Mediterraneo e il Mar Rosso. La pesca in mare rappresenta una risorsa importante per
la popolazione locale, specialmente quella delle aree costiere. Tuttavia, la pesca nel Mediterraneo, la zona più pescosa, è soggetta a fluttuazioni significative dovute a overfishing e al degrado degli ecosistemi. I principali porti di pesca marittima includono Alessandria, Port Said e Suez, centri nevralgici per l’industria ittica.
Le principali specie catturate nel Mediterraneo comprendono il tonno, la sardina e le acciughe, mentre nel Mar Rosso si trovano specie tropicali come il pesce pappagallo e il pesce
chirurgo. La pesca commerciale è effettuata con reti da traino, palangari e nasse, ma si osserva una crescente attenzione alla sostenibilità a causa dell’esaurimento degli stock ittici1. Pesca in acque salmastre
Le acque salmastre rappresentano un’importante fonte di pesca per le popolazioni locali. Il Lago Manzala, il Lago Burullus e il Lago Bardawil, situati lungo la costa mediterranea, sono ricchi di biodiversità e forniscono specie come i mugilidi
(cefalo) e diverse specie di crostacei. Tuttavia, l’equilibrio ecologico di questi laghi salmastri è minacciato dall’inquinamento e dalle attività umane. Gli sforzi per migliorare la gestione di queste risorse in termini di sostenibilità hanno portato a piani di conservazione che includono limitazioni sulle stagioni di pesca e misure per ridurre l’inquinamento da parte delle industrie circostanti2
Pesca in acque interne
Le acque interne dell’Egitto, in particolare il fiume Nilo e i suoi affluenti, così come i laghi interni come il Lago Nasser e il Lago Qarun, sono vitali per la pesca d’acqua dolce. Nel Nilo, che ospita una grande varietà di specie ittiche, vengono pescate principalmente diverse specie di tilapia e il pesce gatto africano, che sono una fonte essenziale di proteine per molte comunità rurali. La pesca fluviale è praticata sia a livello commerciale che artigianale, spesso con tecniche tradizionali come reti e trappole. La pesca nel Nilo è principalmente artigianale, con tecniche tradizionali che hanno subito poche modifiche nel corso dei secoli. Nel Delta del Nilo si pesca anche il gambero d’acqua dolce (Procambarus clarkii), che viene anche lavorato e ha un buon mercato di esportazione.
Creato dalla costruzione della Diga di Assuan, il Lago Nasser rappresenta una delle principali risorse di pesca d’acqua dolce in Egitto.
Copre una superficie di 5.250 km² e consente una pesca significativa di specie come il pesce tigre, il Lates niloticus (pesce persico africano) e altre specie ittiche commerciali. Tuttavia, la pesca nel lago è soggetta ad una gestione rigorosa per prevenire la sovrappesca e garantire la sostenibilità delle risorse3.
Pesca: le sfide del settore
Le principali sfide che il settore egiziano della pesca deve affrontare includono:
• sovrasfruttamento delle risorse marine, specialmente nel Mediterraneo, che ha portato ad una riduzione degli stock di alcune specie;
• degrado ambientale e inquinamento nei laghi salmastri e nelle acque costiere, che minacciano la biodiversità e la qualità delle risorse ittiche;
• cambiamento climatico, che sta influenzando le condizioni delle risorse marine e la disponibilità di pesce, soprattutto nelle acque salmastre e interne.
Per far fronte a queste sfide, il governo egiziano, in collaborazione con organizzazioni internazionali, ha adottato misure più rigorose nella gestione della pesca, promuovendo la sostenibilità nel settore attraverso l’introduzione di tecnologie per migliorarne l’efficienza, per migliorare la sicurezza alimentare4 e ridurre l’impatto ambientale5
Acquacoltura: statistiche e crescita del settore Il settore dell’acquacoltura in Egitto è uno dei più sviluppati e strategici in Africa e a livello globale. Nel 2024, l’Egitto si conferma leader nella produzione ittica nel continente africano, soprattutto grazie all’acquacoltura, che rappresenta circa l’80% della produzione totale di pesce nel Paese. In particolare, l’Egitto è uno dei principali produttori mondiali di tilapia, con una produzione stimata di 1,1 milioni di tonnellate entro la fine del 2024, collocandosi al terzo posto a livello globale dopo la Cina e l’Indonesia.
Produzione
Nel 2021, l’acquacoltura egiziana ha prodotto 1,576 milioni di tonnellate di pesce, che rappresentano il 78,7% della produzione totale del Paese. L’acquacoltura ha visto una crescita rapida negli ultimi decenni, passando da 24.000 tonnellate nel 1982 ad oltre 1,5 milioni di tonnellate. Le principali specie allevate sono la tilapia del Nilo, la specie più prodotta, seguita dal pesce gatto africano e da specie marine come il cefalo, il branzino, l’orata, l’ombrina ed i gamberi peneidi (Penaeidae). Il settore impiega circa 300.000 persone, contribuendo in modo significativo all’economia locale, soprattutto nelle aree rurali, dove l’acquacoltura è spesso l’unica fonte di reddito (USDA Foreign Agricultural Service)6.
Nonostante il successo raggiunto, il settore dell’acquacoltura ha numerose sfide da superare, legate alla qualità dei mangimi, alla scarsità d’acqua e all’impatto del cambiamento climatico. Tuttavia, l’Egitto sta investendo in tecnologie avanzate, come sistemi di ricircolo dell’acqua e mangimi di qualità per migliorare l’efficienza della produzione e la sostenibilità del settore7
Accreditamento per l’esportazione dei prodotti della pesca dall’Egitto Gli addetti ai lavori considerano il settore ittico egiziano di ottimo livello lungo tutta la filiera e i prodotti ittici sono considerati di un livello qualitativo eccellente anche in UE. Vi è quindi una forte richiesta da parte delle aziende egiziane del settore per esportare prodotti ittici nei paesi dell’UE8. La NFSA (National Food Safety Authority, l’autorità competente egiziana per la sicurezza alimentare)10 ha richiesto l’accreditamento dell’Egitto per l’esportazione dei prodotti della pesca (non dell’acquacoltura) nei paesi della EU. L’accreditamento richiede che gli impianti di trasformazione e
le navi officina siano riconosciuti per esportare in UE secondo i requisiti di sicurezza alimentare e sostenibilità e queste richieste sono state soddisfatte9. Tutte le norme specifiche in materia di sicurezza e qualità alimentare dei prodotti ittici dovranno essere mantenute nel tempo per poter accedere ai mercati europei al seguito dell’accreditamento ufficiale che ci si aspetta nel breve periodo.
Fasi
La richiesta ha seguito un processo rigoroso con numerose sessioni di formazione teorica ma soprattutto sessioni pratiche presso gli uffici NFSA e le aziende che hanno richiesto l’accreditamento per l’esportazione con le seguenti fasi11: • adeguamento dell’Autorità competente (NFSA, Dipartimento dei prodotti ittici) agli standard UE, col rispetto del Pacchetto Igiene. Un sistema qualità accessibile agli addetti ai lavori è stato istituito presso il Dipartimento dei prodotti ittici del NFSA con la nomina del responsabile qualità e la lista degli ispettori responsabili per le ispezioni.
Inoltre, si è creato un database con un registro delle ispezioni, le non conformità rilevate e le altre attività che riguardano la sicurezza alimentare dei prodotti ittici (www.nfsa.gov.eg);
• la legislazione è stata armonizzata con le ultime normative ed approvata dagli organi competenti egiziani, in particolare il manuale delle procedure delle ispezioni ed il sistema di tracciabilità sono stati migliorati sia a livello di autorità competente (NFSA) che delle aziende produttrici che vogliono esportare;
• adeguamento agli standard UE per il settore privato: le aziende ittiche egiziane hanno dovuto adeguarsi agli standard di qualità e sicurezza alimentare imposti dall’UE tramite il Pacchetto Igiene. Questo ha comportato miglioramenti nelle pratiche igieniche di pesca, lavorazione e conservazione dei prodotti ittici selvatici. La tracciabilità è attualmente meglio organizzata e risponde agli standard della UE;
• ispettori dell’UE hanno condotto visite e audit nelle strutture egi-
L’Egitto è uno dei Paesi più popolati dell’Africa e del Medio Oriente e il 14o più popolato al mondo. La maggior parte della popolazione vive vicino alle rive del fiume Nilo, su una superficie di circa 10.000 km2.
ziane nel 2024 per verificare che rispettassero le normative europee. I controlli hanno riguardato sia gli impianti di lavorazione che le condizioni igieniche e sanitarie delle barche, la visita alle strutture e il Sistema HACCP messo in atto dal personale;
• durante le visite degli ispettori EU i responsabili della qualità delle aziende hanno presentato le aziende ed il Sistema qualità agli ispettori UE. Le aziende hanno dovuto fornire una documentazione dettagliata e mostrare le certificazioni che attestassero la conformità ai requisiti UE che includevano certificati di origine, rapporti di analisi e altre documentazioni pertinenti per le SOP ( Standard Operation Procedure) e Sistema HACCP;
• le autorità egiziane hanno collaborato strettamente con l’UE per garantire che tutte le normative fossero rispettate. Questo ha incluso la formazione del personale del NFSA e delle aziende private
e l’implementazione di sistemi di controllo della qualità.
Nel 2024, l’Ufficio Veterinario e Alimentare dell’UE (FVO) ha effettuato un’ispezione in Egitto per valutare i controlli ufficiali relativi ai prodotti della pesca destinati all’esportazione verso l’UE. Gli ispettori hanno verificato se i sistemi del National Food Safety Agency egiziano fossero conformi agli standard UE in materia di sicurezza alimentare, igiene e controllo qualità. Questa iniziativa fa parte degli sforzi dell’Egitto per migliorare le proprie capacità di esportazione ittica e ripristinare l’accesso ai mercati di esportazione dei Paesi della EU12.
Il risultato del rapporto degli ispettori UE al termine delle visite alle strutture ed al Sistema HACCP delle fabbriche di lavorazione dei prodotti ittici e delle barche da pesca che hanno richiesto l’accreditamento per l’esportazione è stato positivo. Anche l’audit dell’NFSA Dipartimento della pesca ha mostrato che vi è un buon grado di armonizzazione
del pacchetto igiene dell’EU. Infine, un parere tecnico positivo è stato dato per l’accreditamento13
Sono state richieste analisi a livello nazionale per i residui e contaminanti dei prodotti ittici quali metalli pesanti, diossina, pesticidi ed ogni altro possibile rischio che il pesce pescato egiziano potrebbe causare ai consumatori della EU. In particolare sono state richieste analisi addizionali per il PFSA (acidi perfluoroalchilsolfonici) e la ciguatossina, che sono stati riconosciuti come nuovi rischi nei prodotti ittici delle acque egiziane. Finalmente tutti i campionamenti sono stati eseguiti e le analisi sono risultate entro i parametri richiesti dalla UE14
Attualmente l’Unione Europea deve pubblicare ufficialmente l’aggiornamento della lista dei Paesi accreditati per l’esportazione dei prodotti pescati verso la UE. Questa lista includerà l’Egitto, la sua autorità competente (NFSA) e la lista delle aziende ammesse. Questo potrà permettere l’inizio delle esportazioni
verso i Paesi EU dei prodotti della pesca egiziani15
Gianluigi Negroni
Note
1. National Aquaculture Sector Overview, Egypt , F ISHERIES AND AQUACULTURE, www.fao.org/fishery/ en/countrysector/naso_egypt
2. SAHAR FAHMY MEHANNA (2022), Egyptian Marine Fisheries and Its Sustainability, in Sustainable fish production and processing, Chapter 4, 111-140 pp.
3. MYRIAM KHALFALLAH et al. (2023), Once upon a century, the Egyptian Mediterranean fisheries (1920–2019), as affected by “fishing down” and climate change , Ocean & Coastal Management, Volume 245, 106831, www.sciencedirect.com
4. IAN GUOLDING (Managing Director at Megapesca Lda) 2024, Opportunities into Extending the Shelf Life of Imported Pelagic Fish in Egypt: A Fact-Finding Study, Egypt Pelagic Fish Standards – Agroberichten Buitenland.
5. M OHAMED S AMY -K AMAL (2020), Outlook on the fisheries policy reform in Egypt and the draft of the new fisheries law, Marine Policy 120(6898):104136; New paper unveils pathways for sustainable Egyptian Aquaculture (2023), WorldFish, worldfishcenter.org
6. EGYPT, COUNTRY PROFILE, worldfishcenter.org
7. YOUSEF ELTAHAWY (2022), Challenges of fish farming in Egypt. The activity of fish farming in Egypt began in the late seventies by specialists in aquaculture by establishing a group of extension farms in many areas, www.bluelifehub. com/2022/12/19/challenges-of-fishfarming-in-egypt/
8. Author personal communication after Egypt missions 2023-2024.
9. How can I get approval to export fish to the EU?, trade.ec.europa. eu/access-to-markets/en/faqs/howcan-i-get-approval-export-fi sh-eu; Frequently Asked Questions on the practical application of Council Regulation (EC) No. 1005/2008 of 29
September 2008 establishing a Union system to prevent, deter and eliminate illegal, unreported and unregulated fishing (“IUU Regulation”), oceans-and-fisheries.ec.europa.eu
10. Law No.1 of 2017 establishing the National Food Safety Authority (NFSA), www.nfsa.gov.eg
11. Fisheries control, Fact Sheets on the European Union, www.europarl. europa.eu/factsheets/en/sheet/116/ fisheries-control
12. Author personal communication 2024.
13. NFSA official communication to stakeholders, August 2024.
14. EU import conditions for seafood and other fishery products, food. ec.europa.eu/system/files/2018-06/ ia_trade_import-cond-fish_en.pdf
15. Non-EU country establishments database (food.ec.europa.eu/ food-safety/biological-safety/foodhygiene/non-eu-countries-authorised-establishments_en#Listing); l’autorità competente egiziana dovrà inserire la lista degli stabilimenti autorizzati all’esportazione.
Costruzione attrezzature in lega di alluminio per i tticoltura e molluschicoltura per protezione vongole ed ostriche dal granchio blu “Callinectes Sapidus” e lavorazioni meccaniche in genere
Griglie di sbarramento • Colonne di sostegno griglie • Introvoli con bocchere per pesca • Griglie selezionatrici • Paratoie con e senza comando a vite • Sistema Fl.Up.Sy per vongole • Selezionatori in bagno d’acqua per vongole • ecc…
Al lavoro per una pesca e un’acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo e Mar Nero
A inizio novembre 20 Paesi e l’Unione Europea hanno fatto passi da gigante per migliorare la sostenibilità della pesca e dell’acquacoltura adottando 17 decisioni fondamentali, tra cui 12 raccomandazioni vincolanti, durante la 47a sessione della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (GFCM) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), tenutasi a Roma. La
GFCM è l’organizzazione regionale di gestione della pesca con l’autorità di emettere raccomandazioni vincolanti per lo sviluppo della pesca e dell’acquacoltura nel Mediterraneo e nel Mar Nero. Nella sua sessione annuale, i membri della Commissione si sono impegnati in discussioni significative per esaminare e approvare proposte di raccomandazioni e risoluzioni, tutte basate sui migliori pareri scientifici disponibili.
Sostegno alla crescita sostenibile dell’acquacoltura
I rappresentanti dei Paesi presenti hanno riconosciuto i progressi compiuti per migliorare lo sviluppo sostenibile del settore, nonché i numerosi programmi di assistenza istituiti in tutta la regione nell’ultimo anno. Per far fronte al fatto che il cambiamento climatico scatena malattie emergenti che minacciano la produttività e la crescita del settore, gli stessi hanno
Aree di restrizione della pesca (photo © FAO-GFCM_FRA).
concordato di creare una rete per il monitoraggio delle malattie dell’acquacoltura e per ridurre al minimo i rischi associati al commercio.
«Sono stati inoltre adottati dei principi per gli investimenti responsabili in acquacoltura, con l’obiettivo di migliorare l’attrattiva del settore per gli investitori e di evidenziare il suo ruolo nella sicurezza alimentare», ha dichiarato il Segretario esecutivo della GFCM
Miguel Bernal.
Mari sani e pesca produttiva
La percentuale di stock che subisce un sovrasfruttamento nel Mediterraneo e nel Mar Nero è scesa al livello più basso degli ultimi dieci anni ov-
Chi è e cosa fa GFCM – General Fisheries Commission for the Mediterranean
GFCM è un’organizzazione regionale di gestione della pesca che opera nell’ambito della FAO e la cui competenza si estende a tutte le acque marine del Mediterraneo e del Mar Nero. Il suo obiettivo principale è garantire la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse marine vive, nonché lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura. I membri della GFCM comprendono 23 parti contraenti (Albania, Algeria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Egitto, Unione Europea, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Libia, Malta, Monaco, Montenegro, Marocco, Romania, Slovenia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia) e sei parti cooperanti non contraenti (Bosnia-Erzegovina, Georgia, Giordania, Moldavia, Arabia Saudita, Ucraina).
>> Link: fao.org/gfcm
vero meno del 60%, ma la pressione di pesca è ancora al doppio del livello considerato sostenibile, come evidenziato nella pubblicazione ammiraglia della GFCM: Lo stato della pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero 2023. Per affrontare questa sfida, la GFCM lavora su tutti gli aspetti relativi alla gestione sostenibile della pesca.
Le decisioni adottate recentemente includono il rafforzamento delle misure relative alla gestione di numerose specie prioritarie della GFCM, tra cui l’anguilla europea, il corallo rosso, l’occhialone, il nasello europeo, lo scampo, lo spratto europeo, il rombo, il buccino, il gattuccio e lo storione.
Nel Mare Adriatico, la conclusione di un rigoroso processo di valutazione della strategia di gestione ha sostenuto la decisione di stabilire norme di controllo delle catture per singola specie e limiti di cattura annuali per la sardina e l’acciuga europea, abbandonando i limiti di cattura comuni applicati finora e promuovendo la sostenibilità ecologica e la stabilità economica.
Nel frattempo, nel Mar Nero, è stato adottato un piccolo aumento dei limiti di cattura per il rombo chiodato, una specie chiave che ha visto una diminuzione di tre volte della mortalità per pesca e un aumento di tre volte della biomassa e che si sta avvicinando alla sostenibilità grazie all’adozione di un piano di gestione pluriennale nel 2017. Questa decisione mira ad incentivare i pescatori e a scoraggiare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), migliorando al contempo la raccolta di dati sullo sforzo di pesca e sui rigetti e individuando ulteriori misure tecniche per mitigare le catture accessorie.
Nuova zona di restrizione della pesca nel Mediterraneo Anche la gestione del territorio è stata al centro dell’attenzione, in quanto i Paesi hanno deciso di creare un’area di restrizione della pesca (FRA) nel Canale d’Otranto, nel Mar Adriatico. Questa decisione stabilisce un’area centrale in cui le attività di pesca a strascico sono
vietate al fine di proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili formati dal corallo bambù e di aumentare la produttività delle risorse marine viventi attraverso la protezione di habitat ittici essenziali, come quelli dei gamberi rossi di acque profonde. Viene inoltre delineata un’area cuscinetto, in cui le attività di pesca sono regolamentate.
Progressi nella conformità e nell’applicazione per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata
La sessione annuale della CGPM ha dato priorità al rafforzamento della conformità per garantire che i Paesi membri attuino efficacemente le decisioni della GFCM, sostenendo così i loro impegni nello sviluppo e nella regolamentazione delle operazioni di pesca e acquacoltura. Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti passi avanti e la CGPM ha contribuito ai progressi compiuti da molti Paesi nell’aggiornamento delle leggi nazionali per colpire specificamente la pesca INN e nell’attuazione delle misure della GFCM, come il Piano d’azione regionale per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata nell’area di applicazione della CGPM. Come risultato di questi sforzi, Albania, Algeria, Unione Europea e i suoi Stati Membri, Egitto, Montenegro, Marocco e Türkiye hanno ricevuto premi di conformità alla GFCM durante la sessione annuale per l’integrazione delle decisioni della GFCM nei loro quadri giuridici e per l’accurata comunicazione dei dati.
L’anno scorso ha segnato il lancio di una nuova fase verso un quadro più moderno che consente di monitorare più da vicino la conformità dei Paesi alle decisioni della CGPM. Durante la sessione si è discusso di come fornire ai Paesi e alla GFCM i mezzi necessari per progredire rapidamente su questo tema.
I Paesi hanno sottolineato che è essenziale migliorare le valutazioni di conformità e far progredire l’operatività degli strumenti di monitoraggio, controllo e sorveglianza, come i programmi di ispezione e gli avvistamenti.
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In ricordo di Romano Milandri, fondatore di GreenVet
Nel mese di ottobre è scomparso
Romano Milandri, presidente di GreenVet , marchio commerciale di proprietà APA-CT srl di Forlì. L’azienda ha pubblicato il seguente comunicato, che riportiamo integralmente di seguito, unendoci al dolore per la scomparsa di chi lo aveva conosciuto e portando le nostre più sentite condoglianze a familiari, amici e collaboratori.
“Il nostro presidente Romano Milandri non c’è più. Se ne va un uomo che ha lasciato un segno profondo in ognuno di noi. L’azienda GreenVet da lui fondata lo piange e si stringe intorno alla sua meravigliosa famiglia. Romano era un padre, una guida, un amico. Chi negli anni ha avuto il privilegio di conoscerlo, come noi, sa bene di che ‘sostanza’ era fatto: ironico, generoso, affabile, autentico, rispettoso, lungimirante, ma anche sanguigno, esplosivo, appassionato.
La notizia si è presto diffusa in tutto il settore. Tantissime le testimonianze, i pensieri e i ricordi ricevuti sui social. Ne abbiamo scelto uno in particolare, pubblicato sul profilo Instagram della rivista italiana allevatori.top in data 24/10/2024. Ci è sembrato fin da subito una sintesi perfettamente ‘a cuore’, a firma di un giornalista che ha avuto modo di conoscere Romano quasi 40 anni fa.
Romano di nome, romagnolo nel cuore
Romano Milandri ci ha lasciati, anche se, conoscendolo bene, avrebbe avuto ancora molto da fare in questo mondo. Persona di un’empatia unica, era impossibile non prenderlo in simpatia, anche perché il suo spiccato accento romagnolo e la sua cordialità erano contagiosi. Romano è stato un appassionato allevatore di colombi e nel suo alle-
vamento, aiutato dalla mitica Tina (altro personaggio 100% made in Romagna), già molti anni fa aveva iniziato a cercare soluzioni alternative al classico approccio con gli antibiotici per migliorare il benessere dei suoi animali.
I primi positivi risultati con le erbe sono arrivati presto e ricordo ancora la chiacchierata (di cui chi scrive fu il malcapitato traduttore) con un celebre giornalista britannico di una quotatissima rivista internazionale, al quale Romano regalò un boccettino di estratti vegetali, che oltre a far bene ai suoi piccioni, sembrava avere miracolosi effetti anche sulla virilità dell’uomo. Dono
apprezzato dall’ospite britannico, abbastanza in là con l’età.
Da questa voglia di sperimentare e dalla collaborazione con il veterinario Maurizio Scozzoli, altro incallito sperimentatore, è nata poi la GreenVet, che ha di fatto reso la fitoterapia alla portata di tutti gli allevatori, molto apprezzata anche in campo bovino.
Con Romano se ne va una persona di cultura, accogliente e disponibile con le persone bisognose di un aiuto, ma tagliente con i ‘patàca’, termine intraducibile (ma non troppo benevolo) della lingua romagnola. Era proprio un bel soggetto. Ci mancherà”.
di Elena
1. Mare restaurant
Nel comune di Benidoleig, vicino ad Alicante, in Spagna, c’è Mare, un ristorante che valorizza il pescato ai massimi livelli. Piatti semplici della cultura culinaria autentica della gente di mare. Un vero ristorante di pesce mediterraneo. Da seguire su instagram.com/mare.rest (photo © @mare.rest).
2. Scampo Pescheria Moderna
È in centro a Bologna, nella bella Via Galliera. «Il progetto è nato due anni fa con l’obiettivo di valorizzare il prodotto ittico del Tirreno e del Mediterraneo in chiave tanto semplice quanto moderna. Da Scampo è possibile acquistare il pesce (già pulito e sfilettato) come una vera pescheria, consumarlo cotto in loco o portarselo a casa» ci raccontano i titolari dell’attività e dell’azienda di famiglia Purificato Srl a Formia (LT). Da provare e seguire su instagram.com/scampo.pm (photo © @scampo.pm).
Benedetti
3. Smokin’ Brothers
“Abbiamo appreso tutti i segreti dell’affumicatura del salmone a freddo da un artigiano norvegese a Londra. Abbiamo compreso, sperimentato ed affinato la nostra tecnica per creare un salmone affumicato senza paragoni, degno di una cucina stellata”: sono gli Smokin’ Brothers (smokin-brothers.it ). Molto bravi, anche su instagram.com/smokinbrothersit (photo © @smokinbrothersit).
4. Marcà Vecio
Bravi i ragazzi di Marcà Vecio, il format ideato e realizzato da Michele Dalla Valle a Treviso che promuovo i buoni prodotti anche attraverso i social. Noi abbiamo scelto questo post del loro canale instagram.com/marcavecio. Da Marcà Vecio puoi far la spesa, un aperitivo, pranzare e cenare. È uno spazio che mette al centro le persone, i prodotti sostenibili e un concetto di ristorazione più contemporaneo e accessibile per tutti. Bravissimi (photo © @marcavecio).
ACQUACOLTURA
Aquaculture Stewardship Council sviluppa il suo impegno in Italia
È il principale schema di riferimento per l’acquacoltura responsabile a livello internazionale e l’unico conforme al codice ISEAL
L’organizzazione internazionale
Aquaculture Stewardship Council (ASC™), realtà indipendente e senza scopo di lucro nata nel 2010 nei Paesi Bassi, ha deciso di incrementare il suo impegno in Italia con nuovi investimenti e nuove risorse professionali per coinvolgere sempre più la filiera dell’allevamento ittico, sensibilizzare la componente retail e comunicare ai consumatori i valori che caratterizzano e distinguono la propria certificazione. La certificazione ASC costituisce infatti il principale schema di riferimento
per l’acquacoltura responsabile a livello internazionale (l’unico conforme al codice ISEAL), perché ha gli standard più solidi, con requisiti rigorosi, basati su dati scientifici e misurabili da soddisfare
La scelta di rivolgere maggiori attenzioni all’Italia scaturisce in risposta a una domanda del settore che si sta ampliando a tutti i livelli, collegata ad un crescente interesse per i benefici globali che derivano dalla riduzione degli impatti ambientali e sociali. In particolare, lo scenario italiano evidenzia una significativa
crescita di interesse verso i prodotti di acquacoltura certificata da parte delle insegne della GDO, realtà fondamentali per portare i consumatori a privilegiare prodotti certificati, facilmente identificabili dal relativo marchio ASC. Altrettanto importante è la maggiore sensibilità della filiera: le questioni di sostenibilità stanno diventando sempre più rilevanti nell’ambito dell’acquacoltura, poiché i produttori iniziano a riconoscere le opportunità commerciali che derivano dal certificare le proprie produzioni.
«L’Europa meridionale sta diventando una regione prioritaria per ASC: tradizionalmente incentrata su un largo consumo di pesce e frutti di mare, offre grandi opportunità di crescita per i prodotti ittici certificati e di provenienza responsabile» ha commentato Barbara Janker, Commercial Director Europe & Asia-Pacific. «Siamo entusiasti di iniziare a lavorare con i nostri partner italiani per far crescere ulteriormente la presenza del marchio ASC nella Grande Distribuzione e guidare insieme la trasformazione dell’acquacoltura verso una maggiore sostenibilità».
Il team italiano di ASC è coordinato e diretto da Desirée Pesci, Market Development Manager Italy. Sul compito che l’attende sottolinea: «Vista la crescente domanda in Italia di pesce e frutti di mare prodotti rispettando l’ambiente e i diritti dei lavoratori coinvolti, siamo felici di sviluppare ora il nostro impegno sul mercato italiano e di parlare direttamente ai consumatori in merito all’importanza della sostenibilità nel mondo dell’acquacoltura. Insieme a nostri partner faremo informazione sul significato del marchio ASC e incoraggeremo i consumatori a cercare il marchio verde quando si è al supermercato. Rientra nell’impegno del team italiano di ASC promuovere i rapporti collaborativi con la comunità ambientale e scientifica del nostro
Paese. Altrettanto coinvolte saranno quindi altre ONG, istituzioni che si occupano di ambiente e sostenibilità, team accademici e universitari, esperti, associazioni, ecc…».
L’Italia, Paese al centro del Mediterraneo e con oltre 7.000 km di coste, può essere fra i protagonisti dello sviluppo dell’acquacoltura responsabile. Un tema che riguarda l’intero futuro del pianeta e dei suoi abitanti. Vi è infatti da considerare che attualmente oltre il 30% dello stock di pesce selvatico mondiale ha raggiunto il limite biologico. Di conseguenza, i prodotti ittici catturati in natura non saranno in grado di soddisfare il fabbisogno alimentare di una crescente popolazione globale. Per questa ragione, già oggi, più della metà del pesce consumato in tutto il mondo proviene da allevamenti ittici e si prevede che la quota aumenterà (fonte: FAO).
