BN79_TENEBRE E PASSIONE

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Touch Of Surrender HQN Books © 2010 Tabitha Bird Traduzione di Elena Rossi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Bluenocturne gennaio 2013 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2012 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) BLUENOCTURNE ISSN 2035 - 486X Periodico mensile n. 79 dell'11/01/2013 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 118 del 16/03/2009 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


1 Praga, Repubblica Ceca, sabato notte Il club puzzava di sesso, droga e rock'n'roll. Se si può chiamare rock questo orribile fracasso, pensò Morgan Cantrell, rimpiangendo di non aver portato con sé i tappi per le orecchie. Anche se non era un'esperta, la Guardiana dubitava che quella spazzatura techno che usciva dal sound system a cento decibel potesse essere classificata come musica. Tortura sembrava un termine più appropriato. I suoi timpani, molto più sensibili di quelli umani, stavano probabilmente sanguinando in segno di protesta, ma ignorò il dolore per concentrarsi sul bersaglio. Sull'uomo – o, piuttosto, il licantropo – che era venuta a cercare. Quel locale buio e alla moda, pieno di ogni genere di vizio, era l'ultimo posto al mondo in cui si sarebbe aspettata di trovare il Guardiano Kierland Scott. Eppure Morgan sapeva che il tipo alto e atletico dai capelli ramati, incastrato tra due flessuose mutaforma succintamente vestite, era Kierland. Anche se li separava un ampio locale illuminato con luci stroboscopiche, poteva riconoscere le linee scolpite del suo bel volto, il fisico asciutto di un purosangue, letale quanto delizioso 5


d'aspetto. Indossava un paio di jeans sbiaditi bassi sui fianchi, stivali di pelle consunti e una camicia bianca che faceva risaltare l'abbronzatura e il fisico muscoloso, anche se lei sapeva che aveva scelto quegli abiti unicamente per la praticità . Nonostante la sua bellezza appariscente, non era vanitoso nÊ presuntuoso. Era semplicemente un esemplare maschile da far venire l'acquolina in bocca. Perfetto. Pericoloso. Creato per il peccato. Il respiro le si fece piÚ rapido mentre il cuore accelerava i battiti; si sentiva bruciare nella pelle improvvisamente troppo stretta, come se avesse inghiottito qualcosa di denso e bollente. Non contava che lei e Kierland non si sopportassero al punto da non poter restare insieme nella stessa stanza. Per quanto lo detestasse, la faceva sempre sentire come se le avessero iniettato un'overdose di ormoni sessuali... o qualche afrodisiaco inebriante. Non ricordi quanto hai cercato di odiarlo? Gettando dietro le spalle i lunghi capelli, Morgan fece tacere la voce irritante che le risuonava nella mente e si concentrò invece sull'ambiente circostante, cercando istintivamente ogni segno di pericolo. Il club era rivolto chiaramente a una clientela non umana, pieno com'era di rappresentanti degli antichi clan. Collezione eterogenea di specie paranormali, gli antichi clan vivevano nascosti in mezzo agli uomini da secoli e il segreto della loro esistenza era custodito dall'organismo di mutaforma chiamato i Guardiani, al quale appartenevano lei e Kierland. Quando Morgan era entrata nel locale, lasciandosi alle spalle i freddi venti invernali, era stata sopraffatta dell'odore intenso e penetrante delle varie specie che si mischiavano sulla pista da ballo, agitando i corpi sudati 6


in una specie di frenesia ipnotica e sensuale. C'erano lycan, streghe, mutaforma di vario tipo e anche qualche vampiro deschanel, anche se questi ultimi osservavano la folla con la stessa aria sprezzante di Kierland, come se si considerassero superiori a tutta quella follia di contorsioni. Vestita con jeans, stivali e una maglia nera a collo alto, Morgan era più coperta di qualsiasi altra donna presente, il che le stava più che bene. Non era venuta per mischiarsi al mercato sessuale. Doveva solo parlare con Kierland e dirgli il motivo per cui era lì. Allora muoviti. Non stare lì ad accumulare polvere. «Giusto» mormorò tra sé, eppure non si mosse. Il cuore le accelerò ancora i battiti e la pelle si ricoprì di un sudore freddo nonostante il calore sensuale che ardeva dentro di lei. C'era troppa gente e la mancanza di spazio le provocò una di quelle familiari ondate di panico che la tormentavano ormai da una decina di anni. Respirando a fondo, si sforzò di mantenere il controllo. Sarebbe stato letale perdere il sangue freddo in un luogo come quello. C'erano troppi predatori che avrebbero potuto approfittarne. L'avrebbero vista come una preda e si sarebbero fatti avanti a ucciderla per l'unico motivo che era più debole di loro. Morgan discendeva da una dinastia di mutaforma dallo spirito libero, che si erano mischiati con specie diverse di generazione in generazione: leoni con daini, lupi con agnelli. Non era in grado di assumere le sembianze di alcun animale e per questo era considerata inferiore dalla maggior parte dei mutaforma purosangue. I pregiudizi erano odiosi, ma per i clan facevano parte della loro natura bestiale. In ogni caso non avevano impedito a Morgan di diventare quello che voleva, e cioè una Guardiana come il nonno paterno. Si era 7


