Kasey Michaels
Vendetta a Becket Hall
Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: A Reckless Beauty The Return of the Prodigal Becket's Last Stand HQN Books © 2007 Kathryn Seidick © 2007 Kathryn Seidick © 2007 Kathryn Seidick Traduzioni di Federica Isola Pellegrini Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici maggio 2008 giugno 2008 luglio 2008 Seconda edizione Harmony Special Saga dicembre 2014 HARMONY SPECIAL SAGA ISSN 1825 - 5248 Periodico bimestrale n. 86 dello 03/12/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 332 del 02/05/2005 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano
Sommario
Pagina 7
L'impavida Miss Becket
Pagina 227
Il ritorno di Rian
Pagina 449
L'ultima sfida dei Becket
L'impavida Miss Becket
Prologo Marzo 1815 Ancora una volta in terra di Francia, da cui era stato bandito così a lungo. Parigi lo attende! Napoleone Bonaparte, per grazia di Dio Imperatore di Francia, Re d'Italia e via dicendo, si arresta alla testa del suo esercito composto dai meno di mille membri della Vecchia Guardia, che avevano scelto di condividere il suo esilio nell'Isola d'Elba per più di un anno. È arrivato il momento. Si trova a faccia a faccia con lo stesso numero di truppe reali, mandate a sterminare lui e la sua banda di briganti. Smontando, Bonaparte avanza esattamente di dieci passi sulla strada polverosa. Un uomo piccolo, apparentemente insignificante, in piedi da solo fra due eserciti. Disarmato. Vulnerabile. «Soldati del 5° corpo dell'esercito!» grida in tono di sfida alle truppe reali, la voce che risuona nell'aria immobile. «Mi riconoscete? Se c'è uno di voi che desidera uccidere il suo imperatore, che venga avanti e lo faccia! Io sono qui!» E con un gesto tanto audace da strappare esclamazioni sgomente ai due fronti, apre il semplice mantello grigio che gli copre il petto. Dopo un silenzio carico di tensione, il grido erompe da tutte le gole. «Vive l'Empereur! Vive l'Empereur!» I mille sono adesso duemila. Bonaparte rimonta e osserva la sua nuova armata dalla sella del suo cavallo, poi si alza sulle staffe. In silenzio, con aria solenne, punta il dito in direzione di Parigi. E il mondo trema... 9
1 Becket Hall, nelle Romney Marsh Terminata la cena, Ainsley Becket si sistemò comodamente nella sua poltrona preferita del salone, ascoltando i suoi figli che commentavano le imprese compiute da Bonaparte da quando, alcune settimane prima, era fuggito dall'Elba. Colazione, pranzo e cena, non parlavano d'altro. Che cos'avrebbe fatto Bonaparte? Dove avrebbe sferrato la prima offensiva? Gli alleati avrebbero affidato il comando delle forze armate al Duca di Ferro? Wellington sarebbe riuscito a sconfiggere l'uomo che, stranamente, non aveva mai incontrato su un campo di battaglia? Ainsley lasciò che le loro voci svanissero in sottofondo mentre studiava i suoi figli, di cui sette figli del suo cuore, e adesso tutti quanti adulti. Alcuni di loro se n'erano già andati per la loro strada, e con la sua benedizione. Morgan, ormai moglie e madre, viveva nella tenuta non lontana da Londra di suo marito, Ethan Tanner, Conte di Aylesford, che trascorreva gran parte del suo tempo al Ministero della Guerra. Anche Chance, come aveva appreso dalla lettera del figlio maggiore che aveva ricevuto una settimana prima, era tornato a lavorare al Ministero della Guerra mentre tutta l'Inghilterra tratteneva il fiato in previsione dell'inevitabile scontro con l'uomo che aveva creduto annientato. Rallegrandosi egoisticamente che quei due uomini avessero trovato un modo per servire la corona senza esporsi ai pericoli di una battaglia, Ainsley sorseggiò il suo brandy e scoccò un'occhiata al figlio Spencer, che si stava facendo saltellare il piccolo William su un ginocchio mentre Mariah Becket li osservava sorridendo. Chissà se 10
