Appuntamento con la duchessa

Page 1



1052 - Una debuttante da sposare - V. Lorret 1053 - Per coraggio e per amore - M. Fuller 1054 - Pericolo a corte - J. Landon 1055 - Un bacio sconveniente - C. Kimberly 1056 - Una naufraga per lo sceicco - M. Kaye 1057 - Manuale per zitelle impenitenti - J. McQuiston 1058 - Il rapimento di Lady Fia - T. Brisbin 1059 - Il coraggio di Lily - J. MacLean 1060 - Storie di una lady - M. Rodale 1061 - Un cuore ferito - C. Kelly 1062 - Fra le braccia del guerriero - M. Styles 1063 - Lezioni di francese - B. Scott 1064 - Un amore inaspettato - A. Herries 1065 - Ballo con il libertino - E. Boyle 1066 - Il romanzo di Miss Mary - J. McQuiston 1067 - Il segreto di Tristan - C. Townend 1068 - La sposa veggente - G. Callen 1069 - Occasione d'estate - A. Gracie 1070 - Un principe in incognito - K. Hawkins 1071 - L'uomo venuto dal mare - M. Styles 1072 - La fuga di Lady Kyra - C. Kimberly 1073 - Appuntamento con la duchessa - J. Justiss 1074 - Strada verso la libertĂ - S. Cullen 1075 - Dalla parte dell'amore - J. Fletcher


JULIA JUSTISS

Appuntamento con la duchessa


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Stolen Encounters with the Duchess Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2016 Janet Justiss Traduzione di Maria Grazia Bassissi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici luglio 2017 Questo volume è stato stampato nel giugno 2017 da CPI, Barcelona I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 - 5410 Periodico settimanale n. 1073 del 12/07/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1

David Tanner Smith, deputato parlamentare eletto nel distretto di Hazelwick, camminava di buon passo per dissipare i fumi del vino. Aveva cenato con dei colleghi Whig in una dimora privata nel quartiere di Mayfair e stava andando verso il suo appartamento all'Albany. Gli amici lo avevano invitato a restare per qualche altro bicchiere, ma avendo dovuto sopportare per l'intera giornata le obiezioni piĂš irrilevanti degli oppositori della Riforma, che si aggrappavano a qualsiasi pretesto per rimandare l'approvazione del pacchetto di leggi, ne aveva abbastanza di parlare di politica. Inoltre, era anche un po' giĂš di corda. Presto i suoi passi sarebbero echeggiati nel silenzio desolato del suo solitario appartamento. Era felice, ovviamente, che il suo migliore amico Giles Hadley avesse trovato la felicitĂ con Lady Margaret, tuttavia aveva scoperto che, avendo perduto il compagno con il quale aveva condiviso l'abitazione sin da quando erano studenti a Oxford, si sentiva molto piĂš solo del previsto. E dal momento che l'unica donna che avesse mai 5


amato era fuori della portata del figlio orfano di un modesto fattore, probabilmente non avrebbe mai trovato la stessa felicità dell'amico. Le sue origini contadine unite alla protezione di un baronetto e di un marchese lo inserivano in uno strano limbo sociale: non faceva parte della nobiltà e non sarebbe mai stato accettabile agli occhi dell'alta società; ma essendo un personaggio politico emergente dei Whig, non era neppure un signor nessuno. Un bel dilemma, che tuttavia gli risparmiava le attenzioni delle madri aristocratiche, le quali non riuscivano a stabilire se potesse essere o meno un buon partito per le loro figlie, pensò David con un sorriso beffardo. Il sorriso svanì quando gli venne in mente il silenzio della stanza deserta di Giles, a Piccadilly. Chi avrebbe mai potuto sposare, se e quando si fosse stufato di stare da solo? La figlia di un normale cittadino che apprezzava le sue aspirazioni politiche? O quella di un aristocratico impegnato politicamente, il quale avrebbe sorvolato sulla sua mancanza di genealogia in cambio di un certo spazio di manovra ai tavoli del potere? Stava svoltando l'angolo buio di North Audley Street in direzione di Oxford Street quando udì delle voci concitate. Un alterco. Rallentando, strizzò gli occhi per cercare di mettere a fuoco nell'oscurità davanti a lui, e riuscì a distinguere due figure maschili insieme a quella che sembrava essere una giovane donna avvolta in un mantello da sera. «Lasciatemi andare immediatamente, o chiamerò le guardie notturne» stava dicendo la donna. «Oh, davvero?» la canzonò uno dei due uomini con una risata rozza. 6


