BARBARA MCMAHON
La scelta del cuore
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Parents in Training Harlequin Mills & Boon Romance © 2008 Barbara McMahon Traduzione di Laura Polli Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Serie Jolly febbraio 2009 Questa edizione Harmony Pack aprile 2018 Questo volume è stato stampato nel marzo 2018 da CPI, Barcelona HARMONY PACK ISSN 1122 - 5380 Periodico bimestrale n. 144C del 18/04/2018 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 239 del 15/05/1993 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano
1 Annalise fissò incredula il test di gravidanza. Il colore indicava che era incinta. Impossibile, pensò. Andò in cucina e gettò la barretta di plastica nella spazzatura. Un quarto d'ora dopo comprò in farmacia altri due test. Prova e controprova. Anche questi, però, confermarono quello che da giorni sospettava. Lei e Dominic erano sposati da più di cinque anni e aspettare un bambino avrebbe dovuto essere la cosa più bella che potesse capitare loro, ma purtroppo non era così. Quando Lianne, la sua sorella gemella, le aveva annunciato di essere incinta, aveva avuto con Dominic l'ennesima discussione riguardo all'opportunità o meno di avere dei figli. Da quando aveva sposato Tray Elliott, Lianne aveva tentato disperatamente di concepire. Lei, invece, ci era riuscita senza nemmeno programmare la gravidanza. Dominic sarebbe andato su tutte le furie. Da settimane l'atmosfera fra loro era piuttosto tesa. Riflettendo, Annalise si rese conto che il disaccordo con suo marito era cominciato proprio quando Lianne, 5
che soffriva di endometriosi, le aveva confidato di volere un bambino prima che l'operazione la privasse per sempre della possibilità di diventare madre. Così, lei e Tray non avevano perso tempo. Dominic, invece, le aveva detto a chiare lettere che era soddisfatto del loro matrimonio così com'era. Avevano già discusso in passato se avere dei figli, avevano deciso di no e lui non aveva cambiato idea. Come avrebbe reagito suo marito scoprendo che era incinta? Lei stessa provava emozioni contrastanti. Non riusciva a immaginarsi nel ruolo di madre. Be', era arrivata l'ora di abituarsi a quell'idea... Due mesi prima aveva avuto l'ultimo ciclo. Questo significava che, se tutto andava bene, il bambino sarebbe nato dopo circa sette mesi. Oh Dio! Come faccio a dirlo Dominic? Doveva farlo il prima possibile. Cercare di minimizzare gli aspetti negativi e convincerlo che si trattava di un meraviglioso imprevisto. Quella sera avevano in programma un cocktail party con una ventina di invitati. Doveva dirglielo subito o era meglio aspettare? D'impulso prese il cellulare e compose il numero di suo marito. Le rispose la segreteria telefonica. Maledizione!, pensò, immaginando che lui fosse in riunione e avesse spento il cellulare. Annalise interruppe la comunicazione senza lasciare alcun messaggio. Avrebbe aspettato che lui tornasse a casa per comunicargli la notizia. Oppure lo avrebbe fatto dopo che i loro ospiti se ne fossero andati, così non ci sarebbe stato disagio fra loro durante il party. Sospirò, cercando di dominare la tensione che provava e di ragionare in modo razionale. In fondo, biso6
gnava essere in due per fare un bambino e lei non aveva fatto niente per restare incinta. Non aveva imitato sua sorella. Qualcosa, però, le diceva che Dominic non sarebbe stato affatto ragionevole. Negli ultimi tempi avevano avuto parecchie discussioni sull'argomento, e ogni volta lui aveva concluso ribadendo che non desiderava affatto dei figli. Per il momento lei aveva deciso di non insistere. Faceva parte di una famiglia molto numerosa e sapeva per esperienza quanto impegno e responsabilità comportasse essere genitori. Quando aveva sposato Dominic, abituata al caos prodotto da dieci fra fratelli e sorelle, l'idea di vivere in coppia le era sembrato un vero paradiso. Ciò nonostante, in quel momento non poté fare a meno di sorridere. Presto avrò un bambino... Soprattutto le parve stupendo che lei e sua sorella gemella fossero incinta contemporaneamente. Non le restava che convincere anche suo marito di quanto fosse meravigliosa quella coincidenza. Quando Dominic arrivò a casa, il cocktail party era già iniziato. Annalise gli andò subito incontro, lieta che il ritardo di lui non fosse stato tale da provocarle imbarazzo. Accogliere da sola i primi ospiti era già stato abbastanza difficile. «Ciao, tesoro» gli disse sorridendo. Lui le diede un bacio rapido e si voltò a salutare Ben Waters. Dopodiché si spostò da un punto all'altro dell'ampio salone per scambiare due parole con gli altri ospiti. A quel punto Annalise si rese conto che aspettare 7
