Ancora tu

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Personaggi, trame e brevi racconti di fantasia popolano la fervida immaginazione di Janette Kenny da quando ha memoria di sĂŠ. I suoi genitori, entrambi voraci lettori, le hanno trasmesso la passione per i libri avvicinandola ai classici quando Janette era ancora una bambina, e fu proprio sua madre a spingerla verso i primi esperimenti di scrittura creativa. Nonostante questa sua precoce passione, e i numerosi articoli scritti, fu soltanto molti anni dopo che Janette decise di dedicarsi esclusivamente al tipo di storie che adora leggere, i romanzi, coronando infine il sogno di arrivare alla pubblicazione. Visita il suo sito: www.jankenny.com.


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JANETTE KENNY

Ancora tu


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Bound by the Italian's Contract Harlequin Mills & Boon Modern Romance © 2014 Janette Kenny Traduzione di Paola Mion Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Collezione Harmony ottobre 2015 Questo volume è stato stampato nel settembre 2015 presso la Rotolito Lombarda - Milano COLLEZIONE HARMONY ISSN 1122 - 5450 Periodico bisettimanale n. 3023 dello 09/10/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 22 del 24/01/1981 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Caprice Tregore strinse le braccia intorno al corpo come per proteggersi e varcò la soglia del Corbett Hotel, il nuovo cinque stelle di Aspen costruito da un milionario russo per i clienti ricchi e famosi. Si guardò intorno, quasi sopraffatta da tanta ostentazione. L'ingresso era mozzafiato, con colonne di marmo, pavimenti di granito lucente e ampi arazzi alle pareti imponenti. Luoghi tanto sontuosi e accoglienti erano esattamente ciò che aveva evitato nei sette anni passati. E se non avesse avuto disperatamente bisogno di aiuto, non avrebbe mai messo piede in quel posto. Aggirò svelta la fontana che dominava l'atrio e si guardò attorno tra i presenti accomodati sulle comode poltrone alla ricerca dell'affascinante italiano che era venuta a incontrare. Non le sembrò di vederlo. Era in ritardo? L'aveva bidonata? «Puntuale come sempre, signorina Tregore...» Quella voce profonda proveniente da dietro, con un chiaro accento italiano, le procurò un brivido lungo il corpo. Era l'ultima reazione che voleva nutrire per quel playboy e non l'avrebbe tollerata un secondo di più. «La puntualità è una virtù cardinale negli affari» sentenziò mentre si girava a guardarlo con il sorriso professionale che aveva perfezionato nel corso degli 5


anni, e che per un attimo minacciò di dissolversi mentre fissava quegli occhi blu disegnati per il viso di un arcangelo... o di un diavolo? Dio solo sapeva che entrambi i personaggi potevano attagliarsi alla perfezione a Luciano Duchelini. Quel ricordo la fece irrigidire. «Una citazione da Don Marquis... ma hai tralasciato il resto» ripose lui, la voce che lei una volta trovava tremendamente seducente che non tradiva il minimo sconcerto. «Pretendila sempre dai tuoi sottoposti.» «Non stavo dicendo che tu fossi...» «Non importa. Ti ho vista entrare pochi minuti fa. La tua sollecitudine è un vantaggio.» Così era rimasto nascosto a sorvegliarla, facendo quasi apparire che fosse lei in ritardo. L'uomo che conosceva un tempo aveva sempre avuto almeno cinque o dieci minuti di ritardo. Per questo si era fatta un punto d'onore di arrivare in orario. Ma Luciano era già lì ad aspettarla. Una sorpresa. E un errore di calcolo da parte sua. Sette anni prima Luciano Duchelini era stato un campione del mondo di sci, aveva vinto più medaglie d'oro di chiunque altro, persino del suo famoso padre. Gli unici eventi a cui arrivava puntuale erano le competizioni. Nessuno poteva batterlo. Pettegolezzi dicevano che la sua ex moglie aveva catturato il suo cuore portandolo con sé nella tomba, e che da allora lui non si era più curato di nessuno. Amava solo lo sport e il piacere, e viveva alla giornata. Nessuna donna poteva più toccargli il cuore. Tuttavia lei si era innamorata del campione, vittima di una potente cotta adolescenziale. Lui era il suo idolo, il suo allenatore. Il suo amico. O così aveva pensato. Luciano aveva usato la sua amicizia e la sua inge6


