Baciami

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BENVENUTI AL SEDUCTION: OTTIMO CIBO, GRANDE MUSICA E… COLPI DI FULMINE ASSICURATI. “Kristen Proby arriva dritto al cuore. La adoro!” Sylvia Day, autrice al vertice della classifica del New York Times

Seduction sta diventando il ristorante più frequentato di tutta Portland e Addison Wade è fiera di potersi prendere la sua parte di merito. Insieme alle sue quattro socie ha tutto l’interesse a far sì che il locale sia un successo ed è convinta che il modo migliore per attirare nuovi clienti sia offrire loro musica dal vivo. Il nome su cui puntare potrebbe essere Jake Keller. Una ex rockstar carismatica e imprevedibile e… per la quale ha un debole. Per Addie è il momento di chiudere gli occhi e ascoltare il proprio cuore...

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IL PRIMO INCANDESCENTE APPUNTAMENTO CON LA SLOW BURN SERIES, IL RITORNO DI MAYA BANKS, AUTRICE DELLA FORTUNATISSIMA BREATHLESS TRILOGY.

“Un romanzo forte, diretto come un pugno nello stomaco. Lascerà i lettori con un solo desiderio: leggere il seguito.” Publishers Weekly

Il rampollo di una potente dinastia, una bambina rapita, una donna - una sensitiva – sulle tracce della piccola scomparsa. Ma quando sarà lei a trovarsi in pericolo, il giovane e affascinante Caleb sarà disposto a tutto per salvarla, a costo di rischiare la vita… e il suo cuore.

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Susan Mallery

Baciami


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Kiss Me HQN Books © 2015 Susan Mallery Inc. Traduzione di Claudia Rey Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Romance ottobre 2016 Questo volume è stato stampato nel settembre 2016 da CPI, Moravia HARMONY ROMANCE ISSN 1970 - 9943 Periodico mensile n. 173 del 14/10/2016 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 72 dello 06/02/2007 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Zane Nicholson dava sempre retta al suo istinto. E alle nove e cinquantacinque di mattina sapeva già che quella non sarebbe stata una buona giornata. Guardò fuori della finestra, verso le colline ondeggianti del suo ranch, e si domandò se essere un agricoltore non sarebbe stato più facile. I raccolti non abbattevano gli steccati durante la notte per andarsene chissà dove. I raccolti non avevano dei parti podalici. Avrebbe potuto coltivare mais... o grano. Il grano, con tutte quelle onde dorate, era patriottico. Ma chi voleva prendere in giro?, pensò tornando a esaminare il fascio di documenti. I Nicholson erano allevatori da cinque generazioni, e gli unici raccolti che avrebbero mai visto erano quelli dell'orto di cui si occupava il cuoco. «Ehi, capo.» Zane si volse a guardare il caposquadra, Frank Adelman, che era entrato togliendosi il cappello da cowboy e si stava sedendo sulla sedia di fronte alla scrivania. Una visita di Frank prima di mezzogiorno significava brutte notizie. «Che c'è?» domandò Zane, più rassegnato che infastidito. All'inizio di quell'anno il ranch era stato incluso nel comune di Fool's Gold e adesso faceva parte della sua giu5