che gli ospiti se ne andassero prima di comunicargli la notizia che le stava a cuore era stata la decisione più giusta. Si rassegnò così a una lunga attesa, divisa fra gioia e timore. Di solito trovava gradevoli quelle serate. Avevano un gruppo di amici numeroso ed eterogeneo. In quel momento Dominic stava chiacchierando con Tim Peters, un deputato al Congresso la cui moglie, Judy, era molto timida. Annalise rammentò di avere invitato al party sua sorella Bridget proprio per presentarle Judy Peters. Entrambe appassionate di floricoltura, era sicura che Bridget e Judy sarebbero andate d'accordo. «Lieta di rivederti, Annalise» le disse in quel momento Sheila Simpson. «Finalmente una festa in cui conosco tutti gli invitati. In genere finisco sempre per annoiarmi a morte.» Il marito di Sheila lavorava nel mondo dell'alta finanza e spesso erano costretti a partecipare a ricevimenti fra estranei, ma Annalise non riuscì a immaginare la sua amica che si annoiava. «Ecco Karen» la avvertì Sheila. «Stavo dicendo ad Annalise quanto mi piacciono le feste fra amici... Ma hai un'aria raggiante!» aggiunse sorridendo rivolta a Karen Reynolds, la moglie di uno degli addetti all'ambasciata britannica. Anche Annalise sorrise a Karen, in avanzato stato di gravidanza, gustando il suo dolce segreto. Presto anche lei avrebbe potuto dire al mondo intero che aspettava un bambino. Abbracciò l'amica. «Come stai?» le chiese. «Molto meglio ora che le nausee mattutine si sono attenuate» le rispose Karen. «Avevo paura di dovere trascorrere la gravidanza in bagno.» 8
Sheila rise e le fece i complimenti per il suo abito da sera premaman. «Mi sento un dirigibile, anche se mancano ancora tre mesi al parto. Non voglio neanche pensare a come sarò all'ultimo mese! Oh, il piccolo sta scalciando...» disse Karen con un sorriso felice. «Davvero?» Annalise guardò il suo grembo rotondo. «Posso?» «Certo. Sentire il bambino che si muove è una delle sensazioni più belle della gravidanza.» Karen le prese la mano e la guidò all'altezza dello stomaco. Un attimo dopo, sotto il palmo della mano, Annalise sentì un colpetto. «È fantastico...» mormorò. D'istinto guardò Dominic. Anche lui un giorno le avrebbe posato una mano sul grembo per sentire il loro bambino che si muoveva? Dominic Fulton lanciò un'occhiata alla moglie e per un istante i loro sguardi si fusero l'uno nell'altro. Annalise gli sorrise, poi rivolse di nuovo la sua attenzione a Karen Reynolds. La sua amica era incinta e Annalise le aveva posato la mano sul grembo. Stava sorridendo, e Dominic immaginò che stesse sentendo i movimenti del bambino. Negli ultimi due mesi quell'argomento era stato costante motivo di discussioni fra loro. Dominic strinse la mascella, non provando alcun desiderio di tornare su quella questione tanto spinosa. Quando si erano sposati, cinque anni prima, avevano deciso di comune accordo di non avere figli. Tutto era filato liscio fino a poco tempo prima, cioè fino quando Lianne, la sorella gemella di Annalise, era rimasta incinta. 9
