Gianluca Firetti. Santo della porta accanto di Marco D'Agostino - estratto

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Gian è uno squarcio della vita di Dio. In questo sta la sua santità vera. Nell’essere riflesso, rimando, segno eloquente. Un privilegio averlo compagno di viaggio. Esperto nel soffrire ci dona parole di speranza, verificate sul campo.

Marco D’Agostino, prete dal 1995, è stato

Marco D’Agostino

coinvolto dallo stesso Gianluca. Ha il privilegio di raccontare questa storia di santità ordinaria.

€ 12,90

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Marco D’Agostino GIANLUCA FIRETTI

Gianluca Firetti, giovane di Sospiro (Cr), nell’estate del 2012 deve affrontare un osteosarcoma che lo costringe ad abbandonare il calcio, ma non la scuola. Nei due anni e mezzo della malattia rilegge, con gli occhi della fede, la sua storia di dolore e la trasforma in dono per tutti. Muore il 30 gennaio 2015. Per le Edizioni San Paolo, negli ultimi giorni della sua vita, scrive Spaccato in due. L’alfabeto di Gianluca, un testamento nel quale si racconta e provoca, soprattutto i giovani, a una vita bella, nello spirito del Vangelo. La sua testimonianza si diffonde con semplicità, è viva più che mai e parla attraverso gli incontri, in TV, alla radio, sui giornali nazionali e locali. I suoi amici, in un anno, hanno percorso quasi 20.000 chilometri per tutta l’Italia.

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Gian non è morto disperato, ma affidato. Non se n’è andato sbattendo la porta, ma incamminandosi. Non ha chiuso l’esistenza imprecando per un buio che non si meritava, ma desiderando un incontro con la Luce del mondo, appena contemplata nella gioia del Natale. Quella di Gian, umanamente, è una storia di dolore. Evangelicamente, una storia di grazia e di bellezza. A soli vent’anni ha dimostrato che si può essere abitati da Dio e dagli uomini. È possibile farsi amare e amare.

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MARCO D’AGOSTINO

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Il guadagno di questo testo andrà totalmente all’Associazione “Giacomo Sintini” (www.associazionegiacomosintini.it) la cui vocazione è quella di essere un aiuto concreto, presente e futuro, per la Comunità del Cancro, sostenendo la ricerca medica contro leucemie, linfomi e mieloma, studiando soluzioni per migliorare la condizione fisica e psicologica di chi sta affrontando la malattia.

© EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9798-5

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Seminario Vescovile, Cremona Via Milano 5 30 gennaio 2016

Carissimo Gian, stavolta, davanti al “nostro libro” – lo chiamo ancora così con presunzione – non c’è la tua lettera, ma solamente la mia. E questa è una sofferenza. La sola di queste pagine. Per il resto il testo è sgorgato, come il precedente, interpellandoti, sentendoti presente, visitando più e più volte la tua famiglia, sempre accogliente e discreta come sei stato tu, con tutti. Ospitando, nella mia esistenza e in quella dei tuoi amici, un sacco di gente che voleva sapere 5

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come avevi fatto, com’era stata la tua malattia e la morte, da dove attingevi forza e fede, a Chi assomigliavi su quella croce così pesante. So a cosa pensi. Ti rivedo un istante sul letto, sul divano rosso di casa, seduto al tavolo della cucina mentre beviamo un tè dirmi, con quel sorriso che mi provoca verità: “Don, ma la seconda puntata, il film numero due, di solito, non è più scarso dell’uno?”. Hai ragione. A volte è così, ma non è il nostro caso. Le pagine che ci stanno davanti raccontano ancora di te e di quanti, ormai non siamo più in grado di contarli, in te e con te, si sono riattivati grazie a una scintilla di fede e hanno attinto un briciolo di coraggio per la loro esistenza. In tutti la forza da te seminata attende che l’unico Seminatore faccia crescere il chicco deposto in ciascuno. Solo per farti un esempio ti racconterò di una giovane mamma che, dopo aver perso il marito in un incidente si ritrova, tra i regali di un’amica, Spaccato in due. Lo legge, lo sottolinea, lo rilegge, lo mette nella borsa e si sente sollevata. Capisce che il suo 6

