DIANA PALMER COLLECTION
Diana Palmer Desiderio imprevisto
7 Pagina Romanzo Uniti dal desiderio
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Meredith Johns guardò la fiumana d'invitati, in macabri costumi, che pareva ormai sottratta a ogni controllo. La sua mise risaliva ai tempi del college. Percepiva un discreto salario, ma non poteva permettersi frivoli lussi. Le bollette della casa che divideva con il padre esigevano la prioritàGliassoluta.ultimi mesi, a dir poco traumatici, avevano lasciato il segno. Jill, una delle colleghe, aveva insistito sulla necessità che lei uscisse da quella casa, soprattutto alla luce degli ultimi eventi che l'avevano travolta.
Meredith le aveva tentate tutte per convincerlo a farsi
Meredith aveva temporeggiato. Suo padre era tornato soltanto da tre giorni. Ma Jill non aveva voluto sentire ragioni e aveva insistito perché anche lei partecipasse alla festa. Così lei aveva indossato l'unico costume di Halloween che possedeva e aveva percorso i tre isolati che la separavano dall'appartamento dell'amica. Le era bastato guardarsi intorno per pentirsi di averlo fatto. Ma era reduce da una tumultuosa settimana e aveva avvertito l'irrefrenabile bisogno di staccare la spina. Le violenze domestiche del padre la stavano consumando. Il dolore li aveva lacerati entrambi, ma suo padre stava perendo sotto i colpi della tragedia di cui si sentiva responsabile. Aveva prematuramente concluso la brillante carriera accademica per diventare un alcolista a tempo pieno.
Erano mesi che non usciva con qualcuno. Aveva invitato a cena una nuova conoscenza, ma, dopo aver dato un'occhiata al padre ubriaco, l'ospite aveva tagliato la corda ed era sparito dalla circolazione. Non che le piacesse smisuratamente. Negli ultimi tempi lei aveva smesso persino di tentare di sedurre gli uomini. Aveva ben altre cose cuiUnopensare.strano
A tre giorni dal rilascio, si era già attaccato nuovamente alla bottiglia.
Meredith chinò i tristi occhi grigi sull'aranciata che stava sorseggiando. Si sentiva fuori luogo, come una tazza di tè in mezzo a coppe di champagne. E il suo costume le stava attirando indesiderate attenzioni maschili.
Meredith si allontanò dal collega brillo che si era offerto di mostrarle la camera da letto di Jill e posò il bicchiere sul tavolo.Trovò
la padrona di casa, accampò un'emicrania, la ringraziò per la bella serata e infilò la porta più in fretta che poté. Guadagnato il marciapiede, inspirò una boccata di ariaChefresca.gente!
L'unico momento di tregua concessole, era scaturito da un violento episodio che aveva fatto finire il padre in cella.
E lei che credeva che sarebbe stato divertente partecipare a una festa. Magari avrebbe anche incontrato l'uomo della propria vita. Che stupida illusa!
L'inferno l'attendeva dopo la festa. Lui l'aveva avvertita di non fare tardi. Non che fosse sua abitudine.
8 curare. Lui non voleva saperne e le cliniche di disintossicazione accettavano soltanto pazienti che si sottoponevano spontaneamente al trattamento.
rumore attrasse la sua attenzione. Meredith rimpianse di non aver coperto con un cappotto quella mise che le aveva procurato commenti alquanto spinti, da parte di un collega di Jill, che si era sempre distinto per i suoi modi impeccabili. Ma dire che il suo guardaroba era datato
Meredith si strinse le braccia intorno al corpo e si augurò di averne coperto parti sufficienti, per non invogliare eventuali maniaci in agguato.
«Ehi! Che cosa state facendo?» urlò con quanto fiato aveva in gola. Quelli batterono in ritirata senza voltarsi indietro. L'attacco restava sempre la migliore difesa, sorrise Meredith tra sé. Era un bluff calcolato che aveva visto funzionare anche con donne più minute di lei. Si chinò rapidamente sull'uomo che giaceva a terra e lo esaminò sommariamente alla fioca luce del lampione. Era stato colpito alla testa e sanguinava. Un uomo così ben vestito doveva possedere un cellulare. Lo tastò sotto la giacca e le sue dita incontrarono un oggetto piccolo e squadrato agganciato alla cintura. Meredith compose il numero delle emergenze e diede all'operatore indicazioni sul luogo nel quale aveva rinvenuto il ferito e sulle condizioni del paziente.
