D2085 milionario di ghiaccio

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OLIVIA GATES

Milionario di ghiaccio


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Claiming His Own Harlequin Desire © 2013 Olivia Gates Traduzione di Eleonora Motta Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved. © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny agosto 2014 Questo volume è stato stampato nel luglio 2014 presso la Rotolito Lombarda - Milano HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 2085 del 12/08/2014 Direttore responsabile: Stefano Blaco Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Diciotto mesi prima Caliope Sarantos rimase a fissare le due strisce rosa, brillanti e inequivocabili. Era incinta. Sebbene fosse stata meticolosa, la contraccezione non aveva funzionato, a quanto pareva. Mille emozioni contrastanti si agitarono in lei, entrando in collisione contro il suo petto. Qualunque decisione avesse preso a proposito, il suo mondo avrebbe subito una rivoluzione che avrebbe mandato in pezzi la perfetta relazione con Maksim. Si domandò come lui avrebbe accolto la notizia. All'improvviso, avvertì un brivido che le provocò la pelle d'oca. Lui era lì. Percepiva sempre la sua presenza ancora prima di vederlo. Questa volta, tuttavia, invece d'esserne felice, fu colta dal panico. Una volta rivelata la notizia, sapeva che nulla sarebbe più stato lo stesso. Lui entrò nella camera da letto in cui le aveva insegnato cosa fosse la passione e in cui le aveva mostrato che non esistono limiti al piacere e all'erotismo. Mentre si dirigeva verso di lei, allentandosi la cravatta e sbottonandosi la camicia, i suoi occhi felini 5


scintillarono di voluttà. Non era una novità che ardesse di desiderio per lei. Purtroppo, entro pochi istanti la sua urgenza sarebbe stata spazzata via dall'annuncio della gravidanza. Quest'inattesa notizia avrebbe cambiato tutto tra loro e forse non l'avrebbe visto mai più. Ecco perché lo avrebbe informato dopo... Disperata dal desiderio che rischiava di consumare il suo equilibrio mentale, lo aggredì impetuosa per trascinarlo sul letto, sopra di sé. Le loro labbra si fusero, un ruggito roco e vorace tuonò nel petto di Maksim e si ripercosse in lei, eccitandola alla follia. Con uno strattone, la sollevò così che i suoi seni si protendessero in un'erotica profferta. Lui li accolse nella sua mano, risucchiò i capezzoli nella bocca umida e bollente, inducendola a emettere gemiti di piacere. Quindi le sfiorò l'addome e, più giù, il triangolo fra le cosce. Proprio quando lei trattenne il respiro, lui affondò due dita nel punto cocente della sua femminilità, ruggendo per l'eccitazione. Due, tre carezze intime e i sensi di lei si accesero, mandandola in tilt. Mormorandole parole sconnesse che lei nemmeno comprese, le divaricò le gambe con le spalle e la esplorò con maggior ardore con la bocca, la lingua, i denti. «Ti prego» gemette. «Ho bisogno di te...» La sottomise con una mano sul ventre piatto, il viso contratto in un'espressione imperiosa. «Lascia che mi sazi del tuo piacere. Apriti per me, mia dolce Caliope.» Ubbidì al suo comando, arrendendosi alla sua volontà. Maksim si appropriò della sua essenza, sorbendo la tiepida linfa. Poi, come se conoscesse l'esatto istante in cui Caliope non avrebbe retto il suo assalto, la lanciò verso l'estasi infinita lambendola con irruen6