L'altro le afferrò la spalla dicendo: «L'unica cosa che farete sarà consegnarci la vostra collana... e anche il braccialetto e gli orecchini, se non volete che vi roviniamo questo bel faccino». «Già. Siete così graziosa che magari, dopo, vi porteremo in una bella casa» rincarò il primo dei due che aveva parlato. «Scommetto che pagherebbero un mucchio di soldi per un bel bocconcino come voi.» «Levatemi le mani di dosso!» gridò la giovane donna, scalciando e divincolandosi per cercare di liberarsi della stretta di uno, mentre l'altro tirava i nastri del suo mantello. Davie serrò con forza il bastone da passeggio e corse verso i tre. «Lasciatela andare!» gridò, sollevandolo con fare minaccioso. «Immediatamente, prima che io chiami le guardie.» Per un istante, davanti alla sua figura imponente, i due malintenzionati si bloccarono. Poi, essendo tipi di città che non avevano idea dei danni che un robusto contadino poteva fare con un bastone, lo ignorarono, rivolgendo di nuovo l'attenzione alla donna che continuava a dibattersi. Li aveva avvisati, pensò Davie. Dopo aver trascorso l'intera giornata a mantenere il controllo in presenza di insopportabili pagliacci, la prospettiva di sferrare qualche buon colpo gli risollevò subito il morale. Attaccò con un ruggito; la punta del bastone raggiunse il primo uomo appena sotto l'orecchio e lo tolse di mezzo. Capovolgendo rapidamente il bastone, colpì il secondo con un montante sotto il mento. Nell'aria risuonò uno scricchiolio di ossa rotte prima che il secondo uomo, con un ululato, lasciasse la presa. La giovane donna, finalmente libera, raccolse le gonne e fuggì via. 7


Davie si fermò per un istante, ansimando. Anche se gli sarebbe piaciuto prendere quei due e portarli alla gendarmeria più vicina, probabilmente avrebbe fatto meglio a seguire la malcapitata. Qualunque donna sola per strada a quell'ora di notte sarebbe finita di nuovo nei guai, come minimo vittima di un altro borseggiatore in cerca di una facile preda, se non molto peggio. Presa quella decisione, voltò le spalle ai due delinquenti e la rincorse. «Non preoccupatevi, non vi farò del male!» le gridò. «Non è sicuro andare in giro da sola di notte per Londra. Permettetemi di accompagnarvi a casa.» La giovane lanciò una rapida occhiata da sopra la spalla, ma evidentemente poco convinta continuò a correre. Ostacolata com'era dalle gonne, non avrebbe potuto fuggire ancora per molto, prima che lui la raggiungesse, inciampò in qualcosa e, con un grido, cadde sulle ginocchia. Davie la raggiunse in poche falcate e si fermò accanto a lei, porgendole la mano per aiutarla a rialzarsi. La giovane la prese, poi però lo strattonò con tanta violenza che, siccome Davie continuava a tenerle la mano invece di lasciarla andare, di rimbalzo lei gli finì addosso, petto contro petto. Imprecando tra i denti, lui la tenne stretta, nonostante avesse subito ricominciato a dibattersi. «Ferma!» ordinò con asprezza. «Ve l'ho detto, non vi farò del male.» Abbassando la voce, soggiunse: «Dobbiamo chiarire l'accaduto, signorina, ma non nella pubblica via. Permettetemi di condurvi in un luogo più sicuro, e poi mi direte come posso riportarvi a casa dalla vostra famiglia». Con un profondo sospiro, la giovane smise di di8