dovuta allenare più a lungo e più duramente dei suoi compagni e aveva dovuto affinare senza sosta le proprie capacità per compensare il fatto che poteva contare solo su un piccolo paio di zanne e corti artigli, ma alla fine era riuscita a diventare una Guardiana molto abile. Non considerava più una debolezza l'incapacità di trasformarsi, ma la usava a proprio vantaggio, sapendo che spesso gli avversari la sottovalutavano. L'unica sua vera debolezza era quella paura nauseante di essere circondata dalla gente; la sensazione era ancora peggiore quando era al chiuso, senza la libertà del cielo sopra la testa. Desiderava ardentemente girare sui tacchi e tornare all'aria fresca della notte, ma non poteva tirarsi indietro. Anche se odiava quella situazione, doveva affrontarla. Doveva farsi strada tra la folla densa e ondeggiante, se voleva raggiungere Kierland all'altro lato della sala. «Fallo e basta» si disse, flettendo le mani ai lati del corpo mentre faceva un passo avanti e poi un altro. Aveva la vista confusa e la gola stretta in un nodo, un rivolo di sudore le colava lungo la schiena, ma andò avanti, rifiutando di cedere al panico. Non guardare nessun altro che Kierland. Resta concentrata su di lui. Non era difficile seguire quelle istruzioni mentali, dato che il lycan era così imponente, così... piacevole da guardare. Morgan non era l'unica a pensarla così; più di uno sguardo avido e affamato, sia di donne sia di uomini, convergeva sul suo fisico scolpito. Si poteva percepire il potere che emanava, la forza e il potenziale letale che dominava con sapiente controllo. Era affascinante e ti attirava a sé come un incantesimo, finché volevi solo stringerti a lui. Sfiorare la sua pelle brunita con la punta sensibile delle dita, soltanto per sentire quel 8


potere ipnotico pulsare e vibrare sotto la superficie. Mentre lo guardava, lui si appoggiò al lungo bancone con atteggiamento disinvolto e le due mutaforma bionde si fecero più vicine su entrambi i lati. Erano così simili che Morgan immaginò fossero sorelle, forse addirittura gemelle. Erano eccezionalmente belle, ma i cigni lo erano sempre; i capelli biondi, così chiari da sembrare bianchi, tradivano la loro natura. L'esperienza le diceva anche che quasi tutti i cigni avevano... un cervello da gallina ed erano famosi per le loro scenate di gelosia. Non avrebbero gradito di vederla entrare nel loro territorio e senza dubbio anche il cocciuto lycan sarebbe stato ben poco entusiasta di incontrarla. Era sempre così. Strano come la cosa le desse ancora fastidio. Dopo dieci anni che si evitavano reciprocamente appena potevano, si sarebbe dovuta abituare all'idea. Si sentiva frustrata per non essere riuscita a digerire un concetto così semplice, per quanto si sforzasse. L'ultima volta che l'aveva visto era stato una settimana prima a Harrow House, la tenuta di famiglia di Kierland in Inghilterra, dove la sua unità di Guardiani si era trasferita recentemente dal Colorado per motivi di sicurezza. Anche se negli ultimi cinque anni lei aveva fatto parte della base di Reno, si era unita al gruppo di Kierland un mese prima, dopo che suo fratello Kellan l'aveva chiamata per dirle che avevano bisogno del suo aiuto per proteggere una bambina di nome Jamie Harcourt da un gruppo di casus che le davano la caccia. Morgan aveva raggiunto l'Inghilterra insieme a Kellan e gli altri e lì aveva incontrato Kierland, che era rimasto a Harrow House finché non erano state messe a punto tutte le misure di sicurezza ma, appena era stato libero di ripartire, se ne era andato. I suoi amici avrebbero vo9


