Il terzo incomodo. Critica della fecondazione eterologa di Riccardo Ferrigato - estratto

Page 1


Ferrigato-Il terzo....indd 2

07/05/15 16:05


SPIRAGLI

Ferrigato-Il terzo....indd 1

07/05/15 16:05


Ferrigato-Il terzo....indd 2

07/05/15 16:05


Riccardo Ferrigato

Il terzo incomodo Critica della fecondazione eterologa

Ferrigato-Il terzo....indd 3

07/05/15 16:05


Š EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2015 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9503-5

Ferrigato-Il terzo....indd 4

07/05/15 16:05


La guerra insomma era tutto quello che non si capiva. ‘Sta cosa non poteva andare avanti. Louis-Ferdinand CĂŠline, Viaggio al termine della notte

Ferrigato-Il terzo....indd 5

07/05/15 16:05


Ferrigato-Il terzo....indd 6

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

La selva dei perché

Sulle navi mercantili, l’olio per i marinai è più scarso che il latte di regina. Vestirsi al buio, mangiare al buio e andare al buio, incespicando, verso il pagliericcio, è la sorte usuale. Ma il baleniere, come cerca la materia della luce, così nella luce vive. Herman Melville, Moby Dick

Perché un libro? Una mattina ti svegli con un problema. Se fosse il saldo di una rata del mutuo, la soluzione da cercare sarebbe evidente, hai bisogno di soldi, ma è una questione diversa, non è chiaro cosa ti serva per risolverla e neppure quale sia, in effetti, la tua vera difficoltà. Ecco com’è un “problema filosofico”. Molti iniziano da una crepa, da un breve ragionamento, a volte soltanto dalla sensazione che qualche cosa non torni; è come vedere un volto, notare che c’è un tratto strano, un errore, un’imperfezione, una mancanza; è accorgersi di non riconoscere più qualcuno che, a rifletterci per bene, forse non si è mai conosciuto.

Ferrigato-Il terzo....indd 7

07/05/15 16:05


8

IL TERZO INCOMODO

Ponendosi di fronte a un problema filosofico è anzitutto necessario “inquadrarlo”: è proprio come descrivere un personaggio per il romanziere, perché se la descrizione lo tratteggia in modo adeguato, si intravvedono anche le zone d’ombra su cui concentrare l’attenzione. Uno dei maggiori scrittori americani, Don De Lillo, ha descritto così un personaggio del suo Great Jones Street: Forse il particolare più bizzarro del Dottor Pepper era il fatto che non portava occhiali. Aveva quel tipo di faccia che per essere completa ha bisogno di occhiali, occhiali classici senza montatura in bilico sulla punta del naso, ma l’assenza di quel dettaglio serviva solo a confermarne la fuggevolezza e l’abilità, tanto che veniva quasi istintivo completare mentalmente il viso, riempire con l’immaginazione quello che veniva solo proposto allo sguardo1. Si intuisce il potente richiamo della curiosità? Trovarsi di fronte a un problema filosofico non è un completo straniamento, non è come svegliarsi la mattina trasformati in un «enorme insetto immondo»: è più un addormentarsi a fatica mentre una zanzara ti tormenta. Se quando ti svegli lei è ancora lì, allora ha proprio deciso che sei tu quello attorno al quale ronzare: la devi cercare, scovare e ragionare su come liberartene. E, nel caso della filosofia, schiacciarla non è mai la soluzione adeguata. 1

Don DeLillo, Great Jones Street, Einaudi, Torino 2009, p. 154.

Ferrigato-Il terzo....indd 8

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

9

Bene, un giorno mi sono svegliato e un problema mi ronzava intorno: era una domanda che andava posta sulla fecondazione eterologa, ma non sapevo bene quale fosse la domanda, e tanto meno conoscevo la risposta. A prima vista la questione era questa: «Se ci fosse la necessità, potrei avere un figlio con la fecondazione assistita eterologa?». In verità vedremo subito come questo interrogativo, apparentemente così semplice, richieda alcuni chiarimenti prima di poter cercare una buona risposta.