nuità, così come aveva fatto con tutte le sue amanti e lei aveva finito per odiarlo per averla ferita. Ora detestava solo se stessa, perché sapeva bene che non avrebbe dovuto fidarsi di un tipo come lui. Era un playboy conclamato. La vita per lui era un gioco, fatto di risate e di feste. Non prendeva nulla sul serio. Certo non lei, che aveva avuto la stupida idea di flirtare con lui, cosa che aveva rimpianto per il resto della sua vita. Quell'orribile incidente l'aveva convinta di non essere una giocatrice adatta a quel mondo. «Grazie per aver accettato di incontrarmi» gli disse, rifiutandosi di lasciarsi imbarazzare. Sorrise. «Piacere mio.» Se solo avesse potuto dire lo stesso. Per lei era uno sforzo immane, ma aveva dovuto farlo. Aveva lavorato duro, risparmiando e lottando, ma non era stato abbastanza per salvarsi dalla crisi. E ora aveva bisogno di questo accordo per salvare Tregore Lodge, la sua eredità, la sua casa, il suo passato. «Sono venuta preparata, Luciano Duchelini» annunciò, andando dritta al punto. Rise, un suono breve e ricco che fece scintillare i suoi occhi blu e gli piegò le labbra in un'espressione avvezza ad affascinare le donne. «Sei tu ad avere il comando. Ricordo con quanta perizia schioccavi la frusta per farmi arrivare in tempo a quegli incontri che precedevano le gare.» Lei quasi sorrise, prima di ricordare quanto amaramente fosse finita la loro amicizia. «Sarebbe stato più facile se tu non fossi stato un nottambulo.» Si strinse nelle spalle, proprio come era uso fare allora. Zero costrizioni: lei non si aspettava altro da un consumato donnaiolo che aveva passato la vita a scansare ogni genere di responsabilità. «Vieni. Andiamo a parlare in privato.» 7


Stare in privato con lui era l'ultima cosa che desiderava, ma annuì. «Sono pronta.» «Da questa parte.» Salì in ascensore reprimendo l'irritazione che lui non avesse pensato a un luogo neutro per il loro incontro. Prima fosse finita quella fase, meglio sarebbe stato. No, non finita. Risolta. Così da poter andare avanti con i suoi piani e i suoi sogni. «Ho portato dei progetti per il lodge e un prospetto dei miei programmi» cominciò, non volendo perder tempo. «Ottimo. Sempre precisa.» Lo specchio della larga cabina rifletteva l'interno, ma era come se lui assorbisse da solo tutto lo spazio. Era sempre stato così, catalizzava tutte le energie di ogni luogo. Lei sapeva bene che molte donne sarebbero state deliziate di contemplare il suo corpo superbo e i suoi lineamenti classici, lei stessa era caduta sotto il suo incanto anni prima. Ma adesso non più, sebbene ammirarlo costituisse una forte tentazione. Grazie a Dio era più forte: aveva imparato dai suoi errori. «A essere onesta, sono sorpresa che tu non abbia mandato qualcuno al tuo posto.» Le lanciò uno sguardo freddo. «Sbrigo molti affari personalmente.» «Non lo facevi una volta, a meno che non avesse a che vedere con una competizione. Voglio dire, non mi aspettavo che attraversassi mezzo mondo per parlare con me.» «Non è stato un disturbo inserire questa destinazione nel mio programma. Ero già a Denver per parlare con un terapista come te, quando il mio assistente mi ha informato della tua telefonata.» Sebbene quelle parole alimentassero la tensione per una situazione di per sé già abbastanza difficile, si sforzò di restare calma. 8


