Lauri Robinson
DIARIO DI UNA SPOSA
Immagine di sfondo in copertina: Tomas Picka/Shutterstock
Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Diary of a War Bride Harlequin Mills & Boon Historical Romance © 2018 Lauri Robinson Traduzione di Maria Grazia Bassissi
Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Enterprises ULC.
Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale.
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© 2022 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici novembre 2022
Questo volume è stato stampato nell'ottobre 2022 da CPI Black Print, Spagna, utilizzando elettricità rinnovabile al 100%
I GRANDI ROMANZI STORICI ISSN 1122 5410
Periodico settimanale n. 1329 dell'11/11/2022
Direttore responsabile: Sabrina Annoni Registrazione Tribunale di Milano n. 75 dello 01/02/1992 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distribuzione canale Edicole Italia: m dis Distribuzione Media S.p.A. Via Carlo Cazzaniga, 19 20132 Milano
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1° gennaio 1943
Carissimo diario, quando ti ho ricevuto in regalo da Charlotte, non immaginavo che saresti divenuto così importante. Sei stato il mio confidente per quello che si è rivelato essere il viaggio più entusiasmante della mia vita, e anche se mi dispiace che il nostro cammino insieme stia per concludersi, e non dimenticherò mai le persone che ho nominato in queste pagine, adesso inizia un nuovo anno e io sto incominciando un nuovo viaggio: mi sono sposata.
26 aprile 1942
Caro diario , la nostra vita in campagna è così diversa da quella di coloro che sono rimasti nelle città, dove le bo mbe hanno causato tanta distruzione e tantissimi morti. T emo però che prest o non sarà più tale . Di recente ho cominciato a insistere affinché i bambini tengano a portata di mano le maschere antigas a nche a letto , pronti a indossarle se ordinerò loro di farlo , e che vadano a letto vestiti, in modo che non prendano freddo se dovremo correre nel rifugio a nti a e reo. È tutto così spaventoso.
Lo scorso gennaio h o scritto dell ' arrivo delle tru ppe americane. Di come tutti hanno acclamato gli ameri cani che ci aiuteranno a dare ai nazisti quello che si meritano. Non posso dire che sia andata da vvero così, ma una cosa è certa : h anno costruito un a base aerea proprio qu i, a Hi gh Wycombe!
Poco tempo dopo l ' arrivo dei militari americani, a lla direttrice della scuola femminile Wycombe Abbey è stato notificato ufficialmente che tutte le ragazze
dovevano essere evacuate entro du e settimane per fare posto all ' Ottavo R eggimento dell ' A viazione d egli Stati Uniti. Questo naturalmente ha provocato un enorme afflusso di allieve nella piccola scuola del villaggio. Ora come ora i bambini del luogo frequentano le lezioni la mattina e le evacuate nel pomeriggio, compresi tutti i nove bam bini che vivono qui con Norman e Charlotte. E, come se non fo sse già abbastanza brutto, nelle scorse settimane gli aerei hanno comi n ciato a decollare e atterrare a lla base come stormi di uccelli. Niente impedisce ai bombardieri tedeschi di seguire quegli a erei, e sganciare bombe sulla base americana, il che sign ifica che le suddette bombe vo leranno direttamente sopra la fattoria.
Secondo Norman, papà gli ha assicurato che non c' è niente da temere, che avere una base tanto vicina dovrebbe farci stare più al sicuro e che le sirene dell a co nt raerea suoneranno nel caso si avvicinino dei bombardieri tedeschi. Solo che nei paraggi non ci sono sirene. E anche se suonassero, sarebbe comunque troppo tardi. È già accaduto altrove. Ne ssuno può afferma re il contra rio.
Quando sono stata evacuata da Londra e sono v enuta qui, da Norman e Charlotte, mi sentivo al sicuro e ho continuato a sentirmi così negli ultimi due anni , ma adesso ho paura che non esista un p osto sicuro nel nostro Paese . Un posto dove le famiglie possano essere tranquille . Temo anche che presto non resterà più niente del Paese per la cui sicurezza ognuno di noi sta lavorando così strenuame nte.