Perché la fecondazione eterologa? La fecondazione assistita eterologa è diventata un mio problema in un certo luogo e in un preciso momento: l’ho avvertito in Italia nel 2014, nei mesi successivi alla sentenza della Corte Costituzionale che ne dichiarava illegittimo il divieto sancito dalla legge n. 40. Soprattutto, credo non sia casuale, è sorto durante un certo tratto della storia della mia vita: ho l’età in cui si convive, ci si sposa e si pensa ai figli, e così le questioni legate all’eterologa, prima ancora che questioni «calde», «centrali nel dibattito pubblico» o «à la page», sono questioni “mie”, su cui mi interrogo pensando alla mia stessa esistenza e al suo significato. Per questo la domanda che ho posto è declinata alla prima persona singolare e si rivolge proprio a me: «Se ci fosse la necessità, potrei avere un figlio con la fecondazione eterologa?». Sono convinto che la filosofia debba impastare la propria vita alla polvere del-

Ferrigato-Il terzo....indd 9

07/05/15 16:05


10

IL TERZO INCOMODO

le università ma, come Agostino, Pascal o Kierkegaard, prediligo la filosofia al singolare, che mette in questione prima di tutto se stessi. Il problema dell’eterologa ha però una sua genealogia e inizia ben prima della mia nascita: ci siamo incontrati qui e ora, è vero, ma la sua storia è molto più lunga della mia e andrà brevemente ripercorsa. Dell’eterologa si iniziò a discutere un secolo e mezzo fa grazie alla proposta di congelare e conservare il seme maschile avanzata da Paolo Mantegazza, scienziato, antropologo e professore all’Università di Pavia. Della crioconservazione parlò pubblicamente già nel 1866: il primo vantaggio pratico di questa scoperta sarebbe stato il grosso aiuto offerto nel campo dell’allevamento di animali, consentendo di migliorare razze equine e bovine. Fin dal principio, però, si fantasticò di “romantiche” applicazioni umane: «Potrà anche darsi che un marito morto sui campi di battaglia potrà fecondare sua moglie anche fatto cadavere»2. Non solo: lo stesso Mantegazza propose, dopo molti anni, di utilizzare queste tecniche per la fecondazione eterologa. Era consapevole dello scandalo che avrebbe potuto sollevare e si permise di accennarvi solo attraverso una relata refero, un trucco che anche gli scrittori usano per confessare, attraverso la voce dei propri personaggi, le più profonde e disturbanti convinzioni: «Mi fu consi2 P. Mantegazza, “Sullo sperma umano. Ricerche” in Reale istituto lombardo di scienze e lettere, Rendiconti. Classe di Scienze matematiche e naturali, vol. III, 1866, p. 189.

Ferrigato-Il terzo....indd 10

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

11

gliato ingenuamente», scrive, «da una signora in cui tentai tre volte inutilmente l’atto operatorio di cui mi sto occupando [la fecondazione con il seme del marito, nda]: “Se col seme di mio marito non riuscite, sostituite quello di un altro uomo, più giovane e robusto. Io non voglio sapere chi lo abbia fornito, e quindi non commetto alcun peccato”»3. Ecco l’eterologa: un’inseminazione artificiale che usi gameti maschili o femminili di almeno un individuo esterno alla coppia allo scopo di realizzare una fecondazione. La prima eterologa in realtà precede questa provocazione di Mantegazza: è infatti del 1884, opera del dottor William Pancoast, ma solo a metà del Novecento nuove tecniche di crioconservazione permisero la diffusione della prassi4. In Italia le prime banche del seme risalgono agli anni Settanta ma «restavano, per così dire, nell’ombra, non essendo ben chiaro se la donazione di seme fosse o meno consentita dall’ordinamento». Bisognerà aspettare il 1984 perché il Ministero della Salute istituisca una commissione di studio che «pur esprimendo un netto sfavore per la fecondazione “eterologa”, non approdava a proporne il divieto assoluto, ma si limitava ad auspicarne “una disciplina rigorosa circa le condizioni di 3 P. Mantegazza, “Nota sulla fecondazione artificiale della donna” in “Gazzetta degli ospitali”, VIII, II, 1887, p. 82. Poco cambierebbe se il professore, così come mi diverte pensare, si fosse inventato quella storia di sana pianta per poter, diciamo così, lanciare la pietra nello stagno e nascondere la mano. 4 Sulle origine dell’eterologa consiglio il bel volume di E. Betta, L’altra genesi. Storia della fecondazione artificiale, Carocci, Roma 2012.