battersi. «Vi prego, Davie» disse piano, «lasciatemi andare e basta.» Quella voce cara e familiare gli fece l'effetto della lama affilata di un rasoio che gli squarciava la pelle. «Faith?» chiese, incredulo. Con sua enorme sorpresa, quando le girò il viso verso la luce di un lampione, Davie riconobbe, in effetti, nella donna schiacciata contro il suo petto Faith Wellingford Evers, la Duchessa di Ashedon. Prima che la sua lingua inebetita riuscisse ad articolare altro, lei si tirò indietro. «Sì, sono Faith» confermò. «Stavo andando a cercare una vettura di piazza per tornare a casa. Non potreste far finta di non avermi visto e lasciarmi andare?» Aveva appena avuto il tempo di assorbire il colpo sull'identità della donna, che una seconda ondata di sgomento, rafforzata dall'orrore per ciò che sarebbe potuto capitarle, lo privò di nuovo della capacità di parlare. Poi, rimangiandosi un'imprecazione, Davie le cinse la vita e si incamminò, sospingendola in avanti. «No, duchessa, non posso permettervi...» «Faith, Davie. Facciamo semplicemente Faith. Non posso smettere, almeno per un poco, di essere duchessa?» Non avrebbe dovuto, ma gli riscaldò il cuore il fatto che lei concedesse tanta confidenza a un uomo che da anni non era più un suo intimo amico. «Comunque sia, non posso lasciarvi andare in giro da sola a cercare una carrozza che vi riporti in Berkeley Square. Le strade di Mayfair sono un po' meglio frequentate, ma a Londra non esiste un luogo veramente sicuro, di notte, per una persona sola. A maggior ragione se è una donna!» 9


«Anche voi eravate da solo» gli fece notare lei. «Sì, ma ero armato e in grado di difendermi» ribatté Davie. «E avevo intenzione di portare in una taverna la giovane donna che avevo salvato e scoprire come fare per aiutarla, ma con voi è escluso. Almeno non da queste parti, dove entrambi siamo conosciuti. Dovreste proprio permettermi di chiamare una carrozza e di accompagnarvi a casa.» Lei rallentò, resistendo alla sua spinta gentile. «Siete sicuro che non potete semplicemente lasciarmi andare?» Davanti all'occhiata truce che lui le lanciò, aggiunse sottovoce: «Non intendevo essere sciocca o irresponsabile. E mi dispiace di avervi coinvolto senza volere». Deglutì con molto sforzo e le lacrime che Davie le vide brillare sull'orlo delle ciglia lo colpirono come un pugno nel petto. Ancora adesso lo sconvolgeva vederla turbata! «Be', a me no. Immaginate che subbuglio se aveste chiamato le guardie e loro avessero scoperto la vostra identità. Meglio che sia arrivato io. Sulla mia discrezione almeno potete contare. Se non volete scoprire che cosa dice il ton di una duchessa che va in giro di notte per le strade di Mayfair, è meglio che torniate il più in fretta possibile ad Ashedon Place, prima che qualcuno, passando di qui in carrozza, vi riconosca.» Quando lei non si mosse, un pensiero odioso lo colpì. «Voi... vi fidate di me, non è vero, Faith? Lo sapete che non vi farei mai del male.» Lei lasciò uscire un sospiro lungo e lento che gli spezzò ulteriormente il cuore. «Certo che mi fido di voi, Davie. D'accordo, cerchiamo una carrozza. E potete anche smettere di tenermi stretta. Non scapperò un'altra volta.» 10