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dolore, se condiviso come il tuo, visto alla luce di un Vangelo fatto carne, è una sofferenza minore. E mi avvicina, una sera nebbiosa di novembre, per dirmelo. Ha le lacrime agli occhi mentre mi racconta la sua vita, ma vuole condividere la gioia che sta provando con te. Mi racconta così del “Carrello”, della “Medaglia”, del “perché io?” dentro la sua storia, così profondamente e violentemente stravolta da un giorno all’altro. Sapessi quanta gente mi ha avvicinato, scritto, telefonato e contattato in mille modi durante quest’anno. Per te. Non per me. Per ringraziarti. E mi sono trovato, quasi senza saperlo, meravigliato quanto te, quando firmasti il contratto, ad “essere contentissimo”, pur nel pensiero della tua partenza da questo mondo. A verificare, quotidianamente, che nessuno proprio può sapere “il bene che il libro può fare”.

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Mi saprebbe piaciuto che a presentare Spaccato in due, davanti a quasi 800 persone, la sera del 13 febbraio qui in Seminario o il 27 giugno, inaugurando l’Happening in una piazza Stradivari straripante di persone, sotto il Torrazzo di Cremona e le stelle che sembravano sorridere, ci fossi stato anche tu. Invece mi sono ritrovato sempre “da solo”, fisicamente. Mai interiormente. Ti ho sentito più e più volte e ancora ti sento; mi affido alla tua amicizia che, in Dio, so più forte di prima e va ben oltre i semplici ricordi. Nella preghiera rivedo la tua fiducia sconfinata nel Signore e nella Vergine, ho nostalgia della tua fede granitica che io non ho. Ti penso, come nella messa dell’Epifania celebrata a casa tua, un dono tra i doni portati dai Magi. un dono intriso di mirra prima. Oggi risplendente come oro, profumato come incenso. Ecco, Gian. È tutto qui. Questo nuovo testo non serve a farti conoscere. Non ce n’è alcun bisogno. 8

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Queste pagine ti contengono tanto quanto le altre. Ti veicolano, permettendoti di entrare là dove le persone, giovani, adulti, vescovi, preti e consacrati, laici, ragazzi, in ambienti credenti e non, ti lasciano entrare, anzi, mi correggo: là dove ti aprono le porte, spalancano le finestre, qualcuno anche ti mette la passerella rossa delle grandi occasioni. Del testo Spaccato in due, tu coccolavi l’idea e la sua composizione. Fu un tuo desiderio che si realizzò grazie alla buona volontà di molti. un “tuo” testo che divenne “nostro”. Ti prestai voce e penna per esprimere ciò che le tue forze e il tempo a disposizione non ti permettevano. Quel libro fu una fatica gioiosa. una speranza condivisa. un sogno a cui hai lavorato, nonostante la debolezza. Per il quale hai speso tempo prezioso, come mi hai scritto il 7 gennaio 2015. “Ciao don! Con Federico abbiamo letto quello che hai scritto ed è molto bello. 9

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Grazie! Abbiamo anche provato a pensare alle lettere mancanti. Domani, se vieni, te ne parlerò. E ti dirò i miei pensieri. un abbraccio e grazie di essermi vicino sempre. Gian”. Quel libro tenne in vita te. Questo tiene in vita noi. Quelle parole ti aiutarono a rileggere la tua esistenza con occhi di speranza e fede, spalancati sul mistero del dolore e della morte. Queste aiutano noi a vivere e a camminare con coerenza sulla strada del Vangelo. Nella ricerca delle nostre lettere mancanti che abbozziamo solamente. Per questo ho messo per iscritto le “nostre” riflessioni. Mi hanno aiutato, ancora una volta, ad ascoltarti. A venirti a trovare, nella fede. A rileggerti, sentendoti vicino.

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INTRODuZIONE

Gian, sono io che devo dirti “grazie”. Io, insieme a tanti che ti conoscono. Grazie perché sei briciola di Vangelo. Frammento di un Dio vivo che non ci abbandona. E ti riconsegna a noi, in questo Anno Santo, come segno della sua misericordia e del suo amore. don Marco

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