risdizione. Il sindaco gli aveva garantito che sarebbe stato un vantaggio, ma per ora Zane ci vedeva solo un aumento delle scartoffie. Suo fratello invece era felicissimo della connessione Internet più rapida. «C'è una perdita nel dormitorio, sotto il lavello della cucina» spiegò Frank, «e gli uomini sono tutti fuori con le bestie. Ho chiuso l'acqua, ma il guasto va aggiustato oggi. Vuoi che richiami uno dei ragazzi o cerchiamo un idraulico?» Zane lasciò cadere la penna e si massaggiò le tempie. Quel che avrebbe voluto era un po' di aiuto da parte del destino... due settimane senza problemi. Ma evidentemente era chiedere troppo. Rifletté sul da farsi. Frank non poteva riparare il guasto perché doveva portare in giro dei compratori che sarebbero arrivati tra un'ora, e lui non poteva sostituirlo perché nel primo pomeriggio aveva appuntamento con alcuni ricercatori dell'Università della California. Far venire l'idraulico da Fool's Gold sarebbe stato più semplice, sempre che fosse stato libero per quel giorno. «Richiama un paio degli uomini» decise scuotendo la testa. «Il lunedì c'è sempre qualche rogna.» Frank fece un brusco cenno di assenso e si alzò. Mentre varcava la soglia, squillò il telefono. «Ranch Nicholson, sono Zane» rispose lui. «Salve» disse una piacevole voce femminile. «Ho chiamato per avere qualche informazione sui servizi che offrite. Posso chiedere a lei?» «Servizi?» ripeté lui perplesso. «Intende dire tenere i cavalli a pensione? Qui non lo facciamo, signora. Può provare con Reilly Konopka oppure al Ranch Castle, in città. Chieda di Rafe.» La donna rise. «No, non parlavo di cavalli, è per mio marito e per me. Arriviamo nel weekend per la gita con la mandria e mi domandavo se offrite anche dei trattamenti 6


rilassanti. Sarebbe ideale per iniziare la nostra vacanza... magari un bel massaggio californiano o con le pietre laviche che ormai sono così di moda...» Vacanza?, pensò lui. Massaggi? Gita con la mandria? «Non so proprio di che cosa stia parlando» disse bruscamente, assalito da una crescente sensazione di disagio. «Oh» fece la donna, delusa. «Sul vostro sito web non si parlava di cure estetiche, ma io speravo che ci fossero... Può consigliarmi un albergo che le offra a Fool's Gold? Potremmo arrivare un giorno prima, in modo da essere ben riposati per la spedizione con la mandria.» «Signora, può dirmi qualcosa di più su questa gita che vorrebbe fare?» «Mi scusi, ma lei non è un dipendente del ranch?» Veramente era il proprietario! «Sono un... ehm, sostituto» mentì. «Ah. Be', mio marito e io ci siamo iscritti per partecipare a questa spedizione con la mandria, e...» La donna continuò a spiegare, indicandogli il sito su cui aveva prenotato la vacanza, e Zane accese il computer e digitò il nome. Appena il sito apparve sullo schermo, rimase a fissarlo a bocca aperta, e ricordò a stento di salutare la sua interlocutrice prima di riagganciare. Il sito descriveva le meraviglie di una vacanza trascorsa all'aria aperta, accompagnando una mandria nella transumanza. Il tutto nel suo ranch! C'era una sola persona che avrebbe potuto ideare uno scherzo simile, ovvero suo fratello. Zane si sentì invadere da un'ondata di collera così impetuosa che temette di esplodere. Si alzò e si diresse verso la porta, ma poi si fermò. Aveva una voglia matta di menare i pugni o di spaccare qualcosa, e se adesso fosse andato da Chase avrebbe detto o fatto qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Suo fratello lo vedeva come un incrocio tra il diavolo in persona e l'avaro Scrooge; ma ormai 7


era quasi un adulto e se non si fosse dato rapidamente una regolata avrebbe combinato qualcosa di irreparabile e sarebbe vissuto di rimorsi. Pensando ai rimorsi, Zane si calmò. Lui stesso ne aveva, e tanti. Un rimorso poteva divorarti, farti desiderare di capovolgere il tempo, di poter tornare indietro, ma la vita non era così semplice. Una volta compiuta, un'azione non si poteva disfare. E lui non augurava quella sofferenza a suo fratello. Fin da quando Chase era un bimbetto che lo seguiva dappertutto, imitando ogni sua mossa, Zane lo aveva adorato. E aveva giurato che lo avrebbe protetto da tutto e da tutti, anche da se stesso. Così, invece di andare in cerca di Chase, tornò alla scrivania e si sedette, riflettendo sul da farsi. Avrebbe insegnato a suo fratello a comportarsi da persona responsabile, da uomo rispettabile. Il tipo di uomo che non doveva convivere con la vergogna. «Ho deciso di non mandarla in carcere, signorina Kitzke» disse con tono severo il giudice Haverston scrutando l'imputata al di sopra degli occhiali. «Credo che le sue intenzioni fossero buone... ma sa che cosa si dice della strada per l'inferno.» «Sì, Vostro Onore.» «Lei non dovrà risarcire i danni, però dovrà rimborsare la caparra già versata.» Il giudice diede un'ultima occhiata alle carte che aveva di fronte, poi batté un colpo con il martelletto. «La seduta è tolta.» Tutti i presenti si alzarono in piedi mentre il giudice si ritirava nel suo studio o come si chiamava il luogo segreto dei giudici, pensò Phoebe cercando di rilassarsi. Non andare in prigione era un ottimo risultato, si disse. Quando faceva la babysitter, da ragazzina, in televisione aveva visto troppi film in cui alle giovani prigioniere 8


