La famiglia accoglie la vita. Nascita, affido e adozione di Iafrate, Casini, Rosnati, Giordano

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Questioni

Questioni di Famiglia

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di Famiglia

Le aggressioni contro la vita umana e la famiglia sono divenute sempre più frequenti e sofisticate. Si vorrebbe la distruzione dell’idea di matrimonio, di famiglia, di maternità e paternità, della dimensione sessuata dell’uomo e della donna. Come rispondere? Occor-

La famiglia accoglie la vita

Una collana indispensabile sulle diverse questioni, attuali e scottanti, che riguardano la famiglia, nata dalla collaborazione tra il Gruppo Editoriale San Paolo, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI e il Centro Internazionale Studi Famiglia (CISF) di Milano.

bene. Perciò in questo volume ci si propone di cercare di osservare lo splendore di ciò che è vero e giusto riguardo alla vita umana e alla famiglia e la bellezza dell’esistere come figli generati. Lo sguardo sulla generatività illumina il valore dell’intera esistenza umana ed è capace di farci scoprire più in profondità il senso della famiglia, del matrimonio, della maternità, della complementarità sessuale maschile-femminile.

€ 8,90

MARINA CASINI - ROSA ROSNATI RAFFAELLA IAFRATE - MARCO GIORDANO

re superare il male mediante la forza persuasiva del

MARINA CASINI ROSA ROSNATI RAFFAELLA IAFRATE MARCO GIORDANO

La famiglia accoglie la vita Nascita, affido e adozione

UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA Conferenza Episcopale Italiana



Marina Casini Rosa Rosnati e Raffaella Iafrate Marco Giordano

LA FAMIGLIA ACCOGLIE LA VITA Nascita, affido e adozione


© 2015 Edizioni San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) © 2015 Periodici San Paolo s.r.l. Via Giotto, 36 - 20145 Milano www.famigliacristiana.it Allegato a Famiglia Cristiana di questa settimana Direttore responsabile: Antonio Sciortino Settimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 7/9/1949 n. 5 P.I. SPA - S.A.P. - D.L. 353/2003 L. 27/02/04 N. 46 - a.1 c.1 DCB/CN Progetto grafico: Ink Graphics Communication, Milano Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta, archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna forma o alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata, o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice. ISBN 978-88-215-9657-5


I LA FAMIGLIA CULLA DELLA VITA: LA BELLEZZA DI GENERARE UN FIGLIO1

1. Un grande “sì” Le aggressioni contro la vita umana e la famiglia sono divenute sempre più frequenti e sofisticate. Gran parte di esse investe l’area della generatività. Rispetto alle offese, pur gravissime e diffuse, riguardanti altre fasi della vita umana, quelle che si dispiegano nell’area della generatività presentano una caratteristica peculiare: l’attacco ha come obiettivo quello di cambiare il modo di pensare dei popoli, cioè di cambiare i criteri del giudizio morale e giuridico. Per esempio, i telegiornali raccontano e mostrano ogni 1

Il testo è curato da Marina Casini.

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giorno uccisioni orribili all’interno delle famiglie, assassinii premeditati dalle organizzazioni criminali, inauditi atti di terrorismo in tutto il mondo, ma nessuno oserebbe mai dire che queste azioni sono buone e giuste. Invece, se lo sguardo è rivolto al tempo in cui la vita è generata, è facile osservare la crescente pretesa di affermare l’aborto come “diritto umano fondamentale”, la rivendicazione del “diritto al figlio”, ovvero del “diritto a diventare genitori”, il reclamo dei “diritti della scienza”. In tutti questi casi, le pretese, le rivendicazioni e i reclami non si fermano di fronte alla morte inflitta ai molti figli in viaggio verso la nascita o appena generati in provetta, né si fermano davanti alle possibili manipolazioni della genitorialità. Anzi, si vorrebbe anche la distruzione dell’idea di matrimonio, di famiglia, di maternità e paternità, della dimensione sessuata dell’uomo e della donna. Talvolta, si ha la sensazione di un assedio invincibile. San Giovanni Paolo II, nell’enciclica Evangelium Vitae, della quale è da poco ricorso il ventennale (25 marzo 1995), ha parlato di una «congiura contro la vita» e di una «guerra dei potenti contro i deboli». 6


