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Angelo Comastri
HO CONOSCIUTO UNA SANTA Madre Teresa di Calcutta
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Š EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2016 Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) ISBN 978-88-215-9816-6
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PREFAZIONE
Nel quarto salmo del Salterio leggiamo questa coraggiosa invocazione: «Molti dicono: “Chi ci farà vedere il bene?” Risplenda su di noi, Signore, la luce del Tuo volto. Hai messo più gioia nel mio cuore di quando abbondano vino e frumento». Queste parole si adattano perfettamente a Madre Teresa di Calcutta. Il suo volto sprizzava gioia, mandava luce, trasmetteva pace. Perché? Perché Madre Teresa aveva il cuore pieno di Dio e, dove c’è Dio, c’è il Paradiso in terra. Il 5 settembre 1997, quando Madre Teresa chiudeva gli occhi alla scena di questo mondo, su Calcutta si abbatté un violentissimo temporale. Nella zona dove sorge la casa delle Missionarie della Carità venne a mancare l’elettricità per diverse ore: così la donna infaticabile che aveva dato luce a tanta gente morì al buio. 5
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HO CONOSCIUTO UNA SANTA
Non è un segnale del Cielo? Non è un chiaro messaggio di Gesù che aveva detto a Madre Teresa: «Sii la mia luce»? Sì, Gesù voleva dirci questo: “Sono venuto a prendere con me Madre Teresa! Ora sta a voi raccogliere la luce che lei irradiava nel mondo, ora sta a voi mandare luce nel mondo”. I santi non hanno bisogno di essere applauditi; i santi ci chiedono di continuare la loro opera, ci chiedono di tenere accesa la lampada del loro esempio e il fuoco dell’amore che hanno acceso sulla terra. Pochi giorni dopo la santa morte di Madre Teresa, Roberto Gervaso (sì, proprio lui, un uomo che si dichiara lontano dagli orizzonti della fede) ha scritto: «Madre Teresa era sincera: si sentiva che sentiva! Lei non aveva bisogno di piacere né alla stampa rosa – la peggiore! – né agli impudenti adulatori con biro e Nikon. Non aveva bisogno di piacere, perché chi si investe di una missione, chi vive, lotta e muore per gli altri, non si preoccupa di piacere agli altri. Che è il solo modo di piacere a tutti. Madre Teresa non ha cercato la ribalta, eppure... ha avuto una immensa fama, che il tempo, lungi da far vacillare, renderà ancora più salda. 6
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PREFAZIONE
Dei reietti l’infaticabile suora di Skopje ha conosciuto il volto e ne ha saputo cogliere gli aneliti e i fremiti. Per decenni ha raccattato dai marciapiedi di Calcutta chi aspettava febbricitante, esangue, sfinito... la morte. Per decenni ha passato la mano su fronti piagate, guance scavate, corpi oscenamente ulcerati dei figli di Dio, che avrebbero potuto maledire Dio. Ma che non l’hanno maledetto, perché avevano vicino questa suora minuta e gigantesca, piccola e grandiosa, vicaria ed emissaria di Dio». Madre Teresa oggi ci dice: “Continuate voi, continuate a seminare amore nel mondo, perché ce n’è ancora tanto bisogno!” ANGELO CARD. COMASTRI Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano Arciprete della Basilica Papale di San Pietro Presidente della Fabbrica di San Pietro
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PREGHIERA ATTRIBUITA A SAN FRANCESCO D’ASSISI (tanto cara a Madre Teresa)
Oh! Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace: dove è odio, ch’io porti amore, dove è offesa, ch’io porti il perdono, dove è discordia, ch’io porti la fede, dove è l’errore, ch’io porti la Verità, dove è la disperazione, ch’io porti la speranza, dove è tristezza, ch’io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto: di essere compreso, quanto di comprendere, di essere amato, quanto di amare. Poiché è: dando, che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna. Amen.