luto che restasse, ma lui aveva detto di avere degli affari in sospeso a Praga, dove stava trattando con il Consorzio, l'organismo che governava gli antichi clan superstiti. O forse aveva fretta di tornare dalle sue fidanzate. Allontanando quel pensiero irritante, Morgan stava cercando di decidere quale fosse il modo migliore per avvicinarlo, quando Kierland alzò il capo di scatto, facendole capire che aveva avvertito il suo odore. Ciocche di capelli rosso scuro gli ricadevano sulla fronte e la bocca piena e sensuale si irrigidì in una linea sottile appena posò su di lei gli occhi verde chiaro. Anche se l'irritazione era incisa in ogni tratto del suo volto, fu l'intensità quasi violenta di quello sguardo a farla rabbrividire. Ti aspettavi forse che fosse felice di vederti? Siamo seri. Farebbe più festa a uno scoiattolo idrofobo. «Che cosa ci fai tu qui?» le chiese con un grugnito appena fu a portata d'orecchio. «Sei sola? Dove sono gli altri?» Morgan non rimase sorpresa dalla rapida successione di domande, considerando quanto fosse pericoloso in quel momento per un Guardiano andare in giro da solo. Dopotutto erano in guerra. Anche se i Guardiani non dovevano interferire nel mondo dei clan, a meno di un ordine specifico dei superiori, le cose erano cambiate con il ritorno dei casus e il conseguente risveglio del clan dei merrick, un tempo loro acerrimi rivali. Pur essendo stati uno dei clan più potenti, i merrick erano stati decimati da anni di guerra e alla fine si erano accoppiati con esseri umani. Per secoli, le caratteristiche uniche della loro specie erano rimaste sopite dentro i discendenti umani, fino al recente ritorno dei 10


terribili casus, che avevano dato inizio alla guerra. Sadica razza di creature immortali imprigionate da oltre mille anni per i loro crimini contro l'umanità e contro i merrick, i casus avevano scoperto il modo di fuggire dal luogo di detenzione metafisico in cui erano stati rinchiusi. Avendo bisogno del potere che veniva loro nutrendosi dell'antico nemico, avevano incominciato a dare la caccia ai merrick risvegliati, determinati a distruggerli una volta per tutte. Ora i Guardiani agivano per conto proprio e lottavano per fermare il ritorno dei casus; i loro sforzi erano coordinati dall'unità di Kierland. Erano aiutati da tre merrick della famiglia Buchanan che si erano risvegliati recentemente – Ian, Saige e Riley – ognuno dei quali possedeva un misterioso potere che li aveva aiutati nella ricerca di una serie di croci intagliate chiamate i Marcatori Neri. Era stata Saige Buchanan a scoprire le mappe cifrate che conducevano ai luoghi in cui erano nascosti i Marcatori e il suo potere le aveva permesso di decifrare il codice in cui erano scritte. Essendo le uniche armi in grado di uccidere quei mostri e spedire la loro anima all'inferno, le croci erano inestimabili nella lotta contro i casus e il tempo era un elemento determinante, perché anche i casus le volevano. Erano anche riusciti a rubare le mappe e a tenerle per un breve periodo, durante il quale ne avevano sicuramente fatto delle copie. Copie che tutti speravano non sarebbero mai riusciti a decifrare. La guerra, fino a quel punto, era stata sanguinaria e i casus non avevano digerito la sconfitta del mese prima in Inghilterra, quando i mostri avevano attaccato l'unità di Kierland nel tentativo di mettere le mani su Jamie Harcourt, una bambina di tre anni. Da allora, avevano aggredito diversi membri dell'unità che si erano allon11


