Alla conquista del conte

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Barbara Cartland Alla conquista del conte


Immagine di copertina: Simona Reggimenti Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Love Conquers War Pink Collection © 2012 Cartland Promotions First published on the Internet in December 2012 by Barbaracartland.com Ltd. Traduzione di Roberta Ciuffi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony History agosto 2017 Questo volume è stato stampato nel luglio 2017 da CPI, Barcelona HARMONY HISTORY ISSN 1124 - 7320 Periodico quindicinale n. 588 del 23/08/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 624 dell'11/10/1996 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


La guerra è orribile, crudele, devasta talmente tante vite e in particolare quelle delle donne. Io ho perso mio padre ed entrambi i miei fratelli in due guerre mondiali, e conosco il senso di disperazione e di vuoto causato da simili perdite. Le guerre possono essere fermate solo dall'amore, e soltanto con l'amore le donne potranno impedire altre guerre nel futuro. Dipende da noi. Barbara Cartland

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Pagina Bianca


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1818 Raina Locke portò il suo cavallo nella scuderia, dandogli delle piccole pacche sulla schiena per premiarlo di essersi comportato bene. Poi si diresse verso il vicariato, un edificio molto gradevole, circondato da un vasto giardino in cui l'abbondante presenza di fiori colorati produceva un effetto quasi accecante. Superò la porta d'ingresso e vide che un grande vaso di rose era stato sistemato sul tavolo al centro del piccolo atrio. Erano bellissime. Sorrise. Nanny, la sua bambinaia di un tempo, che ancora viveva al vicariato, apprezzava i fiori quanto lei e insisteva che ne venissero disposti in ogni stanza della casa, che fosse in uso oppure no. Raina andò alla porta della cucina, l'aprì e chiamò: «Emily, sono tornata!». 7


La cuoca, che lavorava per i Locke da quasi trent'anni, uscì dalla dispensa. «Il vostro pranzo sarà pronto in due minuti, Miss Raina» annunciò. «Ero sicura che sareste stata puntuale e sono rimasta in attesa di darvi la notizia.» «Quale notizia?» replicò lei, chiedendosi se al villaggio fosse nato un altro bambino, oppure se qualcuno fosse prossimo alla morte. Suo padre, un tempo, insisteva sempre che gli comunicassero immediatamente ogni novità che accadeva nella zona e, da quando lui non c'era più, Raina aveva preso su di sé il compito di andare a visitare le persone afflitte. «Non ci credereste mai» continuò Emily, avvicinandosi maggiormente, «ma il conte è appena arrivato alla Hall.» Raina la fissò. «Stai dicendo che è tornato, Emily?» «Proprio così. Il postino mi ha detto che era andato a consegnare una lettera a Mr. Munn, il segretario, e lui gli ha riferito che Sua Signoria era arrivato la notte scorsa.» «Non posso crederci!» esclamò Raina. Erano passati molti anni da quando il Conte di Monthurst aveva lasciato la sua residenza alla Hall. Nel corso della guerra era 8


stato un soldato e, dopo la vittoria del Duca di Wellington nella battaglia di Waterloo, era rimasto di stanza in Francia con l'armata di occupazione. L'intero villaggio apparteneva alla sua grande tenuta e, quando anche l'occupazione era terminata, gli abitanti si erano aspettati che tornasse a casa, tuttavia non in quella maniera improvvisa e inaspettata. «Devono essersi agitati molto, su alla Hall» commentò Raina. «Proprio così, signorina, e il postino ha detto che i pochi domestici rimasti sono stati gettati nella più grande confusione. Il che non deve sorprendere, dato che il loro padrone è stato lontano così a lungo.» «Sì, è passato parecchio tempo, e devo ammettere che non vedo l'ora di incontrarlo.» «Non sarete l'unica persona a volerlo fare.» Emily sorrise mentre tornava indietro a sollevare una pentola dal fornello. Raina si tolse il cappotto che aveva indossato per cavalcare e poi andò nella sala ad aspettare il suo pranzo. Sembrava incredibile che, dopo essere stato lontano per cinque o sei anni, il conte fosse tornato a casa senza avvisare nessuno 9