Senza aggiungere altro, riprese a camminare accanto a lui. L'energia con cui aveva sostenuto il suo tentativo di fuga sembrava esaurita: con la testa bassa e le spalle curve sembrava sconfitta ed esausta. Era una fortuna che lui dovesse stare all'erta perché qualche gentiluomo sarebbe potuto transitare in carrozza da un momento all'altro, altrimenti difficilmente avrebbe resistito all'impulso di prenderla tra le braccia e portarla via. Dopo qualche minuto, arrivarono a un posteggio delle carrozze. Per fortuna c'era un veicolo in attesa di clienti. Ancora incredulo di trovarsi lì con la sua Faith – la vedova del Duca di Ashedon, si corresse Davie, mai stata sua – la aiutò a salire, facendola accomodare sul sedile. Quando ebbe bussato sul soffitto per ordinare al vetturino di partire, Davie guardò di nuovo la duchessa. «State bene? Non vi hanno fatto del male? E le vostre ginocchia? Siete caduta malamente.» Se le hanno fatto del male, li troverò e li farò a pezzi. «No» rispose lei con un filo di voce. «Ero spaventata e furiosa. Mi hanno torto il braccio, nient'altro. Credo anche di aver messo a segno qualche buon calcio.» «Sia ringraziato il cielo! Prima che arriviamo in Berkeley Square, potete dirmi che cosa ci facevate da sola per strada di notte?» «Non potete semplicemente riportarmi a casa e risparmiarmi di dover raccontare i dettagli?» Lui studiò il suo profilo alla luce del lume della carrozza. «Non voglio ficcare il naso. Ma trovarvi da sola, nel cuore della notte... ebbene, è allarmante. C'è qualcosa che non va. E vorrei aiutarvi, se posso.» Ad aggravare il suo turbamento, le parole che aveva appena pronunciato le fecero salire di nuovo le la11


crime agli occhi. «Ah, Davie. Avete sempre desiderato migliorare il mondo, non è vero? Vi sentite obbligato a sistemare qualsiasi cosa, che sia Governo, Parlamento o società. Ma per questo... per questo non si può fare niente.» Aveva un'aria così esausta e avvilita che Davie si sentì morire dalla voglia di prenderla tra le braccia. Non che fosse una novità: lo aveva desiderato fin dalla prima volta che l'aveva vista, ed erano passati più di dieci anni. Cognata di un marchese, Faith era stata irraggiungibile allora quanto lo era adesso, vedova di un duca. Disgraziatamente ciò non gli aveva impedito di innamorarsi di lei né di continuare ad amarla. «Che cos'è successo?» chiese piano. «Che cosa vi ha sconvolto tanto da indurvi a fuggire di notte?» Lei non rispose; la sua espressione non era più soltanto stanca, era quasi disperata. Mentre lui esitava, combattuto tra il bisogno di rispettare la sua intimità e l'impulso di raddrizzare qualsiasi cosa ci fosse di sbagliato nel suo universo, Faith finì per stringersi nelle spalle. «Tanto vale che ve lo dica, suppongo. Non è stata una stupida scommessa, però, se è questo che credete.» «Ne ero sicuro. Sarete anche rimasta vivace e spensierata com'eravate da ragazza, ma non siete mai stata una sconsiderata.» «Vivace e spensierata? Sì, forse ero così. Ma è passato tanto tempo.» La sua voce spenta e gli occhi vacui non fecero che accrescere la preoccupazione di Davie. Certo, con il passare degli anni loro due si erano molto allontanati, dopo l'improbabile amicizia nata durante l'estate idilliaca nella quale si erano conosciuti: lui, ventenne, da 12


poco divenuto segretario di Sir Edward Greaves, lei un biondo folletto di sedici anni venuta a trascorrere l'estate presso la cugina, moglie di Sir Edward. Ma anche nelle occasioni in cui si erano incontrati dopo il matrimonio di lei, gli occhi di Faith avevano mantenuto il calore e la gioia di vivere che avevano catturato il cuore di Davie fin dal primo giorno. «Eravate spensierata» affermò. «Il che rende il fatto di avervi trovato da sola per strada, a cercare una carrozza che vi riportasse a casa, ancora più preoccupante. Che cosa vi ha costretto a tanto?» «Dal giorno della morte di Ashedon – a proposito, grazie per il vostro gentile biglietto di condoglianze – sua madre, la duchessa vedova, non ha fatto altro che protestare che toccasse a lei sostenere la povera giovane duchessa e i suoi cari bambini e fare in modo che quel tragico, piccolo duca avesse la guida più adatta alla sua elevata posizione sociale. Un mese fa ha messo in atto le sue minacce e si è trasferita d'ufficio a Ashedon Place. Voleva farlo da anni, ma Ashedon non lo aveva mai permesso, sapendo quanto fosse impicciona, anche se lei stravedeva per il figlio. Ma è già abbastanza che io sia costretta a tollerare i commenti garbatamente sprezzanti delle matrone dell'alta società a tutte quelle insipide serate che ormai odio! Adesso devo convivere ogni giorno anche con le critiche e le lamentele della duchessa. Poi, stasera, quando l'ho accompagnata al ricevimento cui lei ha voluto partecipare a tutti i costi, ho scoperto che era presente anche il suo secondogenito, mio cognato Lord Randall. Quando mi ha trovata da sola nel corridoio, mentre andavo al guardaroba delle signore, e ha cercato di baciarmi con la forza, ho capito che non ne potevo più. Sapevo che la vedova non era ancora 13