succedevano cose terribili. Molto meglio restare fuori. Strinse la mano all'avvocato della compagnia e lo ringraziò per il suo aiuto, poi si volse a guardare il suo capo, April Keller. April era più alta di lei – e chi non lo era? – e aveva i capelli biondo miele per cui la California andava famosa. Phoebe si era sempre sentita fuori posto a Los Angeles, con il suo fisico curvilineo, la bassa statura e i capelli scuri come gli occhi. «Stai bene?» si informò April. Lei alzò le spalle. «Sono contenta di aver evitato la prigione, perché sicuramente me la sarei vista brutta. Quanto al resto, sono ancora un po' stordita.» April sospirò. «Ti chiedo scusa» disse mestamente, «per tutto. Ma mi hai davvero salvata.» Phoebe non voleva parlarne. Se ci avesse pensato troppo, si sarebbe giustamente arrabbiata, e non voleva peggiorare la sua situazione. «E il mio lavoro?» domandò. «Ho salvato anche quello?» L'altra strinse le labbra e non rispose. «Fammi indovinare... sono stata licenziata.» «Sospesa.» Nel frattempo erano uscite nel corridoio pieno di persone, prese dai propri problemi legali. Phoebe si augurò che chi era innocente avesse una sorte migliore di quella che era toccata a lei. «Per quanto tempo?» domandò. «Un mese.» April le sfiorò il braccio. «Senti, per farmi perdonare ti pagherò lo stipendio di tasca mia.» «Sono stata sospesa e per giunta senza stipendio?» chiese Phoebe. April annuì. Perfetto. Davvero perfetto. Phoebe raddrizzò le spalle e fece un passo indietro. «Ci vediamo tra un mese» disse dirigendosi verso l'uscita. April le corse dietro. «Phoebe, aspetta! So che ce l'hai con me, hai tutto il diritto di essere furibonda...» 9


Lei si fermò. «A dire il vero, ce l'ho soprattutto con me stessa.» Gli occhi di April si colmarono di lacrime. «Se non fosse stato per te non so proprio come avrei fatto...» «Be', sono contenta di esserti stata d'aiuto.» Phoebe guardò ostentatamente l'orologio. «Adesso, però, devo andare...» «Va bene, ma chiamami tra un paio di giorni, d'accordo? Così potrai insultarmi finché ti pare... me lo merito.» Phoebe si congedò con un cenno del capo e si avvicinò all'ascensore che portava al parcheggio sotterraneo. Nel quadro generale delle cose, pensava, aveva compiuto una buona azione. Aveva incrementato le sue possibilità di gloria in un'altra vita, se c'era un'altra vita. Se non c'era, era stata sospesa senza stipendio da un lavoro che amava, e per una colpa non sua. Quello non era certo il miglior lunedì della sua vita. «Phoebe?» Lei riconobbe la voce, capì che il suo lunedì stava decisamente peggiorando e si voltò. Jeff Edwards stava in piedi nel corridoio. Lo stesso Jeff che un tempo aveva amato e accettato di sposare, con cui stava per andare a vivere... Finché non lo aveva sorpreso a letto con la stagista diciottenne che lei stava seguendo nell'ambito di un programma di aiuto ai ragazzi usciti dall'affidamento. Jeff Edwards: alto, bello, importante dirigente dell'Agenzia Californiana degli Immobiliaristi, che dopo la rottura aveva avuto il cattivo gusto di chiederle indietro tutti i DVD. «Hai combinato un bel casino» osservò lui porgendole una busta dall'aspetto ufficiale. «Il consiglio direttivo sta pensando di revocarti la licenza.» Lei lo guardò stupefatta. Era come trovarsi coinvolta in un incidente d'auto, quando tutto sembra svolgersi al rallentatore ma sai che non c'è modo di evitare lo schianto. 10