za. E lei gridò, abbandonandosi a una reazione a catena di convulsioni. Il suo respiro era ancora affannoso quando lui la distese sul letto, il corpo imperlato di sudore, e la baciò appassionatamente. Era incredibile come lui riuscisse ad accenderla con un semplice tocco. Le loro labbra si fusero febbricitanti per qualche lungo istante, poi Maksim si ritrasse, occhi negli occhi, mentre la sua potente erezione cercava l'intimo accesso di lei e affondandovi, invadendola e godendo della morbida espansione del suo corpo che si arrendeva alla sua erotica autorevolezza. Con un grugnito, si issò sulle ginocchia, le afferrò i fianchi e la riempì tutta, consapevole di farla impazzire sotto di sé. Spinta dopo spinta, gustò ogni suo minimo ansimare, ogni contorsione. Quello squisito tormento divenne poi un assalto spietato, con una cadenza feroce così come le piaceva. Il ritmo si intensificò, spasmodico, fino a che Caliope non inarcò la schiena e il piacere detonò in ogni singola cellula del suo corpo. Nel delirio del massimo appagamento, lo udì ruggire, avvertì il suo fremere e, spasmo dopo spasmo, il suo caldo seme che l'inondava. Quindi collassò su di lei, tremante e traboccante di sazietà. Caliope ritornò alla realtà e Maksim si sollevò per fondere ancora una volta le loro bocche ardenti e tumefatte dopo l'accoppiamento selvaggio. Era così virile e pieno di vita da toglierle il fiato. Ed era suo. Sebbene conoscesse da lungo tempo Maksim Volkov, uno dei più importanti e potenti magnati russi dell'acciaio – al pari del fratello maggiore di lei, Aristedes – tutto era iniziato a un gala di beneficenza, quando si erano scambiati un'occhiata ardente. Caliope rammentava ancora l'intensità del loro primo bacio, pochi minuti dopo, la veemenza della sua 7


bocca, l'irruenza della sua lingua e il suo sapore. Non aveva mai immaginato che un uomo potesse avere un tale potere su di lei, dominandola completamente. Nemmeno un'ora più tardi, Caliope faceva il proprio ingresso trionfale nella suite del suo hotel. Durante il tragitto sulla lussuosa Mercedes di Maksim, aveva trovato il coraggio di confessargli che era vergine, tremante di paura che una tale rivelazione potesse concludere prematuramente il loro magico incontro. Al contrario, la fiamma della passione aveva sfavillato nei suoi occhi, sfociando in un bacio carico di possesso che sigillò la sua totale resa. Scostandosi da lei, le tributò il proprio onore. «È un privilegio essere il tuo primo uomo, Caliope. E intendo rendere quest'esperienza indimenticabile.» Da quel momento, aveva mantenuto la promessa e ogni loro incontro era stato travolgente. Proprio per questo, Caliope – restia alle frequentazioni impegnative e distruttive – impose che la loro relazione non prendesse una piega sbagliata e pretese regole ferree per gestire il loro tempo insieme. Si sarebbero incontrati ogni volta che i reciproci impegni lo avessero permesso e fino a che l'ardore fosse rimasto forte per entrambi. Una volta estinta la fiamma, si sarebbero detti addio e avrebbero proseguito per le loro strade. Maksim era stato pienamente d'accordo ma aveva aggiunto una postilla non negoziabile. L'esclusività. Sbalordita da questa sua insolita richiesta, lei si era inabissata in quella passione incontenibile. Ma non aveva mai smesso di domandarsi quanto la loro relazione avrebbe resistito. Tuttavia, era trascorso un anno e continuava a crescere in calore e luminosità. Non poteva perderlo. Eppure, glielo doveva dire... «Sono incinta.» 8