«Bene. Non vedo l'ora di parlare di affari.» «Lo stesso vale per me» rispose lui con una traccia di impazienza. Il gioco era iniziato. «Prego» la invitò lui con un sorriso quando l'ascensore si fermò e le porte si aprirono. Immune al suo fascino, lei ricambiò il sorriso con freddezza, poi uscì nel corridoio. «Da questa parte.» Lui le indicò una porta che aprì con la propria chiave elettronica. «Spero non ti dispiaccia se parliamo nella mia suite.» «Certo che no.» Lei lo superò di un paio di passi per riguadagnare un minimo di distanza. La vista dalle ampie vetrate spaziava sulle montagne. Apprezzò la calma che sempre le infondeva la contemplazione delle cime, la forza che le trasmetteva. «Grazie per l'interesse dimostrato per la mia proposta» disse infine girandosi verso Luciano, che sembrava concentrato su un computer appoggiato sulla scrivania. «Se c'è qualcosa in particolare che desideri conoscere riguardo al design che ho immaginato per Tregore Lodge...» «La tua proprietà è piccola e ha bisogno di restauri» la interruppe lui. Lei maledisse il rossore che le salì al viso. «Vero. Tregore Lodge ha bisogno di lavori per tornare ai fasti di un tempo. Ma credo che abbia molto potenziale...» «Io no» la troncò lui prima che Caprice avesse la possibilità di spiegare come intendeva trasformare il posto in un centro specializzato in riabilitazione per sciatori disabili. «Se la pensi così, perché hai accettato di incontrarmi?» gli domandò lei. 9


«Semplice. L'unico investimento di valore nelle tue proprietà sei tu.» «Si tratta di un qualche genere di gioco?» replicò Caprice, chiedendosi se per caso avesse equivocato. «Per nulla.» La fissò con occhi impenetrabili, occhi che la toccavano intimamente come una carezza, sfacciata e senza vergogna. «Sei tu che desti il mio interesse, Caprice. Ti voglio.» Sette anni prima si sarebbe sentita al settimo cielo. Ma allora era stata innocente e fiduciosa. Adesso sapeva che era meglio non credere a un uomo. E sebbene lui le sembrasse solo un pallido bagliore del playboy che aveva conosciuto un tempo, considerò la sua dichiarazione come un insulto. «Ascolta, sono venuta a parlare di un affare che mi sta a cuore, signor Duchelini. Se non sei interessato alla mia proposta, allora non c'è alcuna ragione di continuare.» Si girò e si avviò impettita verso l'uscita. «Resta.» Il comando era dolce eppure persuasivo. Si girò, le dita contratte intorno alla tracolla della borsetta. «Perché?» «Ho una proposta che potrebbe accontentare entrambi. Posso procurarti quello di cui hai bisogno.» Questo lo sapeva bene. Del resto, poteva andarsene senza almeno ascoltare la sua proposta? No. «Allora sentiamo.» «Con piacere.» Lui tornò verso la scrivania. «Un bicchiere di vino?» «No, grazie.» Non beveva mai alcolici quando era impegnata in un affare, soprattutto uno cruciale come questo. Luciano era uno scaltro negoziatore, e doveva stare attenta. Andò a sedersi sul sofà posto vicino al balcone, concentrandosi sul lavoro. Era l'unica cosa che voleva da lui. 10


«Cominciamo da Tregore Lodge. Parlami dei tuoi piani in proposito» la esortò lui sedendosi sulla poltrona di pelle girevole e voltandosi a fronteggiarla, le lunghe dita abbandonate casualmente sui braccioli. «Bene.» Gli allungò il portfolio che aveva preparato. «Pensavo di rinnovarlo dentro e fuori. E vorrei rivolgermi sia a disabili esperti di sci, sia a chi non ha mai sciato.» «Si tratta di un programma a più livelli, allora?» «Nelle sue forme basi, come puoi vedere da queste» rispose lei, sentendo la sua sicurezza venir meno mentre gli porgeva le schede che aveva preparato. Allungandosi sulla poltrona, lui consultò i fogli, apparendo rilassato e concentrato. Era cambiato. Non nell'aspetto. Era sempre affascinante in modo disarmante, forte e solido. Ma aveva perso ogni traccia di quel fascino seducente e ammiccante che lei ricordava bene, e aveva adottato invece un atteggiamento da uomo tutto d'un pezzo, non incline a sprecare tempo. O forse, come allora, non era attratto da lei. Forse riteneva che se si fosse mostrato troppo amichevole, avrebbe avuto di nuovo a che fare con una adolescente cotta di lui. Ma non doveva preoccuparsi. L'unica cosa che lei voleva ora era un accordo d'affari. «Compatibilmente con l'abilità di ogni singolo cliente, il programma si articola sulle necessità individuali.» «Proprio quello che volevo sentire» dichiarò lui alla fine. «Per questo sono interessato a te.» «Sono lusingata» mormorò lei, sollevata che parlasse del suo programma. «Dovere.» Lui chinò il capo, poi le chiese: «Ricordi mio fratello?». «Julian? Sì, certo.» Piuttosto bene, anche. «Anni fa, irrompeva spesso nella tua suite.» Aveva subito provato simpatia per l'esuberante ita11