In un mondo perfetto avrebbe saputo rispondergli con un battuta al vetriolo, ma, poiché il suo mondo era sottosopra, prese la busta senza una parola. Poi, grazie al primo colpo di fortuna di quella giornata, le porte dell'ascensore si aprirono e lei entrò con tutta la dignità di cui era capace. La sua unica vittoria fu di vedere la faccia stupita di Jeff mentre le porte scorrevoli si richiudevano e lo lasciavano lì a parlare da solo. Chase digitò rapidamente qualcosa sulla tastiera, seguendo il ritmo della musica che usciva dagli auricolari. Sullo schermo apparve un montaggio di immagini che mutavano velocissime, anche queste al ritmo della musica. Lui le ignorò tutte, a parte le foto di belle ragazze in bikini che aveva scaricato da Sports Illustrated la settimana prima. Quando apparvero immagini di bande rock, macchine sportive e alieni, lui riportò l'attenzione sul riquadro della chat che campeggiava al centro. Il messaggio in attesa diceva: Il gatto robot non è riuscito a prendere il topo, ci è solo caduto sopra. Chase lesse, imprecò, poi prese un quaderno parecchio usurato e sfogliò alcune pagine. Almeno ha mostrato un po' di interesse?, digitò. Sicuro che i sensori funzionino? Durante l'ultimo test i sensori erano stati registrati e funzionavano bene, ma chissà se il robot riusciva a capire quel che vedeva? Quello era l'ostacolo maggiore. Forse il gatto robot era un progetto troppo ambizioso, rifletté Chase. Forse lui e Peter avrebbero dovuto cominciare da un semplice topo. 11


Improvvisamente la musica nelle sue orecchie cessò, Chase si voltò e vide Zane in piedi accanto alla scrivania. La spina che collegava gli auricolari al computer gli penzolava dalle dita. Chase digitò il codice della macro che inviava a Peter il messaggio di fine comunicazione per interferenza adulti. Tutti i suoi amici avevano inventato messaggi simili, e alcuni erano molto buffi. Ma guardando la faccia corrucciata del fratello e i suoi occhi accesi di collera Chase dimenticò ogni voglia di ridere. Cercò di ricordare se avesse combinato qualche guaio ultimamente. La sera prima, rigovernando, aveva rotto due piatti, ma per quello Zane lo aveva già sgridato, e la furia che emanava da lui non poteva essere causata da due stupidi piatti. Quindi doveva aver fatto qualcos'altro, però non era ancora mezzogiorno e dopo colazione lui non era uscito dalla sua camera. A meno che Zane non avesse scoperto che... Suo fratello non disse niente, si chinò sulla tastiera e cominciò a digitare un indirizzo. Prima che arrivasse alla quarta lettera, Chase capì di essere fregato. Il sito apparve sullo schermo in pochi secondi: un panorama di Fool's Gold ai piedi della Sierra Nevada, con una didascalia scorrevole che diceva: Venite nella bellezza selvaggia della California settentrionale per una vacanza unica. Poi la foto cambiò e apparve un gruppo di persone a cavallo. Bellissima foto, pensò Chase, che l'aveva copiata da un altro sito. «Comincia a spiegarmi» ringhiò Zane fissando Chase con aria truce. Da piccolo Chase chiamava quell'espressione lo sguardo da raggio della morte, e ne era terrorizzato. Ma allora era solo un bambino e per lui Zane era una specie di idolo. Non sapeva ancora che, da adolescente, per il fratello 12