Mi domando anche perché ci si aspetti che rip o nia mo tanta fiducia negli americani. Queste non sono
le loro case. Le loro famiglie. I loro figli. So che sembro dura, ma sono stanca, caro diario, e oso confidare questi pensieri soltanto a te. A diff erenza di tanti altri, non riesco ad affidarmi ciec amente agli americani. Se a loro importasse davvero di noi, di ciò che è successo negli ultimi due anni, sarebbero intervenuti molto prima. Molto prima che le nostre città e i nostri villaggi fossero ridotti a cumuli di macerie e prima che i nostri bambini r esta ssero orfani. Quegli aeroplani che volano sulle nostre teste mi f anno paura, quasi come se, in qualche modo, s apessi che uno di loro cambierà la mia vita per se mpre.
Un rombo di aeroplani che si avvicinavano mise in allarme Kathryn. Cercò di pedalare più veloce, ma la strada era dissestata e bagnata a causa della forte pioggia primaverile caduta la notte prima. Mani e braccia, e perfino le gambe, cominciarono a tremare quando il rombo divenn e più forte. Guardare il cielo le incuteva timore, ma non rius cì a trattenersi e si girò per lanciare un 'occhiata dietro di sé.
La paura le attanagliò tutto il corpo. Non solo il rumore era assordante, ma non aveva mai visto un aereo così basso. Volava verso di lei, l 'avrebbe colpita. Freneticamente, cercò di guidare la bicicletta fuori strada, ma il mezzo prese a oscillare in modo incontroll ato e infine si rovesciò.
La caduta la lasciò senza respiro. Kathryn impi egò qualche istante per ritrovare abbastanza presenza di spirito da coprirsi la testa con le braccia mentre un potente spostamento d ' aria le strattonava il fa zzoletto e il c appo tto.
Le ronzarono le orecchie per il fragore e lei si sentì come se il tempo si fosse fermato, e per un a ttimo si chiese se fosse così che ci si sentiva quando il tempo finisce. Quando la vita finisce.
Dopo un paio di secondi si rese conto che il ro mbo sv aniva, e dopo un altro po ' concluse che il vel ivolo non si era abbattuto su di lei. Anzi, era ancora lassù, stava r iprendendo quota e si allontanava.
Venne pervasa da un profondo sollievo, fin quando si guardò intorno. Uova, formaggio e latte , che av eva sistemato nel cestino di vimini appeso al manubrio della bicicletta, erano sparsi tutto intorno. La rabbia prese il sopravvento dentro di lei. Di quei tempi o gni singolo boccone di cibo era prezioso.
Si mise in ginocchio e stava allungando un a mano per raccogliere un uovo, sperando che se ne fo sse salvato almeno qualcuno, quando due braccia possenti la afferrarono da dietro e la sollevarono da ter ra.
«Si è fatta male, signorina? »
L 'uovo che Kathryn era quasi riuscita a salvare ruzzolò a terra, si rup pe e il suo contenuto si sparse sul fondo stradale di ghiaia e fango.
«Si è fatta male? »
Uno stivale maschile calpestò l 'uovo che lei av eva sperato di salvare e un brivido le corse lungo la schiena quando alzò lo sguardo . Prima vide dei calzoni marroni i nfilati dentro gli stivali, poi un ampio giubbotto di cuoio che si fermava alla cintura e i nfine un cappellino con la visiera , calcato un po ' di sghimbescio su una corta chio ma castana.
Si divincolò per liberarsi dalla presa dell 'uomo e fece un passo di l ato, deglutendo a fatica. « N... no, sto bene. »
L 'uomo era alto, molto alto. Kathryn deglutì di nuovo.