Spencer sarebbe stato disposto ad abbandonare la sua famigliola per tornare a combattere? Intendeva parlare a quattr'occhi con il ragazzo, che aveva già sofferto abbastanza in America e doveva pensare innanzitutto a sua moglie e suo figlio, oltre al secondo bambino che stava aspettando Mariah. Insieme al marito Jack, Eleanor sedeva accanto al camino, diversi giornali parigini che lui si era procurato con la consueta segretezza ammucchiati in grembo. Elly non aveva ancora un bimbo da tenere fra le braccia, un dolore che in linea di massima lei riusciva a nascondere, ma che, intuiva Ainsley, le stava spezzando il cuore. Callie, la più giovane e l'unica figlia che gli aveva dato la sua adorata Isabella, seguitava a discutere con il fratello Courtland sull'ultima dichiarazione di lui, ossia che avrebbe dovuto arruolarsi nell'esercito che Wellington si stava affrettando a mettere insieme per affrontare l'imperatore francese, ora che la maggior parte delle sue truppe erano state inviate a combattere contro gli americani. Così come stavano le cose, appariva chiaro che i soldati stranieri sarebbero stati il doppio di quelli inglesi. Courtland, sempre equilibrato, la roccia dei Becket, era fermamente convinto della necessità di compiere il suo dovere. Callie, con tutta la sicumera di una diciassettenne, era fermamente convinta che Courtland appartenesse a lei. «Tu e Jack avete già troppa carne al fuoco, Court» intervenne Ainsley, riferendosi al ruolo che svolgevano i due uomini per aiutare i contrabbandieri locali. Courtland annuì con palese riluttanza. «Lo so, signore, ma credo che voi e Jacko siate ancora in grado di dirigere Becket Hall durante la nostra assenza. Inoltre, non impiegheremo che un paio di mesi, se non di settimane, a mettere Bonaparte con le spalle al muro e chiuderlo in gabbia.» «In gabbia, Court?» domandò Callie, perspicace come sempre, più perspicace di quanto sarebbero dovute essere molte femmine. «Mi pare... correggetemi se sbaglio, papà... che sia stato il maresciallo Ney a promettere allo spodestato Re Luigi di portargli Bonaparte in una gabbia di ferro e depositarla di fronte al suo trono.» Sorrise al fratello. «Si tratterebbe della stessa gabbia di ferro, Court? Soprattutto adesso che Ney è tornato a prosternarsi ai piedi di Bonaparte e gli sta leccando gli stivali per farsi perdonare?» Ridendo, Mariah Becket prelevò il piccolo William dalle ginoc11
chia del marito e lo sollevò fra le braccia. «Vi ha colto in fallo, Court. Spencer? Ti aspetto di sopra e ti riceverò con un libro in testa se oserai anche solo insinuare che sei tentato di arruolarti di nuovo.» Tutti attesero che Mariah avesse lasciato la stanza prima di scoppiare in una risata. «Sei ormai cucito a doppio filo alle sue gonne, non è vero, Spencer?» domandò Jack, guadagnandosi una occhiata eloquente dal grande amore della sua vita. Morgan o Mariah gli avrebbero mollato una gomitata nelle costole, ma alla minuta, aristocratica Eleanor fu sufficiente guardarlo con i suoi occhi espressivi per indurlo a mormorare: «Scusami, Spencer». «Non importa» ribatté lui, avvicinandosi al tavolo delle bevande per versarsi un bicchiere di vino. «So che non posso farlo. E non potete neanche voi due, ora che il Fantasma Nero deve riprendere le sue incursioni, tanto più che non sappiamo ancora dove il nostro vecchio amico Edmund Beales comparirà la prossima volta... e ci riconoscerà. E se, al pari di Talleyrand, si fosse schierato dalla parte degli alleati, abbandonando Bonaparte dopo il suo fallito tentativo per farlo evadere dall'Elba dello scorso agosto? Potrebbe non essere più nelle grazie di Bonaparte.» Al nome di Edmund Beales, il silenzio calò nel salone e, come sempre, Ainsley fu riportato indietro nel tempo, all'epoca in cui aveva considerato Edmund il suo migliore amico, oltre che il suo socio. Prima del tradimento di Edmund. Prima che Isabella perdesse la vita per colpa di Edmund. Prima del massacro perpetrato nell'isola che li aveva spinti a venire in Inghilterra e rifugiarsi nelle Romney Marsh, diciassette anni addietro. Prima che apprendessero che Edmund era ancora vivo e aveva seguito alla lettera gli insegnamenti di Machiavelli, credendosi destinato a controllare i destini del mondo. Prima... prima... «È vero.» Scorgendo le ombre negli occhi di suo padre, Callie ruppe il silenzio. «Nessuno di voi può permettersi di incontrare Edmund Beales, dato che potrebbe aver visto tutte le vostre facce in un momento o nell'altro. Perciò rilassatevi, papà, nessuno si precipiterà ad arruolarsi. Tranne Rian, ovviamente» aggiunse, accigliandosi nel ripensare al giorno di alcune settimane addietro in cui Rian li aveva salutati, ed era partito con il suo brevetto in tasca e un entusiasmo che non era riuscito a dissimulare. 12