maggiore sarebbe diventato un fastidio, un buono a nulla che sbagliava sempre e comunque. «Allora?» Chase si alzò dalla sedia e andò a sedersi sul letto. Anche se il raggio della morte aveva smesso di terrorizzarlo, preferiva mettere una certa distanza tra sé e Zane. «Non è niente di speciale» minimizzò. «Peter Moreno e io abbiamo progettato un sito web per il corso di informatica. Il professore ci ha dato un dieci e ha detto che ben presto saremo più bravi di lui.» Zane si sedette sulla sedia che Chase aveva appena lasciato. «Già, prendi sempre dieci in informatica, scienze e matematica, e in tutte le materie che ti interessano. Ma dimentichi il cinque in inglese e il tre in storia.» Chase si sdraiò sul letto. Santo cielo, di nuovo con quella storia? Nessuno al MIT si sarebbe preoccupato se lui andava male in storia. Non era quel tipo di college. Naturalmente, se Zane avesse fatto a modo suo, lui non sarebbe mai andato al MIT ma avrebbe passato la vita a spalare sterco di mucca e a dar da mangiare alle capre. «Mezz'ora fa ho ricevuto una telefonata» continuò Zane con molta calma. Quel tono di voce era assai più preoccupante del raggio della morte. Significava che Zane cercava disperatamente di non esplodere. Chase si mise a sedere sul letto. «Una donna voleva sapere se offrivamo massaggi o trattamenti estetici prima di partire per la gita con la mandria» proseguì Zane. «Ah, quello...» «Già, quello. Perché non mi dici di che si tratta?» Chase deglutì. Era solo uno scherzo che era sfuggito di mano a lui e Peter, pensò. Guardò Zane e vide un piccolo muscolo guizzare sulla sua mascella contratta. Un pessimo segno. «Non preoccuparti. È tutto sotto controllo.» 13


«Spiegami come.» Zane sembrava sempre più furibondo e Chase si mise a parlare più in fretta che poteva. «Te l'ho detto, era un compito per la scuola. Dovevamo progettare un sito web e poi metterlo su Internet.» «Per la scuola» precisò Zane a denti stretti. «Invece lo avete trasferito su un servizio di hosting che lo ha reso accessibile al pubblico.» «Be', sì, ma è stato un incidente... Reese Hendrix lo considerava uno scherzo.» Zane strinse i pugni. «Uno scherzo? Vi siete inventati una gita con la mandria, avete accettato le prenotazioni e incassato dei soldi!» «Solo per un po' di tempo» protestò Chase. «Fidati, so quello che faccio.» Zane si alzò e si avvicinò alla finestra. «E sai che la gente arriva questo sabato e si aspetta una gita di sei giorni con il bestiame?» «Be', sì, è stato un errore, e quando il denaro ha cominciato ad arrivare, Peter e io non sapevamo che cosa fare... Ma stiamo risolvendo il problema.» A dire il vero avevano capito solo più tardi che rimandare indietro il denaro con una lettera che spiegasse il malinteso sarebbe stata la soluzione migliore, dapprima però non ci avevano proprio pensato. «Stiamo lavorando a un robot e ci servono molti componenti. Peter ci ha messo la sua parte di denaro, ma non era abbastanza e tu non vuoi mai prestarmi niente...» «Avete usato il denaro di estranei per finanziare il vostro progetto?» sbottò Zane rosso in faccia. «Questo si chiama furto! Il vostro sito web è una truffa e adesso ci si aggiunge anche il furto!» Chase balzò in piedi. «Non ho rubato proprio niente. Non lo farei mai!» «E allora dov'è il denaro?» «È qui» rispose Chase avvicinandosi alla tastiera del 14