liano che amava scherzare sul fratellone campione. Era uno sciatore a sua volta, e il mondo aveva celebrato i suoi successi quasi aspettandosi che superasse i record segnati dal padre prima e dal fratello poi, a dispetto del suo carattere ribelle e indisciplinato. Tuttavia i pettegolezzi dicevano che in realtà Julian fosse stato annoverato tra i campioni della squadra nazionale solo grazie alla posizione del fratello. Lei non aveva mai saputo se fosse vero o meno. In ogni caso, un mese dopo la Coppa del Mondo, Julian si era rotto il collo in una rovinosa caduta e da allora era inchiodato su una sedia a rotelle. «Julian è fortunato a essere vivo» commentò. Lui annuì brusco. «Mio fratello non la pensa così.» «Non ne sono sorpresa. La paralisi non è una cosa facile da accettare per un paziente, soprattutto per un atleta al top.» E Julian era stato un astro nascente. «Ricorrenti crisi depressive sono normali in casi come il suo. Ed è proprio per questo che il programma di sci riabilitativo funziona. Incrementa la sicurezza sia sui campi sia fuori, rinforza l'abilità psichica e l'agilità, favorendo anche i rapporti sociali.» «Sfortunatamente, Julian non ha avuto i risultati sperati con lo sci riabilitativo e ha rinunciato a ogni sforzo» dichiarò lui. «Peggio ancora, nessuno dei terapisti che ho interpellato ha programmi personalizzati come i tuoi. Julian ha bisogno di te, Caprice. Credo che risponderà a qualsiasi sfida che gli metterai davanti. Ne sono sicuro.» Lei sbatté le palpebre, perplessa. «Aspetta un attimo. Se ritieni che i miei programmi di riabilitazione siano così validi, perché sei riluttante a finanziare Tregore Lodge?» «Perché è troppo piccolo per permettere di svolgere un programma come quello che ti prefiggi. Servono 12


ambienti ampi, e campi di sci tutto intorno» le spiegò lui. Non aveva tutti i torti. Tuttavia l'edificio era suo e poteva anche ingrandirlo. «È quello che mi posso permettere.» «Da sola, forse.» Si alzò in piedi e camminò fino alla finestra. «Devi espandere la tua visione. Il programma è valido. Diffondilo, moltiplicalo, apri altri centri.» Non poteva crederci. L'idea di mettere il suo programma sul mercato le faceva girare la testa. E poi non voleva qualcosa di troppo vasto. «Non voglio far parte di un grosso investimento» replicò. «Perché?» «Voglio che il lodge resti sotto il mio controllo, e posso farlo solo se ha un orientamento familiare.» Picchiettò con un dito sul bicchiere guardandola così a lungo che lei si sentì lo stomaco sprofondare. «Dunque temi, se la faccenda dovesse ingrandirsi troppo, di non poter controllare personalmente ogni aspetto del tuo programma. Dovresti delegare, fidarti di qualcun altro, e tu non puoi farlo.» Si irrigidì, contrariata che la giudicasse così. «C'è la mia reputazione in ballo. Non voglio dare il mio nome a strutture in giro per il mondo che non potrei seguire, anche se dovessi addestrare personalmente i terapisti che vi lavorano. Si tratta di qualcosa di più della tecnica: è la personale connessione che instauro con i clienti che rende unico il mio programma.» «Sei sicura di non confondere piccolo con sicuro?» le chiese Luciano. «Voglio solo trasformare il mio lodge in un centro per sci riabilitativo e alternativo e lanciare il mio programma» dichiarò lei a quel punto, cocciuta. «Per questo mi serve un finanziamento.» 13