«Mi dispiace. » F ece un cenno in direzione del v elivolo che stava scomparendo all 'orizzonte. «Ro oster non vole va spaventarla. Giocava con noi. »
« Giocav a? »
L 'uomo indicò un 'automobile dell 'esercito. L 'esercito americano. «Sì, ogni tanto i piloti lo fan no, di volare rasenti alle jeep , per scherzo.» Le due fo ssette che apparvero sulle sue guance quando il so rriso divenne più ampio dimostrarono che aveva tr ovato divertente l a burla. Lei no. Proprio per nien te.
« Uno scherzo? » La rabbia fece fremere ogni nervo del suo corpo. «Con un aeroplano? »
L 'uomo si strinse nelle spalle. « Sì. Sono davvero spiacente. Di sicuro non l 'ha vista. »
Kathryn era così infuriata che aveva voglia di gridare, ma prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo a terra, cercando di ritrovare un minimo di co mpostezza.
«Sicura che sta bene? Non ha niente di rotto, v ero? »
No! Non stava bene. Si era spaventata a morte. L 'uomo corrugò la fronte, abbassando a sua volta gli occhi e guardando attorno ai propri piedi.
Per la collera serrò i pugni e disgustata sbottò: «Tutto quello che si è rotto, o rovinato... era cibo per un 'inter a settimana! ».
« Una settimana, figuriamoci! » obiettò lui.
Lei si strappò il fazzoletto dalla testa e lo usò per ripulirsi alla meglio le mani. « Lo è, quando ogni singolo uovo è razionato. » Aveva del fango sulle mani, sul cappotto, dappertutto. Un nuovo impeto di rabbia si unì a quella che già le ribolliva dentro.
Anche l 'abbigliamento, al pari del cibo, era strett amente razionato. «Oh, voi americani. Siete una r ovina, proprio come si dice.»
«E chi lo dice? » Lui raddrizzò la bicicletta e la mise sul cavalletto, in modo che stesse dritta, prima di chinarsi a raccog liere due pezzi di formaggio. « Credevo che tutti gli inglesi fosse ro contenti del nostro arrivo.»
Stupido arrogante. « Non tutti. » Lei gli strappò il formaggio dalle mani. Le due forme non si erano rotte, ma il fango era penetrato nella stoffa che le avvolgeva, com'era successo anche al suo cappotto. Kathryn aveva sempre saputo che g li americani avrebbero portato più danni che vantaggi. « Gliel 'a ssicuro, n on tutti siamo felici di avervi qui. »
L 'uomo raccolse la bottiglia del latte, che aveva perso il tappo e ora conteneva più fanghiglia che a ltro . «Per quale motivo? »
Lei ripose i formaggi nel cestino, prese la bott iglia e la sistemò in mezzo alle due forme. Lo strato di paglia , che aveva messo sopra le forme per proteggere le uova mentre pedalava, era ancor a nel c estino. Chissà come faceva a trovarsi ancora là!
«Lei è una spia? »
Non solo l 'uomo aveva catturato la sua attenzione, ma Kathryn non ricordava l 'ultima volta che era stata tan to insultata, o tanto furiosa. « Come osa! »
Lui piegò la testa da un lato, squadrandola da c apo a piedi. « Che motivo avrebbe di odiare gli americani, altrimenti? »
«Io... » Il suo cervello non funzionava abbastanza velocemente. «Oh, voi e i vostri stupidi aeroplani ! Come osate andare in giro a spaventare la gente in questo modo ! Siete... siete maleducati e pomposi
e... e causate incidenti. » Purtroppo n on le era ven uto in mente niente di meglio da dire.
La risata dell 'uomo la trafisse come una lama, accrescendo la sua ira.
« Non è vero.» Si chinò a raccogliere dal fango due uova ancora intatte. « Siamo amichevoli e ci piace e s sere d 'aiuto. » Gliele porse. « Visto? »
Kathryn allungò la mano, ma un lato meschin o che non aveva mai saputo di possedere si impadronì di lei. Invece di prendere le uova, le schiacciò, rompendo i gusci. Tuorli e albumi colarono sui palmi aperti dell 'uomo mentre lei si girava e risaliva sulla bici cletta.