della sua intenzione. Tutti lo avevano aspettato talmente a lungo che la sua apparizione, adesso, aveva dell'incredibile. Raina si chiese quanto tempo sarebbe passato prima che lei potesse vederlo. Suo padre era morto l'anno precedente e al villaggio non era ancora stato assegnato un altro vicario. Gli abitanti potevano assistere a un servizio solo ogni quindici giorni, quando il parroco di un villaggio vicino veniva a recitare le preghiere del mattino o della sera. «Dovrete aspettare fino al ritorno del conte» si era sentita dire Raina quando aveva fatto domande. «La chiesa si trova nella sua tenuta, ed è lui a pagare lo stipendio del vicario.» Era la stessa risposta che si riceveva riguardo a qualunque altra cosa fosse necessaria al villaggio. Il padre di Raina aveva stilato una lunga lista di progetti che avevano bisogno di essere avviati, sperando che il conte li avrebbe presi favorevolmente in considerazione, alla fine della guerra. Come tutti, aveva atteso con ansia il suo ritorno. Purtroppo, però, lui non c'era più, e Raina pensò che adesso solo lei avrebbe potuto informare il conte di quel che era necessario 10


fare con maggiore urgenza. Tutti gli abitanti della zona avevano sofferto, durante la guerra. Gli uomini abili dell'etĂ giusta erano stati arruolati nell'esercito e, sebbene all'epoca fossero stati felici ed eccitati all'idea di andare a sconfiggere Napoleone, molti di loro non erano tornati, il che significava che c'era una gran carenza di braccia per lavorare nei campi. Il vicario Locke, che proveniva egli stesso da una vasta tenuta, aveva sospirato spesso alla vista dei raccolti che continuavano a diminuire, mentre le erbacce crescevano a vista d'occhio. Alfred Locke era il terzo figlio di una distinta famiglia originaria del nord dell'Inghilterra. All'inizio gli era stato garantito un incarico nella tenuta paterna, come succedeva di solito quando in famiglia c'erano parecchi figli, ma lui non era andato d'accordo con i fratelli maggiori ed era stato felice di accettare un beneficio ecclesiastico nella tenuta del padre dell'attuale Conte di Monthurst, suo amico da quando stava a Oxford. Alla morte del conte, alcuni anni dopo, il vicario era rimasto in rapporti molto buoni con il suo erede. Poi, non appena era stato 11


abbastanza grande per farlo, Clive si era unito all'esercito e si era distinto nella guerra sulla Penisola e nella battaglia di Waterloo. Raina non poteva fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato deluso, suo padre, di non poter parlare con il conte della battaglia e dell'armata di occupazione, argomenti che lo avrebbero interessato moltissimo. Papà sarebbe così emozionato di sentire questa notizia, pensò mentre si gingillava con il pranzo, ma io, a essere sincera, sono piuttosto in ansia. Il conte precedente era stato molto generoso e gentile con la sua gente, e lui e il vicario non avrebbero mai lasciato che qualcuno nei villaggi circostanti si trovasse in difficoltà, se poteva essere evitato. Raina non poté fare a meno di domandarsi se il figlio del vecchio conte avrebbe dimostrato il medesimo interesse. Lo aveva frequentato poco, anche quando lui era un ragazzo. Clive era partito presto per la scuola e, al ritorno a casa per qualche periodo di vacanza, portava invariabilmente con sé degli amici. I ragazzi uscivano spesso a cavallo e partecipavano alle corse a ostacoli, ma all'epoca Raina era stata troppo giovane per andare a cavalcare con loro. 12