Lui si diresse verso il bar. «Vuoi i miei soldi e null'altro, e non vuoi assumerti rischi» mormorò mentre riempiva il bicchiere. «Sì, è così» ammise lei. «È un problema?» «Per te, potrebbe esserlo.» Raggiunse il divano con due bicchieri di vino rosso e gliene porse uno. «Ogni cosa ha un certo grado di rischio.» Come essere lì sola con lui, a chiedergli un supporto finanziario, che poi era tutto quello che voleva da lui. «Sono prudente, Luciano.» Prese il vino, ma esitò ad assaggiarlo. La sfida gli brillò negli occhi. «Sii audace, invece.» «Lo sono.» Eccola al nocciolo. «Qual è la tua proposta?» domandò, senza pensare alla svolta disastrosa che la sua vita aveva preso l'ultima volta che era stata audace. «Riporta un po' di amore per la vita in mio fratello con il tuo programma. La mia speranza è che, una volta riguadagnato il desiderio per lo sci, lui stesso svilupperà una propria linea di strumenti per lo sci per disabili.» Tutto rigorosamente sotto il logo della Duchi. Di sicuro era un settore che gli avrebbe fruttato milioni. «Non posso assicurarti che la terapia sortisca l'effetto sperato» ammise lei onestamente. «Julian deve decidere di volere il mio aiuto.» Luciano si sedette sul sofà, così vicino che lei vide fiammelle di argento nei suoi occhi. «Forniscigli una ragione per desiderarlo. E in cambio dei tuoi sforzi e della tua esperienza, finanzierò totalmente la trasformazione di Tregore Lodge secondo il tuo progetto. Tutto quello che vuoi. Siamo d'accordo?» Lei scosse il capo. «Non può essere così facile. Dov'è la trappola?» «Nessuna trappola» rispose lui scuotendo il capo, lo 14


sguardo fisso nei suoi occhi. «Finanzierò il tuo programma di un centro di sci per disabili se tu verrai nel mio albergo e aprirai un centro analogo da me, dove farai tutto ciò che è in tuo potere per aiutare Julian a riprendersi la sua vita.» «Perché è così importante per te?» «È mio fratello, e ha tutto, ma ha rinunciato alla speranza di avere una vita normale. Guardati intorno, ci sono fin troppe persone nelle sue condizioni. Io ho i mezzi per dargli un nuovo inizio, e tu hai la conoscenza per motivarlo e aiutarlo.» Si morsicò il labbro, riflettendo. Il suo programma avrebbe avuto una vasta eco se fosse riuscita ad aiutare Julian. E in ogni caso, a lei piaceva Julian e voleva fare qualcosa per lui. Inoltre aveva bisogno di quell'accordo con Luciano. «Ti aspetti molto da me. Ci sono molte possibilità di fallire. Devi saperlo.» Lui si accigliò, poi annuì brusco, gli occhi tempestosi fissi in quelli di lei. «Comprendo il rischio. Ma ne vale la pena, se tutto questo potrà riportare Julian a una vita degna di essere vissuta.» «Ammirevole da parte tua.» Si strinse nelle spalle, gli occhi blu turbolenti come un mare in tempesta. «Come ho detto, ci tengo a mio fratello.» Non ne dubitava. Ma aveva l'impressione che ci fosse qualcos'altro che lo disturbava profondamente. Cos'era? La sua sensibilità per il dolore degli altri era un ulteriore grande cambiamento rispetto al campione scanzonato di un tempo. Un uomo poteva mutare tanto in sette anni? Suo padre le aveva insegnato che un leopardo non poteva cambiare le sue macchie. Eppure quel severo uomo d'affari che aveva davanti era lonta15