pronta a tornare a casa e che non mi avrebbe mai creduto se le avessi raccontato del gesto tanto spregevole del figlio, quindi non potevo sperare di convincerla a chiamare la nostra carrozza. E siccome l'idea di rimanere ancora là mi riusciva intollerabile, ho deciso di andare a piedi fino a Oxford Street per cercare una vettura a nolo.» Il suo lieve sospiro fu così triste che gli trapassò il cuore. «Era già abbastanza brutto dover tollerare Ashedon e le sue amanti, adesso anche questo. A volte non ce la faccio più a sopportarlo.» Gli si strinse il cuore per quello spirito gentile i cui sogni giovanili di essere amata e rispettata erano stati lentamente calpestati sotto il tacco dell'indifferenza del marito, facendo di lei una moglie intrappolata, sola e trascurata. Così come Davie era intrappolato nel suo ruolo sociale incapace di fare qualcosa per lei. Tranne esserle amico, quello sempre. Le lacrime che aveva visto sulle ciglia di Faith ricominciarono a scorrere in silenzio sulle guance, con suo grande sgomento. La donna si voltò dall'altra parte, alzando una mano nel tentativo di nasconderle. E poi, chissà come, fu tra le sue braccia, cullata contro il suo petto. Gli si aggrappò e lui la strinse forte. Era quasi disposto a benedire i delinquenti dai quali l'aveva salvata perché, senza quell'incidente, non avrebbe mai potuto assaporare la meravigliosa sensazione di tenerla stretta. Era l'avverarsi di un sogno – oh, molto meglio di un sogno – sentire la morbidezza del suo corpo premuto contro il proprio, il profumo di lavanda che gli colmava le narici, i biondi riccioli di seta sotto il mento. Sarebbe potuto morire in quel momento, felice, perché mai si era sentito così vicino al paradiso. E se il suo corpo ardeva dal desiderio di possederla 14


completamente, si trattenne con fermezza. Non si sarebbe mai aspettato di godere di quella fugace beatitudine, non avrebbe preteso di più. Inevitabilmente, e di gran lunga troppo presto, lei riprese il controllo e si tirò indietro. Lasciarla andare, quando avrebbe voluto tenerla così per sempre, fu la cosa più difficile che avesse fatto in vita sua. «Scusate.» La voce di Faith era roca. «Di solito non sono così priva di forza d'animo.» «Non dovete scusarvi. Sono solo contento di essere stato presente e di essere vostro amico.» «Mio amico... Ne ho così pochi. E stasera ho cercato di essere prudente, ve lo assicuro! Immagino di esser stata troppo stanca e preoccupata, per non essermi accorta dei due uomini che di sicuro mi hanno seguito per un po'. Mi è sembrato che sbucassero dal nulla.» Davie scosse la testa con un brivido. «Per fortuna stavo passando da quelle parti. Non voglio neppure pensare a quello che avrebbero potuto farvi.» Lei annuì. «Hanno minacciato di portarmi in un postribolo. Potrebbero davvero trascinare là una donna contro la sua volontà o volevano soltanto spaventarmi?» «Temo che sia possibile. Un poco di laudano e avreste potuto svegliarvi chiusa in una stanza di una qualche casa del vizio, chissà dove» rispose lui, cupo. «A parte il fatto di non poter più vedere i miei figli, non sono sicura che mi sarebbe importato. Ho pensato così tante volte di lasciare Ashedon! Ma non avrei potuto portare con me i bambini. Legalmente appartenevano a lui, ovvio, e Edward è l'erede. Già li potevo vedere molto poco; il duca riteneva che i bambini non dovrebbero essere viziati da madri troppo amore15