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Come rispondere? Come più volte è stato detto, non è sufficiente dire dei “no”, ma è necessario proclamare dei “sì”. Sebbene, a volte, lo sconforto e l’amarezza facciano sentire la loro morsa, l’atteggiamento da tenere dovrebbe essere quello dell’avanzata propositiva per costruire una nuova cultura della vita, non quello della resistenza in “trincea” o della ritirata nelle “catacombe”. Non si tratta di fare scudo al passato, ma di edificare l’avvenire su un più alto livello di civiltà e di umanità. Insomma, occorre superare il male mediante la forza persuasiva del bene. Perciò, in queste pagine mi propongo non tanto di mostrare il male, mettere in guardia dai pericoli, evidenziare la dannosità di una cultura individualista e utilitarista, esaminare le modalità con cui sta attuandosi la cosiddetta “destrutturazione antropologica”, quanto di cercare di osservare lo splendore di ciò che è vero e giusto riguardo alla vita umana e alla famiglia e la bellezza dell’esistere come figli generati. Nessuno può esistere se non come figlio. Lo sguardo sulla generatività illumina il valore dell’intera esistenza umana ed è capace di farci 7


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scoprire più in profondità il senso della famiglia, del matrimonio, della maternità, della complementarità sessuale maschile-femminile, della dignità umana. Da questo sguardo è possibile trarre le risorse per rispondere a tutte le attuali aggressioni contro la vita e la famiglia. Una precisazione importante: mi sono proposta di non parlare a titolo personale, ma di dare voce alle centinaia di migliaia di giovani che nel corso degli anni hanno partecipato all’attività educativa e culturale del Movimento per la Vita italiano, partecipando a un concorso, chiamato “europeo”, che ha sottoposto alla loro meditazione proprio i temi della generatività: sessualità, vita e famiglia, dignità umana. Mi sono permessa, pertanto, di attingere a piene mani ai documenti che hanno accompagnato dal 1987 a oggi questa iniziativa, la cui ultima edizione, lanciata per l’anno scolastico 2014-2015, si intitola Essere figli: una sfida, un’avventura.

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2. Il mistero e la bellezza Per parlare della generatività dell’uomo e coglierne tutta la sua straordinaria grandezza (pur nell’estrema piccolezza dell’inizio), bisogna cominciare contemplando l’universo. Se alziamo gli occhi verso il cielo e se, per vedere più a fondo nei limiti del possibile, ricorriamo allo sguardo della scienza moderna, ci sentiamo immersi nel mistero. I potenti moderni telescopi, gli studi nell’ambito della fisica delle particelle elementari e dell’astrofisica, le esplorazioni dei missili e dei satelliti, insomma le conoscenze in ambito cosmologico, hanno reso almeno in parte accessibile alla mente umana l’incredibile complessità e le dimensioni immense dell’universo, i cui confini sono ancora irraggiungibili. L’universo osservabile è solo una parte di tutto l’universo. La mente si smarrisce e neanche l’immaginazione ci soccorre quando cerchiamo di applicare all’universo il nostro modo di pensare lo spazio e il tempo. La nostra Terra ha una circonferenza di 40.000 chilometri. La luce corre a 300.000 chilometri al secondo tanto 9


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che mentre viene pronunciata la parola “uno”, essa ha fatto sette volte e mezzo il giro del mondo. L’unità di misura usata dagli astronomi è l’anno luce, cioè la distanza percorsa dalla luce in un anno. Poiché in un giorno ci sono 86.400 secondi e in un anno ce ne sono 31.536.000, un anno luce corrisponde a quasi 76.000 miliardi di chilometri. Lo spazio fino a ora scrutato copre la distanza di un miliardo di anni luce! Nell’universo osservabile sono presenti probabilmente più di 100 miliardi di galassie, enormi contenitori di stelle, che come delle vere e proprie isole nell’universo si trovano nello spazio a distanze enormi (almeno centinaia di migliaia di anni luce) le une dalle altre, separate da immense quantità di pulviscolo intergalattico e materiale interstellare estremamente rarefatto. In una stessa galassia possono coesistere stelle giovani e vecchie, formatesi in tempi diversi, con frequenza e modalità che variano da un tipo di galassia all’altro. La nostra galassia, la Via Lattea, ha forma di spirale con un diametro di 100.000 anni luce e fa parte di un ammasso di galassie, detto della Vergine, nel quale ne sono riunite 2.500. L’asse del nostro sistema solare 10