Aveva visto Clive un'ultima volta, in quella che era stata solo una breve visita prima che si arruolasse, quando lui aveva diciannove anni. Adesso ne aveva ventisei e Raina dubitava che si ricordasse di lei. Impegnati nelle loro gare spericolate, lui e i suoi amici a quel tempo non si interessavano alle ragazze, specialmente a una come lei, che era poco più di una bambina. Raina pensò di nuovo alla lunga lista di faccende che avrebbero richiesto l'attenzione di Sua Signoria, nella tenuta e nel villaggio più vicino, come pure negli altri tre minori che appartenevano anch'essi al conte. Se lui avesse rifiutato di effettuare le necessarie riparazioni, la gente avrebbe continuato a vivere nelle stesse, difficili condizioni per le quali aveva sofferto da quando era iniziata la guerra. Sono certa che mi darà ascolto, si rassicurò. Le notizie che arrivavano sulla situazione nel resto dell'Inghilterra erano molto brutte, e dopo un così lungo periodo di guerra non c'era da aspettarsi altro. Raina non aveva idea di quali fossero le condizioni del conte. Avrebbe potuto permettersi di pagare per quanto gli sarebbe stato richiesto? Poteva 13


solo pregare che fosse in grado di aiutare coloro che si trovavano in una condizione di disperato bisogno. Quando ebbe finito di pranzare andò nello studio del padre. Avrebbe tanto desiderato vederlo ancora seduto al suo scrittoio, come accadeva spesso. Lui si impegnava molto nei suoi sermoni e li scriveva tutti con grande attenzione, prima di pronunciarli. Teneva anche un dettagliato resoconto di coloro che vivevano nel villaggio e registrava tutto quello che succedeva anno dopo anno nelle loro vite. Mancavano solo le registrazioni dell'ultimo anno perché, da quando era morto, Raina non aveva proseguito in quel lavoro. Adesso si chiese se il conte sarebbe stato interessato a leggere ciò che suo padre aveva scritto. In tal caso, considerò, lei si era dimostrata piuttosto negligente a non continuare a registrare i dettagli degli eventi locali, come avrebbe dovuto fare. Si rassicurò dicendosi che sarebbe stato un errore dare al conte delle inutili preoccupazioni, nel momento stesso del suo ritorno. Un'altra prospettiva, tuttavia, tormentava Raina. Se, a seguito della sua richiesta, il conte avesse designato un nuovo vicario, lei 14


sarebbe stata costretta a lasciare quella che era stata la sua adorata casa fin dal giorno della sua nascita. In origine, prima che suo padre lo occupasse, quell'edificio era stato una normale abitazione civile. Il precedente conte non aveva però ritenuto che il vecchio vicariato fosse sufficientemente grande e confortevole per il suo amico di lunga data, perciò gli aveva offerto quella casa all'estremità del villaggio, che era molto più bella e spaziosa. Il vecchio vicariato era stato diviso in due cottage, che adesso erano occupati da gente del luogo. Il giardino che era stato la gioia della madre di Raina era molto vasto e ben curato già ai tempi dei precedenti proprietari. L'edificio stesso era una costruzione affascinante, che risaliva all'epoca elisabettiana e poi era stata modernizzata e provvista di ogni possibile comodità. Raina aveva sempre amato la propria casa e l'idea di lasciarla non soltanto la spaventava, ma la rendeva infinitamente triste. Quella era una delle molte faccende che da tempo pensava di dover discutere con il conte e tuttavia, adesso che era davvero tornato, aveva paura di incontrarlo. 15


E se lui avesse rifiutato di impegnarsi per il villaggio e i suoi abitanti? E se si fosse limitato a dirle di trovarsi un'altra sistemazione il prima possibile? E se non avesse voluto ascoltare nessuna delle sue richieste di dare un aiuto alle persone che soffrivano per la mancanza delle cose piĂš essenziali? Simili pensieri passarono nella sua mente, prima che lei si ammonisse di non essere assurda. Non c'era ragione di pensare che l'attuale conte sarebbe stato diverso dal padre, che era stato un uomo affascinante e generoso. Tuttavia c'era un altro aspetto su cui Raina non aveva riflettuto abbastanza. Ed era che molti proprietari terrieri, ora che la guerra era finita, semplicemente non potevano permettersi di provvedere alle necessitĂ dei loro possedimenti. Il proprietario di una tenuta a non piĂš di quattro miglia di distanza dalla Hall, alla fine della guerra si era ritrovato in bancarotta ed era stato costretto a vendere i suoi cavalli e le fattorie a chiunque potesse permettersi di comprarli. La sua casa, a quanto diceva, stava letteralmente crollando a pezzi. Supponendo che accada anche qui, si 16