Il cuore prese a martellarle dolorosamente nel petto, sopraffatta lei stessa dalla propria rivelazione. Un silenzio angosciante cadde tra loro. Maksim rimase impietrito e l'espressione del suo volto fu eloquente. La remota speranza che la gravidanza avesse potuto portarli a qualcosa di più morì agonizzando. All'improvviso, Caliope si sentì soffocare sotto il suo peso. Lui lo percepì e si allontanò, barcollando, lasciandola a gemere per quel distacco che probabilmente sarebbe stato definitivo. Lei si sollevò sul letto. «Non devi preoccuparti. La gravidanza è un mio problema. Ho pensato che fosse giusto che ne fossi informato e ti comportassi come desideri.» La scrutò con una luce arcigna negli occhi. «Non mi vuoi accanto al bambino.» Con un nodo che le stringeva la gola, considerò che non le pareva d'aver espresso un tale concetto. «È anche tuo figlio. Qualunque ruolo tu voglia assumere, sarà ben accetto.» «Intendevo che non puoi desiderare che stia accanto a lui, né a te. Non sono un uomo di cui fidarsi in queste situazioni, e credo che ormai anche tu lo abbia capito. Gli darò il mio nome e sarà mio erede, ma non parteciperò alla sua crescita.» Non le lasciò nemmeno il tempo di ribattere. «Tuttavia, vorrei continuare a essere il tuo amante, fino a quando lo riterrai opportuno. Voi due avrete il mio illimitato ed eterno supporto, ma non posso essere coinvolto nella quotidianità.» La trafisse con lo sguardo. «Questo è ciò che posso darti. È ciò che sono, Caliope. Non posso cambiare.» Lo fissò certa che la cosa giusta da fare era rifiutare la sua offerta per preservare la propria esistenza. Tuttavia, non riusciva a contemplare un tale sacrifi9


cio, nonostante i danni che avrebbe potuto causare in futuro. Così cedette ai suoi termini. Con il passare delle settimane, però, si arrovellò sulla ragionevolezza di quella situazione. Ogni giorno percepiva sempre più la rabbia e l'irrequietezza di Maksim. Proprio mentre lei entrava nel settimo mese di gravidanza, confusa e tormentata, Maksim... sparì.

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1 Oggi «E non è più tornato?» Caliope fissò l'incantevole viso di Kassandra Stavros. Trascorsero diversi, sconcertanti istanti prima che le sovvenisse che la sua nuova amica non stava parlando di Maksim. Lei, come tutti gli altri, non sapeva nulla di lui. Cali aveva tenuto la loro liaison segreta. Persino quando la sua gravidanza era divenuta innegabile, si era rifiutata di rivelare il nome del padre. Non desiderava fornire spiegazioni, tantomeno alla propria tradizionalissima famiglia greca. L'unica persona che sapeva non l'avrebbe giudicata era Aristedes sebbene, magari, avrebbe desiderato prendere a pugni Maksim. Quando anche lui si era ritrovato in una situazione simile, suo fratello aveva accampato diritti sulla sua amante, Selene, e il loro figlio Alex. Aristedes avrebbe inflitto una punizione drastica a Maksim per essersi sottratto alle proprie responsabilità. E si sarebbe scatenata una guerra... Lei, di certo, non avrebbe tollerato essere considerata una responsabilità di Maksim, né avrebbe permesso al fratello di combattere una propria battaglia. Anche perché non esisteva. Lei stessa aveva puntualizza11


to che lui non le doveva nulla. Era una donna indipendente e non necessitava della benedizione o del supporto di nessuno. Così tutti ora sapevano che il padre di Leo non era stato... niente di serio. Kassandra stava parlando di un altro uomo nella vita di Caliope che poteva essere considerato l'esempio vivente di... niente di serio, il vincitore del premio per la massima insensibilità. Suo padre. L'unica cosa buona che aveva compiuto nella vita era stata lasciare moglie e figli prima che Cali nascesse. I suoi fratelli, Aristedes e Andreas, portavano ancora le cicatrici a causa del suo sfruttamento e della sua trascuratezza. Almeno lei vi era sfuggita. Sospirò, prima di rispondere all'amica. «Un giorno se ne andò e nessuno ne seppe più nulla. Non sappiamo nemmeno se sia ancora vivo. Ma, sinceramente, non credo. Altrimenti, si sarebbe fatto sentire quando Aristedes ha guadagnato i suoi primi milioni di dollari.» L'altra rimase a bocca aperta. «Credi che sarebbe tornato per chiedere del denaro al figlio che aveva abbandonato?» «Difficile a credersi, vero?» Kassandra scrollò le spalle. «In effetti, sì. Mio padre e i miei zii sono delle mamme chiocce senza speranza!» Cali sorrise. «Secondo Selene, sei tu che scateni il loro eccesso di protezione.» L'altra ridacchiò. «Te lo ha detto, quindi.» Selene, moglie di Aristedes, le aveva tracciato – a grandi linee – le peculiarità della propria migliore amica, convinta che sarebbero andate d'accordo. Oltre a essere socie in affari, nel giro di pochi mesi erano diventate anche molto intime. E Cali aveva bisogno di una donna con cui parlare. Una della stessa età, con il medesimo temperamento e uguali interessi. E Kassan12