Ferrigato-Il terzo....indd 11

07/05/15 16:05


12

IL TERZO INCOMODO

ammissibilità”»5. Una circolare del ministro della Salute Costante Degan del 1985 vietò la donazione di gameti in strutture pubbliche, legittimando di fatto la pratica in quelle private. Il divieto assoluto arrivò in Italia con la legge n. 40 del 2004, ma dopo un decennio tale divieto è stato rimosso da una sentenza della Corte di Cassazione: «Occorre constatare che esso [il divieto dell’eterologa, nda], impedendo alla coppia destinataria della legge n. 40 del 2004, ma assolutamente sterile o infertile, di utilizzare la tecnica di PMA [procreazione medico assistita, nda] eterologa, è privo di adeguato fondamento costituzionale». Con la sentenza 162 del giugno 2014, il dibattito avrebbe dovuto prendere nuovo vigore. In attesa della nuova legislazione la situazione era quanto mai instabile, legata a linee guida e leggi regionali, e, nel dicembre del 2014, lo Stato ha reso disponibili i fondi necessari alla creazione di una banca del seme italiana. La domanda di questo libro – «Se ci fosse la necessità, potrei avere un figlio con la fecondazione eterologa?» – non si vuole tradurre in una questione di diritto, anche se nasce in un momento di confusione legislativa. Non voglio discutere del tema sul piano giuridico, ma devo segnalare che quei mesi hanno dato spazio alla mia ricerca su questa tecnica di concepimento, anche perché il dibattito 5 E. Dolcini, “La fecondazione assistita “eterologa”. Una questione aperta”, in F. Poggi, Diritto e bioetica. Le questioni Fondamentali, Carocci, Roma 2013, p. 17.

Ferrigato-Il terzo....indd 12

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

13

pubblico non ha segnato momenti di approfondimento apprezzabili.

Perché non fare chiarezza? Sgombrato il campo dalle leggi, dai ricorsi, dalle brutture giuridiche e dalla pochezza degli interventi politici sul tema, entriamo in quello più arioso della filosofia. Molte sono le strade che potrei imboccare: anche qui sarà davvero utile escludere tutto ciò di cui non discuteremo per evitare fraintendimenti. La signora di cui riferiva Paolo Mantegazza aveva chiaro un problema, lo stesso che ha impedito al professore di parlare apertamente della sua idea. La fecondazione eterologa chiama in causa la morale – «Io non voglio sapere chi lo abbia fornito, e quindi non commetto alcun peccato», diceva quella donna a proposito del gamete da utilizzare. Benché si tratti di problemi “filosofici”, specifico subito che qui non intendo affrontare né il tema del peccato, né mi occuperò di morale. Ho infatti il desiderio, spero non la presunzione, di ricercare quanto è necessario sapere “prima” di una qualsiasi scelta morale. La fortuna di queste righe risiede proprio nel momentaneo disinteresse per qualsiasi posizione morale. Non è compito di questo scritto dare giudizi morali, permettere o vietare questa pratica; la mansione di cui mi sto incaricando è più limitata: descrivere i fatti. Capire, cioè, cosa

Ferrigato-Il terzo....indd 13

07/05/15 16:05


14

IL TERZO INCOMODO

significhi scegliere la fecondazione assistita eterologa e cosa comporti, perché per assumere la responsabilità delle proprie azioni, o anche soltanto per scegliere con la necessaria contezza, bisogna sapere quali significati stiamo toccando, quali complicati meccanismi stiamo mettendo sotto sforzo. Non voglio sostenere qui che la morale o la legge non siano importanti, ma temo che non lo sarebbero per me. Ho bisogno di scavare ancora più a fondo. Per questi motivi il mio libro intende occuparsi di etica, non di morale, usando questi due termini nelle accezioni tipiche della filosofia di Baruch Spinoza: la morale si interroga su come dovrebbe essere la vita dell’uomo e la sua domanda fondamentale è “cosa posso fare?” Da notare che quel “posso” si riferisce a un ideale di cosa sia giusto e di cosa sia sbagliato; la riflessione morale implica l’esistenza di qualcosa che possa guidare l’azione (e, allo stesso tempo, permettere di giudicarla). La morale, insomma, prevede un’idea del Bene. La prospettiva dell’etica di Spinoza, invece, è tutt’altra. Nella sua opera principale, l’Etica, scrive: «La perfezione delle cose deve essere valutata soltanto in base alla loro natura e potenza»6. Cosa significa? Per fortuna ce lo ha spiegato Gilles Deleuze nelle sue lezioni su Spinoza: vuol dire che «nell’etica non si giudica mai»7 perché essa non fa riferimento a vette ideali da raggiungere, 6 7