tanati alla ricerca dei Marcatori Neri e in alcuni casi li avevano feriti gravemente. Poi c'erano i morti che camminano. Se i Guardiani si erano chiesti quale effetto avrebbe avuto sull'equilibrio universale la loro lotta contro i casus, adesso lo sapevano. Le leggende zingare che avevano profetizzato il ritorno dei casus e il risveglio dei merrick si basavano sulla convinzione che tutte le cose erano connesse tra loro; solo ora, con l'arrivo del nuovo nemico, si erano resi conto di quanto fosse vera tale convinzione. Ogni volta che un Marcatore Nero veniva usato contro uno di quei mostri che davano la caccia ai merrick, si apriva un portale nell'inferno. Sfortunatamente, mentre l'anima del casus era costretta a entrarvi, qualcos'altro era in grado di uscirne strisciando. Grazie a uno degli informatori di Kierland, ora i Guardiani sapevano che quelle strane creature simili a cadaveri erano chiamate morti che camminano e non portavano niente di buono. Anime di uomini e donne dei clan condannate all'inferno per i loro crimini, ora erano creature impazzite dopo il tempo trascorso nella fossa. Il loro unico obiettivo sembrava essere quello di seminare il caos tra i clan, con l'unica intenzione di vedere il mondo precipitare nella follia. E il loro primo scopo era quello di distruggere i Guardiani, dato che i mutaforma perfettamente addestrati agivano come gli occhi e le orecchie del Consorzio. Kierland poteva anche detestarla, ma non poteva permettersi di perdere un altro soldato, soprattutto quando tanti Guardiani erano giĂ caduti vittime dei morti che camminano. Nelle ultime settimane quelle creature infernali avevano lasciato una scia di morti che ammontava a nove. Il lycan e i suoi amici avevano discusso per un mese su quello che poteva essere consi12


derato un rischio accettabile quando si trattava di lasciare la sicurezza di Harrow House, protetta dai morti che camminano, che non potevano attraversare il fossato con acqua salata e benedetta dal prete del villaggio. E Kierland non perdeva occasione di mettere l'accento sulla necessità di muoversi in gruppo. Il che significava che si sarebbe infuriato con lei per essere venuta da sola. «Non sono una bambina, Kier. Non ho bisogno di una balia» disse, rispondendo finalmente a una delle sue domande, sorpresa lei stessa dal tono roco della propria voce. «Allora sei qui da sola?» chiese Kierland. La nota dura di frustrazione nella sua voce testimoniava che era davvero infuriato. Noto come maestro di autocontrollo, il lycan perdeva raramente la calma ma, quando succedeva, era sempre uno spettacolo pericoloso e affascinante, come assistere con i propri occhi all'eruzione di un vulcano. «Sono venuta da sola per lo stesso motivo per cui l'hai fatto tu. Meno di noi lasciano la sicurezza di Harrow House, meglio è, a questo punto» rispose. Il profumo dolce e stucchevole dei due cigni le irritò le narici mentre si avvicinava. Morgan non era in grado di trasformarsi completamente, ma i suoi sensi erano ancora più sviluppati di quelli di un predatore, il che significava che il suo senso dell'olfatto era eccezionalmente acuto. Era una grande risorsa sul campo, ma una seccatura quando era costretta a respirare l'essenza scadente delle amichette di Kierland. Il lycan aprì la bocca come se stesse per dire qualcosa, ma la bionda alla sua sinistra lo batté sul tempo. «Conosci davvero questa donna, Kierland?» «Sì» mormorò lui, voltandosi verso il banco per 13


prendere un bicchiere di vetro spesso posato alla sua destra; il liquido ambrato odorava di scotch. Mentre afferrava il bicchiere con la mano grande, segnata dalla battaglia, Morgan dovette ammettere che le piaceva il modo in cui aveva arrotolato i polsi della camicia, rivelando i tendini che correvano lungo i robusti avambracci, la pelle di un caldo colore dorato per le innumerevoli ore trascorse ad allenarsi sotto il sole. «Che peccato...» disse l'altra bionda, ostentando un broncio esagerato. Con una mano giocherellava con le punte dorate della coda di cavallo, mentre esaminava Morgan con sguardo freddo e calcolatore. «Buffo, stavo pensando la stessa cosa» replicò Kierland, fissando il contenuto del suo bicchiere. «Allora basta che la ignori» suggerì la bionda alla sua sinistra. «Se solo fosse così facile» borbottò lui, gettando il capo all'indietro per ingoiare una lunga sorsata d'alcol. I capelli erano umidi alle tempie e il rosso sembrava quasi nero; il suo corpo emanò un'ondata di calore così intensa che Morgan si sentì bruciare. Anche la sua temperatura corporea era in aumento, ma non avrebbe saputo dire onestamente se fosse per il caldo del locale o per lo sguardo intenso con cui lui la stava fissando. I suoi occhi erano di una sfumatura di verde così pallido che sarebbe dovuto sembrare freddo e slavato, ma non era così. Tra le folte ciglia scure, il bordo esterno delle iridi incominciava già a risplendere di un bagliore soprannaturale, segnalando il risveglio della bestia. Oh, era davvero infuriato. «Allora, che cosa ci fai qui, esattamente?» Parole secche e taglienti, ma Morgan apprezzò il modo in cui gli uscirono dalle labbra, con un'impercettibile traccia di accento inglese. C'era qualcosa di intensamente viri14