voli. Adesso che lui non c'è più, ho cercato di cambiare le cose, ma devo continuamente lottare, a questo riguardo, con la duchessa e con il loro precettore. Fintanto che posso stare con i miei bambini, in un modo o nell'altro lo sopporterò... almeno per il momento.» «Avete parlato con la vostra famiglia, con le vostre sorelle? Sanno che siete terribilmente infelice?» Lei fece un sorriso mesto. «Io... mi sono allontanata da loro. Il duca ha scoraggiato le visite alla mia famiglia fin dagli inizi del nostro matrimonio. E io sono stata così sciocca da pensare che lo facesse perché mi voleva tutta per sé. E in un certo senso era così. Non voleva tra i piedi nessuno che potesse interferire con la sua autorità. Quindi, col passare degli anni, ci siamo distaccati sempre di più. Com'è successo anche tra me e voi.» Lui annuì. «Sono sicuro che le vostre sorelle deplorino quanto me questa situazione. Non potreste cercare di riallacciare i rapporti?» «Immagino di sì. Ma neppure loro possono aiutarmi. Per la maggior parte del tempo, però, me la cavo.» Faith gli fece un sorriso incerto e poco convincente. «Solo di rado mi capita di sentirmi come se da un momento all'altro rischiassi di scoppiare, se non mi allontano da tutto ciò.» «Come avete fatto stasera.» «Come ho fatto stasera.» Lui la guardò, accigliato. «Al momento non mi viene in mente nessuna idea intelligente su come riuscire a migliorare le cose. Ma vi chiedo di farmi una promessa.» «Quale?» chiese Faith, inclinando il capo da un lato con espressione interrogativa. Bastò quell'istante per catapultare Davie nel mare dei ricordi. 16


Quante volte, in quella lontana estate, lo aveva guardato con la stessa aria, la mente avida che voleva indagare a fondo la materia della quale stavano discutendo, che fosse politica, poesia o agricoltura... Come se il mondo intero rappresentasse eccitazione e incanto e lei non ne sapesse mai abbastanza. Una furia cieca esplose dentro di lui al pensiero di tutta la gioia che era stata spazzata via da lei. Reprimendo la collera, rispose: «La prossima volta che sentirete di non poter resistere un istante di più, vi prego, non mettetevi a vagare da sola per le strade! Mandatemi un biglietto. Verrò da voi, ovunque siate, e parleremo. Non siete sola, Faith. Non lo sarete finché io avrò respiro. Me lo promettete?». Lei lo scrutò per qualche istante. «Dite sul serio?» «Naturalmente. Non dico mai cose che non penso.» Faith annuì, con un accenno di sorriso sulle labbra. «Sì, ricordo che eravate così anche allora. Ed eravate un amico leale. D'accordo, ve lo prometto.» «Bene.» Davie era ancora turbato, ma si sentiva un po' meglio. «Tra poco dovremmo arrivare in Berkeley Square. È una fortuna, soprattutto se vostra suocera si è accorta che non eravate più alla festa ed è corsa a casa a cercarvi.» Faith fece spallucce. «Probabilmente è contenta che me ne sia andata. La disturberà soltanto non aver sottomano qualcuno con cui lamentarsi.» «Siete soltanto stanca. Le cose vi appariranno sotto una luce migliore domattina, quando vi sarete riposata.» «Davvero?» Lei sorrise. «Forse per un uomo che vuole cambiare il mondo. A proposito, ho sentito parlare dei vostri successi. L'eco è giunta perfino nella landa selvaggia del ton. Non che ne parlino con me 17