E adesso aveva l'impressione di essere circondato da donne in gravidanza o da uomini che desideravano figli. Per lui non era così. Aveva deciso di non ripetere la tragica esperienza del passato. Voltò le spalle a sua moglie, cercando di concentrarsi su quello che stavano dicendo due dei suoi ospiti. Annalise lavorava come agente per un'agenzia immobiliare della zona nord ovest di Washington, specializzata nella compravendita e locazione di immobili di lusso per membri del Congresso e personale delle ambasciate. Una professione molto remunerativa oltre che impegnativa, che tuttavia le permetteva talvolta di accompagnarlo nei viaggi di lavoro all'estero. Lui, invece, lavorava per una prestigiosa azienda informatica che si occupava di risolvere guasti ai sistemi centrali di computer di alto livello. La sua trasferta più recente era stata in Inghilterra, per prendersi cura di uno dei computer della Bank of England. Si trattava spesso di problemi di difficile soluzione, ma che con la sua competenza ed esperienza riusciva sempre a risolvere. In genere gli venivano affidati i casi più complessi, per i quali occorrevano alcuni giorni prima di venire a capo del guasto. Questo concedeva in genere a lui e ad Annalise anche il tempo di visitare il luogo in cui si trovavano. Grazie ai suoi contatti di lavoro e a quelli di Annalise, avevano molti amici e conoscenti, che a sua moglie piaceva spesso invitare per cocktail party e grigliate. Lei riusciva sempre a fare in modo che quelle serate fossero interessanti e divertenti. E stasera non fa eccezione, pensò Dominic, servendosi qualcosa da bere. Alzò lo sguardo, sentendo la ri10
sata cristallina di Annalise. Sua moglie era bellissima, come al solito. Si era sentito attratto da lei fin dal primo istante che l'aveva vista. Non solo per il suo aspetto, ma per i suoi modi decisi, estroversi e attenti a tutti quelli che le stavano vicino. Così diversi da quelli timidi e insicuri di sua madre, pensò Dominic, mentre i ricordi del passato gli riaffioravano alla mente. Sua madre aveva sempre dimostrato molto più della sua età, svolto turni massacranti in un grande magazzino e litigato senza sosta con suo padre. Non ricordava che i suoi genitori avessero mai invitato degli amici in casa. Per Annalise, invece, quelle serate erano normale routine. Sua madre sarebbe rimasta inorridita, se non spaventata, dall'assortimento di persone presenti in quel momento. A quel pensiero, Dominic si accigliò. Non ci teneva affatto a rinvangare il passato. Avrebbe dovuto aspettarselo con tutto quel parlare di famiglia che avevano fatto negli ultimi tempi. Non si sentiva pronto a diventare padre e forse non lo sarebbe stato mai. La prossima volta che Annalise fosse tornata sull'argomento, lui glielo avrebbe detto chiaro e tondo. Prima avesse accettato quel fatto, meglio sarebbe stato. Persino Phillys... Troncò bruscamente quel corso di pensieri. Lui e Annalise erano una coppia perfetta sotto ogni aspetto. Grazie alle loro rispettive professioni avevano il futuro assicurato. Per quanto lo riguardava, aveva lottato duramente per conquistarsi un posto al sole, e non a11
veva alcuna intenzione di ripiombare nel tunnel scuro del passato. La serata era agli sgoccioli quando Dominic ebbe l'occasione di guardare di nuovo sua moglie. Lei aveva un'aria diversa dal solito, notò. Quando era sicura che nessuno la stesse guardando, smetteva di sorridere. Erano tornati da Londra quattro giorni prima. Forse era ancora stanca, concluse lui. Il viaggio era stato un vero e proprio successo, sia dal punto di vista professionale che personale. Anche lui, come Annalise, adorava Londra, anche se entrambi avevano un debole per Roma. Parte del fascino del suo lavoro era costituito dal fatto che non sapeva dove l'avrebbe portato il suo prossimo incarico. Gli piaceva viaggiare, tanto quanto risolvere problemi di software. Nella maggior parte dei casi si trattava di semplici guasti. Occasionalmente, di tentativi di spionaggio o sabotaggio. L'aspetto migliore del suo lavoro, comunque, era la possibilità di girare il mondo e di essere pagato per farlo. Un bel cambiamento dalla squallida infanzia in un piccolo centro della Pennsylvania. Sorrise, guardando sua moglie. La pelle candida e i capelli castani raccolti alla base della nuca, Annalise era bellissima e non vedeva l'ora di essere da solo con lei. Gli ospiti, per fortuna, stavano cominciando ad andarsene e Dominic si avvicinò per augurare loro la buonanotte. «Mi ha fatto molto piacere vedervi» disse, stringendo la mano a Ted e dando un bacio sulle guance a Karen. Aveva immaginato che la coppia in attesa di un 12