le nel movimento della sua bocca quando parlava: la curva quasi crudele delle labbra aggiungeva un elemento perverso, peccaminoso, alla sua prorompente sensualità. Quello che lo rendeva ancora più erotico era che non era un atteggiamento voluto. Era semplicemente Kierland. «Dobbiamo parlare» disse Morgan, sperando che la sua voce non suonasse troppo ansimante. La bionda con la coda di cavallo le rivolse un sorriso altezzoso e condiscendente. «Veramente è con noi, questa sera, quindi dovrai andare a cercarti qualcun altro. Credo che un barboncino sia più nel tuo stile.» «O magari un porcellino d'India» ridacchiò l'altra. «Potrebbe riuscire a tenere vivo il suo interesse.» Ignorando le donne, Morgan mantenne lo sguardo concentrato su Kierland. «Abbiamo un problema.» «Sbagliato» ringhiò lui. I capelli rosso scuro brillarono sotto le luci pulsanti del club mentre finiva il suo drink e deglutiva mettendo in mostra il collo robusto. Per una frazione di secondo, Morgan immaginò come sarebbe stato premere la bocca contro quella pelle calda, virile, e graffiarla con le zanne, ma subito si riscosse quando lo sentì dire: «Tu e io non abbiamo niente, Morgan. Non l'abbiamo mai avuto e mai l'avremo». Quelle parole caustiche avrebbero dovuto ferirla, se fosse stata così stupida da consentirlo, ma quella sera era preparata a sentire anche di peggio. Sapeva che sarebbe stato sgarbato. Lo era sempre, con lei. Era solo il resto del mondo a pensare che fosse uno dei Guardiani più virtuosi e affascinanti. Incrociando le braccia al petto, respirò a fondo e provò a inculcargli un po' di buonsenso. «Senti, so bene di non essere la tua collega preferita, Kier, ma credi davvero che sarei venuta qui se non fosse importante?» 15


«Se ci fosse un problema, gli altri mi avrebbero contattato» replicò lui, posando il bicchiere. «Si tratta di qualcosa che abbiamo ritenuto meglio spiegarti di persona.» Perché non sparisse prima che lei avesse la possibilità di rintracciarlo. «E tu ti stai comportando da vero bastardo.» «Che cosa può essere così importante da aver mandato proprio te?» ringhiò Kierland, staccandosi così rapidamente dal banco che le sue compagne inciamparono nei tacchi a spillo e furono costrette ad aggrapparsi alle sue braccia in cerca di sostegno. Nonostante il lycan si sforzasse di apparire disinvolto, ribolliva chiaramente di rabbia, che era tutta diretta contro Morgan. «Che cosa diavolo vuoi da me?» «Non è quello che voglio ad avermi portata qui.» Morgan piegò il collo all'indietro per poterlo guardare in viso mentre si avvicinava con aria minacciosa. «È quello di cui avrai bisogno. Da me.» Vedendo il suo volto incupirsi di collera, mise una mano avanti e disse tutto d'un fiato, prima che potesse interromperla: «Si tratta di Kellan». Kierland emise un suono di gola e si passò una mano sulla metà inferiore del viso. «Come? Sei riuscita finalmente a spezzargli il cuore? È il senso di colpa che ti ha spinta a cercarmi, in modo che possa rimettere insieme i pezzi di mio fratello?» Morgan avvicinò le sopracciglia con espressione frustrata. «Te l'abbiamo detto un'infinità di volte, ma tu rifiuti di crederci. Te lo ripeterò ancora: Kellan e io siamo solo amici.» Era la verità, anche se non si aspettava che le credesse. Kierland la accusava di affondare gli artigli in qualsiasi uomo con cui veniva a contatto e suo fratello non faceva eccezione. «È tempo che togli il disturbo» intervenne la bionda 16