no anni luce dal playboy scapestrato che aveva conosciuto. Non assomigliava per nulla all'uomo con cui aveva pensato di doversi confrontare. Questo Luciano era serio, motivato e... chiaramente tormentato. Cosa aveva causato quella trasformazione? Il suo amaro divorzio? La morte della moglie? L'incidente? Negli ultimi tempi non era stato facile trovare notizie su di lui. Era come se si fosse sottratto alla vista. Caprice si alzò e si avvicinò alla finestra, a contemplare la vista mozzafiato. Aveva bisogno di mettere dello spazio tra loro. «E la trasformazione di Julian ti renderà libero di vivere di nuovo la tua vita?» domandò voltandosi. Serrò la mascella. «La mia vita è già come la desidero. La tua risposta, Caprice?» E la fissò con una sfida silenziosa e tenace negli occhi. Lei annuì, dandosi un calcio mentalmente per essere interessata alla vita di Luciano invece che agli affari che voleva intavolare con lui. «Se sei disposto a metterlo per iscritto, affare fatto» rispose Caprice porgendogli la mano come per suggellare l'accordo. Luciano curvò le labbra in un raro sorriso che le fece riaffiorare nell'animo ricordi dell'uomo divertente e amabile che aveva conosciuto un tempo. Ma subito lui scomparve dietro a un muro di indifferenza. «Eccellente. Ti organizzerò un incontro con i miei design di interni. Una volta che avrai spiegato quello di cui hai bisogno, si metteranno all'opera ed elaboreranno un progetto per l'unità da allestire nel mio lodge.» «Pensavo che avrei dovuto decidere io come organizzare l'ambiente al tuo lodge per il mio programma» osservò lei. «Potrai dire la tua all'incontro.» E intendeva farlo. 16


«E immagino che vorrai partecipare anche all'incontro per i progetti per Tregore Lodge...» «Certamente. Lo finanzio io.» Fece schioccare le dita. «Perché sembri tanto contraria?» «Non voglio fare la difficile. Solo che per me è molto importante.» «Pensi che non sia lo stesso per me?» «Per la verità, non so proprio che cosa pensi.» Lui mormorò qualcosa che Caprice non colse, si alzò e si mosse verso di lei con grazia felina, emanando potere e mascolinità come un coguaro che percorreva il canyon alla ricerca di una preda. Lei indietreggiò, soggiogata. Luciano si arrestò e le prese una mano tra le sue, molto più grandi. «Penso di aver fatto un ottimo accordo con una donna intelligente che ammiro» dichiarò serio. «Grazie.» Ritirò la mano, sperando non si accorgesse che il suo tocco l'aveva turbata. «Al reciproco successo, allora.» «Lo sarà.» «Sei così sicuro di te?» Il sorriso fu breve, ma impertinente. «Gioco per vincere, Caprice. In tutto.» «Ma questo non è un gioco. Si tratta di affari. Quello che ho voluto fare per anni, e ho messo tutti i miei sforzi nel mio lodge.» «Il tuo lavoro è la tua vita.» Il viso era duro come la pietra. «Ho trascorso molto del mio tempo al lodge mentre mio padre era ammalato» spiegò lei, sperando che capisse. «L'anno scorso ha richiesto la maggior parte della mia attenzione perché il mio programma era ancora al via e non potevo permettermi degli errori.» «Se pensi che avrai successo, dovrai imparare a delegare» ripeté lui, convinto. 17


«Nessuno conosce il mio lavoro come me.» «Ancora lo stesso bisogno di controllo, Caprice?» Non era la prima volta che riceveva quella accusa. Arrossì. «Devo essere cauta quando c'è in gioco la mia reputazione come terapista.» «Devi imparare come condurre il gioco.» Di nuovo quella parola. Non aveva dubbi che si riferisse al lavoro e al piacere, e il suo cuore sussultò al pensiero del secondo, il che era del tutto inaccettabile. Per niente al mondo si sarebbe lasciata vincere di nuovo dal suo fascino. E qual era il problema se il lavoro era la sua vita? Era una sua scelta, anche se non si aspettava che lui potesse capire cosa aveva dovuto passare per arrivare dov'era. «Te l'ho già detto e te lo ripeto: questo non è un gioco per me, Luciano. Si tratta del mio futuro. Il mio sogno. Non sarei arrivata così lontano con le poche risorse di cui disponevo se non mi fossi ostinata ad avviare il mio programma.» Lui fece un sospiro, scuotendo il capo. «Capisco.» No, non poteva. Non che importasse. Non cercava un'amicizia con Luciano Duchelini. Non era a caccia di pietà. Tutto quello che voleva da lui era un pingue assegno per avviare il suo programma in Italia e rinnovare Tregore Lodge, in Colorado. Aveva bisogno del suo acume negli affari e del suo supporto finanziario. La sua miglior possibilità di ottenerli entrambi era restare immune al suo fascino carismatico mentre concretizzavano il loro accordo. Non poteva lasciare che il suo giudizio fosse offuscato da emozioni che non aveva intenzione di provare ancora. «E da dove mi consigli di cominciare a delegare?» domandò, decisa ad andare oltre. «Da qui, adesso. Lascia che mi occupi io del lavoro di rinnovo dall'inizio alla fine.» 18