chiese Raina sentendosi straziata dall'angoscia, che cosa potrei fare? Suo padre, come terzo figlio, non era certo stato un uomo ricco, ma aveva avuto una piccola rendita, cosĂŹ come sua madre. Raina sapeva di star meglio di un gran numero di persone, anche se i proventi di quelle rendite erano diminuiti durante la guerra. Gli utili di suo padre si erano molto assottigliati, rispetto al passato. Da qualunque prospettiva Raina guardasse la situazione, a meno che il conte non fosse abbastanza generoso da offrirle una casa, lei sapeva che molto probabilmente non avrebbe potuto permettersi di affittarne una. Da quando suo padre era morto, quel pensiero aveva continuato a preoccuparla e non aveva mai abbandonato la sua mente. PerchĂŠ, si chiese, il conte ha mantenuto un tale segreto riguardo al suo ritorno? Di certo doveva aver informato in anticipo il segretario che si occupava dei suoi affari, mentre lui era via. Tuttavia Raina aveva visto Mr. Munn soltanto tre giorni prima ed era certa che, se avesse conosciuto i movimenti del suo padrone, glieli avrebbe comunicati. ÂŤChe cosa devo fare? Limitarmi a restare 17


qui seduta ad aspettare o andare a parlargli?» Pronunciò ad alta voce la domanda come se davvero si aspettasse una risposta da parte di suo padre e, in qualche modo che non seppe spiegarsi, ottenne quel che voleva. Sarebbe andata subito dal conte, decise. Sarebbe andata a trovarlo prima che altri lo informassero di quanto era successo, di quanto era necessario fare e di cosa ci si aspettasse da lui. Raina possedeva una mente veloce ed era svelta in qualunque cosa facesse, perciò corse al piano di sopra e si tolse l'abito da equitazione, indossando uno dei suoi vestiti più graziosi. Poi, reggendo in mano un cappellino, invece di indossarlo, attraversò il giardino del vicariato, che all'estremità si congiungeva con il parco della Hall. Amava il giardino e il parco quasi allo stesso modo. Da piccola era rimasta affascinata dalle mandrie di cervi che vivevano nel vasto spazio che circondava la magione padronale. Non appena era stata grande abbastanza, aveva iniziato a cavalcare con suo padre attraverso i boschi del vecchio conte. E aveva proseguito anche dopo la sua morte, tanto che negli ultimi anni aveva spesso 18


pensato di conoscere la tenuta meglio del nuovo conte, soprattutto perché lui era stato lontano tanto a lungo. C'erano dei posti, nei boschi, dove un tempo andava a cavalcare con suo padre, che trovava davvero preziosi, anche se adesso doveva andarci da sola. All'estremità della tenuta c'era un lago in cui nuotavano delle trote eccellenti, come pure nel torrente che correva attraverso i vasti campi. In qualche modo, pensava Raina, tutto ciò che la circondava era parte della sua vita. Se fosse dovuta partire, le si sarebbe spezzato il cuore, perché nessun altro posto sarebbe mai potuto essere all'altezza di quello. Come sarebbe stato possibile, quando suo padre e sua madre erano sepolti nel cimitero della chiesa? Il loro ricordo indugiava in ogni stanza della casa, in ogni angolo e svolta del giardino e, naturalmente, tra i fiori che sua madre aveva amato tanto. Uscendo dal vicariato Raina si era sentita inquieta e, una volta raggiunta la Hall, scoprì di esserlo ancora di più. Costruita tutta in mattoni rossi, la casa appariva davvero incantevole, nella luce del 19