La sua fuga non fu certo un modello di velocità e coordinazione, e Kathryn era fuori di sé dalla rabbia quando finalmente riuscì a riportare entrambe le ruote sull 'erba che fiancheggiava la strada, dove finalmente poté prendere un po ' di velocità. Solo all ora, tuttavia, si accorse che aveva imboccato la dir ezione sbagliata. Ma siccome non aveva più niente da portare a Oscar e a Ed, continuò lo stesso a ped alare.
Dale Johnson sentì le viscere contrarsi quando la sconosciuta si allontanò . Le donne che aveva con osciuto dopo il suo arrivo in Inghilterra erano corse a frotte incontro ai militari americani, neanche questi avessero scosso un sacco di mangime. Si eran o d imostr ate per lo più amichevoli, graziose e pront i ssime a fraternizzare con i soldati american i. La r agazza in bicicletta era tutto l 'opposto. Graziosa, p erò, anche coperta di fango, grondante tuorli e albumi d 'uovo e furibonda. Non poteva darle torto. Ro oster aveva volato rasen te alla strada.
Attese fin quando la bicicletta di lei si allontanò senza problemi, poi si incamminò verso il veicolo polivalente comunemente chiamato jeep e salì dal lato aperto del passeggero. Si era abituato a non avere portie re su quei mezzi di trasporto squadrati e scoperti. E quello non era l 'unico motivo per cui le jeep gli ricordavano il trattore di suo padre, a casa. Si facevano strada nel fango senza difficoltà, esattamente come il vecchio trattore. Ed erano quasi a ltrettanto confortevoli.
«Ehi, sergente. » Rusty Sanders grattò il cambio n el tentativo di ingranare la marcia giusta. « Mai v isto il film del mago di Oz ? Quello con la bambina e il suo cane? »
Ogni soldato americano l 'aveva visto. Guardare quel film era obbligatorio quanto rifarsi il letto. Te lo rifacevi ogni giorno senza lamentarti. Rabbriv idendo leggermente intanto che il caporale inseriva la marcia giusta, Dale rispose: « Naturalmente. Pe rché? ».
La jeep sputacchiò prima di mettersi in moto . Sanders accennò con la testa alla ragazza che stav ano ormai per raggiungere. « Si ricorda la scena in cui la vecchia inforca la sua bici? »
Dale cercò invano di non scoppiare a ridere. E perse anche la battaglia successiva. Quella che gli ingiun geva di non voltarsi per darl e un 'ultima o cchiata dopo che l 'ebbero sorpassata. E anche quella che gli diceva di non toccarsi la visiera del berretto. Anche da quella distanza sentì su di sé lo sguardo furente della giovane donna. Aveva gli occhi grandi, rotondi e scuri come quelli di un vitello appena nato, e i capelli neri e lucidi come le penne di un merlo dalle ali rosse. Anche se era decisamente più
bella, il modo in cui pedalava assomigliava davvero a quello della vecchia strega d el film citato da Sanders. Quella ragazza era in collera e altrettanto amichevole della vecchia stre ga.
Lui continuò a guardarla finché la donna non si fermò mettendo entrambi i piedi a terra, e poi girò in fretta la bicicletta e cominciò a pedalare nella d irezione opposta.
Era davvero molto diversa dal le altre donne che aveva conosciuto lì in Inghilterra. Nei pochi mesi trascorsi dal suo arrivo, tutte le persone che aveva incontrato non avevano fatto altro che ripetergli quanto fossero felici che gli americani fossero v en u ti a salvar li. Lui si era limit ato ad accogliere le loro espressioni ottimistiche, senza tuttavia dire quello che pensava. Ci sarebbe voluto un o sforzo immane per fermare i nazisti, e lui era disposto a f are la sua parte, qualunque fosse, ma non intendeva illudere nessuno sosten endo che la guerra sarebbe finit a presto. La situazione si presentava ancora troppo imprevedibile.
