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Pesce d’acqua dolce Ciambella di salvataggio per la trota macrostigma Riccardo Lagorio
Photo © lifetrota.eu
Ciambella di salvataggio per la trota macrostigma
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“Dopo la crisi, continueremo con questo sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente, del creato, della casa comune?” (Papa Francesco, 26 agosto 2020). Il 22 maggio di ogni anno si è celebrata la Giornata mondiale della biodiversità, tema assai caro al Santo Padre, alla base dell’enciclica Laudato si’
di Riccardo Lagorio
Il Servizio Ambiente della Provincia di Provincia di Pesaro e Urbino è stato capofi la del progetto Trout population RecOvery in central iTAly, acronimo LIFE+TROTA, cofi nanziato nell’ambito del Programma LIFE+. Il progetto, iniziato il primo novembre 2013, si è concluso il 31 gennaio 2018 e oggi continua il non meno importante periodo di conclusione dei lavori, che si protrarrà per ancora qualche anno. Il partenariato ha coinvolto l’Università Politecnica delle Marche, l’Università degli Studi di Perugia, Legambiente Onlus, la Provincia di Fermo e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Obiettivo del progetto è stato quello di recuperare e conservare le ultime popolazioni native di trota mediterranea (Salmo macrostigma) in alcuni bacini fl uviali della regione Marche. La trota mediterranea, unica trota originaria dell’Italia centromeridionale, è infatti considerata una specie vulnerabile in Europa e specie in pericolo di estinzione in Italia.
Sono almeno quattro le cause di questo rischio: 1. le eccessive captazioni e l’inquinamento delle acque; 2. la cementificazione dei corsi d’acqua e il prelievo di ghiaia; 3. l’eccessiva attività di pesca e bracconaggio; 4. la competizione alimentare della trota fario.
In natura le trote vivono in acqua dolci, prediligono le acque fredde, i torrenti di montagna e i laghi. Simili ai salmoni, hanno il corpo allunga-
to, compresso e coperto di piccole squame.
La trota mediterranea è un subendemismo italiano, l’areale originario comprende le regioni peninsulari tirreniche, la Corsica, la Sardegna, la Sicilia e la parte occidentale del Nord Africa.
In Italia il maggior numero di popolazioni è presente nella Sardegna centro-orientale, nella Sicilia sud-orientale e poche popolazioni nell’Italia peninsulare.
Nei corsi d’acqua appenninici la trota mediterranea è un pesce di taglia media, le cui dimensioni massime raramente superano i 45-50 cm di lunghezza e peso variabile tra 1,2 e 1,5 kg.
La trota macrostigma vive nei tratti alti dei corsi d’acqua di tipo mediterraneo, che hanno origine da sistemi montuosi di media altitudine; questi ambienti sono caratterizzati da acque limpide e moderatamente correnti, fondo ghiaioso e temperature normalmente comprese fra 10 e 17 °C. La trota mediterranea, inoltre, presenta una discreta valenza ecologica che gli permette di sopravvivere anche in condizioni di scarsità di alti fondali, come quelle riscontrabili nel periodo estivo nei piccoli corsi d’acqua mediterranei.
Il progetto mira alla conservazione e alla valorizzazione delle popolazioni di Salmo macrostigma esistenti in sette bacini idrici dell’Italia centrale (Metauro, Cesano, Esino, Potenza, Chienti, Tenna e Nera), dove persistono poche popolazioni di questa specie. Iniziato a novembre 2013, si è sviluppato secondo 6 fasi principali: 1. analisi delle caratteristiche genetiche e demografi che delle popolazioni di trote macrostigma nell’area del progetto, raccogliendo i riproduttori selvatici puri da avviare all’allevamento di Cantiano (PU). La presenza di esemplari all’interno del Parco
Nazionale dei Monti Sibillini non ha compromesso la vitalità delle popolazioni selvatiche; 2. produzione di trote mediterranee geneticamente pure e conseguente ripopolamento; 3. realizzazione di un modello di stima di mortalità per garantire il successo a lungo termine degli sforzi di conservazione. Il miglioramento delle condizioni dei fi umi potrà consentire maggior successo; 4. aggiornamento delle normative locali relative alla pesca, alla piscicoltura e ripopolamento; 5. diffusione dei risultati del progetto e aumento della conoscenza della specie e dei problemi per la sua conservazione; 6. principali punti di forza del progetto.
«La Provincia di Pesaro e Urbino si è in particolare impegnata a garantire la piena operatività del Centro ittiogenico di Cantiano mettendo a disposizione personale esperto, acquisendo il necessario mangime e garantendo la piena funzionalità alla struttura» ha ribadito ALESSANDRA TRAETTO, del Centro fl oristico della Provincia di Pesaro e Urbino.
Da parte loro l’Università Politecnica delle Marche, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Perugia, provvederà alle attività riguardanti la riproduzione in cattività degli oltre 120 esemplari selvatici e degli individui prodotti nei tre anni di progetto (circa 387). «Gli incroci saranno realizzati evitando di utilizzare individui imparentati per la produzione di nuove famiglie. Lo stock dei riproduttori si sta integrando con circa 100 individui selvatici nelle stagioni riproduttive 2018/19 e 2020/21 e le condizioni dei corsi d’acqua salvaguardati almeno sino al 2022» continua Traetto.
Inoltre, sono state rimosse le trote atlantiche non native attraverso elettropesca, reintroducendo le trote macrostigma prodotte in cattività. Tutto ciò nell’ambito di un rafforzamento del quadro normativo regolamentare e gestionale in materia di defl usso vitale, istituendo zone di tutela speciale in tratti dell’Ambro, del Tenna, del Rio Sacro e del Nera.
Le attività hanno inoltre previsto il coinvolgimento della comunità locale di pescatori per aumentare la loro consapevolezza del problema e facilitare la loro accettazione di eventuali modifi che nella gestione della pesca.
Il progetto ha portato al risultato di adeguare l’impianto provincia di acquacoltura di Cantiano che deve garantire piena funzionalità almeno sino al 2022, la reintroduzione di popolazioni naturali con esemplari puri e la difesa dell’habitat della trota macrostigma.
Riccardo Lagorio
Gole dell’Infernaccio, Monti Sibillini (photo © pergo70 – stock.adobe.com).