La rapida crescita dell’acquacoltura può condurre però ad una cattiva gestione degli allevamenti ittici, all’inquinamento idrico, a danni ambientali locali e a condizioni di lavoro inadeguate. La posta in gioco è molto alta: è importante più che mai che l’allevamento ittico sia gestito responsabilmente, avendo a cuore le persone e il pianeta.
Anche il team italiano, naturalmente, lavorerà applicando i principi e le modalità che hanno reso autorevole nel mondo ASC. Il
Barbara Janker, Commercial Director Europe & Asia-Pacific, e Desirée Pesci, Market Development Manager Italy. L’Italia, Paese al centro del Mediterraneo e con più di 7.000 km di coste, può essere fra i protagonisti dello sviluppo dell’acquacoltura responsabile. Un tema che riguarda l’intero futuro del pianeta e dei suoi abitanti.
programma di certificazione si basa su standard che incoraggiano gli allevamenti ittici a ridurre al minimo i principali impatti ambientali e sociali dell’acquacoltura. Gli attuali 12 standard ASC coprono diverse specie ittiche: abaloni, bivalvi (vongole, cozze, ostriche, capesante), pesce piatto, trota d’acqua dolce, pangasio, salmone, branzino, orata, ombrina boccadoro, seriola e cobia, gamberetto, persico, tilapia e pesce di mare tropicale. Inoltre, ASC condivide con MSC (Marine Stewardship Council) uno standard per la produzione di alghe. Il sistema della Catena di Custodia ASC garantisce la tracciabilità dei prodotti ittici lungo la catena di trasformazione, lavorazione e distribuzione del prodotto. Tutte le aziende nella catena che intendono gestire o vendere prodotti certificati ASC devono avere la Catena di Custodia certificata, grazie alla quale il prodotto finale può essere etichettato e i consumatori possono scegliere prodotti ittici con il marchio ASC, indicatore del fatto che sono stati allevati in modo responsabile.
>> Link: asc-aqua.org
Progetto SUPERTROUT: nuove soluzioni contro la lattococcosi
Si è svolto lo scorso ottobre, presso la sede dell’Associazione Piscicoltori Italiani di Verona, l’incontro per la presentazione dei risultati finali del progetto SUPERTROUT , finanziato nell’ambito del programma PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area). L’evento, con oltre un centinaio di partecipanti, ha attirato l’attenzione di esperti e operatori del settore acquicolo, concentrandosi sull’importante tema della gestione della lattococcosi nella trota, patologia che attualmente minaccia anche le produzioni ittiche mediterranee. Nel corso della giornata i ricercatori hanno illustrato 4 tematiche fondamentali, concentrandosi in particolare su nuove scoperte relative a Lactococcus garvieae e Lactococcus petauri, il ruolo del gene MHC di classe II nella risposta immunitaria della trota e lo sviluppo di un vaccino innovativo a subunità proteiche tramite reverse vaccinology
Focus sul progetto SUPERTROUT si è posto quale obiettivo primario il miglioramento della sostenibilità e la redditività dei piccoli impianti troticoli, concentrandosi sulla gestione efficace della lattococcosi. Per raggiungere questo traguardo sono stati coinvolti diversi enti di ricerca e allevatori provenienti dai principali Paesi produttori di trota del Mediterraneo: Italia (con l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta come capofila, l’Università di Udine e l’Azienda Agricola Canali Cavour), Spagna (Università Complutense di Madrid – VISAVET), Turchia (Karadeniz Technical University) e Grecia (ELDO-DIMITRA). Il progetto ha adottato una strategia innovativa basata su due assi principali: la selezione di pesci resistenti tramite marker genetici e genomici e
lo sviluppo di un vaccino da somministrare per immersione. Un aspetto chiave dello studio ha riguardato la genetica dell’ospite, valutata in diversi focolai naturali selezionati nei paesi partecipanti. Sono emersi polimorfismi del complesso maggiore di istocompatibilità associati in modo statisticamente significativo alla resistenza della trota alla lattococcosi. Nei focolai italiani, sono state inoltre osservate differenze nella risposta immunitaria tra soggetti sintomatici e asintomatici, risultati confermati anche tramite infezioni sperimentali di soggetti portatori e non di una mutazione associata alla resistenza, già individuata in studi precedenti. Lo sviluppo del vaccino, basato su subunità proteiche, ha impiegato tecniche avanzate di vaccinologia inversa per selezionare porzioni del patogeno in grado di generare una risposta anticorpale cross-protettiva per le due specie batteriche coinvolte. Parallelamente, è stato condotto uno studio dettagliato del patogeno, che ha rivelato un’elevata prevalenza di Lactococcus petauri (precedentemente identificato come Lactococcus garvieae) nell’area mediterranea. Questo evidenzia che la lattococcosi può essere causata da entrambe le specie batteriche, che provocano sintomi identici. Inoltre, recenti studi indicano anche Lactococcus formosensis come possibile agente patogeno della malattia.
È significativo notare che le tecniche diagnostiche biochimiche e biomolecolari convenzionali si sono dimostrate inefficaci nel discriminare tra queste tre specie. Per risolvere il problema, è stato sviluppato un nuovo metodo, che ha permesso di riclassificare correttamente ceppi erroneamente identificati come L. garvieae. La valutazione della resistenza agli antibiotici è stata un altro punto centrale del progetto.
I risultati del progetto rappresentano un importante passo avanti nella lotta contro la lattococcosi, fornendo strumenti preziosi per il suo controllo nella trota che potranno essere utilizzati anche per contrastare tale patologia in altre specie ittiche come l’orata e il branzino.
Poiché la gestione della malattia richiede l’uso di antibiotici, spesso inefficaci a causa di sintomi precoci come l’anoressia, sono stati testati 12 antibiotici per valutare la resistenza microbica e sono stati esaminati i geni di resistenza antimicrobica (ARGs); i dati ottenuti hanno mostrato differenze tra le due specie L. garvieae e L. petauri. Un pacchetto di lavoro specifico ha valutato l’efficacia di accoppiamenti mirati che producono prole con tassi di sopravvivenza più elevati e minori deformità larvali.
I risultati ottenuti sono promettenti, fornendo nuove opportunità per una diagnosi eziologica precisa e l’applicazione di misure di controllo più efficaci nella gestione dei focolai di lattococcosi.
Fonti: API, www.acquacoltura.org
SUPERTROUT Abstract Book
Biosicurezza in acquacoltura: collaborazione IZSVe-API a supporto degli operatori
Con l’entrata in vigore del Regolamento (UE) 2016/429 “Animal Health Law” e dei successivi atti di esecuzione e delegati, la prevenzione e il controllo dell’introduzione e diffusione delle malattie negli stabilimenti costituiscono un prerequisito per garantire elevati livelli di sanità e benessere animale e sicurezza degli alimenti di origine animale, alla luce della strategia UE in materia di sanità animale 2007-2013 “Prevenire è meglio che curare”. Il Regolamento introduce un approccio basato sulla
valutazione del rischio di introduzione e diffusione delle malattie negli allevamenti, e sottolinea il ruolo dell’allevatore su vari fronti:
• individuare precocemente e segnalare all’autorità competente eventuali problematiche sanitarie nel proprio stabilimento;
• conoscere i rischi di esposizione alle malattie dello stesso;
• essere sensibile all’adozione di buone pratiche aziendali finalizzate a garantire un adeguato livello di biosicurezza, attuando
le opportune misure di sorveglianza.
A tal fine, la normativa comunitaria, e in particolare il Regolamento delegato (UE) 2020/691 in materia di stabilimenti di acquacoltura, così come quella applicativa a livello nazionale (DLgs 136/2022), richiedono che l’operatore di uno stabilimento sia in possesso di adeguate competenze sui temi sopra menzionati. Tali competenze possono essere sviluppate tramite la partecipazione a incontri aziendali, programmi for-
In accordo con i recenti orientamenti della normativa sul benessere animale, IZSVe e API hanno programmato incontri formativi per gli operatori dell’acquacoltura ed è stato fornito loro supporto tecnico-scientifico ed operativo per indirizzarli nella progettazione e realizzazione di procedure efficaci in materia di biosicurezza.
Ci impegnamo per garantire un pescato di altissima qualità, fresco di giornata e decongelato a terra, pronto per la vendita nella nostra pescheria, nel canale HoReCa e nei mercati della GDO. Scopri la gamma completa dei nostri prodotti.
Il manuale di buone prassi riporta le informazioni rilevanti da raccogliere e conservare agli atti sulle caratteristiche degli stabilimenti e sulle misure adottate in materia di biosicurezza. Illustra inoltre i possibili rischi di introduzione e diffusione dei patogeni causa di malattia e offre gli strumenti per identificarli e registrarli. Questo documento propone un modello ad uso dell’operatore per poter predisporre, in collaborazione con il veterinario dello stabilimento, il proprio manuale, adattandolo alle caratteristiche dello specifico stabilimento. Contiene inoltre alcuni possibili modelli di raccolta dati, in forma di schede di rilevamento, da utilizzare nello stabilimento e da conservare agli atti quale traccia degli interventi sostenuti. Al fine di assicurare un adeguato livello di biosicurezza negli stabilimenti che detengono animali d’acquacoltura, le misure vanno applicate tenendo in considerazione alcuni elementi peculiari di ogni realtà produttiva:
• indirizzo di attività: ad esempio, incubatoio/schiuditoio/preingrasso/avannotteria/ riproduzione/ingrasso/prodotto per consumo umano, ecc…;
• metodo di allevamento: stabilimenti a terra in acque dolci o salmastre, ad esempio vasche/raceways, bacini in terra, canali, sistemi a ricircolo, schiuditoi, centri spedizione e depurazione di molluschi bivalvi, ecc…; stabilimenti a mare,ad esempio gabbie/acque recintate, spazi acquei marini non delimitati come preingrasso di molluschi, concessioni di allevamento di molluschi, ecc…;
• dimensione dello stabilimento: in termini di capacità produttiva massima dell’allevamento;
• rischio di contatto diretto o indiretto con animali acquatici selvatici.
Le misure di biosicurezza consistono in:
• misure di protezione strutturali, che possono comprendere:
i. barriere/recinzioni o altre strutture naturali o artificiali di separazione o delimitazione con l’esterno e fra unità funzionali dello stabilimento;
ii. presenza di attrezzature di pulizia e sanificazione;
iii. presenza di punti di sanificazione;
iv. utilizzo di materiali idonei per strutture e attrezzature al fine di mantenere adeguate le condizioni di allevamento e la possibilità di pulizia e sanificazione;
v. sistemi di controllo dei predatori;
• misure di gestione igienico-sanitarie:
i. il personale che opera nello stabilimento;
ii. i visitatori;
iii. le attrezzature;
iv. le operazioni di pulizia e sanificazione di strutture, attrezzature ed automezzi;
v. gli animali morti;
vi. le uova fecondate ed embrionate.
mativi, di aggiornamento, convegni, su temi legati alle principali malattie elencate, obblighi di sorveglianza passiva, notifica e comunicazione delle malattie, buone prassi di allevamento, interazioni tra sanità animale, benessere e salute umana, resistenza ai trattamenti farmacologici e principi di biosicurezza. Il Ministero della Salute, in conformità a quanto previsto dal DLgs 136/2022, ha inoltre emanato il Decreto 25 settembre 2024 “Requisiti di biosicurezza per stabilimenti d’acquacoltura riconosciuti e di altre tipologie di attività ad essi correlate”.
Nell’ottica di favorire questo processo di sensibilizzazione dell’operatore, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), sede del Centro di referenza nazionale per lo Studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, molluschi e crostacei, e l’Associazione Piscicoltori Italiani (API) hanno realizzato un progetto nell’ambito del Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura , realizzato nel corso
del 2023 e presentato ad Aquafarm 2024, finalizzato ad implementare adeguati standard di biosicurezza in allevamento con il supporto del Ministero della Salute. Nello specifico, sono stati programmati incontri formativi on-line e residenziali, anche nell’ambito di manifestazioni e convegni di settore ed è stato fornito supporto tecnico-scientifico ed operativo agli allevatori, per indirizzarli nella progettazione e realizzazione di procedure efficaci in materia di biosicurezza.
Manuale per gli operatori
A completamento del percorso è stato anche realizzato un manuale per l’applicazione delle buone prassi in materia di biosicurezza, che illustra i rischi di esposizione alle malattie e le modalità operative per mitigarli, e riporta le informazioni rilevanti da raccogliere e conservare agli atti in stabilimento circa l’avvenuta applicazione delle misure. Questo strumento intende fornire una traccia agli operatori
per la predisposizione di un proprio documento, adattato alle caratteristiche del proprio stabilimento, da definire in collaborazione con un professionista degli animali o veterinario di stabilimento e con l’ASL. Il manuale contiene, inoltre, alcuni possibili modelli di raccolta dati in forma di schede di rilevamento, da utilizzare in allevamento e da conservare agli atti quale traccia degli interventi sostenuti.
La collaborazione/confronto, anche attraverso attività formative e divulgative, tra produttori, autorità competente e professionista degli animali o veterinario di stabilimento, sono fondamentali per consentire un’efficace condivisione e diffusione di informazioni sullo stato di salute degli animali acquatici e sui potenziali rischi emergenti, al fine di intraprendere azioni concordate per una risposta efficace ed efficiente e per limitarne la diffusione.
Fonte: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie izsvenezie.it
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Acquacoltura del Mediterraneo: un pilastro fondamentale per la sicurezza alimentare europea
di Alejandro Güelfo
Il Mar Mediterraneo, con la sua vasta estensione di 2,5 milioni di km2, bagna oltre 20 Paesi, tra cui nazioni che hanno profondamente segnato la storia universale. Fin dall’antichità, è stato un crocevia vitale per lo sviluppo delle civiltà, unendo culture e tradizioni diverse in uno spazio condiviso. Le sue acque temperate ospitano una straordinaria biodiversità marina, con numerose
specie uniche al mondo, rendendo questo mare un tesoro biologico di inestimabile valore.
Oltre ad essere la culla della storia universale, il Mediterraneo è anche una dispensa naturale che fornisce alimenti altamente nutritivi e di grande prestigio gastronomico. Specie come l’orata, la spigola e le cozze, coltivate attraverso pratiche di acquacoltura, rappresentano
pilastri della Dieta Mediterranea. Non sono gli unici prodotti dell’acquacoltura mediterranea, ma simboleggiano l’importanza di questo settore nell’apportare nutrimento a milioni di persone.
L’acquacoltura si è inoltre affermata come un motore economico essenziale per le comunità costiere, garantendo lavoro a famiglie, promuovendo lo sviluppo tecnologico e
Con i suoi 46.000 km di costa, il Mediterraneo è capace di sostenere circa 150 milioni di persone che vivono lungo le sponde del bacino. Pur coprendo appena l’1% della superficie degli oceani del mondo, questo mare è capace di fornire il 20% del Prodotto Marino Mondiale Lordo (fonte: WWF).
contribuendo in modo significativo alla sicurezza alimentare.
Per assicurare un futuro più prospero e sostenibile, è fondamentale che tutti gli attori coinvolti in questo settore collaborino. La cooperazione tra i Paesi deve essere il fulcro delle nostre strategie, favorendo lo scambio di conoscenze scientifiche e tecniche. Solo attraverso uno sforzo congiunto possiamo implementare pratiche di acquacoltura sostenibili che proteggano la biodiversità e garantiscano la sostenibilità economica a lungo termine.
È imperativo promuovere politiche comuni volte non solo a garantire la sicurezza alimentare, ma anche a conservare le risorse naturali e a ripristinare gli ecosistemi danneggiati.
Nonostante le grandi opportunità, il Mediterraneo si trova ad affrontare sfide significative. Il cambiamento climatico sta già lasciando il segno sulle sue acque, alterando le temperature, modificando i modelli di vita marina e mettendo a rischio sia le specie selvatiche che quelle coltivate. Questo fenomeno ci impone di intensificare la ricerca e l’innovazione per sviluppare tecniche che ne mitigano gli effetti.
A queste sfide si aggiungono l’invasione di specie esotiche e la crescente competizione per l’uso dello spazio marittimo, che coinvolge settori come il turismo, il tra-
La salute del Mediterraneo è in un punto di svolta. È indispensabile investire in programmi educativi e formativi per preparare le nuove risorse impiegate al lavoro nelle sue acque, siano esse attività di pesca che di acquacoltura.
sporto marittimo e la pesca. Questi interessi, spesso in conflitto, devono essere gestiti in modo integrato per evitare tensioni e massimizzare i benefici comuni.
La formazione delle nuove generazioni di acquacoltori rappresenta un altro pilastro essenziale per il futuro del settore. È indispensabile investire in programmi educativi che preparino i giovani, combinando le tecniche tradizionali con quelle più innovative. L’economia circolare, applicata all’acquacoltura, ha il potenziale per trasformare il settore
e ridurre l’impatto ecologico, garantendone la continuità nel tempo.
I Romani lo chiamavano Mare Nostrum, non solo perché lo consideravano loro, ma perché ne comprendevano il valore come bene comune. Oggi, più che mai, è nostra responsabilità preservare questo patrimonio condiviso. Lavoriamo insieme per affrontare le sfide e costruire un futuro più sostenibile e prospero per il Mediterraneo e per tutti coloro che da esso dipendono. Alejandro Güelfo Editore di misPeces.com
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UGL: puntare su innovazione tecnologica e maggiore attenzione all’ambiente
Ricambio generazionale: opportunità dei settori pesca e acquacoltura
Affrontare le sfide del ricambio generazionale nel settore della pesca e dell’acquacoltura, migliorando la formazione, le condizioni lavorative e la comunicazione per attrarre nuove generazioni, superando i pregiudizi legati a una percezione negativa della professione: è quanto è emerso dal nuovo Rapporto di UGL Agroalimentare settore Pesca “Ricambio generazionale e formazione: orientamenti e pregiudizi degli Italiani sull’occupazione nel settore pesca e acquacoltura”, re-
alizzato dall’Istituto demoscopico
Lab21.01 e presentato ad inizio ottobre presso la Sala Capitolare del Senato. Lo studio analizza le percezioni degli Italiani riguardo al settore della pesca e dell’acquacoltura, con particolare attenzione alle sfide del ricambio generazionale e alla necessità di una maggiore formazione per attirare le nuove generazioni. L’evento è stato realizzato con i fondi del Piano Nazionale Triennale per la pesca e l’acquacoltura 2022-2024, annualità 2024.
Le sfide del ricambio generazionale
Il ricambio generazionale rappresenta una delle principali sfide del settore: il 55,6% degli intervistati vede infatti questa transizione come un’opportunità di sviluppo e sopravvivenza. Le nuove generazioni potrebbero portare innovazione tecnologica (25,8%) e una maggiore attenzione all’ambiente (35,3%), fattori considerati fondamentali per rendere il settore più sostenibile e competitivo. Tuttavia, tra i fattori
I dati dell’indagine rivelano che il 70,5% degli Italiani ritiene la pesca un settore fondamentale per l’economia nazionale, un valore che sale al 92,7% tra gli addetti ai lavori. Tuttavia, persistono preoccupazioni legate alla redditività (25,8%) e alle condizioni di lavoro (39,2%), con un’alta percentuale di intervistati che associa alla pesca l’idea di un lavoro duro, faticoso e poco remunerativo.
Come in agricoltura c’è un ritorno verso la campagna da parte delle terze generazioni, anche il settore della pesca può rinnovarsi favorendo l’ingresso dei giovani.
che scoraggiano i giovani dall’intraprendere una carriera nella pesca spiccano la “scarsa valorizzazione sociale del mestiere” (19,8%) e la “mancanza di prospettive di crescita professionale” (15,2%). Le difficili condizioni lavorative e i bassi guadagni sono altre barriere che incidono negativamente sull’attrattività del settore. Tra le sfide principali segnalate dagli intervistati vi sono la concorrenza internazionale (22,6% del comparto), l’eccesso di regolamentazione e burocrazia (21,4% del comparto) e la bassa redditività del settore (18,9% del comparto).
La formazione è centrale Uno degli elementi chiave per il successo del ricambio generazionale è la formazione: il 39,3% degli intervistati del comparto ritiene essenziale offrire percorsi di formazione moderni e specializzati per attrarre i giovani. Anche la promozione dell’immagine del pescatore come professionista qualificato è considerata cruciale per migliorare la percezione del settore. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione delle flotte, insieme a iniziative come pescaturismo e didattica ambientale, sono viste come opportunità di diversificazione e sviluppo economico. Tuttavia, la maggior parte degli intervistati concorda sulla necessità
di migliorare le condizioni di lavoro e aumentare i guadagni per rendere il settore più attraente.
La comunicazione sul settore 2 Italiani su 10 ricordano almeno una campagna di comunicazione o pubblicitaria sul tema della pesca (22,2%; +2,4% vs 2023) ma il 53,4% degli Italiani ritiene che le informazioni sui prodotti ittici siano ancora insufficienti. Questo gap comunicativo influisce negativamente sull’immagine del pescatore, ancora visto come un lavoro poco rispettato socialmente. «Come emerge dal sondaggio, la pesca è un’attività che gli Italiani ritengono economicamente strategica e con un valore sociale altissimo» ha dichiarato Luca De Carlo, presidente Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato. «Dobbiamo far capire che l’agricoltura e la pesca di oggi non sono un lavoro di serie B, ma fanno parte di un sistema che ha puntato molto sull’innovazione. Occorre, altresì, incentivare la rottamazione per avere barche che attraggano i giovani e favorire un rinnovamento delle flotte. Certamente si tratta di un settore su cui bisogna continuare ad investire, ma gli operatori sanno che hanno il Governo al loro fianco sia in Italia che in UE».
Per Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, «in un momento di sfide e trasformazioni, il settore della pesca e dell’acquacoltura riveste un ruolo cruciale per l’occupazione e lo sviluppo sostenibile. È fondamentale, dunque, promuovere iniziative che favoriscano la formazione e l’innovazione, essenziali per garantire posti di lavoro di qualità. Al contempo, è necessario favorire una parità di regole a tutela del libero mercato. Occorrono, pertanto, strumenti legislativi e finanziari che vadano a supporto della redditività e della riconoscibilità sociale della marineria».
Francesco Battistoni, vicepresidente Commissione Ambiente, territorio, lavori pubblici della Camera dei Deputati, ha aggiunto: «Come in agricoltura stiamo assistendo ad un ritorno verso la campagna da parte delle terze generazioni, anche il settore della pesca può rinnovarsi favorendo l’ingresso dei giovani. Le nuove tecnologie applicate all’ambiente marino e alla sostenibilità della risorsa ittica, la digitalizzazione delle flotte, la nascita di una nuova cultura degli ecosistemi e le nuove opportunità di lavoro legate al turismo possono essere le leve incentivanti per questo ricambio generazionale che, nel suo sviluppo,
non deve mai dimenticare di saper coniugare la sostenibilità del mare con quella sociale. L’una senza l’altra produrrebbe uno squilibrio difficilmente sanabile con pesanti ripercussioni sull’intera filiera e sul futuro stesso del comparto».
Per Roberto Baldassari, direttore generale Lab 21.01: «Il settore della pesca e dell’acquacoltura in Italia affronta un’importante fase di trasformazione, guidata dal ricambio generazionale e dalla necessità di formazione. Molti Italiani vedono la professione del pescatore e dell’acquacoltore con pregiudizi che ne minano l’attrattività, soprattutto tra i giovani. Nonostante ciò, il settore rappresenta ancora un’opportunità di sviluppo economico e occupazionale, soprattutto se affrontate le principali sfide che lo caratterizzano».
Per Paolo Capone, segretario generale UGL, «la pesca e l’acquacoltura sono settori chiave per lo sviluppo sostenibile e la tutela delle risorse naturali, ma spesso sono
penalizzati da condizioni di lavoro difficili e una crescente instabilità occupazionale. Il nostro obiettivo, come UGL, è portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di politiche mirate che possano garantire maggiore sicurezza, stabilità e formazione per i lavoratori di questo comparto. Auspichiamo che i risultati di questa ricerca possano contribuire a delineare un percorso di crescita sostenibile per il settore. Il nostro impegno è continuare a sostenere con forza il comparto, affinché le politiche del lavoro siano sempre più orientate alla tutela dei lavoratori e alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale ed economico».
«Le principali sfide che il settore della pesca sta affrontando riguardano il ricambio generazionale e l’impatto legato al surriscaldamento del mare» ha commentato Paolo Mattei, segretario nazionale UGL Agroalimentare. «L’attuale parco di pescherecci ha un’età di 50 anni e con i guadagni di oggi non si riesce a rinnovare le flotte. Servono interventi
come la rottamazione per consentire la dotazione di nuove attrezzature e bisogna valorizzare il prodotto ittico italiano, riducendo i costi di produzione e puntando sulla qualità dei nostri mari».
«Come UGL Pesca, sottolineiamo l’urgenza di azioni mirate per sostenere il settore in questo momento di transizione» ha concluso Carla Ciocci, segretario nazionale UGL Agroalimentare settore Pesca. «Tra le priorità c’è l’incentivare la formazione specifica per i giovani, migliorare le condizioni di lavoro e aumentare i guadagni, oltre a potenziare la comunicazione e la valorizzazione del ruolo del pescatore, innescando un virtuoso processo di autoconsapevolezza dell’importanza economica e sociale di questo lavoro. Solo attraverso interventi strutturali e politiche mirate si potrà invertire la tendenza di decrescita degli occupati nel comparto e superare i pregiudizi che ne limitano lo sviluppo». Fonte: UGL, Unione Generale del Lavoro, www.ugl.it
L’ALIMENTAZIONE
PER PROFITTI SUPERIORI
Per la piccola pesca artigianale chiesto il riconoscimento UNESCO
C’è la pesca in laguna e quella con il bragozzo e la battana. Ma ci sono anche i trabocchi, il serraggiante e le nasse. Sono questi alcuni esempi degli attrezzi e delle imbarcazioni tradizionali dei pescatori artigianali che fanno parte del progetto PCP (Patrimonio Culturale della Pesca) con il quale il Flag (Fisheries Local Action Group) Veneziano ha avviato il percorso per l’iscrizione a patrimonio UNESCO dei mestieri, manufatti e attrezzature della pesca e dell’acquacoltura. Un progetto che al momento coinvolge 6 regioni (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Abruzzo) e 9 Flag (GAC FVG, Veneziano, GAC Chioggia e Delta del Po, Costa Emilia-Romagna, Marche Nord, Costa Blu, Costa di Pescara, Costa dei Trabocchi, Golfo degli Etruschi), ma che vuole crescere. «Si tratta di un’iniziativa importante per la valorizzazione di quelle attività che sono il cuore e l’anima delle marinerie italiane. Hanno un grande valore per la tradizione della pesca e per questo appoggiamo la richiesta di candidatura a patrimonio UNESCO», ha detto Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare alla presentazione organizzata dal Flag Veneziano in occasione di DiviNazione EXPO al G7 di Siracusa, iniziativa coordinata da Cinzia Gozzo (direttore Flag Veneziano) e che ha visto la partecipazione di Salvatore Benvenuto, dirigente MASAF, e di Antonio Gottardo, presidente Flag Veneziano)p. «È tuttavia adesso necessario allargare la base delle realtà coinvolte per dare valore ad un patrimonio che accomuna tutta l’Italia e che potrebbe trovare integrazione con le attività di pescaturismo e ittiturismo», ha sottolineato Maretti.
Alla base dell’iniziativa di valorizzazione c’è il voler far conoscere mestieri, manufatti e attrezzature collegate alla pesca tradizionale, quella che si fa con piccole barche e tecniche frutto di un mestiere antico di secoli e che soltanto pochi depositari di questo saper fare riescono a tramandare. Una pesca che si pratica qualche ora al giorno, tutti i giorni. E che porta al mercato, pesce locale parte integrante della cucina tradizionale di ogni regione. Aspetto questo che apre al turismo per poter meglio esprimere il valore della pesca artigianale rispettosa dei ritmi del mare e delle lagune (fonte: Legacoop Agroalimentare).
La
marineria di Rimini
protagonista in Adriatico nella riduzione e gestione dei rifiuti per la pesca sostenibile
I rifiuti marini sono un problema globale che minacciano gli ecosistemi costieri e marini di tutto il mondo e, purtroppo, le attività di pesca non sono esenti dal problema. Consapevoli e coscienti della necessità di intervenire adottando metodi e sistemi di raccolta, gestione e riutilizzo dei rifiuti, la cooperativa riminese Lavoratori del Mare ha aderito al progetto FishNoWaste, approvato e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma di cooperazione territoriale Italia Croazia. «Tutti i pescatori della marineria di Rimini — dichiara Mauro Zangoli, presidente della cooperativa — sono coinvolti nello sviluppo della strategia identificata per la raccolta dei rifiuti pescati in mare o generati nelle quotidiane attività. L’Adriatico, per la sua conformazione e peculiarità, è particolarmente sensibile all’inquinamento prodotto anche dalle attività di pesca. Per questo motivo partecipiamo a questo importante progetto». Coordinato dal Dipartimento Biologia dell’Università di Padova in qualità di soggetto capofila, il progetto vede principalmente coinvolti 4 porti pescherecci adriatici (Rimini, Chioggia, Spalato e Tribunj) nell’implementazione di un protocollo validato di raccolta dati, gestione dei rifiuti, prevalentemente plastici e riutilizzo e riciclo, sulla base delle migliori pratiche e con materiali innovativi, coinvolgendo i pescatori locali. «Il progetto FishNoWaste — commenta Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura di Legacoop Agroalimentare — intende contribuire alla creazione di un ambiente più verde e resistente dell’ecosistema adriatico, migliorando la protezione e la conservazione della natura, della biodiversità e delle infrastrutture verdi (incluse quelle nelle aree urbane) attraverso la riduzione dell’inquinamento marino e costiero. In questi 30 mesi del progetto la marineria di Rimini adotterà un modello partecipativo di raccolta e gestione dei rifiuti, confermando il proprio impegno nello sviluppo di una filiera ittica sostenibile».