9 sarebbe stato usare un eufemismo. Tra la rata del mutuo e le bollette, non le restava molto da scialare. Suo padre non era in condizioni di lavorare e lei lo amava troppo per abbandonarlo a se stesso.
«La... «Immaginotesta...»che le faccia male. Ha un bel bernoccolo. Stia calmo...»
La minigonna di pelle, le calze a rete, i tacchi a spillo, il bustino attillato e il boa fucsia davano già abbastanza nell'occhio. I lunghi capelli biondi e il pesante trucco da avanspettacolo facevano il resto. Meredith accennò una smorfia e sperò di passare inosservata in una notte particolare come quella di Halloween. Svoltato l'isolato, vide due sagome chine su quello che sembrava un uomo sdraiato per terra.
L'uomo accennò un movimento. «Non si muova. L'ambulanza sta arrivando.»
«Che è successo?» la donna cambiò argomento. «Hai visto«Hoqualcosa?»urlatoedue tipi sono scappati. Non saprei se sono gli stessi che lo hanno conciato così. Che ne pensi?»
10 Il suono di sirene spiegate l'avvertì che l'ambulanza era in avvicinamento. L'ospedale era a soli due isolati, forse quattro, da lì. Quel tipo poteva dirsi fortunato. Le ferite alla testa potevano anche risultare fatali. «I miei fratelli...» biascicò l'uomo. «Ranch... Hart. Jacobsville. Texas.» «Non si preoccupi. Saranno avvertiti» gli promise lei. Lui le afferrò la mano. «Non mi... lasci» la supplicò. «Non lo farò. Può stare tranquillo.» «Angelo...» Con un rantolo tremolante, l'uomo ricadde nell'oblio. Brutto segno. I fari dell'ambulanza li investirono. Meredith scattò in piedi mentre due infermieri, un uomo e una donna, aprivano il portellone posteriore ed estraevano la «Feritalettiga.alla testa. Polso debole, ma stabile. È lucido e suda freddo. Probabilmente colpito da un corpo contundente. Possibile commozione cerebrale» elencò Meredith. «Ma io ti conosco» sorrise l'infermiera, contenta di vederla. «Sei Johns.» «Già. Devo essere famosa.» «Non tu... tuo padre.» Meredith sospirò. «Dimenticavo. Fa un uso smodato di ambulanze negli ultimi tempi.»
«Una commozione cerebrale non gliela toglie nessuno» convenne l'infermiera. «Niente fratture, ma ha un bernoccolo grande quanto una pallina da tennis. Vieni con noi?» «Immagino che dovrei, anche se non sono esattamente in tenuta ospedaliera.»
«Il responsabile del personale è al corrente di questa tua seconda occupazione serale?»
Ma che altro poteva fare? Lei era l'unica che sapesse chi contattare. Aveva promesso a quell'uomo che sarebbe rimasta al suo fianco. Non poteva piantarlo in asso.
I suoi familiari dovevano essere contattati e toccò a Meredith provvedere. Sfogliò l'elenco telefonico della contea di Jacobs nella quale si trovava Jacobsville e trovò il ranch Hart.Compose il numero e restò in attesa. «Ranch Hart» rispose una voce maschile.
Meredith salì in autoambulanza, mentre l'infermiere prendeva posto al volante, partendo a sirene spiegate, e la collega si metteva in contatto radio con il Pronto Soccorso.
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«Ehm, chiamo riguardo a Leo Hart» esordì Meredith
«Jill Baxley ha dato una festa in maschera e mi ha invitata.»La donna inarcò le sopracciglia. «Le feste di Jill hanno fama di sfuggire a ogni controllo. Non ricordo di averti mai vista alzare il gomito.»
«A questo ci pensa già mio padre. Non bevo e non faccio uso di droghe e dovrei farmi vedere da uno strizzacervelli per aver accettato l'invito a quella festa. Sono fuggita prima che ho potuto e mi sono imbattuta in questo poveretto.»«Ha avuto una fortuna sfacciata. Se non fosse stato soccorso per tempo, ci sarebbe rimasto secco.»
Il medico di guardia confermò la diagnosi di com mozione cerebrale. Il paziente era rimasto privo di conoscenza durante il tragitto in ospedale.
Sarebbe stata una lunga notte e suo padre non gliel'avrebbe perdonata. Sua madre adorava andare alle feste e fare tardi, a volte in compagnia maschile. Dopo gli eventi recenti, suo padre aveva trasferito su Meredith lo sdegno accumulato nei confronti della consorte e lei non osava pensare alla scenata che l'avrebbe attesa al rientro.
