STEFANIA AUCI
Andrà tutto bene
Marzo 1748, North Berwick Accadeva così. Il sonno cessava di colpo e lui si ritrovava a fissare il soffitto di travi e paglia che si intravedeva nell'oscurità, con il fiato corto e i pensieri in rivolta. Accanto a lui, Deirdre dormiva profondamente. Alexander si voltò su un fianco per osservarla in viso. Era affaticata ma serena. Il bambino chiedeva spesso il seno, anche nel cuore della notte, e lei stava sveglia a lungo per allattarlo. Ovvio che fosse esausta. Il loro adorato figlio. Jasper dagli occhi viola, i capelli chiari e il sorriso allegro. Jasper che lo riconosceva e che a sette mesi agitava i pugni per essere preso in braccio. Jasper che dormiva con la bocca socchiusa e con... Un vagito. No, non dormiva. Lentamente, Alex allungò il collo, cercando nel buio la cesta che fungeva da lettino, oltre il corpo della moglie addormentata. Il piccolo era sveglio. Aveva scalciato via la coperta e adesso osservava con occhi 1
impazienti la piccola fetta di mondo che s'intravedeva dal fondo della culla. Il materasso di paglia e foglie secche crepitò quando Alexander si alzò dal letto. Lanciò un'occhiata preoccupata a Deirdre: non voleva che si svegliasse. Si sarebbe occupato lui del bambino. Un profumo fragrante di latte avvolse Alex quando sollevò tra le braccia il figlio. Una carezza leggera, uno sfiorare di dita che gli scaldò il cuore in un abbraccio. «Allora, malandrino? Cosa c'è?» Jasper sbatté gli occhi e gorgogliò con una smorfia simile a un sorriso, poi afferrò una delle grandi mani del padre e iniziò a succhiarla, bagnandola di saliva. Stava mettendo i denti e ogni occasione era buona per trovare sollievo mordendo qualcosa. «Hai fame, eh?» mormorò il padre. Lo strinse piano sul petto: aveva sempre timore di fargli male. Deirdre lo prendeva in giro per quello: È un bambino, Alex, non una statua di porcellana. Puoi anche abbracciarlo forte! Era primavera inoltrata. Il vento soffiava piano su Thistle cottage e dal mare giungeva attutito il canto ritmico della risacca. Alex indossava una camiciola: la notte era ancora fredda, imprigionata in un velo d'umidità. Rabbrividì e avvolse il figlio nella coperta per tenerlo al caldo. Iniziò a passeggiare per la stanza. Il bambino si affannò sul suo petto, aggrappandosi con le manine alla sua camicia, quasi tentando di aprirla. «Ehi! Guarda che lì non c'è niente per te!» ridacchiò Alex. Gli occhi di Jasper si socchiusero e il piccolo si lasciò sfuggire l'accenno di una risata monella. Lui sorrise di rimando, ricordando il viso del padre: Jasper aveva lo stesso sorriso. 2
E poi... I ricordi lo investivano sempre così, a tradimento. Alex avvertì il rimpianto, un dolore secco come il morso di un cane, che si mescolava alla struggente consapevolezza di avere perso affetti importanti nella vita. Suo padre, Iain Morgan, era morto come un infame, senza una tomba dignitosa. Quel vecchio burbero e roccioso non avrebbe mai visto il nipote, non lo avrebbe portato in giro per le strade di Aberdeen, non lo avrebbe rimproverato per le corse lungo i magazzini al porto. Non gli avrebbe raccontato le storie delle lunghe traversate per mare che aveva fatto da giovane, assieme al padre di Deirdre e a quello di Cameron. Cam... «Amico mio...» Con gli occhi fissi sull'erba che ondeggiava sul fianco della collina, l'uomo deglutì un groppo di amarezza. Le ultime notizie che aveva raccolto sui suoi compagni, i Fedelissimi, disegnavano una sorte difficile da accettare. Marcus era stato catturato e condannato alla deportazione. Di certo, Aidan era sepolto a Culloden assieme a Oliver. Di Cameron, nessuna traccia. «Dove diavolo sarai a quest'ora?» C'era un vuoto nella sua anima, là dove avrebbero dovuto trovare posto le persone amate. Una stanza vuota che ancora risuonava delle voci dei suoi abitanti, usciti da tempo e mai più tornati. Per Alex era difficile entrare in quella stanza della memoria: troppo dolore tra i ricordi, taglienti come vetri frantumati. Così, aveva scelto di ignorare quei pensieri, quella porta nascosta nell'ombra. Era diventato bravo a fuggire da se stesso. Ma quella notte non provava più angoscia. C'era 3