B. Spinoza, Etica, Editori Riuniti, Roma 1988, p. 122. G. Deleuze, Cosa può un corpo, ombre corte, Verona 2007, p. 79.

Ferrigato-Il terzo....indd 14

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

15

ma analizza quanto esiste per capire quali siano le sue possibilità materiali, altrimenti dette la loro natura e la loro potenza. «Il punto di vista di un’etica è: di cosa sei capace? Cosa ti è possibile fare? Riprendiamo la sollecitazione di Spinoza: cosa può un corpo?»8. Si tratta di una prospettiva interessante anche per chi si affaccia sul mondo avendo ben chiaro, dentro di sé, cosa considerare giusto e cosa sbagliato. L’analisi etica, infatti, non facendo riferimento ad alcuna realtà trascendente, permette un confronto e un dibattito con meno compromessi; in altre parole, è più semplice, per me, discutere di cosa “può fare” un essere umano (in senso etico) che di quanto “debba fare” (in senso morale), limitandomi alla ricerca di quali siano le sue caratteristiche e su come queste gli permettano di agire9. I lettori più accorti avranno notato un lieve spostamento: Spinoza parla di “corpo”, io mi sono riferito alle possibilità di un “essere umano”. C’è una certa differenza. Nelle pagine che seguono mi chiederò infatti cosa può fare un essere umano e cosa invece gli è vietato, in senso etico e non morale secondo la distinzione appena fatta. Ma cos’è un essere umano? A seconda della pur 8

Ivi, p. 80. Chiarisco che questa distinzione tra etica e morale è tipica di Spinoza, ma non è condivisa dalla maggior parte della filosofia. Per ciascun pensatore che il lettore incontrerà, il rapporto tra etica e morale potrà subire forti spostamenti e ben diverse caratterizzazioni. Di fatto, l’etica di Spinoza è un’ontologia, cioè uno studio dell’essere. In campo umano potremmo anche concederci la forzatura di chiamarla “antropologia”, se servisse per rendere meglio comprensibile al lettore quanto andiamo dicendo. 9

Ferrigato-Il terzo....indd 15

07/05/15 16:05


16

IL TERZO INCOMODO

vaga definizione che ne do, la mia indagine può prendere strade differenti. Resterò a un livello di grande approssimazione: considero l’uomo o la donna come esseri viventi caratterizzati da una soggettività, ovvero dalla possibilità di scegliere liberamente la propria condotta e di interpretare liberamente il mondo che li circonda. Liberamente, ma all’interno delle possibilità materiali definite dall’etica. Mi sembra di essere stato abbastanza generico da poter mettere d’accordo i più: andiamo avanti, avremo tempo di tornare su questo punto10. La domanda centrale rimane la medesima: se fosse necessario, potrei avere un figlio con la fecondazione eterologa? Quel “potrei” è da intendersi nel senso spinoziano: ho la possibilità di farlo? Un uomo può farlo? Che domanda assurda! Ci sono persone che ogni giorno concepiscono in questo modo, quindi la risposta appare scontata. Tuttavia il motivo per cui sto scrivendo è pro10 Questa posizione definisce un campo tanto vasto da poter trovare concordi molti alti esponenti della storia della filosofia. Anche per il già citato Spinoza la libertà è la cifra dell’umano: cfr. la parte V dell’Etica, “Della Potenza dell’Intelletto, ossia della Libertà Umana”. Per esempio, mi rifarò, qui e più avanti, alla corrente dell’esistenzialismo, specie di quello ateo. Perché? Perché esso non chiama in causa nessuna presenza divina che potrebbe far storcere il naso ad alcuni lettori. Per Jean-Paul Sartre «l’uomo [...] è in primo luogo ciò che si slancia verso un avvenire e ciò che ha coscienza di progettarsi verso un avvenire» (J.-P. Sartre, L’esistenzialismo è un umanismo, Mursia, Milano 1990, p. 29). D’altra parte anche il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive: «La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, di fare questo o quello, di porre così da se stessi azioni deliberate. Grazie al libero arbitrio ciascuno dispone di sé» (1731). Sarà poi la morale a indicare come indirizzare questa libertà, ma come ho detto, di morale non mi occuperò in queste pagine.