computer e digitando rapidamente alcuni numeri. «Peter e io abbiamo fatto del day trading. Ci siamo detti che avremmo preso quei soldi in prestito per qualche tempo e quando avessimo guadagnato a sufficienza avremmo restituito le somme dovute e ci saremmo tenuti il resto. E ci era sembrata una grande idea finché il quarto giorno non abbiamo perso quasi tutto.» Zane emise un suono strozzato, mentre Chase tentava di aprire il suo conto investimenti. «So che cosa pensi, che ho combinato un gran casino come al solito... Ma poi durante la festa del Quattro Luglio abbiamo sentito un turista parlare di una compagnia informatica che stava per lanciare un nuovo tipo di scheda madre. Secondo lui le azioni della compagnia sarebbero salite alle stelle, così ne abbiamo comprate il più possibile con i soldi che ci erano rimasti. L'annuncio sarà dato alle cinque di oggi pomeriggio, noi venderemo le azioni e restituiremo i soldi delle prenotazioni. Abbiamo pensato di spiegare che il ranch è stato distrutto da un incendio o roba simile, così non verrà nessuno.» Chase arrischiò un'occhiata al fratello. «Perciò, vedi, ho risolto tutto. Ho già pronta la lettera in cui comunico a tutti di non venire qui, ma che i soldi delle prenotazioni saranno restituiti entro ventiquattr'ore. Tutto a posto, no?» Zane non batté ciglio. «Hai rubato i soldi di quella gente, li hai persi facendo day trading, speri di recuperarli con l'insider trading e vuoi annullare la loro vacanza con meno di una settimana di preavviso. E ti sembra che sia tutto a posto?» esclamò urlando sempre più forte. «Queste persone hanno prenotato una vacanza, hanno preso delle ferie dal lavoro, hanno comprato i biglietti aerei. Hai idea di quanto ti potrebbero chiedere di danni?» «Be', no...» borbottò Chase. Intanto la pagina del suo conto investimenti si era aperta. Chase fece scorrere il cursore fino al punto in cui era 15


segnata una cifra e quasi svenne quando vide la somma di due dollari. «Nooo!» urlò. Cliccò sull'icona che apriva le ultime notizie e un titolo a caratteri maiuscoli lampeggiò sullo schermo. PRESIDENTE DI COMPAGNIA INFORMATICA ARRESTATO PER FURTO DI INFORMAZIONI RISERVATE Sentì i passi di Zane alle sue spalle. «Sembra che il tuo piano abbia qualche falla» commentò suo fratello chinandosi a guardare lo schermo. Chase non sapeva che dire. La situazione era davvero pessima, probabilmente il guaio peggiore che avesse mai combinato. Gli veniva voglia di vomitare. La gente sarebbe arrivata per quella maledetta vacanza, lui non aveva i soldi da restituire e se Zane non lo avesse aiutato sarebbe finito in prigione. O peggio. «L'ho proprio fatta grossa» mormorò quasi tra sé. «Così pare.» Chase si sentì avvampare. Fissò il pavimento di legno consunto e la punta graffiata dei suoi stivali da cowboy. «Mi dispiace...» sussurrò. «Ti dispiace?» ruggì Zane. Poi imprecò. «In passato hai fatto un bel po' di stronzate, ma non eri mai arrivato a tanto.» Strinse i pugni come se si stesse trattenendo dal colpirlo. «Da te mi aspettavo di meglio... Ormai dovrei aver imparato, invece continuo a sperare che tu cresca. E mi sbaglio ogni volta.» Nessuna punizione, nemmeno fisica, avrebbe potuto ferirlo più di quelle parole. Chase si sentì soffocare e per la prima volta da anni temette di scoppiare a piangere. «E adesso che facciamo?» sussurrò. «Bella domanda. Hai un piano B?» Chase scrollò la testa. «Penso che... che dovrò farmi prestare il denaro per risarcire quella gente.» 16


Zane tacque a lungo e quando alla fine parlò Chase capì che stava per dire qualcosa di molto serio. «Un prestito sarebbe troppo semplice. Innanzitutto, chiamerò Raoul e Pia e dirò loro che cos'avete fatto tu e Peter, poi deciderò cosa fare con te. Non sarà una punizione da poco, credimi. Sarà una lezione che non dimenticherai mai.» Zane lasciò la camera senza aggiungere altro e Chase si domandò se l'avrebbe mandato via di casa. Forse non sarebbe stato così grave, pensò: lui odiava il ranch e sognava di andarsene al più presto per studiare i computer, i raggi laser e altre materie interessanti. Non voleva certo allevare bestiame. Ma andarsene di sua volontà ed essere cacciato via dall'unico membro in vita della sua famiglia erano due cose ben diverse. Chase si lasciò ricadere sul letto, sentendosi solo e spaventato e molto più piccolo dei suoi diciassette anni.