Un altro pensiero lo colpì quando si avvicinaro no a una biforcazione della strada. «Svolti a sinistra » disse a Sanders.
«Perché? Dove andiamo adesso? » chiese il cap orale.
Il giovanotto aveva molto da imparare, ma i l tempo avrebbe aiutato . Come sempre. Per esempio, doveva imparare che si esegu ivano gli ordini senza discut ere. « C 'è un locale più avanti » replicò Dale. A differenza del caporale, a lui l 'esercito non av eva dovuto insegnare a eseguire gli ordini. Ci aveva pensato suo padre, anni pri ma.
« Ah, certo. Ne ho già sentito parlare » commentò
il caporale Sanders. «Il pub del villaggio.»
Dale fece un cenno d 'assenso.
« Andiamo là? »
Dale assentì di nuovo.
«Perché? »
« Ricognizione. »
« Ah. »
Sì, il caporale Sanders aveva mo lto da imparare. Loro lui e Sanders erano meccanici e di solito i mecc anici non andavano in ricognizione.
Del resto, non avevano avuto molto da fare fino alle ultime settimane. Poco dopo il loro arrivo a Londra, erano stati trasportati là, in aperta camp agna, e avevano costruito una base aerea . Be ' , avev ano aiutato a costruirla. Capannoni Nissen molto simili ai prefabbricati Quonset di casa, in lamiera on dulata con pavimenti di cemento piste di atte rraggio, edifici di legno adibiti a svariati scopi e te nde. Piccoli, grandi e una via di mezzo. Nonostante tutti gli edifici che avevano costruito, molti uomini erano ancora costretti ad alloggiare nelle tende. Quello che era stato poco più di un campo, era o rmai gran de quasi come la maggior parte delle città del Dakota del Nord .
C 'erano diverse cittadine nella zona o villaggi, come li chiamava la gente di là distanti poche m iglia l 'una dall 'altra. A casa sua, si doveva guidare a lungo per ar rivare nella città più vicina. M olte miglia.
Negli ultimi due mesi aveva intravisto i villaggi mentre andava e veniva dalla base, ma era la prima volta che lui e Sanders si fermavano in un pub. Gli aeroplani si erano finalmente alzati in volo e deco llavan o e atterravano quotidianamente, quindi quel
giorno, per la prima volta, avevano del tempo lib ero.
«Sembra che siamo arrivati. » Sanders si arrestò accanto a un edificio di pietra a due piani. « Difficil e dire se siano aperti, con le tende nere dell 'oscur amento. »
Dale scese dalla jeep . La stoffa nera era appesa davanti alle finestre di qualunque abitazione o n egozio per lo stesso motivo per cui, alla base, avev ano dipinto di nero l 'esterno dei capann on i Nissen. Per evitare che i bombardieri tedeschi scorgessero qual cosa mentre sorvolavano l 'Inghilterra nel cuore della no t te. « Pare di sì » disse. « La porta è aperta. » Sanders annuì. « Cosa dobbiamo scoprire? » chi ese.
« Chi è quella ragazza e dove abita, prima che il maggiore Hilts senta parlare del volo radente di Rooster. »
« Oh. » Il caporale rabbrividì. «Ha ragione, se rgente. »
Un ometto basso e bruno, dietro un lungo bancone di legno, li accolse con un cenno del capo app ena varcarono la soglia. « Benvenuti, benvenuti! Fel ice di vedervi qui. Siete della base, ve ro? »
«Sì, signore » confermò Sanders.
« Non vedevo l 'ora di avervi come clienti del mio locale, voi ragazzi » disse l 'ometto. « Cosa posso servirvi? Bi r ra? »
« Caffè » rispose Dale.
« Anche per me » si unì Sanders.