alla sinistra del lycan, tirandolo inutilmente per un braccio. Stanca delle loro interferenze, Morgan lanciò un'occhiata di avvertimento a ciascuna delle due donne. «Perché non provate a occuparvi degli affari vostri?» «Faresti meglio a badare a come parli» sibilò una delle due, socchiudendo gli arroganti occhi azzurri. «La mia famiglia è proprietaria di questo club. Ti farò buttare fuori a calci prima che ti renda conto di che cosa ti ha colpito.» Morgan inarcò le sopracciglia; un caldo brivido di soddisfazione la percorse quando vide Kierland allargare leggermente gli occhi, come se sapesse che cosa sarebbe venuto dopo. «Cerchi di impressionarmi?» chiese con voce vellutata. «Dovresti informare la tua famiglia che un po' di classe non farebbe male a questo posto. Ho sentito odore di corruzione appena ho messo piede dentro.» «Brutta cagna» ringhiò la donna. Riuscì quasi a sorprendere Morgan con un rapido schiaffo, ma l'istinto delle Guardiana le fece scattare la mano, avvolgendo le dita intorno al polso della rivale. Regola numero uno. Mai sottovalutare il nemico. Fece un mesto sorriso alle parole che le risuonarono nella mente con la voce da baritono di Kierland, un ricordo dei giorni in cui era ancora una giovane piena di ideali e faceva il suo tirocinio da Guardiana; lui era il suo istruttore. Ma ora non era più un'adolescente goffa e insicura e di certo non si sarebbe lasciata mettere sotto i piedi da quella biondina. «Che cosa sei tu?» ringhiò il cigno, strappando la mano dalla sua morsa e scuotendo il polso. Morgan le sorrise scoprendo le piccole zanne. «Un po' di tutto.» 17


«Uno sporco ibrido» commentò l'altra, arricciando con espressione disgustata le labbra gonfiate con il silicone. Morgan inarcò le sopracciglia. «Un ibrido che può prenderti a calci in culo» replicò in tono secco, quasi augurandosi che la bionda cercasse di colpirla nuovamente. «Basta!» tuonò Kierland, afferrando Morgan per un braccio e tirandola indietro bruscamente. Lei finì contro il suo petto con una tale violenza che il fiato le uscì dai polmoni e si trovò improvvisamente sopraffatta dal contatto con quel maschio possente e infuriato, che insistette: «Che cosa diavolo stai facendo?». «Io?» ansimò Morgan, battendo le palpebre e guardandolo in viso. «È stata lei a incominciare!» Anche se la musica continuava a rimbombare, le danze si erano fermate e tutti si stavano avvicinando al loro gruppo appena la voce di una zuffa incipiente aveva incominciato a propagarsi come una fiammella su una scia di benzina. Con la coda dell'occhio, Morgan vide le bionde che confabulavano con le teste vicine e udì una di loro dire al barman di chiamare le guardie del corpo. A giudicare dai loro atteggiamenti da prima donna, trovò appropriato che le gemelle Barbie avessero al loro servizio una squadra di bulli professionisti. Pensò anche che fosse ora di andarsene da lì. Sostenendo lo sguardo di Kierland, disse: «Dobbiamo andare». «Vuoi dire prima che riesca a provocare altri problemi?» scattò lui, fissandola dall'alto del suo metro e novantotto. «Non prendertela tanto, Kierland» mormorò Morgan. «Eri solo preoccupato che potessi rompere uno dei tuoi nuovi giocattoli.» 18