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misura almeno 100 miliardi di chilometri e 100 milioni di chilometri misurano sei settimane dall’orbita terrestre attorno al Sole. Alla Terra ci vogliono quattro giorni per percorrere 10 milioni di chilometri. La riflessione sull’origine dell’universo lascia anch’essa stupefatti. La più accreditata teoria è oggi quella del Big Bang (“grande esplosione”). Secondo questa teoria, circa 13,8 miliardi di anni fa, dal nulla sarebbe comparso un “sistema primordiale” contenente tutta la materia e l’energia oggi dispersa nell’immensità dell’universo. Il tutto in uno spazio limitatissimo, in un punto dove energia e materia avrebbero avuto un’inimmaginabile densità a temperatura elevatissima. Quel punto sarebbe esploso potentemente determinando prima la nascita di tutte le particelle e poi via via di tutta la materia con tutte le sue varie forme e aggregazioni, fino alla comparsa dei corpi stellari che iniziarono ad allontanarsi l’uno dall’altro mentre la materia andava raffreddandosi. La velocità di espansione è calcolabile e, andando a ritroso nel tempo, si arriverebbe a quel Big Bang originario. Una eco di quella grande esplosione è stata scoperta circa 11


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cinquant’anni fa come una radiazione di fondo molto debole, uguale in tutte le direzioni dello spazio. L’annuncio fu dato dal New York Times del 21 maggio 1965; Charles L. Bennett, un astrofisico americano, avrebbe parlato di una fase infantile dell’universo, di un “universo bambino”. E allora, come non sentirsi “granelli” in mezzo a tanta immensità che tende all’infinito? Come non avere il senso di una potente intelligenza ordinatrice? Lo stupore e il senso di mistero non diminuiscono se, anziché in alto, rivolgiamo il nostro sguardo verso il basso, verso la materia che tocchiamo. Come è noto, tutta la materia ha una struttura atomica. Così, dall’indicibilmente grande il pensiero passa a guardare l’incredibilmente piccolo. Un atomo di carbonio misura dieci miliardesimi di metro. Esso contiene un nucleo e sei elettroni e qui le misure diventano ancora più difficili da pensare. Il nucleo, che pure è un sistema composto da sei protoni e sei neutroni, ha la dimensione di circa un milionesimo di miliardesimo di metro. Se poi lo sguardo si volge intorno, all’ambiente in cui viviamo, siamo travolti dall’esperienza della bellez12


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za di fronte al panorama del mare, dei monti, delle praterie, delle foreste, dei ghiacciai, delle albe e dei tramonti… L’esperienza delle stagioni, poi, ci mostra il continuo rinnovarsi – anch’esso immenso – della vita vegetale e dei suoi colori. Quante foglie, quanti fili d’erba, quanti fiori sbocciano e rinascono ogni anno su tutta la faccia della terra? Perché? Qual è il fine? Che senso ha tutto questo? Dopo aver rivolto lo sguardo nel macrocosmo dell’universo, nel microcosmo della materia, nello spazio che ci circonda, adesso lo sguardo si rivolge all’“interno”. Ciascuno di noi, guardandosi “dentro”, può scoprire il mistero senza il quale l’intero universo sarebbe come inesistente. Scopriamo la libertà che ci permette di cambiare le cose, la capacità di amare e il bisogno di essere amati, un bisogno immenso, anch’esso misterioso, di felicità. E scopriamo anche la meraviglia del corpo umano con il finalismo e il coordinamento delle sue varie parti e con la meraviglia della sua origine. Chi non ha provato il senso del miracolo guardando un bimbo appena nato? Sebbene “da che mondo è mondo” il succedersi delle genera13


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zioni sia caratterizzato dalle nascite, quando un figlio viene alla luce, lo stupore accompagna ogni madre e ogni padre, mescolandosi al senso di un’avventura straordinaria che, insieme alla grandezza, evoca anche impegno e responsabilità. Persino nei campi di concentramento, nelle durezze più estreme, un’ostetrica polacca, Stanisława Leszczyńska, ha potuto testimoniare che, nonostante le avversità, la potente forza della vita si opponeva all’odio con il venire alla luce di neonati la cui esistenza era una gioia pur nelle condizioni più angoscianti. Insomma, la nascita di un figlio ha il sapore del “miracolo”. Ogni figlio che nasce è un concentrato di promesse: imparerà a camminare e a parlare, manifesterà le capacità e le attitudini di cui è dotato, svilupperà l’intelligenza e la coscienza morale, cercherà la sua strada nel mondo, imparerà a relazionarsi con gli altri. Com’è possibile? Tutto è cominciato da un punto microscopico, nel momento del concepimento e poi è proseguito in uno sviluppo impetuoso nel seno materno. Ognuno di noi è cominciato così. È passato dal nulla all’esserci attraverso la dimensione di un “punto”. Come il Big Bang con 14


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cui l’intero universo è cominciato. La generazione ci ha fatto esistere. E mentre scopriamo il pensiero, la libertà, la capacità di amare, il desiderio di felicità, intuiamo che l’uomo può essere il fine dell’intero universo. La domanda sul senso del tutto ci porta a interrogarci su noi stessi.

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