pomeriggio, e allo stesso tempo imponente e mozzafiato. Era una casa che ogni uomo sarebbe stato orgoglioso di possedere e per Raina aveva sempre rappresentato un po' un palazzo delle fate, che lei riempiva delle sue fantasie. In quel momento, mentre camminava sotto le querce, pensò che la Hall le sembrava anche più bella di quando l'aveva vista la prima volta. Certo, parecchie riparazioni urgenti attendevano il ritorno di Sua Signoria. Alcune finestre agli ultimi piani erano rotte e i mattoni avevano bisogno di essere rimpiazzati in molti punti. In alcuni soffitti si erano infiltrate delle perdite e altri, crepati, erano crollati per mancanza di manutenzione. Tuttavia la Hall era sempre splendida, e faceva parte dei sogni di Raina. Amo questa casa, pensò mentre procedeva nella sua direzione. Attraversò l'antico ponte sopra il piccolo lago che vi si trovava proprio davanti e poi entrò nella corte, che aveva bisogno di una buona ripulita dalle erbacce e di un nuovo impiantito. Raina impugnò il batacchio d'argento e lo batté contro il legno, sentendosi piuttosto nervosa. Dopo una breve pausa la porta venne aperta dall'anziano maggiordomo, 20


che faceva parte della magione da quando lei poteva ricordare. «Oh, siete voi, Miss Raina» la salutò lui. «Non vi si vede da parecchio tempo.» «Barker, ho appena sentito dire che Sua Signoria è tornato» replicò lei. «Infatti è così» confermò il domestico. «Quando ieri gli ho aperto la porta, sono rimasto sconvolto. Per un momento ho pensato di avere una visione.» «Adesso è in casa?» si informò lei con non poca trepidazione. «Sì, e suppongo che siate venuta per vederlo.» «Sempre che voglia ricevermi, ma forse è troppo occupato.» «Sua Signoria ha solo un'ospite con sé» spiegò l'anziano maggiordomo, «che al momento è al piano di sopra. Così lo troverete da solo nel suo studio.» «È proprio dove pensavo che sarebbe stato.» Raina ricordava che il vecchio conte sedeva sempre in quella stanza, dove il vicario andava a parlargli di faccende che riguardavano il villaggio e la tenuta. Quando lei era diventata più grande, suo padre tornava a casa e le raccontava tutto quello di 21


cui avevano discusso e quanto amassero conversare tra loro. Camminando lungo il corridoio, Raina pensò che, essendo stato il nuovo conte tanto spesso lontano, a scuola o in guerra, c'era da dubitare che ricordasse quanto le loro famiglie erano state intime. Il vecchio Barker, che non aveva dimenticato il giusto modo di comportarsi, le aprì la porta con un gesto teatrale. «Miss Raina Locke, milord» annunciò. Per un momento Raina ebbe l'impressione che tutto ondeggiasse davanti ai suoi occhi e di non riuscire a vedere con chiarezza. Poi il conte si alzò dal sofà su cui stava seduto e lei avanzò verso di lui, notando che reggeva in mano un giornale. Il conte lo abbassò, esclamando: «Siete davvero voi, Raina? L'ultima volta che vi vidi eravate molto piccola, e io vi trovavo piuttosto turbolenta». Raina rise. «Sono diventata grande, adesso, e spero più saggia. È molto emozionante riavervi a casa, milord, dopo che siete stato lontano tanto a lungo.» «Credevo che tutti voi mi aveste dimenticato» replicò lui. Lei pensò che, se non avesse saputo chi 22


era, avrebbe trovato difficile riconoscere l'alto uomo attraente che le stava di fronte. «Tornando, mi sono chiesto spesso se vostro padre si trovasse ancora al vicariato. Sapevo che, in tal caso, avrebbe potuto raccontarmi tutto quello che era successo mentre ero via.» Raina rimase in silenzio per un momento e poi, sedendo sul sofà, replicò: «Pensavo che Mr. Munn vi avesse avvertito che mio padre è morto un anno fa». «Sono così spiacente di sentirlo, Raina, ma parecchie lettere che mi hanno mandato dall'Inghilterra sono andate perdute. Infatti, anche dopo la fine della guerra la situazione in Francia è rimasta caotica. Non è stata colpa di nessuno.» «No, certo che no, ma come ho detto, mio padre è morto ormai da un anno, e il villaggio, come ogni altro posto della tenuta, è rimasto in attesa che voi tornaste per sistemare le cose, milord.» Ci fu silenzio per un momento e poi il conte chiese, piuttosto bruscamente: «Che genere di cose?». Raina lo guardò, sorpresa. «Dovete esservi reso conto che non è stata solo la Francia a essere colpita dalla guerra. La stessa cosa 23


