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ALBERTO FRISO
IL CIELO SOTTO LE PIETRE Padre Piccirillo, l’archeologo di Dio
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© 2016 EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) www.edizionisanpaolo.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (Milano) © 2016 PERIODICI SAN PAOLO s.r.l. Via Giotto, 36 - 20145 Milano www.famigliacristiana.it Allegato a Famiglia Cristiana di questa settimana Direttore responsabile: Antonio Sciortino Settimanale registrato presso il Tribunale di Alba il 7/9/1949 n. 5 P.I. SPA - S.A.P. - D.L. 353/2003 L. 27/02/04 N. 46 - a.1 c.1 DCB/CN Progetto grafico e realizzazione editoriale: studio pym / Milano Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo volume potrà essere pubblicata, riprodotta, archiviata su supporto elettronico, né trasmessa con alcuna forma o alcun mezzo meccanico o elettronico, né fotocopiata o registrata, o in altro modo divulgata, senza il permesso scritto della casa editrice. ISBN 978-88-215-9842-5
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«I frati poi che vanno tra gli infedeli […] non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni altra creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani». San Francesco, Regola non bollata
«Fai la volontà di Dio che ti addita la via della pace». Saladino, al figlio el-Malek al-Zaher
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– Scusi professoressa, come ha detto? Il sopracciglio sinistro si alza, brutto segno. Non è abituata a essere interrotta, mai. E certo non da uno studente al quale sta generosamente, dal suo punto di vista, elargendo una tesi. Che poi la Sartori sia una tipa umorale Luca lo sa benissimo, lo sanno benissimo tutti. Le sue sfuriate sono leggendarie. Può permetterselo, dall’alto della sua lunga carriera, ma è consigliabile non provocarla. E Luca tutto vorrebbe, meno che provocarla. È solo la seconda volta che entra nel sancta sanctorum della Sartori, nel suo studio, al centro della biblioteca, il più luminoso e ampio e prestigioso studio del dipartimento, quello con 7
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la porta sempre chiusa, tutto tappezzato di libri, dove ci starebbero tre scrivanie e invece no, perché figuriamoci. La professoressa interrotta riprende da dove ha smesso, solo instillando qualche decibel in più alla già stentorea voce. – È il principale archeologo contemporaneo del Medio Oriente, scopritore di centinaia di metri quadri di tappeti musivi ellenistico-romani e bizantini tra Egitto, Libano, Siria, Israele, Palestina e soprattutto Giordania, che molto gli deve. E poi chiese bizantine e crociate, addirittura un’intera città carovaniera perduta, Umm al-Rasas, l’antica Castrum Mefaa, nel deserto giordano. Penso che se si impegna ne possa venire fuori qualcosa di buono, il materiale per ripercorrerne le gesta di certo non le mancherà. Al «se si impegna» Luca alza il viso dal blocco sul quale ha scarabocchiato Umarasa castrumefa, nella speranza che quell’indizio lo porti a capire di chi la prof sta parlando, perché non l’ha proprio afferrato. Però non vuole nemmeno 8
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mollare l’osso, non ha ancora accettato quella tesi che esula da qualsiasi suo interesse. – Scusi professoressa, ma la mia proposta di occuparmi di Heinrich Schliemann, lo scopritore di Troia e Micene? Lo sentirei più nelle mie corde… – Ferlizzi, lei conosce il tedesco? – Ehm, no… – Vede che si è risposto da solo? Poi di Schliemann si sa già tutto, cosa pensava di poter scoprire? Invece Michele Piccirillo è ancora poco indagato, per via che è un contemporaneo, deceduto solo nel 2008. Ha scritto anche in arabo e francese, ma la gran parte della sua produzione scientifica e divulgativa è in inglese e italiano, non dovrebbe avere difficoltà. Su di lui potrà sbizzarrirsi, perché ha lavorato tantissimo e ha contribuito in maniera determinante a farci cambiare la percezione che potevamo avere dell’area palestinese in età bizantina. E questo è solo uno dei motivi validi per dedicargli una tesi. 9
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“Sì, ma proprio la mia, di tesi?”, pensa Luca. Almeno, ecco il nome che gli mancava: Piccirillo. Mai sentito. – Ma io di età bizantina non so granché, e di Medio Oriente meno ancora, non l’abbiamo mai fatto a lezione… Doveva giocarselo quest’ultimo tentativo, ma doveva anche immaginare che non avrebbe potuto tenere testa alla Sartori per troppi round senza incorrere nelle sue ire funeste. – Senta Ferlizzi, lei quante tesi ha scritto? Ahia, livello acido in rapida ascesa. – È la prima, professoressa… – Pensava di poterne scrivere una in storia dell’archeologia, con me poi, senza dover studiare nuovi argomenti? Senza ampliare le sue visuali? Voleva fare un copia incolla da internet? Si accomodi: ci sono altri docenti meno esigenti, se crede di potersi rivolgere a loro. Guardi che ho la coda di ragazzi che vogliono lavorare con me. Le ho proposto questa tesi perché credo sia 10
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nelle sue possibilità: vedo dal libretto che le ho dato 29, e questa è una tesi da 29. – Scusi? Credo di non aver capito… – Ovviamente non ricordo il suo esame, ma so bene cosa significa quel voto. Lei come si è sentito quando lo ha ricevuto? Questa è nuova. E adesso? Dirle la verità o bleffare? I maligni sostengono che il cuoio del trono-poltrona della Sartori sia stato realizzato da abili artigiani utilizzando la pelle dei poveri malcapitati che non sono stati come minimo brillanti all’orale, quindi il 29 era tanta roba, ma lo aveva anche lasciato di sale, perché è un voto stupido, appena sotto il massimo, di un infinitesimale ridicolo punto. – Be’, ero contento, perché da un esame come il suo non è facile uscire bene… Eppure visto che c’eravamo non mi sarebbe dispiaciuto arrivare al 30. – Ecco. Nella mia carriera universitaria presi solo un 29 e ricordo che mi arrabbiai da matti. 11
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Fui lì lì per rifiutare. Ma poi divenne lo sprone per impegnarmi ancora di più. Oggi lo assegno a chi fa bene ma potrebbe fare meglio. Se uno dimostra di essersi preparato gli do fino a 28. Se è straordinariamente bravo arrivo al 30. Ma il 29 lo riservo per chi ha margine di crescita. Ha capito adesso? Accetta la tesi? Luca è imbambolato. Anche lusingato. E poi, chi l’avrebbe detto che la Sartori avesse un lato umano? Ma soprattutto: come fa, adesso, a tirarsi indietro? Impossibile. – Accetto.
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