dra rispondeva a tutti questi requisiti. Non che Selene fosse da meno ma, da quando era nato Leo, lei non si sentiva a proprio agio stando in famiglia. Quindi Kassandra era stata mandata dal cielo. Fu felice di allontanare la conversazione da sé. «Selene mi ha accennato la questione solo a grandi linee, lasciando a te l'onore di fornirmi i dettagli più spassosi.» La ragazza si accomodò meglio sul divano, spargendo i luminosi capelli striati dal sole sui cuscini, gli occhi verdi scintillanti e divertiti. «Ecco, diciamo che ho calpestato i loro rigidi valori, le aspettative e tutte le speranze che nutrivano per me. Ho perso ogni opportunità per acquisire un... marito socialmente invidiabile, ricco sfondato, con cui procreare e fornire loro la più perfetta progenie, di preferenza maschile, per perpetuare il romantico stereotipo dei potenti magnati greci.» La caustica arguzia dell'amica solleticò il quasi atrofizzato senso dell'umorismo di Cali che scoppiò a ridere. «Saranno stati colti da infarto quando te ne andasti di casa a diciotto anni, mantenendoti agli studi lavorando. Per non parlare della carriera di modella che hai intrapreso in seguito.» Kassandra annuì. «Infatti attribuisco la loro pressione alta e l'iperglicemia al mio scandaloso comportamento. Non si sono ripresi nemmeno adesso che ho trent'anni, ho smesso di sfilare in lingerie e sono diventata una designer agguerrita.» A dire il vero, lei era molto più bella ora che a vent'anni e Cali la stimava per la sua forza di carattere. Inoltre si sentiva privilegiata ad averla come partner nel lavoro per una serie di campagne pubblicitarie online innovative. La sensuale bocca della ragazza s'increspò in un sorrisetto. «Purtroppo continuano a riciclare gli stessi 13


angoscianti moniti sui pericoli della mia professione, dominata da spietati predatori e pervertiti. Per non parlare del fatto che sono ancora single!» Cali sbuffò. «La prossima volta che hanno qualcosa da recriminare, mandali da me. Ti ringrazieranno per non aver macchiato il loro buon nome dando alla luce un figlio illegittimo.» Una luce maliziosa scintillò negli occhi color smeraldo dell'altra. «Lo terrò a mente. A quanto pare, non troverò mai l'uomo che mi stravolgerà a tal punto da convincermi a cambiare idea, sposarmi e perpetuare la casata degli Stavros. Tuo figlio e quello di Selene, poi, stanno facendo risuonare con fragore il mio orologio biologico.» Il cuore di Cali si strinse di pena. Selene aveva due figli meravigliosi assieme all'amore della sua vita. Mentre lei, aveva Leo... sola. «Essere un genitore single non è facile come sembra.» Kassandra assunse un'espressione carica di rammarico. «E tu ti trovi nella posizione per poterlo affermare senza timore di essere smentita. Ricordo quanto Selene dovette lottare prima che Aristedes tornasse. Prima di conoscere la sua situazione, ero convinta che la figura paterna fosse solo marginale nei primi anni di vita di un bambino. Ma poi, vedendoli assieme...» Sospirò. «Be', non è il caso di prenderlo come esempio. Sappiamo bene che Aristedes è un caso più unico che raro.» Proprio come Cali aveva pensato a proposito di Maksim. «Non immagini quanto rimanga sbalordita nel vedere che padre e marito meraviglioso sia mio fratello. E noi che pensavamo che fosse la versione riveduta e corretta di quel perdente senza cuore di nostro padre.» Se ne era convinta in un momento particolare. La 14