«Risparmiami la tua ridicola gelo...» Morgan udì le prime parole, ma perse il resto quando un colosso muscoloso si fece strada tra la folla e si lanciò su di lei, sbattendola a terra. Poté sentire il grido indignato di Kierland, seguito da un'esplosione di suoni mentre altri gorilla accorrevano ad attaccare il lycan e tutt'intorno a loro scoppiava il caos. Il bruto che la inchiodava a terra con il suo peso puzzava come un incrocio tra un grizzly e un tasso; evidentemente era una delle guardie del corpo delle due Barbie, che lo incitavano urlando frasi come: «Ecco, è lei!», o «Dalle una lezione, Frankie!». «Oh, sì. Ti darò una bella lezione» la schernì il gorilla, ammorbandola con il suo fiato rancido. Gli occhi porcini erano incollati al seno di Morgan e un sorriso lascivo piegava le labbra umide mentre lui le bloccava le braccia al pavimento. Decidendo di giocare sporco, lei sollevò di scatto il ginocchio e vide la sua espressione trasformarsi in comico orrore mentre si stringeva con entrambe le mani i testicoli. Aveva appena iniziato a liberarsi di lui, quando Kierland fu al suo fianco, dopo aver liquidato le guardie che l'avevano assalito. Con un profondo verso di gola che era puramente bestiale, la liberò dal gorilla e lo fece volare oltre il banco con il volto distorto in un'espressione di sdegno selvaggio. «Grazie» rantolò Morgan, rimettendosi in piedi, ma Kierland le aveva già voltato le spalle per affrontare un altro mutaforma grizzly. Morgan cominciava a chiedersi quante guardie del corpo avessero intorno a loro le due bionde, poi si disse che non avrebbe dovuto essere così sorpresa; considerando la loro personalità, probabilmente rompevano le scatole a un sacco di gente. «Cielo, sei sempre brava a provocare un casino, ve19


ro?» borbottò Kierland, appena si fu liberato della guardia. Lei fece una smorfia, sapendo che si riferiva a quella volta che era uscita con la sua classe a festeggiare la fine del tirocinio. Si stavano divertendo in un pub del posto, quando era comparso un gruppo di Regan – uno degli antichi clan famosi per l'abitudine di creare guai – che aveva cominciato a infastidire Morgan e le altre ragazze della classe. Quando uno di loro le aveva toccato il sedere, lei aveva risposto con un pugno al naso che aveva dato inizio a una rissa generale, finché Kierland era stato costretto a trascinarla fuori. «Non era colpa mia allora e non lo è stata nemmeno stasera» protestò in tono offeso. «Tutto quello che ho chiesto era la possibilità di parlare con te!» Dubitava che avesse sentito quell'ultima parte, perché in quel momento un'altra guardia si fece avanti, anche se Kierland riuscì ad abbatterla con un potente colpo alla mascella. Purtroppo, dietro al compagno caduto, c'erano altri cinque colossi che si fecero strada tra la folla. Grida di incitamento venivano dal gruppo di curiosi, ubriachi, drogati e assetati di sangue; la bionda con la coda di cavallo, gridò: «Che cosa aspettate, ragazzi? Strappatele le budella!». «Wow, che personcine di classe» commentò Morgan quando Kierland tornò al suo fianco. Con la coda dell'occhio vide il lycan sollevare un angolo delle labbra in un sorriso asciutto mentre faceva ruotare la testa sulle spalle, senza staccare lo sguardo dalle guardie che si avvicinavano. «Che cosa posso dire? Dopo averti avuta intorno per le ultime settimane, si addicevano al mio stato d'animo.» Prima che Morgan avesse la possibilità di rispondere al suo commento, si trovò nuovamente impegnata a di20


fendersi. Anche se non aveva molta carne attaccata alle ossa, quella che aveva era pura forza muscolare, addestrata per il combattimento. Era abituata ad affrontare avversari più grandi e più forti di lei, ma era la calca di gente che la metteva in difficoltà. Serrò le labbra e cercò di controllare il crescente senso di panico mentre la folla sembrava chiudersi intorno a loro. Mentre Kierland era impegnato ad affrontare l'urto delle guardie, due massicci mutaforma li divisero e afferrarono brutalmente Morgan. Gli artigli e i canini letali erano completamente sfoderati mentre la trascinavano all'indietro, in mezzo alla folla sulla pista da ballo. «Non dobbiamo combattere per forza, piccola» gridò uno di loro al di sopra della musica, guardandola con un sorriso lascivo e mettendo in mostra i denti aguzzi. «Giusto» ridacchiò l'altro. «Possiamo andare da qualche parte a divertirci, invece.» Quando cominciarono a girare in cerchio intorno a lei, la collera ebbe finalmente la meglio sul panico. Non avrebbe subito le prepotenze di quei bastardi. Sapendo che poteva coglierli di sorpresa con una mossa offensiva, si mise in azione, roteando in alto la gamba destra in un potente calcio che incrinò la mascella di uno dei due gorilla. Subito dopo girò su se stessa per sferrare un calcio laterale all'inguine dell'altro. Vedendo che il primo si era già ripreso dal colpo alla mascella, si abbassò con grazia per sfuggire ai suoi artigli e lo colpì con un duro colpo ai reni che lo fece piegare sulle ginocchia. Esausta e sudata, con il fiato corto, parò un'offensiva selvaggia da parte dell'uomo che aveva colpito all'inguine e per poco non perse l'equilibrio quando lui mise a segno un manrovescio in pieno volto. Il sapore metallico del sangue le riempì la bocca: 21