Spencer scosse il capo. «Nostro fratello non vede l'ora di fare l'eroe, quello sciocco. Possiamo solo augurarci che rimanga a rigirarsi i pollici in Belgio e non metta mai piede in Francia.» «Ben detto, Spencer. Mi è ancora difficile credere che i francesi abbiano accolto Bonaparte a braccia aperte dopo averlo tanto vituperato solo un anno fa» dichiarò Eleanor, sfogliando i giornali che aveva in grembo. «Ma guardateli, in nome del cielo. Lasciate che vi legga i titoli degli articoli apparsi in queste ultime settimane sul Moniteur, un tempo così leale nei confronti dell'imperatore. Aiutami, per favore, amor mio, prima che scivolino tutti sul pavimento.» Passò alcuni giornali a Jack, pregandolo di leggere prima il più vecchio. «Con piacere. Oh, ecco qua. Il lupo mannaro corso è sbarcato a Cannes.» «Già, il lupo mannaro» assentì Eleanor. «Questo non è che di un paio di giorni dopo. La tigre è comparsa a Gap, gli hanno mandato incontro delle truppe e quel dannato avventuriero finirà la sua carriera sulle montagne. Dicono che è stato ucciso, per l'amor di Dio.» Jack afferrò un altro giornale. «E sono stati costretti a rimangiarsi le loro parole. Grazie a un tradimento, quel demonio è riuscito ad arrivare a Grenoble.» Eleanor lesse il titolo di uno degli ultimi articoli. «Il tiranno ha raggiunto Lione, dove l'orrore ha paralizzato ogni tentativo di resistenza. Ma i vostri agenti in Francia, papà, non vi avevano riferito che era stato accolto con applausi e mazzi di fiori?» «Eleanor, non ti aspetterai sul serio di apprendere la verità da un giornale controllato dal governo? Pensavo di averti insegnato a usare un maggiore discernimento. Continua, per favore. Sono divertenti, anche se in modo piuttosto macabro.» Jack scorse in fretta un altro giornale. «Ah, niente più lupo mannaro, tigre o tiranno, ma adesso lo chiamano per nome. E nello spazio di un paio di giorni. Bonaparte si sta dirigendo rapidamente al nord, ma non raggiungerà mai Parigi.» «E due giorni più tardi» aggiunse Eleanor, «Domani Napoleone sarà alle nostre porte. E infine, Sua Maestà si trova a Fontainebleau. Sua Maestà? Ipocriti, tutti quanti! Ma se è a questa velocità che i francesi sono capaci di voltare gabbana, come fa Bonaparte a dormire tranquillo la notte?» Ainsley mandò giù l'ultimo sorso di brandy e si alzò, con l'in13
tenzione di tornare nel suo studio e alle carte geografiche che aveva consultato senza posa da quando era venuto a conoscenza della fuga di Bonaparte. Non si era sbagliato immaginando che Cannes sarebbe stata la sua prima meta. Adesso spostò lo sguardo a settentrione, sulla zona attorno a Bruxelles, intuendo che sarebbe stato lì che Wellington e l'imperatore si sarebbero finalmente incontrati dai due fronti di un campo di battaglia. E Rian, che Dio lo aiutasse, si trovava già in Belgio. «Remy» dichiarò, riferendosi al suo informatore a Parigi, «mi ha scritto che, il giorno del suo arrivo, Bonaparte si è fermato sugli scalini del suo palazzo per portare lo sguardo sulla città e ha detto: Mi hanno lasciato venire, come permettono ad altri di andarsene. Quindi, se questo risponde alla tua domanda, Eleanor, sa benissimo che il suo regno è molto precario, nel migliore dei casi. Il che, purtroppo, significa, che lascerà presto Parigi per affrontare gli alleati anziché aspettare che loro vadano da lui. Deve dimostrare di essere ancora l'uomo più forte di tutta l'Europa.» «I russi