Ferrigato-Il terzo....indd 16

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

17

prio questo: quella mattina mi sono svegliato pensando che né io né voi possiamo farlo e, via via, me ne sono sempre più convinto. Credo che, nel senso comune in cui intendiamo quel procedimento, ci sia negata la possibilità di farlo non a causa di una legge dello Stato, della nostra morale o del dio di ciascuno: io sono convinto che non possiamo farlo nello stesso modo in cui non possiamo volare o vivere per mille anni, che non possiamo perché siamo esseri umani, se non a condizione di fallire miseramente nei nostri propositi. Non so se, alla fine di questo libro, mi darete ragione. Spero però vogliate seguirmi mentre vi spiegherò come sono giunto a questa assurda – apparentemente assurda – conclusione.

Prima domanda supplementare: perché non spiegare più precisamente ciò di cui stiamo parlando? Pur senza entrare in tecnicismi scientifici, inutili ai nostri scopi, sarà bene andare più nello specifico del tema, introducendo qualche termine imprescindibile. La “fecondazione artificiale”, questo forse potrei darlo per scontato, è l’insieme di quelle tecniche e di quelle prassi che servono a ottenere il concepimento umano fuori dalla sfera della relazione sessuale. Come si sarà inteso leggendo le parole di Paolo Mantegazza, ci sono due possibilità: il gamete maschile e gamete femminile pos-

Ferrigato-Il terzo....indd 17

07/05/15 16:05


18

IL TERZO INCOMODO

sono essere dei membri della coppia, e allora parliamo di “fecondazione artificiale omologa”, oppure almeno uno dei due può provenire da un donatore esterno alla coppia: è questo il caso della “fecondazione artificiale eterologa” di cui discuteremo qui. Ad essere donati possono essere sia i gameti maschili sia quelli femminili, anche se in questo secondo caso il procedimento è molto più complesso. Un’ulteriore distinzione, utile ma non fondamentale nel nostro percorso, è quella tra fecondazione “intracorporea” o “extracorporea”: essa avviene all’interno delle vie genitali femminili, nel primo caso, o all’esterno, cioè in provetta, nel secondo. Nella fecondazione artificiale extracorporea, che può essere eterologa o omologa, gli ovuli saranno fecondati e, successivamente, trasferiti in utero. Inutile addentrarsi maggiormente nelle tecniche di fecondazione: la distinzione che più interesserà il nostro percorso sarà infatti quella tra omologa ed eterologa.

Seconda domanda supplementare: perché te la prendi con i figli o con i genitori “non biologici”? Va riconosciuto che criticare la fecondazione eterologa non è semplice. Da una parte questa pratica si propone alti scopi a fronte dei quali qualsiasi discussione o critica pare cadere: contro il problema della sterilità, che provoca insoddisfazione, senso di inadeguatezza e molte altre sofferenze, propone una tecnica capace di