In collaborazione con la Cooperativa di ricerca e assistenza tecnica Mare di Cattolica (partner del progetto) e con il supporto del Comune di Rimini (partner associato), si andranno a testare modelli partecipativi per poi esportarli nei porti pescherecci italiani e croati. Il progetto prevede inoltre azioni informative, formative e di sensibilizzazione delle comunità marinare costiere, rivolte trasversalmente a pescatori, cittadini e studenti.
I membri del partenariato Fishnowaste attesi a novembre a Ecomondo.
I prodotti ittici irlandesi sono sinonimo di sostenibilità
Un settore in crescita e attento al Pianeta grazie al programma nazionale dell’Isola di Smeraldo Origin Green per lo sviluppo della sostenibilità alimentare
L’Irlanda è un’isola con una lunga e orgogliosa tradizione di produzione e consumo di prodotti ittici. Il Paese da sempre presta attenzione all’importanza del settore e si impegna attraverso una produzione sostenibile e responsabile con l’obiettivo di preservare l’ambiente marino e incentivare il sostentamento dei lavoratori che dipendono da esso.
Il settore ittico irlandese, infatti, contribuisce per oltre 1,3 miliardi di euro all’economia nazionale, impiegando più di 15.000 persone che vivono nelle comunità costiere. Un mercato che, non solo ha un peso specifico importante per l’Irlanda, ma assume rilevanza anche fuori dai confini nazionali: nel 2023 le esportazioni complessive di questa materia
prima sono state stimate intorno ai 435 milioni di euro. Una qualità, questa, apprezzata soprattutto in Italia, dove l’export di prodotti ittici irlandesi ha superato i 62,5 milioni di euro. Un dato rilevante che conferma anche l’importanza del mercato italiano come principale destinazione delle esportazioni di scampi (Nephrops Norvegicus).
Una squadra dedicata e appassionata per un servizio completo e personalizzato
Siamo orgogliosi della nostra esperienza e competenza, sviluppate in oltre 25 anni di attività, che ci permettono di offrire un servizio completoe personalizzato.
Origin Green dimostra di essere un modello da seguire anche all’interno del settore ittico globale, apportando un importante contributo agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare all’Obiettivo 14: Life Below Water che ha come scopo la conservazione durevole di oceani, mari e risorse marine.
Oltre all’importanza economica che questo settore ricopre, c’è da sottolineare come la produzione di prodotti ittici irlandesi abbia un profilo di emissioni di carbonio basso, almeno rispetto ad altri settori della produzione alimentare, energetica o dei trasporti. Questo ottimo punto di partenza permette al settore di rafforzare la propria consapevolezza sul tema sostenibilità anche nell’ambito dell’Agenda UE per il raggiungimento dell’obiettivo di 0 emissioni nette entro il 2050. Per arrivare a questo risultato, sono messe in atto una serie di pratiche che fanno capo a Origin Green, programma nazionale irlandese per lo sviluppo della sostenibilità alimentare. Il programma consente ai produttori irlandesi di prodotti
ittici di fissare e raggiungere obiettivi di sostenibilità misurabili in settori quali l’approvvigionamento di materie prime, l’efficienza energetica, la conservazione dell’acqua, la biodiversità, la responsabilità sociale, la salute e la nutrizione. I membri di Origin Green sono verificati e controllati in modo indipendente da Bord Bia, l’ente governativo irlandese per la promozione dei prodotti Food & Beverage irlandesi che supervisiona il programma.
Proprio in quest’ambito, Origin Green in Irlanda sostiene diversi Fishery Improvement Projects (FIP) , ovvero iniziative multistakeholder volte a migliorare le prestazioni e la gestione delle attività di pesca. Inoltre, Origin Green partecipa anche alla Global Sustain-
able Seafood Initiative (GSSI), una piattaforma che riconosce e valuta i sistemi di certificazione dei prodotti ittici e promuove la collaborazione e lo scambio di conoscenze tra gli operatori del settore.
Un programma che, non solo monitora il processo e i risultati, ma che crea una rete di collaborazioni con altre organizzazioni e stakeholder per sostenere e promuovere la produzione e il consumo sostenibile di queste materie prime in Irlanda e all’estero.
Il Marine Stewardship Council (MSC) e l’Aquaculture Stewardship Council (ASC) sono due organizzazioni internazionali non governative che collaborano con Origin Green e certificano i prodotti ittici pescati in natura e di allevamento in gra-
do di soddisfare rigorosi standard ambientali e sociali. Così Origin
Green dimostra di essere, ancora una volta, un modello da seguire anche all’interno del settore ittico globale, apportando un importante contributo agli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile delle Nazioni Unite, in particolare all’Obiettivo 14: Life
Below Water che ha come scopo la conservazione durevole degli oceani, dei mari, delle risorse marine per uno sviluppo sostenibile. Inoltre, il programma di sostenibilità alimentare irlandese contribuisce a migliorare la reputazione e la competitività dei prodotti ittici dell’Isola di Smeraldo sui mercati nazionali e internazionali, dal momento che i consumatori richiedono sempre più prodotti sostenibili e tracciabili. Un lavoro che richiede cura e dedizione ma che è ripagato da risultati concreti:
• oltre il 90% della produzione ittica irlandese è coperta da Origin Green, con oltre 40 membri all’interno del programma;
• più di 30 prodotti ittici irlandesi
Bord Bia, Irish Food Board, è un ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari e bevande irlandesi. Lo scopo di Bord Bia è quello di promuovere il successo dell’industria Food & Beverage irlandese attraverso servizi di informazione mirati, la promozione e lo sviluppo dei mercati. Nel 2023 le esportazioni dell’industria Food & Beverage irlandese sono arrivate a quota 16,3 miliardi di euro. L’Italia rappresenta uno dei mercati più importanti per l’export di manzo irlandese in Europa con scambi valutati, nel 2023, a 234 milioni di euro. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito.
>> Link: www.irishbeef.it
sono certificati da MSC o ASC;
• oltre il 50% delle esportazioni di prodotti ittici irlandesi è destinato a mercati che richiedono o preferiscono la certificazione di sostenibilità, come Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Stati Uniti;
• oltre il 70% del pescato irlandese è coinvolto nei FIP, in particolare
specie come merluzzo, eglefino, nasello, platessa, merlano, rana pescatrice, rombo giallo e merluzzo carbonaro;
• più di 20 aziende irlandesi di prodotti ittici sono state riconosciute dal GSSI come conformi al suo parametro di riferimento globale per la sostenibilità dei prodotti ittici.
Carpacci e Tartare di Pesci Pregiati
Innovazione e qualità: le soluzioni di Fratelli Pagani per il settore ittico
Fratelli Pagani, specialista nella creazione di miscele e aromi per l’industria alimentare, offre una linea di prodotti pensata per il settore ittico, con l’obiettivo di migliorare la qualità, il gusto e la conservazione delle preparazioni a base di pesce, crostacei e molluschi. Con un impegno costante verso l’innovazione e la ricerca, l’azienda propone soluzioni avanzate per produttori e trasformatori, rispondendo a richieste di qualità e prestazioni elevate.
Tra i prodotti di punta della gamma si annovera OCTO-GEL 17748, una miscela idrosolubile sviluppata per la produzione di insaccati di polpo e gamberi. La miscela permette di ottenere un prodotto con buona elasticità e tenuta della fetta, riducendo i costi di produzione e minimizzando la sineresi, con la possibilità di utilizzare i rifili, un vantaggio per la resa produttiva.
Per le preparazioni in salamoia, come insalate di mare e surimi, Fratelli Pagani propone STABIL FH 17701 e STABIL FH PLUS 17702, liquidi di governo a base acqua che abbassano il pH senza compromettere il gusto, grazie a un’acidità mascherata da aromi naturali. Disponibili in formato polvere idrosolubile, questi prodotti rispondono alle richieste di un mercato sempre più attento alla qualità e alla sostenibilità.
Per il settore dei prodotti ittici formati come fish burger, MIX DRY FH 67001 e FAST FH 67002 sono miscele che offrono struttura compatta e succosità anche con ingredienti di pesce più magri. Questi prodotti migliorano la ritenzione dell’acqua e riducono la sineresi, garantendo risultati di alta qualità per il prodotto finito. Infine, la gamma include una selezione di aromi
studiati per esaltare le note caratteristiche del pesce, tra cui gusto limone, bisque, crostaceo, baccalà, surimi e una nota fumo naturale. Questi aromi migliorano e stabilizzano il gusto del prodotto, mascherando eventuali sentori acidi o metallici per un’esperienza di consumo piacevole e autentica.
Le soluzioni di Fratelli Pagani per il settore ittico offrono ai produttori un’ampia scelta di ingredienti innovativi e performanti, pensati per soddisfare le esigenze di un mercato in continua evoluzione.
>> Link: fratellipagani.it
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CHE ESALTANO IL GUSTO
DEI PRODOTTI ITTICI
SELEZIONE DI AROMI PER ELABORATI DI PESCE
- AROMA GUSTO LIMONE
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I nostri aromi sono ideali per tutti i prodotti gastronomici a base di pesce, crostacei o molluschi.
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• Conservano e stabilizzano il gusto
• Conferiscono ed esaltano le note tipiche del pesce
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Gruppo VRM: la forza della filiera integrata nell’acquacoltura sostenibile
L’industria ittica sta attraversando un’evoluzione radicale, in cui qualità, tracciabilità e sostenibilità sono diventati i pilastri per rispondere a un mercato sempre più esigente e consapevole. In questo contesto, il Gruppo VRM rappresenta una realtà che ha saputo valorizzare e ottimizzare l’intero processo produttivo, grazie a una filiera integrata che copre tutte le fasi del ciclo produttivo, dall’allevamento alla nutrizione, fino alla lavorazione e distribuzione del pesce. Con una
produzione annua di 5.000 tonnellate di branzini e orate allevati, 10.000 tonnellate di pesce commercializzato e 30.000 tonnellate di mangime prodotto, il Gruppo VRM si distingue per una gestione verticale che punta ad eccellenza e sostenibilità.
Una filiera integrata che valorizza ogni fase del ciclo produttivo Il modello di integrazione verticale del Gruppo VRM consente di monitorare e gestire ogni singola fase della produzione ittica. Questo sistema
innovativo garantisce un controllo completo, non solo sull’allevamento e la qualità del prodotto finale, ma anche su aspetti fondamentali come la nutrizione dei pesci e l’impatto ambientale dell’intero processo. L’approccio integrato si rivela vincente, poiché offre flessibilità operativa e riduce i tempi di risposta alle esigenze del mercato, mantenendo al contempo un impegno verso la sostenibilità che oggi rappresenta una delle più importanti richieste del consumatore.
Con una produzione annua di 5.000 tonnellate di branzini e orate allevati, 10.000 tonnellate di pesce commercializzato e 30.000 tonnellate di mangime prodotto, il Gruppo VRM si distingue per una gestione verticale che punta ad eccellenza e sostenibilità.
NaturAlleva, il mangimificio del Gruppo VRM, si dedica allo sviluppo di nutrimenti bilanciati e personalizzati, per assicurare una crescita ottimale dei pesci allevati.
NaturAlleva: nutrizione e benessere come chiavi di una crescita sana NaturAlleva è il mangimificio del Gruppo VRM, specializzato nella produzione di mangimi destinati alle orate e branzini del gruppo e ad altri produttori ittici. Con un approccio scientifico alla formulazione, NaturAlleva si dedica allo sviluppo di nutrimenti bilanciati e personalizzati, per assicurare una crescita ottimale dei pesci allevati. I mangimi, che vantano ridotti valori di FFDR per farina e olio di pesce, sono concepiti per garantire un’alta qualità nutrizionale nel rispetto dei rigorosi standard ASC, confermando l’impegno di VRM per un’acquacoltura sostenibile.
Il controllo diretto della produzione dei mangimi permette di ridurre i rischi legati alla qualità dell’alimentazione e di supportare una crescita sana e naturale dei pesci, assicurando un prodotto finale che rispetta tutte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali richieste dal mercato. Inoltre, la presenza di un laboratorio analisi presso NaturAlleva permette al Gruppo di
monitorare costantemente la composizione dei mangimi, migliorando le formulazioni in base alle esigenze delle diverse specie ittiche allevate.
Civita Ittica e Kornat Ittica: allevamenti sostenibili in ambienti naturali
L’attenzione di VRM verso la qualità del prodotto e la sostenibilità ambientale trova un’applicazione esemplare negli allevamenti di Civita Ittica e Kornat Ittica, due siti produttivi che incarnano i valori fondamentali del Gruppo. Situato nel Golfo di Follonica, l’allevamento Civita Ittica si sviluppa su un territorio caratterizzato da acque pulite e controllate, ideali per la crescita di orate e branzini di qualità.
Kornat Ittica, con sede nelle Isole Incoronate, in Croazia, si estende all’interno di un parco naturale, garantendo un ambiente incontaminato e una gestione responsabile delle risorse marine.
Entrambi gli allevamenti si distinguono per una bassa densità nelle gabbie, che permette una migliore ossigenazione e una crescita naturale dei pesci, senza l’uso di antibiotici.
Le certificazioni Antibiotic free e ASC attestano l’attenzione verso la sostenibilità, mentre un team di professionisti, tra cui subacquei e veterinari esperti, monitora costantemente lo stato di salute dei pesci e le condizioni generali di allevamento, garantendo all’animale una crescita sana.
Per tutti questi motivi orate e branzini VRM hanno vinto per la seconda volta consecutiva il Superior Taste Award, aggiudicandosi il massimo punteggio sulla base di una degustazione effettuata da una giuria composta da 200 professionisti del gusto, premiati dalla GUIDA MICHELIN e GAULT & MILLAU. Questo premio è conosciuto a livello mondiale e rappresenta quindi un plus da poter comunicare ai propri clienti, che valorizza il lavoro del Gruppo e conferma il valore del prodotto nelle trattative commerciali.
Distribuzione e logistica capillare: qualità e freschezza sempre garantite La forza del Gruppo VRM non si limita alla fase produttiva, ma si estende a una distribuzione capillare
A coronamento del percorso verso una filiera integrata e sostenibile, il Gruppo VRM ha recentemente lavorato alla costruzione di NextFish Center, un impianto di acquacoltura a ricircolo (RAS), una tecnologia avanzata che permette di gestire in modo ottimale il ciclo di crescita dei pesci.
Orate e branzini VRM hanno vinto per la seconda volta consecutiva il Superior Taste Award, aggiudicandosi il massimo punteggio sulla base di una degustazione effettuata da una giuria composta da 200 professionisti del gusto.
e accurata che garantisce un prodotto fresco e sicuro su tutto il territorio italiano.
Con oltre 200 referenze di pesce fresco, VRM gestisce una rete di distribuzione che consegna il pesce entro 24 ore dall’arrivo in piattaforma, preservando la freschezza e le caratteristiche nutrizionali del prodotto. Un sistema che permette di rispondere con puntualità alle esigenze dei clienti della GDO su panorama nazionale.
Meduza d.o.o.: eccellenza nella lavorazione del pesce per il mercato europeo
La lavorazione del pesce rappresenta un altro tassello fondamentale della filiera VRM, realizzato attraverso il brand Fish Cultura. Situati in Croazia, gli impianti garantiscono lavorazioni su misura, in grado di rispondere alle più diverse esigenze del mercato ittico europeo. Con impianti all’avanguardia e una capacità produttiva di 2.800 m², Meduza d.o.o. offre diverse soluzioni di confezionamento, tra cui Monopack, Duopack e Familypack ATM, per soddisfare le richieste del consumatore moderno.
La gestione accurata della lavorazione e la varietà di packaging di-
sponibili sono studiati per mantenere intatte le proprietà organolettiche del pesce e offrire una soluzione comoda e sicura ai consumatori finali.
Fish Cultura si occupa inoltre di processi di lavorazione che rispettano rigorosi standard di qualità, posizionando VRM tra i principali fornitori di pesce fresco lavorato per il mercato europeo.
Innovazione tecnologica per un’acquacoltura responsabile: il nuovo impianto RAS
A coronamento del percorso verso una filiera integrata e sostenibile, il Gruppo VRM ha recentemente lavorato alla costruzione di NextFish Center, un impianto di acquacoltura a ricircolo (RAS), una tecnologia avanzata che permette di gestire in modo ottimale il ciclo di crescita dei pesci. Questo sistema consente di ridurre al minimo il consumo di acqua e di mantenere parametri di allevamento costanti, migliorando la qualità del pesce e garantendo una produzione sostenibile. L’impianto RAS è un chiaro esempio dell’impegno di VRM verso un’acquacoltura che guarda al futuro, sempre più orientata a coniugare qualità e rispetto per l’ambiente.
Un modello di filiera integrata per un prodotto controllato Il modello del Gruppo VRM rappresenta un esempio di eccellenza nel settore ittico, grazie a un’organizzazione verticale che copre ogni aspetto del ciclo produttivo. Il controllo completo della filiera, dalla formulazione dei mangimi alla distribuzione del prodotto finito, consente di ottenere standard di qualità elevatissimi e di rispondere in modo efficace alle richieste di un mercato in continua evoluzione. Grazie alla filiera integrata e al focus su innovazione e sostenibilità, VRM offre un prodotto sano, sicuro e tracciabile, che rappresenta un valore aggiunto per il consumatore finale. Con questo approccio, il Gruppo VRM si afferma come un modello virtuoso, in grado di portare sul mercato un pesce di qualità superiore e di offrire un contributo concreto al futuro dell’acquacoltura sostenibile.
>> Link: www.vrmazzurro.com
Kush Shellfish: cozze biologiche coltivate su corda dall’Irlanda
Kush Shellfish è il primo produttore irlandese di molluschi ad aver ricevuto lo status biologico europeo per le cozze coltivate su corda ai sensi del Regolamento UE 710/2009.
L’azienda è certificata Naturland e BioSuisse
Le cozze vengono allevate in acque di classe A nella baia di Kenmare, un’area speciale di conservazione SAC, designata ai sensi della direttiva Habitat dell’Unione Europea, situata al largo della costa sud-occidentale irlandese.
Le cozze sono coltivate su corde sospese a palangari. I mitili sono costantemente sottacqua e possono quindi nutrirsi in maniera continuativa, il che favorisce il maggior contenuto di carne. Il sapore è dolce con un pizzico di salmastro: squisite.
Spedizioni disponibili per l’Italia:
• 70 pz/kg (25% carne). Imballato 20 kg (+10% di perdita d’acqua). Spedizioni veloci con 2 consegne a settimana.
Contatti
• Mobile: Marika, +353 872751610
• E-mail: info@kush.ie
• www.kush.ie
EGY-Seafood Expo 2025
Sono state annunciate recentemente le date della seconda edizione di EGY-Seafood Expo con Egypt International Seafood & Aquaculture Industry Expo e Global Sustainable Aquaculture & Seafood Industry Conference, in calendario al Cairo dal 19 al 21 febbraio 2025. EGY-Seafood Expo è la prima fiera specializzata per i prodotti ittici e la pesca con relatori ed espositori internazionali che si terrà nel cuore del Medio Oriente, per fornire una piattaforma di networking e riunire il settore delle industrie ittiche e della pesca sotto un unico tetto per presentare, commercializzare e promuovere prodotti e servizi al loro pubblico di riferimento. La manifestazione fieristica coprirà i seguenti settori: trasformatori e industrie di prodotti ittici, gabbie per pesci, allevamenti ittici, avannotterie, progetti per l’industria della pesca, progetti per la protezione, l’imballaggio e il trasporto del pesce, fabbriche e officine per la produzione di barche e attrezzature da pesca, fabbriche di mangimi per pesci e aziende importatrici ed esportatrici.
>> Link: egyseafood.com
TROTEESALMERINIALPINI
Da Fasano, le specialità mediterranee Renna sui mercati mondiali
Renna, creatività, passione e innovazione da quasi 40 anni
Siamo a Fasano, in provincia di Brindisi, una delle zone più belle e fertili della Puglia. Qui da quasi 40 anni Renna Srl produce e distribuisce specialità mediterranee nei mercati di tutto il mondo, mantenendo intatti i profumi e i sapori di antiche ricette.
Anche questa è un’azienda a conduzione familiare , forte di una visione d’impresa che ha fatto dell’export il proprio motore di crescita. Un’industria alimentare
che opera sul mercato nazionale ed internazionale con la produzione di specialità alimentari scelte e confezionate con i metodi più tradizionali e genuini, secondo la tradizione mediterranea.
«Anche nel 2024 ci è stato riconosciuto il premio “Campioni dell’export” indetto dal SOLE 24ORE, che — insieme a STATISTA — traccia la lista delle 250 aziende con il maggior tasso di export» ci dicono. «Grazie alla combinazione di mo-
derne tecnologie, macchine e parte di lavorazione manuale durante ogni processo, Renna Srl si è ritagliata un posto da leader all’interno dei mercati internazionali, realizzando prodotti ittici e vegetali che prendono spunto dalle tradizionali ricette di famiglia».
«La nostra azienda — puntualizza Annapia Renna — è stata fondata nel 1976 da mio padre Saverio. La nostra mission è fornire prodotti di qualità e genuini, facendo parti-
colarmente attenzione ad ogni fase del processo produttivo, così da garantire standard sempre elevati e capaci di rispettare totalmente ogni proprietà delle materie prime che utilizziamo».
Questo focus verso ogni fase del processo produttivo ha permesso a Renna Srl di conquistare, per il decimo anno, il prestigioso premio Diamond per Qualità e Gusto da parte dell’ International Taste & Quality Institute».
Ma come è nata esattamente la Renna Srl, qual è stato l’incipit di questa azienda? Il suo fondatore, Saverio Renna, è sempre stato abituato a cercare nel mare le risorse di vita e a sfruttarle e conservarle per affrontare le stagioni più fredde. E, proprio nel 1976, decise di avviare, a livello artigianale, una piccola produzione di polpo in aceto, alici marinate e acciughe salate, da distribuire nei comuni limitrofi.
«Anche le specialità ittiche sono sottoposte ad un sistema di controllo molto esigente e, oltre a provenire da fornitori certificati, la loro produzione è particolarmente attenta a rispettarne la genuinità. I pesci come lo sgombro, ad esempio, vengono puliti manualmente uno ad uno dagli addetti come anche il polpo, il nostro articolo iconico, viene tagliato a mano» prosegue Annapia Renna. Tutta la fase di lavorazione è seguita personalmente da Saverio Renna, ancora oggi presente e attivo in azienda.
La creatività, l’innovazione e la passione che da sempre la animano, hanno fatto di questa realtà un’azienda in costante evoluzione e sempre alla ricerca di prodotti di alta qualità che soddisfino i gusti di una clientela sempre più raffinata ed esigente.
Per assicurare un prodotto quanto più in linea ai differenti mercati l’azienda pugliese persegue un impegno costante nel campo delle certificazioni volontarie (IFS / BRC / ISO22000 / ISO45001 / UNIPdR 125-parità di genere). All’interno di Renna Srl è infatti attivo un team che si occupa di studiare soluzioni alle richieste di conformità per i differenti clienti di ogni mercato estero.
Anche questo aspetto ha contribuito a stringere partnership importanti, come quella col gruppo statunitense COSTCO, una grande catena di ipermercati presente in USA, Canada e in altre parti del mondo.
Renna Srl
Via S. Oronzo 139 72015 Fasano (BR) Telefono: 080 4426250
E-mail: direzione@rennasrl.com Web: rennastl.com
Gli antipasti di mare e terra della tradizione italiana, le conserve in olio di semi di girasole e i prodotti al naturale a marchio Renna sono distribuiti in botteghe alimentari di qualità, rivenditori gourmet e negozi di cibo italiano.
Tutti i plus di Renna Srl
• Materie prime di qualità
Renna Srl si rifornisce da rivenditori certificati e lavora oltre 90 materie prime. Tutti gli ingredienti sono selezionati con cura.Vengono adottati standard qualitativi mirati a preservare le qualità organolettiche di pesce e verdure (colore, dimensione, forma, odore, consistenza e sapore).
• Packaging
Pack esclusivi vestono l’eccellenza dei prodotti con una particolare attenzione alla conservazione delle caratteristiche organolettiche e del gusto. Dalle vaschette ai vassoi, dai fusti alla più elegante linea gourmet, Renna Srl propone 30 tipi di packaging per venire incontro alle esigenze della clientela e dei mercati in cui essi opera.
• Servizio di fornitura e spedizione
L’azienda conta partner commerciali in 70 paesi e garantisce la consegna puntuale degli antipasti pronti in tutto il mondo.
• Certificazioni
Certificazioni nazionali e internazionali ISO 22000, ISO 45001, IFS, BRC, FDA.
• Assistenza al cliente
Massima cura nel seguire il cliente in ogni fase d'acquisto, pre e post vendita.
Mare Gioioso in GDO
Prospettive e progetti per una realtà sempre più in espansione: intervista a Pietro Tavaglione, responsabile commerciale dell’azienda per la GDO
di Elena Benedetti
La realtà produttiva e commerciale di Mare Gioioso, fondata da Sebastiano Gioioso e attiva dal 2016, è oggi una tra le più dinamiche imprese che operano nel comparto ittico. Tra il centro di spedizione e di depurazione di molluschi a Torre Canne di Fasano (BR), da cui i molluschi vengono lavorati e spediti in tutta Italia, le partnership con Università e istituzioni, le gestioni dirette di pescherie e ristoranti c’è, non ultima, un’attività importante di posizionamento commerciale in GDO. Per sviluppare meglio quest’ultimo
punto abbiamo intervistato Pietro Tavaglione, responsabile commerciale GDO di Mare Gioioso.
Qual è la quota di prodotto che Mare Gioioso commercializza attraverso la GDO?
«Attualmente la Mare Gioioso lavora principalmente con la GDO con la quale sviluppiamo circa l’80% del nostro fatturato. In questo contesto si muove il confezionato che, con un’esplosione di vendite negli ultimi mesi, capitalizza il 10%di quota dei ricavi della società. Quando si parla
di confezionato si parla di GDO e, nello specifico, possiamo affermare che il 95% del fatturato espresso da queste merceologie matura nella Grande Distribuzione Organizzata».
Quali sono i prodotti di punta?
«I prodotti trainanti sono quelli classici, tipo branzino e orata, seguiti da tutte le referenze panate. Negli ultimi mesi, però, abbiamo visto crescere a doppia cifra quelle referenze che per noi un anno fa erano una scommessa e sulle quali abbiamo investito e cioè i “Pronti a Cuocere”.
Di questa linea abbiamo alcune referenze che stanno riscontrando un grande successo. Per fare qualche nome direi la Darna di salmone al pistacchio, Seppie gratinate, Spigola con patate, Moscardino alla Luciana. Anche le nostre bowl poke e insalate (ready to eat), dopo un restyling effettuato a maggio, sono state protagoniste dell’estate 2024. Tutto sommato posso dire che, per ogni linea, abbiamo dei prodotti di spicco che fanno la differenza».
Avete in previsione il lancio di nuovi prodotti?
«Il 2024 è per noi un anno di “assestamento” in termini di nuovi prodotti. Infatti quest’ultimo anno lo abbiamo utilizzato per revisionare gli assortimenti e sperimentare nuove tecniche di confezionamento e, di conseguenza, avere dei benefici sulle conservazioni dei prodotti con una shelf-life più lunga. Al riguardo ne cito uno su tutti che è la shelf-life delle Poke che abbiamo portato a 1+9 giorni. Allo stesso tempo però questo tipo di lavoro ci ha suggerito molti spunti su quelli che saranno i progetti futuri che sicuramente verranno concretizzati nel prossimo anno».
Quanto è importante il packaging?
«Il packaging è tanto importante per i nostri clienti quanto lo è per
noi. Abbiamo già messo in campo l’utilizzo di confezioni adatte sia per il forno che per il microonde nella nostra linea di “Pronti a Cuocere” Siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni non invasive del packaging nel senso che rispettino il prodotto (che facciano vedere il contenuto), che facilitino il consumatore (utilizzo veloce e multifunzionale) e che rispettino l’ambiente (riciclabile al 100%)».
Il tema della sostenibilità perseguita da Mare Gioioso è un driver per incrementare gli acquisti?