direttamente, è chiaro. La politica viene considerata un argomento troppo impegnativo per le menti femminili. No, noi possiamo parlare soltanto di cappellini, della servitù da gestire e, forse, se siamo molto audaci, di chi potrebbe essere l'amante migliore, o di quale ballerina della Green Room sia diventata l'amante di quale gentiluomo.» Davie increspò le labbra. «Potrebbe esserci molto più di questo! Senza dubbio sapete che recentemente il mio amico Giles Hadley, il Visconte Lyndlington, ha sposato Lady Margaret Roberts. Sono anni che lei fa gli onori di casa per suo padre, Lord Witlow. Non solo conosce bene l'arte del governo, ma lei e suo padre spesso radunano le menti più brillanti di politica, scienze e arte per approfondire gli argomenti più svariati in occasione alle loro cene.» «Sembra meraviglioso... e incredibilmente più stimolante delle serate che frequento io. A meno che...» I suoi occhi spenti si accesero di speranza. «Quello che avete detto sul fatto di avermi incontrato è vero?» «Non vi ho forse già risposto?» «Allora... potremmo rivederci domani pomeriggio? Di solito vado in carrozza a Hyde Park con la duchessa vedova all'ora canonica per la passeggiata. Ma dopo questa sera preferirei non dover sopportare la lunga ramanzina che di sicuro mi farà riguardo al mio sconveniente comportamento. Potremmo incontrarci invece da Gunter's? A quell'ora non ci sarà nessuno che conosco, così non saremo disturbati. Vorrei che mi parlaste di quello che state facendo in Parlamento. Forse riuscirò perfino a capirci qualcosa.» Di pomeriggio avrebbe dovuto partecipare alle riunioni della commissione, ma quando lei lo guardava con quello sguardo supplichevole, Davie avrebbe per18


fino accettato di saltare la votazione finale della Riforma. «Sì, ci troveremo là.» La carrozza rallentò, segno che stavano per giungere a destinazione, e Davie provò una fitta di disappunto. Avrebbe passato volentieri tutta la notte lì seduto a chiacchierare con Faith. Rassegnandosi all'inevitabile, balzò a terra quando la vettura si arrestò e le tese la mano per aiutarla. «Aspetterò di vedervi entrare sana e salva» disse mentre lei scendeva. «D'accordo.» Faith fece un passo verso il portone d'ingresso, poi si fermò, come se fosse riluttante a rientrare nel reame e nei panni della duchessa. Voltandosi verso di lui, si sollevò in punta di piedi e gli diede un bacio veloce sulla guancia. Il cuore di Davie saltò un battito per poi mettersi a galoppare, e Faith gli disse: «Grazie, Davie. Per avermi salvato e per tanto altro. È la prima volta dopo moltissimo tempo che ho un domani da aspettare con ansia». Anch'io, pensò Davie mentre lei saliva rapida gli scalini. La gioia di frequentarla non sarebbe durata a lungo e lui intendeva goderne ogni istante.

19


La fuga di Lady Kyra CAROLINE KIMBERLY LONDRA-SCOZIA, 1821 - Lady Kyra, una delle dame più amate del ton, viene assegnata per errore dal padre a un tutore malvagio. Lei fugge in Scozia ignara che lì l'attenda...

Appuntamento con la duchessa JULIA JUSTISS INGHILTERRA, 1831 - David salva una donna da due furfanti e scopre che si tratta di Faith. Ora vedova di un duca, purtroppo non è più la ragazza che lui aveva amato anni prima.

Strada verso la libertà SHARON CULLEN SCOZIA, 1746 - Brice Sutherland rischia la vita per aiutare la causa scozzese. Quando incontra per strada una giovane inglese ferita non ha cuore di abbandonarla. E inizia così...

Dalla parte dell'amore JENNI FLETCHER INGHILTERRA, 1067 - Lady Aediva farebbe di tutto per proteggere la sorella. Quando i conquistatori attaccano il villaggio, lei si consegna come prigioniera al bellissimo cavaliere nemico.


Una giornata perfetta MAYA RODALE LONDRA, 1824 - Lady Amelia Cavendish detesta la vita nell'alta società inglese. Così, una notte si lascia incantare dalla voce di un bellissimo sconosciuto e fugge per seguirlo.

La nuova vita di Lady Alison MARGARET MALLORY SCOZIA, 1517 - Rimasta vedova, Lady Alison è costretta a risposarsi contro la propria volontà con un feroce guerriero. Ma quando scorgerà dietro la maschera il vero David...

Una miss di campagna VIVIENNE LORRET LONDRA, XIX SEC. - Il Conte di Wolford si sveglia confuso e dolorante, accudito da una dolcissima domestica. In realtà, lei è la figlia di un baronetto vittima dei pregiudizi del ton.