L 'uomo alzò un dito. « Ho messo da parte del c affè proprio per voi, gente. Ci vorrà un minuto per prepararlo . »
Sanders attese che l 'oste si spostasse nella stanza
sul retro prima di sporgersi sul tavolo. « Non ha letto l 'opuscolo? »
Dale annuì. I militari americani avevano l 'ordine di leggere diversi opuscoli, incluso quello che a ffermava: Gli inglesi non sanno preparare un buon caffè. Così come voi non sapete preparare una bu ona tazza di tè. Si a mo pari.
«Eppure lei h a ordinato del caffè » sussurrò Sanders.
«Il tè non mi piace » dichiarò Dale. «Il caffè di questo pub non può essere p iù imbevibile di quello di mio padre. »
Per anni suo padre aveva affermato che il caffè forte gli avrebbe fatto crescere i peli sul petto. Lui e suo fratello Ralph avevano poi scoperto che era una panzana, ma l'avevano bevu to diligenteme n te, ogni domenica, quando la loro madre era a messa. Per i due ragazzini era stato un compromesso accettabile. Ogni settimana il caffè del padre si confront ava con i sermoni del pastore Dunlop e risultava sempre preferibile. Tranne che a Pasqua e a Natale. Quei giorni la madre non accettava scuse: si andava tutti insieme in chie sa.
«Il caffè sarà pronto tra un momento » annunciò l 'oste, tornando nella sala. «E così voi ragazzi avete avuto il vostro bel daffare alla base. Non l 'ho visto coi mi ei occhi, ma ne ho sentito parlare. » Cinc ischiando il grembiule bianco che gli avvolgeva il ventre sporgen te, l 'ometto uscì da dietro il bancone. «Mi chiamo Oscar. Oscar Fowler. In cucina c 'è mio fratello Ed. Sia mo i proprietari del pub. Speriamo di poter offrire qualche intrattenimento nel locale, il venerdì e il sab a to sera. Apposta per voi della base. Vogliamo farvi sentire come a casa. »
« Gentile da parte vostra. » Dale preferì non spi egare che probabilmente in futuro non avrebbero avuto molto tempo per socializzare, non più di quanto ne avessero avuto fino ad allora.
«È il minimo che possiamo fare » proseguì Oscar. «Io e mio fratello non la pensiamo come certi altri. »
« Oh. Riguardo a cosa? »
« Certuni pensano che i tedeschi inseguiranno i vostri aerei fi n qui» spiegò l'oste. « E ci bombard eranno. »
«Non oseranno avvicinarsi tanto a una base aerea» dichiarò Sanders. «Abbiamo l'artiglieria contraerea e li abbatteremmo prima che possano anche solo pensare di sganciare una bomba.»
Dale non disse niente. Anche se c 'era una parte di verità nelle parole del caporale, nessuno sapeva di cosa foss ero davvero capaci i tedeschi.
«È quello che pensiamo anche noi » dichiarò Oscar agitando un braccio massiccio verso il banc one. «Posso portarvi qualcosa mentre Ed prepara il caffè? Un uovo in salamoia? Ed le prepara fresche ogni settimana. E ogni settimana ci riforniamo di uova, panna e formaggio da una famiglia che vive più avanti, lungo la strada.»
Erano mesi che non mangiava un uovo fresco, eppure i pensieri di Dale si concentrarono sulla r agazza e sulle uova che aveva rotto quando la bic icletta si era rovescia ta, piuttosto che sul mangiarne uno.
« Anche mia nonna preparava le uova in salamoia » raccontò Sanders in tono divertito . « Un anno, io e mio cugin o n e abbiamo rubato un vaso intero . Il caso ha voluto che il coperchio non fosse ben sigi llato e dentro le uova fossero andate a male. Da all o-
ra non siamo più riusciti a inghio ttire un uovo.»
Non c 'era molto da dire sulle uova in polvere che mangiavano regolarmente, trann e che forse erano migliori di un uovo in salamoia marcio . Al solo pensiero Dale ebbe il voltastomaco.