invece l'eco di un tepore che lo rasserenava, che passava dalla pelle all'anima. Era il corpo di suo figlio a scaldarlo. Improvvisamente, Alexander comprese che solo una vita piena di speranza avrebbe potuto lenire la pena che si ostinava a ignorare. La sua forza era lì, nell'esistenza che si era costruito giorno dopo giorno, aiutato dall'amore di Deirdre. Ripensò ai suoi occhi viola finalmente sereni, al canto mentre cullava il figlio; al pane sfornato da Meg, alle risate di Caitriona, persino al pianto di Jasper. Si stava rappacificando con se stesso ed era un cammino lungo quello che stava seguendo, lungo e difficile. Ma adesso, dopo più di un anno, era pronto ad aprire la porta e a entrare a testa alta in quel luogo. Con gli occhi umidi, Alex guardò Jasper: sorrideva appena, le palpebre pesanti, le labbra socchiuse, cullato dal lento camminare del padre per la stanza. Il profumo di buono del piccolo si trasformò in un sussurro, si fece carezza nell'anima. «Avevi un nonno, figlio mio. Mio padre, si chiamava Iain. Era un grande uomo, coraggioso e testardo. Oh, molto testardo... ma anche generoso e leale. Un combattente che mi ha insegnato molte cose, proprio come spero di poter fare con te. Dio mi è testimone, lui è sempre nei miei pensieri e nel mio cuore. E avevo degli amici che per me erano come fratelli. Posso rivedere i loro volti, qui dinanzi a me. Ti sarebbero piaciuti, erano... sì, dei simpatici bastardi, dei pazzi temerari. Ti avrebbero trasformato in uno scavezzacollo e poi tua madre si sarebbe infuriata...» Serrò gli occhi. Un uomo non piange, gli aveva ripetuto suo padre sin dalla nascita. Li stava ricordando, tutti. Riuscì a farlo. Il dolore era sempre lì, in agguato, ma non era più così cocente 4
come prima: poteva affrontarlo, era qualcosa con cui poter convivere. Un nemico leale, da affrontare a viso aperto, che ormai conosceva. Tirò su con il naso e sfiorò il volto assonnato di Jasper. «Non li conoscerai mai, ma io ti parlerò di loro. Saranno le mie parole a restituirti i loro visi, e tu li ricorderai, diverranno parte di te. E sorrideremo insieme, figlio mio, e attraverso le nostre parole continueranno a vivere, a cavalcare sulla spiaggia vicino al fiume come facevamo da ragazzi, o a lottare e finire in acqua...» Jasper gli prestò attenzione, fissandolo con gli occhi socchiusi ma concentrati. Osservava le labbra del padre che si muovevano, ascoltava la voce bassa e malinconica. Troppe chiacchiere! Gli afferrò di nuovo la camicia e provò di nuovo a tirarla via. Quello sì che era interessante: chissà cosa poteva esserci nascosto là sotto! Alexander ridacchiò. «Già. Tu non hai ascoltato nemmeno una parola di quello che ho detto, vero? Andiamo bene!» Jasper si stava irritando. Decisamente. Voleva ciò che la madre nascondeva sotto la camicia, non le chiacchiere di suo padre. Iniziò a piangere, spazientito. Alex provò a cullarlo. «Ssh! Svegli la mamma!» «Troppo tardi. La mamma è già sveglia.» Con un gesto lento, Deirdre si tirò a sedere sul letto e squadrò il marito che teneva fra le braccia il piccolo. Gli tese le palme con uno sguardo eloquente e Alex obbedì, affidandole il bimbo. «Vieni qui, tesoro...» mormorò lei, scoprendosi il petto. Jasper, vorace, si avventò sul capezzolo stringendolo con le manine. Poi, poppando vigorosamente, scoccò un'occhiata feroce e carica di riprovazione 5
al padre che si era seduto di fronte a loro. «È inutile che mi guardi male, ragazzaccio. Ti avevo avvertito che non c'era nulla da queste parti... e poi, prima di essere tue, quelle lì erano mie!» rispose Alex, indicando il seno morbido di Deirdre. «Sono ancora tue, sciocco.» Lei si inclinò in avanti, sfiorandogli le labbra con un bacio. «Lui le ha solo in prestito.» «Dici?» «Te lo assicuro.» Poi lo osservò meglio. Alexander appariva turbato, con gli occhi lucidi. Deirdre lo accarezzò piano sul viso. «C'è qualcosa che non va? Stai bene, amore mio?» L'uomo guardò il viso della moglie. La maternità aveva arrotondato i tratti del volto e una luce forte le brillava nello sguardo. Era stanca, certo, ma non era mai stata così bella. Lo amava. E lui adorava lei e suo figlio. Erano semplicemente la sua vita. «Sì, mio fiore.» Le strinse la mano sul viso e abbozzò un sorriso sereno. «Con te e Jasper accanto andrà tutto bene.»
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