notte in cui il loro fratello Leonidas era morto. Mentre lei e le sue sorelle si erano strette l'una all'altra, distrutte dalla terribile perdita, Aristedes aveva preso il pieno controllo della situazione. Con atteggiamento freddo e razionale, aveva affrontato la polizia, organizzato il funerale senza, tuttavia, offrire loro alcun conforto e andandosene appena terminata la funzione. Sempre meglio del comportamento di Andreas che non era tornato e non aveva mai accettato la morte del fratello. Se, dapprincipio, lei si era convinta che Aristedes non provasse emozioni, aveva poi realizzato che era l'esatto opposto. Era talmente sensibile da non voler mostrare la propria fragilità, esprimendola invece con le azioni, sostenendo la famiglia in modo concreto. Quando Selene lo aveva... rivendicato, come lui diceva, qualcosa era cambiato in lui. Per quanto fosse rimasto spietato negli affari, a livello personale si era aperto, con la famiglia e con gli amici. Quando si trattava di Selene e dei figli, poi, si scioglieva di tenerezza. «Tuo padre era davvero terribile, quindi.» Cali sorseggiò il tè, riluttante a parlare di lui. La sua attuale situazione era troppo simile. «Un uomo totalmente privo di morale e interessato solo al proprio tornaconto» sospirò. «Mise incinta mia madre di Aristedes a soli diciassette anni. Lui ne aveva quattro di più. Molto affascinante, ma incapace di trovarsi un lavoro, fu costretto a sposarsi perché altrimenti la famiglia gli avrebbe tagliato i fondi. Ha usato mia madre, facendole mettere al mondo più figli possibili per ottenere dal proprio padre assegni sempre più sostanziosi che spendeva per se stesso. Non appena il padre morì, prese l'eredità e sparì.» Cali fece una pausa, in attesa che il proprio respiro si regolarizzasse. «Ritornò quando ebbe dissipato tutto 15


il patrimonio, certo che mia madre lo avrebbe mantenuto con quel poco che guadagnava. Lui entrava e usciva dalla sua vita, e ogni volta che tornava aggiungeva un altro bambino, un altro fardello sulle spalle di mia madre, prima di scomparire di nuovo. E quando si ripresentava, le giurava amore eterno, raccontando storie strappalacrime sulla sua difficile esistenza.» Kassandra era inorridita. «E tua madre lo riprendeva ogni volta?» Lei annuì, imbarazzata. «Aristedes diceva che per lei era impossibile rifiutarlo e si era dato da fare per aiutarla. A dodici anni lasciò la scuola per fare quattro lavori per sbarcare il lunario. A quindici, mentre io stavo per nascere, vide finalmente nostro padre sparire per sempre. Allora, lui andò a Creta e divenne uno dei più grandi magnati delle spedizioni marittime del mondo. Purtroppo, nostra madre vide solo i suoi primi passi, poiché morì quando avevo sei anni. Allora, Aristedes ci portò tutti qui a New York e ci fornì la migliore istruzione che il denaro ci concedesse. Lui, tuttavia, non rimase con noi, non prese nemmeno la cittadinanza americana – cosa che pretese, invece, per noi – finché non sposò Selene. Il suo successo è stato dettato da una forma di rabbia e di rivincita nei confronti di quel disgraziato che ci ha generato. Sono grata di non aver avuto l'esistenza avvelenata da quell'uomo, come mio fratello.» Kassandra sbatté le palpebre, incapace di comprendere un comportamento tanto insensibile e vergognoso da parte di un padre. «Rimango di stucco. Come si può giungere a essere tanto ignobili? L'unica cosa che quell'uomo ha compiuto di buono è stato mettere al mondo voi. Siete fantastici!» Leonidas avrebbe meritato quell'appellativo e Aristedes se l'era guadagnato col tempo. Le sue tre amate sorelle erano state contagiate dall'atteggiamento passi16