Lei si irrigidì. «Non vuoi che io partecipi al progetto dei lavori al mio lodge?» «Le tue idee saranno le benvenute. Ma non c'è ragione che tu debba restare in Colorado per controllare i lavori.» Aveva ragione. Non poteva dedicarsi al suo programma di sci se si occupava dei lavori di ristrutturazione. «Devi capire che vi sono delle specifiche strutture che devono sorgere in determinati luoghi perché il programma funzioni...» «Me ne rendo conto. E come ho detto, comunicherai alla mia squadra di architetti ciò di cui hai bisogno. E approverai tu i progetti.» «Darò l'approvazione finale?» «Certo.» Si morse il labbro, cercando un'ombra che non trovò. «Suona okay.» Perfetto, anzi. «Lo è. Io porterò avanti il progetto di Tregore Lodge per te.» Si sporse verso di lei, lo sguardo intrecciato al suo. «Credimi.» «È difficile per me farlo ancora.» Allargò le braccia. «Perché? Non sono stato altro che onesto con te.» Lo era stato. Colpa sua, che aveva avuto aspettative troppo alte. Era stata così affamata d'amore che si era buttata sulle briciole. Ma era ancora così emotivamente fragile? «Sono rimasta ferita l'ultima volta che ho avuto fiducia in qualcuno» disse semplicemente. Da mia madre prima, da te poi. Con sua grande sorpresa, lo vide arrossire sotto la pelle bronzea. «Credimi quando ti dico che non ho mai inteso ferirti. Io ero...» Fece una smorfia. «Mi sono comportato in modo ignobile alla fine. Mi dispiace di averti fatto del male, Caprice.» Osava credergli? Preferiva continuare a pensare che 19


lui non si curasse di nessuno, a parte se stesso. Solo che non era vero. Lui era venuto a quell'incontro per convincerla ad aiutare suo fratello. Le offriva un'opportunità d'oro per questo. «Non importa.» Non più. «Hai la mia parola che non succederà più» le assicurò lui. Deglutì. Esattamente le parole che aveva giurato a se stessa, con l'aggiunta dell'ammonimento a evitare la compagnia di Luciano. E adesso era lì, a saltare la palizzata, pronta ad accettare la sua offerta. Lui era un genio nel suo lavoro. In questo, doveva credergli. «Allora ti credo sulla parola.» «Bene.» I suoi occhi magnetici si fecero più intensi. «Adesso tutto dipende dal tempo che ci vorrà per il tuo lavoro con Julian. Penso almeno un mese, viste le sue condizioni attuali.» Lei scosse il capo, intristita. «Lo ricordo come una forza della natura. Non stava mai fermo.» «Le persone cambiano, Caprice. Mio fratello non è più l'uomo che ricordi.» Sarebbe rimasta sorpresa che quella rovinosa caduta non avesse cambiato quel giovane turbolento. «So che un simile incidente può avere effetti spaventosi sul fisico e la mente di un giovane atleta. Ma sono comunque ottimista.» La fissò con espressione illeggibile. «E io sono realista. Considerato il lavoro che devo fare qui e tutto il resto, penso che Tregore Lodge sarà pronto tra un paio di mesi.» Non era quello che avrebbe voluto sentire, ma non poteva fare diversamente. «Io però intendo tornare in Colorado tra un mese, quando avrò finito la mia parte dell'accordo.» «Una predizione aggressiva» commentò lui osser20