«La famiglia alleva anche conigli » aggiunse Oscar. «Se preferite, abbiamo un bel tegame di stuf ato, in cuc ina. »
« Ci b asta il caffè » rispose Dale. Il sen so di colpa gli strinse lo stomaco per ciò che aveva detto alla ragazza riguardo agli alimenti che trasportava. Il c ibo era razionato e quello che era andato rotto o r ovinato non sarebbe stato rimpiazzato facilmente. « Questa famiglia ha altre provviste da vendere? R iforn i scono altri, oltre a voi? »
Oscar scosse il capo. « Non abbastanza da sfamare tu tti voi, alla base, ma potete sempre venire qui. Con voi non dobbiamo rispettare le porzioni del r azion a mento. »
«Lo terremo presente. »
Il fratello Ed era tarch iato e bruno come Oscar, ma con in più due grossi baffi. Arrivò dalla cucina con due tazze fumanti e le posò sul tavolo dicendo: «Felice di vedervi, ragazzi. Abbiamo caffè in a bbondanza, spero che diventerete clienti abituali ».
Le tazze erano bianche e il caffè così annacquato che Dale riusc iva a vedere il fondo della sua tazza. L 'esatto contrario di quello di suo padre. « Grazie » dis se. «Ha un ottimo profumo. »
Evidentemente, a metà pomeriggio, era un momento tranquillo al pub. Lui e Sanders erano gli unici clienti e così i due titolari si sedettero al tav o lo vicino al loro. Dale non aveva ancora finito di bere il caffè che già sapeva il nome della ragazza e dove
abitava. E s a peva anche che cosa doveva fare. Dopo aver pagato i caffè, lui e Sanders risaliro no sulla jeep e di nuovo, quando furono quasi alla svo lta per la base, Dale ordinò al caporale di tirare diritto .
« Andiamo da quella donna? » chiese Sanders. Dale si aggrappò al bordo superiore del parabre zza mentre la jeep procedeva a scossoni in un trat to particolarmente malridotto della strada. Quando il manto stradale ritornò più liscio, rispose: «Sì, le r ipagheremo le uova rotte » . «Perché? Non le abbiamo rotte apposta. » «È vero, ma gliele pagheremo lo stesso. Dobbiamo trovare una stradina sulla dest ra e prendere quella. »
Scoprirono che la casa dove Kathryn Harris viv eva si trovava a parecchie miglia di distanza dal pub. Come tante altre, aveva la base di pietra e il resto di legno. Il rivestimento esterno era disposto in vert icale invece che in ori zzontale, per cui la casa a due piani sembrava più alta di quanto non fosse. C 'erano anche un fienile e un pollaio e una conigliera, oltre a un vasto giardino. Nel recinto accanto al fienile videro un paio di mucche e delle capre. Tutto so mmato, quel luogo gli fece provare per la prima volta una forte nostalgia di casa. Prima di arruolarsi, non si era quasi mai allontanato dalla fattoria . A diff erenza di suo fratello Ralph, non aveva mai avuto voglia di andare altrove. Inoltre, sempre a differe nza di Ralph, lui teneva informati i suoi genitori su dove si trovava. Altro motivo per cui doveva sist emare le cose con la ragazza. Se il quartier generale avesse scoperto l 'accaduto, avrebbero potuto c o-
stringerlo a interrompere le ricerche di suo fratello . La loro ma dre aveva già perso una figlia. La sorella di Dale, Judy, era morta di polmonite prima dello scoppio della guerra, e lui aveva promesso ai gen itori che non avrebbero perso un altro figlio. Né lui né Ralph.
«È questa? »
«Sì » rispose Dale, riconoscendo la b icicletta appoggiata alla parete del fienile. «Si fermi vicino alla casa. »
Un uomo anziano e un po ' curvo, con una chioma di capelli grigi, uscì dalla porta prima che Sanders spegne sse il motore. «Salve! » gridò. « Benvenuti! »
Dale scese dalla jeep e andò al cancello dove r imase ad aspettare l 'uomo , che stava percorrendo il vialetto coperto di ghiai a.
