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Acquacoltura Carpe senza frontiere Riccardo Lagorio
Carpe senza frontiere
di Riccardo Lagorio
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In Croazia mille isole, 6.000 km di costa, specchi e corsi d’acqua tributano al settore ittico un’im-
portanza strategica per l’economia. Delle 28.000 tonnellate pescate un quarto proviene da acquacoltura e il 70% è destinato al mercato esterno rappresentando l’1,5% delle esportazioni. In questo contesto il più grande impianto di lavorazione di pesce d’acqua dolce è stato aperto nel dicembre 2016 a Čačinci, a 220 km est da Zagabria dalla PP Orahovica (Azienda Agricola Orahovica). Contestualmente venne lanciato il marchio Panona Mare per il pesce d’acqua dolce lavorato. Laghi e
stagni dell’azienda agricola, distribuiti in tutto il Paese, coprono infatti una superfi cie di oltre 6.800 ettari, dove i pesci vengono allevati in condizioni di policoltura, cioè oltre alle specie primarie si trovano
anche specie ittiche secondarie. Se ne estraggono circa 4.000 tonnellate di pesce all’anno.
In questi ambienti la carpa la fa da padrona. Come a Grudnjak, nella parte nord-orientale della Croazia, dove la produzione principale consiste in carpe, pesci erbivori e altre specie ittiche.
La zona umida di Pisarovina si trova invece nell’area collinare di Vukomeričke gorice, un’area scarsamente abitata nella regione di Zagabria. KRISTINA VUJIĆ è la responsabile dell’impianto composto da 11 laghetti che coprono 464 ettari. «Alleviamo in prevalenza carpe, ma anche carpe dalla testa grossa, pesce gatto e alcuni lucci. Per essere idonee ad essere pescate dobbiamo attendere che le carpe raggiungano almeno i 2 kg di peso, come il pesce gatto, e i lucci almeno 1,5 kg. Questo comporta circa 2 anni di crescita all’interno delle vasche» spiega.
Una strada nazionale li attraversa e di tanto in tanto si odono degli spari che allontanano gabbiani e aironi.
L’analisi delle acque è affi data a
TAJANA MAJIĆ VIDAKOVI, che di settimana in settimana preleva campioni e li analizza sul luogo per garantire la purezza dell’ambiente dove i pesci vivono. «Le puntuali verifi che servono a garantire la salubrità delle acque e, in defi nitiva, dei pesci che
PP Orahovica ha aperto alla fi ne del 2016 il più grande impianto di lavorazione di pesce d’acqua dolce della Croazia, commercializzando la propria produzione carpe soprattutto, col marchio Panona Mare. Laghi e stagni dell’azienda, distribuiti in tutto il Paese, coprono una superfi cie di oltre 6.800 ettari. I pesci sono allevati in policoltura: l’estrazione è di circa 4.000 tonnellate l’anno
vengono inviati alla casa madre, PP Orahovica».
Le vasche di Donji Miholjac, non distante da Osijek, nell’est della Croazia, sono alimentate dal fi ume Drava, che nasce a Dobbiaco, in Alto Adige. Questo è un impianto completo di avannotteria, incubatoi, vivai e vasche da ingrasso su oltre mille ettari di superfi cie.
Nei bacini di Narta, nella regione di Bjelovar e della Bilogora, convivono diverse specie animali che si sono integrati nell’habitat acquatico artifi ciale e regolarmente si incontrano anche le aquile di mare, molte delle quali si riposano sui tronchi recisi. Altre vasche si trovano in Baranja, nell’est del Paese.
Da questi bacini, sotto il marchio Panona Mare, si estrae il pesce che, inviato allo stabilimento di Orahovica, viene lavorato. «Nel processo di trasformazione del pesce vengono lavorate tutte le varietà che alleviamo. Sul mercato viene posizionata una gamma di prodotti freschi e tagliati come bistecche, fi letti, pesce pulito, testa-coda e interiora di pesce per la preparazione di brodi». In alto e al centro: per essere idonee alla pesca le carpe devono aver raggiunto almeno i 2 kg di peso (photo © Mario Durkic). In basso: Kristina Vujić, responsabile dell’impianto dell’Azienda Agricola Orahovica, e Tajana Majić Vidakov, che si occupa dell’analisi settimanale delle acque.
Nel processo di trasformazione del pesce vengono lavorate tutte le varietà che alleva la PP Orahovica. Sul mercato viene posizionata una gamma di prodotti freschi e tagliati, poi ci sono i lavorati a lungo termine, come le carpe trasformate in fi letti e bistecche impanati, fi sh burger e chips, patè o i fi letti di pesce gatto.
Poi ci sono i lavorati a lungo termine. Le carpe, per esempio, vengono trasformate in fi letti e bistecche impanati, fi sh burger e chips, si affumicano e se ne fanno patè. Anche dal pesce gatto si ottengono fi letti utilizzati nei numerosi ristoranti della Croazia continentale, d’Ungheria, Slovacchia e Austria dove il pesce d’acqua dolce è particolarmente apprezzato. «L’integrità e la sicurezza dei nostri prodotti è garantita dall’utilizzo degli standard IFS Food e ISO 22000. In tal modo, gestiamo i processi di fornitura, produzione e distribuzione dei nostri prodotti al consumatore fi nale» spiega Kristina Vujić.
Riccardo Lagorio
Poljoprivredno Poduzeće e Orahovica Ltd
>> Link: www.pporahovica.hr www.panonamare.com