«Che cos'è successo? Sta bene?» «Ha subito un'aggressione e ha riportato una com mozione cerebrale. Non è in condizioni di dare informazioni al personale medico...» «Lei chi è?» «Sono Meredith Johns. Lavoro...» «Chi lo ha trovato?» «Io. Ho chiamato l'ambulanza dal suo cellulare. È riuscito a dirmi di avvisare i fratelli e mi ha dato il nome del ranch...»«Sono le due del mattino!» «Lo so. È accaduto poco fa. Stavo rincasando quando l'ho visto sul marciapiede. Ha bisogno dei familiari...» «Sono suo fratello Rey. Sarò lì tra trenta minuti.» «Signore... se guida così veloce...» «Verrò in aereo. Vado a buttare giù dal letto il pilota. Grazie.» Pronunciò quell'ultima parola come se gli costasse e Meredithriattaccò.tornò in sala d'attesa. Dieci minuti più tardi ebbe accesso alla stanza nella quale era stato ricoverato il paziente.«Haripreso conoscenza» le comunicò il medico di guardia. «Ma sarà meglio che resti sotto osservazione per questa notte. È riuscita a contattare la sua famiglia?» «Suo fratello sta venendo qua in aereo. Purtroppo non mi ha detto altro.» «Quando è sconvolta, difficilmente la gente riesce a pensare. Che ne direbbe di fermarsi con lui? Quest'ondata di influenza ha decimato il personale. Non dovrebbe restare «Resterò.solo.» Non ho particolari impegni mondani.»
12 che aveva letto il nome del paziente sulla patente di guida, nello scomparto del portafogli che gli assalitori non avevano avuto il tempo di rubare. «Si trova ricoverato allo Houston General...»
provò a spiegare al nuovo venuto che custodiva entrambi gli oggetti personali nella borsetta, per sicurezza. Rey Hart la fulminò con un'occhiata e uscì dalla stanza.Cinque minuti dopo tornò in compagnia di un agente che aveva un viso familiare, ma che lei non riusciva a mettere a fuoco. «È lei!» esclamò Rey rivolto al poliziotto. «Firmerò tutto ciò che c'è da firmare non appena mi sarò sincerato che mio fratello sta bene. Ma la porti via di qui.» «Non si preoccupi. Ci penso io» replicò l'agente. Senza
«Si«Ascolti...»risparmi il fiato» la zittì quello e si chinò sul fratello. «Leo, sono Rey! Riesci a sentirmi?» Leo batté le palpebre e lo fissò con uno sguardo vacuo. «Rey?»«Che ti è «Camminavo...successo?»Qualcosa mi ha colpito alla testa e mi ha steso. Non ho visto niente...» Si tastò le tasche dei pantaloni. «Dannazione! Il portafogli è sparito. E anche il cellulare.»Meredith
Quarantacinque minuti più tardi, un uomo alto e moro fece irruzione in ospedale con la furia di un tornado. Indossava un paio di jeans, una giacca di renna con le frange e uno Stetson originale calato sugli occhi. Trasudava ricchezza e collera. L'uomo guardò il fratello disteso sul letto e serrò gli occhi alla vista di Meredith.
Il medico serrò le labbra e la squadrò dalla testa ai piedi. «Una festa di Halloween. La prossima volta che mi invitano mi darò malata. Lo giuro!»
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«Ora capisco perché era per strada alle due del mattino» sibilò. «Che le è preso? Si è sentita in colpa e ha chiamato aiuto dopo aver tentato di fargli la festa?»
«Sono nella mia borsetta...»
14 aggiungere altro, fece scattare le manette ai polsi di Meredith e la trascinò in corridoio.
L'uomo le rivolse uno sguardo spazientito, ma fece come lei gli aveva detto. Mentre sfogliava i documenti plastificati, mutò espressione.
«Non stavo adescando un bel niente. Sono stata a una festa di Halloween. Deve credermi.»
L'agente Sanders, era questo il nome scritto sulla targhetta che portava appuntata al taschino, la fece accomodare sul sedile posteriore della volante. «La prego. Guardi nel mio portafogli.»
«Lo so. Dite tutte così. Non siete mai colpevoli di niente. Che cosa ne hai fatto del cellulare e del portafogli?»
«Mi sembrava un viso familiare!» esclamò.
«Non ho rapinato il signor Hart e posso dimostrare dov'ero, mentre lui subiva l'aggressione» insisté Meredith e diede l'indirizzo di Jill. Il poliziotto vi si diresse. Suonò alla porta. Parlò con la padrona di casa. Tornò in auto e le tolse le manette. «Mi dispiace. Non l'avevo riconosciuta. Deve ammettere che non ha un'aria molto professionale e il signor Hart...»