l'interno del labbro era spaccato dove si era ferita con le sue stesse zanne. «Piccola cagna» ringhiò l'uomo, afferrandola mentre si stava ancora riprendendo dallo schiaffo. Maledizione, stava per cedere; lo sforzo di trattenere il panico rallentava i suoi movimenti, rendendo troppo facile a quell'energumeno sopraffarla. Non riusciva più a sentire la musica o le grida feroci delle due bionde; il battito martellante del cuore e il pulsare del sangue erano gli unici rumori che le riempivano la testa, devastanti come un terremoto. Il mutaforma la teneva troppo vicina perché potesse servirsi del ginocchio e i polmoni erano compressi dal suo corpo massiccio che la schiacciava. Oh, al diavolo. Ecco che muoio... La vista le si annebbiò, il panico crebbe a dismisura, pronto ad abbattersi su di lei come un'ondata buia e soffocante. Morgan aprì la bocca, pronta a chiamare Kierland; era disposta a mettere in secondo piano l'orgoglio, se questo significava essere libera... fuori da quella fossa infernale e lontano da quel bastardo che stava per fare di lei Dio solo sapeva cosa. In quel momento un pugno le passò improvvisamente accanto al capo e andò a schiantarsi contro il naso del suo assalitore. L'uomo la lasciò andare immediatamente e cadde al suolo privo di sensi, mentre il suo compagno si allontanava strisciando con il resto delle guardie. Un altro paio di mani la afferrò, facendola girare su se stessa. In preda alla confusione, Morgan continuò a lottare, ma il torace muscoloso al quale si trovò stretta aveva un odore caldo e delizioso, gli occhi che la incatenavano erano del verde più luminoso e incredibile che avesse mai visto. Kierland. Le sue mani forti le stringevano il bicipite, sollevan22


dola quasi da terra, il suo corpo era cosÏ vicino che poteva sentire il battito violento del cuore contro il seno. Per una frazione di secondo si sentÏ intrappolata nella violenza del suo sguardo ardente e pensò che l'avrebbe scrollata o allontanata con rabbia. Ma lui non fece niente di tutto questo. Invece emise un verso roco, animale, e un attimo dopo... la stava baciando. Baciando? Me? Oh, mio Dio...

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RHYANNON BYRD

Tenebre e passione Muscoloso e bellissimo, Kierland Scott ha sempre avuto successo con le donne, ma solo una è in grado di fargli perdere la testa: Morgan Cantrell. Quando si ritrova costretto a collaborare con lei il desiderio diventa incontrollabile, e l'unico modo per concludere la missione è dare sfogo all'istinto e arrendersi alla passione. Senza sapere dove li porterà...

MICHELE HAUF

L'abito di diamanti Vaillant deve recuperare l'abito intessuto di diamanti fatati che Lyric Santiago indossava quando è stata rapita. Non appena trova la giovane, però, si rende conto che quella sensuale vampira bionda è la chiave di tutto. Così, per raggiungere l'obiettivo, decide di usare un sistema... poco convenzionale. Ma la seduzione è un'arma a doppio taglio.


RHYANNON BYRD

Prigionieri delle tenebre Per salvare Chloe Hartcourt e riscattarsi da un passato dissoluto, Kellan Scott accetta di farsi catturare dalle feroci creature che minacciano l'umanità. Introdursi nella cella di quella strega bellissima e sensuale è semplice, ma resistere al suo fascino si rivela impossibile. A Kellan però il suo splendido corpo non basta. Lui vuole anche il suo cuo-re...

AMANDA STEVENS

The Restorer Mi chiamo Amelia Gray e restauro cimiteri. Posso vedere i morti, e poiché loro hanno fame di vita non posso guardarli, per non far capire loro che li vedo, o sono perduta. Ma ultimamente è accaduto qualcosa nel cimitero in cui sto lavorando, qualcosa di misterioso che mi sfugge e mi spaventa... Spero di trovare delle risposte, prima che sia troppo tardi...

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Sensualità e seduzione. Storie d’amore giovani, glamour e spregiudicate all’insegna del desiderio.

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