bambino sarebbe stata la prima a congedarsi. Ricordava bene i malesseri di cui Phyllis aveva sofferto per mesi. Quel ricordo gli provocò una tensione immediata. Mezz'ora dopo, gli ospiti se ne erano andati tutti. «Splendida festa» si congratulò Dominic, circondando le spalle della moglie mentre il personale di servizio si dava da fare per riordinare. «Sono rimasta molto soddisfatta da questa ditta di catering» annuì Annalise. «Credo che me ne servirò anche per il prossimo dinner party. Hanno una lista di menù molto interessanti. Mi piacerebbe un misto di specialità asiatiche ed europee...» Si interruppe, lanciandogli un'occhiata. «Mi stai ascoltando?» «Certo» le assicurò lui. Annalise aveva una voce molto femminile, vellutata, e a volte Dominic si incantava ad ascoltarla. Specialmente di notte, a luci spente, nell'intimità. Chiudeva gli occhi e l'ascoltava. «Come avevo previsto, Bridget ha fatto subito amicizia con Judy Peters» stava dicendo sua moglie in quel momento. Lui annuì. Erano diventati amici dei Peters da quando Annalise aveva trovato loro la casa dei sogni. E quella sera i Campbell erano arrivati con uno dei loro ospiti, uno sceicco, un tipo davvero simpatico e spiritoso. Tutti erano rimasti più a lungo del previsto, dimostrando così di essersi divertiti. «Hai sentito le barzellette che lo sceicco Ramaise ha raccontato sui cowboy americani?» gli domandò Annalise. «Molto divertenti» rispose Dominic. «Parla perfettamente inglese. Io non riuscirei mai a parlare così bene l'arabo.» «I figli degli sceicchi frequentano fin da bambini le 13
scuole in Inghilterra» le rammentò lui. «Se tu fossi cresciuta in Arabia, parleresti altrettanto bene la loro lingua.» «Tu dici?» replicò lei, raggomitolandosi sul divano. «Stanca?» «Un po'.» Dominic, però, aveva l'impressione che non si trattasse solo di stanchezza. Le sembrava tesa, nervosa. Il personale del catering stava operando con rapida efficienza per rimuovere ogni traccia del party. Dominic si tolse giacca, cravatta e aprì il colletto della camicia. «Hai sentito Jack Simpson che raccontava del suo ultimo viaggio in Sud America?» Lei scosse il capo. Dominic le versò un po' di brandy e le tese il bicchiere prima di sedersi al suo fianco sul divano. Mentre le raccontava le peripezie di Jack, notò che Annalise aveva posato il bicchiere senza neppure assaggiare il contenuto. «È tutto in ordine» disse qualche minuto dopo uno degli addetti al catering. Lui scambiò un'occhiata con sua moglie. «Ci penso io all'assegno» le disse, alzandosi. Annalise annuì e chiuse gli occhi. Poco dopo lui la raggiunse di nuovo. «Il prossimo fine settimana, se siamo a casa, ti andrebbe di andare al concerto della National Symphony Orchestra al Kennedy Center?» le propose. «Niente male come idea» rispose Annalise, reprimendo uno sbadiglio. «Lo dirò a Lianne, domani.» Dominic non fece commenti. Attraversò il salone e spense una lampada. Se c'era una cosa che non riusciva a capire era lo stretto legame di Annalise con sua sorella. Probabil14
mente si trattava di qualcosa che aveva a che fare con il fatto che erano gemelle. Si tenevano in contatto giornalmente, anche quando si trovavano a migliaia di chilometri di distanza. Sua cognata gli era simpatica, ma a volte si chiedeva che cosa avesse da dire tutti i giorni ad Annalise. «A proposito, come sta?» le chiese. Avrebbe preferito non farlo, ma immaginò che lei se lo aspettasse. «È al settimo cielo per la gravidanza.» Dominic non poté che augurarsi che Annalise non desiderasse imitare la sua gemella. Quando si erano conosciuti alla Georgetown University, l'attrazione fra loro era stata immediata. Annalise O'Mallory era stata intraprendente, piena d'entusiasmo e di progetti, molto diversa dalle sue compagne di liceo, timide e insicure. Ben presto avevano fatto coppia fissa, poi si erano fidanzati e infine sposati subito dopo la laurea. Avere figli non aveva mai fatto parte dei loro piani. Suo padre, Steve Fulton, non era certo stato un possibile candidato al concorso di Papà dell'anno. E si sa, la mela non cade mai lontano dall'albero. Neanche Dominic si sentiva affatto tagliato per fare da padre a qualcuno. Possibile che Annalise volesse diventare madre solo per imitare la sorella? Finora nulla gli aveva mai fatto pensare al fatto che le due gemelle desiderassero anche condizioni di vita simili. Lianne si era sposata da poco, loro lo erano da cinque anni. Lianne lavorava come analista, Annalise come agente immobiliare. Entrambe provenivano da una famiglia di undici figli. Loro erano le due sorelle maggiori, precedute solo da un'altra coppia di gemelli, Sean e Declan. Anche se ormai conosceva la famiglia O'Mallory da 15