vandola intensamente. «Ma non mi importa quanto tempo ci vorrà. Voglio che mio fratello abbia la possibilità di riprendere in mano la sua vita.» «Farò quello che posso per aiutarlo, ma anche lui dovrà fare uno sforzo.» «È proprio questa la sfida.» Scosse il capo, le labbra strette. Lei sbatté le palpebre. Nel suo lavoro aveva imparato che i pazienti dovevano affrontare la riabilitazione perché desideravano cambiare, e non per intervento di un familiare. Ma quale che fosse quel caso, sapeva due cose: non poteva ignorare l'aiuto di Luciano nel proprio progetto di lavoro, né poteva ignorare la possibilità di aiutare suo fratello. Julian era stato presente per lei quando aveva avuto bisogno di un amico che la aiutasse ad andare via in fretta e senza clamore. Gli era debitrice, almeno nella sua mente. Era il momento di smettere di discutere con Luciano e ripagare la gentilezza di suo fratello. «Okay. Quando cominciamo?» «Adesso. Farò convocare la mia squadra di designer per quando arriveremo, subito dopo noi due partiremo diretti in Italia.»

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3022 - Una stella nel deserto di M. Yates Alik è un uomo ricco, affascinante e misterioso. Assolutamente incapace di amare. Seconda e ultima parte de GLI E REDI SEGRETI.

3023 - Ancora tu di J. Kenny Caprice deve farsi forza e prepararsi a incontrare l'uomo che aveva giurato di non rivedere mai più. Luciano. Sta per arrivare UN NUOVO INIZIO.

3024 - Passione e vendetta di C. Crews Paige ha atteso dieci anni perché Giancarlo rientrasse nella sua vita. Lui, però, non è interessato ad ascoltarla... Gusta una SUBLIME VENDETTA.

3025 - La sfida dell'ereditiera di L. Raye Harris Lucilla è l'unica tra i figli di Gene in grado di dirigere con successo la società di famiglia... Si conclude per quest'anno CHATSFIELD HOTEL.

3026 - Un vizio per lo sceicco

di S. Carr Hafiz sa che le tradizioni gli impongono di sposare una donna del suo lignaggio, infrangendo i sogni di Lacey. Tornano I PRINCIPI DEL DESERTO.

3027 - Dolci evasioni per la principessa

di C. Marinelli La principessa Layla non desidera altro che vivere una settimana lontano dalla sua gabbia dorata... Hai mai desiderato di essere FATTA PER LUI?

3028 - Un piacere proibito di M. Blake Sakis ottiene sempre ciò che vuole, ma c'è qualcosa che non può avere. Brianna, la sua assistente personale. Prima parte de I FRATELLI PANTELIDES.

3029 - Il fascino del milionario di C. Williams Giancarlo non ha dimenticato le difficoltà che ha dovuto superare per arrivare dove è ora... Non perdere il SELF-M ADE M AN di questo mese!


Dal 10 novembre

3030 - Catturata dallo sceicco di K. Hewitt L'esilio ha resa Khalil al Bakir determinato a sottrarre la corona di Kadar al suo nemico giurato... Prima parte de IL T RONO DI K ADAR.

3031 - Una notte col principe di C. Shaw Una notte trascorsa con uno sconosciuto ha portato Mina sulle prime pagine di tutti i giornali... Scopri se sei FATTA PER L UI.

3032 - Proibita, ma non per molto di D. Collins Rowan è attratta da Nic dal primo momento in cui l'ha conosciuto, anche se lui non sembra invece sopportarla... Ecco UN NUOVO INIZIO.

3033 - Un'intrigante proposta di K. Walker Alyse rappresenta per Dario la perfetta occasione per ottenere la vendetta sul suo fratellastro. Firma un CONTRATTO D'AMORE!

3034 - Una piacevole sfida

di M. Yates Dmitri è un uomo a cui piace vincere ogni sfida, quindi non può che essere intrigato dalla proposta di Victoria... Torna INTERNATIONAL TYCOON.

3035 - Viaggio di piacere col capo

di J. Hayward L'unica speranza che Jared ha di concludere l'affare più importante della sua vita è rappresentata da Bailey. Non perdere A L ETTO COL CAPO!

3036 - Passione greca di M. Blake Arion ha sempre tutto sotto controllo, ma per una volta decide di concedersi una notte di tentazione... Seconda puntata de I FRATELLI PANTELIDES.

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