«Noi di Mare Gioioso crediamo nella sostenibilità a 360° anche se siamo consapevoli delle difficoltà e dei tempi che ci vorranno affinché venga raggiunto il giusto equilibrio sui tre fattori principali: ambiente, economia e società. Non so se è un driver per incrementare gli acquisti nel breve periodo ma sono certo che nel medio/lungo termine sarà un volano che permetterà di fare la differenza».
C’è qualche altra attività che vorrebbe sottolineare?
«Negli ultimi anni la Mare Gioioso si è impegnata in un percorso di crescita non solo da un punto di vista economico e in termini di fatturato, ma soprattutto da un punto
di vista di investimenti. Abbiamo investito sulle certificazioni ASC, MSC e, soprattutto, IFS. Quest’ultima ci permetterà di allargare i nostri orizzonti anche ai mercati internazionali. Inoltre, appena tre mesi fa, abbiamo ampliato l’azienda con un nuovo stabilimento di ultima generazione.
Le richieste del mercato e una visione di un prossimo futuro hanno portato Sebastiano Gioioso ad investire creando e attrezzando una nuova struttura, dove produciamo e confezioniamo tutte le referenze per il retail e che attualmente distribuiamo su tutto il territorio nazionale». Elena Benedetti
Mare Gioioso Srl di Sebastiano Contrada Baione Sn 70043 Monopoli (BA) Telefono: 080 4174806
E-mail: info@maregioioso.it Web: www.maregioioso.it
Davide Furlan, cambio di ruolo e al lavoro per lo sviluppo di nuovi progetti nel settore ittico
Dopo 12 anni alla guida di Cromaris Italia come amministratore, Davide Furlan (in foto a lato) ha recentemente ed improvvisamente interrotto il suo percorso con il Gruppo Cromaris per assumere il ruolo di direttore vendite de L’Avannotteria di Petrosino, parte iniziale di un progetto molto più ampio che in un prossimo futuro lo coinvolgerà in altre segmenti del settore ittico.
Trevigiano di nascita, Furlan porta con sé un bagaglio di esperienza consolidato, frutto di una lunga carriera nel comparto ittico nazionale e internazionale. Questa nuova sfida rappresenta un’opportunità per contribuire ulteriormente alla crescita di un settore strategico e in evoluzione.
Ittinsect diventa Ocean Twist Biotechnology e si espande come azienda biotech delle proteine sostenibili
Ittinsect, azienda pioniera nell’alimentazione sostenibile per l’acquacoltura, cambia nome in OceanTwist Biotechnology, per riflettere l’espansione delle sue attività e l’ambito di applicazione delle sue tecnologie innovative. L’azienda utilizza adesso sia sottoprodotti di origine vegetale sia insetti per la produzione di farine proteiche ad alto valore nutritivo. Ocean Twist Biotechnology propone i suoi concentrati proteici come un nuovo macro-ingrediente nel settore mangimistico, in grado di sostituire ingredienti tradizionali e ad alto impatto, come la farina di pesce e la soia. «Abbiamo identificato una grande necessità nel mercato: la domanda di farina di pesce sta crescendo molto rapidamente, ma la sua disponibilità è limitata per via della situazione catastrofica in cui si trova l’ecosistema marino. Molte proteine alternative hanno limiti tecnici che impediscono un’inclusione su larga scala nei mangimi per bestiame e pesci, il che significa che non possono sostituire completamente la farina di pesce», ha dichiarato Alessandro Romano, CEO di Ocean Twist Biotechnology. Il rebranding sottolinea la missione di Ocean Twist di ridurre la pressione sugli ecosistemi marini, offrendo alternative sostenibili e scalabili alle risorse derivate dall’oceano. L’azienda è guidata da un team di nove esperti in tecnologia alimentare, nutrizione ittica, biotecnologia, business e finanza. Negli ultimi tre anni, il team ha raggiunto risultati tecnici eccellenti, la presenza in tre Paesi europei ed è sulla buona strada per diventare un leader nello sviluppo e produzione di proteine sostenibili. Il nome Ittinsect – Feed for the Ocean rimarrà come brand per rappresentare la linea di mangimi completi per acquacoltura distribuiti in Italia per trote, storioni, spigole e orate.
>> Link: www.ocean-twist.com
Ostriche irlandesi: sostenibilità e gusto inconfondibile
Una produzione che segue i ritmi dell’ambiente. Sapidità e intensità, elementi distintitivi di un prodotto sinonimo di grande eccellenza in tutto il mondo
Ostriche irlandesi e Champagne, quale abbinamento migliore per una cena a lume di candela? E ancora, stupire il palato con unioni semplici ma d’effetto: una goccia di limone, una vinaigrette a base di tabasco e pepe rosa oppure osare accompagnando il tutto con una goccia di gin, in pieno stile Irish.
Le ostriche irlandesi rappresentano un prodotto ittico dal sapore semplice e intenso… a dir poco sorprendente e sempre più apprezzato nel nostro Paese. Grazie alla sua conformazione geografica insulare e alla vicinanza con le fredde e incontaminate acque dell’Oceano Atlantico infatti, l’Isola di Smeraldo ha accesso ad una delle zone di pesca più ricche d’Europa. Proprio questo permette di ottenere delle materie prime di ottima qualità, come appunto le ostriche
Le acque dell’oceano in cui viene allevato questo prodotto conferiscono delle caratteristiche uniche come una perfetta forma allungata, una conchiglia molto resistente e uno smalto liscio dal colore bianco perlato.
In Irlanda sono presenti moltissime oyster farm ognuna con le proprie particolarità ma tutte con un unico denominatore comune: a coltivare davvero l’ostrica non è il farmer ma il mare e l’ambiente circostante perché questo prodotto rappresenta un dono della natura. Il rispetto dei tempi della natura per la coltivazione delle ostriche in Irlanda è fondamentale. L’obiettivo non è aumentare la produzione bensì garantire la qualità di una materia prima d’eccellenza che si distingue in tutto il mondo. Se durante il primo anno di allevamento un’ostrica pesa 10 grammi, il secondo anno arriverà a pesare circa sei volte tanto (60 grammi circa) e così via fino per i successivi 12 mesi in cui il peso, solitamente, raggiunge i 150 grammi. In tutto questo tempo, i farmers irlandesi rimangono in attesa, in costante equilibrio con quello che la natura offre loro per rispetto e gratitudine.
Il risultato finale di queste pratiche allevatoriali è un prodotto dal
gusto ineguagliabile che rende ogni assaggio un’esperienza sensoriale unica al palato: il sapore ricco, immediatamente riconoscibile, nasce dalla dolcezza e persistenza dello iodio, che si combina ad un leggero tocco di note agrumate.
Il sapore diventa così tratto distintivo per riconoscere anche la provenienza di un’ostrica irlandese. Infatti, se le ostriche di Galway hanno una sapidità fresca vista la temperatura molto bassa dell’acqua di quella zona, quelle provenienti da Carlingford avranno un gusto altrettanto ottimo ma differente, perché influenzato dai minerali delle rocce presenti nell’area. Ad ogni assaggio delle ostriche irlandesi, basta chiudere gli occhi per ritrovarsi nel luogo magico in cui sono state allevate.
Infine, a rendere questo prodotto davvero unico sono anche le eccellenti qualità nutrizionali: le ostriche irlandesi sono ricche di proteine e povere di grassi, con livelli straordinariamente elevati di elementi come iodio, ferro, rame, selenio e zinco. Le ostriche irlandesi, così come gli altri prodotti ittici dell’Isola di Smeraldo, assicurano un rigoroso rispetto dei più elevati standard di qualità e di sicurezza alimentare, garantendo allo stesso tempo la difesa dell’ambiente marino e della biodiversità. I prodotti ittici irlandesi sono inoltre certificati in confor-
mità al programma Origin Green, programma nazionale irlandese per lo sviluppo della sostenibilità alimentare. Il programma consente ai produttori irlandesi di prodotti ittici di fissare e raggiungere obiettivi di sostenibilità misurabili in settori quali l’approvvigionamento di materie prime, l’efficienza energetica, la conservazione dell’acqua, la biodiversità, la responsabilità sociale, la salute e la nutrizione. I membri di Origin Green sono verificati e controllati in modo indipendente da Bord Bia, l’ente governativo irlandese per la promozione dei prodotti food & beverage irlandesi che supervisiona il programma.
L’Italia è un partner commerciale fondamentale per i prodotti ittici irlandesi: è il secondo mercato mondiale per le importazioni di crostacei e molluschi irlandesi e, secondo una recente stima di Bord Bia, circa il 20% del consumo annuale di ostriche in Italia avviene nel periodo natalizio, con un ulteriore picco intorno a San Valentino a febbraio. Complessivamente, nel 2023, le esportazioni di prodotti ittici irlandesi nel Bel Paese hanno superato i 62,5 milioni di euro Si tratta di un dato importante che conferma anche l’importanza del mercato italiano come principale destinazione di esportazione degli scampi irlandesi (Nephrops Norvegicus).
Bord Bia, Irish Food Board, è un ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari e bevande irlandesi. Lo scopo di Bord Bia è quello di promuovere il successo dell’industria Food & Beverage irlandese attraverso servizi di informazione mirati, la promozione e lo sviluppo dei mercati. Nel 2023 le esportazioni dell’industria Food & Beverage irlandese sono arrivate a quota 16,3 miliardi di euro. L’Italia rappresenta uno dei mercati più importanti per l’export di manzo irlandese in Europa con scambi valutati, nel 2023, a 234 milioni di euro. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito.
>> Link: www.irishbeef.it
Maricoltura Mattinatese, pioniera del settore
di Gianluca Bianchini
Tanti impianti di pescicoltura oggi l’hanno superata, ma la Maricoltura Mattinatese mantiene un primato. È stata pioniera in Italia in questo settore, facendo galleggiare in mare agli inizi degli anni ‘90 le prime gabbie circolari per l’allevamento dei pesci. E, sempre in quegli anni, si è confrontata con la maricoltura francese per avviare quello che al tempo era solo un business in fasce.
A fondare questa società cooperativa del Gargano, che ogni anno produce 450 tonnellate di spigole e orate, è stato un agronomo di Mattinata, Francesco Santamaria (classe 1954). Ancora studente all’università di Bari, ebbe un’idea: fondare un impianto di mitilicol-
tura valorizzando una risorsa che dalle sue parti era ancora vergine. «Quando ero ragazzo — ricorda l’agronomo — Mattinata non era ancora una realtà turistica, si coltivava la terra e non c’era nemmeno la cultura della pesca, per questo cominciammo con la mitilicoltura». La mitilicoltura, però, avviata nei primi anni ‘80, non ebbe successo per via di un paradosso. «I nostri fondali sono così puliti che la cozza, essendo un filtrante del mare, fa fatica a crescere», afferma Luca Notarangelo, classe 1988, attuale presidente di Maricoltura Mattinatese. Per questo motivo, dunque, 10 anni più tardi si decise di convertire la mitilicoltura in pescicoltura. «A tale
scopo — ricorda Francesco — nel 1992 ci venne incontro un progetto pilota della provincia di Foggia. Si mise dunque a frutto questa opportunità acquistando le attrezzature e formando il personale e così la nuova attività poté partire, arrivando nel giro di pochi anni a rifornire tutto il versante Adriatico. Dal nord barese fino a Venezia».
La pulizia dei fondali rappresenta da sempre un punto di forza della Maricoltura Mattinatese, perché non essendoci un accumulo importante di massa biologica, significa che la produzione è sostenibile. «Un fatto accertato dalle ispezioni condotte nel 2021 da ISPRA e ARPA PUGLIA per conto del ministero dell’Ambiente»
In alto: una panoramica del sito. Sono 65 le gabbie dell’impianto della Maricoltura Mattinatese. In basso: il presidente Luca Notarangelo.
spiega Francesco. «Inoltre, ciclicamente monitoriamo i fondali in autocontrollo per accertarci che la produzione abbia un impatto reversibile». L’impianto di maricoltura si trova in località Mattinatella, una delle baie più amate dai turisti. Per arrivarci anziché voltare a sinistra e imboccare la strada che porta ai lidi si deve proseguire dritto verso il porticciolo, «costruito apposta per facilitare le operazioni degli addetti ai lavori», puntualizza Francesco. Il porticciolo è sovrastato da una falesia sulla cui sommità si trova un ex caserma della guardia di finanza a cui si accede o per una strada laterale o tramite un ascensore. Dall’ex caserma, lasciata in concessione
alla maricoltura, il mare è tutto un luccichio.
A poche centinaia di metri dagli ormeggi si vedono le 65 gabbie dell’impianto, 15 per gli avannotti, (i giovanili di spigole e orate) che non pesano più di 2/10 grammi, e 48 per gli esemplari adulti, ivi trasferiti
una volta raggiunta la pezzatura di 40/80 grammi. Le prime, con un diametro di 11,5 metri, sono gabbie per il pre-ingrasso, le seconde, invece, con un diametro di 25 metri, sono gabbie per l’ingrasso. Dentro a ciascuna di queste gabbie nuotano circa 60/70 mila pesci, la cui libertà
è delimitata da una rete che scende fino a 6,5 metri di profondità in un’area di bassi fondali. «È importante spiegare — afferma il presidente — che, nonostante l’alto numero di pesci allevati, la nostra resta una produzione rispettosa dell’ambiente, perché, ripeto, fino a quando non c’è un accumulo importante di massa biologica e fino a quando viene rispettato il benessere animale, grazie, da una parte, al ricambio delle acque dovuto alle correnti e, dall’altra, a un’alimentazione certificata con mangimi a base di farina di pesce e farina di graminacee, tutto avviene nel rispetto delle norme vigenti».
A testimonianza dalla salubrità delle acque dell’impianto ci sono pesci come cefali e boghe che in genere non si trovano in questi tratti di mare e spesso si vedono i polpi che trovano le loro tane nei tubi di cemento che sorreggono le reti.
Ovviamente per mantenere la funzionalità della struttura è necessario un lavoro di manutenzione. «A tal fine — spiega Notarangelo — i sub controllano che le maglie delle reti non siano rotte, per evitare la fuoriuscita di pesce, e controllano pure che non ci siano alghe e ostruzioni varie che impediscono il passaggio dell’ossigeno e il ricambio dell’acqua. Ad ogni modo, ogni rete dopo due mesi viene sostituita con una nuova per essere ripulita».
Molto importante per proteggere il pescato è anche la guardiania, sup-
portata di notte da una sorveglianza radar che segnala la presenza di eventuali ladri.
Altre operazioni sono condotte dalle barche, da quella spara-mangimi, il cui equipaggio, grazie ad un software, sa esattamente la quantità da somministrare a ciascuna gabbia, a quella che trasporta gli addetti alla raccolta del pesce.
Orate e spigole sono catturate con un retino, 2 o 3 volte a settimana, per poi essere rovesciate in cassoni contenenti acqua e ghiaccio. Questi cassoni, che una volta riempiti pesano 3 quintali, vengono issati sulla falesia e successivamente trasferiti nella sala per il controllo della qualità. Qui gli addetti suddividono il pesce in base al peso. Le due pezzature sono la A (250/350 g) e la AA (400/600 g)
A questo punto, l’operatore procede con l’incassamento per poi pesare le casse e applicare sull’opercolo del pesce il sigillo della società. Dopodiché le casse, ciascuna dal peso di 6 kg, vengono sistemate su delle pedane in base agli ordini ricevuti e contrassegnate con un’etichetta indicante la zona di allevamento, il nome scientifico del pesce, la data di pesca e il numero del lotto (che cambia pescata per pescata), al fine di garantire la tracciabilità del prodotto. Le casse vengono infine ghiacciate e messe nella cella di stoccaggio. Qui restano al massimo fino alle 16:00, allorquando vengono
ANTONIO VERRINI
Controllo Qualità.
caricate e spedite nel Nord Italia. In questo modo il pesce entro 24 ore dall’incassamento si trova già nelle pescherie per essere proposto nelle pezzature più piccole come prodotto per la griglia, e nelle pezzature più grosse come prodotto da sfilettare e servire al ristorante. Poi ovviamente ognuno ne fa l’uso che gli pare. L’importante è che il pesce sia buono e allevato in modo sano.
Gianluca Bianchini
Maricoltura Mattinatese Soc. Coop. C.da Mattinatella 71030 Mattinata FG Telefono: 348 9879109 E-mail: info@maricoltura.com Web: maricoltura.com
Gli ultrasuoni a supporto dell’espansione del brand Pedol
Una holding, Tasty Life, per tre aziende. Il cuore pulsante di un unico grande progetto che ha come comun denominatore il pesce e un obiettivo condiviso per i prossimi anni: un’espansione strategica prima in Italia e poi oltreconfine
di Veronica Fumarola
Le tre anime di Tasty Life sono la Pescheria Pedol, bottega storica di Milano dal 1929 situata in Piazza Wagner a Milano; il Bistrot Pedol, un flagship store al Mercato Centrale Milano; Metacibus, start-up innovativa proprietaria di due brevetti per il trattamento a freddo di alimenti con tecnologia ad ultrasuoni.
A capo, Ugo Cosentino, socio di maggioranza che detiene l’80% del capitale di Tasty Life. «Dopo tanti vissuti all’estero lavorando in tutt’al-
tro settore — racconta Cosentino — 12 anni fa ho deciso di acquistare la Pescheria Pedol, dove mi servivo abitualmente quando ero a Milano. Qualche anno più tardi ho voluto fare un ulteriore passo in avanti. Ho ceduto la mia precedente attività con l’intento di sviluppare il marchio Pedol, molto conosciuto nel panorama milanese. Così, a settembre 2021, nasce Bistrot Pedol all’interno del Mercato Centrale Milano, con l’obiettivo di proporre
un’offerta culinaria a base di pesce degna per la città di Milano. Abbiamo creato, quindi, un flagship store in cui alla vendita al dettaglio aggiungiamo piatti crudi e cotti preparati sul momento in una cucina a vista per la somministrazione in loco, l’asporto e la consegna a domicilio.
Metacibus, invece, nasce a giugno 2022, con lo scopo di realizzare un’attività di ricerca sull’utilizzo della tecnologia a ultrasuoni a freddo per il trattamento degli alimenti».
I plus degli ultrasuoni
Sviluppare tecnologie d’avanguardia è la mission di Metacibus, che ha già ottenuto due brevetti per il trattamento con ultrasuoni a freddo degli alimenti valido sia per l’Italia sia per l’estero. Obiettivo? Produrre alimenti più sostenibili e salutari La tecnologia può essere applicata sui prodotti ittici, ma anche su carne, verdure e legumi, oltre che su prodotti caseari, distillati e altri in fase di sperimentazione.
«Gli ultrasuoni sono molto utilizzati in ambito medico — spiega Cosentino — infatti, il nostro partner è proprio un’azienda medica specializzata negli ultrasuoni, che ci ha supportati nell’ampliare il loro utilizzo al mondo food, rispondendo alle attuali sfide del settore a livello mondiale: nutrire la popolazione con un cibo di qualità utilizzando delle metodologie di trattamento e produzione sostenibili dal punto di vista energetico e idrico.
Nello specifico, questa tecnologia prevede l’immersione degli alimenti in una vasca d’acqua che poi, tramite
un macchinario, vengono massaggiati con onde elastiche che consentono di trattare gli alimenti in maniera mirata ed efficace ottenendo dei benefici. In primis, l’abbattimento della carica batterica, quindi l’allungamento della shelf-life degli alimenti, ma anche l’ammorbidimento dei cibi, mantenendo invariate le caratteristiche nutrizionali del prodotto. Due plus garantiti anche per i prodotti ittici.
Per alcune tipologie di pesce, come il polpo, la seppia, il calamaro, inoltre, la tecnologia a ultrasuoni a freddo consente di ammorbidire la carne dei molluschi e, in fase di cottura, di perdere meno peso rispetto al prodotto non trattato».
Per quanto riguarda il mondo del pesce, l’intenzione della holding è di utilizzare la tecnologia per garantire un beneficio competitivo al Gruppo Pedol. Questo vuol dire applicare gli ultrasuoni sul pesce destinato alla vendita nella Pescheria e nel Bistrot Pedol, ma anche commercializzare prodotti premium a noti player che operano nel settore della ristorazione e nella
vendita retail di prodotti freschi e al dettaglio.
E, proprio a questo scopo, in questi mesi, è stato realizzato un nuovo laboratorio di produzione aziendale di 350 m2, che sarà la sede primaria dell’attività di ricerca, oltre che il centro produttivo a supporto dei marchi Pedol e Metacibus.
Per gli altri segmenti di mercato in cui possono essere applicati gli ultrasuoni (legumi, verdure, carne, ecc…), l’intento è di cercare dei partner industriali o dei fornitori di macchinari per estendere l’utilizzo della tecnologia al mondo HO RE CA. e dell’industria alimentare. In alternativa, l’opzione è quella di concedere delle licenze di utilizzo del know-how di Metacibus, avvalendosi di studi scientifici che testimonino i reali benefici della tecnologia.
In questa direzione, Metacibus sta portando avanti un progetto di ricerca proprio con l’Università di Pavia per il trattamento di legumi e verdure per dimostrare il mantenimento del contenuto proteico e vitaminico a seguito del trattamento con ultrasuoni.
VENDITA PESCE FRESCO
Gió Mare unisce l’esperienza del suo fondatore, Giovanni Bonci, e la freschezza commerciale giorno il pescato proveniente da ogni parte d’Italia.
la propria gamma di prodotti di decine di articoli ed impreziosire così la propria offerta sì la offerta
Gió Mare Via Matteucci 17/19 – 47042 Cesenatico (FC) Tel. 0547/675446 – Fax 0547/75 139 info@giomare.net – www.giomare.net
A destra: una delle location per eventi del Mercato Centrale a disposizione di Bistrot Pedol. Sono in previsione altre aperture seguendo la stessa filosofia di pescheria con cucina adattando i nuovi punti vendita agli spazi e al contesto in cui si inseriranno. A pagina 97: plateaux di ostriche. I plateaux di frutti di mare sono ispirati alla creatività dello chef Franck Businelli.
L’evoluzione di Bistrot Pedol
Il nuovo laboratorio è stato realizzato anche in prospettiva dell’evoluzione del brand Pedol, con l’idea di centralizzare la preparazione dei piatti da consegnare sia alla Pescheria Pedol sia ai nuovi punti vendita Bistrot Pedol che vedranno la luce nei prossimi mesi. Il laboratorio consentirà una produzione centralizzata delle preparazioni per fornire i punti vendita, minimizzare la linea nei singoli store e il personale dedicato, garantendo allo stesso tempo la stabilità del prodotto.
«In questi anni — fa notare Cosentino — abbiamo standardizzato un format che rappresenta la base da cui partire per replicare la proposta anche altrove, restando fedeli al nostro obiettivo: proporre un modello sostenibile, senza deroghe sulla qualità, che deve rimanere sempre altissima.
Nasciamo come pescheria con cucina e seguiremo questo filone, adattando i nuovi punti vendita agli spazi e al contesto in cui si inseriranno: mercati rionali, aeroporti, centri commerciali, ecc…».
Attualmente, infatti, il Bistrot Pedol del Mercato Centrale Milano prevede un’esposizione modulare: parte dei 12 metri di banco è dedicata al pesce crudo, che si può acquistare e portare a casa tal quale oppure si può cuocere alla griglia o friggere; ci sono, poi, i crudi di mare, la gastronomia di mare e i primi di pesce.
«Nella nostra concezione, la costruzione del banco su cinque moduli rappresenta a pieno Bistrot Pedol — commenta Cosentino —, ma nelle prossime aperture (una prevista entro fine anno e tre già
in programma per il 2025, NdA) sceglieremo le sezioni da inserire di volta in volta, in base al locale. Dove sarà possibile, oltre ai piatti pronti, prevederemo anche l’esposizione del pesce e la vendita al dettaglio, che rappresenteranno due elementi distintivi.
Il modello a cui aspiriamo è quello in cui siamo noi a educare il cliente, spiegandogli che il pesce che trova sul banco è quello attualmente disponibile sul mercato per garantirgli la massima freschezza, attraverso un format che lo invita a scegliere
come comporre la sua selezione di prodotto da preparare alla griglia, fritto o crudo, con i nostri bellissimi plateaux di frutti di mare, ispirati alla creatività dello chef bretone pluristellato FRANCK BUSINELLI».
In questo nuovo percorso, poi, Ugo Cosentino auspica anche un nuovo modello di acquisto della materia prima, in cui i fornitori diventano dei partner di Bistrot Pedol, anche in un’ottica di co-branding. Veronica Fumarola
>> Link: www.lavetrinadelpesce.it
Contributi a fondo perduto
Regione Marche
Finanziamento a fondo perduto dal 50% al 100% per la trasformazione e commercializzazione prodotti ittici
Reg. UE 1139/2021 FEAMP
2021/2027 – Obiettivo Specifico 2.2 Competitività e sicurezza delle attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e acquacoltura
È operativo fino al 30/12/2024 il bando per investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializzazione prodotti ittici con un contributo a fondo perduto dal 50% al 100% per spese sostenute dal 1o novembre 2022 e da sostenere nel 2024-2026 per le seguenti spese:
1. acquisto di terreni funzionali all’iniziativa per un importo non superiore al 10% dell’iniziativa;
2. acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili funzionali all’iniziativa;
3. investimenti in attrezzature di sicurezza (sistemi antincendio, sistemi di sicurezza e di allarme, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
4. investimenti per migliorare le condizioni di lavoro, la tutela e la salute e il miglioramento dell’igiene degli addetti (aree comuni, servizi igienici, cucina, sala mensa, dispositivi atti a ridurre la movimentazione manuale dei carichi, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
5. acquisto di impianti, macchine, attrezzature per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici (ad esempio, macchine filettatrici, tritatrici, tavoli di lavorazione, macchine per l’imballaggio ed il confezionamento, celle frigorifere, affumicatori, essiccatoi, produttori di ghiaccio, ecc…);
6. acquisto di contenitori coibentati posti su camion con assemblato l’impianto frigorifero e autoveicoli “VAN” dotati di coibentazione e gruppo frigorifero non amovibile dalla motrice;
7. acquisto di hardware e software dedicati ai processi produttivi;
8. spese generali, spese tecniche, spese di progettazione collegate all’operazione finanziata, ecc…
Regione Marche
Finanziamento a fondo perduto dal 50% al 60% per investimenti in acquacoltura
Reg. UE 1139/2021 FEAMP 2021/2027 – Obiettivo 2.1 Investimenti in acquacoltura
È operativo fino al 30/12/2024 il bando per investimenti nelle aziende di acquacoltura e mitilicoltura, con un contributo a fondo perduto dal 50% al 60% per spese sostenute dal 1o novembre 2022 e da sostenere nel 2024-2026, per le seguenti spese:
1. acquisto di terreni funzionali all’iniziativa per un importo non superiore al 10% dell’iniziativa;
2. acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili funzionali all’iniziativa;
3. acquisto di attrezzature o macchinari per impianti di acquacoltura;
4. acquisto/ammodernamento di barche al servizio degli allevamenti compresi i macchinari di raccolta e lavorazione a bordo;
5. lavori di sistemazione e miglioramento dei circuiti idraulici;
6. spese per il miglioramento delle condizioni di igiene e sanitarie,
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delle condizioni ambientali e dei sistemi di produzione;
7. acquisto di macchinari ed attrezzatura per investimenti relativi al commercio al dettaglio;
8. acquisto di attrezzature volte a proteggere gli allevamenti dai predatori;
9. acquisto casse frigo refrigerate per i mezzi di trasporto, di mezzi refrigerati per il trasporto dei prodotti ittici quando la parte di allestimento frigorifero sia inscindibile dal mezzo e di mezzi per il trasporto del vivo;
10. acquisto di macchinari e attrezzature scientifiche finalizzati all’acquisizione e digitalizzazione dei dati meteo marini per una migliore gestione degli impianti; 11. programmi informatici “hardware e software” dedicati ai processi produttivi;
12. spese generali collegate all’operazione finanziaria.
