Generazioni digitali di Marco Sanavio e Luce Maria Busetto (estratto)

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Avete presente i treni ad alta velocità? Oggi i giovani viaggiano con quelli; voi che fate? Non ri­ uscirete certo a rincorrere il treno, né a frenar­ lo agganciandovi dall’esterno. L’unica soluzione è cercare delle stazioni di scambio. Potremmo chiamarle: ascoltarsi, chiedere spiegazioni sulle nuove frontiere della comunicazione digitale, dia­ logare, sfidarsi a un videogioco, stabilire insieme delle regole per l’uso degli schermi digitali.

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GENERAZIONI DIGITALI Marco Sanavio - Luce Maria Busetto

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«Consigliami: mia figlia Valentina, quindici anni, è costantemente incollata al suo cellulare, lo tiene acceso anche sotto il cuscino. Che dici, è bene che io le chieda l’amicizia? Secondo te, possiamo guardare che cosa c’è nel suo cellulare?»

Marco Sanavio

Luce Maria Busetto

GENERAZIONI

DIGITALI

Consigli per genitori e formatori

9 788821 599873

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Marco Sanavio e Luce Maria Busetto

GENERAZIONI DIGITALI Consigli per genitori e formatori

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A mio figlio: la mia luce. Luce Maria Busetto Alla mia famiglia d’origine. Marco Sanavio

Š EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2017 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9987-3

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Prefazione di Pier Cesare Rivoltella

Il lavoro di Don Marco Sanavio – affiancato in questo libro dalla dottoressa Luce Maria Busetto – è il lavoro di un creativo che è allo stesso tempo un grande esperto di media digitali e sociali. La creatività si esprime nella capacità di pensare formati ed esperienze innovativi per la didattica e per la pastorale. Le competenze sui media digitali e sociali si sostanziano di una lunga traiettoria fatta non solo di letture e di studi, ma soprattutto di esperienze, sperimentazioni, lavoro attivo al servizio della scuola, delle famiglie, degli operatori pastorali. Mi preme sottolineare tutto questo, mentre con piacere presento questo libro, perché credo aiuti a collocarlo. Né saggio scientifico, né istruzioni per l’uso, mi verrebbe da dire. Piuttosto, una proposta di metodo informata. Le letture non si vedono, ma ci sono: voglio dire che gli autori rinunciano al classico apparato di note e alle citazioni, ma questo non significa che non si confrontino con la ricerca. E l’operazione non sfocia nelle classiche regolette adottando le quali il genitore o l’educatore possano sentirsi tranquilli. Come suggerivo, quel che viene proposto è piuttosto un me5

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todo: senza semplificare la realtà e lasciando a ciascuno il compito di farlo proprio e di applicarlo. Quali sono le caratteristiche di questo metodo? Mi sembra che lo contraddistinguano il punto di partenza e il punto di arrivo: ascoltare e darsi delle regole. Si tratta di due pratiche molto difficili da sviluppare nella nostra società. Imparare ad ascoltare significa darsi il tempo di capire come stiano le cose, capire in profondità, evitare di essere ingenui nella ricezione dei messaggi. L’ascolto predispone il pensiero critico: uno dei pilastri dell’educazione ai media, da sempre. Darsi regole significa trovare nella responsabilità lo spazio in cui si esercitano l’etica e la cittadinanza. Le regole non le può dettare la Polizia Postale e delle Comunicazioni, non si educa alla cittadinanza sventolando la sanzione come deterrente. La regola deve essere autonoma e non eteronoma. Devo imparare a darmela io, la regola. O meglio, sono io che devo imparare a praticare le virtù, anche nel digitale. Mi pare che il libro lo indichi con chiarezza e fornisca una strada percorribile per provarci.

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Introduzione

Gli affioranti digitali

Un decennio di attività formativa in scuole e parrocchie ci ha portato a formulare una proposta che non consistesse tanto in interventi puntuali della durata di qualche ora, quanto piuttosto in un percorso strutturato ed esteso che potesse essere replicato e adattato a varie situazioni. «Sanavio, ho letto qualcosa su di lei in Rete e l’ho cercata – è una delle frasi più frequenti nei colloqui d’esordio con i dirigenti scolastici –. Qui a scuola abbiamo un problema con Internet». Mi sono sempre chiesto, sin dall’inizio di ogni incontro, se realmente il problema fosse dovuto alla rete Internet, oppure si tratti di quelli che io ho definito “affioranti digitali”, ovvero fenomeni che percepiamo in superficie e che poi, in profondità, possono essere collegati con problematiche annidate nella sfera relazionale o nelle pieghe dell’animo umano. Di fronte agli “affioranti” sia io che la dottoressa Busetto, coautrice di questo libro, abbiamo sempre 7

