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Il pesce? Sano, buono e comodo, purché sia sostenibile
Il pesce? Sano, buono e comodo, purché sia sostenibile
Secondo l’ultimo rapporto FAO, la produzione mondiale di pesce ha raggiunto un nuovo picco: 171 milioni di tonnellate, di cui 90,9 milioni di catture e 80 milioni in acquacoltura. L’88% della produzione, ossia 151 milioni di tonnellate, è destinato al consumo umano diretto. Le risorse del mare, però, non sono infi nite ed è molto più diffi cile gestirle rispetto a quelle dell’agricoltura. Mentre ci avviciniamo ad un periodo dell’anno in cui tradizionalmente aumentano i consumi di pesce e di prodotti del mare, il dibattito sulla loro sostenibilità si fa ancora più vivace. Del resto, il pesce è un alimento sano e salutistico e i suoi consumi non hanno fatto che aumentare.
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Sempre secondo la FAO, a livello globale siamo passati da 9 kg nel 1961 a 20,2 kg oggi. Un cittadino dell’Unione Europea ne consuma in media 4 kg in più rispetto alla popolazione mondiale, superando la soglia dei 24 kg. E in Italia? Ancora più sopra la media: siamo ad oltre 31 kg l’anno pro capite. Come cambieranno queste tendenze nel dopo emergenza?
Coniugare gusto, comodità e sostenibilità
«Dopo la corsa ai lievitati, si è osservata un’inversione di trend con l’aumento dei consumi di prodotti più salutari e sostenibili, con un incremento delle vendite anche nel nostro settore» commenta ALEX DOORGEEST, titolare di Agrofish (agrofishitalia.com). «Con l’arrivo dell’inverno e delle prospettive di chiusure forzate si prevede un aumento del consumo alimentare consapevole, pur prediligendo piatti più complessi e ricette innovative: gli Italiani non rinunceranno ai pranzi e cene del periodo natalizio, seppur con le necessarie limitazioni, provvedendo così a mantenere il mercato alimentare in un trend positivo. Noi ci impegniamo ad offrire il continuo approvvigionamento di prodotti salutari, con materie prime di alta qualità complete di tutte le certificazioni MSC e ASC».
«Secondo le ricerche di mercato il tonno in scatola si trova nella dispensa di oltre il 90% degli Italiani» spiega l’AD di Airone Seafood, SERGIO TOMMASINI (www.aironeseafood.com). «Le motivazioni?
Non ci sono barriere al consumo, si mantiene a lungo ed è comodo da preparare. Risponde agli stili di vita moderni e a innumerevoli occasioni di consumo e non presenta stagionalità.
Il tonno in scatola è una soluzione democratica al problema dell’alimentazione. Comunque, i cambiamenti climatici e demografi ci in atto stanno determinando signifi cative evoluzioni nelle abitudini alimentari, una sfi da anche per l’industria di trasformazione del pesce.
Airone è un modello vincente in questo senso attraverso la sinergia strutturale tra Italia e Costa d’Avorio, grazie al nostro sito di trasformazione ad Abidjan con una capacità di 25.000 tonnellate l’anno di tonno lavorato».
Fonte: Tuttofood www.tuttofood.it