«L'adescamento è reato.»
«Può mostrarmi dove lo ha trovato?»
L'agente gliela confiscò e in malo modo la spinse fuori dall'edificio. «Ti sei cacciata in un bel guaio, bellezza. Hai scelto l'uomo sbagliato da rapinare.»
«Perché mi arresta? Non ho fatto niente» si difese lei.
«Le ripeto che non sono stata io a rapinarlo. Erano in due. Non li ho visti in faccia. Erano chini su di lui...»
«Il signor Hart è comprensibilmente preoccupato per il fratello e ignora come si siano svolti i fatti. Ha visto il fratello in quello stato, me conciata così e ha pensato al peggio. Ma quei due che ho messo in fuga urlando sono ancora a piede libero.»
L'agente Sanders chiamò la scientifica. Meredith avrebbe tanto voluto tornarsene a casa, ma doveva ancora rilasciare una deposizione e firmarla. Si accomodò in auto e fece una descrizione della dinamica dell'aggressione. Con quel poco che sapeva non ci mise molto a finire.
«Non li conosce. Non è gente normale. La caccia all'uomo li esalta.»
«Lo
«Spero che li prendano, quei due. Nessuno dovrebbe aver paura di camminare per strada di notte.» «Può dirlo forte.»
«Ora posso andare? Vivo con mio padre e non ama vedermi rincasare tardi.»
Il«Nessunfarebbe?»problema.»poliziottol'accompagnò fino alla porta. La casa era immersa nel buio. Meredith trasse un sospiro di sollievo. «È tutto a posto. Se fosse sveglio, le luci sarebbero accese.«SeGrazie.»habisogno di aiuto, sa dove trovarmi. Temo che dovremo risentirci. Rey Hart mi ha ricordato che suo fra-
«Suo padre è Alan Johns? Vuole che l'accompagni?»
«Faranno salti di gioia, quando scopriranno di essere stati buttati giù dal letto per una carta di caramella e un mozzicone di sigaretta.»
15 «Certo. MeredithLaggiù.»glifece strada e lui ispezionò la zona con la torcia. Trovò la carta di una caramella e un mozzicone di sigaretta.«Immagino che ignori se il signor Hart fumi o mangi caramelle.»Leiscosse la testa. «Spiacente, ma tutto ciò che mi ha detto è stato il nome del ranch. Non so altro sul suo conto.»«Lo chiederò al fratello. Nel frattempo, dirò ai ragazzi della scientifica di venire a recuperare le prove.»
16 tello Simon è il procuratore generale del nostro stato. Non mollerà il caso finché non sarà stato risolto.»
In ospedale, Rey Hart sedeva accanto al letto del fratello nella stanza singola che aveva preteso per lui. Era seriamente preoccupato. Leo era il più tranquillo dei fratelli e il più allegro. Vederlo ridotto in quello stato gli faceva male.
Non sarebbe stato facile rimpiazzarla. Non c'era molta gente ansiosa di rintanarsi in un ranch isolato. Neanche al-
E la cosa che più lo mandava in bestia era che quella donnaccia non aveva saputo fare di meglio che rapinarlo. Con che cosa lo aveva tramortito? Non era una stangona. Come avesse fatto a colpire Leo sulla testa rimaneva un mistero.Ricordò con sdegno il modo in cui era vestita. Non era un puritano, ma, quando aveva vent'anni aveva avuto una storia con una coetanea, che, poi aveva scoperto, faceva la squillo. Aveva letteralmente perso la testa per lei e credeva che lei lo amasse. Dopo che aveva appreso della sua professione e aveva scoperto di essere stato adescato per via dei suoi quattrini, era diventato molto cauto con il gentil sesso.Sefosse riuscito a trovare un uomo capace di cucinare biscotti, non avrebbe più permesso neanche a una donna anziana di mettere piede in casa loro. Rey ricordò con una punta di dolore la loro ultima esperienza al riguardo. Lui e Leo avevano scovato una pasticciera in pensione, disposta a sfornare biscotti per loro. Ma lo stato di salute della donna si era aggravato e lei aveva rassegnato le dimissioni.
«Stia bene e... mi scusi per le manette.» Meredith gli sorrise. «Era il minimo che potesse capitarmi con questo costume. Grazie per il passaggio.»
«Non lo biasimo. Quei malviventi sono liberi e potrebbero colpire ancora.»
«Non è quel genere di donna...»