Regione Toscana
Finanziamento a fondo perduto dal 50% al 100% per la trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici
Reg. UE 1139/2021 FEAMP 2021/2027 – Obiettivo Specifico 2.2 Competitività e sicurezza delle attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e acquacoltura
È operativo il bando per investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializzazione prodotti ittici con un contributo a fondo perduto dal 50% al 100% per spese sostenute dal 1o gennaio 2021 e da sostenere nel 2024-2026 per le seguenti spese:
1. acquisto di terreni funzionali all’iniziativa per un importo non superiore al 10% dell’iniziativa; 2. acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili funzionali all’iniziativa;
3. investimenti in attrezzature di sicurezza (sistemi antincendio, sistemi di sicurezza e di allarme, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
4. investimenti per migliorare le condizioni di lavoro, la tutela e la salute e il miglioramento dell’igiene degli addetti (aree comuni, servizi igienici, cucina, sala mensa, dispositivi atti a ridurre la movimentazione manuale dei carichi, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
5. acquisto di impianti, macchine, attrezzature per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici (ad esempio, macchine filettatrici, tritatrici, tavoli di lavorazione, macchine per l’imballaggio ed il confezionamento, celle frigorifere, affumicatori, essiccatoi, produttori di ghiaccio, ecc…);
6. acquisto di contenitori coibentati posti su camion con assemblato l’impianto frigorifero e autoveicoli “VAN” dotati di coibentazione e gruppo frigorifero non amovibile dalla motrice;
7. acquisto di hardware e software dedicati ai processi produttivi;
8. spese generali, spese tecniche, spese di progettazione collegate all’operazione finanziata, ecc…
Regione Veneto
Finanziamento a fondo perduto dal 50% al 100% per la trasformazione e commercializzazione di prodotti ittici
Reg. UE 1139/2021 FEAMPA 2021/2027 – Obiettivo Specifico 2.2 Competitività e sicurezza delle attività di commercializzazione e trasformazione dei prodotti della pesca e acquacoltura –- Transizione Energetica e mitigazione degli impatti ambientali
Sarà operativo a brevissimo il bando per investimenti nelle aziende di trasformazione e commercializzazione prodotti ittici con un contributo a fondo perduto dal 50% al 100% per spese sostenute dal 01/01/2021 e da sostenere nel 2025 - 2026 per:
1. acquisto di terreni funzionali all’iniziativa per un importo non superiore al 10% dell’iniziativa;
2. acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili funzionali all’iniziativa;
3. investimenti in attrezzature di sicurezza (sistemi antincendio, sistemi di sicurezza e di allarme, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
4. investimenti per migliorare le condizioni di lavoro, la tutela e la salute e il miglioramento dell’igiene degli addetti (aree comuni, servizi igienici, cucina, sala mensa, dispositivi atti a ridurre la movimentazione manuale dei carichi, ecc…) che vanno oltre i requisiti previsti dal diritto unionale o nazionale;
5. acquisto di impianti, macchine, attrezzature per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ittici (es: macchine filettatrici, tritatrici, tavoli di lavorazione, macchine per l’imballaggio ed il confezionamento, celle frigorifere, affumicatori, essiccatoci, produttori di ghiaccio, ecc…);
6. investimenti diretti al miglioramento dell’efficienza energetica ed ambientale, all’utilizzo di fonti di energia rinnovabile prodotta e reimpiegata in azienda;
7. acquisto di contenitori coibentati posti su camion con assemblato l’impianto frigorifero e autoveicoli “VAN” dotati di coibentazione e gruppo frigorifero non amovibile dalla motrice;
8. acquisto di hardware e software dedicati ai processi produttivi;
9. spese generali, spese tecniche, spese di progettazione collegate all’operazione finanziata, ecc…
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Tutti i vantaggi del Controllo Qualità e Gestione della Manutenzione integrati nell’ERP CSB-System
Sicurezza alimentare e controllo dei costi
Quanto costa oggi introdurre in azienda un sistema per il controllo qualità e uno per la gestione della manutenzione? Ma la domanda giusta forse sarebbe: quanto costa non averli? Soprattutto nel delicato settore alimentare, dove la manutenzione degli impianti si ripercuote sui margini di guadagno e sulla qualità dei prodotti, e “qualità” coincide con “salute”. Perché il contesto in cui si svolge la produzione, l’ambiente di lavoro, le norme igieniche, le conseguenze sull’ambiente sono oggi fattori più importanti che mai che possono essere gestiti con un softwa-
re. Il Quality Management (QM) e Labor Information System (LIMS) e il modulo di Gestione della Manutenzione dell’ERP CSB-System sono la soluzione ideale per tutte le aziende del settore alimentare e si contraddistinguono per la loro facilità d’uso, soprattutto nella loro versione web app. Entrambe le soluzioni sono totalmente integrate nel CSB-System, ERP completo, modulare e specifico per il settore alimentare, e rappresentano il giusto bilanciamento tra un sistema standard preconfigurato e la capacità di adattarsi alle particolarità specifiche dell’azienda.
Qualità dei prodotti garantita CSB-System gestisce con accuratezza non solo le prove obbligatoriamente prescritte dalla normativa ma anche quelle individuali decise dall’azienda: regolamenti UE, BRC, Global GAP, HACCP, IFS Food e SQF. I responsabili delle varie aree aziendali, in collaborazione con gli esperti CSB-System, individuano una “rete” di punti di informazione e controllo, i cosiddetti Critical Control Points ai quali collegare postazioni fisse, ad esempio i CSB Rack, o eventuali dispositivi mobili per il rilevamento dati. Le informa-
Qualora ci siano degli scostamenti dai parametri prestabiliti, CSB-System comunicare automaticamente la non conformità al responsabile della qualità.
zioni sono così inserite, registrate e analizzate on-line nel CSB-System, senza soluzione di continuità. Processi, come pesatura, miscelatura, miscelazione, lavorazione, riempimento, confezionamento e analisi, sono costantemente sincronizzati. Qualora ci siano degli scostamenti dai parametri prestabiliti, è il gestionale stesso a comunicare automaticamente la non conformità al responsabile della qualità per poter avviare poi le azioni correttive.
Gestione di audit e certificazioni con un unico ERP I dati raccolti confluiscono nella Gestione Certificazioni CSB: così facendo il gestionale, in qualsiasi momento, è in grado di fornire tutte le informazioni necessarie sulla struttura organizzativa e sui processi aziendali per gli audit e le certificazioni. Sono inoltre compresi il controllo di etichette alimentari, il confronto delle tabelle nutrizionali riportate in etichetta con i risultati analitici ed altri aspetti legati a requisiti specifici.
R&S integrato nell’ERP
Il reparto Ricerca & Sviluppo riveste un ruolo importante per la crescita e la competitività aziendale. Gli esiti delle analisi e dei test, anch’essi integrati nel CSB ERP tramite QM, saranno determinanti per l’immissione del nuovo prodotto sul mercato. La stampa delle schede tecniche, dei cataloghi fotografici e dei listini di vendita, anch’essi gestiti dall’ERP, contribuiranno al successo del lancio del nuovo prodotto.
Attività di manutenzione in pugno L’obiettivo principale che viene perseguito con la gestione della manutenzione è l’ ottimizzazione della disponibilità e dell’impiego a lungo termine di tutti gli impianti, tenendo conto dei risultati di produzione desiderati. Errori e malfunzionamenti rilevati sono eliminati in modo sistematico e secondo regole stabilite.
L’inserimento di istruzioni di lavoro standard, istruzioni di controllo qualitative e quantitative, avvisi di allerta e misure di protezione per
prodotti e metodi, rendono i processi aziendali più sicuri ed efficienti, aumentando allo stesso tempo la sicurezza del prodotto. Nel tempo, il sistema “impara da solo”, definendo automaticamente, in base allo storico, nuove attività di manutenzione o modificando gli intervalli di tempo delle azioni ricorrenti. Per questa ragione i costi si riducono drasticamente ed il ciclo di vita degli impianti viene allungato.
Manutenzione predittiva per non avere intoppi
I produttori di impianti sono impegnati nell’ampliamento dell’automazione dell’industria alimentare. Oltre all’interfaccia OPC UA, si stanno sviluppando interfacce standardizzate che armonizzano ulteriormente l’elaborazione dei dati precedentemente eterogenea. Queste interfacce forniscono anche la trasparenza necessaria e il trasferimento automatizzato dei dati ai sistemi ERP. Il collegamento in rete e la presentazione dei KPI (indicatori chiave di prestazione) nel CSB-System consente una manutenzione predittiva e orientata al processo produttivo. Obiettivi come la riduzione delle riparazioni non pianificate e dei tempi di riparazione diventano facilmente raggiungibili.
Continuo miglioramento dei processi aziendali
In generale, con l’ERP CSB-System è facile individuare i punti deboli dei processi aziendali in qualsiasi area aziendale. Avere un ERP integrato per il controllo qualità e la gestione della manutenzione significa per un’azienda avere il controllo sull’efficienza del processo di produzione a vantaggio di un prodotto più sicuro e di una maggiore competitività
Referente: • Dott. A. MUEHLBERGER CSB-System Srl
Via del Commercio 3-5 37012 Bussolengo (VR)
Telefono: 045 8905593
Fax: 045 8905586
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Stolarnia Wine House, tra tradizione e innovazione con la tecnologia Stagionello®
di Raffaele Arcuri
Stolarnia Wine House, a Łaziska Górne, nella regione polacca della Slesia, è il risultato di un’ambiziosa collaborazione internazionale. Ideato dallo chef Leszek Galos insieme ai co-fondatori Adam Miler e Jaroslaw Ryng, il locale offre un’esperienza culinaria unica, valorizzando sia la tradizione polacca che l’eccellenza tecnologica italiana. Grazie a questa azione sinergica, Stolarnia ha iniziato a proporre un connubio di sapori e tecnologie avanzate.
Esaltare la tradizione con un tocco contemporaneo Stolarnia Wine House si distingue per l’artigianalità e l’autenticità dei suoi sapori. In un ambiente moderno e industriale, i clienti possono scoprire una selezione di salumi e prodotti a base di carne e pesce realizzati direttamente in loco. L’obiettivo è offrire sapori genuini e coinvolgere la clientela, il pubblico del locale in un’esperienza di gusto sofisticata.
Il ruolo chiave di Stagionello Una delle innovazioni che distingue Stolarnia è l’uso dello Stagionello® Fish Curing Device (ex Pesciugatore®). Questo è un sistema brevettato (brevetto Europeo EP2769276B1) per l’affumicatura, la fermentazione e la maturazione aerobica del pesce, che consente, inoltre, la creazione e la produzione di innovativi salumi di pesce. Gli armadi, celle e vetrine a marchio Stagionello® permettono di
gustare più a lungo il pesce fresco grazie ad una serie di microclimi ideali contenuti nell’apposito Ricettario Climatico®. Al suo interno si trovano preimpostati ben 29 processi validati di fish curing e affumicatura per la produzione di salmone affumicato, prosciutto di orata, mortadelle di pesce, salame di gamberi, bresaola di tonno rosso, salame di tonno, prosciutto di ricciola, n’duja di pesce, mortadelle di tonno, totani e pistacchi e tanti altri salumi.
Gli armadi e le celle frigorifere per la maturazione aerobica e il fish curing hanno tutti il sistema di pH-metria integrato che assicura il range del pH del pesce, così come richiesto dai più rigorosi regolamenti della sicurezza alimentare. Il controllo dei processi di curing per la nuova seacuterie italiana assicura una shelf-life degli alimenti che va da un minimo di 15 giorni fino a superare i 60 giorni grazie a processi di fermentazione combinata.
La progettazione e la costruzione degli armadi e delle celle frigorifere Stagionello ® Fish Curing Device prevede l’utilizzo di materiali conformi (MOCA) alle norme igieniche sanitarie, come
richiesto dalle autorità in fase di possibili controlli.
Con lo Stagionello® Fish Curing Device, Stolarnia ha potuto esplorare nuove frontiere del gusto. Stagionello ® non è solo un fornitore di tecnologia, ma un vero partner strategico che ha permesso al ristorante di Łaziska Górne di innovare e migliorare la propria offerta. La scelta di investire nella tecnologia 100% made in Italy ha dato al gruppo polacco un vantaggio competitivo, permettendo di offrire prodotti unici che combinano tradizione e innovazione.
Un’offerta enogastronomica completa
Stolarnia offre una selezione di vini d’eccellenza, attentamente abbinati ai prodotti artigianali. Il locale celebra l’incontro tra vini italiani e cucina polacca, creando un equilibrio perfetto tra sapori e aromi. Grazie alla tecnologia 100% made in Italy, il locale polacco può offrire prodotti unici che raccontano una storia di artigianalità e passione.
Stolarnia non è solo un ristorante, ma un laboratorio di creatività, dove il gusto diventa un viaggio e
ogni sapore un ricordo. Scopri una tecnologia innovativa che può portare vantaggi concreti e migliorare l’esperienza dei clienti.
Raffaele Arcuri
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Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine: con la tracciabilità garantita da Track Ittico si può
La Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC) si terrà a Nizza dal 9 al 13 giugno 2025, co-ospitata da Francia e Costa Rica. L’appuntamento mira a sostenere l’attuazione dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) 14 dell’Agenda 2030 dell’ONU che recita così: “conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine”. Questa conferenza è un evento cruciale per riunire leader mondiali, esperti di sostenibilità marina, attivisti e rappresentanti del settore privato.
Tra i temi chiave vi sono la protezione della biodiversità dei mari, la lotta contro l’inquinamento e le strategie per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani
Uno degli eventi paralleli più rilevanti sarà il Blue Economy and Finance Forum (BEFF), previsto per il 7 e 8 giugno 2025, sempre a Nizza. Questo forum rappresenta una piattaforma per confrontarsi sulle opportunità di investimento sostenibile legate alla Blue Economy, un modello economico supportato dall’Agenda 2030 delle Nazioni
Unite che si propone di sviluppare l’uso sostenibile delle risorse marine e oceaniche, bilanciando crescita economica, benessere sociale e protezione ambientale, con lo scopo anche di generare benefici economici a lungo termine senza per questo compromettere la salute degli oceani.
Il BEFF si concentrerà su come attrarre investimenti sostenibili nel settore marino, inclusi progetti che riguardano la conservazione delle risorse oceaniche, l’energia rinnovabile marina, la pesca sostenibile e le infrastrutture costiere.
Sarà un’occasione per esplorare strumenti finanziari innovativi come i “blue bonds’ e altre soluzioni di finanza sostenibile che possono aiutare a canalizzare fondi verso iniziative che riducono l’impatto ambientale delle attività economiche legate agli oceani.
Inoltre, uno dei temi centrali sarà il miglioramento della trasparenza e della tracciabilità nelle filiere ittiche e marittime. Saranno presentati casi di studio e progetti di successo che dimostrano come la tecnologia possa essere utilizzata per garantire una gestione più responsabile delle risorse oceaniche.
L’evento sarà quindi strettamente collegato alle discussioni più ampie della UNOC 2025 e fornirà un’opportunità concreta per discutere come trasformare gli impegni politici in azioni finanziarie reali per sostenere la salute degli oceani e delle economie costiere.
Secondo i principi della Blue Economy , è essenziale garantire che lo sfruttamento delle risorse marine, come la pesca e l’acquacoltura, avvenga in modo da non compromettere la biodiversità. È fondamentale promuovere tecnologie avanzate per migliorare la tracciabilità dei prodotti ittici e
monitorare lo stato degli oceani così come creare posti di lavoro equi e coinvolgere le comunità locali nelle decisioni relative alle risorse marine.
I settori chiave su cui intende lavorare la Blue Economy sono, oltre alla pesca e all’acquacoltura sostenibili, il trasporto marittimo, le energie rinnovabili e le biotecnologie marine, il turismo costiero.
L’Integrazione di Track Ittico
nella Blue Economy
Un software come Track Ittico di Zuffellato Technologies è cruciale per garantire una gestione sostenibile e trasparente delle risorse ittiche, dall’allevamento alla GDO, e si integra con i principi fondamentali della Blue Economy:
1. Track Ittico consente la tracciabilità completa lungo la filiera della pesca, garantendo che ogni prodotto ittico sia monitorato dalla cattura fino alla distribuzione finale. Per l’acquacoltura il software può controllare le condizioni di allevamento, l’utilizzo di antibiotici e i parametri di sostenibilità come il consumo di risorse e l’impatto sull’ambiente locale.
2. Trasparenza per i consumatori: Track Ittico offre informazioni dettagliate su come e dove è stato pescato o allevato il pesce, rispondendo alla crescente domanda di sostenibilità da parte dei consumatori, rafforzando la fiducia e migliorando la trasparenza nel settore.
Track Ittico di Zuffellato Technologies, che può essere impiegato da ogni operatore della filiera ittica, rappresenta uno strumento chiave per rendere il settore ittico più trasparente, efficiente e sostenibile, in vista delle sfide e opportunità di cui si parlerà alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC) nel 2025 e oltre
3. Innovazione tecnologica : attraverso sensori e analisi dei dati, il software può migliorare l’efficienza operativa e ridurre l’impatto ambientale delle attività ittiche.
4. Conformità normativa: Track Ittico aiuta le aziende a mantenere la conformità con le normative globali e locali sulla pesca sostenibile.
5. Riduzione della pressione sulle risorse naturali: monitorando le quantità di pesce prelevato e le aree di pesca, Track Ittico contribuisce ad evitare la pesca eccessiva. Secondo la FAO, oltre il 34% delle popolazioni ittiche mondiali è pescato a livelli biologicamente insostenibili. La pesca eccessiva non solo minaccia la sopravvivenza di specie marine ma altera anche gli equilibri ecologici, con conseguenze per l’intera catena alimentare marina. L’acquacoltura, se ben gestita, rappresenta una soluzione alternativa alla pesca eccessiva, deve però seguire rigorose linee guida ambientali per evitare impatti negativi sugli ecosistemi marini, come la diffusione di specie invasive o l’inquinamento da rifiuti. Un software come Track Ittico, controllando il prodotto
lungo tutta la filiera, permette di verificare ogni tipo di situazione, di registrare in tempo reale ogni eventuale difficoltà e di risalirne all’origine per intervenire tempestivamente.
La protezione degli ecosistemi marini è una delle questioni più urgenti a livello globale, legata alla sostenibilità ambientale e alla conservazione della biodiversità. Le risorse ittiche naturali, in particolare, sono sotto crescente pressione a causa dell’eccessivo sfruttamento, dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. La Blue Economy rappresenta una visione di crescita economica che cerca di armonizzare l’uso delle risorse marine con la necessità di proteggere gli oceani per le generazioni future.
Track Ittico, che può essere impiegato da ogni operatore della filiera , dagli allevamenti, alle industrie per la lavorazione e la trasformazione ai distributori, non solo si integra perfettamente con questa fi losofi a, ma rappresenta uno strumento chiave per rendere il settore ittico più trasparente, efficiente e sostenibile, in vista delle sfide e opportunità di cui si parlerà alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC) nel 2025 ma anche oltre.
La protezione degli ecosistemi marini è una delle questioni più urgenti a livello globale.
>> Link: trackanyfood.com
>> Link: www.zuffellato.com
Zuffellato Technologies
Via Bela Bartok 12 44124 Ferrara
Telefono: 0532 904711
E-mail: info@zuffellato.com
36° salone internazionale del biologico e del naturale
ALDI conferma l’impegno nella salvaguardia degli ecosistemi
marini con prodotti certificati MSC
Per il terzo anno consecutivo ALDI ha confermato il suo sostegno alle Settimane della Pesca Sostenibile di MSC. Grazie alla convenienza del “PREZZO ALDI”, negli oltre 180 punti vendita del Gruppo i clienti hanno potuto contribuire alla salvaguardia degli ecosistemi marini acquistando i prodotti a marchio Golden Seafood e Almare Seafood certificati MSC e ASC
Anche quest’anno, ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della GDO, ha partecipato all’iniziativa “Le Settimane della Pesca Sostenibile”,
promossa dal Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso un programma di certificazione per la pesca sostenibi-
le. L’iniziativa, che si è tenuta negli oltre 180 punti vendita di ALDI in Italia dal 21 ottobre al 3 novembre, ha puntato a far conoscere ai consumatori il significato del marchio
blu MSC, che certifica i prodotti ittici pescati in maniera sostenibile. La certificazione MSC, infatti, garantisce pesce proveniente da attività di pesca sostenibili, che preservano la salute delle popolazioni marine, riducendo al minimo l’impatto sull’ambiente. Inoltre, la catena di custodia certificata MSC assicura la tracciabilità del prodotto, offrendo ai clienti la trasparenza necessaria sulla provenienza del pescato selvaggio, ovvero sui prodotti pescati nei mari e negli oceani, che si distingue dal pesce di allevamento.
«Il nostro impegno per la sostenibilità è parte integrante del nostro approccio aziendale», ha dichiarato Michael Gscheidlinger , Country Managing Director ALDI Italia. «ALDI è stata fiera di offrire ai propri clienti prodotti di alta qualità, certificati e tracciabili, con l’obiettivo di garantire scelte consapevoli e sostenibili. Una mission che perseguiamo quotidianamente attraverso la nostra strategia di Corporate Responsibility “Oggi per Domani” e che intendiamo ancora di più far nostra al fianco di MSC».
«L’equilibrio degli oceani è costantemente messo in pericolo dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla pesca eccessiva. Tutto questo impone la necessità di uno sforzo congiunto per un cambio di passo che sia decisivo e che pro-
muova non solo una responsabilità ambientale verso la salute delle risorse e degli ecosistemi, ma anche una responsabilità sociale verso i Paesi da cui importiamo, che sono per lo più in via di sviluppo.
Da oltre 20 anni, siamo impegnati nel portare avanti uno sforzo collettivo per garantire che i nostri oceani siano sfruttati in modo sostenibile» ha sottolineato Francesca Oppia, Program Director MSC Italia. «Poter contare anche quest’anno sulla collaborazione di ALDI è stato per noi un elemento chiave per proseguire questo percorso a favore del benessere della collettività e del nostro ecosistema».
Durante le Settimane della Pesca Sostenibile, ALDI ha offerto ai clienti un’ampia gamma di prodotti ittici certificati MSC e ASC, confermando l’attenzione alla qualità e alla sostenibilità. Tra i prodotti disponibili, i Filetti di merluzzo gratinato e i Cuori di filetto di nasello porzionato a marchio Golden Seafood certificati MSC; i Ritagli di salmone rosso selvaggio e i Bastoncini di surimi Almare Seafood certificati MSC; i Filetti di alici del Mar Cantabrico della linea Gourmet e i Bastoncini di merluzzo impanati extra croccanti Golden Seafood certificati MSC.
>> Link: www.aldi.it www.msc.org/it
Il mare dentro: Pescheria
Il Grottino nel cuore di Formia
Siamo nel pieno centro di Formia, a pochi passi dalla movida di bar, locali e ristoranti. Qui, dal 1952, la famiglia Centola gestisce un’attività di pesca e commercializzazione di crostacei, frutti di mare e pescato del Mar Mediterraneo. Nel retro c’è l’attracco diretto alle imbarcazioni che scaricano il pesce. In pochi metri quadrati di superficie tutto scorre veloce, l’arrivo del pescato, la preparazione, la vendita. Il prodotto è freschissimo e in tempi rapidi deve raggiungere cucine e case di clienti. Stanno arrivando dei polpi vivi dalle acque di San Felice Circeo ed è un
gran correre, tra gamberi, crostacei, mazzancolle, gamberoni rossi, ricciole, aragoste vive di Ponza.
I Centola gestiscono una quindicina di piccole imbarcazioni che pescano nelle acque del Tirreno, vicino alle isole pontine e fino alla Sardegna. Oltre ad avere un rivenditore a Pozzuoli (NA), fanno vendita diretta nei box di Largo Paone e sono un punto di riferimento per i formiani e i tanti ristoratori della costa.
«L’attività la iniziò mio zio Lorenzo, che oggi ha 87 anni» mi dice il nipote Giuseppe Centola, che gestisce la pescheria insieme al fratello e
al nipote Salvatore Cindro. Dopo la frenesia dei mesi estivi, la pescheria si prepara al fine anno e alle tante tavole che celebreranno le festività con abbondanti piatti a base di pesce fresco. Rituali antichi, liturgie che si rinnovano di anno in anno anche grazie a questi mestieri del mare che mantengono vive le tradizioni legate alla pesca.
Pescheria Il Grottino
Largo Domenico Paone, Box ittico 5/6 04023 Formia (LT)
Telefono: 0771 770909
Pescheria Il Grottino
Prospettive del BIO (aspettando SANA Food 2025)
Cresce il peso del biologico all’interno del settore agroalimentare, aumentano i prodotti bio nell’offerta del canale HO.RE.CA. e l’attenzione dei consumatori verso cibi e ingredienti considerati più sani. Sono queste le evidenze rilevate negli ultimi anni da NOMISMA analizzando il mercato biologico italiano, uno dei fiori all’occhiello del made in Italy Per fare il punto sul ruolo del bio in vista di SANA Food, manifestazione che si terrà in una veste rinnovata nel quartiere fieristico di Bologna dal 23 al 25 febbraio 2025, NOMISMA AGRICOLTURA ha intervistato Evita Gandini, responsabile Market Insight Nomisma. «Sul posizionamento del biologico sui mercati italiani e stranieri Nomisma ha iniziato a raccogliere dati nel 2012. Registrando una crescita costante» spiega Evita Gandini.
«Basti considerare che oggi il bio vale quasi 5,5 miliardi di euro sul mercato italiano e 3,6 miliardi di euro sui mercati internazionali, con un incremento del 9% nel primo caso e dell’8% nel secondo, dati registrati nel 2023 sull’anno precedente. E sull’export emerge un balzo a tre cifre: +203% la variazione 20232012. Numeri che certificano la crescente rilevanza del prodotto bio nell’agroalimentare. Per quanto riguarda, invece, l’incidenza sul totale, possiamo esaminare cosa accade nel canale della distribuzione moderna (solo iper e supermercati), dove il bio pesa il 3,2% sul carrello della spesa delle famiglie, con un aumento negli ultimi dieci anni di un punto percentuale».
Analizzando nello specifico i dati della GDO è, inoltre, possibile conoscere quali sono i prodotti biolo-
gici più apprezzati dai consumatori. «Nella top 10 dei più venduti troviamo uova, gallette, confetture spalmabili a base di frutta, sostituti del latte e olio extravergine di oliva. Queste sono le macro-categorie principali, molte delle quali, come ad esempio gallette e confetture, presentano un’incidenza del bio molto alta. Ovviamente, più questa incidenza sale, più è probabile trovare a scaffale il prodotto, con una ricaduta positiva sulla consumer base».
Il biologico fuori casa vale 1,3 miliardi di euro
Gli ultimi dati raccolti da Nomisma, e presentati a SANA nel 2023, mostrano come i consumi fuori casa abbiano dato un forte impulso alla crescita complessiva del mercato biologico. «Il bio away from home vale 1,3 miliardi di euro, con un balzo in avanti
del 18% sul 2022, considerando sia la ristorazione collettiva, come scuole e ospedali, sia quella commerciale, specializzata o generalista, che offre prodotti biologici. Abbiamo approfondito questa tendenza dal punto di vista di consumatori e operatori
H O . RE . CA . tramite l’ Osservatorio
SANA 2022: qui i dati ci dicono che 7 ristoranti su 10 e 6 bar su 10 propongono sul menù almeno un ingrediente o un piatto biologico. Una penetrazione trasversale in Italia nel canale extradomestico che sarà oggetto di ulteriore analisi a Rivoluzione Bio 2025: gli stati generali del biologico italiano. In questa occasione Nomisma presenterà i dati aggiornati al 2024». Ma la presenza del bio è aumentata anche nella ristorazione collettiva, grazie alle decisioni lungimiranti prese a livello amministrativo. «Oggi i menù delle scuole e degli ospedali sono molto più attente a cosa mettere in tavola rispetto al passato. Si può certamente fare di più, perché sono gli stessi cittadini che chiedono una maggiore presenza di alimenti biologici nelle mense scolastiche, ospedaliere e aziendali, come abbiamo rilevato nelle survey» commenta Gandini.
Perché scegliere bio?
Le motivazioni di ristoratori, baristi e consumatori Interpellati sulle motivazioni che orientano verso il biologico, ristoratori e baristi esprimono posizioni
Oggi il bio vale quasi 5,5 miliardi di euro sul mercato italiano e 3,6 miliardi di euro sui mercati internazionali. E sull’export emerge un balzo a tre cifre: +203% la variazione 2023-2012. Numeri che certificano la crescente rilevanza del prodotto bio nell’agroalimentare
strategiche analoghe, mentre i consumatori confermano una tendenza ormai radicata. «Le risposte cambiano in base al target. Per i ristoranti, ad esempio, è soprattutto una scelta etica o legata all’obiettivo di presentare sulla carta prodotti di maggiore qualità. Per i bar si aggiunge una valutazione di posizionamento: i locali che scelgono bio vogliono distinguersi e differenziarsi rispetto alla media dei colleghi, oltre che offrire prodotti salutistici alla propria clientela. Mentre il driver che più di altri indirizza i consumatori verso scelte bio è legato ai motivi di salute. Un prodotto biologico è ritenuto più sicuro e salubre rispetto ad uno convenzionale. Ma non solo. Fra le motivazioni emerge anche il gusto e la qualità, perché si ritiene che il prodotto bio sia più buono».
Più informazioni bio
Tutte le indagini effettuate da Nomisma negli anni passati evidenziano un fattore che probabilmente si confermerà anche nel prossimo rapporto,
ovvero la necessità di avere più informazioni sui prodotti biologici. «Questo accade sia dal lato domanda che dal lato offerta» prosegue Evita Gandini. «Consumatori da una parte e ristoranti e bar dall’altra ritengono di non avere informazioni sufficienti su tutto ciò che riguarda il metodo di produzione e le caratteristiche dell’alimento o dell’ingrediente bio. Solo il 27% dei baristi e il 32% dei ristoratori dichiara di essere adeguatamente preparato.