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Baciami di Susan Mallery A Fool's Gold tutto può accadere, anche che un uomo solitario riesca a trovare la donna che gli catturerà il cuore. Phoebe ha un animo gentile, ma ha imparato a proprie spese che aiutare gli altri a ogni costo può anche essere rischioso. Nonostante avesse deciso di tenersi per un po' lontana dai guai, non riesce a tirarsi indietro quando la sua migliore amica le chiede di aiutarla nella sua proprietà a Fool's Gold. Da ragazza di città quale è, Phoebe si ritrova così a indossare dei panni completamente diversi. Zane è un uomo solitario e rude, e non è certo il tipo di persona ben disposta nei confronti dei turisti desiderosi di scoprire la vita di provincia. Questa volta però deve rimboccarsi le maniche e accompagnare dei visitatori insieme a...

Solo per questa volta di Gina Showalter Beck Ockley è milionario. Ha provato sulla propria pelle il dolore della perdita e ora è seriamente intenzionato a evitarlo per il resto della propria vita. Si è trasferito nella cittadina di Strawberry Valley, Oklahoma, per dedicarsi al lavoro, ai pochi amici dei quali si fida e per concedersi un po' di piacevole relax. D'altra parte è, e sempre sarà, un irriducibile playboy, il cui motto è "giusto una volta". Quando Harlow Glass è nei paraggi, però, è meglio stare all'erta. Bellezza del sud dal passato burrascoso, sembra destinata a essere una delle tante tacche sulla testiera di Beck, ma il suo calore appassionato riesce a fare breccia nel muro che in lui bandiva completamente i sentimenti. Harlow, però, ha perso tutto ciò che amava e ora...


Quello che le donne vogliono di Sheila Roberts Jonathan e i suoi compagni di poker non saranno mai in grado di capire davvero cosa vogliono le donne. Prendete lui. Si è innamorato di Lissa quando erano ancora dei bambini, ma Jon è più vizi che virtù e non è certo il Principe Azzurro che una ragazza cerca. E vogliamo parlare del suo amico Kyle, l'individuo più scoraggiato del mondo? Mindy, la receptionist che lavora nel suo ufficio e su cui ha messo gli occhi, gli preferisce sempre qualcun altro. E per finire, guardate Adam, il terzo del gruppo, quello con la situazione apparentemente più regolare sul fronte "vita a due": ha appena ricevuto il benservito dalla moglie. Ma forse una soluzione c'è quando Jonathan si trova tra le mani un romanzo rosa scritto da un'esperta del genere.

Un Natale speciale di Julia Williams Con quattro figli da crescere, un libro di ricette di Natale da scrivere e la madre che soffre di demenza senile, Cat ha già abbastanza problemi tra cui destreggiarsi. Quando a tutto questo si aggiungono anche i colpi di testa della sua figlia maggiore Mel, Cat capisce di avere davvero troppo sul piatto. Pippa adora la sua famiglia sebbene, molto spesso, questa non le lasci tempo per se stessa. Quando però suo marito Dan è coinvolto in un incidente, tutto il mondo della donna crolla. La vita di Marianne non è delle più semplici. Si barcamena tra il lavoro e la gestione dei due gemelli e del figliastro Stephen, finché un problema in cui è coinvolto il suo ex getta la sua vita ancora più nello scompiglio. Cat, Pippa e Marianne stanno vivendo...

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Londra, 1904. Una fuga nella notte, un gioiello prezioso… un’attrazione sconvolgente alla quale è impossibile resistere. “Uno stile scorrevole, intrigante. Quest’autrice sorprende ad ogni romanzo.” Amazon.it

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