«Norman Harris» si presentò l'uomo, tendendo una mano mentre con l'altra apriva il cancello. Aveva un viso rotondo e gioviale e un lieve tic a un occhio.
Da le gli strinse la mano. « Dale Johnson, lui è Rusty Sanders. » Omise di proposito i loro gradi. Dalle uniformi l 'uomo aveva già capito che erano soldati ame ricani.
«Piacere di conoscervi » disse l 'uomo stringendo la mano anche a Rusty. «Siete tra quei ragazzi che ci ronz ano a tutte le ore sopra la testa? »
«Sì, signore » confermò Dale. «E siamo qui per scusarci per aver spaventato sua figlia, prima. Sp eriamo che stia bene. »
L 'occhio sano di Norman scintillò. « Kathryn è una brava ragazza. Si infiamma facilment e, ma le passa altrettanto in fretta. » Lui abbassò la voce. «Sono gli a e rei... la spaventano. P erò non ditele che ve l 'ho rac contato. »
Dale aveva già sentito dire che i velivoli spaventavano la gente del luogo, e decise di non comme ntare. «Mi rendo conto che l'incidente ha causato una perdita alla sua famiglia » disse, estraendo il port afogli dalla tasca posteriore dei pantaloni. «Vorrei rimbo r sarla. »
« Oh, no, no. » Norman scosse la testa. « Non è n ecessario. Tutta colpa della strada fangosa. Non è successo niente. »
La porta della casa si aprì e, sebbene Norman avesse detto che la rabbia di Kathryn sbolliva subito, dal modo in cui la ragazza scese gli scalini Dale intuì che quel giorno non sarebbe accaduto .
Tenendola d 'occhio, Dale sfilò diverse banconote d al portafogli. «Mi sento comunque responsabile. »
« No, no, mia moglie sta preparando un cestino che porterò al pub con l 'automobile. Avremmo d ovuto pensarci prima. Non è facile pedalare nel fango.» Lanciando un 'occhiata da sopra la spalla, Norman sorrise. « Kathryn, questi signori sono v enuti a scusarsi per l 'incidente. Sono molto gentili, vero? »
L 'espressione di lei suggeriva l 'esatto contrario e divenne perfino più torva quando i suoi occhi si p osarono su di lui.
Rivolgendosi di nuovo all 'uomo più anzian o , D ale disse: «So cosa significhi perdere del cibo, perd ere un guadagno, e insisto per risarcirvi ». Tese per la seconda volta le banconote a Norman. «Non con osco i prezzi da queste parti. Se non bastano, mi di ca lei quan to le devo. »
L 'uomo prese i biglietti e li contò. «È troppo . »
L 'animosità della ragazza divenne ancora più p alese mentre guardava Norman che maneggiava le
banconote. « Non possiamo accettare del denaro . Non lo vogliamo. »
«Perché sono dollari americani ? » chiese Dale. « Di si curo qualsiasi b anca li ... »
« No . » La ragazza tirò indietro le spalle esili. «Perché ognuno di noi fa la sua parte in questa guerra e ce la caveremo benissimo senza il vostro aiuto. »
Dale ne dubitava. «Insisto. »
« Anch 'io . »
Nonostante fosse minuta, la furia che le illumin ava gli occhi castani avrebbe potuto incendiare un albero.
« Kathryn... »
« Buona giornata, signori. » Stavolta la ragazza interruppe Norman. Accennando con la testa ai due soldati aggiunse: «Ridagli i soldi. Per favore ».
C 'era una strana supplica nei suo i occhi, che l 'uomo evidentemente ricono bb e poiché tese le ba nconote a Dale. «Grazie per essere passati di qui. E per le scu se. »
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BRONWYN SCOTT
INGHILTERRA, 1856 Rebecca è sempre stata l'inventrice della famiglia, più interessata alla ricerca che alla vita mondana e all'amore. Almeno sino a quando non incontra Jules Howells. Dal 2 dicembre