La sposa coraggiosa GAYLE CALLEN SCOZIA, 1727 - Duncan Carlyle incontra, priva di memoria, la figlia dell'uomo che più disprezza e decide di rapirla. Ma Catriona non è più l'altezzosa contessina che lui ricordava. Dal 2 agosto




Ti è piaciuto questo libro? Continua a vivere indimenticabili emozioni con

ABBONATI!

-50% sulla prima spedizione Spedisci questa pagina a: SERVIZIO LETTRICI HARMONY C/O CMP Brescia - Via Dalmazia 13 - 25126 Brescia BS

Sì!

Voglio abbonarmi a I Grandi Romanzi Storici. Speditemi mensilmente 4 inediti romanzi al prezzo scontato del 50%: € 12.00 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Dalla seconda spedizione mensile sconto del 15%: € 20.50 più € 1.60 per contributo spese di spedizione. Potrò sospendere in ogni momento le successive spedizioni a pagamento mediante comunicazione scritta, come pure restituirvi i romanzi ricevuti a pagamento per posta entro 10gg. (diritto di recesso Art. 64 dlg. 206/2005).

7B0144

Cognome.............................................................Nome.................................................................. Via.....................................................................................................................N°........................ Località.............................................................................Prov...................CAP............................... Prefisso....................Telefono....................................e-mail............................................................ Firma............................................................................................Data.......................................... Offerta limitata a un solo componente per ciascun nucleo familiare non minorenne e non valida per coloro che già ricevono per corrispondenza I Grandi Romanzi Storici. Offerta valida solo in Italia fino al 31.12.2017. Tutte le richieste sono soggette ad approvazione della Casa. I Suoi dati saranno trattati, manualmente ed elettronicamente, da HarperCollins Italia S.p.A. - Viale Monte Nero, 84 – 20135 MILANO - e dalle società con essa in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. - titolari del trattamento - per evadere la Sua richiesta di ricevere per posta cartacea informazioni commerciali e campioni di prodotto, nonché la Sua eventuale richiesta di acquisto di nostri prodotti editoriali, secondo l’offerta riportata sul presente coupon, e le attività a ciò strumentali, ivi comprese le operazioni di pagamento e quelle connesse con adempimenti amministrativi e fiscali, nonché le attività di customer care. Nome, cognome e indirizzo sono indispensabili per i suddetti fini. Il mancato conferimento dei restanti dati non pregiudica il Suo diritto ad ottenere quanto richiesto. Previo Suo consenso, i Suoi dati potranno essere trattati dalle titolari per finalità di marketing, attività promozionali, offerte commerciali, indagini di mercato - anche tramite email e telefono, qualora forniti I Suoi dati potranno, altresì, essere comunicati a soggetti operanti nei settori editoriale, largo consumo e distribuzione, vendita a distanza, per propri utilizzi aventi le suddette medesime fi nalità. L’elenco completo ed aggiornato delle società in rapporto di controllo e collegamento ai sensi dell’art. 2359 cod. civ. con HarperCollins Italia S.p.A., dei soggetti terzi cui i dati possono essere comunicati e dei responsabili è disponibile a richiesta all’indirizzo sopra indicato. I Suoi dati potranno essere trattati dagli incaricati preposti alle seguenti operazioni di trattamento: elaborazione dati e sistemi informativi, amministrazione, servizio clienti, gestione abbonamenti, confezionamento e spedizione riviste, confezionamento mailing, invio newsletter Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modifi care e cancellare i Suoi dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale pubblicitario o per comunicazioni commerciali o sondaggi di opinione, rivolgendosi al Responsabile Dati presso HarperCollins Italia S.p.A. all’indirizzo indicato. Acconsente che le titolari utilizzino i Suoi dati per le proprie fi nalità di marketing, anche via e-mail e telefono, come illustrato nell’informativa? SI NO Acconsente che i Suoi dati siano comunicati ai suddetti soggetti terzi e da questi utilizzati per le finalità e secondo le modalità illustrate nell’informativa? SI NO


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.