vo della madre, rendendole remissive. Andreas rimaneva un enigma. Dalla sua riluttanza ad avere a che fare con loro, era incline a considerarlo molto simile al padre. E lei stessa... sebbene fosse convinta di essere sfuggita alla contaminazione materna, con Maksim si era comportata allo stesso modo. Si era lasciata coinvolgere dalla persona sbagliata, dimostrandosi troppo debole per lasciarlo, finché lui non se n'era andato. Sua madre, tuttavia, aveva avuto una scusante. Era una donna povera che viveva a Creta, isolata dalle opportunità che potevano farle sperare qualcosa di diverso. Una donna che non sapeva aspirare a una vita migliore. Caliope era una donna americana del ventunesimo secolo, di notevole cultura e totalmente indipendente. Come giustificava, dunque, le sue azioni? «È tardissimo!» esclamò Kassandra, scattando in piedi. «La prossima volta buttami fuori a calci, con le alzatacce che fai con Leo non è giusto che ti impedisca di riposare.» «Preferisco trascorrere le notti a chiacchierare con te. Mi sento tagliata fuori dal mondo degli adulti» protestò Cali. «Sono stufa di parlare solo di pannolini e pappe con la tata di Leo.» L'amica l'abbracciò e si diresse verso la porta. «Sai che puoi contare su di me, quando vai in overdose di puericultura.» Dopo essersi accordate su quando vedersi per discutere la fase successiva della campagna, Kassandra se ne andò, lasciandola a fissare la porta di legno di quercia del suo silenzioso appartamento e si sentì assalita da un soffocante scoraggiamento. Non poteva essere solo la tipica depressione postparto. Per quanto detestasse ammetterlo, ciò che l'aveva fatta soffrire nell'ultimo anno aveva una sola causa. Maksim. 17


Si diresse verso la stanzetta di Leo ed entrò in punta di piedi, guidata dalla sola luce che proveniva dal corridoio. Appena la vista si aggiustò alla semioscurità, le adorate forme del figlioletto apparvero e l'emozione le strinse la gola. Era sempre così. Non si capacitava dell'immensità dell'amore che provava per lui. Era così bello, così straordinario e perfetto, che era terrorizzata che gli accadesse qualcosa. Si domandò se tutte le madri fossero ossessionate dalle potenziali catastrofi che potevano accadere ai loro figli, ma suppose di sì. Assorbì i minuscoli lineamenti. Se qualcuno avesse sospettato di una sua relazione con Maksim, avrebbe subito realizzato che Leo era suo figlio. Erano identici. Così come Alex era il clone di Aristedes e Sofia quello di Selene. Ogni giorno che passava, Leo diveniva sempre più la versione infantile del suo affascinante papà. I capelli erano della stessa tonalità di castano mogano, ondulati e folti. Il mento riportava la stessa fessura, la guancia sinistra la medesima fossetta. L'unica differenza fra padre e figlio erano gli occhi. Sebbene Leo possedesse la stessa forma oblunga, il colore era una mescolanza tra l'azzurro di lei e l'ambra di lui, un sorprendente verde chiaro. Grata al cielo per quel miracolo di perfezione, si chinò per porre un bacio lieve sulle gote paffute di Leo. Lui gorgogliò di gioia, rotolando su un fianco per poi riaddormentarsi profondamente. Cali non resistette e lo baciò di nuovo, prima di uscire dalla stanza. Chiusa la porta, vi si appoggiò sentendosi soffocare dalla collera. Era furiosa contro se stessa. Come aveva potuto permettere a Maksim di abbandonarla? Aveva percepito il suo allontanamento e si era aggrappata a lui, invece di comportarsi come stipulato dai loro accordi. In sua difesa, si poteva avan18