è accaduta da noi. La situazione è stata molto difficile per parecchia gente. La tenuta non è più come l'avevate lasciata.» «Certo, me lo ero aspettato» convenne il conte, «ma non immaginavo che dei buoni amici come vostro padre non sarebbero stati qui ad aiutarmi.» «Quanto a questo, temo di essere rimasta solo io.» «Che cosa intendete dire?» «Molti, in questa contea, se ne sono andati, o sono diventati talmente poveri da non aver denaro da investire nei terreni, o nelle case. Francamente, la vostra tenuta è davvero in cattive condizioni.» «Com'è possibile che la buona gestione della tenuta non sia proseguita normalmente, in mia assenza?» chiese il conte. Adesso c'era una nota di collera nella sua voce, così Raina si affrettò a rispondere: «Tutti hanno fatto del loro meglio, e suppongo che Mr. Munn non volesse darvi preoccupazioni, mentre eravate in guerra. Ora che siete tornato, però, sono sicura che tutto sarà differente, milord». «Quando sono arrivato, ho avuto l'impressione che in qualche modo la casa avesse un aspetto fatiscente. Tuttavia sono stato 24


molto impegnato a intrattenere un'amica che è venuta con me e non ho avuto tempo di guardarmi attorno con attenzione, come suppongo avrei dovuto fare.» «Non si tratta soltanto della casa. Ci sono le fattorie, la tenuta stessa e naturalmente i villaggi.» «Che cosa c'è che non va nei villaggi?» ribatté il conte in tono quasi aggressivo. «Non sono state fatte riparazioni, durante la guerra. Gli uomini che avrebbero potuto farle erano via con l'esercito, e molti di loro non sono tornati.» Il conte si alzò e attraversò la stanza per andare a fermarsi davanti alla finestra, guardando fuori. Poi, volgendole le spalle, domandò: «Vi aspettate che metta tutto in ordine nel momento stesso del mio arrivo?». «No, certo che no, milord, ma sono del parere che, quando vi guarderete attorno e andrete a trovare gli abitanti dei villaggi, vi renderete conto di cosa sia successo mentre eravate lontano, e farete del vostro meglio per aiutarli.» Non ricevendo risposta, dopo un momento Raina aggiunse: «Papà ha fatto tutto ciò che era in suo potere. Ha speso anche il suo denaro personale per impedire 25


che le persone morissero di fame, nei periodi in cui non erano in grado di guadagnare niente». Di nuovo calò il silenzio. Raina si chiese se non avesse detto troppo e dipinto un'immagine esageratamente nera della situazione ‒ il conte avrebbe potuto pensare che stesse cercando di imporsi su di lui ‒ quindi proseguì: «Saranno tutti talmente emozionati quando sapranno che siete ritornato, milord! E sono sicura che scoprirete che, proprio come vi hanno voluto bene quando eravate un bambino, vi vorranno bene allo stesso modo adesso, soprattutto se sapranno di poter contare su di voi». Lui inarcò un sopracciglio. «State forse suggerendo che mi verrà richiesto di spendere un mucchio di denaro?» Una nota, nella voce del conte, le disse che si trattava di qualcosa che non aveva intenzione di fare. Raina non riuscì a pensare a niente da ribattere e restò in silenzio, finché lui non riprese: «È questa è la verità, no? Non vedevate l'ora che tornassi per farmi spendere ogni penny che possiedo per rimettere le cose a posto. Non potete biasimarmi se mi chiedo se non troverei più divertente restare all'estero, piuttosto che in 26


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