17 cuni annunci che promettevano vertiginosi compensi avevano sortito un qualche effetto. Rey si appisolò. I rancheros sapevano dormire anche in sella a un cavallo, all'occorrenza.
«Temo che sia rimasto nella sua borsetta insieme al portafogli, signore» si scusò l'agente. «Posso passare a ritirarli di ritorno a casa...»
«Avete già arrestato l'unica indiziata.» «Ho dovuto rilasciarla. Il suo alibi è stato confermato. Ha sottoscritto una regolare deposizione e l'ho riaccompagnata a casa.» Rey balzò in piedi come una furia. «L'ha lasciata andare? E dov'è il cellulare di mio fratello?»
«Vengo con lei. Continuo a credere che lei c'entri in questa storia. Forse è in combutta con quelli che hanno aggredito Leo. Potrebbe aver pagato qualcuno perché confermasse il suo alibi.»
«Sto per smontare dal turno, ma volevo dirle che ho ispezionato la scena dell'aggressione e ho trovato delle prove. In mattinata, i colleghi vedranno di raccogliere delle testimonianze. Troveremo quei due che hanno conciato suo fratello in questo stato.»
«Non voglio sentire un'altra parola su di lei! Andiamo.»
Se quel poliziotto non era capace di sbatterla in cella, l'avrebbe fatto di persona. Rey guidò l'auto a noleggio fino a casa di Meredith con l'agente Sanders seduto al suo fianco che gli faceva da navigatore. Il quartiere era mal ridotto e la casa cadeva a pezzi. Elementi che non facevano che suffragare la sua tesi. Quale sistema più rapido per far soldi se non una rapina?Si diresse alla porta e bussò. Dovette farlo tre volte e
L'arrivo dell'agente Sanders lo destò.
18 con crescente violenza prima che qualcuno si decidesse ad aprire.Meredith Johns indossava un accappatoio di ciniglia sulla tenuta da passeggio e si premeva un asciugamano di spugna contro il viso. «Che altro vuole?» biascicò. «Ha bevuto?» tuonò Rey Hart. L'agente Sanders capì la situazione al volo. Oltrepassò Rey e scosse la testa alla vista del volto di Meredith. «Nottataccia?» insinuò Rey, caustico. «Clienti insoddisfatti?»Leinon rispose. L'agente Sanders era andato in camera da letto. Tornò un minuto dopo con un uomo alto e discinto in manette che imprecava accusando Meredith di ogni genere di reato, dalla prostituzione all'omicidio. L'agente si staccò il telefono dalla cintura e chiamò la centrale.
«La prego, non lo faccia. È appena uscito...» «Questa volta resterà dentro più di qualche giorno. Lei vada in ospedale e si faccia medicare. Posso vedere?» Confuso, Rey guardò Meredith che si staccava l'asciugamano dal viso. «Santi del Paradiso! Con che cosa l'ha«Uncolpita?»pugno» rispose l'agente per lei. «E non è la prima volta che lo fa. Signorina Johns, deve arrendersi all'evidenza. Non è più quello di una volta. Potrebbe ucciderla in uno dei suoi raptus e cancellarne ogni ricordo.» «Non posso denunciarlo. È mio padre.» Il poliziotto le rivolse uno sguardo carico di com prensione. «Non ce ne sarà bisogno, lo denuncerò io. Farà meglio a chiamare il suo capo e informarlo che mancherà per qualche settimana. Gli verrebbe un infarto se la vedesse in questo «Suppongostato.»proprio di sì» mormorò Meredith mentre calde lacrime le rigavano il volto. Guardò suo padre che
«La porto io» si offrì Rey, senza neanche sapere perché. Non si fidava di quella donna e non le credeva fino in fondo, ma era ridotta in uno stato pietoso. Non poteva voltarle le spalle. Qualunque fossero stati i suoi motivi, aveva soccorso Leo. Sarebbe morto se lei non gli avesse prestato aiuto.«Ma...»«Sempre che si cambi d'abito. Non intendo farmi vedere in giro con lei... in alta uniforme.»
«Ora non lo è più» tagliò corto l'agente Sanders. «Mi dia ascolto, signorina Johns, vada in ospedale e si faccia controllare. Io porto suo padre fuori, in attesa della volante.»«No, la prego. Ci risparmi quest'umiliazione. Non voglio che i vicini lo vedano ancora in questo stato.» Quello esitò. «D'accordo. Terrò d'occhio la strada dalla finestra. I colleghi l'accompagneranno in ospedale...»
19 imprecava a gran voce e scosse la testa. «Non era così. Era un uomo adorabile, premuroso...»
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