zare la questione che l'aveva confusa, illudendola che il proprio distacco fosse solo frutto della sua fantasia. L'ira s'impossessò di lei come un fiume di lava che avrebbe volentieri riversato su Maksim, incenerendolo con la furia del suo disprezzo. Perché le aveva fatto promesse che non intendeva onorare? E perché l'aveva lasciata senza nemmeno dirle addio? Credendo che ci fosse una buona spiegazione, aveva anche tentato di contattarlo. Il numero privato che le aveva dato era stato scollegato. Dagli altri non ricevette alcuna risposta se non l'antipatica voce di una segreteria telefonica. I suoi associati non sapevano dove fosse e, fatta eccezione per le acquisizioni e i rilevamenti, non esisteva più alcun indizio della sua esistenza. Aveva cancellato ogni traccia dietro di sé, rendendo impossibile ritrovarlo. Nonostante questo, Cali non aveva accettato quell'irrefutabile realtà, credendo che gli fosse capitato qualcosa di terribile, poiché lui non li avrebbe mai abbandonati così. E quando, alla fine, aveva ammesso la verità, era impazzita di dolore. Congetturò che l'avanzamento della gravidanza era divenuta troppo evidente e reale, e interferiva con il suo piacere fisico. E all'angoscia si era aggiunta un'altra rivelazione. Era innamorata di Maksim. Quando se ne rese conto, comprese il motivo della sua fuga. Lui doveva aver percepito il cambiamento in Cali e questo lo aveva persuaso a rompere i rapporti. Se gli ultimi mesi della gravidanza erano infernali, in confronto a quelli che avevano seguito la nascita di Leo, sembravano una passeggiata. Certo, aveva un bambino meraviglioso, una luminosa carriera che le permetteva una stabilità finanziaria, godeva di ottima salute, ma... dentro di sé, era devastata. Non tanto per la responsabilità di un esserino indifeso che dipendeva da lei in tutto e per tutto, ma per il 19


logorante desiderio di avere Maksim accanto a sé, per potersi rivolgere a lui per un consiglio, un sostegno. Aveva bisogno di condividere Leo con lui, di aggiornarlo sui suoi progressi, le prime parole, i gesti e le mille sorprese che un neonato può dare. La situazione era peggiorata fino a che non aveva iniziato a percepire la sua vicinanza, come se, voltandosi, potesse trovarlo dietro di sé. A volte, pensava persino di vederlo e, quando realizzava che era l'immaginazione che le giocava brutti scherzi, ne rimaneva delusa e amareggiata. Quelle fantasie avevano lasciato ora il posto a una furia inaudita. Una sensazione che la faceva sentire meglio, più viva. In quell'istante d'illuminazione interiore, il campanello della porta suonò e lei sobbalzò. Un'occhiata all'orologio sulla parete le confermò che era tardi, le dieci di sera. Non aveva idea di chi potesse essere a quell'ora, senza nemmeno annunciarsi al citofono o tramite il portinaio. Forse si trattava Kassandra che aveva dimenticato qualcosa. Si precipitò alla porta, aprendola senza l'accortezza di controllare chi fosse attraverso lo spioncino. E tutto si fermò. Il suo cuore, il suo respiro. Il mondo intero. Nella luce soffusa del pianerottolo, lui era lì, imponente e cupo, gli occhi dorati scintillanti nella penombra. Maksim. Dentro di sé, la vita si sospese, i sensi travolti da una tempesta. Osservò il suo viso, una visione ormai distorta dalle mille e mille ancora ossessionanti volte che aveva pensato a lui. Sebbene non ne comprendesse il motivo, le sembrò sempre il medesimo e, allo stesso tempo, cambiato. C'era una nota d'insicurezza in lui, testimoniata dalla sua figura appoggiata allo stipite, come se vederla lo avesse privato delle forze. I suoi occhi assorbirono i 20


