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Fano Marinara Massimiliano Rella
I Quadri fanesi per la pesca.
Fano Marinara
Advertisement
di Massimiliano Rella
Otto tappe, 2 km per scoprire le meraviglie del mare e della pesca con un innovativo progetto video. Semplice, effi cace, fruibile in modalità smart inquadrando con un cellulare una serie di QR-Code mentre si passeggia sul lungomare e tra le banchine del porto di Fano.
Il progetto “Fano Marinara” nasce per valorizzare turisticamente il territorio puntando al know how della pesca, ai prodotti del mare e alle storie dei pescatori, i rappresentanti attuali di una cultura materiale e millenaria. Il percorso è segnalato da otto totem informativi in otto punti d’interesse, che riportano una descrizione testuale del contesto in cui il turista si trova in quel momento e un QR-Code che rimanda al sito del turismo del comune di Fano (www.visitfano.it), dal quale parte un video con immagini e interviste esclusive su tutto ciò che riguarda ogni tappa: come e dove avviene la pesca, con quali barche, attrezzi, la vita dei pescatori, il pesce, i frutti di mare dell’Adriatico, il mercato ittico, ecc…
Il percorso comincia al punto turistico IAT, in via Nazario Sauro, e da qui si prosegue. C’è un video ad esempio che racconta la storia della pesca tradizionale e della na-
“Fano Marinara” è un tour turistico strutturato in otto tappe che il comune di Fano ha ideato per accompagnare i visitatori italiani e stranieri alla scoperta del porto, di chi ci abita e delle attività pescherecce che si svolgono all’interno. Il tour sfrutta otto totem dotati di QR-Code attraverso cui si vedono fi lmati e si ascoltano storie
In alto: targa con QR-Code per i videoracconti di “Fano Marinara”, lungo il canale. La pesca è il fi l rouge che unisce la visita guidata per scoprire la pesca tradizionale, come avviene e quali sono i luoghi principali di attività, le barche e gli attrezzi, la vita dei pescatori e dei marinai, il pesce e il mercato ittico.
scita del porto, nel 1616, a partire dalla darsena Borghese, il canale più antico; oggi invece la superfi cie portuale moderna comprende il faro, la capitaneria, la passeggiata del Lisippo e i Quadri. La zona portuale di Fano accoglie anche società che lavorano il pescato per prepararlo alla vendita, in particolare la NEW COPROMO, specializzata nelle fasi di lavorazione delle vongole, ogni giorno trasportate all’impianto di controllo e vagliate per dimensione e stato, per escludere le specie diverse dalla purassa, la Venus gallina. In seguito si effettua la divisione e il confezionamento in base alla taglia, un fattore che determinerà il prezzo.
Il percorso di totem e video prosegue per il quartiere dei pescatori, El Gogul, tra i più belli della città, così chiamato per associazione di idee con la rete impiegata per la pesca di anguille — che possono entrare ma non più uscire — e chiusa al fondo proprio come la stradina del rione. Il Cogollo è una tra le prime concentrazioni di case per gli abitanti del porto e il luogo in cui vivono ancora i fi gli dei pescatori.
La visita continua ai Quadri fanesi, cioè i casotti di legno pitturati d’azzurro e dislocati sul molo da inizio ‘900. Chiamati bilance o lugèrne, indicano il perimetro quadrato di ferro su cui era fi ssata la rete da pesca. Le strutture, poggiate su pali piantati in profondità, erano semplici e funzionali, consentendo di pescare anche a mare troppo mosso per uscire in barca. Ma oggi questa pesca è amatoriale.
Si racconta invece la piccola pesca alla darsena dove ormeggiano le imbarcazioni della capitaneria di porto e quelle di piccole dimensioni per i diversi mestieri e strumenti ittici, dalle nasse per le seppie ai cestini per i bombolini, fi no ai tremagli e alle maglie per la pesca di sogliole e canocchie. Non mancano i piccoli motopescherecci con le reti di circuizione per la cattura dei pelagici (sgombri, palamiti, alletterati).
Nella Darsena delle vongolare del porto troviamo invece le imbarcazioni per la pesca delle vongole spontanee, secondo rigide regole nazionali ed europee.
Ultime due tappe: la pesca a strascico e l’asta del pesce.
Il primo dei due totem racconta di motopescherecci che partono al largo della costa tra Ancona e Rimini per rientrare nella notte e sbarcare il pescato da vendere al mercato ittico all’ingrosso. Durante lo strascico le reti vengono trainate sul fondo e la loro apertura è ottenuta con due grossi divergenti in ferro, visibili sul lato della poppa. Il fi ne settimana i pescatori riposano e le imbarcazioni vengono ormeggiate nella darsena in attesa del lunedì. L’asta del pesce si svolge sempre al mercato ittico, la cui borsa lavora al ribasso, cioè si parte da una base elevata che il banditore via via diminuisce fi nché non riceve un’offerta.
L’ideazione del progetto Fano Marinara è a cura di JOSEP EJARQUE (FTOURISM & MARKETING). Il coordinamento e i contenuti sono di
OMNIA COMUNICAZIONE e di CORRADO PICCINETTI, biologo marino, e di VITTORIO D’ERRICO, dell’associazione “Il Ridosso”.
Massimiliano Rella
Nota
Photo © Massimiliano Rella.