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approfondito la fisionomia della situazione critica, esaminandone anche gli eventuali punti di forza, delineandone più precisamente i contorni, le interazioni tra i giovani coinvolti e il mondo adulto in generale e l’entità del disagio generato. Definire bene la fisionomia di una situazione che ha generato criticità è infatti il primo passo per cercare qualche strategia di uscita. La soluzione tipica che i dirigenti scolastici e coloro che hanno ruoli formativi ci hanno sempre proposto è stata quella di predisporre alcuni incontri assembleari, destinati talvolta solo agli adulti o solo ai giovani oppure, in qualche caso, a genitori e figli contemporaneamente. Per essere più efficaci, soprattutto con i ragazzi, ci siamo fatti accompagnare spesso dai comici veneti “Marco e Pippo” che tramite dinamiche di gruppo e simpatiche gag ci hanno consentito di entrare maggiormente in empatia con i nostri destinatari. Gli incontri puntuali, per quanto preparati e partecipati, si sono rivelati discretamente efficaci nel fornire qualche spiegazione in merito ai fenomeni legati agli schermi digitali, ma spesso hanno rischiato di lasciare formatori, ragazzi e genitori – ancora coinvolti in una fase critica – senza gli strumenti necessari per uscirne. Così abbiamo scelto di strutturare un percorso che ciascuno può attivare all’interno di contesti formativi o famigliari, un itinerario da misurare sui ritmi della formazione permanente più che sulle lancette dell’orologio.

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I quattro step dell’itinerario pedagogico

Abbiamo articolato l’itinerario pedagogico in quattro step percorribili da ciascun educatore che desideri operare nell’ambito della formazione sull’utilizzo degli schermi digitali, come pure da un genitore in ambito domestico: • • • •

ascolto; simbolizzazione; verbalizzazione e riappropriazione; fase autonormativa.

Si tratta di fasi di un processo che possono rivelarsi estremamente puntuali come pure prolungarsi per mesi, se necessario. È importante, comunque, poterle calibrare sui giovani che si hanno di fronte sia per predisporre una risposta adeguata all’entità del fenomeno, sia per quanto riguarda la sostenibilità dell’intervento educativo. Le prenderemo in considerazione a una a una cercando di tracciare uno stile, più che fornire ricette precostituite. Desideriamo precisare che stiamo descrivendo un percorso strutturato in base ai risultati sperimentati con ragazzi e adulti all’interno dell’ambiente scolastico o di altre strutture educative, senza altra pretesa. Il nostro è un suggerimento arricchito e documentato: teniamolo come traccia utile e, con consapevolezza del limite, non chiediamogli nulla più di questo. 9

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Utilizzeremo spesso il termine “giovani” per indicare le nuove generazioni, comprendendo in questa formulazione quelli che solitamente definiamo ragazzi, preadolescenti, adolescenti e, per l’appunto, giovani.

L’alleanza educativa nella tecnosfera

In questo volume non troverete esempi che citano particolari social network, siti da visitare, né indicazioni relative a videogiochi. Perché? «Tu non ne parli a sufficienza. Su altre pubblicazioni simili ne abbiamo trovati in abbondanza...» potreste giustamente obiettare. Non lo faremo perché abbiamo constatato come ogni indicazione specifica possa diventare rapidamente obsoleta, che le regole stabilite dalle reti sociali possono cambiare nel giro di pochi mesi e come alcuni fenomeni emergenti diventino trascurabili in poco tempo. Ci è sembrato più opportuno raccontare episodi che hanno segnato la nostra azione formativa in questi anni, senza fare cenno esplicito a siti e reti sociali che li avevano provocati, indicando solo quali siano state le principali strategie d’uscita. Come utilizzare dunque le indicazioni di questo volume? Abbiamo immaginato una fruizione “a tasche”, ovvero all’interno delle varie sezioni di questo volume troverete considerazioni, indicazioni e laboratori che possono adattarsi in maniera più o meno adeguata alle vostre esigenze: prendete solo ciò che vi serve! Si tratta 10

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di una logica indotta anche dagli ipertesti, che prevede una fruizione dei contenuti per salti e non con logiche lineari, secondo interessi che si vanno delineando a mano a mano che procede l’esplorazione. Genitori: voi che avete uno sguardo costante sulla prole probabilmente potrete trovare in questo volume alcune chiavi di lettura di fenomeni e “affioranti digitali” legati alla sfera tecnologica e qualche suggestione utile a delineare delle strategie d’uscita da situazioni potenzialmente nocive. A voi vorremmo suggerire che la stessa attenzione quotidiana e costante che ponete alla dieta alimentare di un giovane andrebbe estesa alla dieta mediale. Docenti: se il vostro fiuto di educatori vi ha già portati a considerare l’ambito degli schermi digitali come un ambiente all’interno del quale è indispensabile attivare dei percorsi di formazione permanente, allora questo volume potrà esservi utile. I quattro step che vi proponiamo possono essere replicati più volte e adattati a diverse situazioni e stagioni dell’età evolutiva. Non accontentatevi di interventi isolati ed episodici: oggi non ce lo possiamo più permettere. Educatori: anche voi capi scout, allenatori, animatori di gruppi parrocchiali o altro tipo di formatori siete chiamati a contribuire al percorso di formazione e a un sano uso degli schermi digitali da parte dei giovani che vi sono stati affidati. In questo volume potete individuare elementi utili a rafforzare i vostri itinerari educativi. 11

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