parecchi anni, a volte Dominic si stupiva ancora del caos che regnava durante i raduni del loro clan in occasione di feste e compleanni. E soprattutto della pazienza e del buon umore di suo suocero, Patrick O'Mallory, medico chirurgo. Per quanto lo riguardava, come figlio unico di una coppia in perenne disaccordo, era stato più che felice dopo il liceo di tagliare i ponti con la propria famiglia. Dopo cinque anni di matrimonio aveva fatto l'abitudine ai raduni della famiglia O'Mallory, ma il momento migliore era quando lui e Annalise tornavano alla quiete e all'ordine del loro appartamento. Non riusciva a capire perché Lianne e Tray desiderassero tanto avere un figlio. Lui non condivideva affatto quel desiderio. Prese la mano di Annalise e se la portò alle labbra. «Tra poco dovrò andare a New York. Se vieni con me, potremo trascorrere qualche serata a Broadway. Ci sono alcune commedie di successo che non abbiamo ancora visto. Pronta per andare a letto?» «Non ancora» rispose lei. «Per favore, siediti. C'è qualcosa che devo dirti.» «Di che si tratta?» le chiese lui. «Sono incinta.» Lo guardò negli occhi, studiando la sua reazione. Per un istante Dominic la fissò, incredulo, sperando di avere capito male. Un istante dopo si rese conto che il suo peggiore incubo si era avverato. Di colpo gli sembrò di avere di nuovo diciotto anni. Phyllis Evans gli aveva detto le stesse, identiche parole. Due parole che gli avevano cambiato la vita e che si era augurato di non sentire mai più. «Com'è successo?» le domandò, cercando di restare calmo. 16
Erano sempre stati attenti. Da quando in qua Annalise desiderava avere dei figli? Tutta colpa di Lianne, immaginò lui. Più di una volta si era sentito escluso dal legame che esisteva fra le due gemelle. Qualcosa che nemmeno un marito riusciva a sostituire. «Nel solito modo» replicò lei con una punta di ironia. Dominic si sforzò di riflettere, cercando di dominare le emozioni che provava. Si alzò di scatto, con l'impressione che il salone fosse diventato di colpo una gabbia. «Maledizione, Annalise! Avevamo parlato più di una volta di questa faccenda. Io-non-voglio-figli» sillabò. «Hai capito?» «Certo che ho capito, ma non sono certo rimasta incinta apposta! Se ricordi, prima di sposarci eravamo d'accordo sul fatto che un matrimonio senza figli sarebbe stato magnifico. Ma, come ben sai, l'unico mezzo anticoncezionale infallibile è l'astinenza, che io e te non pratichiamo affatto. Così adesso aspettiamo un bambino. Non è poi la fine del mondo... Sono sicura che troveremo il modo di non cambiare troppo il nostro stile di vita, se è questo che ti preoccupa. Non sarà facile, ma ci riusciremo.» Dominic si voltò a guardarla e in quel momento lei ebbe l'impressione di avere di fronte un estraneo. «Ti sei messa d'accordo con tua sorella? Lianne è incinta e allora dovevi esserlo anche tu?» le chiese con una certa durezza. «No» gli assicurò lei. «Sono sorpresa quanto te. Non ho affatto programmato una cosa del genere. Anche perché alcune cose cambieranno per sempre.» «Puoi scommetterci» ribatté lui. «Ci piace viaggia17
re, ma con un bambino di pochi mesi non puoi partire all'ultimo momento e portarlo chissà dove. Saremo molto più legati. Hai pensato a quante limitazioni avremo? A sei anni comincerà ad andare a scuola per buona parte dell'anno e da adolescente ci darà un mucchio di preoccupazioni. La nostra vita non sarà più la stessa.» «Ci adatteremo. Ho scoperto oggi pomeriggio di essere incinta e anch'io non mi sono ancora abituata all'idea» replicò Annalise. «Se i miei genitori hanno cresciuto undici figli, sono sicura che noi due riusciremo a farcela con uno solo.» «Come lo hai scoperto? Sei stata da una ginecologa?» «Ho fatto un test di gravidanza.» Per un momento