Ferrigato-Il terzo....indd 18

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

19

far nascere nuove vite. In nome della dignità, dell’eguaglianza, della felicità: chi può vietarla, sconsigliarla o perfino biasimarla? D’altra parte la filosofia – diceva Merleau-Ponty – è reimparare a vedere il mondo, assumere nuovi punti di vista, e la fecondazione eterologa ci costringe a fare lo stesso, scontrandosi con il paradigma biologico della genitorialità, il modo in cui ci pare di essere soliti guardare il mondo. Sembrerebbe che, accettando l’eterologa, smetteremmo di far coincidere il concetto di genitore biologico con quello di genitore tout court; rifiutandola, rafforzeremmo invece la nostra idea di genitore nella sua base genetica. Un problema di cui parlare potrebbe allora essere questo: possiamo dire che uno dei genitori di un bambino nato attraverso l’eterologa non lo sia “per davvero”, dato che non ha preso parte al concepimento? È questo il tema? Che se decidessi per l’eterologa non sarei padre “davvero”? La questione, posta in questi termini, si rivela del tutto illusoria: ciascuno di noi sa che avere figli – chiamarli e considerarli tali – benché non siano figli biologici non è certo una novità sconvolgente da attestare alla fecondazione eterologa. Aiuterà qui ricordare la scrittrice Michela Murgia che, nel 2009, ha pubblicato il romanzo Accabadora. In sardo significa “colei che finisce”: l’opera affronta dapprima e soprattutto un tema caro all’etica, quello dell’eutanasia o dell’accompagnamento alla morte. Tzia Bonaria, la sarta che nella sua piccola comunità ha il compito di provvedere alla fine pietosa, in vecchiaia sceglie di prendere con sé Maria, una bambina che cre-

Ferrigato-Il terzo....indd 19

07/05/15 16:05


20

IL TERZO INCOMODO

scerà come una figlia, nata da una donna che non può allevarla. Siamo proprio all’apertura del romanzo: «Fillus de anima. È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra»11. Quello che colpisce è che in quella comunità rurale e dalle radici antichissime, esista una definizione per ciò che noi chiameremmo, forse banalizzandola, un’adozione: Maria fa parte dei «fillus de anima», appunto, un nome che la contrappone ai “figli del corpo”, quasi a suggerire una superiorità di questo legame per coloro che considerano preminente l’anima sul corpo. Una discendente non biologica per una donna sterile, una figlia “per davvero”, addirittura una figlia dell’anima in quanto scelta, voluta, desiderata, secondo una tradizione che è il vero istituto giuridico di quella comunità. Tzia Bonaria non ha dubbi di fronte alla maestra di Maria quando quest’ultima le riferisce che la bambina, se le si chiede di disegnare la madre, disegna la vecchia signora: «La madre naturale, per Maria, è quella che lei disegna quando le chiedono di disegnare sua madre»12. Fine della storia. Ecco perché non è questo il tema che toccheremo: sarebbe inutile – a tratti ridicolo – formulare la classifica delle relazioni tra genitori e figli, di anima e di corpo, tanto più che potrebbe non portarci ai risultati sperati, 11 12

M. Murgia, Accabadora, Einaudi, Torino 2009, p. 3. Ivi, p. 20.

Ferrigato-Il terzo....indd 20

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

21

cioè alla comprensione del vero problema. Non intendo quindi mettere in discussione la possibilità della costruzione di una relazione genitoriale tra un adulto e un giovane a prescindere dal loro legame di sangue.

Terza domanda supplementare: perché questo libro di filosofia mi sembra strano? Forse ci si starà chiedendo che razza di libro sia questo, dato che ci si trovano, nelle prime pagine, alcune citazioni di romanzieri e meno di filosofi. In effetti, quello che avete davanti sarà un percorso lineare, ma variopinto, dove la filosofia incrocerà il romanzo, ma anche tradizione, storie vere, cinema e perfino sport. Credo che questi strumenti aiutino a comunicare concetti complessi, senza il bisogno di tradirli e, al contrario, descrivendoli in maniera più vivida. Per esempio, dalla filosofia antica viene una nota riflessione sul tema dei “figli d’anima”: nella Repubblica di Platone troviamo un passo tanto noto da non aver bisogno di lunghi approfondimenti. Il filosofo sostiene che i guardiani della sua città ideale debbano affidare i propri discendenti alle cure della comunità senza poterli riconoscere, così da dover poi considerare ciascun concittadino come un padre, una madre, un figlio o un fratello perché tale potrebbe essere, biologicamente. La città è retta da legami di sangue generalizzati perché impossibili da definire. La natura di questo rapporto è