lineamenti stravolti di Cali, il suo corpo, e lei fu colta da una violenta vertigine. La labbra di Maksim si contorsero come in una smorfia di dolore prima che si schiudessero per sconvolgerla del tutto. «Ya achee skoocha po tebyeh, moya dorogoya.» Caliope aveva iniziato a studiare il russo con avidità, da quando lo aveva conosciuto. Non aveva smesso nemmeno dopo la sua sparizione. Il motivo sfuggiva persino a lei stessa, era qualcosa più forte di lei. Forse lo aveva fatto in attesa di quell'istante, così da poter comprendere le sue parole. Mi sei mancata da morire, tesoro.

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2083 - Il ritorno del magnate di Katherine Garbera

Christopher è un uomo che si è fatto da solo e ha sempre desiderato essere ammesso al TCC. Quando torna a Royal e rivede Macy, però, i suoi progetti cambiano. IL CLUB DEI MILIONARI

2084 - Il limite del piacere di Sarah M. Anderson

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2085 - Milionario di ghiaccio di Olivia Gates

La fama di Maksim, milionario russo, ha il potere di spaventare ogni rivale. E il suo piacere è grande quando scopre che Caliope non ha intenzione di fuggire. L'attrazione tra loro è forte e...

2086 - Appassionata finzione di Catherine Mann

Hilary attira i cattivi ragazzi come una calamita. E Troy, collaboratore governativo e playboy, è proprio ciò che lei deve evitare. Purtroppo ha bisogno del suo aiuto. I PADRONI DEL SUCCESSO

2087 - Quello che desidero... di Emily McKay

Dalton Cain non permetterà al padre di mettere a rischio l'azienda di famiglia. Per fermarlo ha bisogno di Laney, la donna che ha abbandonato e che ora deve sedurre di nuovo.

2088 - Un inganno dal passato di Charlene Sands

Justin Slade è tornato a casa, e la prima persona che incontra è Katherine, più bella e furente che mai. Il desiderio di averla di nuovo nel suo letto è imperante. RITORNO A SUNSET RANCH


dal 30 settembre 2089 - Seduzione a mezzanotte di Barbara Dunlop Mitch Hayward, presidente del TCC, non riesce a credere ai propri occhi. Jenny Watson, la sua impeccabile e compassata assistente personale, è diventata una donna sensuale e ammaliatrice. E una notte accade l'irreparabile. IL CLUB DEI MILIONARI 2090 - La scelta del playboy di Sarah M. Anderson Jenny sa che Billy Bolton, milionario con la fama di cattivo ragazzo, non è adatto a diventare un marito devoto. Lui ama correre in sella alle sue amate moto, e passare da una donna all'altra. Perché non riesce a resistere all'attrazione che prova per lui? I FRATELLI BOLTON 2091 - Il segreto del milionario di Catherine Mann Jayne sa che Conrad le spezzerà il cuore, eppure non può fare a meno di sposarlo. Lui è uno dei più ricchi proprietari di casinò di Monte Carlo e fingere è la sua specialità. Ovvio che sia riuscito a convincerla della sua buona fede. Ma non accadrà una seconda volta. I PADRONI DEL SUCCESSO 2092 - Il tuo cuore mi cambia di Charlene Sands Lei è la creatura più dolce che Casey abbia mai incontrato. Con le sue mani delicate crea dolci composizioni che inducono in tentazione il più morigerato degli uomini. Lei è Susanna Hart, la sorella del suo migliore amico. Quindi proibita. A meno che... RITORNO A SUNSET RANCH


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