e gli austriaci non riusciranno a raggiungere il nostro esercito prima della fine di luglio» obiettò Courtland. «E né gli inglesi né i prussiani saranno tanto stupidi da attaccare Bonaparte prima che tutti gli alleati non siano riuniti.» Un sorriso indulgente curvò le labbra di Ainsley. «Non immaginare rosei scenari, in cui le cose si svolgono secondo le tue speranze, Court. Conviene sempre ragionare come i nostri nemici. Bonaparte non potrebbe avere un motivo migliore per muoversi subito. Il suo popolo vuole vedere una vittoria, vuole rivedere il vecchio soldato con indosso il suo logoro pastrano verde, anche se questo lo costringe a guidare un'armata meno numerosa di quanto gli piacerebbe. E dubito che desideri che la sua prima battaglia non sia che una azione difensiva, che abbia luogo sul suolo francese. No, Bonaparte è soprattutto e innanzitutto un militare. Gli alleati possono anche avergli dichiarato la guerra, ma sarà lui a prendere l'iniziativa. Se solo quegli idioti del Ministero della Guerra se ne rendessero conto.» «Auguriamoci che lo comprendano, papà. Quindi... quindi Rian potrebbe essere in procinto di partecipare alla sua prima battaglia?» domandò Eleanor, insinuando la mano in quella di Jack. «Quella ragazza impossibile!» Tutte le teste si volsero in direzione di Mariah, che era apparsa 14
sulla soglia, le guance arrossate e una spessa ciocca di capelli biondi stretta fra le dita. Sollevandola, la scosse con una certa violenza. Guardandola, Ainsley si sentì gelare il sangue nelle vene. «Fanny?» Mariah annuì, a stento in grado di pronunciare una parola. La sera prima, Fanny Becket si era alzata da tavola con il pretesto di un mal di testa ed era salita nella sua stanza. «Ho bussato alla sua porta un paio di volte quest'oggi, ma non ho mai ricevuto una risposta. Sapete che è stata di pessimo umore da quando Rian se n'è andato, e conoscendola ho deciso... Eleanor e io abbiamo deciso... di lasciare che restasse chiusa nella sua stanza finché la fame non l'avesse spinta a uscire. Ma questa sera... be', il troppo è troppo, perciò mi sono procurata una chiave e... e lei non c'era.» «È scappata?» domandò Callie. «Ha lasciato un biglietto?» «Non era necessario» ribatté Ainsley, lasciandosi cadere su una poltrona, avvertendo all'improvviso il peso di tutti i suoi anni. «Sappiamo tutti dov'è andata tua sorella.»
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La stagione dell'amore di Anne Herries Inghilterra, 1816-1818. Erede di un'insperata fortuna, Miss Amelia Royston decide di usarla per introdurre in SocietĂ due care amiche, Susannah Hampton e Helene Henderson, nella speranza che partecipando alla Stagione mondana possano trovare due gentiluomini degni del loro amore. Le due fanciulle, infatti, non essendo ricche, rischiano non solo di essere escluse da ricevimenti, balli e serate musicali che sono il sogno di ogni debuttante, ma sarebbero anche ignorate dai migliori partiti del regno. E cosĂŹ, mentre Susannah cerca di sciogliere il cuore di ghiaccio di Lord Pendleton e Helene si strugge per l'affascinante Max Coleridge, Amelia si ritrova a fantasticare sull'uomo che tanti anni prima le ha spezzato il cuore. E a sognare che per tutte e tre ci siano fiori d'arancio in vista.
Dal 4 febbraio
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Inghilterra, 1807. Charity Weston è in viaggio sulla diligenza postale, quando la carrozza viene fermata dal famigerato Cavaliere Oscuro, che le ruba una spilla e... un bacio. Nei giorni seguenti, ripensando all'accaduto e alle sensazioni sconvolgenti che ha provato, la giovane si ritrova a fantasticare sull'identità del ladro e si rende conto che le rammenta un gentiluomo conosciuto di recente, Ross Durden... Possibile che l'irreprensibile Ross e l'audace bandito siano la stessa persona? Intrigata dal mistero, Charity decide di indagare, ma prima che possa prendere una qualunque iniziativa il Cavaliere la rapisce...
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