Ferrigato-Il terzo....indd 21

07/05/15 16:05


22

IL TERZO INCOMODO

ben illustrata quando a Socrate – che sta esponendo le sue idee sul tema – viene domandato: Secondo la tua legge, essi avranno una parentela esclusivamente nominale, oppure dovranno agire sempre in conformità a questi nomi e comportarsi con i padri nel modo previsto dalla legge, riservando loro tutta la reverenza, il riguardo e la sottomissione dovuta ai genitori [...]? Socrate sembra pronunciare la risposta con un sorriso sarcastico, mentre i suoi occhi porcini si stringono in due fessure sottilissime. Sarebbe ridicolo che nomi propri venissero proferiti soltanto con la bocca, senza essere accompagnati da azioni corrispondenti13. Anche in questo passo vediamo l’equiparazione di figli biologici e non, ma quello che la scrittrice sarda ci ha consegnato, la definizione di “figli d’anima”, raggiunge una tale profondità da non poter essere tralasciata, è come una piccola luce che squarcia il buio e illumina scenari profondi. D’altronde gli scrittori sono i «sacerdoti della parola»14, coloro che se ne prendono massimamente cura, e sarà grazie a loro che proseguiremo il nostro percorso, intravvedendo i significati più 13

Platone, Repubblica, V, 463 D seg. Cfr. S. Petrosino, Il magnifico segno, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015. 14

Ferrigato-Il terzo....indd 22

07/05/15 16:05


INTRODUZIONE

23

intimi oltre le parole, che non potranno certo mancare, della filosofia. Come anticipato, nel libro troverete anche esempi differenti, legati alla vita quotidiana o a particolari eventi. In questo caso non è la cura della parola ad essere ricercata, ma la possibilità di slegarsi da una riflessione astratta per planare sul mondo e «reimparare a vederlo», scrutarlo dal punto di vista che ci andremo formando. Lo stesso chiederemo al cinema, chiamato in causa per la sua capacità di dare forma plastica a determinate riflessioni o contraddizioni, rendendocele, ancora una volta, più vicine e concrete. La domanda filosofica, in effetti, parte dalla nostra esistenza, ed è ad essa che deve approdare, anche se nella sua formulazione principale può sembrare arida e quasi banale. Prima di tutto dovremo infatti chiederci: che cos’è la fecondazione eterologa?

Ferrigato-Il terzo....indd 23

07/05/15 16:05


INDICE

Introduzione. La selva dei perché pag. Perché un libro? » Perché la fecondazione eterologa? » Perché non fare chiarezza? » Prima domanda supplementare: perché non spiegare più precisamente ciò di cui stiamo parlando? » Seconda domanda supplementare: perché te la prendi con i figli o con i genitori “non biologici”? » Terza domanda supplementare: perché questo libro di filosofia mi sembra strano? »

7 7 9 13

1. SUPERARE LA MANCANZA Le tre vie Obiezione Zanardi Ritorno all’eterologa

» » » »

25 31 40 44

2. AMORE E NON La prima fecondazione eterologa Uno sguardo esistenziale

» » »

48 48 54

Ferrigato-Il terzo....indd 157

17

18 21

07/05/15 16:06


158

IL TERZO INCOMODO

Io, te, e nessun altro La fecondazione eterologa e i suoi limiti La scelta di essere cosa Cosa significa tutto questo

pag. » » »

57 64 69 74

3. IMPIEGARE, CONTARE, PAGARE Il linguaggio chiuso La funzione di donare Produrre e provocare Numeri, cifre, pesi, misure Un razionale inebetimento La città dei corpi Il prezzo è esatto, ma ingiusto

» » » » » » » »

79 80 84 88 94 97 101 104

4. NOMEN OMEN Cos’è il dono? I tre momenti del dono Altri donatori Victoria Perché non esistono né “donatori” né “donatrici” di gamete Mio e tuo Un nuovo nome Il terzo incomodo Oltre il problema dell’anonimato

» » » » »

109 111 114 119 122

» » » » »

125 128 132 134 137

Conclusione (?) Conoscere una parte La vita in technicolor Altre coppie, stessi problemi

» » » »

143 145 148 149

Indice dei nomi

»

155

Ferrigato-Il terzo....indd 158

07/05/15 16:06


visita il sito www.edizionisanpaolo.it seguici su facebook


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.