Disporre di maggiori informazioni per conoscere e promuovere i prodotti bio non è una velleità fine a se stessa ma diventa una necessità perché, da una parte, consente una selezione consapevole dei prodotti da parte dell’esercente e, dall’altra, sensibilizza i consumatori affinché riconoscano le proprietà e le virtù del biologico». In questo scenario, soprattutto negli ultimi due anni, il prezzo è stato un freno per chi non si era ancora avvicinato a questo mondo, una situazione che oggi — col calo dell’inflazione e dei prezzi — può
Nel canale della distribuzione moderna (solo iper e supermercati), il bio pesa il 3,2% sul carrello della spesa delle famiglie, con un aumento negli ultimi dieci anni di un punto percentuale.
cambiare. «Nonostante un tasso di penetrazione che ha raggiunto il 90% (9 Italiani su 10 hanno acquistato cibi biologici almeno una volta in un anno), oggi chi non sceglie bio lo fa essenzialmente per il costo. Tuttavia, va detto che gli ultimi dati 2024 registrano un calo dell’inflazione e questo sta avendo come conseguenza un calo dei prezzi importante, anche nel bio, che incide sulla crescita del comparto emersa nella GDO».
Rivoluzione BIO 2025
Come detto, all’interno di SANA
Food 2025 si terrà la sesta edizione di Rivoluzione Bio. «Rivoluzione Bio, in calendario il 24 e 25 febbraio, sarà il momento all’interno di SANA Food in cui parleranno i numeri. Un evento di diffusione e condivisione dei dati raccolti e aggiornati, sia rispetto ai dati strutturali del comparto, come superfici, aziende e operatori, sia rispetto ai dati di mercato più recenti. Scatteremo una fotografia del bio 2024 in tutti i canali, con un focus sull’export attraverso un’indagine diretta sulle imprese che ci permetterà di indi-
viduare il ruolo delle esportazioni italiano sui mercati internazionali, grazie anche alla piattaforma ITA. BIO, supportata da ICE. Ci sarà, inoltre, un approfondimento dedicato ai consumi fuori casa, per definire opportunità e prospettive di un comparto in continua ascesa» conclude Evita Gandini.
Fonte: Nomisma Agroalimentare Ricerche di mercato, servizi e consulenza per il settore vinicolo e agroalimentare
>> Link: nomisma.it
L’evoluzione nei consumi e nei trend di settore si traduce in una nuova concezione di manifestazione fieristica: da fiera di prodotto, SANA diventa fiera di canale, creando il format SANA Food, dedicato esclusivamente al mondo dell’alimentazione. SANA Food propone alle aziende del bio e della sana alimentazione target profilati di visitatori nazionali e internazionali in rappresentanza dei settori dell’HO.RE.CA, dei negozi specializzati e dei distributori. I dati di mercato rivelano un’impennata della domanda di prodotti plant based, free from, rich in, DOP, IGP e STG, guidata da una crescente consapevolezza dell’impatto ambientale della produzione alimentare. Nella proposta espositiva di SANA Food, questi prodotti si affiancano al biologico, da 36 anni cuore pulsante di SANA, per offrire al pubblico professionale un’esperienza di visita e opportunità di business più articolate e in sintonia con le tendenze di mercato. Ciò anche grazie alla contemporaneità con Slow Wine Fair, la fiera internazionale del vino buono, pulito e giusto, con cui SANA Food condivide valori, filosofia e il visitatore specializzato del mondo HO.RE.CA.
>> Link: sana.it
Sana Food 2025 23-25 febbraio BolognaFiere
Rapporto Coop 2024, la scelta del cibo è questione più di testa che di pancia
È stato pubblicato il “Rapporto Coop 2024 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, CSO Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi, Campo Ricerca-Scomodo. L’edizione 2024 del Rapporto è orientata a leggere le scelte che gli Italiani sono pronti a compiere e che quotidianamente fanno partendo dal loro rapporto con il cibo.
È stato pubblicato il “Rapporto Coop 2024 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di NOMISMA, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, CSO Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi, Campo Ricerca-Scomodo. L’edizione 2024 del Rapporto è orientata a leggere le scelte che gli Italiani sono pronti a compiere e che quotidianamente fanno partendo dal loro rapporto con il cibo.
Il mondo al bivio “È il tempo delle scelte, quelle che cambiano i destini del mondo, quelle dei singoli Paesi, fino ad avere impatti sulla vita quotidiana di ciascuno di noi. Il 2024 è l’anno in cui hanno votato o voteranno i cittadini di 76 Paesi, tra i maggiori del mondo (a partire dagli USA), elezioni che coinvolgono oltre metà della popolazione mondiale, ma mai come ora la democrazia non può darsi per scontata e va invece difesa. Non è certo un caso se nell’ultimo anno l’affluenza alle elezioni europee sia stata in media del 51% a fronte di poco più del 42% di 10 anni fa. Ed è anche questo l’anno in cui per il proliferare dei conflitti il ricorso alle armi torna ad essere un’opzione concreta. Una consapevolezza quest’ultima che sembra oramai acquisita anche nel nostro Paese: un Italiano su 3 dichiara la sua preoccupazione per le tensioni internazionali, la maggioranza (il 55%) si dice favorevole alla reintroduzione della leva militare obbligatoria e il 65% ritiene necessario intervenire in un conflitto nel caso l’adesione alla Nato lo richiedesse, accettando anche per il 15% del campione l’invio di truppe di terra.
A generare altra preoccupazione fra i nostri connazionali è anche il cambiamento climatico . Se è vero infatti che le conseguenze del climate change si scaricheranno soprattutto sul Sud del mondo (anche se la metà delle emissioni dei gas
serra è responsabilità di appena un decimo della popolazione, la più ricca), l’Italia, per la sua condizione geografica e la posizione al centro del Mediterraneo, ne subirà i maggiori effetti in Europa, come teme il 55% dei manager intervistati nella survey Looking Forward, per non parlare del 37% degli intervistati che vede tra i principali rischi del surriscaldamento del Pianeta anche la difficoltà di approvvigionamento di materie prime (e il 52% dà già per certo l’aumento dei costi operativi).
Peraltro, proprio la sua posizione espone l’Italia ai maggiori flussi migratori che verranno dal continente africano, protagonista nei prossimi trent’anni di una eccezionale crescita demografica.
A livello economico, scampato il pericolo della stagflazione e con un PIL globale che va meglio di quanto previsto (+3,2% le ultime previsioni sulla crescita), a tirare la volata sono sempre più le economie emergenti (al fianco della Cina, si rafforza l’India), ma con l’Italia che rivela una sorprendente capacità di resilienza e non è più l’ultima d’Europa anche se in un contesto continentale certo non brillante. +0,9% la previsione PIL UE a fine 2024 a fronte di una previsione pari a +0,7% del PIL del nostro Paese, mentre il 61% dei manager intervistati dichiara il suo ottimismo su una crescita economica dell’Italia superiore o quanto meno in linea con la media europea nei prossimi anni.
Un Paese inquieto
La modesta ripresa economica non basta a tranquillizzare gli Italiani. La fotografia scattata dal Rapporto Coop 2024 è quella di un Paese inquieto, dove si riduce la quota di chi guarda con fiducia al futuro (che scende di 4 punti in due anni) e aumenta il timore (+11 punti percentuali 2024 su 2022).
Le giovani generazioni, sulle quali si scarica maggiormente il peso del futuro incerto che si prospetta, pur non mostrando piena consapevolezza di ciò, sono più mobilitate dei loro coetanei europei ad attivarsi per
Dopo un anno complesso diviso tra andamenti altalenanti dell’inflazione e crisi internazionali, gli Italiani vivono il 2024 preparandosi al momento delle scelte. Posti di fronte a molti bivi, modificano le loro attitudini al consumo, sostituiscono le loro icone e si preparano anche agli scenari peggiori, come il possibile scoppio di nuovi conflitti. Pronti a rimboccarsi le maniche ove ce ne è bisogno, ma anche alleggeriti dall’inflazione, riscoprono la tavola e anche se stessi attraverso questa.
cercare di cambiare la società in cui vivono: il 52% lo ha fatto rispetto ad un 48% della media europea.
Un’inquietudine di fondo generata anche dal fatto che la maggioranza degli Italiani (il 55%) è alle prese con una vita ben diversa dalle proprie aspettative di partenza molto spesso in senso peggiorativo (44% del campione).
Un sentiment con cui gli Italiani si proiettano in avanti che cozza con i dati dell’oggi. Seppur in modo diseguale. Se è vero infatti che il potere di acquisto nel nostro Paese ha recuperato i livelli pre-pandemia e che oggi più di ieri sono diminuiti gli Italiani che hanno vissuto situazioni di disagio profondo (l’ammettevano 20 milioni di persone nel 2022 rispetto ai 12 milioni di oggi) e che le famiglie in difficoltà ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro passano dal 45% del 2023 al 33%, restano comunque ampie le difficoltà sociali del Paese.
E anche questa faticosa tenuta non è avvenuta senza sacrifici. Innanzitutto, l’overworking è la leva principale con cui gli Italiani provano a difendere il loro tenore di vita: infatti, già nel 2023, per ottenere redditi reali di poco superiori a quelli di 5 anni, fa sono stati costretti a un surplus di ore lavorate (un miliardo e mezzo di ore in più).
E, come spesso accade, sono molto ampie le differenze tra i vari settori economici. Ad esempio, i redditi per occupato dei lavoratori del settore della sanità sono calati dell’8,5%, quelli dell’area dell’istruzione dell’11,2% mentre per altri comparti, come il settore costruzioni o l’ambito immobiliare, i redditi sono cresciuti rispettivamente del 4,6% e del 6,4%. Forse anche per questo motivo, a precisa domanda il 75% degli intervistati non ha esitato a dichiararsi insoddisfatto in primo luogo della propria retribuzione.
La vita al risparmio Col recupero dei redditi anche i consumi tornano, in termini reali, ai livelli pre-pandemia (+0,3% nel 2023 vs 2019), ma più che in passato sono ostaggio delle spese obbligate che limitano di molto gli spazi discrezionali delle famiglie. Non sorprende allora che la parola chiave con cui gli Italiani si approcciano ai consumi sia il risparmio, di gran lunga il primo criterio di scelta negli acquisti (lo dice il 75% del campione), sia che si tratti di riempire l’armadio sia di scegliere un’auto (peraltro sempre più frequentemente usata, tanto che sono 15 milioni gli Italiani che hanno rinunciato all’acquisto dell’auto nuova nel 2024), mentre rimane un miraggio la casa di proprietà (–2,1% le compravendite nel corso di quest’anno).
Anche i prodotti tecnologici, a partire dallo smartphone, fino all’altro ieri oggetto dei desideri, hanno perso buona parte della loro
attrattività e le vendite a volume nell’ultimo anno scendono di oltre il 6% e proprio lo smartphone con i suoi accessori (–7,4% e quanto a numero di pezzi quasi un milione in meno anno su anno) insieme alle TV e ai PC registrano cali significativi (mentre crescono prodotti tech per la cucina e il beauty).
Sostanzialmente una vita a basso impatto dove l’essenziale diventa centrale, il superfluo viene drasticamente ridotto. Tra i comportamenti emergenti in fatto di abitudini di consumo non stupisce trovare il tema del riparare oggetti piuttosto che sostituirli (il 26% con maggiore frequenza in prospettiva) e il ricorso ai prodotti di seconda mano (nelle prossime intenzioni di acquisto dichiarate dal 24%).
Ed è così che si fa largo un ripensamento significativo della propria identità.
Per l’85% del campione piuttosto che la capacità economica e lo status sociale è proprio la dimensione personale e privata a caratterizzare la percezione di sé stessi, a partire dalla famiglia, dalla propria situazione affettiva e anche dal dispiegarsi delle proprie doti etiche e morali.
Anzi, l’acquisto e il possesso di beni smettono di essere aspirazionali e sembrano perdere per buona parte degli Italiani quegli attributi di gratificazione personale e di riconoscibilità sociale che pure hanno caratterizzato una lunga fase della
nostra società degli ultimi decenni. Una indifferenza per gli acquisti (coloro che aumenteranno gli acquisti solo per il mero piacere di comprare sono meno di chi invece aumenterà questo approccio di consumo, –3 punti percentuali) e uno strisciante de-consumismo che relega i forzati del lusso in una trincea sempre più minoritaria e oramai appannaggio solo dei super ricchi.
In tanta frugalità, sopravvive invece, e anzi si rafforza, la propensione al benessere personale e a un vero e proprio culto del corpo. Ne deriva, da un lato, una sana attenzione alla propria salute, che tra l’altro spinge gli Italiani nelle braccia della sanità privata (il 23% della spesa sanitaria nel nostro Paese — 40,6 miliardi di euro — è finanziata direttamente dai cittadini). E qui spunta anche una propensione positiva verso un’applicazione dell’AI per quanto riguarda il progresso tecnologico, le scoperte scientifiche e anche le applicazioni in campo medico a tutela proprio della salute.
Più sorprendente, a fianco di questo utilizzo tutto sommato strumentale dell’AI, il fatto che un Italiano su tre dichiari di poter in futuro persino sviluppare un legame affettivo con un umanoide digitale o un sistema operativo. O la disponibilità dichiarata dal 37% di farsi impiantare un microchip per eseguire piccole azioni quotidiane come pagare digitalmente o altro.
Dal culto del proprio corpo deriva anche il mantra del tutti a dieta, siano esse diete ipocaloriche, salutistiche e dello sport praticato oramai a vario titolo da 4 Italiani su 10 (quasi 17 milioni di persone). E dall’altro si profila l’ossessione per i trattamenti estetici e la cosmesi, dove la parsimonia prima evidenziata sembra attenuarsi e in certi casi scomparire. Gli Italiani spendono in media 350 euro all’anno per cure estetiche, la variazione di vendite di prodotti cosmetici (2024 su 2019) è a doppia cifra (+29%), fino a sfiorare comportamenti disfunzionali (8,6 milioni gli Italiani che assumono o sono interessati a ricorrere a farmaci per il diabete per dimagrire).
La dimensione olistica del cibo Dopo gli anni difficili dell’impennata dei prezzi, che aveva messo in profonda difficoltà gli acquisti degli Italiani e la loro stessa identità alimentare, nel 2024 l’inflazione si azzera e i volumi del largo consumo tornano dopo quattro anni in positivo (+0,9% nel primo semestre 2024 rispetto al 2023). Guardando ai soli canali iper, super e libero servizio, nel primo semestre 2024 le vendite a volume sono state superiori a quelle del 2019 del 3,9%. Il cibo rimane, anche nelle previsioni, l’unico comparto in cui tagliare la spesa è una opzione solo per una ristretta minoranza degli Italiani; il 21% del campione dichiara che aumenterà la
Si frammenta l’identità alimentare degli Italiani a tavola.
sua spesa contro il 10% che intende diminuirla.
Torna a crescere il numero degli Italiani che dichiara una identità alimentare (+6% sul 2023), non più una sola, però, ma molteplici. Pur nel solco della tradizione, sono infatti molti gli Italiani che si aprono alla scoperta di nuovi stili alimentari (…). Da sempre, d’altronde, il cibo è per noi Italiani rispetto alla media europea più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista la propensione attuale, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti ad una alimentazione sana rispetto al resto degli europei.
Coloro che pensano di rafforzare questa propensione sopravanzano di 36 punti percentuali chi la diminuisce; una differenza più alta
di quella europea che si ferma a 31 punti percentuali.
Sempre gli Italiani sono anche gli unici, almeno a parole, a dirsi disposti a pagare di più per avere prodotti salutari (complessivamente e al netto di chi non sarà disposto, +15%, a fronte di una media UE ferma a +1%).
Sempre di più la scelta del cibo passa dalla testa piuttosto che dalla pancia e questo spiega molte delle rinunce in atto. Una riscossa salutistica che non lascia a casa nemmeno il biologico, ritornato dopo anni di appannamento tra i desiderata degli Italiani: sono 24,8 milioni le famiglie già acquirenti, con una penetrazione del 96,6% e 9,6 milioni gli Italiani che nei prossimi mesi ne aumenteranno l’acquisto.
Il cibo resta per noi Italiani, rispetto alla media europea, più di un nutrimento fine a sé stesso e, vista l’attuale propensione, non stupisce come i nostri connazionali siano ben più attenti ad un’alimentazione sana rispetto al resto degli europei. E siamo gli unici, almeno a parole, a dirci disposti a pagare di più per avere prodotti salutari
Queste nuove sensibilità si ritrovano anche nell’approccio che le generazioni più giovani hanno nei confronti del cibo dove, al pragmatismo nella ricerca del prezzo più basso (il 51% lo considera il fattore su cui basa la sua decisione di acquisto), si affiancano alternative più rispettose dell’ambiente (il 58% sceglie prodotti di stagione, il 39% privilegia freschezza e qualità).
Sul versante dei comportamenti di acquisto, i prodotti a marchio del distributore (MDD) e i discount continuano a rappresentare i migliori interpreti di questa nuova saggezza dei consumi
Nel primo semestre 2024 la MDD raggiunge a volume il 38,2%% delle vendite totali del mercato con un incremento di 2,2% a valore e 2,4% a volume rispetto allo stesso periodo 2023, a fronte di una variazione dei prodotti di marca (TOP 20) del –0,5% a valore e –2,2% a volume.
Allo stesso modo continua la crescita del discount che, anche grazie ad una continua espansione della rete di vendita, raggiunge il 23% di quota di mercato, con un incremento di circa 4 punti percentuali rispetto al 2019”.
Fonte: italiani.coop
Pescatori Digitali: coliving diffuso a Stintino
Pescatori Digitali, un’iniziativa dell’associazione Absentia – Exploring the Absence, co-finanziata dalla Fondazione di Sardegna, è un progetto pilota che mira a trasformare il borgo marittimo di Stintino, nella punta nord-ovest della Sardegna, in un hub per nomadi digitali, creativi e remote workers durante la bassa stagione turistica, quando il borgo, conosciuto per le sue spiagge paradisiache e il mare cristallino, si svuota dei consueti flussi turistici estivi. L’obiettivo è duplice: da un lato, rivitalizzare l’economia locale attraverso un modello di coliving diffuso che abbraccia l’autenticità della vita stintinese; dall’altro, creare un’esperienza di turismo sostenibile che valorizzi le tradizioni locali e permetta ai partecipanti di immergersi nella cultura e nella comunità del luogo. Coi suoi 1.500 abitanti, Stintino è l’esempio emblematico di una comunità che vive di un turismo fortemente stagionale. Durante i mesi estivi, la località si riempie di visitatori, con un impatto evidente sull’ambiente e sull’economia locale. Tuttavia, durante l’autunno e l’inverno, il paese vive un rallentamento economico e sociale significativo. Pescatori Digitali vuole invertire questa tendenza, creando un ciclo continuo di sviluppo economico e sociale attraverso la presenza di nuovi abitanti temporanei: nomadi digitali e creativi che possono lavorare a distanza ma che vogliono anche far parte della vita locale. «Vogliamo dimostrare che un borgo così piccolo può prosperare anche durante la bassa stagione, grazie a un turismo responsabile e sostenibile» commenta Fabrizio Contini, fondatore di Absentia. A differenza dei classici spazi di co-living concentrati in un unico luogo, i partecipanti a Pescatori Digitali hanno la possibilità di vivere in case storiche degli stintinesi e lavorare da spazi pubblici come il Museo della Tonnara (MuT), l’ufficio turistico e la biblioteca locale. «Il coliving diffuso — spiega Contini — permette ai partecipanti di integrarsi nella vita quotidiana del paese. Non solo di venire a lavorare qui, ma di vivere Stintino come un abitante, creando legami duraturi con la comunità locale». Il progetto incoraggia i partecipanti a vivere in armonia con l’ambiente circostante, promuovendo pratiche di slow tourism che mettono al centro il rispetto per il territorio e la riduzione dell’impatto ambientale: attività di trekking, passeggiate ecologiche, workshop di vela latina e di cucina di piatti tipici, oltre a Tuna Talks, sessioni di condivisione delle competenze in cui ognuno ha la possibilità di insegnare qualcosa agli altri partecipanti e alla comunità locale. Pescatori Digitali si ispira al modello di Sende, uno dei primi spazi rurali di coliving in Galizia, Spagna, ma è stato adattato alle specificità del contesto. In questo modo, è un esempio di come le piccole comunità possano sfruttare le risorse locali per creare un’offerta turistica sostenibile e innovativa, capace di attrarre professionisti da tutto il mondo. «Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che anche i borghi più piccoli possono prosperare grazie a un turismo che non si basa solo sui numeri, ma sulla qualità delle esperienze e sulla connessione con il territorio» ha concluso Contini.
L’Islanda, la pesca e i piatti da assaggiare
Una terra lontana, a tratti ostile e allo stesso tempo meravigliosa. Una terra in cui le condizioni sono anche estreme e l’uomo, nel corso del tempo, ha saputo adattarsi e sfruttare le risorse disponibili, in primis quelle del mare
A destra: Salmerino artico, Arctic char, in islandese Bleikja. Pesce d’acqua dolce appartenente alla famiglia dei Salmonidi, è noto per la sua carne tenera e saporita. In basso: il villaggio di pescatori Húsavík in Islanda.
Quando si pensa all’Islanda subito viene in mente un luogo in cui è ben percepibile la forza della natura e in cui è facile uscire dall’inganno antropocentrico in cui i ricchi popoli occidentali cadono giorno dopo giorno. Questo senso di onnipotenza umana qui è disilluso e in queste terre fredde è subito visibile quanto il nostro pianeta sia enormemente più potente di qualsiasi specie vivente e quanto sia necessario comprenderne e rispettarne i suoi equilibri. Il popolo islandese lo sa bene: infatti, nel corso dei secoli, ha saputo adattarsi alla vita in questi luoghi.
Appare subito evidente come l’attività della pesca, insieme all’allevamento animale, con un focus principale su quello ovino, possa essere centrale nella sopravvivenza economica attuale di queste popolazioni, ma quanto anche lo sia stato
nel corso del tempo, quando il commercio non era così fitto e gli islandesi dovevano concentrarsi in larga parte sulle proprie forze e possibilità. In particolare, la pesca del merluzzo è sempre stata di fondamentale importanza per la sopravvivenza della popolazione islandese e, senza entrare nel merito dei regolamenti che la guidano, è facile notare come anche sulle tavole questo pesce, ricco di proteine e povero di grassi, la faccia da padrone.
Dal classico e nordico Fish And Chips a piatti che più rappresentano la cucina islandese. Si tratta di preparazioni semplici, che possiedono quasi sempre una parte cremosa. Assaggiabili ovunque sono le zuppe di pesce, spesso composte da merluzzo a tocchetti, altri frutti di mare come i gamberetti e una crema di latte simile alla panna, sempre in-
In Islanda, proprio come in Norvegia e in Giappone, è consentito il consumo di carne di balena (Húsavík). Un po’ più coriacea del manzo, ma dallo stesso colore e dal sapore simile, è principalmente un alimento offerto ai turisti attratti dall’idea di mangiare qualcosa di insolito, come lo squalo fermentato.
saporita con erbette e aglio. A volte può essere “sporcata” con un poco di pomodoro.
Oltre alla zuppa calda di pesce, il merluzzo viene servito come piatto principale sempre a tocchetti unito alle patate e con la tipica salsa, simile alla besciamella, quasi a ricordare uno dei piatti invernali tra i più consumati nel nord Italia: il baccalà alla vicentina (che non è preparato ovviamente con la besciamella). Il merluzzo utilizzato però non è quello salato bensì il fresco.
Infine, tra i piatti a base di merluzzo, il Plokkfiskur. Essendo anch’essa una ricetta tradizionale, ognuno la prepara un po’ come vuole: si tratta di merluzzo spaccato a pezzetti, quasi sfilacciato, servito
caldo e condito a piacere. C’è chi ne ricava una consistenza cremosa e chi una più asciutta e speziata. Vie spesso servito insieme all’immancabile lava bread con una generosa spalmata di burro fresco. Il lava bread è un pane di segale molto simile a quello danese che prende il nome dal fatto che veniva cotto in padelle di terracotta poste per diverse ore sotto terra in zone specifiche dove la temperatura appena sotto il suolo è molto elevata.
In tutti i supermercati è invece facilissimo trovare gli snack a base di merluzzo essiccato o altro tipo di pesce: è l’harðfiskur ed è molto comune trovarlo in negozi, bar e al supermercato in sacchetti molto simili alle patatine.
Oltre al merluzzo, sono altre le specie pescate e molto consumate sulle tavole islandesi. In primis l’Arctic Char, ovvero il salmerino artico. Lo si trova in molti ristoranti, da quelli più raffinati fino alle tavole calde. Viene cotto al forno o in padella e servito in tranci accompagnato da patate o verdure. Le sue carni sono di colore arancione scarico e dal sapore delicato.
Si trova in grande quantità anche il salmone, seppur prevalentemente da allevamento, anche se gli Islandesi scelgono di preferenza quello selvaggio, destinato prevalentemente al consumo interno.
Infine, due prodotti iconici, ma ben più difficili da trovare: sono lo squalo fermentato (Hákarl) e la carne di balena, che in Islanda è possibile catturare. Sebbene il primo sia molto frequente nei racconti gastronomici di chi visita l’Islanda, il suo assaggio non è così diffuso e frequente. L’Hákarl si trova in pochissimi ristoranti, soprattutto se frequentati da turisti. Gli Islandesi normalmente non lo consumano.
Lo squalo fermentato, erroneamente chiamato anche putrefatto, è stato un modo disperato nei secoli scorsi di trovare nutrimento da una specie non commestibile come lo squalo. I sentori intensi di ammoniaca lo rendono però sgradevole a qualsiasi palato.
Infine lei, la balena, che in Islanda è ancora una specie che la cui pesca è autorizzata. Forse un retaggio di tempi antichi, dove la fame la faceva da padrone. Oggi forse un prodotto un poco anacronistico. Assomiglia molto alle carni di manzo e viene servita cotta appena. Un po’ più coriacea del manzo, ma dallo stesso colore e dal sapore simile.
Ecco, forse da assaggiare in minima quantità una volta nella vita, per curiosità, ma l’Islanda è ricca di altri piatti interessanti e molto buoni: squalo e balena possiamo anche lasciarli stare.
Non una grande varietà di specie e piatti, ma una proposta tradizionale che racconta molto di quest’isola e di come si sia fatta virtù delle poche risorse disponibili.
Lara Abrati
Una dieta basata su verdure e pesce
allontana il rischio di tumore al colon
La conferma arriva da uno studio1 coordinato dall’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Cnr-Ibba) assieme al Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) dell’Università degli studi di Firenze, pubblicata sulla rivista Microbiome e svolta in collaborazione anche con scienziati francesi dell’INRAE – l’istituzione di ricerca francese dedicata a agricoltura, cibo e ambiente – e olandesi della Netherlands Organisation for Applied Scientific Research. La ricerca ha valutato lo sviluppo di cancro del colon-retto – la terza causa di morte per tumore nel mondo – e l’evoluzione della composizione del microbiota intestinale e i relativi metaboliti, osservando gli effetti associati alla somministrazione di diete associate a differente rischio di tumore: una a base di carne rossa e carne lavorata (dieta MBD, considerata ad alto rischio), una a base di carne rossa ma addizionata con un particolare antiossidante quale la Vitamina E (dieta MBDT, a rischio moderato) e una pesco-vegetariana (dieta PVD, a basso rischio). Lo studio ha dimostrato come la dieta pesco-vegetariana riduca in modo significativo, rispetto alle diete a base di carne, il numero di tumori del colon nei modelli animali predisposti allo sviluppo di cancro del colon-retto. Inoltre, questo tipo di dieta aumenta la diversità microbica, caratterizzata dalla presenza di specifiche comunità batteriche associate a un livello più basso di acidi biliari, metaboliti intestinali potenzialmente cancerogeni. Ma un ulteriore, importante risultato della ricerca è rappresentato dalla scoperta del ruolo del microbiota intestinale nel trasmettere o meno i fattori di rischio per il cancro del colonretto che sono associati alla dieta: si è, infatti, osservato che “trapiantando” il microbiota intestinale dei modelli alimentati con le tre diverse diete, in modelli animali privi di microbiota intestinale (germfree), questi ultimi ne preservavano i metaboliti, trasferendo rispettivamente i fattori di rischio nel caso della dieta a base di carne o di protezione nel caso della dieta pesco-vegetariana. «Abbiamo avuto la conferma che il microbiota intestinale, modulato dalla dieta, può trasmettere i rischi, così come i benefici, legati alla dieta stessa. Questo dimostra che possiamo “modulare” il nostro microbiota intestinale per prevenire la produzione di metaboliti potenzialmente cancerogeni, a partire dalla dieta» spiegano i ricercatori. «I risultati dello studio aprono la strada per strategie di salute pubblica basate sulle abitudini alimentari e sul microbiota in grado di prevenire questa temibile patologia».