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GLI ANGELI STANNO ANCHE NELL’INFERNO DELLA MISERIA
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Pier Paolo Pasolini, che non aveva l’abitudine di frequentare gli angeli, quando incontrò Madre Teresa di Calcutta, uscì con una esclamazione profondamente vera. Disse: «Quella donna quando guarda, vede! Sul suo volto scarno sono impressi i tratti di una bontà che affascina!» È impressionante il fatto che anche Pasolini sia rimasto colpito da questa donna piccola, disarmata e disarmante, che è stata capace di dare vita a un’autentica inondazione di amore, che ha raggiunto tutti gli angoli della terra. Fatto veramente impressionante. A Calcutta, ancora oggi, è possibile incontrare una donna in sari bianco, che si avvicina a un cassonetto pieno di immondizia. Dal cassonetto esce un vagito disperato: la donna col sari bianco si avvicina, fruga tra i resti dei cibi maleodoranti ed estrae un frugoletto con il cordone ombelicale maldestramente legato. Il bambino è salvo! 11
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Chi ha acceso nel cuore di quella suora la scintilla dell’amore per i poveri, per gli ultimi, per i bambini abbandonati, per quelli che nessuno vuole? È stata Madre Teresa di Calcutta! Alcuni anni fa, era possibile vederla passare tra i derelitti abbandonati nelle fogne all’aperto che si estendono negli slums che circondano Calcutta: Madre Teresa era un vero angelo nell’inferno della miseria più nera. Una volta, venne portato nella “Casa del Cuore Immacolato” a Calcutta un uomo con la pelle come pergamena, stesa su ossa sporgenti: era un relitto umano nel quale sembrava che non ci fosse più vita. E, invece, era vivo! I vermi cominciavano già a spogliarlo della sua pelle. Le instancabili donne con il sari bianco gli offrono un po’ di brodo caldo: l’uomo fa fatica a deglutire, perché la sua bocca da tanto tempo non conosce più cibo. Mentre le giovani suore lavano il suo corpo coperto di fango e di escrementi, si avvicina una donna anziana: saluta l’uomo con un dolce sorriso dal quale sprizzano un affetto e un rispetto che l’uomo non aveva mai avuto in tutta la sua vita. È Madre Teresa di Calcutta. 12
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GLI ANGELI STANNO ANCHE NELL’INFERNO DELLA MISERIA
Delicatamente, comincia a togliere i vermi dalle sue piaghe, che mandano un fetore irresistibile, che avrebbe fatto svenire chiunque. L’uomo scheletrico si meraviglia e domanda con un filo di voce: «Come fai a sopportare il mio fetore? Io stesso ne sono disgustato!» «Quello che io provo è niente in confronto a quello che soffri tu!» «Tu, certamente, non sei di qui. La gente di qui non fa quello che fai tu. Sii benedetta!» «No! Benedetto sii tu, perché soffri con Gesù e come Gesù». E l’uomo muore con questa benedizione, che l’accompagna in Cielo tra le braccia di Gesù, mentre il sorriso della Madonna prende il posto del sorriso di Madre Teresa. Ella, ogni tanto, alzava il volto dalla miseria e fissava l’indifferenza dei satolli infelici, dei gaudenti scontenti, dei ricchi poveri di umanità. E ammoniva: «Bisogna che finisca questa indifferenza. Nel mondo sta scomparendo l’amore: questa è la più pericolosa povertà, perché uccide le persone dentro e toglie la gioia di vivere. Abbiamo bisogno dovunque di tante persone che si rimbocchino le 13
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maniche e non abbiano paura di sporcarsi le mani nel fango e di chinarsi sui poveri e sui moribondi e sui lattanti gettati nei cassonetti, perché scartati dalla gente triste della società opulenta. Esci dall’egoismo, passa dalla parte dell’amore. Vieni, ti aspettiamo per farti felice... perché non accadrà mai che un egoista sia felice. Te l’assicuro!» Questo invito di Madre Teresa conserva tutta la sua forza e, soprattutto, tutta la sua drammatica attualità. Non lasciamolo cadere nel vuoto.
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PADRE, RENDICI DEGNI DI SERVIRE Padre, rendici degni di servire i tuoi figli e nostri fratelli, che in mezzo al mondo vivono e muoiono nella povertà e nella fame. Da’ loro, attraverso le nostre mani e il nostro cuore, il pane quotidiano e la pace e la gioia. Padre, donaci oggi e sempre la fede che sa vedere e servire Gesù, tuo Figlio, nei poveri. Fa’, o Padre, che diventiamo un tralcio genuino e fruttuoso di Gesù, vera vite, accettandolo in noi come la verità che dobbiamo annunciare, come la vita che dobbiamo vivere, come la luce che dobbiamo accendere, come l’amore che dobbiamo comunicare, come la via che dobbiamo percorrere, come la gioia che dobbiamo donare, come la pace che dobbiamo diffondere, come il sacrificio che dobbiamo offrire per la salvezza del mondo. Amen. Madre Teresa di Calcutta
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