quel particolare riaccese in lui un filo di speranza. «Ti consiglio di eseguirne un altro Non sono sicuri al cento per cento.» «Ne ho eseguiti tre. Tutti con l'identico risultato. Positivo.» «Dannazione! Avevamo deciso di non avere figli!» sbottò ancora Dominic. Le lanciò un'occhiata poco amichevole. «Mi piace la nostra vita così com'è. Se desideravo cambiarla, te l'avrei detto.» «Ti assicuro che è stata una sorpresa anche per me» ribatté lei, alzandosi. «Credi che mi faccia piacere non poter più partire all'ultimo minuto? Anche a me piace viaggiare. Prima di sposarmi non sono mai stata altro che al mare a Baden Harbor, il nostro cottage di famiglia. Non cercare di scaricare la colpa su di me. Un figlio si fa sempre in due.» «Mi chiedo come possa essere successo...» «Come faccio a saperlo? Chiaramente qualcosa non ha funzionato. Comunque sia, adesso l'unica cosa da 18
fare è affrontare la situazione nel modo migliore possibile. Rassegnarci a qualche cambiamento.» «Io non voglio nessun cambiamento» asserì Dominic, accorgendosi che stava cominciando ad assumere un tono petulante da adolescente immaturo. Ma Annalise non conosceva certi particolari del suo passato e l'ultima cosa che desiderava in quel momento era proprio che lei ne venisse a conoscenza. «Davvero? E allora cosa proponi?» Non riusciva a riflettere. Quella notizia inaspettata l'aveva fatto andare su tutte le furie. Aveva paura che il passato si ripetesse. «Non lo so» ammise lui. «Perché non provi a consultare la tua preziosa sorella?» Prese la giacca e si diresse verso la porta. «Io non voglio un bambino.» Nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, Dominic si sentì assalire dal senso di colpa. Anche se non aveva causato volontariamente la gravidanza, il risultato era identico. D'altra parte, era convinto che un figlio avrebbe cambiato per sempre il loro ménage coniugale e lui voleva ancora concentrarsi sulla propria carriera. Senza contare che, diventare una famiglia, avrebbe cambiato inevitabilmente anche il loro rapporto. «Come si fa a non volere un bambino?» ribatté Annalise. «D'accordo, non avevamo programmato di averne uno. Ma adesso che c'è, sono sicura che impareremo a volergli bene.» «Ci sono milioni di persone a questo mondo che non vogliono figli» replicò lui. Non era tanto il pensiero del bambino a turbarlo, quanto i cambiamenti che sarebbero stati costretti ad apportare al loro stile di vita. Si sentiva... tradito. «Be', ormai è troppo tardi per rimediare.» Detto 19
questo, Annalise si diresse verso la camera da letto e si sbatté la porta alle spalle. Che pasticcio!, pensò Dominic, uscendo dall'appartamento. Una volta in strada, si diresse verso sud. A pochi isolati di distanza c'era il monumento a Lincoln da una parte e il Campidoglio dall'altra. Aveva bisogno di respirare e di stare all'aria aperta, pensò. In casa aveva l'impressione di essere prigioniero. Come se le pareti fossero diventate le sbarre di una prigione. Come se il passato si stesse ripetendo. Gli sembrava ancora di sentire la voce di suo padre quando incolpava sua madre per essere rimasta incinta e averlo costretto a sposarla. Per avergli dato un figlio da mantenere e impedito di girare il mondo. I litigi fra i suoi genitori erano stati continui e gli si erano impressi indelebilmente nella memoria. Aveva capito quello che aveva provato suo padre solo quando Phyllis gli aveva detto di essere incinta. A quell'epoca aveva solo diciotto anni, aveva appena finito il liceo e di colpo tutti i suoi progetti erano andati in fumo. Si era assunto le sue responsabilità e lui e Phillys si erano sposati davanti a un giudice. Poi era andato a lavorare in una fabbrica. Come suo padre. Stessa identica storia. Non appena gli si era presentata l'opportunità, però, Dominic se ne era andato. Da quel momento in poi aveva giurato a se stesso di non trovarsi mai più in una situazione del genere. Gli piaceva il suo lavoro, che combinava l'informatica ai viaggi. Gli piaceva sua moglie, bella, indipendente e sofisticata. Per nulla noiosa e spaventata come era stata Phyllis tredici anni prima. 20
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