1. “Gut microbiota drives colon cancer risk associated with diet: a comparative analysis of meat-based and pesco-vegetarian diets”, pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39334498/
Pesce combattivo e velocissimo, non è facile catturarlo
La grande leccia, predatore solitario
di Nunzia Manicardi
“Imprevedibile e misteriosa”: così viene definita la Leccia (nome latino Lichia amia), un pesce pelagico appartenente alla famiglia Carangidae caratterizzato dalle migrazioni stagionali, che in età adulta, con i suoi circa 2 metri per 50 kg di peso, naviga solenne e maestosa, in coppia ma più spesso solitaria, nelle acque dell’Atlantico orientale, lungo le coste del Sudafrica, in tutto il Mediterraneo, nel Mar Nero e in Adriatico alla
ricerca di seppie, calamari, cefali, aguglie, costardelle, occhiate, maccarelli, cefalopodi e, in mancanza di queste sue prede preferite, si accontenta di tutto il resto che il mare può offrirle. Il cibo lo cerca nelle secche al largo della riva, ma anche in prossimità delle rocce costiere o risalendo le foci dei fiumi, facendo attenzione però sempre alla temperatura dell’acqua perché, quando questa scende al di sotto dei 14 °C,
migra verso mari più caldi dove, in periodo corrispondente alla nostra primavera, si riproduce vicino alla costa, su fondali misti di rocce, posidonie e fango. Di dimensioni minori sono la Leccia stella, con lunghezza media dai 30 ai 50 cm, e la Leccia fasciata, che, nel Mediterraneo, raggiunge i 60 cm.
Questo pesce, dal corpo di elegante forma romboidale appiattito lateralmente, è facilmente riconoscibile
per la colorazione grigio-verdastra, argentata sui fianchi e con una tipica linea laterale nera. Ottime le sue carni, ricche di sostanze nutritive: sali minerali come potassio, selenio, fosforo e iodio, vitamine del gruppo B ed E, grassi omega-3 e proteine dall’alto valore biologico.
In cucina, dove si presta a diverse preparazioni (cotture al forno, al cartoccio, sughi di pesce e zuppe), è molto apprezzata grazie anche al sapore assai delicato, simile a quello della ricciola ma ancora più tenue. In genere è preferibile ridurla in trance o filettarla.
In vendita la si trova con facilità. L’IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura ) dichiara che la specie non è soggetta a rischi imminenti, sia per la sua presunta distribuzione, sia perché non vi sarebbero evidenze di declino o minacce specifiche. Tuttavia, è bene pensare comunque alla sua salvaguardia: tenendo conto che la specie si riproduce nei mesi primaverili
ed estivi, in particolare tra aprile e giugno, è preferibile non acquistarla in questo periodo ma tra luglio e gennaio, quando è disponibile ma fuori dal periodo di riproduzione.
Inoltre, come molti altri grandi predatori marini, non va dimenticato che è soggetta all’infestazione parassitaria e all’accumulo di inquinanti che, soprattutto se viene pescata in zone portuali inquinate da idrocarburi dove si è nutrita a lungo, può alterare notevolmente il gusto della carne, specialmente delle parti ventrali.
La sua pesca, che si effettua con palangari, reti a strascico e volanti o reti da posta per la piccola pesca artigianale, non è tanto agevole innanzitutto perché è quasi impossibile prevedere dove si sposterà per cacciare e poi perché, essendo molto veloce, sfugge senza difficoltà alla cattura ed ha abitudini stravaganti, non prevedibili, che mettono in difficoltà i pescatori, e reazioni potenti e astute. Quando è in superficie viaggia
velocemente fendendo l’acqua con la pinna dorsale e caudale. A volte si esibisce in salti acrobatici.
La pesca sportiva viene esercitata soprattutto a traina col vivo, tra cui preferibilmente cefalo, aguglia e sugarello, benché pure le esche artificiali possano in certi casi essere efficaci. Avendo la bocca molto larga è bene preferire esche voluminose, fino anche a superare il chilogrammo, che la attirino maggiormente. Caccia principalmente in superficie, pertanto si sonderanno soprattutto gli strati superficiali del mare. Alla vista della barca cerca però subito di guadagnare il fondo.
Il combattimento è piuttosto impegnativo e non sempre si risolve con il risultato desiderato anche perché la leccia, una volta ingoiata l’esca, tante volte riesce a squagliarsela. Ecco perché grande può essere la frustrazione del pescatore, ma altrettanto grande la soddisfazione in caso di cattura.
Nunzia Manicardi
Michele Chinappi: la cucina marinara di Formia è da copertina
Questo mese, in occasione delle festività, vi mettiamo in copertina la cucina marinara di Formia, con capitone alla cacciatora, una bontà natalizia del Basso Lazio, in odor di Campania. E, per farlo, siamo andati proprio a Formia, in provincia di Latina, al Ristorante Michele Chinappi. Un’occasione ghiotta per tornare in un locale che avevamo già raccontato e che non si smentisce per la qualità della proposta e la freschezza del pesce.
Il ristorante comprende tre sale comunicanti con doppio ingresso su strade parallele: lato mare, con giardino e terrazzino estivo, e lato paese, ingresso da via Abate Tosti, dove inizialmente c’era il lounge bar, oggi spazio consacrato a sala ristorante. Il locale è stato aperto nel 2021 e in tre anni ha conquistato una clientela in arrivo da Lazio e Campania, soprattutto, ma anche dal resto d’Italia e qualcuno pure dall’estero.
Oggi si naviga vento in poppa. Metafora marinaresca che cade a pennello per questo ristorante a conduzione famigliare: in sala il sommelier Michele, la moglie Angela, i figli Christian e Noemi, e poi una squadra di collaboratori, camerieri, pizzaioli e chef. In cucina il bravo Marco Bisleti, che ha ampliato la proposta del menu con una linea più moderna, che comprende sfiziosità di pesce come il benvenuto di Polpettina di ricciola su crema di cavolo e l’antipasto di Scampi scottati con verdurine di campo agli agrumi.
Tra i secondi la Razza al forno con capperi e cespuglio di cicoria fritta, oppure la Parmigiana di alici e sgombro con nuvoletta di wasabi e ancora gli Involtini di sgombro con ripieno di mozzarella e pomodoro torpedino di Fondi su composta di ribes e crema di lime.
Per gli amanti della tradizione, invece, consigliamo senza discussioni il Gran Crudo Chinappi, un piatto unico di crudi di pesce e molluschi che è una summa di freschezza e varietà secondo la stagione e la generosità dei mari pontini. Il ristorante vanta infatti un canale privilegiato per l’approvvigionamento di pesce fresco di giornata: l’azienda di pescatori, con
Michele Chinappi, titolare dell’omonimo ristorante nel cuore di Formia (LT). La gestione del locale, aperto tre anni fa, è famigliare: Michele si contende il servizio in sala con la moglie Angela in una sfida all’accoglienza, giocata su competenza e socievolezza, senza mai essere invadenti. Poi ci sono i figli, Christian e Noemi, e una squadra di collaboratori, camerieri, pizzaioli e chef. Nella pagina a lato: capitone, protagonista della cena della Vigilia di Natale.
15 barchette, de Il Grottino, a 500 metri dal locale, con vendita diretta di un pescato giornaliero ricco di polpi, calamari, ombrine, saraghi pizzuti, sogliole, pezzogne, triglie, cefali, spada, scorfani e altri pesci che finiscono in cucina senza viaggi e passaggi intermedi. Dal pescatore al ristoratore, per farla breve.
Nascono da questo rapporto di fiducia e giornaliero tanti piatti marinari semplici e tradizionali, che giocano sulla qualità della materia prima, la freschezza e la delicatezza del sapore grazie ad una cucina attenta e di mano leggera.
Tra gli antipasti d’ispirazione tradizionale troviamo: i tortini
ripieni di polpo e la classica Tiella di Gaeta, una focaccia rustica e morbida, a forma di torta, con varie guarnizioni (scarola, alici e olive o polpo e pomodoro, ecc…).
Sono tipiche di Formia anche le Mazzancolle al vapore con un filo d’extravergine di cultivar Itrana (l’oliva detta di Gaeta), prezzemolo o rucola selvatica. Un antipasto “rinforzato” è appunto — lo citavano prima — il Gran Crudo assortito secondo la disponibilità, ad esempio con ricci, ricciole, gamberi gobbetti di Ponza, ecc…
Tra i primi troviamo gli Spaghetti con pomodorino Pachino e vongole lupini, le Linguine alle cicale di mare e pomodorino oppure le Linguine ai ricci di mare per citare altre proposte.
Tra i secondi la scelta si fa più difficile tra: Scampi di Ponza cotti a vapore su rucola e melone, il Fritto di calamaretti o il Misto di crostacei con arrosto e macedonia di frutta cotta, al profumo di menta. Ma anche tante
altre versioni di calamaretti, protagonisti di appetitose ricette: scottati al rosmarino con verdurine di stagione, ripieni alla vecchia maniera con broccoletti in padella e ancora nella classica frittura con tempura di zucchine, leggera e saporita.
Insomma, poche tentazioni per i carnivori ma una bella lista di proposte anche per gli amanti della pizza, secondo le ricette del pizzaiolo Michele Borriello, con cottura in forno a legna e a gas: ottime, ad esempio, la Tarallo (ricotta, salame, mozzarella e tarallo napoletano sbriciolato) e la Cetara (alici di Cetara, provola, datterino giallo e buccia di limone grattugiato). E ad una buona pizza non si rinuncia neanche a pranzo; non sono in effetti tanti i locali che la servono a metà giornata. I più si limitano alla cena. Da Michele Chinappi invece la troviamo sempre. La più richiesta è la rossa al pomodoro e pecorino.
I celiaci troveranno inoltre la pizza senza glutine e un menu di pesce
dedicato con piatti come: l’insalatina di polpo verace, le Pennette senza glutine con granchio di scoglio e pomodorino e per chiudere in dolcezza la crème brûlée.
Mentre gli amanti del vino troveranno una proposta nazionale calibrata (oltre agli Champagne) e ben focalizzata sul Centro e Sud Italia, dal Lazio alle Marche, dalla Campania alla Sicilia: in totale 400 etichette tra bianchi, rosati e qualche rosso da meditazione oltre alle bollicine. A rotazione tanti calici di territorio.
Il servizio in sala è una sfida all’accoglienza, giocata su competenza e socievolezza, senza mai essere invadenti.
Massimiliano Rella
Ristorante Michele Chinappi
Via Abate Tosti 101 04023 Formia (LT) Telefono: 346 2248182
Web: www.michelechinappi.it
Ristorante Michele Chinappi
Gelatina alimentare
di Nunzia Manicardi
La gelatina alimentare di origine animale (da non confondere quindi con la gelatina di origine vegetale ottenuta da peptina o alghe) è ricavata dal collagene, una proteina presente nel tessuto connettivo degli animali e, nello specifico, dalla cotenna di maiale e dalle ossa e dalle cartilagini anche bovine. È tuttora però nota anche con il nome di “colla di pesce” perché in origine la si produceva in Russia essiccando al sole le vesciche natatorie di pesci (in particolare lo storione) e la loro cartilagine e ottenendo l’ittiocolla, che significa appunto colla di pesce. Il prodotto ittico è stato però poi generalmente sostituito, soprattutto per gli altissimi costi di produzione, da quello industriale di origine suina e bovina benché non manchino aziende, anche italiane, che continuano a
produrlo. La gelatina di produzione europea, nello specifico, è costituita per l’80% dalla cotenna di maiale, per il 15% dal bifido bovino, cioè da uno strato sottile presente sotto la pelle, e per il restante 5% quasi tutto da ossa di maiali e bovini
La presenza del tessuto connettivale, e quindi del collagene, equipara la gelatina ad una fonte proteica, di valore analogo a quello della matrice ossea: 86 g per 100 g di prodotto. Ridotti sono i contenuti lipidico e glucidico, rendendola perciò adatta anche ad una dieta ipocalorica. Bisogna tuttavia prestare attenzione alla qualità del prodotto d’origine, per altro attualmente sottoposto a controlli molto severi per evitare il rischio BSE per quanto riguarda i bovini. La gelatina ha svariate
proprietà: gelificante, addensante, brillantante, stabilizzante, emulsionante, inibitore di sineresi, collante, legante per l’acqua… In cucina, in particolare, è utilizzata soprattutto come addensante degli alimenti, affinché la preparazione risulti compatta ma morbida e, soprattutto, che non si sfaldi e come gelificante per migliorarne anche l’aspetto estetico. Per questo compare nella lista degli ingredienti di moltissime ricette sia dolci, come per quelli al cucchiaio, i dessert, i budini, le cheesecake o le caramelle, che salate, come per aspic, salse, fondi di cottura, formaggi e yogurt cremosi.
La sua versatilità è dovuta anche al fatto che non ha odore né sapore o colore. È molto impiegata nell’industria alimentare per la preparazione di carni fredde (an-
che con funzione antiossidante e di prevenzione dell’essiccazione), prosciutti in scatola, maionese, latte condensato, conserve di pesce e simili, integratori alimentari per articolazioni e ossa e per la cura del corpo, bevande e barrette energetiche, cibo per animali e pure in enologia, per la chiarificazione dei vini in quanto reagente dei tannini e delle sostanze amare del vino e con funzione assorbente delle sostanze che creano torbidità e che essa riesce ad asportare. Rende quindi possibile la chiarificazione anche di sidro, birra e succhi di frutta.
La gelatina si presenta in commercio con fogli sottili e trasparenti. Raramente si trova sotto forma di polvere. Questi fogli si gonfi ano subito una volta messi in acqua (a differenza della colla di pesce che aumenta di poco il proprio volume). Normalmente 6 fogli di gelatina riescono a gelificare 500 ml di acqua; usando invece, a parità d’acqua, 8-9 fogli si ottiene una gelatina molto più solida che è possibile tagliare con il coltello. L’utilizzo è facile ma per un risultato ottimale vanno rispettate alcune regole di base. Innanzitutto bisogna essere sicuri che il quantitativo impiegato sia adeguato alla preparazione, né troppo né poco.
I fogli vanno messi in ammollo in acqua fredda per circa un quarto d’ora perché si ammorbidiscano, dopodiché si strizzano accuratamente e poi si scaldano in acqua calda o
a bagnomaria oppure al microonde alla massima potenza per una decina di secondi. Infine, si aggiungono agli altri ingredienti. Se però è previsto che qualcuno di questi debba essere scaldato, come ad esempio il latte, si può farlo tutto insieme saltando un passaggio.
Tanti, e per molti versi forse anche inaspettati e sorprendenti, sono gli impieghi non alimentari della colla di pesce: per usi farmaceutici nella preparazione di capsule molli e compresse di vitamine, nella cosmesi per creme e prodotti di bellezza, nel campo fotografico dove la gelatina funge da legante per le pellicole, nel restauro come colla per legno o per fare aderire la foglia d’oro al bolo (l’argilla su cui la foglia viene stesa), per la preparazione manuale dell’inchiostro (ammesso che qualcuno ancora lo faccia…). Sconsigliato l’utilizzo invece come prodotto per fissaggio dei capelli perché ne danneggia la fibra.
Di ancora più recente utilizzo sono le applicazioni mediche della gelatina per plasma espansori nella medicina d’urgenza dove, con specifiche microbiologiche e di endotossine molto stringenti, spesso vengono usati dei prodotti a base di gelatina per ricostituire i volumi di sangue a seguito di perdite eccezionali o per la produzione di spugne emostatiche che possono anche venire assorbite dai tessuti.
Nunzia Manicardi
PELATRICE PER PESCE
Tendenze, innovazione e un’offerta superlativa di prodotti: a tutto SIAL 2024
di Elena Benedetti
Sono state intense e cariche di contatti e relazioni commerciali le cinque giornate di SIAL Paris 2024, che si è lasciata definitivamente alle spalle i toni più dimessi del post pandemia e che è tornata al centro del mondo agroalimentare internazionale con una ricchissima presenza di espositori e visitatori: sono stati infatti più di 285.000 i professionisti provenienti da tutto il mondo che si sono confrontati sulle ultime tendenze e innovazioni alimentari. Insieme, hanno esplorato soluzioni per il futuro di fronte alle grandi sfide dell’alimentazione di domani.
Questa era la 60a edizione di SIAL, ampiamente celebrata al Parc des expositions de Paris-Nord Villepinte. «Questa edizione di SIAL è stata caratterizzata un’energia eccezionale. Abbiamo provato tutti un grande piacere a riunirci ed è questa atmosfera unica che rende SIAL un evento imperdibile» ha commentato Audrey Ashworth, direttrice di SIAL Paris.
«Il salone ha consolidato la sua posizione di leader mondiale nel settore food, con una crescita significativa sia degli espositori che dei visitatori. In cinque giorni ci
siamo resi conto di quanto, in un mondo sempre più digitalizzato, il contatto umano e la collaborazione tra start-up e grandi aziende siano fondamentali».
«SIAL Paris 2024 è stato un salone vivace, ottimista e impegnato» ha sottolineato Nicolas Trentesaux, direttore generale di SIAL. «SIAL rafforza così il suo ruolo di leader nel sostenere la transizione alimentare e coinvolgere tutti a diventare attori del cambiamento per affrontare insieme la grande sfida di domani: cibo sano e sostenibile per 10 miliardi di consumatori».
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La partecipazione al SIAL Paris 2024 ha rappresentato per la pugliese Renna una conferma nel consolidamento della propria presenza in Europa e nella diffusione del marchio in tutto il mondo.
Sono stati più di 285.000 i professionisti provenienti da tutto il mondo che a SIAL Paris si sono confrontati sulle ultime tendenze alimentari, cercando soluzioni per il futuro di fronte alle grandi sfide dell’alimentazione di domani.
SIAL Innovation, parole d’ordine: innovare e rinnovare SIAL 2024 ha tenuto a battesimo la presentazione di oltre 400.000 prodotti, ma tra i contenuti più interessanti del salone francese c’è da sempre l’attesissimo concorso SIAL Innovation, l’osservatorio globale sull’innovazione alimentare gestito in collaborazione con Protéines XTC, che ogni due anni esamina diverse migliaia di domande presentate dagli espositori del salone. L’industria agroalimentare mondiale si sta reinventando per rispondere alle sfide attuali e alle aspettative dei consumatori, sviluppando prodotti innovativi e più sani con nuovi ingredienti e imballaggi. SIAL Paris premia queste innovazioni attraverso una ventina di premi tematici per categoria (prodotti lattiero-caseari, frutti di mare, surgelati, ecc…), oltre a premi speciali come gli Own the Change (CSR), i premi Start-up e i Public’s Choice. Questa edizione ha previsto nuovi premi speciali come i Top 3 Countries Awards, per la
scelta delle nazioni che hanno offerto i prodotti più innovativi, e gli Africa Awards. Per la categoria seafood, SIAL Innovation ha selezionato il King crab della norvegese Futurum Seafood AS – VAAG Seafood. La difficoltà di apertura del guscio e poca praticità è il principale ostacolo al consumo di molluschi. Per risolvere questo problema, VAAG Seafood
utilizza un processo che elimina il guscio senza intaccare la presentazione del prodotto, che attira l’attenzione dell’acquirente anche grazie alla confezione completamente trasparente: perfettamente conservata attraverso il congelamento, mantiene tutte le sue qualità organolettiche. Un prodotto di alta gamma, destinato ad essere inserito nei piatti più raffinati.
Tutti i numeri di SIAL Paris 2024
• 400.000 prodotti esposti;
• 7.500 espositori;
• 205 Paesi rappresentati;
• 11 padiglioni;
• 10 settori merceologici;
• 285.000 operatori professionali (dei quali 75% proveniente dall’estero);
• 100+ delegazioni ufficiali estere;
• 650 start-up;
• 8.000 top buyer;
• 200 contatti fatti in media per espositore;
• 83% percentuale di buyer che hanno siglato acquisti in fiera.
SIAL Insights e i nuovi trend di consumo
SIAL Insights è uno studio esclusivo realizzato dal salone in collaborazione con i suoi partner, che ha l’obiettivo di analizzare le aspettative dei consumatori e le tendenze dell'innovazione alimentare, della ristorazione fuori casa e del retail su scala globale. Attraverso questo studio, SIAL Paris condivide con gli operatori le principali tendenze del 2024 e intende anche sensibilizzare i consumatori di tutto il mondo a diventare attori impegnati. I risultati sottolineano l’importanza centrale del food nella nostra vita e si basano su tre pilastri principali: emozione (il piacere prima di tutto, la ricerca di sapori potenti), connessione (il ritorno in forze della convivialità dopo la pausa forzata della pandemia) e attenzione (il nostro rapporto con il cibo per prenderci cura di noi stessi, degli altri, del pianeta).
SIAL Insights nasce dalla sinergia tra lo studio food 360™ realizzato da Kantar ogni due anni per il SIAL, il
barometro globale dell’innovazione di ProtéinesXTC e l’analisi sulle tendenze del consumo di massa e della ristorazione fuori casa realizzato da CIRCANA. A causa delle continue interruzioni dell’approvvigionamento in un contesto geopolitico instabile, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha raggiunto i massimi storici negli ultimi due anni, spesso superando i tassi d’inflazione complessivi. Di conseguenza, la spesa alimentare è in aumento, anche nel settore della ristorazione. Se da un lato c’è stata un’impennata della spesa, c’è stato anche un calo generale dei volumi, con il ridimensionamento che è diventato un modo per preservare il potere d’acquisto, insieme a carrelli più piccoli e il passaggio a marche/negozi. In un contesto in cui la nostra transizione alimentare è messa in discussione dall’aumento del costo della vita, il settore si trova ora ad affrontare un’equazione ancora più complessa di prima, in cui la questione dei prezzi rimane centrale.
SIAL Paris, con l’aiuto dei partner, ha anche pubblicato uno studio sull’open innovation nell’industria alimentare, rivelando le numerose sfide e i vantaggi di questo approccio collaborativo. Lo studio evidenzia il ruolo cruciale che le strutture giovani e agili svolgono nell’accelerare l’innovazione: non a caso il Villaggio delle Start-up quest’anno ha raddoppiato la sua superficie espositiva rispetto all’edizione precedente, diventando il cuore pulsante della manifestazione, simbolo dell’ascesa delle giovani imprese nella trasformazione del settore alimentare.
Elena Benedetti
➤ Prossima edizione del Salone Internazionale dell’Alimentazione
SIAL Paris 2026 Paris Nord Villepinte, 17-21 ottobre >> Link: sialparis.com
GREMBIULE IN POLIURETANO
La superficie lucida impedisce allo sporco di accumularsi, facilita la pulizia e non assorbe i liquidi. Si allaccia facilmente dietro tramite due fori e laccio elasticizzato con gancio alla vita ad uncino. Pettorina regolabili sul collo grazie alle pratiche fibbie.
Tuttofood Milano ridefinisce il calendario fieristico del food
Al termine della seconda giornata di SIAL Paris, si è svolta la presentazione ufficiale del nuovo Tuttofood 2025 (tuttofood.it) targato Fiere di Parma, in programma a Milano dal 5 all’8 maggio prossimi. Dalla suggestiva terrazza dell’Automobile Club di Parigi, a due passi dalla piramide del Louvre, l’AD di Fiere di Parma Antonio Cellie ha dichiarato: «Sono certo che, anche grazie alla partnership con Koelnmesse, Tuttofood già dal 2025 si affermerà come appuntamento chiave del calendario internazionale delle fiere del food». Da oggi diventa ufficiale la nuova programmazione di Tuttofood Milano: dopo l’edizione di maggio 2025, che segnerà il debutto del nuovo format internazionale, Tuttofood si sposterà negli anni pari, e dunque a maggio 2026 (11-14) e maggio 2028, così da alternarsi con l’Anuga di Colonia, la più grande fiera europea B2B dedicata al mondo del food e, sul piano nazionale, con Cibus Parma, oggi più che mai casa del made in Italy agroalimentare e dei suoi territori. «Tuttofood sarà la piattaforma privilegiata di promozione dei nuovi modelli di produzione e consumo responsabili. In fiera sarà possibile scoprire e toccare con mano le nuove tendenze, i processi produttivi più avanzati ed i prodotti più contemporanei alla domanda dei prossimi anni. Il nostro obiettivo è supportare e promuovere il cibo di qualità e renderlo disponibile, tramite retailers e distributori, ai consumatori di tutto il mondo».
Alla serata è intervenuto anche Thomas Rosolia, AD di Koelnmesse Italia e presidente di Koeln Parma Exhibitions, secondo il quale il progetto Tuttofood 2025 «è riuscito ad intercettare le reali esigenze delle imprese, mettendo loro a disposizione una piattaforma unica di business e networking. Ne è la dimostrazione l’adesione di numerose aziende e collettive internazionali provenienti da 30 Paesi del mondo, particolarmente interessate anche alla Tuttofood Week, anch’essa un unicum nel panorama fieristico internazionale».
Gli oltre 150.000 m2 di spazio espositivo Rho Fiera si amplieranno andando ad abbracciare l’intera area metropolitana di Milano grazie alla concomitante Tuttofood Week, che già dalla settimana precedente (3-8 maggio), in collaborazione con Mondadori, promoverà una rassegna itinerante tra luoghi iconici della città, tra food show, tavole rotonde, eventi serali, degustazioni guidate, percorsi di mostra e rassegne cinematografiche, con una previsione di afflusso superiore ai 500.000 accessi (fonte: EFA News – European Food Agency).
Pesca e Acquacoltura al centro di conferenze, workshop e networking
A Ecomondo la Blue Economy e la crescita blu
La città di Rimini è tornata ad ospitare Ecomondo, la fiera dedicata all’economia circolare svoltasi dal 5 all’8 novembre scorsi alla Fiera di Rimini e organizzata da ITALIAN EXHIBITION GROUP. Si è registrato un +5% di presenze totali rispetto all’edizione precedente (e +4% quelle estere), 1.620 brand espositori (contro 1.520 dell’anno prima), che hanno occupato 166.000 m 2 nel quartiere fi eristico riminese, ampliato con due nuovi padiglioni per rispondere ad una domanda crescente di presenza da parte delle aziende (+10% di espositori rispetto al 2023). I giornalisti accreditati da ogni parte del mondo hanno toccato quota 650. In continua crescita gli operatori esteri, prevalentemente dall’area euromediterranea e in
particolare da Germania Spagna, Romania, Francia, Croazia, Grecia, Serbia, Egitto Turchia e Tunisia. Accolti operatori internazionali da 121 Paesi, 72 associazioni di settore e istituzioni a livello globale, 650 buyer provenienti da 65 Paesi, in particolare Nord Africa, Europa, Nord America, America Latina, con un notevole incremento di buyer dall’Asia.
In questa 27a edizione della fiera, grande spazio è stato riservato alla Blue Economy o Economia del Mare, con un intero padiglione (B8) dedicato. Con oltre 7.500 km di costa, l’Italia ha il potenziale per essere un leader globale nella Blue Economy, che contribuisce con circa 70 miliardi di euro all’economia nazionale e impiega oltre 400.000
persone, secondo i dati dell’ultimo rapporto UE. Questo settore valorizza le risorse marine e costiere in modo sostenibile, offrendo materie prime, energia, seafood con importanti valori nutrizionali e turismo, contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla prevenzione dei rischi naturali. A questo riguardo LEGACOOP AGROALIMENTARE, con il suo presidente Cristian Maretti assieme a Elena Ghezzi, responsabile pesca e acquacoltura, Antonio Gottardo, responsabile Agroalimentare di Legacoop Veneto e con Massimo Bellavista, responsabile pesca e acquacoltura per l’Emilia-Romagna, ha confermato il proprio impegno in seno al comitato tecnico scientifico della fiera curando l’organizzazione di sei conferenze nazionali e
Ecomondo si è confermato luogo di incontro per l’innovazione tecnologica delle imprese, il mondo della ricerca, i professionisti del settore e le delegazioni internazionali, con oltre 200 convegni e workshop in programma, accessibili anche on-line mediante una piattaforma dedicata.
internazionali. «Le conferenze che abbiamo proposto e successivamente approvate dal Comitato Tecnico Scientifico — ha dichiarato Bellavista — affrontano temi attuali, dettati dalle emergenze e dalle necessità di carattere ambientale ma con uno sguardo verso l’innovazione, la diversificazione e lo sviluppo della filiera ittica sostenibile oltre che l’impegno verso la formazione di una nuova generazione di professionisti del mare consapevoli».
Il primo appuntamento, targato Alleanza delle Cooperative della pesca dell’Emilia-Romagna, mercoledì 6 novembre, è stato il workshop “Ripristino dell’Habitat deltizio e marino, contrasto alla proliferazione del granchio blu, incentivarne l’utilizzo e il consumo”, cui hanno partecipato la DG Ricerca e Innovazione della commissione europea, la direttrice generale di ISPRA, il Commissario straordinario per l’emergenza sul granchio blu, i rappresentanti delle istituzioni regionali del Veneto e dell’Emilia-Romagna, i sindaci di Porto Tolle e di Goro, le Università di Padova, Bologna e Ferrara, le associazioni di categoria (oltre a LEGACOOP AGROALIMENTARE, Confcooperative/Fedagri Pesca e AGCI/AGRITAL)ed i rappresentanti dei Consorzi e delle Cooperative di Goro e Scardovari. A seguire, un appuntamento dedicato alla priorità 3 del FEAMPA a sostegno delle comunità costiere nello sviluppo di strategie partecipative per la Blue Economy, organizzato dal FLAG/GALPA Costa dell’Emilia-Romagna e che ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di 7 Gruppi di Azione Locale della Pesca e Acquacoltura dell’Adriatico e del Mar Tirreno, nella condivisione delle diverse strategie di sviluppo e con la partecipazione di FAMENET, la rete europea di tutti i FLAG/ GALPA istituiti per questi sei anni di programmazione comunitaria. Giovedì 7 la conferenza internazionale “Algocoltura per la raccolta e la vita” ha esplorato le opportunità legate alla coltivazione e consumo delle alghe, la cui versatilità è spendibile in campo alimentare, nella cosmetica, nella mangimistica ma
anche biogas, come dimostra la startup Cooperativa ITACA con Ulisse l’Alga Italiana. Gli eventi convegnistici sono proseguiti nell’ultima giornata di Ecomondo con la conferenza transnazionale “Riduzione e gestione dei rifiuti nei porti di pesca per promuovere una pesca sostenibile”, che ha visto coinvolte l’Università di Padova assieme alla Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini e la Cooperativa MARE di Cattolica nel progetto di Cooperazione Italia/ Croazia #FishNoWaste, che mira a sperimentare e validare modelli virtuosi nella raccolta dei rifiuti pescati in mare, in special modo plastica, ma anche nella gestione e riutilizzo dei rifiuti prodotti nei porti di pesca.
Sempre venerdì 8 si è tenuta la conferenza “Competenze blu e sviluppo dell’occupazione: strategie e buone pratiche per la crescita blu” alla quale hanno partecipato la Commissione europea – DG MARE assieme a delegazioni transnazionali di Spagna, Portogallo, Grecia e Italia unitamente a Europêche, l’associazione europea delle organizzazioni nazionali delle imprese di pesca dell’UE, per condividere esperienze e discutere strategie di sviluppo per le professioni del mare.
Globalmente, la Blue Economy vale circa 1.300 miliardi di euro e si prevede che possa raddoppiare entro il 2030. In Europa, genera circa 665 miliardi di euro di fatturato, rappresentando il 5% del PIL dell’UE, e crea quasi 5 milioni di posti di lavoro. L’Italia, insieme a Spagna e Grecia, è tra i principali Paesi per posti di lavoro nel turismo costiero e ha una forte presenza nella pesca e acquacoltura. «La Blue Economy — ha dichiarato Cristian Maretti — è vitale per un futuro sostenibile e gli investimenti in tecnologie, oltre alla gestione sostenibile delle risorse marine che sono cruciali per mantenere e ampliare il suo impatto positivo. Da anni perseguiamo il percorso di filiera ittica sostenibile e siamo orgogliosi del lavoro portato avanti dalle nostre cooperative associate». La prossima edizione di Ecomondo si terrà dal 4 al 7 novembre 2025.
IL PESCE, 6/24
MARCA by BolognaFiere, rinnovata fino al 2031
la partnership con ADM
ADM e BolognaFiere hanno deciso di rendere strutturale la loro collaborazione, condividendo la proprietà del marchio della rassegna che, dall’edizione 2026, diventerà MARCA by BolognaFiere ed ADM. La registrazione congiunta del nuovo marchio conferma la volontà delle insegne della distribuzione moderna organizzata di identifi care in MARCA un luogo di riferimento fondamentale per stabilire relazioni commerciali con chi vuole entrare nel settore della marca privata in Italia. «Il consolidamento della partnership con ADM — ha spiegato Antonio Bruzzone , CEO di BolognaFiere — rappresenta l’importante riconoscimento della qualità del lavoro organizzativo svolto in questi 20 anni, al servizio del settore della distribuzione moderna e del comparto agroalimentare e del largo consumo. Crediamo nella crescita strategica
del mercato della MDD al punto che abbiamo iniziato a geoclonare l’evento nel mondo, prima in Cina e, dal 2025, in Polonia con partner locali, per internazionalizzare la manifestazione e aiutare le aziende del made in Italy ad entrare nella distribuzione moderna organizzata in mercati dove difficilmente riuscirebbero ad entrare stabilmente da sole». L’intesa raggiunta prevede un coinvolgimento sempre più attivo di ADM nello sviluppo della manifestazione, a partire da una maggiore presenza delle insegne associate. «Siamo consapevoli delle opportunità che ci aspettano e pronti a lavorare insieme per raggiungere nuovi traguardi» ha aggiunto Mauro Lusetti, presidente di ADM.
L’indagine recentemente condotta da CIRCANA sull’andamento nei primi nove mesi del 2024 del mercato totale omnichannel in Italia confer-
ma che la MDD è stato il segmento più dinamico, con una crescita delle vendite a valore di +2,7%, per 22 miliardi di euro di ricavi complessivi e 30 punti di quota. L’offerta di prodotti a marca del distributore è cresciuta, si è arricchita di tante linee che interpretano anche i nuovi gusti dei consumatori (pensiamo al bio e dei prodotti tipici regionali) e oggi è sempre più apprezzata dagli Italiani perché coniuga qualità e convenienza.
«Lo scouting accurato di espositori che facciamo in tutto il mondo, ha l’obiettivo di far crescere il numero e la qualità dei partner della Distribuzione Moderna italiana, i cui contratti durano in media oltre cinque anni» conclude Antonella Maietta , Exhibition manager di MARCA».
Fonte: EFA News – European Food Agency, efanews.eu
Bologna, 15-16 gennaio 2025 marcabybolognafiere.com
MARCA by BolognaFiere 2025 cresce e per la 21a edizione propone un nuovo layout con 9 padiglioni (16-21-22-25-2628-29-30-36) pronti ad ospitare retailer, aziende e business community del settore MDD.
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AquaFarm 2025, manca poco
Di
nuovo insieme a NovelFarm e AlgaeFarm, per una rafforzata sinergia nel nome dell’innovazione nella produzione
sostenibile di cibo
AquaFarm , la mostra-convegno internazionale dedicata all’acquacoltura e all’industria della pesca sostenibile, per l’8a edizione si riunisce con NovelFarm e AlgaeFarm, le fiere dedicate all’agricoltura in ambiente controllato e coltivazione delle alghe e degli altri microrganismi e fissa l’appuntamento per il 12 e 13 febbraio a Pordenone Fiere.
La decisione di riunire le tre manifestazioni dedicate all’innovazione nella produzione sostenibile di cibo deriva dalla sempre più forte sinergia tra i tre settori. Acquacoltura e idroponica si trovano strettamente coniugate nell’acquaponica, la coltu-
ra e allevamento nello stesso ambiente controllato di pesci e vegetali, ma anche di molluschi, alghe e funghi, costruendo ecosistemi artificiali dove gli scarti di una specie costituiscono il nutrimento di un’altra, con alta produttività di cibo. Anche itticoltura e algocoltura sono sempre più sinergiche: basta considerare l’importanza delle microalghe nella realizzazione di mangimi per pesci a impatto zero sulle risorse oceaniche.
Il filo rosso che unisce le tre manifestazioni di nuovo riunite è il cambiamento ambientale. Per acquacoltura e molluschicoltura, protagoniste di AquaFarm, la mo-
difica degli habitat acquatici, dovuti al clima, all’inquinamento di origine umana e all’intrusione di nuove specie portate dai commerci via mare, gli impatti sono già stati importanti, come per esempio le gravissime perdite nella produzione di molluschi, specie vongole, dovute al granchio blu. Gli allevatori, le aziende fornitrici e la ricerca sono impegnati in uno sforzo unanime nel trovare mitigazioni a questi fenomeni.
Da parte loro, le coltivazioni in ambiente controllato hanno una delle la loro ragion d’essere principali, e il principale punto di forza economico, nel ridotto impatto sul
MILANESE snc dal 1953 produce e commercializza una vastissima gamma di attrezzature per l’acquacoltura, che esporta in ben 40 paesi di tutto il mondo. Inoltre progetta e costruisce su misura sistemi di automazione per l’allevamento del pesce
Renato Pujatti, presidente di Pordenone Fiere.
sistema naturale. Non si tratta solo del risparmio di acqua e principi nutritivi e dell’annullamento dell’uso di fitofarmaci. Sganciando la coltivazione dal suolo, una fattoria può essere installata nei pressi dei luoghi di consumo, riducendo l’impatto della catena logistica, con conseguente minor inquinamento, consumo di energia e congestione. Giova anche ricordare che, in percentuale, la fase della catena del cibo dove si hanno le maggiori perdite e spechi è quella del trasporto. Meno trasporto uguale quindi meno spreco di risorsa cibo.
Le stesse alghe coltivate costituiscono una risposta virtuosa ai mutamenti ambientali, perché permettono di produrre proteine, grassi (come l’omega-3) e principi attivi direttamente, senza doverli ricavare da fonti animali o vegetali poste più in alto nella catena trofica, con minore impatto e maggiore efficienza.
Non tutto sarà clima nell’8 a edizione. Acquacoltura e molluschicoltura garantiscono un cibo buono, sano, più controllato e a catena corta, se allevato in Italia. I prodotti delle vertical farm sono migliori da ogni
punto di vista dei comparabili da tecniche tradizionali: nessun residuo, caratteristiche organolettiche costanti e perfettamente controllate, assenza di contaminanti come il nichel e altri metalli pesanti.
Le microalghe mettono a disposizione a costi più bassi delle fonti tradizionali principi attivi come gli antiossidanti e materie utili per l’industria farmaceutica, alimentare e della chimica fine. Si parlerà quindi di clima, ricerca e innovazione a Pordenone, ma anche di autoproduzione di energia negli allevamenti e nelle fattorie ad ambiente controllato, benessere animale, tecnologie e alimentazione animale e umana, riduzione dell’uso delle plastiche.
Il ricco programma di conferenze si affianca all’ampia area espositiva internazionale. Un tema di fondo sarà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della robotica autonoma in numerosi campi, dalla gestione dell’ambiente di allevamento e coltura al miglioramento genetico. Confermata anche l’area dedicata alle Università, con la possibilità di esporre poster scientifici e l’arena showcooking dove degustare le eccellenze produttive nazionali.
Pordenone Fiere 12 e 13 febbraio 2025 www.aquafarmexpo.it
AquaFarm è una mostra-convegno internazionale sull’acquacoltura e l’industria della pesca sostenibile, organizzata da Pordenone Fiere in collaborazione con API – Associazione Piscicoltori Italiani, AMA – Associazione Mediterranea Acquacoltori e con Studio Comelli Conferences & Communication, che cura i contenuti delle conferenze e l’ufficio stampa. La manifestazione è nata nel 2017 e dal 2020 è stabilmente accompagnata da NovelFarm, mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming. Ultima arrivata, dal 2022, AlgaeFarm è l’unico appuntamento italiano che unisca ricerca e industria dedicato alla coltivazione delle microalghe e degli altri microrganismi. La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione on-line sul sito: www.aquafarmexpo.it e www.novelfarmexpo.it
Dal 23 al 25 marzo a ModenaFiere va in scena la 9a edizione della fiera iMEAT
Perché il percorso iFISH a iMEAT 2025?
di Luca Codato, direttore
fiera iMEAT
Ecod Srl organizza, dal 2013, la fiera specializzata iMEAT, che si svolge a Modena ogni due anni e vedrà la nona edizione svolgersi a marzo. Il mondo della carne è il nostro core business ma lo sviluppo del mercato e l’evoluzione delle attività commerciali dedicate al settore ci hanno rivelato come il settore ittico e quello della carne siano strettamente collegati e affini per molti aspetti e, in virtù di questa riflessione, abbiamo deciso di aprire al mondo delle pescherie e dell’industria di lavorazione del pesce l’accesso a iMEAT, certi che i professionisti di questo settore possano trovarvi spunti e suggerimenti utili alle loro attività.
Ma quali sono i punti d’incontro tra questi due mondi così affini? Ho cercato di riassumerli nei seguenti
Perché visitare iMEAT 2025
punti:
• l’attrezzatura necessaria nello svolgimento dell’attività: locali e apparecchiature refrigerate, strumentazione di base, accessori e tecnologia dedicata a lavorazione, trasformazione e conservazione;
• la freschezza e la qualità del prodotto;
• la varietà dell’offerta, nazionale ed estera ma sempre selezionata;
• l’esigenza del consumatore di trovare nella bottega un punto di riferimento;
• il legame col territorio e i suoi prodotti, le sue specialità culinarie;
• il desiderio del consumatore di affidarsi alla sicurezza igienicosanitaria e normativa di un locale conosciuto;
In fiera troverete un percorso indicato a catalogo dedicato al settore ittico con aziende espositrici produttrici di strumenti e allestimenti idonei per la pescheria e l’industria del pesce:
• attrezzature per l’industria di lavorazione, trasformazione e conservazione;
• ingredienti, semilavorati, condimenti, spezie, conserve;
• packaging e etichettatrici;
• abbigliamento e abbigliamento tecnico di protezione;
• prodotti per la pulizia e la sanificazione;
• macchine confezionatrici e sottovuoto;
• banchi frigo;
• stagionatori;
• forni professionali;
• coltelleria professionale, strumentazione e affilatrici;
• bilance e taglieri;
• accessori e attrezzature per il banco.
• il rapporto diretto tra la fornitura del prodotto e il mondo della ristorazione e del consumo. Altri punti di affinità, sono sicuro, li scopriremo insieme, strada facendo.
Vi invito quindi a visitare la fiera che si svolgerà a ModenaFiere dal 23 al 25 marzo 2025, dove troverete un ambiente socievole e conviviale, le migliori proposte del mercato del settore, i professionisti più quotati e le aziende più impegnate a migliorare l’offerta tecnologica, commerciale e innovativa per tutti gli artigiani e gli operatori del mondo delle carni e del pesce, prodotti di altissima qualità, espressione della tradizione gastronomica italiana e mondiale.
>> Link: imeat.it
TuttoFood Milano, prenotato oltre il 70% degli stand
Antonio Cellie: «Presenti Paesi strategici per l’Europa e il mondo intero»
Un’ottima notizia: a settembre era già prenotato oltre il 70% degli spazi disponibili per la prima edizione di TuttoFood Milano, la manifestazione che tra il 5 e l’8 maggio 2025 traccerà il futuro del settore alimentare a livello globale. Aziende da 28 Paesi del mondo hanno già confermato la propria presenza (Germania, Irlanda, Estonia, Polonia, Turchia, Egitto, USA e Perù) per sviluppare opportunità di business tra i padiglioni della fiera e far conoscere il proprio universo di gusto e tradizione alla Food Week che accompagnerà i lavori tra le strade del capoluogo lombardo già a partire dal 3 maggio. «Non solo il numero di aziende estere confermate, ma anche la loro qualità dimostrano quanto questo format sia di successo», ha dichiarato Antonio Cellie, AD di Fiere di Parma che organizza l’evento. «Siamo stati in grado di intercettare le necessità
reali delle imprese, di rispondere alle loro esigenze di business, di conoscenza dei prodotti, di relazioni. A TuttoFood 2025, ormai lo sappiamo, saranno presenti Paesi strategici non solo per l’Europa ma per il mondo intero, con economie capaci di smuovere il mercato globale del food e non solo». TuttoFood Milano, che a Rho Fiera occuperà una superficie di 150.000 m2, aumentando del 30% lo spazio espositivo del “vecchio” TuttoFood, contaminerà l’intera città, protagonista di una settimana di eventi, in una sorta di Fuorisalone del cibo. Riccardo Caravita, brand manager di TuttoFood, ha anticipato che «già dal fine settimana precedente ai giorni di fiera, Milano sarà investita da una serie di eventi in molte zone della città che vedranno come protagonisti i cibi di tutto il mondo». Si stanno definendo per TuttoFood Milano 2025 le strategiche
collaborazioni con ICE-Agenzia e con le principali associazioni europee del settore, oltre che con lo storico partner Koelnmesse, che supporterà la vendita degli spazi espositivi di TuttoFood alle aziende estere. Dal 2026, TuttoFood si sposterà negli anni pari (Cibus in quelli dispari), così da alternarsi con l’Anuga di Colonia, altra importante fiera internazionale dell’agroalimentare mondiale.
Fonte: EFA News – European Food Agency, efanews.eu
TuttoFood Milano
Fiera Milano Rho 5-8 maggio 2025
>> Link:tuttofood.it
L’evento milanese dedicato all’ecosistema agroalimentare globale, con operatori del settore — importatori, distributori e le più importanti catene di ristoranti e retail alimentari — registra ad oggi la presenza significativa di adesioni provenienti da Austria, Francia, Belgio, Danimarca, Estonia, Portogallo, UK, Thailandia, Taiwan, India, USA. In Europa, spicca la presenza della Spagna, con un 28% di adesioni sul complessivo, e new entry pari al 50%, del Netherlands, che triplica, e dell’Irlanda che conferma e raddoppia.
Come ottimizzare il processo di skin packaging mediante crostatura criogenica: gli abbattitori Linde
Crostatura criogenica prima del confezionamento in skin-packaging: come indurire fish burger, tartare o filetti ed evitarne il disfacimento con gli abbattitori criogenici di tecnologia Linde
L’utilizzo delle temperature ultrabasse ha rivoluzionato i processi di lavorazione dell’industria del pesce: lavorare con temperature di processo fino a –100 °C consente alle industrie di lavorazione della carne di condurre le operazioni di raffreddamento rapido dei propri prodotti in spazi estremamente ridotti, mantenendo il processo in
linea continua. Il confezionamento in skin di prodotti a base di pesce è, d’altro canto, una tecnologia che trova sempre più ampia applicazione per gli indubbi vantaggi in termini di shelf-life, di risparmio di spazio a scaffale, e di presentazione dei prodotti. Questa tecnologia si combina a livello produttivo ai pretrattamenti di crostatura criogenica.
L’operazione di crostatura criogenica, anche detta di crust-freezing, consiste nella formazione di uno strato temporaneamente congelato sulla superficie dei prodotti (2-4 mm), in modo tale da garantirgli una struttura compatta e coesa, necessaria per le successive lavorazioni. Questa applicazione trova particolare utilizzo nella crostatura
Tunnel lineari, tunnel a spirale, armadi criogenici: Linde Gas Italia offre una gamma di soluzioni tecnologiche adattabili ad ogni contesto produttivo.
Per crostatura criogenica si intende la formazione di uno strato temporaneamente congelato sulla superficie di un prodotto, tale da garantirgli una struttura compatta, necessaria per le successive lavorazioni. Questa applicazione trova particolare utilizzo in referenze quali fishburger, tartare e filetti prima del confezionamento in skin packaging.
di prodotti quali fish burger, tartare e filetti prima del confezionamento in skin-packaging: infatti, consente di evitarne il disfacimento durante il tiraggio del vuoto in confezionatrice. Diversamente, prodotti troppo caldi con una texture insufficientemente compatta, saranno soggetti a spappolamento e deformazioni
In questo contesto Linde Gas Italia, offre una gamma di soluzioni tecnologiche, adattabili ad ogni contesto produttivo.
Tunnel lineari
Si tratta di surgelatori in continuo in cui il prodotto, tramite un nastro di trasporto, viene introdotto nella zona di raffreddamento ad azoto liquido. A seconda della pezzatura e della temperatura del prodotto vengono impostati il tempo di permanenza e la temperatura. La lunghezza del tunnel determina la capacità produttiva.
Tunnel a spirale
Si tratta di tunnel criogenici in continuo, in cui il nastro di trasporto si sviluppa in altezza “a spirale”,
consentendo notevoli superfici del nastro e grandi capacità produttive.
Armadi criogenici
Si tratta di surgelatori a batch in cui il prodotto viene caricato manualmente su carrelli ed introdotto all’interno della camera di surgelazione, per produzioni più limitate.
Vantaggi della tecnologia Linde Il processo di crostatura criogenica è totalmente “reversibile”, restituendo dopo il confezionamento un prodotto completamente identico al prodotto di partenza senza decadimenti qualitativi che si possono invece verificare con altre tecniche d’indurimento. Si tratta di soluzioni estremamente versatili, facilmente installabili in spazi contenuti. I surgelatori criogenici, permettono inoltre di diversificare la produzione aggiungendo nuove referenze (ad esempio, fish burger surgelati, cubetti di pesce in IQF, altri prodotti surgelati, ecc…). Le apparecchiature sono disponibili anche a noleggio senza alcun investimento economico richiesto al cliente.
• Per ulteriori dettagli potete contattare Linde Gas Italia: marketing.it@linde.com
>> Link: www.linde-gas.it
nel settore Ittico
CALABRIA
Calabraittica S.n.c. (RC)
Marpesca Group SRL (VV)
CAMPANIA
L.P.A. Group S.r.l. (AV)
EMILIA-ROMAGNA
Acquadimare S.S. di Cocci Luciano e C. (RN)
Adelante Società Cooperativa (FE)
Alba Nuova Società Cooperativa (FE)
Coop Alessandro Simoni a r.l. (FE)
Coop Logonovo S.r.l. (FE)
Coop Pescatori Volano SCARL (FE)
Economia del Mare (FC)
Effelle Pesca S.r.l. (FE)
Euroittica S.r.l. (FE)
Food Lab S.r.l. (PR)
Gio’ Mare S.p.A. (FC)
Goro Pesca S.r.l. (FE)
IMARR Soc. Coop. Agr. (RN)
Ittica Estense S.r.l. (FE)
La Fenice Soc. Coop. (FE)
L'inedito S.r.l. (BO)
M.GI.B. S.r.l. (FE)
Mare Chiaro S.r.l. (RN)
Reamar S.r.l. (FE)
Succi Leonelli Erik (FE)
Trombini Marco (FE)
Trombini Angelo (FE)
Turgiamar Soc. COOP A.R.L.(FE)
FRIULI VENEZIA GIULIA
C.O.L.M.I Seconda Soc. Coop. Agricola (TS)
Jolanda De Colò S.p.a (UD)
Madia S.p.a (PN)
LAZIO
Anziopesca S.r.l. (RM)
Artik S.r.l. (RM)
Agrifish S.r.l. (VT)
Civita Ittica S.r.l. (RM)
Faic S.r.l. (RM)
Fanciulla D’Anzio Soc. Coop. (RM)
Il Gambero Rosso (RM)
Ittica Terracina S.r.l (LT)
Job Fish S.r.l.(VT)
L’Atelier S.r.l. (RM)
L’Equipaggio di Grassi Massimo & C. S.n.c. (LT)
Linemar S.r.l. (RM)
Marealto S.r.l. (FR)
Masaniello II S.r.l (RM)
Onda Blu S.r.l. (VT)
Pesca Pronta S.p.A. (RM)
Santa Marta S.r.l. (VT)
Sushi Excellence S.r.l. (RM)
LIGURIA
Aqua Soc. Agr. S.r.l. (GE)
Golfomar S.r.l. (SP)
Ligurmar S.r.l. (GE)
Maremosso S.r.l. (GE)
LOMBARDIA
Coam Industrie Alimentari S.p.A. (SO)
Fjord S.p.a. (VA)
Le Specialità Lariane S.n.c. (CO)
Mare S.r.l. (VA)
Nord Fish S.r.l. (MI)
Omilipo S.r.l. (MN)
Turla Pierino S.r.l. (BS)
MARCHE
Ittica 153 S.r.l. (AP)
Ittica CO.PE.RI S.r.l. (AP)
Ittitalia S.r.l. (FM)
Recchioni Primo e Adolfo S.r.l. (MC)
Sea Service S.a.s. (AN)
Vongoplà S.r.l. (PU)
PUGLIA
Boutique dei Frutti di Mare S.r.l (BA)
Erredi Distribuzione S.r.l. (BA)
Gel Gross S.r.l. (LE)
Giliberti S.r.l. (BA)
Ittica Demar S.r.l. (LE)
Ittiservice di Magnifico Rosa (BA)
Lepore Mare S.p.A. (BR)
MareVivo S.r.l. (LE)
Mitil Marche Soc. Coop. a.r.l. (FG)
Porto Santo Spirito S.r.l. (BA)
Soc. Coop. di Pescatori
La Castrense (LE)
SARDEGNA
Aqua Soc. Agr. S.r.l. (NU)
Cedimar S.r.l (CA)
Giovanni Rivieccio S.r.l. (SS)
Ittico 2000 di Lai Maria Augusta (NU)
Karalis Mitili Soc. Coop a r.l. (CA)
La Commerciale S.r.l (NU)
Le Mareviglie S.r.l (CA)
Mamaris S.r.l. (CA)
Pe.Am.Ter. Soc.Coop (CA)
Smeralda S.r.l. (CA)
Soc. Coop. Pescatori Marisol (CA) Soc. Coop. Pescatori Tortolì ( NU)
Spano Group S.r.l. (OT)
TOSCANA
Civita Ittica S.r.l. (LI)
Gastronomia Valdarnese S.n.c. (AR)
Guadagnoli Marcello S.r.l. (GR)
Le Delizie Del Mare S.r.l. (MS)
TRENTINO Roat Prodotti Ittici S.r.l. (TN)
VENETO
Alemar S.r.l. (VE)
A.M.A. Azienda Marina
Averto Soc. R.L. (VE)
Az. Agr. Dato di Busetto
Az. Agricola Feletto Bruno (TV)
Maurizio e Andrea S.S. (VE)
Az. Agr. Durigon Emanuele (TV)
Bedana S.n.c. (PD)
Blue Marine S.r.l. (VE)
Blu Pesca S.r.l. (VE)
Celeste Soc. Agr. (VE)
C.P.N. S.r.l. (RO)
Crimar S.r.l. (VE)
Davimar S.r.l. (VE)
De Bei e Bonacic S.a.s. (VE)
Fiorital S.r.l. (VE)
Genesi Soc. Coop. (VE)
Ghezzo Giovanni di Ghezzo Maurizio e C. S.n.C (VE)
Ittiesport S.r.l. (VE)
L’acquaviva S.r.l. (RO)
Lepore Mare S.p.A. (RO)
Lietta S.r.l. (TV)
Mancin Nadia S.r.l. (RO)
Marchi S.p.A. (VI)
Mitili Pellestrina Soc. Coop. (VE)
Pilafish S.r.l. (RO)
Polesana Pesca S.r.l. (RO)
Portonovo Bio S.r.l. (RO)
R. Busanel e F.lli S.r.l. (VE)
Roc. My. s.s (VE)
Sca.co S.r.l. (VE)
Selecta S.p.A. (RO)
Tagliapietra e figli S.r.l. (VE)
Tra.be.ci.fe S.r.l. (TV)
Valnova S.r.l. (VE)
JOSH NILAND
La Bottega del Pesce
Pesca, Taglio, Creazioni
Edizioni: Giunti, 2024 272 pp. – € 39,00
Perché essere onnivori
Per la vostra salute e quella del pianeta
Edizioni: LSWR, 2024 208 pagine – € 29,90
Dopo il successo internazionale del Grande libro del pesce e di Dalla testa alla lisca (Giunti, 2020 e 2022), JOSH NILAND — proprietario e chef del Saint Peter, ristorante di pesce che ha aperto a Sydney nel 2016 e incluso nella categoria “Ethical living” dei World Restaurant Awards nel 2019 — ritorna con questo nuovo libro splendidamente illustrato in cui rivela le tecniche di lavorazione della sua Fish Butchery, la prima bottega sostenibile di pesce australiana. In tre sezioni (Pesca, Taglio, Creazioni), illustra le fasi in cui il pesce, dal suo habitat naturale, raggiunge il bancone del negozio e suggerisce come utilizzarlo, cucinarlo e trasformarlo all’insegna della massima valorizzazione e della salvaguardia dell’ambiente. Niland, col suo stile audace e brillante, reimmagina letteralmente il nostro rapporto con questa preziosa risorsa e sensibilizza sulla necessità di ridurre gli sprechi per costruire un modello alimentare sostenibile.
“Perché essere onnivori” esplora la natura onnivora degli esseri umani, analizza le principali sfide che bisogna affrontare per sradicare la fame nel mondo e la produzione alimentare necessaria per una popolazione in crescita, tenendo nella giusta considerazione il benessere animale. “Un libro che consiglio a tutti, soprattutto a vegani e animalisti, che così capiranno che con le loro scelte otterranno solo l’opposto di quanto vorrebbero. Quindi la morte di un numero di maggiore di animali, più inquinamento per il pianeta e salute peggiore. Leggete il libro e capirete quanto l’ideologia vegan si fondi su presupposti completamente sbagliati” è il commento su SUSANNA BRAMANTE, meat specialist & nutrition adviser.
GENNARO D’IGNAZIO EUGENIO SIGNORONI
Fresco
Conoscere, scegliere e cucinare il pesce
Edizioni: Topic, 2024
256 pp. – € 49,00
Il pesce: molti lo amano, non tutti lo sanno cucinare. Il libro “Fresco” va incontro a chi vuole saperne di più e cimentarsi nell’arte culinaria ittica. L’editore lo presenta come “il libro completo per acquistare e cucinare consapevolmente il pesce” 23 specie di pesci, molluschi e crostacei vengono raccontate nel dettaglio “dal mare al piatto”, con tutti gli indizi per valutare la freschezza sul banco, le tecniche per pulire, sfilettare e conservare alla perfezione, i migliori metodi di cottura e le ricette. Il volume è stato realizzato dai due autori con la collaborazione fotografica di ANDREA DI LORENZO.
Via Tavoleto 93/P - 47832 San Clemente (RN) www.adriasea.com - info@adriasea.com
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Svilupperemo le Vostre idee per realizzare il locale dei Vostri sogni.
Anche la Pescheria del Corso a San Giovanni Rotondo ha scelto la professionalità, affidabilità e esperienza di Adriatic Sea International, per la ristrutturazione del suo locale.
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